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'''Corea'''

La televisione di Stato nordcoreana continua a non riportare la notizia dell'incidente avvenuto ieri pomeriggio alla stazione di Ryongchon, a 20 chilometri dal confine con la Cina. Il bilancio ufficiale dato dalla Croce Rossa e'i 54 morti e 1200 feriti, ma e'probabile che le vittime dell'esplosione siano molto piu' numerose. Testimoni locali raccontano che lo scenario e' simile a quello di un bombardamento: ottomila abitazioni del centro citta' sono state distrutte o danneggiate. L'ipotesi piu' recente e' che l'esplosione sia stata dovuta al contatto accidentale tra un cavo elettrico e due vagoni che trasportavano dinamite. Nonostante il silenzio ufficiale sull'accaduto, il governo ha consentito l'accesso alle agenzie di soccorso internazionali: tra i Paesi che hanno offerto il loro aiuto ci sono il Sudcorea, la Russia e l'Australia. Rimangono i sospetti che l'esplosione sia in qualche modo collegata al transito del presidente Kim Jong-il dalla stessa stazione ferroviariao, avvenuto nove ora prima. Il leader era di ritorno da un viaggio diplomatico in Cina, durante il quale avrebbe trattato con il Primo ministro Jiang Zemin la questione degli armamenti nucleari. La Corea del Nord e' uno degli stati piu' isolati al mondo: pochissime informazioni sugli avvenimenti entro i suoi confini filtrano all'esterno.

GR ORE 19.30

Esteri

palestina

Tre militanti palestinesi sono stati uccisi prima dell’alba da unità speciali della polizia di frontiera israeliana a Qalqilyah, nel nord della Cisgiordania, che ne hanno ferito gravemente anche un quarto. Le vittime erano disarmate; uno di loro, Abed Rahman Nazal, era il vicecomandante delle ‘Brigate dei martiri di al-Aqsa’, mentre gli altri erano membri di al-Fatah, il movimento del presidente Yasser Arafat. Fonti militari israeliane hanno riferito che i tre avrebbero tentato di fuggire dopo che era stato intimato loro di fermarsi; fonti della sicurezza palestinese sostengono invece che siano stati uccisi da poliziotti in borghese a bordo di un’auto ‘civetta’. Nello stesso episodio è stato ferito in modo abbastanza grave Aatef Shaaba, leader locale delle ‘Brigate dei martiri di al-Aqsa’, trasportato poi all’ospedale. All’alba di ieri, tre militanti dello stesso gruppo armato erano stati uccisi dai soldati di Tel Aviv in uno scontro a fuoco a Tulkarem, sempre nel nord della Cisgiordania, dopo che una ventina di automezzi erano entrati in città e avevano circondato la casa dove i tre si erano asserragliati. Ieri sera il segretario generale dell’Onu Kofi Annan ha denunciato l’uso spropositato della forza da parte di Israele nella Striscia di Gaza, dove in tre giorni di raid i soldati dello Stato ebraico hanno ucciso a Beit Lahiya – secondo un bilancio aggiornato - 17 palestinesi, tra cui almeno sette miliziani armati. Annan esorta Israele a rispettare gli obblighi di una potenza d’occupazione previsti dalle leggi internazionali per quanto riguarda l’uso sproporzionato della forze in zone civili”. Secondo fonti palestinesi, tra le vittime ci sono due bambine palestinesi, di 4 e 9 anni, Asma Abu Kleyk e Mona Abu Tabak, la prima morta per aver respirato i gas lacrimogeni lanciati dai soldati, l’altra colpita al torace da un proiettile.

Un insegnante universitario palestinese di 32 anni e' stato ucciso in uno scontro a fuoco fra israeliani e palestinesi vicino a Nablus, in Cisgiordania, secondo quanto riferiscono fonti sanitarie palestinesi. Una portavoce dell'esercito israeliano ha affermato che una pattuglia di soldati si e' imbattuta in un gruppo di uomini armati in un campo presso Tallouza, i quali hanno cominciato a sparare. I militari hanno risposto al fuoco, ucciso uno degli aggressori e iniziato ad inseguire gli altri. Gli infermieri dell'ambulanza chiamata dai familiari del morto hanno pero' riferito che l'uomo era un insegnate universitario colpito da una pallottola vagante. Si chiamava Yasser Abu Leimun e insegnava all'istituto universitario americano di Jenin.

Irak

Il governo iracheno che si insedierà il prossimo 30 giugno potrebbe essere a 'sovranità' limitata, fa sapere via New York Times l'amministrazione americana. La correzione di rotta arriva a poche ore dall'annuncio di una prossima, clamorosa marcia indietro da parte della Casa Bianca nella propria strategia politica per il dopo-Saddam: saranno 'recuperati' ex funzionari e anche ex militari del partito Baath, quindi ex fedelissimi del rais spodestato, per rimpolpare le fila dell'amministrazione e dell'esercito. Due 'svolte' che confermano la situazione di grande difficoltà in cui si ritrova la coalizione, alla vigilia di un passaggio di poteri troppo a lungo promesso per essere rinviato. Ma anche sviluppi che minacciano ulteriori complicazioni, sul fronte interno iracheno e internazionale. Ieri sera, con tanto di dichiarazione del portavoce Scott McClellan, l'amministrazione Bush ha annunciato che si valuta la possibilità di reintegrare nelle strutture di governo "certi" funzionari baathisti mandati a casa con la cacciata di Saddam. Oggi, l'amministratore Usa Paul Bremer ha specificato che il reintegro vale anche per gli ufficiali dell'esercito con la 'fedina' pulita. "Questa politca creerà grandi problemi nella transizione verso la democrazia, metterà in pericolo qualsiasi governo formato dall'emissario delle Nazioni Unite, Lahadr Brahimi, e provocherà la sua caduta dopo il 30 giugno", ha subito esternato Akhmed Chalabi, membro - sciita - del Consiglio di governo ad interim. Le previsioni catastrofistiche di Chalabi (alleato degli Usa della prima ora, ma poco 'spendibile', visto il mandato di cattura che pende su di lui in Giordania per corruzione) non cancellano l'errore originario degli americani, all'arrivo in Iraq: lo smantellamento delle forze armate, di sicurezza, del ministero della Difesa dell'ex regime. Circa 400.000 persone lasciate senza un lavoro, senza uno status sociale. Potenziale manodopera anti-americana, come sembra ammettere ora Washington annunciando la campagna di assunzioni baathiste.

Quanto alle limitazioni dei poteri del nuovo governo, l'amministrazione Bush lascia trapelare che l'esecutivo di Baghdad potrebbe non avere il potere di emanare nuove leggi e potrebbe non avere completo controllo sulle forze armate. Queste restrizioni al piano tracciato dall'inviato speciale dell'Onu, Lakhdar Brahimi, saranno presentate e discusse al Congresso la prossima settimana. Ma già ora si possono prevedere le obiezioni internazionali, e irachene. Insomma, grandi manovre, ma poche speranze di sciogliere il nodo iracheno. Tanto che si moltiplicano i dubbi sulla lucidità della strategia americana, sull'esistenza stessa di una strategia per uscire dal pantano iracheno. Al trasferimento dei poteri manca poco più di un mese, mentre al voto di una nuova risoluzione Onu manca l'assenso di quello che fu il 'fronte del no': Russia e Francia, oltre alla Germania. Un asse ora rafforzato dal dietro fronto della Spagna di Zapatero.

Irak

Se gli americani dovessero rientrare a Falluja, in Iraq sara' guerra totale. La dichiarazione e' arrivata oggi dall'imam sunnita Ahmad Abdel Ghafur Samarrai, durante la preghiera del venerdi'. "Ho un messaggio urgente per gli americani: avete oltrepassato la linea rossa", ha detto Samarrai nel suo sermone a una moschea di Baghdad, "fate in modo di non colpire di nuovo Falluja". La citta', roccaforte sunnita, e' assediata dal 5 aprile. Le forze statunitensi hanno scatenato una durissima offensiva per catturare i responsabili del linciaggio, la settimana precedente, di quattro vigilantes americani. Lunedi' e' stata concordata una tregua che pero' fatica a reggere e il comando Usa ha chiarito che, se i guerriglieri non consegneranno le armi come prevede l'intesa, scattera' un nuovo attacco "a giorni". "Le forze di occupazione sostengono che i negoziati sono a uno stallo", ha ricordato l'imam, "questo significa che stanno preparando una nuova offensiva a Falluja".

Corea

La televisione di Stato nordcoreana continua a non riportare la notizia dell'incidente avvenuto ieri pomeriggio alla stazione di Ryongchon, a 20 chilometri dal confine con la Cina. Il bilancio ufficiale dato dalla Croce Rossa e'i 54 morti e 1200 feriti, ma e'probabile che le vittime dell'esplosione siano molto piu' numerose. Testimoni locali raccontano che lo scenario e' simile a quello di un bombardamento: ottomila abitazioni del centro citta' sono state distrutte o danneggiate. L'ipotesi piu' recente e' che l'esplosione sia stata dovuta al contatto accidentale tra un cavo elettrico e due vagoni che trasportavano dinamite. Nonostante il silenzio ufficiale sull'accaduto, il governo ha consentito l'accesso alle agenzie di soccorso internazionali: tra i Paesi che hanno offerto il loro aiuto ci sono il Sudcorea, la Russia e l'Australia. Rimangono i sospetti che l'esplosione sia in qualche modo collegata al transito del presidente Kim Jong-il dalla stessa stazione ferroviariao, avvenuto nove ora prima. Il leader era di ritorno da un viaggio diplomatico in Cina, durante il quale avrebbe trattato con il Primo ministro Jiang Zemin la questione degli armamenti nucleari. La Corea del Nord e' uno degli stati piu' isolati al mondo: pochissime informazioni sugli avvenimenti entro i suoi confini filtrano all'esterno.

Francia (audio)

Una manifestazione di solidarieta' per gli ex appartenenti all'organizzazione 'Action Directe', e' stata organizzata per questa sera a Parigi dai collettivi sociali che si battono per la sospensione della pena nei confronti di alcuni di loro per gravi motivi di salute. Tra loro vi sono Nathalie Menigon e Joelle Aubron, operata il 16 marzo scorso per un tumore al cervello all'ospedale di Lille. Joelle Aubron, George Cipriani, Nathalie Menigon e Jean-Marc Ruillan sono in prigione da diciassette anni. A Regis Schleicher, in carcere da ventun anni, sono state rifiutate le domande di sospensione condizionale della pena. Il 5 marzo 2005 terminera' per gli ex appartenenti ad 'Action Directe' il periodo di detenzione speciale inflitto loro dalla Corte d'Assise. Ma il rifiuto sistematico della domanda di liberazione condizionale avanzata da Regis Schelicher ci insegna che il diritto -sostiene il collettivo 'Ne laisson pas faire'- non ha nulla a che vedere con questo caso, che ha programmato per queste persone la morte lenta in prigione.

Bolivia

Ha paralizzato tutte le principali città del Paese lo sciopero indetto ieri dagli autotrasportatori pubblici per protestare contro la misura del governo che ha sbloccato il prezzo del combustibile, fino a pochi giorni fa ‘congelato’ per ragioni d’ordine sociale. L’astensione dal lavoro è stata, secondo i rappresentanti degli autotrasportatori, del 90 per cento, e solo nella città meridionale di Tarija, al confine con l’Argentina (dove attualmente si trova in visita di Stato il presidente Carlos Mesa) il trasporto pubblico ha funzionato regolarmente. Allo sciopero dei trasportatori si sono sommati, in molte città, i cortei di protesta dei piccoli negozianti e degli ambulanti oltre che degli studenti universitari; i primi sono scesi in strada per chiedere l’annullamento di una nuova tassa prevista dall’esecutivo, i secondi per chiedere lo stanziamento di più risorse a favore dell’istruzione superiore.

Italia

Fiat (audio)

Stasera una delegazione di operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese partira' in auto per raggiungere Melfi dove domani si svolgera' la manifestazione dei lavoratori in sciopero. Ne da' notizia Roberto Mastrosimone, delegato Fiom nella Rsu della fabbrica termitana. Com' era successo nel secondo turno di ieri anche stamani, ma questa volta in entrambi i turni, nello stabilimento di Termini Imerese, la produzione si e' fermata per la mancanza di componenti. I pezzi per la Punto restyling vengono forniti dallo stabilimento di Melfi e dalle aziende dell' indotto, attualmente paralizzate per la protesta dei lavoratori

Ricercatori (audio)

Sciopero nazionale oggi delle Universita', e corteo a Roma per rivendicare il rinnovo del contratto nazionale nonche' per fermare il ddl sulla riforma dello stato giuridico dei docenti. Piu' di 15.000, secondo gli organizzatori, tra docenti, ricercatori e dipendenti in vario modo di universita' ed enti di ricerca, nonche' diversi gruppi di studenti, hanno affollato stamani la piazza della Stazione di Trastevere, per poi proseguire sull'omonimo viale alla volta del Ministero della Pubblica Istruzione.

Alitalia (audio)

Alcune centinaia di lavoratori Alitalia hanno manifestato davanti a Palazzo Chigi. Presenti tutte le sigle sindacali, confederali ed autonome.

Camp Darby (audio)

Presidio oggi a Firenze per la chiusura della base di camp darby, e in attesa della manifestazione di domani

tortura (audio)

Ancora polemiche per la votazione dell'emendamento di ieri sulla tortura, voluto dalla lega. Marco bertotto, di Amnesty

Antimperialisti

E' terminata intorno alle 15.30 l'udienza del tribunale del riesame di Perugia che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di scarcerazione per Moreno Pasquinelli e per gli altri quattro Antimperialisti arrestati il primo aprile scorso con l'accusa di legami con l'organizzazione Dhkp-c, inserita nelle liste nere del terrorismo in Usa e Ue. Secondo quanto riferisce l'avvocato di Pasquinelli, Luciano Ghirga,il dispositivo dovrebbe essere emesso nella tarda mattinata di domani. Nel corso dell'udienza di oggi Pasquinelli e gli altri quattro arrestati (Alessia Monteverdi, Maria Grazia Ardizzone e i turchi Er Avni e Zeynep Kilic) hanno fatto "ognuno una precisa e congrua dichiarazione", dice Ghirga, "respingendo tutte le accuse". Il legale si dice "molto soddisfatto" dell'udienza. . Al termine dell'udienza, Pasquinelli e gli altri quattro arrestati sono stati trasferiti sui cellulari per il ritorno al carcere romano di Rebibbia. Intanto, fino al pronunciamento del tribunale, continuerà lo sciopero della fame degli otto militanti dei Campi Antimperialisti mobilitati in solidarietà agli arrestati.

ORE 13,00

IRAQ

Uno scontro a fuoco è avvenuto oggi nel centro di Karbala, in Iraq, fra i soldati della forza multinazionale a guida polacca e i militanti iracheni. Lo ha riferito il portavoce del contingente, il colonnello polacco Robert Strzelecki, precisando che un peacekeeper è rimasto ferito ed è stato ricoverato in un ospedale militare.

Sono 271 gli iracheni uccisi e 793 feriti a Fallujah da quando i marines Usa hanno cinto d'assedio la citta' sunnita il 5 aprile. Lo ha rivelato il ministro della sanita' Khodayir Abbas. Tra il 5 aprile fino a giovedi' (22 aprile) alle 9 a.m. (0500 GMT) secondo i dati ufficiali del ministero della salute, 271 persone sono state uccise e 793 ferite, ha detto Abbas all'AFP. Durante lo stesso periodo, 305 iracheni sono stati uccisi e 1.261 feriti in scontri tra sciiti e soldati della coalizione a Baghdad e nell'Iraq del centro e del sud. Le nostre fonti sono credibili perche' si basano su dati forniti dagli ospedali, cliniche e medici che devono dichiarare il numero dei morti e dei feriti nelle loro sedi, ha precisato Abbas.

NORDCOREA: SCONTRO TRENI; CROCE ROSSA, 54 MORTI E 1.249 FERITI

E' di 54 morti e 1.249 feriti il bilancio della sciagura che ha distrutto una stazione ferroviaria al confine tra Corea del Nord e Cina. Il bilancio - il primo fornito da fonti ufficiali - e' stato diffuso dalla Croce Rossa internazionale. L'organizzazione umanitaria ha anche confermato che l'esplosione ha investito gran parte dell'area circostante la stazione ferroviaria: 6.350 le case parzialmente distrutte, 12 gli edifici governativi rasi al suolo. Secondo la Croce Rossa, il disastro di Ryongchon, un centro abitato una ventina di chilometri a sud del confine con la Cina, e' stato causato da treni cisterna carichi di esplosivo.

MO: DIECI PALESTINESI UCCISI IN 24 ORE DI INCIDENTI

Almeno dieci palestinesi sono rimasti uccisi nelle ultime 24 ore in incidenti verificatisi a Beit Lahya (nel nord della striscia di Gaza) e in Cisgiordania, a Tulkarem (ieri mattina), a Kalkilya (la scorsa notte) e a Taluza, nella tarda mattinata di oggi.

Il palestinese ucciso a Taluza (durante un rastrellamento israeliano) si chiamava Yasser Abu Lemon, aveva 32 anni, ed insegnava in un college americano di Jenin. Altri incidenti si sono avuti stamane a Betunya (Ramallah), dove l'esercito israeliano ha imposto il coprifuoco. Ieri a Beit Lahya sono rimasti uccisi un ragazzo di 16 anni (Mohammed Rasem al-Malfuh, colpito al petto da un proiettile) e due bambine di quattro anni (Asma Ali Abu Qlieq, soffocata da gas lacrimogeni) e di nove anni (Muna Abu Tabaq, colpita da un proiettile al ventre). La loro morte e' avvenuta nelle fasi conclusive di una lunga incursione israeliana concepita per mettere a tacere batterie di razzi palestinesi.

In Cisgiordania Israele ha intanto avviato una serie di azioni preventive contro le Brigate dei martiri di al-Aqsa (al Fatah). Ieri mattina, in uno scontro a fuoco a Tulkarem, sono rimasti uccisi due militanti delle Brigate al-Aqsa (Billal Abu Amsha, il comandante locale, e Ghanem Ghanem) e un terzo militante affiliato nel braccio armato di Hamas, Ayman Baramhe. La scorsa notte a Kalkilya, altri tre membri della Brigate al Aqsa sono rimasti uccisi. Sono stati identificati in Abdel Rahman Nazal, Mohammad Nazal e Mohammad Odeh. E' rimasto inoltre ferito il comandante locale delle Brigate al-Aqsa, Attef Shaaban.

PDL TORTURA/ INDEPENDENT: PER ITALIA LEGALE "A PICCOLE DOSI"

Non passa inosservata sui giornali stranieri la polemica legata alle modifiche al disegno di legge sul reato di tortura. The Independent sceglie un titolo sarcastico: "Gli italiani possono ricorrere a 'piccole dosi' di tortura legale". Il quotidiano britannico ricostruisce le posizioni in campo dando spazio all'indignazione delle organizzazioni per i diritti umani.

FIAT: QUINTO GIORNO DI PROTESTE A MELFI

Giunta al quinto giorno la protesta dei lavoratori Fiat-Sata. Le maestranze della fabbrica, assieme ai colleghi dell'azienda dell'indotto, presidiano in cinque punti gli accessi all'area industriale di Melfi, bloccando i trasporti da e per la Fiat e le fabbriche che riforniscono la componentistica. Aumenti salariali, turni diversi e piu' concertazione sono la rivendicazioni alla base della protesta sostenuta da Fiom, Ugl e Cobas ma non Fim, Uilm e Fismic, che condividono i temi ma prendono le distanze dal metodo. Intanto, il braccio di ferro con la Fiat, che ha escluso qualsiasi dialogo con le organizzazioni dei lavoratori che approvano i blocchi, e' destinato a durare.

Segue corrispondenza (...)

ALITALIA:NEL NUOVO PIANO 1.100 ESUBERI E 2.100 OUTSOURCING

Esuberi indicati in 1.100 dipendenti, di cui 150 sarebbero riqualificati per arrivare a 950 lavoratori in eccesso a fine 2005. Nel 2006, ci sarebbero altri 350 recuperi, diminuendo ancora il numero degli esodi. Altri 2.100 dipendenti andrebbero in partnership, cioe' in outsourcing. Sono queste, secondo fonti sindacali, le misure contenute nel nuovo piano industriale che Alitalia sta presentando ai rappresentanti dei lavoratori.

Secondo i sindacati, il piano del nuovo amministratore delegato Marco Zanichelli non presenta novita' di rilievo rispetto a quello del precedente amministratore delegato Fracesco Mengozzi. Nel caso in cui le misure fossero confermate, quindi, il sindacato le boccera' .

Se conteggiati a partire dalla fine del 2003, inoltre, il saldo per Alitalia sarebbe negativo per ulteriori 135 milioni di euro.

UNIVERSITA': OLTRE 10.000 IN CORTEO CONTRO POLITICHE GOVERNO

sono oltre 10.000, secondo gli organizzatori, i professori, i ricercatori, ma anche gli studenti in sciopero venuti a Roma per la manifestazione indetta da una decina di sigle sindacali tra le quali Cgil-Cisl-Uil di categoria, Snals-Universita', associazioni di professori e ricercatori. Dalla stazione di Trastevere alla sede del ministero dell'Istruzione, in migliaia protestano contro le politiche del governo sull'universita' e la ricerca. Il corteo e' aperto da uno striscione che si dichiara "contro la riforma Moratti" ed e' firmato dall'Universita', dalla Ricerca, dall'Alta formazione artistica e musicale e dai ricercatori dell'Enea. Gli obiettivi di fondo della mobilitazione riguardano in particolare il ritiro del disegno di legge delega sullo stato giuridico dei docenti; l'apertura di un reale confronto con tutto il mondo universitario; provvedimenti immediati per un effettivo diritto allo studio; il rinnovo dei contratti nazionali; i finanziamenti alla ricerca; l'eliminazione di tutte le forme di precariato; l'eliminazione del blocco delle assunzioni; i concorsi per ricercatori, tecnici e amministrativi. "Il lavoro non e' una merce" portano scritto decine di ricercatori precari sulle pettorine bianche. "Uno, nessuno, cinquantacinquemila precari", si legge sui camici bianchi di altrettanti ricercatori che parafrasano Pirandello.

Roma stamattina il comitato popolare dilotta per la casa ha occupato simbolicamente l'assessorato alle politiche abitative in relazione ad un'occupazione abitativa avvenuta il 3 febbraio scorso a tor sapienza occupazione che è stata immediatamente sgomberata dalle forze dell'ordine

segu corrispondenza IMMIGRATI: LAMPEDUSA, SBARCATI SULL'ISOLA 63 PERSONE

Non si arresta la nuova ondata di sbarchi sull'isola di Lampedusa. Questa mattina sono stati avvistati, nei pressi dell'Isola dei Conigli, 63 extracomunitari, di varie nazionalita', che sono stati accompagnati al porto. Si tratta di 62 uomini e una donna provenienti, secondo quanto affermano, dal Bangladesh, dall'Iraq, ma anche dall'Africa centrale. Le loro condizioni di salute -spiega il direttore del centro d'accoglienza, Claudio Scalia- sono buone. Dopo le prime visite mediche, le 63 persone verranno accompagnati nel centro gestito dai volontari della Misericordia di Palermo.

USA 2004/ INSULTI A BUSH SU ETICHETTE DI UNA MARCA DI ZAINI

Le vendite della griffe d'abbigliamento Tom Bihn sono raddoppiate da quando un messaggio che insulta a quanto pare il presidente americano George W. Bush è misteriosamente comparso sull'etichetta di consigli di lavaggio di centinaia dei suoi zainetti. Sulle etichette, scritte in inglese e in francese, si può leggere: "Siamo desolati che il nostro presidente sia un idiota. Noi non abbiamo votato per lui". Bihn tenta di minimizzare l'incidente rilevando che il nome del "presidente" non è precisato. "Penso che sia un insulto diretto a me, il presidente della società. La gente però quando vede le parole idiota e presidente tira altre conclusioni" ha detto Bihn, che ha precisato di non averne saputo niente fino a quando non sono arrivate alla società richieste da tutti gli Stati Uniti per "lo zainetto con il messaggio". Secondo Bihn, sono state stampate duemila di queste etichette e sono diverse centinaia quelle cucite sugli zaini negli ultimi cinque o sei mesi. Ne restano circa 500 e continueranno a essere utilizzate.

gror040423 (last edited 2008-06-26 09:55:38 by anonymous)