GR ORE 19.30

Genova: aggiornamenti sui processi

Si è svolta anche stamane l'udienza contro i 26 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio per i fatti del Luglio 2001 a Genova. Non ci sono sostanziali novità, i pm hanno presentato altri testimoni, non presenti nelle strade di genova durante gli scontri, ma considerati parte lesa. Ci sono invece sostanziali novità per quanto riguarda il processo per le torture e i pestaggi effettuati dalla polizia sia dentro la Dian che nella caserma di Bolzaneto. I sostituti procuratori hanno firmato 47 richieste di rinvio a giudizio ad agenti e dirigenti della Polizia di Stato, di quella penitenziaria, a medici e a personale infermieristico. Le parti lese sono 150 di cui 40 sono i manifestanti picchiati prima dalla polizia nella scuola Diaz e poi trasferiti nella caserma di Bolzaneto. AUDIO Laura Tartarini del Legal Forum

Comitato verità e giustizia per Genova

Il Comitato verità e giustizia per Genova, costituito dopo il G8 del 2001, chiede al vicepremier Gianfranco Fini, che ha condannato le torture in Iraq, di esprimersi «con altrettanta chiarezza, insieme ai suoi colleghi di governo, in merito alla legge per l'introduzione del reato di tortura in Italia, in ritardo di 15 anni». La presidente del comitato, Enrica Bartezaghi, madre di una manifestante picchiata a Bolzaneto dalle forze dell'ordine nei giorni del G8, ha anche accostato le torture in Iraq con quelle denunciate nella caserma di Bolzaneto. «Chi ha passato alcune ore o intere giornate nel lager di Bolzaneto - ha commentato - non dimentica le violenze, le botte, gli sputi, le minacce di morte e di stupro, così come non dimentica che nessun membro del Governo o responsabile istituzionale si è mai presentato per dire di voler far luce su quei fatti».

Controllo e repressione a Viterbo

Questa mattina, un compagno di Viterbo ha trovato all’interno della sua auto due microfoni ed un’antenna GPS. Il compagno, sentendo le continue interferenze con lo stereo, ha iniziato la ricerca ed ha trovato nascosta sotto il tettuccio una scatola nera. All’interno della scatola c’era un cellulare attivo con tanto di scheda, mentre all’esterno la scatola era collegata con i due microfoni e l’antenna.

Melfi

mentre in fabbrica continuano le assemblee dei lavoratori per esprimere il loro giudizio sull'accordo raggiunto alla Fiat, i sindacalisti di Cisl e Uil ammettono la loro sconfitta. Sono stati infatti duramente contestati proprio nelle assemblee. Intanto, domani e giovedì ci sarà il referendum che dovrà sancire definitivamente le sorti dell'accordo stesso. Ma non tutti i lavoratori sono soddisfatti. AUDIO Tonino della CUB Lavoro Molise E' andata completamente distrutta, a causa di un incendio, nel corso delal notte, la tenda-presidio ubicata dinanzi alla Prefettura di Campobasso che accoglie da varie settimane gli operai del pastificio 'La Molisana' in grave crisi economica da mesi. All'interno della tenda vi erano, oltre alle suppellettili, anche numeroso materiale per il volantinaggio. Non e' ancora ben chiara la dinamica dei fatti, anche se si propenderebbe per l'ipotesi dolosa. Il pastificio La Molisana di Campobasso, lo ricordiamo, e' al centro di una delicata vertenza, trovandosi da mesi in grave crisi economica, e proprio oggi, il giudice fallimentare di campobasso ha dichiarato il fallimento dell'azienda. I circa 200 lavoratori dell'azienda continuano però a chiedere una soluzione della crisi che possa garantire la ripresa della produzione e preservare i posti di lavoro. AUDIO Erminia Mignelli CGIL Molise

Lavoro: Petrolchimico a Priolo

Si preannuncia durissima la vertenza dei lavoratori del polo petrolchimico siracusano a Priolo. Da alcuni giorni gli operai occupano le strade attorno Siracusa, cercando di coinvolgere la gente sui problemi occupazionali che secondo i sindacati possono ingigantirsi e mettere a rischio l' intera aerea industriale. Oggi 4 mila operai hanno interrotto il traffico sulla statale 114 Siracusa-Catania, distribuendo volantini. E annunciano, oltre allo sciopero generale del 18 maggio, di voler coinvolgere il pubblico proveniente da mezzo mondo alle prime nel teatro greco di Siracusa delle tragedie Edipo re e Medea.L' area industriale siracusana da' occupazione a circa 12 mila persone ed e' la piu' grande d' Europa. A Priolo si raffina petrolio, si producono energia elettrica e composti chimici. Per oggi alle 18, 30 era previsto un incontro alla presidenza della Regione, a Palermo, tra i rappresentanti sindacali il governatore Toto' Cuffaro e l' assessore all' Industria Marina Noe'. Il presidente della Regione ha però annullato l' incontro.

Napoli - mobilitazione sotto la Regione

Mobilitazione oggi sotto il palazzo della Regione Campania organizzata dalla rete campana per il reddito sociale e i diritti. La mobilitazione, costituita da due appuntamenti in due piazze cittadine, si è conclusa sotto il palazzo della Regione, appunto, dove era prevista per oggi l'approvazione da parte della giunta regionale del regolamento attuativo della legge regionale sul cosiddetto reddito di cittadinanza. Ma sulle ragioni e lo svolgimento della manifestazione, abbiamo sentito Mario della rete campana per il reddito sociale e i diritti

INTERMITTENTI

Nuova mobilitazione degli Intermittenti francesi prevista per domani all'aperura del festival di Cannes. Gli intermittenti dello spettacolo francesi che si battono da 10 mesi contro una riforma del sussidio di disoccupazione ingiusta e inefficace, saranno a Cannes per manifestare: per chiedere l\'abrogazione della riforma del sistema di assistenza sociale, e per rilanciare un dibattito serio e approfondito sulla politica culturale europea. Su questo abbiamo sentito Pablo Volo degli intermittenti francesi.

Arrestati in Svizzera 3 compagni/e che hanno partecipato alla manifestazione in solidarietà con Marco Camenish

Sabato 8 Maggio 2004, si è tenuta a Zurigo una manifestazione a favore del detenuto politico Marco Camenisch contro il quale è iniziato il processo lunedì 10.05.04 presso il tribunale della città Svizzera. La polizia, era presente in forze nella piazza e ha fermato le persone che tentavano di arrivare al concentramento e in altri punti della città. Malgrado tutti questi impedimenti, circa 80 persone erano presenti nella piazza. A metà manifestazione, la polizia cantonale e la polizia municipale (in svizzera i vigili sono quasi militari) hanno chiuso i manifestanti in una piazza e caricato, lanciando "granate assordanti” e sparando proiettili di gomma da breve distanza verso i dimostranti. Durante la fuga, la polizia ha fermato la maggior parte dei dimostranti usando i manganelli e anche spray antiuomo al peperoncino. 98 persone sono state fermate e 95 rilasciate. Rimangono quindi in stato di arresto 2 compagni italiani e una compagna svizzera del Soccorso Rosso. Per quanto riguarda la situazione del compagno marchigiano, Giulio, l’intenzione del Giudice svizzero sembra essere di affidarlo al corpo speciale di polizia per gli stranieri. Probabilmente a questo seguirà l’accompagnamento coatto alla frontiera con l’Italia con relativo provvedimento di espulsione. Purtroppo, la legislazione svizzera (come quella di altri paesi), consente alla polizia nelle prime 48h di fermo di agire in qualsiasi modo senza che la persona fermata possa usufruire dell'assistenza di un legale. Per quanto riguarda Andy, la compagna svizzera, e Michele, il compagno di Milano: sembra che le intenzioni dei magistrati e poliziotti svizzeri siano quelle di trattenerli nelle celle di sicurezza. Non siamo ancora a conoscenza del motivo formale del prolungamento del loro fermo.

Palestina

Sale a quattro palestinesi morti e 58 feriti - oltre ad almeno sei militari israeliani uccisi - il bilancio degli scontri di stamattina a Gaza. Gli uomini di Tsahal sono entrati nella città palestinese poco dopo la mezzanotte, scatenando una violenta battaglia con miliziani di Hamas e attivisti di altri gruppi. L'esercito sostiene che l'operazione fosse destinata alla ricerca di officine impiegate per la fabbricazione di razzi Qassam, usati dai guerriglieri palestinesi per colpire le colonie e le città israeliane. Testimoni oculari hanno riferito che la battaglia e' esplosa allorché le truppe israeliane hanno fatto l'ingresso ad al-Zaitun in jeeps militari, taxi civili e tanks ed hanno preso possesso di abitazioni civili per renderle postazioni militari d'osservazione. Secondo fonti ospedaliere locali, 58 persone sarebbero rimaste ferite negli scontri, di cui almeno otto versano in condizioni critiche. Fra queste, c'è anche un bambino di undici anni colpito da un proiettile alla testa, attualmente in rianimazione. Intorno alle 6 e mezza (le 5 e mezza italiane), un blindato israeliano e un bulldozer si sono imbattuti in una mina piazzata dai miliziani. Secondo le reti arabe, almeno sei soldati sarebbero rimasti uccisi nell'esplosione. Hamas e altri gruppi hanno rivendicato l'attacco. Diverse ore dopo l'alba, i soldati israeliani si trovano ancora sulla scena della deflagrazione. Altri carri armati e bulldozer sono stati visti arrivare nel quartiere. Fra i quattro morti palestinesi, ci sono sicuramente due membri di Hamas, come confermato dai medici. Per il momento, non si hanno elementi sull'identità delle altre due vittime palestinesi.

Il numero delle vittime e' destinato a salire, dal momento che il raid continua nell'area, con elicotteri da guerra israeliani che sorvolano la zona ed i tanks appostati nell'insediamento colonico illegale di Netzarim che continuano a sparare contro obiettivi palestinesi. Nel pomeriggio infatti un bambino palestinese è rimasto ucciso dal lancio di un missile contro un auto da parte di un elicottero militare israeliano. Stando a una prima ricostruzione non è escluso che la vettura sia stata colpita per errore, al posto di un'altra auto vicina. Cinque persone sono state inoltre ferite, una sembra in condizioni gravi.

Intanto il premier israeliano Ariel Sharon ha annullato tutti gli incontri in programma per seguire gli sviluppi delle operazioni in corso a Gaza con i palestinesi e ha convocato per questo pomeriggio il gabinetto politico- militare per discutere della situazione e di eventuali reazioni all' uccisione stamane di sei soldati. Lo ha riferito la radio statale israeliana.

Sono 131 le case abitate da famiglie palestinesi distrutte o gravemente danneggiate nel corso dell'ultimo mese dai bulldozer israeliani nella striscia di Gaza, secondo un rapporto dell'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi. Le devastazioni hanno privato di un tetto 1100 persone.

Irak aggiornamenti

Il nuovo governatore di Najaf Adnan al-Zorfi, nominato dalle autorità di occupazione, il cui seguito in città sembra esiguo, ha detto che Moqtada al Sadr non verrà perseguito per il suo presunto ruolo nell'uccisione di un religioso sciita collaborazionista, avvenuto un anno fa a Najaf, se accetta di disarmare l'Armata di Mahdi. L'imputazione verrebbe sospesa almeno sino al trasferimento dei poteri in mano al governo iracheno il prossimo 30 giugno. Appare tuttavia improbabile che l'Armata di Mahdi, che anche stanotte è stata attaccata a Kufa dalle forze di occupazione statunitensi, possa essere disarmata da qui alla fine di giugno. Nel tentativo di dividere gli sciiti, le autorità di occupazione hanno spinto l'Assemblea suprema per la rivoluzione islamica, formazione politica sciita che fa parte del Consiglio di governo, a sfilare con alcune centinaia di persone oggi a Najaf per sollecitare l'Armata di Mahdi ad abbandonare la città. Dopo qualche tensione attorno al mausoleo dell'Imam Alì, il corteo si è sciolto. Ieri sera, un soldato delle forze di occupazione olandesi è stato ucciso a Samawa, mentre un commilitone è rimasto ferito. Sempre ieri si è saputo della morte di un soldato Usa a Samarra. Una bomba è esplosa questa mattina in un mercato di Kirkuk, uccidendo tre persone. Un gruppo di uomini armati ha attaccato ieri sera a Baghdad delle auto su cui viaggiavano dei tecnici russi, uccidendo uno e sequestrando altri due. Il corpo di uno straniero, probabilmente americano, è stato trovato nella mattinata a Baghdad. Un convoglio di rifornimenti che dalla Giordania procedeva in direzione della capitale irachena ha subito un attacco nelle prime ore della mattinata: diverse persone risulterebbero disperse e molti sono i mezzi distrutti. Non ha ancora raggiunto il livello abituale l'esportazione di petrolio, dopo il sabotaggio dell'oleodotto che da Bassora porta al terminale di Umm Qasr. Il facente funzioni ministro del Petrolio Bahr al Uolum ha affermato che forse nelle prossime 24 ore si tornerà alla normalità.

CARCERE e USA: le consuetudini della tortura

Nuove rivelazioni sugli abusi commessi contro i prigionieri iracheni - tra cui alcune fotografie che mostrano un detenuto nudo e spaventato minacciato da dei cani – stanno distruggendo gli sforzi dell'amministrazione Bush per tenere sotto controllo lo scandalo delle torture nella prigione di Abu Ghraib. Il futuro del segretario alla difesa statunitense, Donald Rumsfeld, è sempre più incerto nonostante Bush ieri abbia difenso e ringraziato Rumsfeld per il suo "lavoro superbo" in Iraq. Le immagini - pubblicate dal settimanale The New Yorker - sono fonte di problemi anche per il governo britannico. Il segretario alla difesa, Geoff Hoon, deve spiegare quando esattamente i ministri hanno saputo degli abusi in corso in Iraq. La Croce Rossa e Amnesty International sostengono di averli denunciati più di un anno fa.

carceri

La prigione di Abu Ghraib e' solo il piu' grande e piu' famigerato centro di detenzione in una galassia di penitenziari nati in Iraq e altrove per esigenze antiterroristiche e al di fuori dal controllo dell'opinione pubblica. Lo sostiene oggi il Washington Post. In Afghanistan, ad esempio, e' stato creato un centro per gli interrogatori segreti della Cia noto come "la fossa" per le sue condizioni estreme; un altro ancora si trova in Qatar, presso una base aerea nel deserto. Tre sono i tipi di centri utilizzati dal governo Usa: la rete di penitenziari gestita dal Pentagono, i piccoli uffici dove la Cia detiene i membri di al Qaeda e, infine, le stanze per gli interrogatori dei servizi di intelligence stranieri, dove gli Usa inviano i prigionieri sospettati di terrorismo di livello medio-basso. Secondo i dati del Pentagono, i detenuti dalle autorita' statunitensi sono piu' di novemila e sono privi dei diritti legali costituzionali: non hanno infatti ne' assistenza legale ne' la possibilita' di subire un regolare processo. Ogni aspetto di questa rete di centri di detenzione e' stato sviluppato dagli esperti legali della Cia, verificato dal ministero della Giustizia e, in alcuni casi, approvato dalla stessa Casa Bianca. Questa “rete di centri e carceri” è inoltre fatta di inquietanti collegamenti che dimostrano come torture e maltrattamenti non siano assolutamente casi isolati, ma elementi sostanziali di una strategia politica di conrtollo e repressione, agita da tutti gli eserciti, quindi particolarmente visibile in tempo di guerra, ma costantemente in atto, negli Usa, ma non solo.

Un esempio: Nei bracci della morte e nei penitenziari americani, le torture fisiche, psichiche e l'umiliazione estrema praticati sui prigionieri iracheni, fanno parte del vivere quotidiano [...]. Tra le tante storie di violenza, imposizione arbitraria della forza ed umiliazioni di tutti i tipi, c'è la storia di un detenuto morto mentre era legato ad una catena completamente nudo in una prigione dello Utah. La vicenda risale al 1997 e si sarebbe già persa tra le migliaia di horror stories che giungono quotidianamente dalle galere degli Stati Uniti se non fosse per un particolare che la lega alle cronache di oggi. Ad ordinare di legare il detenuto alla catena fu Lane McCotter, che ha oggi 63 anni, scelto da John Ashcroft in persona per addestrare i militari oggi accusati di aver torturato i prigionieri iracheni. Tornato in patria lo scorso settembre, dopo l'apertura di Abu Ghraib, McCotter dirige oggi un'agenzia che sovrintende al funzionamento di 13 penitenziari e dice di non sapere nulla delle torture. La cosa è alquanto improbabile visto che in tutte le prigioni sotto la sua supervisione si levano continuamente proteste per maltrattamenti, negligenza medica, alimentazione insufficiente, sovraffollamento. Proprio per impedire alle molte proteste di giungere fuori dalle mura del carcere, lo stesso presidente Bush, quand'era governatore approvò una legge che imponeva il pagamento di 120 dollari di "spese" ai reclusi del Texas che intendessero inoltrare reclami verso il personale, una cifra irraggiungibile per almeno tre quarti della popolazione carceraria. (da Reporter Associati)

GranBretagna

Ma non sono solo gli USA ad essere sotto accusa per gli abusi sui prigionieri in iraq. Londra: Dopo le accuse di ai militari britannici di aver agito abusi e torture sui prigionieri in Iraq, Amnesty International accusa le truppe britanniche di aver sparato e ucciso civili anche in situazioni che non costituivano un pericolo grave. Il rapporto, che conta tra le vittime di queste sparatorie "non necessarie" anche una bambina di otto anni, punta il dito contro le autorita' militari, colpevoli di non aver indagato a fondo sui fatti. "I soldati britannici nell'Iraq meridionale", si legge nel rapporto, "hanno ucciso civili in circostanze in cui non si presentava alcun pericolo imminente di morte ne' di ferimento per se stessi, ne' per altri. In molti casi l'esercito non ha nemmeno aperto un'inchiesta e quando lo ha fatto, la polizia militare reale ha coperto tutto con il vincolo di massima segretezza e ha fornito alle famiglie delle vittime pochissime informazioni sulle indagini".

Reazioni in GranBretagna

Il primo ministro britannico, Tony Blair, è pronto a dimettersi se la sua permanenza a Downing Street dovesse danneggiare il partito laburista. Lo riferisce il quotidiano Guardian, citando fonti vicine al premier inglese. Nel caso Blair dovesse farsi da parte, il successore designato sarebbe Gordon Brown, attuale ministro del Tesoro. Secondo gli ultimi sondaggi, se si votasse oggi in Gran Bretagna, i conservatori prevarrebbero sui laburisti, fermi al 32 per cento, il livello più basso degli ultimi 17 anni. Una tendenza che potrebbe essere invertita se Blair lasciasse il posto a Brown: in tal caso il partito Labour riuscirebbe a strappare più seggi degli avversari. Secondo il Guardian, Blair non vuole ripetere l'errore di Margaret Thatcher, le cui manovre per ostacolare la candidatura del successore designato Michael Heseltine nel 1990 si rivelarono disastrose per il partito Tory. Commentatori politici e alleati consigliano al primo ministro con sempre maggiore insistenza di prendere le distanze da Bush e di ammettere i suoi errori nella missione irachena. Come scrive il Financial Times "ha accettato di condividere la responsabilità della guerra, senza avere ricevuto in cambio alcuna autorità sul modo di gestirla: Bush al massimo ascolta, ma fa quello che vuole".

AMNESTY, ITALIANI NON CONSEGNINO PIU' PRIGIONIERI AGLI ALLEATI.

L'appello è contenuto in una lettera inviata oggi a Silvio Berlusconi e ai ministri della Difesa e degli Esteri, Martino e Frattini. La sezione italiana di Amnesty International ha chiesto quali passi fossero stati intrapresi per assicurarsi che nei confronti delle persone arrestate venissero rispettate le norme internazionali sui diritti umani. "Chiediamo formalmente - si legge nella lettera - che, in assenza di tali garanzie, le forze armate italiane non consegnino più persone da loro arrestate alle forze della coalizione responsabili per gli interrogatori e i centri di detenzione. Se così non fosse, l'Italia si renderà responsabile di una violazione del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario dei conflitti armati".

GR ORE 13.00

Melfi

mentre in fabbrica continuano le assemblee dei lavoratori per esprimere il loro giudizio sull'accordo raggiunto alla Fiat, i sindacalisti di Cisl e Uil ammettono la loro sconfitta. Sono stati infatti duramente contestati proprio nelle assemblee. Intanto, domani e giovedì ci sarà il referendum chje dovrà sancire definitivamente le sorti dell'accordo stesso. Ma non tutti i lavoratori sono soddisfatti.

Lavoro

E' andata completamente distrutta, a causa di un incendio, nel corso delal notte, la tenda-presidio ubicata dinanzi alla Prefettura di Campobasso che accoglie da varie settimane gli operai del pastificio 'La Molisana' in grave crisi economica da mesi. All'interno della tenda vi erano, oltre alle suppellettili, anche numeroso materiale per il volantinaggio. Non e' ancora ben chiara la dinamica dei fatti, anche se si propenderebbe per l'ipotesi dolosa. Il pastificio La Molisana di Campobasso e' al centro di una delicata vertenza, trovandosi da mesi in grave crisi economica che ne ha messo a rischio la sopravvivenza. Proprio in questi giorni si attende la decisione del giudice fallimentare di Campobasso, che dovra' stabilire se dichiarare il fallimento dell'azienda. Intanto, i circa 200 lavoratori continuano a chiedere una rapida risoluzione della crisi che possa garantire la ripresa della produzione e preservare i posti di lavoro.

Lavoro

Dalle 7,30 di questa mattina, circa 4 mila operai del polo Petrolchimico di Priolo hanno bloccato la statale 114, uno degli snodi principali della Sicilia orientale che collega Siracusa con Catania. Il traffico è stato interrotto per oltre tre ore mentre gli operai distribuivano volantini. Confermato lo sciopero generale dei lavoratori del petrolchimico per il 18 maggio e sono state annunciate iniziative in concomitanza delle rappresentazioni nel teatro greco di Siracusa di "Edipo re" e "Medea" venerdì e sabato prossimi. La vertenza riguarda mille posti di lavoro a rischio nell' aera industriale siracusana.

Ambiente

Prosegue a poco piu' di 1,5 miglia al largo del porto di Chioggia (Venezia) il blocco di Greenpeace della nave Keoyang Majesty che, secondo gli attivisti, trasporta 40 mila tonnellate di soia Ogm proveniente dall'Argentina. La situazione, secondo quanto riferiscono gli stessi attivisti che sono a bordo della nave, e' tranquilla. La nave di Greenpeace Esperanza, il 9 maggio, aveva intercettato davanti a Chioggia la Keoyang Majesty; successivamente tre aderenti all' associazione sono saliti a bordo, mentre un quarto si' e' legato all'ancora bloccandone, con un dispositivo, il funzionamento. Ogni attivita' di scarico risulta impossibile in quanto il mezzo che dovrebbe travasare la soia su delle chiatte non puo' avvicinarsi alla nave, si presume per l'eccessiva distanza dal limite delle acque portuali. Il blocco e' costantemente seguito dalle forze dell'ordine che stanno verificando che non venga messa a rischio la sicurezza di nave e persone.

Palestina

Sale a quattro palestinesi morti e 58 feriti - oltre ad almeno sei militari israeliani uccisi - il bilancio degli scontri di stamattina a Gaza. Gli uomini di Tsahal sono entrati nella città palestinese poco dopo la mezzanotte, scatenando una violenta battaglia con miliziani di Hamas e attivisti di altri gruppi. L'esercito sostiene che l'operazione fosse destinata alla ricerca di officine impiegate per la fabbricazione di razzi Qassam, usati dai guerriglieri palestinesi per colpire le colonie e le città israeliane. Per questo, un gruppo di militari in borghese, carri armati e blindati, appoggiati da elicotteri, sono penetrati nella città, incontrando l'opposizione della resistenza palestinese. Secondo fonti ospedaliere locali, 58 persone sarebbero rimaste ferite negli scontri, di cui almeno otto versano in condizioni critiche. Fra queste, c'è anche un bambino di undici anni colpito da un proiettile alla testa, attualmente in rianimazione. Intorno alle 6 e mezza (le 5 e mezza italiane), un blindato israeliano e un bulldozer si sono imbattuti in una mina piazzata dai miliziani. Secondo le reti arabe, almeno sei soldati sarebbero rimasti uccisi nell'esplosione. Hamas e altri gruppi hanno rivendicato l'attacco. Diverse ore dopo l'alba, i soldati israeliani si trovano ancora sulla scena della deflagrazione. Altri carri armati e bulldozer sono stati visti arrivare nel quartiere. Fra i quattro morti palestinesi, ci sono sicuramente due membri di Hamas, come confermato dai medici. Per il momento, non si hanno elementi sull'identità delle altre due vittime palestinesi. Il premier israeliano Ariel Sharon ha annullato tutti gli incontri in programma per seguire gli sviluppi delle operazioni in corso a Gaza con i palestinesi e ha convocato per questo pomeriggio il gabinetto politico- militare per discutere della situazione e di eventuali reazioni all' uccisione stamane di sei soldati. Lo ha riferito la radio statale israeliana.

Sono 131 le case abitate da famiglie palestinesi distrutte o gravemente danneggiate nel corso dell'ultimo mese dai bulldozer israeliani nella striscia di Gaza, secondo un rapporto dell'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi. Le devastazioni hanno privato di un tetto 1100 persone.

Irak

Il nuovo governatore di Najaf Adnan al-Zorfi, nominato dalle autorità di occupazione, il cui seguito in città sembra esiguo, ha detto che Moqtada al Sadr non verrà perseguito per il suo presunto ruolo nell'uccisione di un religioso sciita collaborazionista, avvenuto un anno fa a Najaf, se accetta di disarmare l'Armata di Mahdi. L'imputazione verrebbe sospesa almeno sino al trasferimento dei poteri in mano al governo iracheno il prossimo 30 giugno.

Appare tuttavia improbabile che l'Armata di Mahdi, che anche stanotte è stata attaccata a Kufa dalle forze di occupazione statunitensi, possa essere disarmata da qui alla fine di giugno. Nel tentativo di dividere gli sciiti, le autorità di occupazione hanno spinto l'Assemblea suprema per la rivoluzione islamica, formazione politica sciita che fa parte del Consiglio di governo, a sfilare con alcune centinaia di persone oggi a Najaf per sollecitare l'Armata di Mahdi ad abbandonare la città. Dopo qualche tensione attorno al mausoleo dell'Imam Alì, il corteo si è sciolto.

Ieri sera, un soldato delle forze di occupazione olandesi è stato ucciso a Samawa, mentre un commilitone è rimasto ferito. Sempre ieri si è saputo della morte di un soldato Usa a Samarra. Una bomba è esplosa questa mattina in un mercato di Kirkuk, uccidendo tre persone. Un gruppo di uomini armati ha attaccato ieri sera a Baghdad delle auto su cui viaggiavano dei tecnici russi, uccidendo uno e sequestrando altri due. Il corpo di uno straniero, probabilmente americano, è stato trovato nella mattinata a Baghdad. Un convoglio di rifornimenti che dalla Giordania procedeva in direzione della capitale irachena ha subito un attacco nelle prime ore della mattinata: diverse persone risulterebbero disperse e molti sono i mezzi distrutti. Non ha ancora raggiunto il livello abituale l'esportazione di petrolio, dopo il sabotaggio dell'oleodotto che da Bassora porta al terminale di Umm Qasr. Il facente funzioni ministro del Petrolio Bahr al Uolum ha affermato che forse nelle prossime 24 ore si tornerà alla normalità.

Torture, commenti in Gb

Il primo ministro britannico, Tony Blair, è pronto a dimettersi se la sua permanenza a Downing Street dovesse danneggiare il partito laburista. Lo riferisce il quotidiano Guardian, citando fonti vicine al premier inglese. Nel caso Blair dovesse farsi da parte, il successore designato sarebbe Gordon Brown, attuale ministro del Tesoro. Secondo gli ultimi sondaggi, se si votasse oggi in Gran Bretagna, i conservatori prevarrebbero sui laburisti, fermi al 32 per cento, il livello più basso degli ultimi 17 anni. Una tendenza che potrebbe essere invertita se Blair lasciasse il posto a Brown: in tal caso il partito Labour riuscirebbe a strappare più seggi degli avversari. Secondo il Guardian, Blair non vuole ripetere l'errore di Margaret Thatcher, le cui manovre per ostacolare la candidatura del successore designato Michael Heseltine nel 1990 si rivelarono disastrose per il partito Tory. Commentatori politici e alleati consigliano al primo ministro con sempre maggiore insistenza di prendere le distanze da Bush e di ammettere i suoi errori nella missione irachena. Come scrive il Financial Times "ha accettato di condividere la responsabilità della guerra, senza avere ricevuto in cambio alcuna autorità sul modo di gestirla: Bush al massimo ascolta, ma fa quello che vuole".

carceri

La prigione di Abu Ghraib e' solo il piu' grande e piu' famigerato centro di detenzione in una galassia di penitenziari nati in Iraq e altrove per esigenze antiterroristiche e al di fuori dal controllo dell'opinione pubblica. Lo sostiene oggi il Washington Post. In Afghanistan, ad esempio, e' stato creato un centro per gli interrogatori segreti della Cia noto come "la fossa" per le sue condizioni estreme; un altro ancora si trova in Qatar, presso una base aerea nel deserto. Queste prigioni segrete hanno dimensioni variabili da quelle minime di un container a quelle dell'esteso complesso presso la baia di Guantanamo a Cuba. Tre sono i tipi di centri utilizzati dal governo Usa: la rete di penitenziari gestita dal Pentagono, i piccoli uffici dove la Cia detiene i membri di al Qaeda e, infine, le stanze per gli interrogatori dei servizi di intelligence stranieri, dove gli Usa inviano i prigionieri sospettati di terrorismo di livello medio-basso. Secondo i dati del Pentagono, i detenuti dalle autorita' statunitensi sono piu' di novemila e sono privi dei diritti legali costituzionali: non hanno infatti ne' assistenza legale ne' la possibilita' di subire un regolare processo. Ogni aspetto di questa rete di centri di detenzione e' stato sviluppato dagli esperti legali della Cia, verificato dal ministero della Giustizia e, in alcuni casi, approvato dalla stessa Casa Bianca.

Saddam

I legali difensori dell'ex dittatore iracheno Saddam Hussein si sono lamentati di non aver avuto risposta dall'amministrazione Usa in Iraq ne' dal Comitato internazionale della Croce Rossa (Circ) alle richieste di poter incontrare il loro assistito. Gli avvocati di Saddam si sono anche dichiarati disponibili ad assumere anche la difesa dei prigionieri iracheni che hanno subito abusi da parte dei soldati Usa e inglesi

Haiti

Jean Bertrand Aristide, ex presidente di Haiti, ha chiesto al governo di Pretoria di essere accolto in Sudafrica fino a quando "la sua situazione personale non si sara' normalizzata". La richiesta e' stata presentata con l'avallo della Comunita' economica dei Paesi caraibici (Caricom). Un portavoce del Ministero degli Esteri del Sudafrica ha precisato che non si tratta di una richiesta di asilo politico, ma di una faccenda personale. Da quando il 29 febbraio scorso ha abbandonato Haiti in preda ad una una rivolta armata, Aristide si e' sempre dichiarato vittima di un colpo di Stato diretto dai governi di Stati Uniti e Francia. Dopo essere fuggito nella Repubblica Centrafricana, dal 15 marzo scorso Aristide e' in Giamaica.

Un partito per gli aborigeni

Gli aborigeni australiani avranno un loro partito: l'annuncio e' arrivato durante un raduno di 500 indigeni a Melbourne. Il partito non e' ancora stato ufficialmente registrato, ma ha gia' un nome: 'Your Voice' , la 'vostra voce'. Sara' la prima formazione politica completamente aborigena della storia politica australiana. Richard Frankland,uno dei fondatori, regista e membro di una commissione di indagine per i casi di aborigeni morti in prigione, ha detto che 'Your voice' prendera' parte alle elezioni federali del 2005. Il prossimo parlamento australiano potra' quindi avere senatori e deputati aborigeni, oggi praticamente assenti.

Internet

Fra sei mesi chiunque abbia un sito internet con informazioni a disposizione del pubblico dovra' inviarne il contenuto alle due biblioteche centrali di Firenze e di Roma, altrimenti rischiera' una multa fino a 1500 euro. E' quanto prevede la legge 106/2004. Entro sei mesi dovra' uscire un regolamento di attuazione di questa nuova disposizione, criticata pero' dall'Unione Nazionale Consumatori secondo la quale e' puramente persecutoria, inutile e ingestibile. Centinaia di migliaia di utenti con un sito internet -scrive l'Unione Consumatori- dovranno inviare ogni anno alle due biblioteche centrali, per e-mail o dischetto, informazioni che per lo piu' cambiano o vengono aggiornate continuamente e che sono gia' a disposizione del pubblico. Oltretutto, le due biblioteche centrali di Firenze e di Roma non avranno materialmente la possibilita' di gestire e catalogare la massa enorme di informazioni provenienti da centinaia di migliaia di siti e tutto si risolvera' in un obbligo inutile e fastidioso.

G.R. 9.30

IRAQ

BOMBA IN MERCATO KIRKUK, 3 MORTI, MOLTI FERITI

Il colonnello Ahmed Slamrz ha detto che l'attentato e' stato compiuto alle 09:30 circa (le 07:30 in Italia) in un'ora in cui il mercato era pieno di clienti. tre persone sono morte e 23 sono rimaste ferite nell'esplosione di una bomba nella citta' settentrionale irachena di Kirkuk, secondo quanto ha riferito la polizia locale

UN RUSSO UCCISO, DUE IN OSTAGGIO

Il ministero degli esteri russo, interrogato dall'Ansa non ha voluto ancora ne' confermare ne' smentire l'informazione che e' stata comunque diffusa anche dall'agenzia Interfax che cita fonti diplomatiche a Mosca. Nell'aprile scorso otto dipendendenti della Interenergoservices, tre russi e cinque ucraini, erano stati rapiti ma rilasciati dopo appena 17 ore, apparentemente dopo che i ribelli si erano resi conto dell'errore. La Russia non ha militari in Iraq e si era sempre opposta alla guerra di George Bush, insieme a Francia e Germania. Dopo il rapimento comunque Mosca aveva deciso di evacuare tutti i suoi cittadini che lo desideravano, ma 288 dipendenti della Energoservices avevano deciso di rimanere insieme ad altri 300 dipendenti di aziende russe. 77 di loro erano invece rientrati come parte dei circa 500 che avevano fatto la scelta opposta

SOLDATO OLANDESE UCCISO A SAMAWA, UNO FERITO

Un soldato olandese e' rimasto ucciso e un altro ferito in Iraq nella notte tra ieri e oggi in un attacco con una bomba a mano nella citta' meridionale di Samawa, che ospita anche il contingente militare giapponese. Lo hanno reso noto stamani fonti del ministero della difesa giapponese che citano fonti ufficiali olandesi con le quali sono in permanente contatto. L'attacco, hanno detto le fonti, e' avvenuto su un ponte sul fiume Eufrate. E' la prima volta che soldati della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti rimangono uccisi o feriti a Samawa, citta' a meta' strada tra Najaf e Nassiriya. Le fonti giapponesi hanno espresso preoccupazione per il peggioramento delle condizioni di sicurezza a Samawa. La zona era stata scelta dal Giappone cone sede del suo contingente perche' considerata sicura.

ATTACCATO UN CONVOGLIO DI CIVILI, MOLTI DISPERSI

La guerriglia ha attaccato un conviglio di 21 mezzi civili che trasportavano forniture ed era diretto dalla Giordania verso Baghdad. Lo ha reso noto una fonte della coalizione militare, precisando che diversi civili (di cui non si conosce la nazionailta') sono dispersi. Nell'agguato, avvenuto vicino Rutba, non lontano dai confini giordani, diversi veicoli sono andati distrutti. Secondo la fonte, il convoglio probabilmente apparteneva a una ditta appaltatrice della Kellogg, Brown e Toot, la consociata Hulliburton, che ha un importante contratto di logistica e fornitura servizi con l'esercito statunitense. La Kbt ha detto pero' di non esserne a conoscenza.

KUFA; COALIZIONE, UCCISI 13 PRESUNTI MILIZIANI SADR

L'ufficiale, che ha chiesto l'anonimato, ha detto che le truppe americane hanno affrontato forze anti-coalizione uccidendo 13 (combattenti) e ferendone 14. I combattimenti sono avvenuti attorno a edifici usati dall'Esercito del Mehdi, la milizia di Moqtada Sadr. militari statunitensi hanno ucciso nella notte 13 miliziani, fedelissimi del leader radicale sciita Moqtada al Sadr. La notizia e' stata data dalla coalizione. Gli scontri sono avvenuti alle porte di Kufa, attorno a edifici usati dai miliziani dellesercito del Mehdi', e hanno causato il ferimento anche di altri 14 uomini della guerriglia.

AL VIA RITIRO TRUPPE HONDURAS

Le truppe dell'Honduras hanno cominciato il loro ritiro dall'Iraq e in parte sono gia' arrivate in Kuwait. Lo ha annunciato lo stesso presidente honduregno, Ricardo Maduro, dal Giappone dove e' in visita ufficiale. In un'intervista immediatamente rilanciata oltreoceano, Maduro ha rimarcato la sua "soddisfazione nell'annunciare ufficialmente al popolo honduregno che e' cominciato il ritiro dei nostri soldati dall'Iraq". "E parte di essi - ha aggiunto - sono gia' in Kuwait". Le truppe honduregne, che facevano parte della Brigata Plus Ultra, sotto il comando della Spagna, si trovavano in Iraq dall'agosto 2003, dislocate a Najaf (160km a sud di Baghdad). LHonduras e la Repubblica Dominicana avevano deciso di richiamare i propri militari lo scorso mese, subito dopo l'analoga decisione della Spagna. Maduro ha spiegato che 160 dei 370 soldati che fanno parte del contingente sono in Kuwait da domenica e che presto tutti i soldati faranno ritorno a Tegucigalpa

PALESTINA

INCURSIONE ISRAELIANA A GAZA, MORTI E FERITI

Sarebbe di sei soldati israeliani e almeno quattro palestinesi uccisi il bilancio, ancora provvisorio, di una massiccia incursione dei soldati con la stella di Davide nel quartiere di Zeitun, a Gaza City. A riferirlo sono fonti di stampa dei coloni israeliani e fonti palestinesi – questi ultimi parlano anche di una trentina di feriti - sebbene finora non siano giunte conferme ufficiali sul numero delle vittime. All’alba le truppe israeliane hanno raggiunto Gaza a bordo di mezzi blindati, forti di una copertura di elicotteri da combattimento, incontrando una forte resistenza da parte di palestinesi armati di bombe a mano, razzi anticarro e mitragliatrici. Negli scontri, un mezzo delle truppe di Tel Aviv è finito su una mina e i militari che si trovavano a bordo sono rimasti uccisi nell’esplosione. Secondo un portavoce militare, l'esercito sarebbe entrato nel quartiere di Zeitun per localizzare e distruggere officine artigianali per la produzione di mortai e di razzi Qassam, individuandone finora 32. La stessa fonte ha detto che alcuni armati palestinesi sono stati colpiti, almeno in un caso da un razzo esploso da uno degli elicotteri incaricati di sorvolare l’area

AFGHANISTAN

MALTRATTAMENTI, TRASFERITI 900 PRIGIONIERI DOPO SCIOPERO DELLA FAME

La decisione del trasferimento e' stata presa dopo che i detenuti avevano fatto uno sciopero della fame per protestare contro le cattive condizioni del carcere e i maltrattamenti subiti dalle guardie di custodia - ha detto il direttore. Ora si trovano nella prigione di Pul-e-Charkhi, nella periferia orientale di Kabul. Catturati nel 2001 durante l'offensiva americana contro il regime dei taleban, i 900 prigionieri - 400 dei quali sono pachistani - erano tenuti in un carcere fortezza sotto la vigilanza delle milizie del generale uzbeko Abdul Rashid Dostum, il quale aveva promesso gia' da gennaio di liberarli. Nello stesso mese una commissione governativa si era recata sul posto per decidere della loro sorte. E' stato stabilito che la loro situazione verra' vagliata individualmente da un tribunale di Kabul

_ DA ORDINARE

Oggi martedì 11 maggio nuova mobilitazione a Napoli della Rete per il Reddito Socale e i diritti, in occasione della seduta del consiglio regionale della Campania che dovrà approvare il regolamento attuativo alla legge per il reddito di cittadinanza. I movimenti sociali e le realtà di lotta campane saranno in piazza dalle ore 16 per rivendicare l'estensione del reddito di cittadinanza che dopo essere stato ridotto ad un misero sussidio di povertà a carattere familire, ora rischia di diventare pura propaganda elettorale.

Martedì 11 maggio Doppio Concentramento ore 16.00 in Piazza Cavour ed in Piazza Nazionale

REDDITO PER TUTTI E TUTTE

RETE CAMPANA PER IL REDDITO SOCIALE E I DIRITTI

_

1)- BUONE NOTIZIE PER LA CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO DAGLI STATI UNITI E DALL’IRLANDA Vi riportiamo diverse notizie tratte dal sito dei gruppi di boicottaggio statunitense relative al procedere della campagna in USA e in IRLANDA

Vittorie per la Campagna Stop alla Coca-Cola Assassina 6 maggio 2004

1-Vittoria in Irlanda Cian O’Callaghan, un attivista irlandese, ha mandato buone notizie: il terzo college d’Irlanda, Il College Nazionale di Arte e Design ha votato per rimuovere I prodotti della Coca-Cola dal campus. Il primo college a prendere posizione era stato Il college dell’universita’ di Dublino, seguito poi dal Trinity College.

Il resoconto di Cian dice: “ Gli studenti nel College Nazionale di Arte e Design di Irlanda hanno votato con un margine di almeno 2 a 1 a favore del boicottaggio dei prodotti della Coca-Cola mercoledi’ 28 aprile. Il college situato in Thomas Street a Dublino ha 600 studenti e la decisione vuol dire che il college eliminera’ tutti I distributori automatici della coca-cola nel campus.

Anche se e’ un piccolo college, questa vittoria della campagna rappresenta un varco in Irlanda in quanto e’ la prima volta che il voto degli studenti porta il college a rimuovere i prodotti della coca-cola. In precedenti situazioni nel college dell’universita’ di Dublino ed al Trinity College il voto degli studenti aveva portato alla rimozione dei prodotti dai punti vendita legati all’unione degli studenti, dal bar dello studentato e dal centro dello studente nel college dell’universita’ di Dublino, ma non da tutti quei contesti non direttamente sotto controllo dalle organizzazioni studentesche.

2-Vittoria al Park Slope Food Coop L’incontro generale del Park Slope Food Coop a Brooklyn, N.Y. con piu’ di 10.500 partecipanti, ha votato la risoluzione la scorsa settimana di rimuovere i prodotti della Coca-Cola dai propri punti vendita. La risoluzione dice: si risolve che la Park Slope Food Coop rompe ogni legame con la Coca-Cola Company e le sue societa’ consociate e non vendera’ piu’ I prodotti di questa compagnia o quelli che hanno il logo della coca-cola sulla confezione o che sono pubblicizzati come prodotti della coca-cola, tipo Odwalla e Minute Maid.” Le motivazioni annesse alla risoluzione possono essere trovate nel sito: http://www.killercoke.org/psfcres.htm.

3- Rutigers University La Rutigers University in New Jersey , un’universita’ con 51.000 studenti, h asviluppato una forte campagna di boicottaggio nei propri campus New Brunswick e Newark. Sotto c’e’ il link ad un recente articolo riguardo la campagna: Home News Tribune” Mettere la coca-cola in ghiaccio? Gli attivisti per I diritti umani vogliono che La Rutgers University cessi il rapporto con la bevanda” di Sarah Greenblatt 2maggio2004.

SUL SITO INTERNET

http://WWW.KILLERCOKE.ORG Potrete trovare tutti i riferimenti alle notizie e i comunicati in versione originale

_

Alessandro Garzi

La polizia israeliana ha interrotto il marijuana day che si stava svolgendo a Tel Aviv ed ha trattenuto circa trenta persone, tra le quali tre minorenni e Boaz Verchtel, leader del partito "Ale Yarok" (partito della foglia verde, antiproibizionista). La polizia ha dichiarato "illegale" l'evento, ed ha sequestrato tutta l'attrezzatura. Secondo il comandante delle forze dell'ordine del distretto di Yarkon, che era presente, la manifestazione "si era trasformata in un droga-party", affermando che "la polizia era presente sul posto fin dalle prime ore del mattino". Sarebbero dovuti intervenire al dibattito il parlamentare Roman Bronfman (del partito Yahad) ed il ministro della Sanita' israeliano Danny Naveh. Nel suo intervento, secondo quanto ha dichiarato successivamente, Bronfmann avrebbe voluto prendere una posizione contraria alla legalizzazione, ma comunque critica nei confronti della politica israeliana sulle droghe, che non fa distinzioni tra droghe leggere e droghe pesanti. Il ministro, invece avrebbe preso una posizione contraria a tutte le droghe ed avrebbe dovuto esporre i pericoli dell'uso di stupefacenti. Nei giorni passati un gruppo antidroga (Al-Sam) si era appellato all'Alta Corte per impedire lo svolgimento della manifestazione. Il gruppo aveva chiesto anche, in alternativa al bando, di limitare l'ingresso ai maggiori di 18 anni, dopo aver accuratamente delimitato l'area e creato una sorta di "fascia di sicurezza", e che la polizia fosse presente in forze "sia in uniforme che in incognito", oltre a perquisire tutti i partecipanti per mezzo di cani antidroga. Secondo Al-Sam, lo scopo dell'evento sarebbe stato quello di "mettere a repentaglio l'ordine pubblico e creare un clima adatto al consumo di droga". I giudici avevano decretato che proibire l'evento avrebbe significato violare la liberta' di espressione, affermando che "comunque la polizia avrebbe fatto il proprio dovere affinche' non venisse violata nessuna legge". Al momento dell'irruzione, erano presenti all'evento circa 2.000 persone. E' la prima volta, in sette anni, che si verificano questo tipo di problemi al "marijuana day" di Tel Aviv.

ADUC-Notiziario Droghe

_

Dieci ragioni per essere contro il Forum 2004

1. Per la speculazione

Il comune pianifica la città in funzione dei suoi interessi economici (marketing urbano) e del capitale privato, quando invece la pianificazione dovrebbe fornire soluzioni alle necessità urbanistiche e sociali della città. Possiamo intuire i loro interessi se paragoniamo la rapida ricostruzione dello spazio dove si celebrerà il Forum e il processo di riabilitazione delle zone più marginali di Barcellona.

Uno degli episodi più clamorosi è quello della ristrutturazione di La Mina, un quartiere periferico vicino al luogo dove si terrà il Forum, per cui verranno destinati solo 72 milioni di euro contro i 2300 milioni che costeranno le opere del FOrum 2004.

2. Per il modello di città

Barcellona si sta trasformando in una città turistica, di servizi e di svago.

Contestiamo il fatto che questa scelta conduca ad una sostenibilità economica, sociale ed ambientale che garantisca che i suoi abitanti possano vivere a livelli dignitosi, con una occupazione stabile, accesso alla casa, rispetto per l'ambiente... Un modello che si appresta a trasformare la città in un palcoscenico dove è impossibile vivere per la disattenzione alle necessità sociali dei suoi abitanti in favore del settore turistico, impedendo così lo sviluppo del tessuto sociale.

3. Per l'aggressione all'ambiente

E' diffile credere ad una preoccupazione per uno sviluppo ambientale sostenibile quando le costruzioni che si stanno ultimando per il Forum comportano un'enorme alterazione dell'habitat marino, cementificazioni, spreco di risorse e costruzione di enormi edifici (centri congressi, hotel...).

Allo stesso tempo, potremmo ricordare che ENDESA (impresa sponsor del Forum) è la quarta azienzda d'Europa con le maggiori emissioni di CO2.

4. Per i suoi sponsor, politici ed economici

I cofinanziatori del Forum sono il gruppo ENDESA, Telefónica, La Caixa, Toyota e El Corte Inglés,e gli sponsor, fin'ora sono IBM, Indra, Iberia, Damm, Media pro, Nestlé , Nutrexpa, Randstad, HenkeL, Leche Pascual, Coca-Cola, Roca, GL Events e AGBAR. Troviamo qui aziende ripetutamente denunciate dai consumatori e dai lavoratori per attacco all'ambiente e a popoli indigeni e immischiate nell'economia di guerra e nel neoimperialismo. Partecipare al Forum permette loro di migliorare la propria immagine, sgravi fiscali e pubblicità.

D'altra parte, come organizzatori politici troviamo anche il governo centrale, il comune di Barcellona e la Regione Catalogna. Qualcuno crede sul serio che queste istituzioni stanno dando prova di appoggiare i valori che il Forum afferma di sostenere? Per esempio possiamo parlare di Riforma del Lavoro, della legge antiterrorismo, degli sgomberi, di corruzione, privatizzazioni, della scuola, della sanità....

5. Perchè viene organizzato da quelli che rendono illegale l'immigrazione

Ci parlano di intercultura e di diritti umani e in realtà si mettono barriere all'imigrazione.

Le differenti amministrazioni che organizzano il Forum sono le responsabili dell'approvazione dell'attuale legge spagnola sull'immigrazione e di una situazione nella quale essere migrante vuol dire essere illegale.

Non ci dimentichiamo che i diversi corpi di polizia di queste istituzioni sono stati ripetutamente denunciati per maltrattamenti e atteggiamenti razzisti.

6. Perchè è appoggiato dall'economia di guerra

Il Forum non si è aggiunto alle proteste contro la guerra per non contrariare il governo statale, suo co-organizzatore. E' difficile credere che ci sia un impegno per la pace aldilà della propaganda. E non solo è appoggiato da quelli che sostengono l'economia di guerra all'estero, ma da quelli che ci aggrediscono con una guerra quotidiana con la precarietà lavorativa e un difficile accesso alla casa.

E' increscioso vedere come nei bilanci generali le spese militari aumentano, per perpetuare l'unità dello Stato e del capitale, e parallelamente decrescono le spese per le prestazioni sociali.

Per citare un altro esempio, troviamo INDRA come socio del Forum, una azienda di punta nell'industria degli armamenti; e el Corte Inglés, Iberia, La Caixa e Telefónica ceh investono in tecnologie militari.

7. Perchè è organizzato da quelli che trattano i problemi sociali con la repressione.

Il messaggio del Forum è che tutto si sistema con il dialogo, e che le amministrazioni ci forniscono canali di partecipazione di cui dobbiamo approfittare per risolvere qualsiasi problema. Tutto questo vuole nascondere una politica di controllo sociale sempre più diffusa. Ci vogliono ridurre ad un ruolo di semplici consumatori, di prodotti e di cultura, di politica e di società. E quando usciamo da questo quadro e vogliamo partecipare autonomamente, le istituzioni ci trattano come criminali e le politiche che si applicano non sono di dialogo ma di ordine pubblico. E quando facciamo notare che nella nostra società ci sono conflitti, provocati quasi sempre da situazioni di ingiustizia, la loro risposta è sempre quella poliziesca.

8. Perchè il FOrum non è partecipativo e il dialogo è solo una farsa

Gli organizzatori del Forum stanno facendo un grande sforzo di propaganda per presentarlo come una iniziativa culturale aperta a tutti e capace di compiere una critica sociale.

Parlano di democrazia partecipativa, ma il Forum è una realtà predefinita, realizzata, dialogata e pattuita dall'alto. La parteciapzione cittadina è stata dimenticata e ora ci cercano per assistere come spettatori e volontari passivi, come se avessero bisogno di legittimare il Forum con la partecipazione dei movimenti sociali.

Diverse organizzazioni sociali e di quatiere non partecipano perchè non sono state accettate dagli organizzatori le proposte che avevano avanzato.

9. Perchè per il Forum l'intercultura è il racconto delle fate della globalizzazione

Il Forum 2004 non solo non considera la cultura gitana e ha vietato la sua partecipazione ma sta emarginando molti cittadini e cittadine del quartiere nel quale si ubica.

Allo stesso tempo che intende il Forum per dicversità culturale quando reprime sia la cultura che le lingue nazionali? Sotto lil mantello dell'intercultura si nascondono le contraddizioni e le complessità della globalizzazione.

In questa maniera ENDESA, sponsor del Forum, distrugge il popolo Mapuche perchè non vuole partecipare alla sua "intercultura".

10. Perchè per loro la cultura e i valori sono una merce

Il Forum lancia un messaggio chiaro: Barcellona è la sua cultura. Quando il Forum si appella alla creatività della popolazione di Barcellona, la vende come immagine di un marchio che utilizzerà il settore turistico. Però nel fare questo svuota la cultura della politica, dello spirito critico, della creatività antagonista, della ribellione che i movimenti sociali continueranno a rivendicare. La parola cultura gli serve così per rimuovere i conflitti dalla città e, in una atto di totale ipocrisia, trsformarli in slogan turistico: Barcellona, la capitale della pace.

Non permetteremo che ci si utilizzi come figuranti di una Barcellona trasformata in un parco di divertimento che mai potrà contenere la vera diversità.

Assemblea di Resistenza al Forum 2004

barcelona.indymedia.org/newswire/display_any/67096

_

http://www.parlamento.it/parlam/leggi/04106l.htm

Legge 15 aprile 2004, n. 106 "Norme relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico"

pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 98 del 27 aprile 2004