GR ORE 9.30

Irak

La meta' circa degli uomini che compongono le forze di sicurezza irachene si rifiuta di combattere con le truppe della coalizione per soffocare l'ondata di violenze in Iraq. Ad affermarlo e' stato il generale americano Martin Dempsey, capo della prima divisione corazzata in Iraq, parlando con un gruppo di giornalisti. Il 40 per cento degli agenti locali ha preferito rinunciare all'incarico, ha reso noto il generale, secondo il quale inoltre tra gli uomini chiamati a far parte dei nuovi servizi di sicurezza iracheni, il 10 per cento circa ha usato la sua posizione per operare contro gli Stati Uniti o gli altri stati membri della coalizione. Dempsey, la cui divisione dovra' fermarsi in Iraq tre mesi in piu' rispetto al periodo di un anno inizialmente stabilito, ha ammesso le grandi difficolta' incontrate nel tentativo di convincere militari e soldati ad imbracciare le armi contro i connazionali.

Irak

il Segretario Generale del Consiglio degli Ulema Mussulmani Hareth al-Dari accusa le forze di occupazione di aver violato la tregua a Fallujah. Il quotidiano arabo Al-Hayat aggiunge anche che al Dari ha espresso il timore che le forze Usa si apprestino a sferrare nuovi attacchi contro al-Qaem, Sadr City, al-Najaf ed altre città irachene. Al-Dari si è rivolto all'ONU, alla Lega degli Stati Arabi e all'Organizzazione degli Stati Islamici invitando ciascuna di dette organizzazioni ad assumere le proprie responsabilità "per impedire che avvengano questi atti criminali, che potrebbero provocare un fuoco che non si spegnerà se non sui cadaveri dei criminali". Partendo da questo dato, Dempsey ha indicato che la campagna in Iraq è a un punto critico

Iarak

Sostenitori del leader radicale sciita Moqtada Sadr si apprestano oggi a manifestare a Bassora contro l'incapacita delle forze britanniche di impedire gli attentati sanguinosi di ieri nella citta' e a Zubeyr, piu' a sud, che hanno fatto 68 morti. Decine di persone hanno cominciato a radunarsi davanti alla sede di Sadr, nel centro della citta', in previsione di una manifestazione, ha constatato un giornalista dell'Afp. Vogliamo protestare contro le aggressioni alla polizia che dimostrano il fallimento dell'occupante nel padroneggiare la situazione, ha detto sheikh Abdel Sattar Bahadli, rappresentante di Moqtada Sadr a Bassora. Chiediamo all'occupante di affidare il dossier della sicurezza alla polizia irachena, alle organizzazioni e ai partiti della citta, ha aggiunto, mettendo in guardia contro i rischi di una rivolta della popolazione nella citta' sciita meridionale, che conta due milioni di abitanti. Molti genitori hanno tenuto oggi i figli a casa, dopo l'uccisione di 17 bambini negli attentati di ieri, mentre i parenti si preparano a seppellire le vittime della giornata piu' sanguinosa di Bassora, citta' controllata dalle forze britanniche, dall'inizio dell'occupazione della coalizione a guida Usa, un anno fa

Irak

Sulla scia della Spagna e di altri Paesi latinoamericani, anche in Costarica diverse autorita', tra cui alcuni parlamentari, hanno rivolto un appello al presidente Abel Pacheco perche' disponga il ritiro del contingente dall'Iraq. In una lettera ripresa dai media, si chiede a Pacheco di ritirare il suo appoggio all'intervento in Iraq, che assume sempre di piu' i caratteri di un genocidio. E' la volonta' del nostro popolo di rivedere la nostra scelte in politica estera - si legge nella nota - alcune delle quali hanno compromesso il decoro, la dignita' e il prestigio del Costarica.

Palestina

Ancora un alba di sangue in Palestina:

Tre dirigenti delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, gruppo legato al Fatah di Yasser Arafat, sono stati uccisi all'alba di oggi durante uno scontro a fuoco a Tulkarem dall'esercito israeliano. Ne hanno dato notizia fonti della sicurezza palestinesi precisando che una colonna di una ventina di blindati è penetrata nella città ed ha accerchiato la casa dove i tre si erano asserragliati. Dopo l'incursione, i corpi dei tre palestinesi sono stati trovati crivellati di pallottole.

Un ragazzo palestinese di 16 anni e' stato ucciso stamattina da forze israeliane che hanno aperto il fuoco contro manifestanti che li attaccavano con lanci di pietre nel nord della Striscia di Gaza. Lo si e' appreso da fonti ospedaliere.

E l'esercito israeliano ha fatto irruzione la notte scorsa nel campo profughi di Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, ed ha distrutto otto abitazioni. Stando a quanto riferito da alcuni testimoni, all'operazione hanno preso parte almeno 25 mezzi blindati

Intanto Yasser Arafat ha espulso i miliziani delle Brigate dei martiri di al Aqsa dal quartier generale dell'Anp a Ramallah. Lo hanno reso noto fonti del gruppo radicale vicine a Fatah, secondo cui il presidente dell'Autorita' nazionale palestinese ha fatto cacciare 21 miliziani dalla Moqata, dove e' assediato da piu' di tre anni.

Cipro

Una risoluzione dell'Onu sulla sicurezza di Cipro è stata bloccata ieri dal veto posto dalla Russia. Le disposizioni previste dalla risoluzioni sarebbero scattate nel caso che ciprioti greci e turchi si fossero pronunciati a favore della riunificazione dell'isola nel referendum previsto per sabato prossimo. Secondo il rappresentante di Mosca nel Consiglio di Sicurezza, l'ambasciatore Gennady Gatilov, la risoluzione sarebbe stata un'ingerenza sull'esito della consultazione. Tutti gli altri 14 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno votato a favore.

Unione europea

Dopo 18 ore di durissimi negoziati terminati intorno alle 4.40 di questa mattina, i ministri agricoli dell'Ue e il commissario europeo Franz Fischler hanno raggiunto un accordo sulla delicata riforma degli aiuti comunitari ai produttori di tabacco, olio d'oliva e cotone. Solo la Spagna ha votato contro l'impianto della riforma. Per quanto riguarda il tabacco, che per l'Italia costituiva il settore più delicato del negoziato, rispetto alla bozza di compromesso messa sul tavolo ieri sera da Fischler, sono state abolite le due fasce di produttori (sopra o sotto le 5 tonnellate di produzione). Dal 2006, per un periodo di transizione di 4 anni, il 40% degli aiuti alle aziende sarà incluso nel pagamento diretto, mentre il 60% potrà rimanere legato alla produzione.

Venezuela

Il Consiglio nazionale elettorale del Venezuela (CNE) ha approvato un regolamento per valutare gli 1,3 milioni di firme presentati dall'opposizione per realizzare un referendum che revochi il mandato del presidente Hugo Chavez. Nel caso si raggiungesse il totale richiesto di 2.491.196 firme, il referendum si terrebbe l'8 agosto. Attualmente al tetto richiesto mancano 580.231 firme.

Brasile

"Continueremo a uccidere altri detenuti fino a quando non otterremo quello che chiediamo", hanno fatto sapere oggi i detenuti in rivolta del carcere Urso Branco di Porto Velho, capitale nello stato amazzonico brasiliano di Rondonia, che gia' hanno assassinato almeno otto compagni. I rivoltosi stanno uccidendo detenuti di altre bande criminali o quelli che considerano spie o collaboratori delle autorita'.Nel penitenziario si trovano anche 159 donne, dieci incinte, e otto uomini delle famiglie dei detenuti, che hanno deciso di rimanere nel carcere come "ostaggi volontari". Intanto l'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha duramente criticato le autorita' carcerarie della Rondonia e del Brasile, che non hannno applicato nessuna delle misure suggerite dalla commissione dei diritti umani dell'organizzazione per migliorare le condizioni e l'integrita' fisica dei detenuti. Secondo l'Osa, dall'ultima ispezione nel 2000 a oggi, sono stati assassinati oltre un centinaio di detenuti nelle carceri della Rondonia, che contengono circa il triplo della propria capacita' di detenuti.

Argentina

Le autorità cilene hanno escluso ogni possibilità che venga concesso asilo politico a Carlos Menem, l'ex presidente argentino contro cui un tribunale di Buenos Aires ha emesso un mandato di cattura internazionale. Il ministro portavoce Francisco Vidal ha aggiunto che il governo di Santiago del Cile "agirà in sintonia con la legge" riguardo a un'eventuale richiesta di estradizione da parte dell'autorità argentine. Menem è accusato di aver favorito l'assegnazione di appalti per la costruzione di prigioni. Il giudice Jorge Urso, ha preso la decisione poche ore prima che gli avvocati dell'ex presidente potessero presentare una richiesta di ricusazione del magistrato per "parzialità" e "ostilità manifesta". Nel 2001 Urso ordinò sei mesi di arresti domiciliari per l'ex presidente. Menem si trova a Santiago dalla fine del 2003, con la moglie cilena Cecilia Bolocco e il figlio della coppia, Maximo Saul. Ha fatto sapere di non essere disposto a ritornare in Argentina finche' non gli sarà garantito un giusto processo. L'ex presidente è già coinvolto in una dura battaglia giudiziaria. Menem è accusato di aver aperto un conto svizzero esportando illegalmente capitali dall'Argentina.

Onu

La Commissione dell'Onu per i diritti umani ha approvato a Ginevra (Svizzera) una risoluzione sull'abolizione della pena di morte. Il documento, presentato dall'Unione europea, è stato approvato ieri con 28 voti a favore, 20 contrari e cinque astensioni. La risoluzione chiede ai Paesi che tuttora fanno ricorso alla pena capitale di abolirla e di istituire una moratoria sulla esecuzioni in attesa della definitiva eliminazione di tale pena. È dal 1997 che la Commissione diritti umani delle Nazioni Unite, massimo organo dell'Onu per la promozione dei diritti fondamentali, approva ogni anno una risoluzione sulla pena di morte.

Italia, Fiat