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'''Irak'''

Il Correntone Ds non ha votato l'ordine del giorno presentato dalla Lista Prodi con la richiesta di ritiro del contingente italiano al 30 giugno, qualora non emergano entro tale data segnali di svolta nel trasferimento dei poteri agli iracheni.
Lo hanno reso noto alcuni deputati della minoranza Ds spiegando che non era accettabile la premessa dell'ordine del giorno: la contrarietà al ritiro immediato del contingente militare. Sono circa una quarantina gli esponenti della Quercia che non hanno partecipato al voto. Verdi, Pdci e Prc, invece hanno votato contro l'ordine del giorno della Lista unitaria.

Quaranta deputati della Quercia avevano invece votato a favore dell'emendamento presentato dal deputato del correntone Ds Pietro Folena, ma illustrato in aula da Mauro Zani (della maggioranza Ds), che chiedeva il ritiro immediato dei militari italiani in Iraq

GR ORE 19.30

Italia

Ariano irpino (audio)

Un corteo di 4mila persone ha attraversato il centro di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, contro la riapertura della discarica. Da giorni migliaia di persone bloccano il transito dei camion di retti alla discarica: Oggi lo sciopero generale è scattato subito dopo che i tir carichi di rifiuti sono stati costretti, come era accaduto ieri, a fare marcia indietro in seguito ad una ispezione dei funzionari della Asl. Alla manifestazione hanno aderito anche tutti i sindaci della zona. La discarica dovrebbe raccogliere, fino agli inizi del mese prossimo, circa 1.200 tonnellate di immondizia al giorno.

Rapolla

Un sit-in domani (ore 11) davanti al ministero delle Attività Produttive in concomitanza con l'incontro tra il sottosegretario Giovanni Dell'Elce e una delegazione lucana, convocato per discutere della realizzazione dell'elettrodotto tra Matera-Santa Sofia che ha provocato blocchi stradali e proteste la settimana scorsa in Basilicata. La protesta davanti al ministero è organizzata dal comitato "Scanziamo le Scorie - Roma", costituitosi nel novembre scorso in seguito alle proteste contro la realizzazione di un sito unico per le scorie nucleari a Scanzano, nel materano. Proprio ieri, il consiglio regionale della Basilicata ha deciso all'unanimità di sottoporre al governo la richiesta di revoca del decreto che decide la realizzazione dell'elettrodotto Matera-Santa Sofia, in prossimità del centro abitato di Rapolla, contestato dalla popolazione che denuncia i rischi per la salute. Con il documento si dà atto della protesta dei comuni dell'area e si rileva che "ad un problema risalente ad oltre 10 anni si intende dare risoluzione con un decreto che ne stabilisce l'urgenza". Il Consiglio Regionale ha, quindi, impegnato il Presidente della Giunta Regionale, Filippo Bubbico, a richiedere al Governo la revoca del decreto poiché "non rispondente alle indicazioni delle istituzioni locali e regionali ed a riaprire il confronto per adottare una ipotesi di tracciato che sia condivisa e codeterminata dalle Amministrazioni locali, dalla Regione, dalla società Terna, dal Grt e dal governo nazionale".

Cpt

Il Consiglio regionale ha approvato, con il voto a favore della maggioranza di centro-sinistra e quello contrario del centro-destra, una mozione contro l'apertura dei Centri di permanenza temporanei, previsti dalla legge Bossi-Fini sull'immigrazione, nelle Marche. Il ministero dell'Interno ha infatti previsto di aprire un CPT nel Comune di Corridonia, in provincia di Macerata, un provvedimento che e' stato contestato sia dalla Regione Marche, che non e' stata consultata prima della decisione, sia dai cittadini che dai centri sociali, che una decina di giorni fa hanno interrotto il Consiglio comunale della cittadina maceratese che discuteva dell'ipotesi di apertura. Nella mozione, proposta da Andrea Ricci di Rifondazione Comunista, si legge che il Consiglio regionale si dichiara indisponibile alla costruzione e alla presenza sul proprio territorio di Centri di permanenza temporanei per cittadini migranti perche' strutture lesive dei diritti universali delle persone e impegna la Giunta regionale ad operare, in tutte le sedi, affinche' in nessun luogo del territorio regionale tali strutture possano essere realizzate o attivate.

Casarini

E' stata rinviata al 24 marzo la decisione del Tribunale di Venezia che oggi si sarebbe dovuto pronunciare sulla richiesta di applicazione della misura della sorveglianza speciale per due anni, proposta dal Questore a carico di Luca Casarini, portavoce dei disobbedienti del nord-est. La "sorveglianza speciale" è una misura di polizia che, pur non prevedendo alcun procedimento penale con i suoi tre gradi di giudizio, risulta pesantemente limitativa delle libertà personali. Sotto il tribunale nella amttinata si era svolto un presidio dei compagnie delle compagne di Luca casarini

caruso

Pronunciata invece la sentenza di assoluzione dall'accusa di interruzione di attività produttiva e danneggiamento. E' accaduto al Trinuale di benevento, dove erano imputati 24 compagnie compagne. I fatti si riferiscono al primo luglio del '99, quando Caruso e un gruppo di noglobal occuparono a Benevento la fabbrica dell'Agusta, produttrice di componenti per elicotteri, nell'ambito delle mobilitazioni a sostegno del leader del Pkk Abdullah 'Apo' Ocalan e del popolo curdo. I compagni e le compagne sono stati assolti "per non aver commesso il fatto" .

Università

Da lunedì ci saranno lezioni universitarie in piazza. Si comincia da Roma. E' una delle proteste decise dagli atenei italiani per dire 'no' al disegno di legge-delega Moratti sul riordino dello stato giuridico e del reclutamento dei professori. L'annuncio è arrivato dalla rete nazionale dei ricercatori precari riunita stamani in assemblea al centro congressi de La Sapienza a Roma. Ma le novità non si fermano alle lezioni 'en plein air': le iniziative di protesta in programma prevedono anche la "riconversione della prima settimana di lezione del secondo semestre in momenti informativi, durante i quali i docenti e i ricercatori possano spiegare i termini della riforma"; mentre è ormai certa l'adesione delle università allo sciopero generale dei sindacati indetto per il 26 marzo. Il prossimo appuntamento all'aria aperta è fissato per lunedì 15 marzo, dalle 16 alle 18, con un docente d'eccezione: Sergio Castellitto, invitato a discutere di teoria e tecnica del linguaggio cinematografico, dal professor Sergio Brancato, titolare della cattedra e Alberto Abruzzese, docente a La Sapienza di sociologia delle comunicazioni di massa.

Scioperi

La Confederazione Unitaria di Base (Cub) e l'Unione Sindacale Italiana (Usi) hanno indetto, per venerdi' 12 marzo, uno sciopero generale nazionale di otto ore. E' quanto ha annunciato il coordinatore nazionale della Cub, Piergiorgio Tiboni, nel corso di un incontro con la stampa. Secondo gli organizzatori la protesta potra' portare in piazza complessivamente 200 mila persone con manifestazioni nei principali capoluoghi regionali e due grandi concentramenti a Milano, in piazza Cairoli, e a Roma, in piazza Esedra. Il corteo lombardo terminera' davanti alla sede di Assolombarda, mentre quello della capitale fara' capo alla sede del Ministero dell'Economia. Scioperiamo contro liberismo e concertazione - ha spiegato Tiboni - e contro la guerra, elementi che hanno portato allo smantellamento dello stato sociale.

Sciopero pensioni

Per una nuova politica economica e contro la riforma delle pensioni. Come annunciato da giorni, i sindacati hanno deciso di indire un nuovo sciopero generale. Sarà di quattro ore, il prossimo 26 marzo. La sciopero sarà per tutta la giornata nella scuola, ed anche nel Lazio ed in Siclia. Ad annunciarlo, nella sua introduzione all'assemblea nazionale dei delegati a Roma, il segretario della Cgil Guglielmo Epifani. Dopo il 26 marzo, ha aggiunto Epifani, "chiederemo un confronto a tutti: governo, partiti, enti locali e parti sociali per riportare l'attenzione sul futuro che oggi è compromesso". L'assemblea unitaria dei delegati di Cgil, Cisl e Uil non si riuniva da oltre dieci anni. Ad evitare lo sciopero non è servita la decisione della maggioranza di far slittare a dopo Pasqua la discussione della delega di riforma delle pensioni in aula al Senato.

Bologna

Una giornata di sciopero generale e' stata proclamata dalle rappresentanze sindacali di base, quale atto di protesta contro il liberismo, la concertazione e la guerra. Lo scopo della mobilitazione e', dichiarano le Rdb, rispondere all'attacco alle condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie, ai diritti e allo stato sociale. L'appuntamento e' fissato in piazza Galvani, a partire dalle 9,30. A Bologna, dunque, braccia incrociate per chiedere aumenti salariali, l'adeguamento automatico dei salari al costo della vita e per l'introduzione del reddito sociale per disoccupati e precari. E ancora il ripristino del sistema retributivo nel calcolo della pensione, la disponibilita' totale del Tfr, l'aumento delle pensioni in godimento, il mantenimento delle pensioni di anzianita', l'introduzione di garanzie per i giovani e i precari. Infine, la manifestazione si prefigge lo scopo di rendere visibile il proprio no alle privatizzazioni delle aziende pubbliche, allo smantellamento di scuola, universita' e sanita' pubblica, la reintroduzione del diritto di sciopero e una nuova legge sulla rappresentanza sindacale

Disoccupazione sud

La disoccupazione giovanile in Sicilia rappresenta un fenomeno allarmante. L'indice e' infatti pari al 51,2%, con 24 punti percentuali in piu' rispetto al dato nazionale. E' quanto emerge dal I Rapporto sulla Sicilia, presentato questa mattina a Roma, alla Camera dei deputati, dall'Eurispes e dalla Regione Sicilia. In particolare, Palermo rappresenta la provincia siciliana con il tasso piu' alto di disoccupazione, con un valore superiore al 60%. Dall'indagine emerge che nella provincia di Ragusa si registra invece l'indice piu' basso di disoccupazione giovanile (28%), ed anche la citta' di Trapani si colloca su un valore simile al dato nazionale (33%). Le componenti della disoccupazione nella classe di eta' centrale sono piu' elevate nelle province di Agrigento (52,9%) e di Palermo (51,9%), mentre Trapani e Ragusa registrano i valori piu' contenuti (rispettivamente 23,6% e 26,6%). L'andamento della disoccupazione nella classe di eta' piu' matura presenta valori piu' omogenei tra le diverse province siciliane, con la punta del 15,9% a Catania ed il minimo registrato a Siracusa (6,2%).

Esteri

palestina

E' salito a cinque il bilancio delle vittime palestinesi rimaste uccise in uno scontro a fuoco con unità speciali israeliane, impegnate in una operazione in incognito a Jenin, in Cisgiordania. Almeno quattro delle cinque vittime appartenevano alle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, l'ala militare di Al Fatah, il movimento politico che fa capo al leader palestinese Yasser Arafat. Non è ancora stata identificata la quinta vittima. Secondo testimoni palestinesi, si tratterebbe di un attacco mirato dei soldati israeliani contro il gruppo di militanti. I quattro militanti palestinesi si trovavano a bordo di una Toyota blu, quando sono stati uccisi in un breve scontro a fuoco, scoppiato subito dopo l'arrivo dei soldati israeliani, che erano però in abiti civili. L'auto delle vittime è stata crivellata dai colpi e i militari sono andati via subito dopo la fine della sparatoria. Le autorità militari di Israele hanno detto che era in corso un'operazione per arrestare alcuni militanti palestinesi ricercati quando è scoppiata l'improvvisa sparatoria. Non c'è stata alcuna conferma da parte delle autorità militari che i quattro erano gli obiettivi dell'operazione.

Abu Abbas

Il presidente palestinese Yasser Arafat ha reso omaggio alla figura del "martire" Abu Abbas, capo del Fronte per la Liberazione della Palestina (Flp), morto in una prigione statunitense in Iraq. Stando a quanto riferito dall'agenzia di stampa palestinese Wafa, Arafat e i vertici dell'Autorità Palestinese hanno annunciato il decesso di Abu Abbas, come la scomparsa di "un martire combattente, ex membro del Comitato centrale dell'Olp e segretario generale del Fronte per la Liberazione della Palestina, che ha dedicato la sua vita al servizio del suo popolo e del suo Paese", come riporta il sito d'informazione Islam online. Abu Abbas era accusato di essere stato il mandante del dirottamento della motonave 'Achille Lauro', cominciato il 7 ottobre 1985. Il sequestro culminò con l'uccisione del cittadino statunitense Leon Klinghoffer, ebreo handicappato, gettato fuori bordo sulla sua sedia a rotelle. Per il sequestro dell'Achille Lauro e l'uccisione di Klinghoffer, il leader palestinese è stato condannato all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Genova il 23 maggio 1987, condanna poi confermata in Cassazione il 10 maggio 1988. Intanto però, Abbas si era rifugiato in Iraq e, per due volte prima dell'arresto dello scorso anno in una casa di Baghdad Est, aveva tentato la fuga in Siria.

Abbas

Una pioggia di accuse si e' abbattuta sugli Stati Uniti all'indomani dell'annuncio della morte di Mahmoud Abbas alias Abu Abbas. Sia la vedova di Abbas, sia i vertici del Flp hanno indicato il governo Usa come vero colpevole del decesso in cella del 56enne Abu Abbas. Nel centro di detenzione iracheno ove era rinchiuso avevano smesso di somministrargli le medicine da dieci giorni, e Abui Abbas aveva sofferto problemi cardiaci e ipertensione arteriosa. . L'Olp dal canto proprio ha sollecitato un'inchiesta indipendente sulle circostanze nelle quali e' avvenuto il decesso, anch'essa imputandolo a Washington, e piu' specificamente ai suoi vertici militari, che avrebbero dato ordine di perpetrare l'omicidio facendo appunto negare i farmaci al detenuto.

Irak

L’ufficio statunitense per la ricostruzione in Iraq ha approvato e finanziato i primi sette progetti, per un ammontare di 5 miliardi di dollari. È stato il capo dell’amministrazione civile americana in Iraq, Paul Bremer, a presenziare alla firma dei relativi contratti, che prevedono l’inizio dei lavori tra due o tre settimane. I progetti approvati e finanziati riguardano sette diverse località, tra le quali la capitale Baghdad e Bassora, che saranno dotate di complessi di case prefabbricate comprensive di una scuola, una moschea, una banca e un ospedale. I contratti, come già da tempo era noto, sono andati ad appannaggio di grandi gruppi con sede nei Paesi che hanno dato appoggio militare e diplomatico agli Usa nell’attacco militare dello scorso anno (in particolare, la Polonia) e attualmente sono presenti con forze di pace; costoro coopereranno con imprese irachene.

Irak

Il Correntone Ds non ha votato l'ordine del giorno presentato dalla Lista Prodi con la richiesta di ritiro del contingente italiano al 30 giugno, qualora non emergano entro tale data segnali di svolta nel trasferimento dei poteri agli iracheni. Lo hanno reso noto alcuni deputati della minoranza Ds spiegando che non era accettabile la premessa dell'ordine del giorno: la contrarietà al ritiro immediato del contingente militare. Sono circa una quarantina gli esponenti della Quercia che non hanno partecipato al voto. Verdi, Pdci e Prc, invece hanno votato contro l'ordine del giorno della Lista unitaria.

Quaranta deputati della Quercia avevano invece votato a favore dell'emendamento presentato dal deputato del correntone Ds Pietro Folena, ma illustrato in aula da Mauro Zani (della maggioranza Ds), che chiedeva il ritiro immediato dei militari italiani in Iraq

Irak

La metà degli italiani ritiene auspicabile un rientro delle truppe alleate in Iraq, italiani inclusi: una percentuale in aumento rispetto al 44% dello scorso novembre (nel giorno del'attentato conto i militari a Nassiriyah), come si ricava da un sondaggio Ipsos-Apcom. Favorevoli al ritiro sono soprattutto le donne (57%), mentre la percentuale sale al 67% negli intervistati che si dichiarano elettori dell'Ulivo. Una missione, quella italiana, che secondo il 47% degli intervistati non comunque è di utilità al nostro paese, mentre il 41% di opinione contraria. L'opinione dipende fortemente dallo schieramento politico: gli elettori del centrosinistra che ritengono inutile la missione sono il 61%, ma anche a destra esiste un 37% di scontenti contro un 51% di favorevoli. La missione viene tuttavia ancora considerata come 'umanitaria' dalla maggioranza degli intervistati (54%, il 60% delle donne), mentre il 28% la definisce 'di polizia' (il 37% dei laureati) e il 13% semplicemente 'militare'.

Haiti

Una delegazione sudafricana è sbarcata Bangui, nella Repubblica Centrafricana, per incontrare l'ex presidente haitiano Jean-Bertrand Aristide e i vertici del governo centrafricano. Aristide si trova in esilio a Bangui, dove è giunto lo scorso 1 marzo. Il Sudafrica si è detto disponibile a concedere asilo ad Aristide, aggiungendo, però, di non aver ancora ricevuto alcuna richiesta ufficiale né da parte dell'interessato, né da parte delle autorità haitiane. Anche il governo centrafricano si è offerto di concedergli asilo. La delegazione sudafricana ripartirà venerdì prossimo.

Argentina

Contro tutte le previsioni e dopo aver contrastato con fermezza e aggressività ogni sorta di pressioni, oggi, il Presidente Nestor Kirchner ha dato il via libera al pagamento di una scadenza da 3,1 miliardi di dollari al Fondo monetario internazionale (Fmi), evitando così che, al default con i creditori privati in atto da oltre due anni, si sommasse anche quello con gli organismi internazionali del credito.

La fumata bianca, però, è arrivata al termine di ventiquattro ore di febbrili trattative, durante le quali, secondo quanto rivelano oggi i mass-media argentini, Kirchner ha tenuto duro respingendo le diverse esigenze presentategli dalla stessa Krueger sul fronte della ristrutturazione dei bond in default.

In effetti, il Fondo, anche se l'Argentina ha soddisfatto oltre misura le esigenze fiscali e monetarie dell'organismo, ha cercato di imporre a Buenos Aires determinate condizioni per le trattative con i creditori privati. La decisione di Kirchner è arrivata, durante la notte, al termine di un colloquio di oltre mezz'ora con la statunitense Anne Krueger, titolare ad interim dell'Fmi, che gli ha assicurato che "raccomanderà" al board dell'organismo, che si riunirà il 22 marzo prossimo, di approvare la seconda verifica dell'accordo con il Paese, in pratica che il giorno successivo l'esborso di oggi sarà rifinanziato.

Secondo fonti ufficiali citate dall'agenzia di stampa statale Telam, Kirchner ha ottenuto quanto voleva su diverse questioni: le banche designate per la ristrutturazione del debito in default saranno obbligate a rispondere pienamente alle esigenze del governo (in pratica non potranno cambiare l'offerta che prevede un taglio del 75% dei bond); non è stata fissata una percentuale (che dovrà essere solo "ragionevole", mentre il Fondo voleva che fosse dell'80%), sulla quantità di creditori che dovranno accettare la proposta argentina perché sia effettiva; il Committee Global Argentina Bondholers (Cgab), guidato dall'italiano Nicola Stock, non sarà considerato un interlocutore privilegiato.

Non è ancora trapelato nulla, invece, su un significativo fattore che, ieri, secondo i media, ha visto Kirchner opporsi al Ministro dell'economia Roberto Lavagna. Questi, infatti, si era detto pronto ad accettare che la giurisdizione per eventuali problemi per i futuri bond fosse quella di New York, mentre il Presidente avrebbe mantenuta ferma la posizione di chi sostiene che deve essere l'Argentina.

È evidente che Kirchner esce dal durissimo braccio di ferro con un sostanzioso successo politico. Il Presidente argentino ha sempre assicurato che avrebbe pagato solo se accettavano le sue condizioni

Unione europea

Come temuto da molti, e nonostante un'operazione di pressione che nelle ultime settimane aveva coinvolto un numero sempre maggiore di parlamentari europei, il testo approvato rimane molto vicino alle richieste delle major del software, della musica e del cinema. Istanze che, secondo chi critica il testo, riducono invece le libertà dei cittadini europei. Durante le votazioni una manifestazione del CODE si è tenuta dinanzi al Parlamento.

La Direttiva, la cui interpretazione risulta al momento tutt'altro che agevole, secondo una nota diffusa dall'Ufficio stampa parlamentare ha comunque tolto di mezzo una delle principali preoccupazioni degli attivisti, vale a dire la punibilità di "atti commessi in buona fede dai consumatori". Si fa esplicitamente l'esempio dello scaricamento di musica da internet a fini personali, che non sarà perseguibile. Questo perché il testo è stato rivisto per colpire, in particolare, lo sfruttamento commerciale della contraffazione e della pirateria "su scala commerciale". Una definizione in realtà ambigua che probabilmente troverà una sua soluzione nella ratifica da parte dei singoli stati.

Inoltre, sebbene la Direttiva abbia rimosso le sanzioni penali per gli abusi mantenendo soltanto provvedimenti di tipo amministrativo, i singoli stati membri potranno comunque introdurre forme di restrizione alla libertà personale nei casi di violazione.

Secondo il concetto di Diritto all'informazione approvato dal Parlamento, i provider dovranno fornire i dati degli utenti ai detentori dei diritti laddove questi ultimi intendano perseguire attività illegali condotte, appunto, "su scala commerciale". Questo significa, come ben spiegato da Robin Gross di IP Justice, che l'Europa adotterà un meccanismo che già ha dimostrato i suoi limiti e che solleva problemi negli Stati Uniti. La grossa differenza rispetto alle normative americane sul copyright, sta nel fatto che la direttiva europea, come noto, copre tutte le forme della proprietà intellettuale, rendendo assai più ampio il campo d'azione.

"Con questa direttiva - ha attaccato Gross, uno dei principali oppositori alla legge - i dati personali dei cittadini europei devono essere forzatamente rivelati ad aziende come Vivendi Universal che potranno ora colpire ed estorcere denaro anche ai consumatori europei".

Il riferimento a Vivendi Universal di Gross non è casuale. Si è sentito più volte ieri a Strasburgo, perché la relatrice del provvedimento, Janelly Fourtou, è anche la moglie del CEO e chairman di Vivendi, Jean-René Fourtou. Ma non sono bastate le accuse di conflitto di interessi a smontare le tesi della Fourtou, convinta assertrice della mano più pesante possibile contro la contraffazione e la pirateria in qualsiasi forma. Tesi condivise da gran parte del Parlamento comunitario.

G.R. 13,00

HAITI

ARISTIDE DENUNCIA USA E FRANCIA PER SEQUESTRO - L'ex presidente haitiano Jean-Betrand Aristide ha deciso di denunciare gli Stati Uniti per sequestro di persona e la Francia per complicità nel sequestro. Lo ha comunicato l'avvocato francese di Aristide, Me Gilbert Collard. "Una denuncia sarà depositata in Francia, un'altra negli Stati Uniti da parte dell'avvocato americano Me Ira Kurzban", ha dichiarato Collard. Martedì scorso Aristide ha tenuto una conferenza stampa a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, dove si trova in esilio. "Il mio è stato nei fatti un rapimento politico. Un rapimento che ha aperto la strada all'occupazione di Haiti. E all'ascesa al potere di un gruppo di trafficanti di droga e di terroristi. Mi hanno rimosso non solo con la forza, ma anche con la menzogna. Mi hanno fatto salire su un'auto e mi hanno portato all'aeroporto dicendomi che mi stavano trasferendo da un'altra parte. L'aeroporto era sotto il controllo degli americani", ha dichiarato nel corso della conferenza. Poche ore prima aveva dichiarato alla radio francese Rtl: "Sono stato rapito e portato via da Haiti da soldati stranieri. Militari americani e stranieri avevano circondato il palazzo presidenziale. Io pensavo che volessero condurmi a una conferenza stampa per parlare alla nazione. Invece, mi sono ritrovato in un aereo, e per venti ore non ho saputo dov'ero diretto

IRAQ

TAVOLA PACE: IL PARLAMENTO SCELGA RILANCIO RUOLO ONU - Il Parlamento italiano si esprima chiaramente per il rilancio del ruolo dell' Onu in Iraq nella transizione verso le elezioni in quel paese: e' l' appello rilanciato stamani dalla Tavola della pace, alla quale aderiscono numerose associazioni e partiti, in vista del voto della Camera sulla missione in Iraq e della manifestazione pacifista di Roma del 20 marzo prossimo. In una conferenza stampa a Perugia, il coordinatore della Tavola, Flavio Lotti, ha espresso preoccupazione per il recente voto del Senato sulla missione italiana in Iraq, sollecitando la Camera a mutare l'ottica ribadita ieri dal ministro degli esteri, Antonio Martino, che ha parlato di interesse italiano a prorogare la missione.

70 DEPUTATI DELL'OPPOSIZIONE VOTANO PER RITIRO TRUPPE = Sono stati 70 i deputati delle opposizioni che hanno votato a favore dell'emendamento presentato dal deputato del correntone Ds Pietro Folena, ma illustrato in aula da Mauro Zani (della maggioranza Ds), che chiedeva il ritiro immediato dei militari italiani in Iraq. Di questi 70, ben 40 provenivano dalle file della Quercia, compresi quattro della maggioranza

IRAQ

MARINES AMERICANI SPERIMENTERANNO NUOVA ARMA "SONORA" - I marines che questo mese torneranno in Iraq porteranno con sé un'arma mai usata prima, né in combattimento né in operazioni di peacekeeping: l'ultimo ritrovato degli arsenali del Pentagono consiste in un megafono delle dimensioni di una parabola satellitare, che oltre a poter diffondere normali trasmissioni radiofoniche può emettere un tono acuto insopportabile per l'orecchio umano, in grado di disperdere folle di manifestanti. "Alla maggior parte delle persone, anche coprendosi le orecchie, l'apparecchio causerà l'equivalente di un'emicrania istantanea", spiega al Los Angeles Times Woody Norris, persidente dell'American Technology Corporation. Il nuovo apparecchio, che opera ad un livello di 145 decibel (essendo una scala logaritmica, una differenza di tre decibel equivale al doppio della potenza), ben oltre la soglia del dolore, ed è in grado di provocare danni permaneti all'udito in un raggio di 300 metri. Il problema è che in scenari di disordini urbani, come a Baghdad, nel raggio di azione potrebbero trovarsi non solo manifestanti violenti, ma anche persone che non fanno che rimanere nelle loro case, compresi anziani, donne e bambini.

Intanto l’ufficio statunitense per la ricostruzione in Iraq ha approvato e finanziato i primi sette progetti, per un ammontare di 5 miliardi di dollari. È stato il capo dell’amministrazione civile americana in Iraq, Paul Bremer, a presenziare alla firma dei relativi contratti, che prevedono l’inizio dei lavori tra due o tre settimane.

GRECIA

VIA A MAXI ESERCITAZIONE PER SICUREZZA GIOCHI = E' scattata oggi, ad appena 24 ore dall'annuncio del premier greco Costas Karamanlis di voler occuparsi personalmente delle Olimpiadi di Atene, la maxi esercitazione di due settimane per garantire la sicurezza dei Giochi. Chiamata 'Scudo di Ercole', l'operazione vede coinvolti 2mila soldati delle forze elleniche, affiancati anche da truppe Usa, impegnati sul territorio e per mare, tra Atene e l'isola di Creta. La Grecia spendera' la cifra record di 650 milioni di dollari per garantire la sicurezza delle Olimpiadi di agosto.

PALESTINA

INCONTRO SHARON-ABU ALA; MOUSSA, SPERIAMO IN UN PROGRESSO - Il punto non e' incontrarsi ma cio' che viene fuori dall'incontro ed io mio auguro che da quello tra Sharon ed Abu Ala esca un progresso sia pur minimo. E' stato questo il commento del segretario generale della Lega Araba Amr Moussa alla notizia dell'imminente faccia a faccia, a lungo rimandato, tra il premier israeliano Ariel Sharon e quello palestinese Abu Ala. "Al momento non vedo alcun processo di pace che sia portato avanti attivamente. Abbiamo visto molti incontri con tanti inviati e messaggi nel passato, senza successi. Vedremo - ha detto Moussa - cosa verra' fuori da questo, in particolare riguardo alla politica israeliana nei territori e in merito alla piena attuazione della Road Map

ITALIA

DOPO VIOLANTE ANCHE D'ALEMA DICE: E' GIUSTO IL CARCERE PER BRIGATISTA BATTISTI ( che poi brigatista non è ) e continua affermando che è sbagliata la mobilitazione di parte della sinistra francese a favore di Cesare Battisti. Una persona condannata per reati gravi, per omicidi, deve pagare -dice D'Alema - Noi che siamo in una Europa unita, che vogliamo uno spazio giuridico europeo chiediamo l'estradizione alla Francia. Noi siamo a favore del mandato di cattura europeo, mentre Berlusconi e' contrario perche' e' sempre dalla parte degli imputati. Abbiamo un governo schierato con gli imputati. Io sono invece dalla parte dei cittadini e penso che chi e' stato condannato debba pagare

VERONA: FABBRICA DISTRUTTA DA UN INCENDIO ALCUNI FERITI = Un incendio ha distrutto quasi completamente stamane un'azienda di smaltimento di rifiuti speciali a Villafranca, nel veronese. Secondo le prime informazioni nello scoppio, seguito all'incendio, sarebbero rimasti feriti, se pur non gravemente, alcuni operai. Sul posto sono giunte alcune squadre dei vigili del fuoco

RIFIUTI

CAMPANIA; DUEMILA PERSONE IN CORTEO AD ARIANO - Un corteo di duemila persone sta attraversando il centro di Ariano Irpino (Avellino), diretto a rione Cardito, da giorni l'avamposto della protesta, con un muro umano che blocca il transito dei compattatori diretti alla discarica di Difesa Grande. Lo sciopero generale contro la riapertura dell'impianto decisa dal commissario straordinario, Corrado Catenacci, e' scattato subito dopo che i tir carichi di rifiuti sono stati costretti, come era accaduto ieri, a fare marcia indietro in seguito ad una ispezione dei funzionari della Asl. Alla manifestazione hanno aderito tutti i sindaci del comprensorio, una quindicina, e la comunita' montana Valle Ufita, presenti nel corteo insieme ai gonfaloni. In serata, numerosi consigli comunali della zona sono stati convocati in seduta straordinaria. La manifestazione si concludera' a rione Cardito, dove e' stato montato un palco dal quale parleranno i responsabili di associazioni e movimenti cittadini che guidano la protesta e un rappresentante degli studenti. In programma vi e' anche un concerto

G.R. 9,30

PALESTINA

INVIATO EGIZIANO OGGI DA ARAFAT - Il capo dei servizi segreti egiziano Omar Suleiman sara' oggi a Ramallah per colloqui con il presidente dell' Autorita' nazionale palestinese (Anp) Yasser Arafat incentrati sul piano di ritiro da Gaza del premier israeliano Ariel Sharon. Suleiman ha intanto avuto ieri un incontro riservato a Gerusalemme con Sharon sullo stesso tema. Il capo di gabinetto di Arafat, Hassan Abu Libdah, ha negato stamane notizie di fonti israeliane secondo le quali un incontro di Sharon con il suo omologo palestinese Abu Ala (Ahmed Qrea) e' stato fissato in linea di massima per la prossima settimana. Libdah ha detto che la data per questo incontro potra' essere fissata solo se avranno successo i suoi colloqui con il capo di gabinetto di Sharon, Dov Weisglass. A Gerusalemme si attende l'arrivo di tre inviati americani, Stephen Hadley e Elliot Abrams, del Consiglio per la sicurezza nazionale, e William Burns, del dipartimento di stato, per proseguire le discussioni sul piano di Sharon.

GAZA, RAID ISRAELIANO A RAFAH, NUOVI SCONTRI A FUOCO - Le truppe dell'esercito israeliano hanno fatto ingresso nel campo profughi di Rafah nella Striscia di Gaza, circondando due abitazioni. A detta di testimoni, il raid di stamattina avrebbe scatenato un violento scontro a fuoco con attivisti palestinesi. Un funzionario della Difesa israeliana, che preferisce mantenere l'anonimato, ha confermato che l'esercito sta conducendo un'operazione nella zona di Rafah, al confine fra Gaza e l'Egitto. Gli israeliani hanno fatto ingresso nella zona con carri armati, blindati e bulldozer, secondo testimoni. I palestinesi armati avrebbero rapidamente guadagnato la strada per affrontare i soldati. L'esercito israeliano conduce spesso questo genere di operazioni, alla ricerca di tunnel sotterranei impiegati dai palestinesi per il passaggio di armi dall'Egitto. A Gaza la violenza è aumentata notevolmente nelle ultime settimane.

ABU ABBAS All'indomani dell'annuncio della morte di Abu Abbas, orchestratore nell'ottobre '85 del sequestro della 'Achille Lauro', il Fronte di Liberazione della Palestina - da non confondere con il Fronte popolare di liberazione- ha esplicitamente accusato gli Stati Uniti di aver "assassinato" il proprio fondatore e capo storico. "Noi riteniamo l'amministrazione statunitense responsabile per l'assassinio di Abu Abbas, leader nazionale arabo e palestinese", da Beirut ha dichiarato Nazem Youssef, membro dell'ufficio politico del gruppo palestinese, nonche' suo rappresentante in Libano.

USA - PENA DI MORTE

Un uomo David Jay Brown, 49 anni è stato giustiziato dopo che tutti i ricorsi sono stati respinti. Fino all'ultimo il condannato ha sostenuto di aver sparato per legittima difesa.

TURCHIA

Ancora nessuna rivendicazione per l'attentato suicida di ieri sera contro la sede di una loggia massonica a Kartal, nella parte asiatica di Istanbul, che ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di almeno 30. Secondo il governatore della provincia di Istanbul, Mohammed Guler, uno dei kamikaze si sarebbe fatto esplodere al piano terra dell'edificio, dove c'e' un ristorante, causando cosi' anche la morte di un cameriere.

IRAQ

6 ESPLOSIONI PRESSO QUARTIER GENERALE ALLEATO = Una mezza dozzina di forti esplosioni sono risuonate di primo mattino immediatamente all'esterno della cosiddetta 'Zona Verde' di Baghdad, ove si trova il complesso in cui e' ospitato il quartier generale della coalizione alleata a guida Usa: lo stesso che ancora domenica era stato attaccato con almeno cinque razzi, e ove un dipendente di un'azienda privata appaltatrice dei servizi di vigilanza e sicurezza era rimasto leggermente ferito. Le deflagrazioni odierne saono state rese note da fonti militari americane, secondo cui esse sono avvenute nei pressi del posto di blocco numero 3 intorno alle 6 e un quarto ora locale, le 4,15 in Italia. Tale posto di blocco e' situato lungo la via che conduce alla struttura, una delle piu' strettamente controllate di tutta la capitale irachena; cio' nonostante, soprattutto a partire da ottobre il complesso e' stato spesso preso di mira con mortai e lanciarazzi

COLPO DI MORTAIO USA FUORI BERSAGLIO, UCCISO UN CIVILE = Un colpo di mortaio sparato da truppe statunitensi nel nord dell'Iraq e' finito fuori bersaglio, colpendo -loro dicono per sbaglio - un edificio e uccidendo cosi' un civile locale. Lo hanno riconosciuto soltanto oggi fonti militari Usa, secondo cui l'epispdio risale peraltro all'inizio della settimana ed e' avvenuto a Ejba, localita' nel nord del Paese; un altro iracheno e' rimasto ferito. Gli statunitensi però vogliono riparare e hanno aggiunto che oggi faranno una visita alla famiglia della vittima e un colloquio con le autorita' del posto e inoltre un'inchiesta e' stata aperta sulla vicenda. Nel momento in cui e' stato azionato il mortaio, i soldati americani erano impegnati in rastrellamenti contro gli insorti rimasti fedeli all'ex regime di Saddam Hussein. Si stima che tra gli 8.400 e i 10.300 iracheni abbiano perso la vita come diretta conseguenza della guerra e della successiva occupazione.

gror040310 (last edited 2008-06-26 09:49:14 by anonymous)