ORE 19.30

Iraq Continuano i combattimenti

L'esercito di al Mahdi ha attaccato i soldati americani alla periferia della città di Kufa, non distante da Najaf. Durante gli scontri sono state avvertite e viste potenti esplosioni vicino al fiume in un'area densamente popolata. Fonti ospedaliere hanno riferito che nel conflitto a fuoco tra marines e fedeli al leader radicale sciita Muqtada al Sadr sono stati uccisi cinque civili, mentre quattordici sono rimasti feriti.

iraq Gli stati uniti hanno nuovamente bombardato una moschea la seconda della città a Falluja. Quindici iracheni sono stati uccisi. Lo hanno detto testimoni e fonti mediche. Durante i combattimenti, aerei americani hanno bombardato obiettivi nella città. Secondo la televisione satellitare Al jazeera le forze statunitensi stanno avanzando dentro Kufa, la città santa nei pressi di Najaf sotto il controllo della milizia del leader sciita Moqtada al Sadr. Intanto è tornata in libertà sana e salva, dopo solo 20 ore, l'operatrice umanitaria australiana Donna Mulhearn, sequestrata ieri pomeriggio in Iraq insieme a tre altri operatori stranieri da miliziani sunniti a Fallujah mentre cercavano di lasciare la città, dopo aver distribuito aiuti ai civili. Mulhearn, 34 anni, ha detto di essere stata liberata solo dopo aver convinto i sequestratori che era nel Paese per aiutare la popolazione irachena. La donna ha anche raccontato che mentre distribuiva gli aiuti umanitari prima della cattura, i soldati Usa avevano sparato a lei ed ai tre colleghi quattro volte, proprio mentre cercavano di guidare un'ambulanza carica di aiuti medici ad una clinica. Un ostaggio cinese, del cui rapimento in Iraq non si era a conoscenza, è stato liberato e consegnato all'ambasciata di Cina in Baghdad. Un uomo d'affari danese é stato rapito nell'Iraq meridionale. Il sequestro è avvenuto nei pressi di Bassora. Il Comitato degli studiosi islamici iracheni (Ulema) ha ribadito oggi il suo appello affinché "tutti gli ostaggi" in Iraq siano rilasciati. Il Comitato, la cui autorità religiosa è abbastanza sentita, ha contribuito nei giorni scorsi alla liberazione di ostaggi occidentali ed asiatici. Il presidente iraniano Mohammad Khatami, il cui Paese sta conducendo una mediazione in Iraq, anche su richiesta del governo italiano, ha affermato che gli Usa sono responsabili per la spirale di violenza in quel Paese e che "gli occupanti devono lasciare l'Iraq". audio Sei ostaggi - un canadese, un cinese, un'operatrice umanitaria australiana e tre giornalisti cechi - sono stati liberati oggi pomeriggio in Iraq,

palestina Ramallah, 15:36 MO, quindicenne palestinese ucciso in Cisgiordania Un palestinese di 15 anni è stato ucciso oggi dall'esercito israeliano -- nel corso di una manifestazione contro la costruzione del muro di sicurezza in Cisgiordania. Hussein Mahmoud Awad - questo il nome della vittima - è morto nell'ospedale di Ramallah dove era stato trasferito dopo essere stato colpito alla testa.

E' cominciata oggi anche la distruzione della terra coltivata per far posto al muronel villaggio di Beit Ijza. I buldozer degli israeliani appeni entrati nella zona hanno sradicato ulivi e a distruggere le piantagioni. Il tutto con la presenza di un discreto numero di militari israeliano che avevano preventivamente chiuso tutte le entrate al villggio per non fare arrivare altri manifestanti solidali con la popolazione di Beit Ijza. In Beit Surik oggi, i militari hanno consegnato nuovi ordini di confisca con una mappa che mostrava il percorso del muro fin dentro il villaggio.Questo ordine è stato consegnato alla gente del villaggio prima ancora che la corte israeliana di occupazione emettesse un verdetto in risposta ai ricorsi fatti dai cittadini di Beit Surik. Il lavoro della costruzione del muro della segregazione è stato interrotto da più di un mese e le corti israeliane stanno analizzando i ricorsi della popolazione palestinese. Si prevede che le forze di occupazione torneranno domani alle 10.00 a.m. nelle terre confiscate per cominciare la marcatura, anticipando la costruzione del muro che partirà a breve.

TURCHIA

I Senza Terra non si arrendono, oggi manifestazioni in tutto il paese

I leader del Movimento dei Senza Terra (Mst) hanno dichiarato che non si arrenderanno, e proseguiranno nella loro lotta per mantenere le terre occupate quest'anno da migliaia di contadini. Dal mese di marzo l'Mst ha preso possesso di 76 proprieta' in tutto il Brasile, coinvolgendo 100mila persone.I Senza Terra continueranno anche a compiere pressioni perche' venga portata avanti la riforma agraria: la riforma dovrebbe agire sulla situazione odierna, in cui il 56 per cento delle terre e' posseduto dal 3,5 per cento della popolazione mentre il 40 per cento dei poveri occupa appena l'1 per cento del suolo coltivabile. oggi l'Mst ha realizzato manifestazioni in diverse citta' per protestare contro l'uccisione, avvenuta otto anni fa, di 19 Senza Terra da parte della polizia militare nello stato settentrionale di Para.

Italia

Armi: Italia, esportazioni raddoppiate negli ultimi dieci anni. Sono più di 200 le imprese produttrici di armamenti attive in Italia, il 40% a Brescia.

C'è un settore che in Italia sembra non conoscere battute di arresto: quello delle armi. Negli ultimi dieci anni, secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano, le esportazioni sono cresciute del 94%. La capitale italiane delle armi è Brescia che esporta il 32,% del totale. Al secondo posto La Spezia, seguono Roma, Pesaro, Livorno, Genova, Lecco, Bologna, Milano e infine, tra le prime dieci, Verona. Si esportano più armi e munizioni negli Stati Uniti, in Francia, Germania, Emirati Arabi Uniti, Spagna, India, Turchia, Kuwait e Corea.

Ma a crescere non sono solo le armi che varcano i confini, in questi anni le importazioni sono aumentate del 263%, soprattutto da Stati Uniti, Germania, Francia, Israele, Spagna, Kuwait, Turchia.

Anche per la produzione il primato spetta a Brescia con 137 imprese attive, il 41,8% delle imprese del settore in Italia. Seguono Roma (9 imprese, -10% negli ultimi cinque anni), Milano (8 imprese), Bologna (7 imprese), Napoli (7 imprese), Ascoli Piceno (6 imprese, -14,3%), Forli' e Genova (6 imprese), Alessandria, Bergamo, Caserta, Torino, Trento e Parma (5 imprese). (15/04/2004) Nell'ambito dell'attivita' degli istituti di credito, sono state concesse complessivamente 707 autorizzazioni per lo svolgimento di transazioni bancarie relative ad esportazioni e importazioni sia temporanee che definitive, pari ad un valore di poco piu' un miliardo e 155 milioni di euro, con un aumento del 50 per cento rispetto al 2002. Inoltre sono state autorizzate operazioni di intermediazione per un totale di circa 42 milioni e mezzo di euro. Tre quarti delle transazioni sono state negoziate da quattro istituti bancari.

Per la prima volta in Italia, a Brescia, e in particolare nelle fabbriche di armi, oggi si sciopera per il ritiro delle truppe occupanti dall'Iraq. Questo è il comunicato della Fiom Cgil di Brescia: "Nella giornata di venerdì 16 aprile 2004, in concomitanza con il presidio di piazza Loggia organizzato dalla Fiom Cgil e dalla Camera del Lavoro di Brescia contro la guerra e per il ritiro immediato delle truppe italiane dall'Iraq, in diverse fabbriche bresciane le Rsu hanno proclamato un'ora di sciopero contro la guerra. Lo sciopero è stato proclamato alla Beretta, Redaelli, Timken, Pinti, Sidergarda, Mollificio, Stanadyne, Federal Mogul, Innse Berardi, Palazzoli, Eredi Gnutti, Metra e in altre importanti aziende, anche interessate in queste settimane dal ricorso alla cassa integrazione. Prosegue nel frattempo la raccolta di firme per la modifica del regolamento Exa che, proprio in questi giorni, si svolgerà a Brescia e che espone oltre ad armi sportive, anche armi usate in guerra. Brescia, città di pace e di solidarietà, non può non interrogarsi su una esposizione che oltre a valorizzare la produzione armiera sportiva, di cui Brescia storicamente è un polo significativo a livello mondiale, valorizza ed espone anche la produzione di armi che si usano in guerra.

Roma Divieto di manifestare a Primavalle, La questura di Roma ha vietato la manifestazione sulla resistenza al nuovo e vecchio fascismo e sulla liberazione dalla guerra, organizzata per oggi 16 aprile permettendo ad Alleanza Nazionale (partito di governo) la ricorrenza della morte dei fratelli Mattei, in piena campagna elettorale. Il Collettivo Antagonista Primavalle, Rifondazione Comunista circolo Puletti, Unione inquilini primavalle e l'associazionismo del quartiere hanno deciso di non voler accettare provocazioni da parte di fascisti e apparati vari. (audio)

Rimaniamo a roma nord dove Ieri notte il Gruppo Mediattivismo ha coperto centinaia di manifesti pubblicitari a Roma Nord (ldi cui molti abusivi, ma non solo), con dei manifesti bianchi con sù scritto "Spazio di libera espressiuone" o "Spazio liberato dalla pubblicità". Queste azioni saranno sempre più numerose e sono volte alla sensibilizzazione delle persone nei confronti del tema della sovraesposizione pubblicitaria cui ciascuno di noi è sottoposto quotidianamente. Liberare gli spazi pubblicitari significa ridare la parola a chi non ce l'ha.

Milano La Digos di Genova ha arrestato ieri sera, poco prima delle 20, un quarto compagno del Centro Sociale milanese Orso. Anche lui accusato di minaccia e rapina durante la mobilitazione antifascista a genova del 17 gennaio. Durante l'interrogatorio di questa mattina federico si è dichiarato estraneo ai fatti come gli altri 3 compagni arrestati il 24 marzo scorso. Marta e Orlando sono ancora in carcere e Milo agli arresti domiciliari.

IMMIGRATI: DISPERSA BARCA CON CLANDESTINI A LARGO DI LAMPEDUSA

L'imbarcazione con circa 80 immigrati a bordo, avvistata ieri sera a circa 50 miglia a sud di Lampedusa dall'aereo della Aeronautica militare Atlantic sotto il controllo tattico della Marina, e' stata data per dispersa. Le cattive condizioni meteo-marine fanno presupporre, secondo indiscrezioni della Capitaneria di porto dell'isola pelagia, che il natante sia stato sospinto verso la Tunisia.

Morto giovane ladro ferito da gioielliere a Milano

T.R.U.E Day for May Day (Trasmissioni a Reti Unificate Europee)

RADIO GAP-VERSO L'EUROMAYDAY 2004

sabato 17/04/04 messa in onda del convegno sindacalismo di base+precari a partire dal suo inizio, ore 9,30 Sul web in stream su http://radio.uk1.indymedia .org:8100/convsinprec.mp3. Dal 19 aprile fino al primo maggio due appuntamenti di approfondimento al mattino, tutti i giorni dalle 18,45 alle 19,15 una fascia serale dove raccontare esperienze di lotte di vite precarie. Il 1° maggio la diretta dei cortei. RadioGap verso l'euromayday 2004. State sintonizzati!

ORE 9,30

IRAQ

ZAPATERO CONFERMA, RITIRO SENZA RUOLO ONU

Il futuro capo del governo spagnolo, Jose' Luis Rodriguez Zapatero, ha esplicitamente annunciato in serata al Parlamento il ritiro del contingente spagnolo in Iraq se, entro il 30 giugno prossimo, le Nazioni Unite non assumeranno il controllo politico e la direzione militare in quel Paese. Ho messo una data limite, il 30 giugno, ha detto Zapatero nel corso del dibattito in Parlamento sulla sua investitura alla guida del governo. In precedenza, il leader socialista aveva annunciato che avrebbe mantenuto la parola sull'impegno elettorale di rimpatriare le truppe spagnole in Iraq, ma non aveva precisato in maniera esplicita le sue intenzioni.

BLAIR: L'ONU DEVE AVERE UN RUOLO CHIAVE

Il primo ministro britannico Tony Blair ha dichiarato ieri che le Nazioni Unite devono giocare un ruolo chiave nella transizione della sovranità in Iraq e nella mediazione per mettere fine alla spirale di violenza conseguente all'occupazione. "Le circostanze esigono che in un avvenire relativamente prossimo noi otteniamo una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ci permetterà di mostrare la via per la transizione politica in Iraq" ha detto Blair che si incontrerà oggi con Bush a Washington per affrontare la situazione in Iraq. Tony Blair ha fatto queste dichiarazioni nel corso di una conferenza stampa congiunta con il segretario generale dell'Onu Kofi Annan nella residenza dell'ambasciatore britannico alle Nazioni Unite, Emyr Jones

SONDAGGIO: AUMENTANO I CONTRARI ALLA MISSIONE

SOCIALE/CAMERA: INTRODUZIONE NORMA ANTITORTURA IN CODICE PENALE

L'ordine del giorno dell'Assemblea prevede al sesto punto della seduta di martedi' prossimo la discussione del testo unificato 1483 che introduce nel codice penale l'articolo 613 bis per prevedere il reato di tortura come specifica fattispecie criminosa e non piu' condannabile solo in base alle disposizioni riguardanti la violenza grave. Il testo e' stato discusso per mesi dalla Commissione Giustizia che ha messo a punto le pesanti sanzioni penali da comminare a pubblici ufficiali o assimilati che per ottenere confessioni da un inquisito lo sottopongano non solo a violenze di tipo fisico, ma anche ad intollerabili pressioni psicologiche. L'iter preparatorio del progetto normativo e' stato reso piu' complesso dalla necessita' di coordinare la piu' accentuata tutela dell'inquisito con l'esigenza di non creare intralci all'attivita' investigativa ed istruttoria dei tutori dell'ordine soprattutto in una fase come quella attuale estremamente complessa per la lotta contro il terroismo. Dopo il si' dei deputati la proposta di legge dovra' passare al Senato.

Clima: Wwf, contro gas serra un piano fantasma

Il Piano Nazionale di assegnazione delle quote di emissione di gas serra e' in alto mare malgrado le assicurazioni del ministero dell'Ambiente. A denunciarlo e' il Wwf Italia secondo il quale esisterebbero 'disaccordi tra i due Ministeri, Ambiente e Attivita' Produttive, che dovrebbero elaborarlo di concerto, nonche' pressioni negative da parte dei produttori di energia elettrica'. La presentazione del Piano, fondamentale per il funzionamento del Protocollo di Kyoto, e' scaduta il 31 marzo scorso.

ORE 13,00

IRAQ

LAVORATORI RUSSI RIMPATRIATI, 'NON ERA PERICOLOSO'

Non era pericoloso: questo il commento prevalente tra i tecnici russi rientrati dall'Iraq, dispiaciuti di perdere un lavoro ben retribuito e desiderosi di tornare al piu' presto nel Paese. Arrivati ieri all'aeroporto militare Iukovski, a sudest di Mosca, centinaia di uomini e donne sono stati fatti salire, sotto una pioggia leggera, su diversi pullman. Non volevo partire, eravamo trattati molto bene laggiu, ha dichiarato Oleg Rozov, 31 anni, saldatore della societa' Tekhnopromexport, incaricata della costruzione di una centrale termoelettrica a Yussufiyah e che ha deciso il rimpatrio di tutti i suoi dipendenti (oltre 370 persone). La nostra era una vita tranquilla, ha detto Vitali Filin, idraulico, lasciando intendere di essere partito contro la sua volonta'. Siamo una societa' di Stato e, seguendo le raccomandazioni del ministero degli Esteri, abbiamo deciso di evacuare tutti i nostri dipendenti, ha spiegato il direttore generale di Tekhnopromexport, Serghiei Molozhavi, venuto ad accogliere i lavoratori all'aeropotto. La Russia, contraria alla guerra in Iraq, ha raccomandato martedi' ai suoi cittadini di lasciare il Paese, in seguito al peggioramento della situazione e al moltiplicarsi dei sequestri di persona (il giorno prima erano stati rapiti otto lavoratori russi, liberati dopo poche ore). E' la seconda volta che veniamo evacuati dall'Iraq perche' la situazione si aggrava. Voglio lavorare e aiutare gli iracheni, vivono in estrema poverta' ed hanno bisogno di energia elettrica, afferma Ilia, 47 anni. Come gli altri, non vuol precisare il salario che percepiva in Iraq, limitandosi a dire che era molto piu' alto che in Russia. Sono partiti malvolentieri anche l'ucraino Igor Tiuni, carpentiere, e sua moglie Irina. condizioni di vita erano molto buone, avevamo alloggi confortevoli, con tv satellitari, gli iracheni erano molto gentili con noi, dice Irina. Oggi (venerdi'), il rimpatrio dei russi continuera', con altri voli speciali.

OSTAGGI, SALVA SOLO PERCHE' OPERATRICE UMANITARIA

Sono tornati in liberta' sani e salvi, dopo 'solo' 20 ore di prigionia, l'australiana Donna Mulhearn e tre altri operatori umanitari, sequestrati in Iraq da miliziani sunniti mentre cercavano di lasciare la citta' di Falluja assediata dalle forze americane, dopo aver distribuito aiuti ai civili. Mulhearn, 34 anni, racconta in un'email mandata dall'Iraq ai media australiani di essere stata liberata solo dopo essere riuscita a convincere i sequestratori che si trovava nel Paese per aiutare la popolazione irachena. Gli altri tre operatori, secondo informazioni raccolte dall'agenzia australiana Aap ma non confermate, sarebbero due britannici e uno statunitense. Volevano sapere perche' eravamo a Fallujah, che cosa facevamo in Iraq e mi hanno fatto moltissime domande sulla situazione politica in Australia, perche' l'Australia e' coinvolta nella guerra all'Iraq, scrive l'operatrice umanitaria. La cattura e' stata terrificante, specie quando hanno tirato fuori i fucili mitragliatori e ce li hanno puntati contro, ha aggiunto. Siamo stati interrogati e i nostri effetti personali sono stati perquisiti, ma poi siamo stati trattati molto bene quando hanno capito che tipo di lavoro stavamo facendo. Mulhearn, che nelle prime fasi della guerra lo scorso anno aveva fatto da scudo umano di importanti installazioni in Iraq insieme ad altri pacifisti ha affermato che le dichiarazioni incendiarie del premier australiano John Howard, che erano state ampiamente riportate da Tv irachene e arabe nei giorni precedenti, l'hanno messa in grave pericolo. Mi sono presto resa conto che il mio premier, Howard, mi aveva messa in grave pericolo facendo dichiarazioni incendiarie sulla guerra pochi giorni fa. Ho provato una grande vergogna per la cecita' con cui il mio governo segue gli ordini degli Usa in termini di politica estera. La donna ha anche raccontato che mentre distribuiva gli aiuti umanitari prima della cattura, i soldati americani avevano sparato a lei ed ai tre colleghi quattro volte, proprio mentre cercavano di guidare un'ambulanza carica di medicinali verso un ospedale. Mentre cercavano di lasciare la citta', la loro auto e' finita nel fuoco incrociato fra la milizia e le forze Usa. Mulhearn racconta di aver mostrato il suo passaporto australiano ad un posto di blocco Usa, nel tentativo di passare, ma senza successo. I quattro sono stati poi catturati dai miliziani, che erano armati con una dozzina di fucili e lanciagranate. In un'intervista a una radio australiana, la donna ha detto di ritenersi molto fortunata e di sentirsi riconoscente, aggiungendo che il leader dei sequestratori aveva un viso gentile. Il gruppo che ci ha catturato era certamente piu' razionale e piu' stabile e piu' disposto ad ascoltare di altri gruppi, ha aggiunto. Ho seguito con interesse le notizie di altri ostaggi e vedo che gli altri miliziani che hanno catturato stranieri sono molto arrabbiati e violenti e forse non altrettanto equilibrati. Mulhearn riferisce che la situazione a Fallujah sta raggiungendo la fase della crisi umanitaria. Molte famiglie sono bloccate con pochi generi di sopravvivenza, perche' le truppe americane non permettono loro di uscire. Anche durante i cosiddetti cessate il fuoco, Fallujah e' sotto assedio con bombardamenti, missili e attacchi di mortaio. Ma la peggiore forma di attacco sono i cecchini Usa nascosti sui tetti che uccidono centinaia di civili mentre cercano di spostarsi per la citta.