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 == G. R. ORE 19.30 ==

''iraq''


Nel pomeriggio sei guardie irachene sono state uccise e quattro ferite per l'esplosione di un'autobomba davanti agli uffici del comune di Yathreb, a nord di Baghdad, secondo quanto ha reso noto l'esercito americano.
Questa mattina 35 persone sono morte e oltre 130 sono rimaste ferite per l'esplosione di un'autobomba in un quartiere di sud ovest di Baghdad.
L'esplosione è avvenuta all'ingresso di un centro di reclutamento del nuovo esercito iracheno. Le vittime sono tutte iracheni, in attesa di arruolarsi nelle forze dell'ordine locali per ottenere un lavoro. Le truppe americane hanno chiuso l'accesso alla zona mentre il personale medico sta ancora prestando soccorso ai feriti.



Il primo ministro iracheno Ayad Allawi ha accusato i "Paesi stranieri" di essere responsabili dell'attentato compiuto questa mattina a Baghdad. "Paesi stranieri vogliono danneggiare l'Iraq - ha detto - Mi rammarico del numero rilevante di vittime irachene ma questi atti non impediranno agli iracheni di avviarsi verso la pace e la stabilità".

L'11 febbraio scorso un'autobomba contro la stessa base ha ucciso 47 reclute. Nella notte sono stati lanciati diversi colpi di mortai, almeno sette contro la Zona verde, dove si trova il quartier generale della Coalizione. Uno di questi è caduto nel giardino dell'Hotel Palestine, dove risiedono molti occidentali, senza fare vittime o danni.
 
 
 
''Iraq. Nuove foto sui prigionieri iracheni nel carcere di Nassirya: le scattarono i Carabinieri''


L'Unac, Unione Nazionale Arma carabiniere, pubblica oggi sul suo sito internet, all'indirizzo www.unionecarabinieri.it, alcune fotografie inedite che testimoniano il trattamento subito da cittadini iracheni in stato di fermo o appena arrestati.

Le fotografie sono state consegnate da alcuni carabinieri appena rientrati in Italia dall'Iraq.

Gli iracheni ritratti nelle immagini sono stati succesivamente rinchiusi nel carcere di Nassirya. Le foto testimoniano il "particolare trattamento a cui venivano sottoposti i fermati ed arrestati, poi rinchiusi nel carcere di Nassirya e sulle cui condizioni, come da altrettanto foto quivi pubblicate non vi erano dubbi. Tutti sapevano e tutto avveniva anche alla presenza di italiani che vedevano e riferivano a Roma", dice il sito dell'Unione Carabinieri.

Le immagini mostrano anche le terribili condizioni in cui versavano i prigionieri nel carcere di Nassirya. Gli autori delle fotografie, tutti carabinieri, le hanno consegnate all'Unca e, afferma l'Unione, le hanno "certamente inviate anche ai comandi arma e difesa in Italia. Si denota un ammassamento in situazioni igieniche precarie, con segni di torture sui detenuti".


''Irak''

Oggi è l'ultimo giorno di inchiesta della commissine indipendente sull'Irak, che già ieri ha rivelato la totale assenza di legami tra Saddam Hussein e al quaeda nella preparazione degli attacchi dell'11 settembre. L'amminstrazione Bush, già messa in difficoltà da queste dichiasrzioni, deve anche fare i conti con la sempre crewscente sfiducia nei confronti dell'intellignece Usa. Secondo quanto ripoprtato oggi da un quotidiano, i servizi americani d'intelligence scambiarono numerosi pollai per depositi di missili Scud nell'analizzare le foto scattate dai satelliti sull'Iraq. Sulla base di queste notizie sbagliate, gli ispettori dell'Onu esaminarono una serie di allevamenti di polli senza naturalmente trovare nulla di sospetto. A ricordo di quella caccia inutile, un gruppo di esperti d'armamenti delle Nazioni Unite si fece fare una serie di magliette con la scritta: Ballistic Chicken Farm Inspection Team (squadra d'ispezione di allevamenti balistici di polli). Lo ha raccontato un ex ispettore Onu in Iraq al Los Angeles Times.


Il New York Times ha chiesto oggi al presidente George Bush di ''scusarsi con il popolo americano'' per avergli fatto credere all'esistenza di un legame fra al Qaeda e il regime iracheno di Saddam Hussein. All'indomani della diffusione del rapporto della commissione sull'11 settembre, che nega qualsiasi collegamento fra il deposto regime di Baghdad e l'organizzazione di Osama Bin Laden, il quotidiano attacca George Bush con un duro editoriale dal titolo ''The plain truth'', la semplice verita'. Di tutti i modi con i quali Bush ha cercato di persuadere gli americani a sostenere l'invasione dell'Iraq questo e' stato ''il piu' disonesto''- afferma il quotidiano- se e' possibile che Bush e i suoi consiglieri credessero veramente all'esistenza di armi proibite in Iraq, ''dovevano sapere che non vi era un legame fra l'Iraq e al Qaeda: nessun serio analista d'intelligence credeva all'esistenza di questa connessione''.

''Non si tratta soltanto della credibilita' del presidente'', afferma il quotidiano, secondo il quale il conflitto in Iraq ha sottratto risorse militari e d'intelligence alla guerra contro il terrorismo in Afghanistan. Bush e' responsabile degli atti della sua amministrazione e cio' comprende l'aver fatto credere al legame fra Al Qaeda e l'Iraq - afferma il giornale - ''Vi sono due spiacevoli alternative: o Bush sapeva di non dire la verita', oppure ha una capacita di auto inganno politicamente motivata che e' terrificante nel mondo post 11 settembre''. Nell'editoriale, il New York Times ricorda che ancora lunedi' il vice presidente Dick Cheney ha accusato Saddam Hussein di ''legami di lunga data con al Qaeda''. Bush ha poi aggiunto che ''la miglior prova'' in proposito era la presenza in Iraq del terrorista Abu Musab al Zarqawi. Ma il direttore della Cia, George Tenet, aveva detto quest'anno in Senato che Zarqawi non lavorava assieme al regime di Saddam.



''Diritti umani''

L'organizzazione Human Rights Watch ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di revocare norme del cosiddetto "Patriot Act", un pacchetto di misure d'emergenza approvato dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Le eccezionali misure di sicurezza hanno provocato detenzioni arbitrarie (circa 1.200 persone) e violazioni dei diritti umani, ha sostenuto il direttore dell'Organizzazione, Wendy Patten. "Le retate di immigrati fatte del governo Usa dopo gli attentati dell'11 settembre sono state accompagnate da abusi", ha aggiunto la Patten. La legge di revoca deve occuparsi "di un ampio ventaglio di violazioni dei diritti che sono accadute dopo l'11 settembre...oltre 760 persone prive della cittadinanza Usa sono state arrestate per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione, mentre altre sono state arrestate come testimoni oppure per accuse che non hanno niente a che vedere con l'11 settembre". La nuova legge deve garantire "i dovuti processi per le persone detenute per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione. Deve garantire la notifica dei capi d'accusa nei tempi di legge, assicurare giuste decisioni basate su fatti accertati in ogni singolo caso e mettere fine agli arresti segreti", cioe' alle detenzioni di persone di cui non si rivela neanche il nome o il luogo di detenzione.


''Iran''

L'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha ammesso di avere riferito erroneamente che l'Iran aveva taciuto informazioni alle Nazioni Unite sull'importazione di parti per la costruzione di una centrifuga utilizzabile anche per l'arricchimento dell'uranio. Lo ha reso noto l'agenzia Onu cui spetta il controllo degli accordi internazionali in materia di nucleare. Il governo di Teheran aveva ribadito oggi che non avrebbe accettato una risoluzione che contenesse affermazioni false, come quelle sopra riportate. Gli Usa avevano invece cercato di spingere affinchè venisse avvolarata l'ipotesi di mancata collaborazione per chiedere l'applicazione di sanzione e il deferimento della questione al consiglio di sicurezza

''Palestina''

Un palestinese ferito ieri a Jenin nel corso di un'operazione di cattura di ricercati da parte di un' unita' in borghese dell' esercito israeliano e' morto oggi. Lo hanno riferito fonti palestinesi, senza fornire altri particolari. E almeno tre palestinesi sono rimasti feriti a causa dei colpi di arma da fuoco esplosi al loro indirizzo da soldati israeliani nl corso di nuovi scontri a Nablus, in Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti del Centro Internazionale d'Informazione sul Medio Oriente, un'organizzazione umanitaria. Dal canto suo l'Esercito ebraico, che non ha commentato la notizia del triplice ferimento, ha reso noto che in altre zone della stessa Cisgiordania sono stati compiuti diversi rastrellamenti alla ricerca di estremisti: nove persone, per lo piu' attivisti della Jihad Islamica, sono state catturate nei villaggi di Toubas, di Fahma e in ulteriori localita' dei distretti di Tulkarem e di Betlemme. Quattro civili palestinesi sono inoltre stati arrestati a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza. Nei pressi dell' insediamento urbano ebraico di Ariel, in Cisgiordania, sono intanto riprese stamane le manifestazioni di protesta di palestinesi e di pacifisti israeliani contro la barriera che Israele ha cominciato a costruire tra Ariel e il villaggio palestinese di Salfit.

''Nigeria''

Il colosso petrolifero Shell ha riconosciuto per la prima volta che le sue politiche in questi anni in Nigeria hanno favorito il clima di instabilita' e la guerra permanente che insanguina le comunita' locali Ijaw e Itsekiri. Un manager della compagnia, Emmanuel Etomi, ha assicurato solenne che la Shell cambiera' atteggiamenti nei rapporti con le autorita' nigeriane e con la popolazione civile. Le dichiarazioni della Shell, riportate da ?WarNews <http://www.warnews.it/index.php/content/view/944/29/>, seguono le conclusioni di un rapporto commissionato dalla stessa multinazionale e redatto da tre esperti indipendenti, in cui si approfondiscono i legami tra la condotta del colosso anglo-olandese nella regione ed il conflitto permanente nella regione del Delta. Il rapporto non e' stato pubblicato integralmente, sono disponibili solo alcuni stralci sul sito web della compagnia. Le conclusioni del rapporto accusano comunque pesantemente la Shell: dalla corruzione di funzionari e capi delle comunita' locali, al sostegno alle milizie armate perche' proteggano i pozzi petroliferi fino al pesante ruolo avuto dalla Shell nel decennio passato sia nella repressione della rivolta degli Ogoni condotta brutalmente dall'esercito sia nella morte dello scrittore Ken Saro-Wiwa. Un passato scomodo che ora i vertici della multinazionale tentano di scrollarsi di dosso. La Shell ha anche smentito le voci che la vedrebbero ritirarsi dal mercato nigeriano entro il 2008, come previsto dallo stesso rapporto degli esperti. La compagnia cambiera' politica e destinera' piu' fondi a programmi di sviluppo e alla tutela ambientale ma non abbandonera' il paese, che fornisce circa il 10% della produzione del colosso petrolifero.

''Messico''

Il Messico ha presentato una protesta ufficiale al Dipartimento di Stato americano per i numerosi arresti di immigrati clandestini, in grande maggioranza messicani, in recenti grosse retate di polizia, soprattutto nello Stato della California; lo ha comunicato oggi il portavoce dell’ambasciata messicana a Washington, Miguel Monterrubio. Dal 4 giugno scorso le forze dell’ordine nello Stato californiano - di cui è governatore l’ex-attore hollywoodiano Arnold Schwarzenegger per il partito repubblicano – hanno condotto una serie di operazioni contro l’immigrazione clandestina nei distretti delle città di Los Angeles, San Bernardino Riverside, San Diego, Ontario Corona e Escondito, dove sembra che, in particolare nelle prime quattro località, non c’erano stati analoghi interventi della polizia negli ultimi quattro anni. La stampa del Paese latino-americano segnala che sono stati arrestati complessivamente 410 clandestini messicani, 283 dei quali hanno firmato un foglio di via ‘volontario’ e almeno 32 sono al momento assistiti da organizzazioni dei diritti civili; espulsi anche tre guatemaltechi e due salvadoregni. Le associazioni, riunitesi in una coalizione che comprende sigle come la ‘Lega dei cittadini latinoamericani uniti’ e la ‘Fratellanza messicana nazionale’, hanno annunciato azioni di protesta per il rilascio degli arrestati. Oggi il presidente del Messico Vicente Fox inizia un visita di più giorni negli Stati Uniti con l’obiettivo di rafforzare i rapporti economici tra le due nazioni e per migliorare i rapporti con singoli Stati della confederazione statunitense nell’ottica di una maggiore integrazione, soprattutto lavorativa, degli immigrati messicani, anche clandestini. “Il Messico ha difeso e difenderà sempre, in maniera categorica, il rispetto dei suoi diritti, tutti i diritti – ha detto il presidente Fox, oggi citato dalla stampa messicana - Mai accetteremo discriminazioni contro i nostri connazionali”. Il portavoce dell’ambasciata ha reso noto che i consolati messicani negli Usa hanno avuto l’ordine di verificare che i propri cittadini non subiscano abusi. Alcuni osservatori politici segnalano la crescente influenza della diaspora messicana negli Usa nella politica interna messicana: si parla infatti da anni di concedere il voto all’estero agli immigrati, di cui ben 25 milioni sono presenti negli Stati Uniti, meno della metà con regolare permesso.

''Ecuador''

Alcune migliaia di alunni di sette scuole pubbliche ecuadoriane hanno marciato verso il palazzo presidenziale per chiedere al capo dello Stato, Lucio Gutiérrez, lo stanziamento immediato di fondi per pagare i conti dei servizi pubblici dei loro istituti. Molti allievi di queste scuole hanno lamentato davanti alle telecamere delle televisioni di Quito la mancanza di acqua ed elettricità negli istituti, cosa che mette gravemente a rischio lo svolgimento delle attività disciplinari. Il governo, dopo aver protestato per l’uso contrario alla legge di “bambine e bambini minori e adolescenti in spettacoli o programmi di proselitismo politico”, ha assicurato attraverso un comunicato stampa che stanzierà presto l’equivalente di circa 550.000 euro per pagare i consumo di elettricità in 70 scuole pubbliche della provincia di Pichincha e nella stessa capitale Quito. Il presidente dell’Unoine nazionale degli educatori (Une), Ernesto Castello, ha confermato che equivale ad almeno 450-500.000 euro l’equivalente di cui hanno bisogno le scuole della regione per pagare i debiti accumulati negli anni con le imprese elettriche.





''USA:CAUSE CONTRO OSPEDALI,PENALIZZANO PERSONE NON ASSICURATE''
 Si profila l'apertura di un nuovo capitolo nella stagione degli scandali che, da un paio di anni, pesa sull'economia statunitense. A finire al centro delle critiche e di azioni legali sono diversi ospedali americani i quali - pur rientrando per statuto nel novero degli enti non profit - sembrano invece approfittare, in maniera irregolare, dei pagamenti dovuti loro da pazienti non assicurati. Secondo quanto contenuto in alcune cause civili aperte da singoli avvocati ai danni di nosocomi delle aree metropolitane di Chicago, Atlanta e Minneapolis, gli ospedali avrebbero violato la loro condizione di enti non a fine di lucro facendo pagare a pazienti privi di assicurazione sanitaria cifre esorbitanti - addirittura superiori a quelle dei pazienti dotati di assicurazione - per le prestazioni mediche loro fornite. Comportamento contestato in sede legale - e subito rimbalzato su quotidiano come New York Times e Wall Street Journal - considerato dagli avvocati come altamente lesivo. In qualita' di organizzazioni non profit, infatti, gli ospedali godono di agevolazioni fiscali ed altri benefit le quali dovrebbero determinare l'obbligo - da parte delle strutture sanitarie medesime - di fornire assistenza medica a prezzi affrontabili dall'utenza, soprattutto da quella non assicurata e in maggiori difficolta' economiche.


''Eta''

La polizia francese ha arrestato almeno otto persone sospettate di essere appartenenti al gruppo basco Eta, in una serie di raid condotti in tre regioni diverse della Francia. Le operazioni sono avvenute nella regione centrale del Limoges, e nella Sarthe e Maine-et-Loire, situate più a nord. Gli inquirenti non hanno rivelato né i nomi né la nazionalità delle persone arrestate. I militanti dell'Eta, gruppo che combatte per l'indipendenza del Paese basco dal resto della Spagna, sono soliti fin dagli anni '60 ad oltrepassare il confine verso le regioni meridionali della Francia, per rifugiarsi dalla polizia spagnola. Da diversi anni le autorità spagnole e francesi hanno intrapreso uno stretto regime di cooperazione per catturare i militanti; l'annuncio odierno è inusuale perché suggerisce che le attività dell'Eta si siano espanse anche più a nord delle regioni immediatamente confinanti della Francia. L'Eta è stata inclusa ufficialmente nelle liste delle organizzazioni terroristiche degli Stati Uniti e dell'Unione europea, come ricompensa al governo aznar per il suo sotegno alla guerra in irak.



italia

''G8. Il comune di Genova parte civile per la Diaz?''
17 giugno 2004
Il comune di Genova potrebbe costituirsi parte civile per i danni subiti durante l'irruzione delle forze dell'ordine alla scuola Diaz la notte del 21 luglio 2001. Lo ha dichiarato il sindaco Giuseppe Pericu sostenendo che l'ipotesi verrà sottoposta all'avvocato del comune per valutare se sia possibile la costituzione di parte civile. In ogni caso il primo cittadino genovese ha specificato che i danni subiti dal comune di Genova durante il blitz ammontano soltanto a quelli di due personal computer che si trovavano nel centro stampa del Genoa social forum: "Noi eravamo proprietari solo di alcuni computer alla scuola Pascoli-Diaz, e nel rinvio a giudizio firmato dai pm il danneggiamento dei computer è attribuito solo a due commissari di polizia. Il nostro orientamento - ha proseguito il sindaco - è per la richiesta esclusivamente dei danni materiali e non di quelli morali. Tanto più che non riteniamo che l'immagine di Genova sia da collegare agli avvenimenti del G8". Il sindaco ha anche sottolineato come durante la giunta si sia deciso di dare accoglienza alle parti lese che verranno a Genova per il processo ai poliziotti della Diaz: "Ci sembra giusto per Genova - ha concluso Pericu - che persone che sono venute qui per manifestare e hanno subito dei danni ricevano un minimo di accoglienza". L'udienza davanti al giudice per le udienze preliminari per la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei funzionari di polizia implicati nel blitz alla Diaz è in programma il 26 giugno prossimo.





''MESOTELIOMA 1980-2003 SONO I DATI FORNITI DA CENTRO PUGLIA REGISTRO MESOTELIOMI''
 - Tra il 1980 e il 2003 il Centro operativo regionale Puglia del Registro nazionale mesoteliomi ha registrato a Bari 54 casi di mesotelioma riconducibili ad esposizione professionale, in particolare fra ex dipendenti e familiari della Fibronit di Bari, la vecchia fabbrica di amianto chiusa a meta' degli anni Ottanta e che custodisce tuttora al suo interno centinaia di tonnellate di manufatti in cemento-amianto. Altri 3 casi - sempre secondo la rilevazione del Registro mesoteliomi - per esposizione domestica e 31 per esposizione ambientale. Secondo la Consulta cittadina delle associazioni per l' emergenza ambientale, invece, i morti accertati per contaminazione da amianto della Fibronit sono sinora 201, il 70% dei quali operai della ex fabbrica e il 30% cittadini residenti nei quartieri a ridosso della zona in cui si trovano i capannoni industriali, a poca distanza dal centro di Bari. Dai dati del Registro nazionale Mesoteliomi-Centro operativo Puglia, che erano stati richiesti dall' assessorato all' Ambiente del Comune di Bari, emerge che dal 1980 sino al 31 dicembre 2003 i casi di mesotelioma sono stati complessivamente 119.

 ''morto sul lavoro''

Martedì 15 giugno alle ore 15.10, nell’acciaieria Lucchini di Piombino a causa di una scarica elettrica da 380 volt è morto l’operaio Giancarlo Frangioni, di 48 anni, residente a Piombino. Lascia moglie e due figli.

L’operaio era dipendente della ditta Bertocci, che ha circa 80 dipendenti, e che è una delle ditte che lavorano in appalto all’interno dell’acciaieria. L’operaio, mentre allacciava un “cappellone” (luce portatile di grossa entità che si trova all’interno del convertitore), ad una presa a voltaggio 380 è rimasto fulminato dalla scarica. La Magistratura ha posto sotto sequestro l’impianto in cui lavorava la ditta. I lavoratori delle acciaierie di Piombino hanno deciso scioperi di protesta immediata nei diversi turni e uno sciopero, il giorno dei funerali, con data ancora da stabilire. I dipendenti dell’acciaieria, alle dirette dipendenze della Lucchini, sono 2.094, mentre i lavoratori delle ditte esterne sono 1.400. Negli ultimi 5 anni, in questa acciaieria, sono morti per incidenti sul lavoro 7 operai, di cui 6 dipendenti di ditte appaltatrici. L’ultimo grave infortunio, non mortale, alle acciaierie di Piombino, risale a giovedì 10 giugno ultimo scorso, quando un lavoratore della ditta Sifi di Taranto (circa l’80% delle ditte appaltatrici proviene da Taranto), è caduto all’interno del convertitore, dopo un volo di 10 metri ed ha riportato fratture su diverse parti del corpo. E’ ricoverato in gravi condizioni, anche se non è in pericolo di vita.

Gli orari di lavoro nelle ditte d’appalto sono totalmente fuori controllo. Le ditte di trasfertisti (Taranto), tendono a lavorare una quantità altissima di ore, anche senza giornate di riposo infrasettimanali, nei periodi in cui sono in trasferta, questo al fine di accelerare i lavori e il rientro.


Circa duecento richiedenti asilo e rifugiati provenienti dalla regione del Darfur nel Sudan occidentale, insieme a richiedenti asilo eritrei ed etiopici con i quali – in più di trecento - alloggiano ai magazzini occupati dietro la stazione Tiburtina, hanno manifestato oggi davanti a Montecitorio per richiamare l’attenzione del Parlamento e del Governo italiano sul genocidio in atto da parte del Governo di Khartoum e delle milizie filogovernative Janjaeewd ai danni della popolazione civile. La discussione prevista per oggi in Commissione Esteri di una interrogazione sul Darfur è stata rimandata, ma i rifugiati hanno avuto modo di incontrare diversi giornalisti di varie testate e agenzie di stampa, ai quali hanno raccontato del milione di sfollati interni, dei centomila rifugiati nel confinante Ciad, delle uccisioni indiscriminate di civili e degli stupri di massa, e delle espulsioni ricevute da alcuni sudanesi provenienti dal Darfur, sbarcati a Lampedusa il 2 giugno scorso, ai quali è stata di fatto negata la possibilità di presentare domanda di asilo.

presidio oggi alle due a Montecitorio, in occasione della presentazione di un'interrogazione parlamentare sulla situazione in sudan e sulal questione dei rifugiati sudanesi in Italia.
Bianca, del coordinamento rifugiati sudanesi della Tiburtina.

''elettrosmog''

Battaglia contro l'installazione di un'antenna a via Monti Parioli. Cittadini bloccano la strada per ore e alla fine hanno la meglio. La polizia dispone la sospensione del cantiere per motivi di ordine pubblico. I cittadini: "Il Comune di Roma ha autorizzato l'installazione senza un parere aggiornato dell'ARPA Lazio, vista la nuova documentazione tecnica presentata dalla compagnia telefonica."

La vicenda ha inizio nel 2003 quando la compagnia H3G ottiene un parere dell'ARPA per l'installazione di una stazione radio base sul condominio di via Monti Parioli 45-47. I cittadini si mobilitano e presentano un ricorso al TAR del Lazio e uno d'urgenza al tribunale civile di Roma.
A distanza di un anno intanto, in base ai racconti dei cittadini che hanno contattato il Coordinamento comitati Roma Nord, la compagnia telefonica avrebbe effettuato delle varianti al progetto iniziale e presentato nel mese di aprile 2004 una nuova richiesta al IX° dipartimento del Comune di Roma.
Senza aspettare il relativo parere aggiornato dell'ARPA Lazio, il Comune avrebbe autorizzato. Da qui è scattata la protesta di un centinaio di cittadini che hanno deciso di scendere in strada da stamattina e bloccare l'inizio dei lavori.
La Polizia ha deciso di sospendere il cantiere per motivi di ordine pubblico. In questo momento i cittadini del quartiere sono in assemblea.

Coordinamento dei Comitati di Roma Nord




 




  • == G. R. ORE 19.30 ==

iraq

Nel pomeriggio sei guardie irachene sono state uccise e quattro ferite per l'esplosione di un'autobomba davanti agli uffici del comune di Yathreb, a nord di Baghdad, secondo quanto ha reso noto l'esercito americano. Questa mattina 35 persone sono morte e oltre 130 sono rimaste ferite per l'esplosione di un'autobomba in un quartiere di sud ovest di Baghdad. L'esplosione è avvenuta all'ingresso di un centro di reclutamento del nuovo esercito iracheno. Le vittime sono tutte iracheni, in attesa di arruolarsi nelle forze dell'ordine locali per ottenere un lavoro. Le truppe americane hanno chiuso l'accesso alla zona mentre il personale medico sta ancora prestando soccorso ai feriti.

Il primo ministro iracheno Ayad Allawi ha accusato i "Paesi stranieri" di essere responsabili dell'attentato compiuto questa mattina a Baghdad. "Paesi stranieri vogliono danneggiare l'Iraq - ha detto - Mi rammarico del numero rilevante di vittime irachene ma questi atti non impediranno agli iracheni di avviarsi verso la pace e la stabilità".

L'11 febbraio scorso un'autobomba contro la stessa base ha ucciso 47 reclute. Nella notte sono stati lanciati diversi colpi di mortai, almeno sette contro la Zona verde, dove si trova il quartier generale della Coalizione. Uno di questi è caduto nel giardino dell'Hotel Palestine, dove risiedono molti occidentali, senza fare vittime o danni.

Iraq. Nuove foto sui prigionieri iracheni nel carcere di Nassirya: le scattarono i Carabinieri

L'Unac, Unione Nazionale Arma carabiniere, pubblica oggi sul suo sito internet, all'indirizzo www.unionecarabinieri.it, alcune fotografie inedite che testimoniano il trattamento subito da cittadini iracheni in stato di fermo o appena arrestati.

Le fotografie sono state consegnate da alcuni carabinieri appena rientrati in Italia dall'Iraq.

Gli iracheni ritratti nelle immagini sono stati succesivamente rinchiusi nel carcere di Nassirya. Le foto testimoniano il "particolare trattamento a cui venivano sottoposti i fermati ed arrestati, poi rinchiusi nel carcere di Nassirya e sulle cui condizioni, come da altrettanto foto quivi pubblicate non vi erano dubbi. Tutti sapevano e tutto avveniva anche alla presenza di italiani che vedevano e riferivano a Roma", dice il sito dell'Unione Carabinieri.

Le immagini mostrano anche le terribili condizioni in cui versavano i prigionieri nel carcere di Nassirya. Gli autori delle fotografie, tutti carabinieri, le hanno consegnate all'Unca e, afferma l'Unione, le hanno "certamente inviate anche ai comandi arma e difesa in Italia. Si denota un ammassamento in situazioni igieniche precarie, con segni di torture sui detenuti".

Irak

Oggi è l'ultimo giorno di inchiesta della commissine indipendente sull'Irak, che già ieri ha rivelato la totale assenza di legami tra Saddam Hussein e al quaeda nella preparazione degli attacchi dell'11 settembre. L'amminstrazione Bush, già messa in difficoltà da queste dichiasrzioni, deve anche fare i conti con la sempre crewscente sfiducia nei confronti dell'intellignece Usa. Secondo quanto ripoprtato oggi da un quotidiano, i servizi americani d'intelligence scambiarono numerosi pollai per depositi di missili Scud nell'analizzare le foto scattate dai satelliti sull'Iraq. Sulla base di queste notizie sbagliate, gli ispettori dell'Onu esaminarono una serie di allevamenti di polli senza naturalmente trovare nulla di sospetto. A ricordo di quella caccia inutile, un gruppo di esperti d'armamenti delle Nazioni Unite si fece fare una serie di magliette con la scritta: Ballistic Chicken Farm Inspection Team (squadra d'ispezione di allevamenti balistici di polli). Lo ha raccontato un ex ispettore Onu in Iraq al Los Angeles Times.

Il New York Times ha chiesto oggi al presidente George Bush di scusarsi con il popolo americano per avergli fatto credere all'esistenza di un legame fra al Qaeda e il regime iracheno di Saddam Hussein. All'indomani della diffusione del rapporto della commissione sull'11 settembre, che nega qualsiasi collegamento fra il deposto regime di Baghdad e l'organizzazione di Osama Bin Laden, il quotidiano attacca George Bush con un duro editoriale dal titolo The plain truth, la semplice verita'. Di tutti i modi con i quali Bush ha cercato di persuadere gli americani a sostenere l'invasione dell'Iraq questo e' stato il piu' disonesto- afferma il quotidiano- se e' possibile che Bush e i suoi consiglieri credessero veramente all'esistenza di armi proibite in Iraq, dovevano sapere che non vi era un legame fra l'Iraq e al Qaeda: nessun serio analista d'intelligence credeva all'esistenza di questa connessione.

Non si tratta soltanto della credibilita' del presidente, afferma il quotidiano, secondo il quale il conflitto in Iraq ha sottratto risorse militari e d'intelligence alla guerra contro il terrorismo in Afghanistan. Bush e' responsabile degli atti della sua amministrazione e cio' comprende l'aver fatto credere al legame fra Al Qaeda e l'Iraq - afferma il giornale - Vi sono due spiacevoli alternative: o Bush sapeva di non dire la verita', oppure ha una capacita di auto inganno politicamente motivata che e' terrificante nel mondo post 11 settembre. Nell'editoriale, il New York Times ricorda che ancora lunedi' il vice presidente Dick Cheney ha accusato Saddam Hussein di legami di lunga data con al Qaeda. Bush ha poi aggiunto che la miglior prova in proposito era la presenza in Iraq del terrorista Abu Musab al Zarqawi. Ma il direttore della Cia, George Tenet, aveva detto quest'anno in Senato che Zarqawi non lavorava assieme al regime di Saddam.

Diritti umani

L'organizzazione Human Rights Watch ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di revocare norme del cosiddetto "Patriot Act", un pacchetto di misure d'emergenza approvato dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Le eccezionali misure di sicurezza hanno provocato detenzioni arbitrarie (circa 1.200 persone) e violazioni dei diritti umani, ha sostenuto il direttore dell'Organizzazione, Wendy Patten. "Le retate di immigrati fatte del governo Usa dopo gli attentati dell'11 settembre sono state accompagnate da abusi", ha aggiunto la Patten. La legge di revoca deve occuparsi "di un ampio ventaglio di violazioni dei diritti che sono accadute dopo l'11 settembre...oltre 760 persone prive della cittadinanza Usa sono state arrestate per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione, mentre altre sono state arrestate come testimoni oppure per accuse che non hanno niente a che vedere con l'11 settembre". La nuova legge deve garantire "i dovuti processi per le persone detenute per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione. Deve garantire la notifica dei capi d'accusa nei tempi di legge, assicurare giuste decisioni basate su fatti accertati in ogni singolo caso e mettere fine agli arresti segreti", cioe' alle detenzioni di persone di cui non si rivela neanche il nome o il luogo di detenzione.

Iran

L'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha ammesso di avere riferito erroneamente che l'Iran aveva taciuto informazioni alle Nazioni Unite sull'importazione di parti per la costruzione di una centrifuga utilizzabile anche per l'arricchimento dell'uranio. Lo ha reso noto l'agenzia Onu cui spetta il controllo degli accordi internazionali in materia di nucleare. Il governo di Teheran aveva ribadito oggi che non avrebbe accettato una risoluzione che contenesse affermazioni false, come quelle sopra riportate. Gli Usa avevano invece cercato di spingere affinchè venisse avvolarata l'ipotesi di mancata collaborazione per chiedere l'applicazione di sanzione e il deferimento della questione al consiglio di sicurezza

Palestina

Un palestinese ferito ieri a Jenin nel corso di un'operazione di cattura di ricercati da parte di un' unita' in borghese dell' esercito israeliano e' morto oggi. Lo hanno riferito fonti palestinesi, senza fornire altri particolari. E almeno tre palestinesi sono rimasti feriti a causa dei colpi di arma da fuoco esplosi al loro indirizzo da soldati israeliani nl corso di nuovi scontri a Nablus, in Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti del Centro Internazionale d'Informazione sul Medio Oriente, un'organizzazione umanitaria. Dal canto suo l'Esercito ebraico, che non ha commentato la notizia del triplice ferimento, ha reso noto che in altre zone della stessa Cisgiordania sono stati compiuti diversi rastrellamenti alla ricerca di estremisti: nove persone, per lo piu' attivisti della Jihad Islamica, sono state catturate nei villaggi di Toubas, di Fahma e in ulteriori localita' dei distretti di Tulkarem e di Betlemme. Quattro civili palestinesi sono inoltre stati arrestati a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza. Nei pressi dell' insediamento urbano ebraico di Ariel, in Cisgiordania, sono intanto riprese stamane le manifestazioni di protesta di palestinesi e di pacifisti israeliani contro la barriera che Israele ha cominciato a costruire tra Ariel e il villaggio palestinese di Salfit.

Nigeria

Il colosso petrolifero Shell ha riconosciuto per la prima volta che le sue politiche in questi anni in Nigeria hanno favorito il clima di instabilita' e la guerra permanente che insanguina le comunita' locali Ijaw e Itsekiri. Un manager della compagnia, Emmanuel Etomi, ha assicurato solenne che la Shell cambiera' atteggiamenti nei rapporti con le autorita' nigeriane e con la popolazione civile. Le dichiarazioni della Shell, riportate da ?WarNews <http://www.warnews.it/index.php/content/view/944/29/>, seguono le conclusioni di un rapporto commissionato dalla stessa multinazionale e redatto da tre esperti indipendenti, in cui si approfondiscono i legami tra la condotta del colosso anglo-olandese nella regione ed il conflitto permanente nella regione del Delta. Il rapporto non e' stato pubblicato integralmente, sono disponibili solo alcuni stralci sul sito web della compagnia. Le conclusioni del rapporto accusano comunque pesantemente la Shell: dalla corruzione di funzionari e capi delle comunita' locali, al sostegno alle milizie armate perche' proteggano i pozzi petroliferi fino al pesante ruolo avuto dalla Shell nel decennio passato sia nella repressione della rivolta degli Ogoni condotta brutalmente dall'esercito sia nella morte dello scrittore Ken Saro-Wiwa. Un passato scomodo che ora i vertici della multinazionale tentano di scrollarsi di dosso. La Shell ha anche smentito le voci che la vedrebbero ritirarsi dal mercato nigeriano entro il 2008, come previsto dallo stesso rapporto degli esperti. La compagnia cambiera' politica e destinera' piu' fondi a programmi di sviluppo e alla tutela ambientale ma non abbandonera' il paese, che fornisce circa il 10% della produzione del colosso petrolifero.

Messico

Il Messico ha presentato una protesta ufficiale al Dipartimento di Stato americano per i numerosi arresti di immigrati clandestini, in grande maggioranza messicani, in recenti grosse retate di polizia, soprattutto nello Stato della California; lo ha comunicato oggi il portavoce dell’ambasciata messicana a Washington, Miguel Monterrubio. Dal 4 giugno scorso le forze dell’ordine nello Stato californiano - di cui è governatore l’ex-attore hollywoodiano Arnold Schwarzenegger per il partito repubblicano – hanno condotto una serie di operazioni contro l’immigrazione clandestina nei distretti delle città di Los Angeles, San Bernardino Riverside, San Diego, Ontario Corona e Escondito, dove sembra che, in particolare nelle prime quattro località, non c’erano stati analoghi interventi della polizia negli ultimi quattro anni. La stampa del Paese latino-americano segnala che sono stati arrestati complessivamente 410 clandestini messicani, 283 dei quali hanno firmato un foglio di via ‘volontario’ e almeno 32 sono al momento assistiti da organizzazioni dei diritti civili; espulsi anche tre guatemaltechi e due salvadoregni. Le associazioni, riunitesi in una coalizione che comprende sigle come la ‘Lega dei cittadini latinoamericani uniti’ e la ‘Fratellanza messicana nazionale’, hanno annunciato azioni di protesta per il rilascio degli arrestati. Oggi il presidente del Messico Vicente Fox inizia un visita di più giorni negli Stati Uniti con l’obiettivo di rafforzare i rapporti economici tra le due nazioni e per migliorare i rapporti con singoli Stati della confederazione statunitense nell’ottica di una maggiore integrazione, soprattutto lavorativa, degli immigrati messicani, anche clandestini. “Il Messico ha difeso e difenderà sempre, in maniera categorica, il rispetto dei suoi diritti, tutti i diritti – ha detto il presidente Fox, oggi citato dalla stampa messicana - Mai accetteremo discriminazioni contro i nostri connazionali”. Il portavoce dell’ambasciata ha reso noto che i consolati messicani negli Usa hanno avuto l’ordine di verificare che i propri cittadini non subiscano abusi. Alcuni osservatori politici segnalano la crescente influenza della diaspora messicana negli Usa nella politica interna messicana: si parla infatti da anni di concedere il voto all’estero agli immigrati, di cui ben 25 milioni sono presenti negli Stati Uniti, meno della metà con regolare permesso.

Ecuador

Alcune migliaia di alunni di sette scuole pubbliche ecuadoriane hanno marciato verso il palazzo presidenziale per chiedere al capo dello Stato, Lucio Gutiérrez, lo stanziamento immediato di fondi per pagare i conti dei servizi pubblici dei loro istituti. Molti allievi di queste scuole hanno lamentato davanti alle telecamere delle televisioni di Quito la mancanza di acqua ed elettricità negli istituti, cosa che mette gravemente a rischio lo svolgimento delle attività disciplinari. Il governo, dopo aver protestato per l’uso contrario alla legge di “bambine e bambini minori e adolescenti in spettacoli o programmi di proselitismo politico”, ha assicurato attraverso un comunicato stampa che stanzierà presto l’equivalente di circa 550.000 euro per pagare i consumo di elettricità in 70 scuole pubbliche della provincia di Pichincha e nella stessa capitale Quito. Il presidente dell’Unoine nazionale degli educatori (Une), Ernesto Castello, ha confermato che equivale ad almeno 450-500.000 euro l’equivalente di cui hanno bisogno le scuole della regione per pagare i debiti accumulati negli anni con le imprese elettriche.

USA:CAUSE CONTRO OSPEDALI,PENALIZZANO PERSONE NON ASSICURATE

  • Si profila l'apertura di un nuovo capitolo nella stagione degli scandali che, da un paio di anni, pesa sull'economia statunitense. A finire al centro delle critiche e di azioni legali sono diversi ospedali americani i quali - pur rientrando per statuto nel novero degli enti non profit - sembrano invece approfittare, in maniera irregolare, dei pagamenti dovuti loro da pazienti non assicurati. Secondo quanto contenuto in alcune cause civili aperte da singoli avvocati ai danni di nosocomi delle aree metropolitane di Chicago, Atlanta e Minneapolis, gli ospedali avrebbero violato la loro condizione di enti non a fine di lucro facendo pagare a pazienti privi di assicurazione sanitaria cifre esorbitanti - addirittura superiori a quelle dei pazienti dotati di assicurazione - per le prestazioni mediche loro fornite. Comportamento contestato in sede legale - e subito rimbalzato su quotidiano come New York Times e Wall Street Journal - considerato dagli avvocati come altamente lesivo. In qualita' di organizzazioni non profit, infatti, gli ospedali godono di agevolazioni fiscali ed altri benefit le quali dovrebbero determinare l'obbligo - da parte delle strutture sanitarie medesime - di fornire assistenza medica a prezzi affrontabili dall'utenza, soprattutto da quella non assicurata e in maggiori difficolta' economiche.

Eta

La polizia francese ha arrestato almeno otto persone sospettate di essere appartenenti al gruppo basco Eta, in una serie di raid condotti in tre regioni diverse della Francia. Le operazioni sono avvenute nella regione centrale del Limoges, e nella Sarthe e Maine-et-Loire, situate più a nord. Gli inquirenti non hanno rivelato né i nomi né la nazionalità delle persone arrestate. I militanti dell'Eta, gruppo che combatte per l'indipendenza del Paese basco dal resto della Spagna, sono soliti fin dagli anni '60 ad oltrepassare il confine verso le regioni meridionali della Francia, per rifugiarsi dalla polizia spagnola. Da diversi anni le autorità spagnole e francesi hanno intrapreso uno stretto regime di cooperazione per catturare i militanti; l'annuncio odierno è inusuale perché suggerisce che le attività dell'Eta si siano espanse anche più a nord delle regioni immediatamente confinanti della Francia. L'Eta è stata inclusa ufficialmente nelle liste delle organizzazioni terroristiche degli Stati Uniti e dell'Unione europea, come ricompensa al governo aznar per il suo sotegno alla guerra in irak.

italia

G8. Il comune di Genova parte civile per la Diaz? 17 giugno 2004 Il comune di Genova potrebbe costituirsi parte civile per i danni subiti durante l'irruzione delle forze dell'ordine alla scuola Diaz la notte del 21 luglio 2001. Lo ha dichiarato il sindaco Giuseppe Pericu sostenendo che l'ipotesi verrà sottoposta all'avvocato del comune per valutare se sia possibile la costituzione di parte civile. In ogni caso il primo cittadino genovese ha specificato che i danni subiti dal comune di Genova durante il blitz ammontano soltanto a quelli di due personal computer che si trovavano nel centro stampa del Genoa social forum: "Noi eravamo proprietari solo di alcuni computer alla scuola Pascoli-Diaz, e nel rinvio a giudizio firmato dai pm il danneggiamento dei computer è attribuito solo a due commissari di polizia. Il nostro orientamento - ha proseguito il sindaco - è per la richiesta esclusivamente dei danni materiali e non di quelli morali. Tanto più che non riteniamo che l'immagine di Genova sia da collegare agli avvenimenti del G8". Il sindaco ha anche sottolineato come durante la giunta si sia deciso di dare accoglienza alle parti lese che verranno a Genova per il processo ai poliziotti della Diaz: "Ci sembra giusto per Genova - ha concluso Pericu - che persone che sono venute qui per manifestare e hanno subito dei danni ricevano un minimo di accoglienza". L'udienza davanti al giudice per le udienze preliminari per la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei funzionari di polizia implicati nel blitz alla Diaz è in programma il 26 giugno prossimo.

MESOTELIOMA 1980-2003 SONO I DATI FORNITI DA CENTRO PUGLIA REGISTRO MESOTELIOMI

  • - Tra il 1980 e il 2003 il Centro operativo regionale Puglia del Registro nazionale mesoteliomi ha registrato a Bari 54 casi di mesotelioma riconducibili ad esposizione professionale, in particolare fra ex dipendenti e familiari della Fibronit di Bari, la vecchia fabbrica di amianto chiusa a meta' degli anni Ottanta e che custodisce tuttora al suo interno centinaia di tonnellate di manufatti in cemento-amianto. Altri 3 casi - sempre secondo la rilevazione del Registro mesoteliomi - per esposizione domestica e 31 per esposizione ambientale. Secondo la Consulta cittadina delle associazioni per l' emergenza ambientale, invece, i morti accertati per contaminazione da amianto della Fibronit sono sinora 201, il 70% dei quali operai della ex fabbrica e il 30% cittadini residenti nei quartieri a ridosso della zona in cui si trovano i capannoni industriali, a poca distanza dal centro di Bari. Dai dati del Registro nazionale Mesoteliomi-Centro operativo Puglia, che erano stati richiesti dall' assessorato all' Ambiente del Comune di Bari, emerge che dal 1980 sino al 31 dicembre 2003 i casi di mesotelioma sono stati complessivamente 119.

    morto sul lavoro

Martedì 15 giugno alle ore 15.10, nell’acciaieria Lucchini di Piombino a causa di una scarica elettrica da 380 volt è morto l’operaio Giancarlo Frangioni, di 48 anni, residente a Piombino. Lascia moglie e due figli.

L’operaio era dipendente della ditta Bertocci, che ha circa 80 dipendenti, e che è una delle ditte che lavorano in appalto all’interno dell’acciaieria. L’operaio, mentre allacciava un “cappellone” (luce portatile di grossa entità che si trova all’interno del convertitore), ad una presa a voltaggio 380 è rimasto fulminato dalla scarica. La Magistratura ha posto sotto sequestro l’impianto in cui lavorava la ditta. I lavoratori delle acciaierie di Piombino hanno deciso scioperi di protesta immediata nei diversi turni e uno sciopero, il giorno dei funerali, con data ancora da stabilire. I dipendenti dell’acciaieria, alle dirette dipendenze della Lucchini, sono 2.094, mentre i lavoratori delle ditte esterne sono 1.400. Negli ultimi 5 anni, in questa acciaieria, sono morti per incidenti sul lavoro 7 operai, di cui 6 dipendenti di ditte appaltatrici. L’ultimo grave infortunio, non mortale, alle acciaierie di Piombino, risale a giovedì 10 giugno ultimo scorso, quando un lavoratore della ditta Sifi di Taranto (circa l’80% delle ditte appaltatrici proviene da Taranto), è caduto all’interno del convertitore, dopo un volo di 10 metri ed ha riportato fratture su diverse parti del corpo. E’ ricoverato in gravi condizioni, anche se non è in pericolo di vita.

Gli orari di lavoro nelle ditte d’appalto sono totalmente fuori controllo. Le ditte di trasfertisti (Taranto), tendono a lavorare una quantità altissima di ore, anche senza giornate di riposo infrasettimanali, nei periodi in cui sono in trasferta, questo al fine di accelerare i lavori e il rientro.

Circa duecento richiedenti asilo e rifugiati provenienti dalla regione del Darfur nel Sudan occidentale, insieme a richiedenti asilo eritrei ed etiopici con i quali – in più di trecento - alloggiano ai magazzini occupati dietro la stazione Tiburtina, hanno manifestato oggi davanti a Montecitorio per richiamare l’attenzione del Parlamento e del Governo italiano sul genocidio in atto da parte del Governo di Khartoum e delle milizie filogovernative Janjaeewd ai danni della popolazione civile. La discussione prevista per oggi in Commissione Esteri di una interrogazione sul Darfur è stata rimandata, ma i rifugiati hanno avuto modo di incontrare diversi giornalisti di varie testate e agenzie di stampa, ai quali hanno raccontato del milione di sfollati interni, dei centomila rifugiati nel confinante Ciad, delle uccisioni indiscriminate di civili e degli stupri di massa, e delle espulsioni ricevute da alcuni sudanesi provenienti dal Darfur, sbarcati a Lampedusa il 2 giugno scorso, ai quali è stata di fatto negata la possibilità di presentare domanda di asilo.

presidio oggi alle due a Montecitorio, in occasione della presentazione di un'interrogazione parlamentare sulla situazione in sudan e sulal questione dei rifugiati sudanesi in Italia. Bianca, del coordinamento rifugiati sudanesi della Tiburtina.

elettrosmog

Battaglia contro l'installazione di un'antenna a via Monti Parioli. Cittadini bloccano la strada per ore e alla fine hanno la meglio. La polizia dispone la sospensione del cantiere per motivi di ordine pubblico. I cittadini: "Il Comune di Roma ha autorizzato l'installazione senza un parere aggiornato dell'ARPA Lazio, vista la nuova documentazione tecnica presentata dalla compagnia telefonica."

La vicenda ha inizio nel 2003 quando la compagnia H3G ottiene un parere dell'ARPA per l'installazione di una stazione radio base sul condominio di via Monti Parioli 45-47. I cittadini si mobilitano e presentano un ricorso al TAR del Lazio e uno d'urgenza al tribunale civile di Roma. A distanza di un anno intanto, in base ai racconti dei cittadini che hanno contattato il Coordinamento comitati Roma Nord, la compagnia telefonica avrebbe effettuato delle varianti al progetto iniziale e presentato nel mese di aprile 2004 una nuova richiesta al IX° dipartimento del Comune di Roma. Senza aspettare il relativo parere aggiornato dell'ARPA Lazio, il Comune avrebbe autorizzato. Da qui è scattata la protesta di un centinaio di cittadini che hanno deciso di scendere in strada da stamattina e bloccare l'inizio dei lavori. La Polizia ha deciso di sospendere il cantiere per motivi di ordine pubblico. In questo momento i cittadini del quartiere sono in assemblea.

Coordinamento dei Comitati di Roma Nord

Irak

Almeno 35 persone sono morte e 120 sono rimaste ferite per l’esplosione di un’autobomba stamani davanti a un centro di reclutamento del nuovo esercito iracheno a Baghdad. Il mezzo, carico di proiettili di artiglieria, è deflagrato vicino ai cancelli di un edificio, situato nei presi dell’aeroporto della capitale irachena, e fuori del quale c’era una lunga fila di iracheni in attesa di registrarsi. Il provvisorio bilancio delle vittime è stato diffuso da fonti ospedaliere.Il luogo del nuovo attacco si trova in piena capitale irachena, vicino alla cosiddetta 'Zona Verde': il complesso che un tempo costituiva il Palazzo Presidenziale di Saddam Hussein, sulla sponda occidentale del fiume Tigri, e nel quale sono adesso ospitati il quartier generale alleato e gli uffici della Cpa, l'Amministrazione Provvisoria della Coalizione cui fino al 30 giugno, quando avverra' il passaggio delle consegne a favore di un nuovo governo transitorio, spetta le gestione degli affari civili nel Paese arabo. Nella stessa zona si trovano altresi' l'ex sede dell'Assemblea Nazionale, il Parlamento all'epoca del regime di Saddam, e l'aeroporto di Muthanna, in prossimita' del quale sorge una base militare statunitense. Secondo varie emittenti satellitari arabe, proprio qui sarebbe avvenuta la nuova esplosione. Dal sito e' stata vista levarsi verso il cielo un'alta colonna di fumo denso, mentre la zona piombava nel caos, nel frastuono causato dalle urla dei passanti e dagli ululati delle sirene delle ambulanze.

  • Non è la prima volta che vengono presi di mira i cittadini iracheni che intendono arruolarsi nelle forze governative dell’esercito o della polizia: lo scorso 11 febbraio un analogo attentato nella zona del vecchio aeroporto di Al Muthana a Baghdad davanti a un centro di reclutamento aveva provocato una cinquantina di vittime; altrettanto era accaduto il giorno prima a Iskandariya, città abitata in prevalenza da musulmani sciiti e distante circa 40 chilometri a sud della capitale, dove un altro veicolo era deflagrato davanti a un commissariato di polizia, mentre anche lì era in corso la selezione delle reclute, uccidendo 55 persone.

Prigionieri

Lo scorso autunno, su richiesta dell'allora direttore della Cia, George Tenet, il segretario della Difesa Usa, Donald Rumsfeld, ordino' la detenzione in Iraq di un presunto capo terrorista nel carcere di Camp Cropper, vicino all'aeroporto di Baghdad, senza la sua registrazione nella lista dei prigionieri. Lo rende noto il New York Times citando fonti del Pentagono e degli ambienti dell'intelligence Usa per cui la decisione fu presa per sottrarre il detenuto, fermato a luglio, ai controlli periodici della Croce rossa internazionale e per mantenere aperta ogni opzione sul suo status. Sarebbe stato questo il primo caso di una lunga serie di prigionieri fantasma. Nel caso di quest'uomo, un presunto esponente di spicco di Ansar al Islam, l'organizzazione inizialmente basata in Kurdistan e vicina ad al Qaeda, considerato dagli statunitensi organizzatore di operazioni specifiche contro le forze e gli interessi Usa dentro e fuori l'Iraq, si trova ancora, non registrato, in carcere, dove e' stato interrogato solamente una volta. Una volta che e' stato messo sotto custodia militare, si sono perse le sue tracce. Il regolare processo per la gestione di un detenuto non ha funzionato nel suo caso -ha ammesso un alto funzionario dell'intelligence. Solo negli ultimi giorni, il vice di Rumsfeld per le questioni dell'intelligence, Stephen Cambone, ha ordinato alla Cia di affrontare il caso di questo detenuto o altrimenti di reinserirlo nel regolare sistema carcerario.

Diritti umani

L'organizzazione Human Rights Watch ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di revocare norme del cosiddetto "Patriot Act", un pacchetto di misure d'emergenza approvato dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Le eccezionali misure di sicurezza hanno provocato detenzioni arbitrarie (circa 1.200 persone) e violazioni dei diritti umani, ha sostenuto il direttore dell'Organizzazione, Wendy Patten. "Le retate di immigrati fatte del governo Usa dopo gli attentati dell'11 settembre sono state accompagnate da abusi", ha aggiunto la Patten. La legge di revoca deve occuparsi "di un ampio ventaglio di violazioni dei diritti che sono accadute dopo l'11 settembre...oltre 760 persone prive della cittadinanza Usa sono state arrestate per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione, mentre altre sono state arrestate come testimoni oppure per accuse che non hanno niente a che vedere con l'11 settembre". La nuova legge deve garantire "i dovuti processi per le persone detenute per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione. Deve garantire la notifica dei capi d'accusa nei tempi di legge, assicurare giuste decisioni basate su fatti accertati in ogni singolo caso e mettere fine agli arresti segreti", cioe' alle detenzioni di persone di cui non si rivela neanche il nome o il luogo di detenzione.

Irak

Oggi è l'ultimo giorno di inchiesta della commissine indipendente sull'Irak, che già ieri ha rivelato la totale assenza di legami tra Saddam Hussein e al quaeda nella preparazione degli attacchi dell'11 settembre. L'amminstrazione Bush, già messa in difficoltà da queste dichiasrzioni, deve anche fare i conti con la sempre crewscente sfiducia nei confronti dell'intellignece Usa. Secondo quanto ripoprtato oggi da un quotidiano, i servizi americani d'intelligence scambiarono numerosi pollai per depositi di missili Scud nell'analizzare le foto scattate dai satelliti sull'Iraq. Sulla base di queste notizie sbagliate, gli ispettori dell'Onu esaminarono una serie di allevamenti di polli senza naturalmente trovare nulla di sospetto. A ricordo di quella caccia inutile, un gruppo di esperti d'armamenti delle Nazioni Unite si fece fare una serie di magliette con la scritta: Ballistic Chicken Farm Inspection Team (squadra d'ispezione di allevamenti balistici di polli). Lo ha raccontato un ex ispettore Onu in Iraq al Los Angeles Times.

Iran

L'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha ammesso di avere riferito erroneamente che l'Iran aveva taciuto informazioni alle Nazioni Unite sull'importazione di parti per la costruzione di una centrifuga utilizzabile anche per l'arricchimento dell'uranio. Lo ha reso noto l'agenzia Onu cui spetta il controllo degli accordi internazionali in materia di nucleare. Il governo di Teheran aveva ribadito oggi che non avrebbe accettato una risoluzione che contenesse affermazioni false, come quelle sopra riportate. Gli Usa avevano invece cercato di spingere affinchè venisse avvolarata l'ipotesi di mancata collaborazione per chiedere l'applicazione di sanzione e il deferimento della questione al consiglio di sicurezza

Palestina

Un palestinese ferito ieri a Jenin nel corso di un'operazione di cattura di ricercati da parte di un' unita' in borghese dell' esercito israeliano e' morto oggi. Lo hanno riferito fonti palestinesi, senza fornire altri particolari. E almeno tre palestinesi sono rimasti feriti a causa dei colpi di arma da fuoco esplosi al loro indirizzo da soldati israeliani nl corso di nuovi scontri a Nablus, in Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti del Centro Internazionale d'Informazione sul Medio Oriente, un'organizzazione umanitaria. Dal canto suo l'Esercito ebraico, che non ha commentato la notizia del triplice ferimento, ha reso noto che in altre zone della stessa Cisgiordania sono stati compiuti diversi rastrellamenti alla ricerca di estremisti: nove persone, per lo piu' attivisti della Jihad Islamica, sono state catturate nei villaggi di Toubas, di Fahma e in ulteriori localita' dei distretti di Tulkarem e di Betlemme. Quattro civili palestinesi sono inoltre stati arrestati a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza. Nei pressi dell' insediamento urbano ebraico di Ariel, in Cisgiordania, sono intanto riprese stamane le manifestazioni di protesta di palestinesi e di pacifisti israeliani contro la barriera che Israele ha cominciato a costruire tra Ariel e il villaggio palestinese di Salfit.

  • Nigeria

Il colosso petrolifero Shell ha riconosciuto per la prima volta che le sue politiche in questi anni in Nigeria hanno favorito il clima di instabilita' e la guerra permanente che insanguina le comunita' locali Ijaw e Itsekiri. Un manager della compagnia, Emmanuel Etomi, ha assicurato solenne che la Shell cambiera' atteggiamenti nei rapporti con le autorita' nigeriane e con la popolazione civile. Le dichiarazioni della Shell, riportate da WarNews <http://www.warnews.it/index.php/content/view/944/29/>, seguono le conclusioni di un rapporto commissionato dalla stessa multinazionale e redatto da tre esperti indipendenti, in cui si approfondiscono i legami tra la condotta del colosso anglo-olandese nella regione ed il conflitto permanente nella regione del Delta. Il rapporto non e' stato pubblicato integralmente, sono disponibili solo alcuni stralci sul sito web della compagnia. Le conclusioni del rapporto accusano comunque pesantemente la Shell: dalla corruzione di funzionari e capi delle comunita' locali, al sostegno alle milizie armate perche' proteggano i pozzi petroliferi fino al pesante ruolo avuto dalla Shell nel decennio passato sia nella repressione della rivolta degli Ogoni condotta brutalmente dall'esercito sia nella morte dello scrittore Ken Saro-Wiwa. Un passato scomodo che ora i vertici della multinazionale tentano di scrollarsi di dosso. La Shell ha anche smentito le voci che la vedrebbero ritirarsi dal mercato nigeriano entro il 2008, come previsto dallo stesso rapporto degli esperti. La compagnia cambiera' politica e destinera' piu' fondi a programmi di sviluppo e alla tutela ambientale ma non abbandonera' il paese, che fornisce circa il 10% della produzione del colosso petrolifero.

Messico

Il Messico ha presentato una protesta ufficiale al Dipartimento di Stato americano per i numerosi arresti di immigrati clandestini, in grande maggioranza messicani, in recenti grosse retate di polizia, soprattutto nello Stato della California; lo ha comunicato oggi il portavoce dell’ambasciata messicana a Washington, Miguel Monterrubio. Dal 4 giugno scorso le forze dell’ordine nello Stato californiano - di cui è governatore l’ex-attore hollywoodiano Arnold Schwarzenegger per il partito repubblicano – hanno condotto una serie di operazioni contro l’immigrazione clandestina nei distretti delle città di Los Angeles, San Bernardino Riverside, San Diego, Ontario Corona e Escondito, dove sembra che, in particolare nelle prime quattro località, non c’erano stati analoghi interventi della polizia negli ultimi quattro anni. La stampa del Paese latino-americano segnala che sono stati arrestati complessivamente 410 clandestini messicani, 283 dei quali hanno firmato un foglio di via ‘volontario’ e almeno 32 sono al momento assistiti da organizzazioni dei diritti civili; espulsi anche tre guatemaltechi e due salvadoregni. Le associazioni, riunitesi in una coalizione che comprende sigle come la ‘Lega dei cittadini latinoamericani uniti’ e la ‘Fratellanza messicana nazionale’, hanno annunciato azioni di protesta per il rilascio degli arrestati. Oggi il presidente del Messico Vicente Fox inizia un visita di più giorni negli Stati Uniti con l’obiettivo di rafforzare i rapporti economici tra le due nazioni e per migliorare i rapporti con singoli Stati della confederazione statunitense nell’ottica di una maggiore integrazione, soprattutto lavorativa, degli immigrati messicani, anche clandestini. “Il Messico ha difeso e difenderà sempre, in maniera categorica, il rispetto dei suoi diritti, tutti i diritti – ha detto il presidente Fox, oggi citato dalla stampa messicana - Mai accetteremo discriminazioni contro i nostri connazionali”. Il portavoce dell’ambasciata ha reso noto che i consolati messicani negli Usa hanno avuto l’ordine di verificare che i propri cittadini non subiscano abusi. Alcuni osservatori politici segnalano la crescente influenza della diaspora messicana negli Usa nella politica interna messicana: si parla infatti da anni di concedere il voto all’estero agli immigrati, di cui ben 25 milioni sono presenti negli Stati Uniti, meno della metà con regolare permesso.

Ecuador

Alcune migliaia di alunni di sette scuole pubbliche ecuadoriane hanno marciato verso il palazzo presidenziale per chiedere al capo dello Stato, Lucio Gutiérrez, lo stanziamento immediato di fondi per pagare i conti dei servizi pubblici dei loro istituti. Molti allievi di queste scuole hanno lamentato davanti alle telecamere delle televisioni di Quito la mancanza di acqua ed elettricità negli istituti, cosa che mette gravemente a rischio lo svolgimento delle attività disciplinari. Il governo, dopo aver protestato per l’uso contrario alla legge di “bambine e bambini minori e adolescenti in spettacoli o programmi di proselitismo politico”, ha assicurato attraverso un comunicato stampa che stanzierà presto l’equivalente di circa 550.000 euro per pagare i consumo di elettricità in 70 scuole pubbliche della provincia di Pichincha e nella stessa capitale Quito. Il presidente dell’Unoine nazionale degli educatori (Une), Ernesto Castello, ha confermato che equivale ad almeno 450-500.000 euro l’equivalente di cui hanno bisogno le scuole della regione per pagare i debiti accumulati negli anni con le imprese elettriche.

Eta

La polizia francese ha arrestato almeno otto persone sospettate di essere appartenenti al gruppo basco Eta, in una serie di raid condotti in tre regioni diverse della Francia. Le operazioni sono avvenute nella regione centrale del Limoges, e nella Sarthe e Maine-et-Loire, situate più a nord. Gli inquirenti non hanno rivelato né i nomi né la nazionalità delle persone arrestate. I militanti dell'Eta, gruppo che combatte per l'indipendenza del Paese basco dal resto della Spagna, sono soliti fin dagli anni '60 ad oltrepassare il confine verso le regioni meridionali della Francia, per rifugiarsi dalla polizia spagnola. Da diversi anni le autorità spagnole e francesi hanno intrapreso uno stretto regime di cooperazione per catturare i militanti; l'annuncio odierno è inusuale perché suggerisce che le attività dell'Eta si siano espanse anche più a nord delle regioni immediatamente confinanti della Francia. L'Eta è stata inclusa ufficialmente nelle liste delle organizzazioni terroristiche degli Stati Uniti e dell'Unione europea, come ricompensa al governo aznar per il suo sotegno alla guerra in irak.

GR 9.30

Irak

Almeno 32 persone sono morte e 120 sono rimaste ferite per l’esplosione di un’autobomba stamani davanti a un centro di reclutamento del nuovo esercito iracheno a Baghdad. Il mezzo, carico di proiettili di artiglieria, è deflagrato vicino ai cancelli di un edificio, situato nei presi dell’aeroporto della capitale irachena, e fuori del quale c’era una lunga fila di iracheni in attesa di registrarsi. Il provvisorio bilancio delle vittime è stato diffuso da fonti ospedaliere.Il luogo del nuovo attacco si trova in piena capitale irachena, vicino alla cosiddetta 'Zona Verde': il complesso che un tempo costituiva il Palazzo Presidenziale di Saddam Hussein, sulla sponda occidentale del fiume Tigri, e nel quale sono adesso ospitati il quartier generale alleato e gli uffici della Cpa, l'Amministrazione Provvisoria della Coalizione cui fino al 30 giugno, quando avverra' il passaggio delle consegne a favore di un nuovo governo transitorio, spetta le gestione degli affari civili nel Paese arabo. Nella stessa zona si trovano altresi' l'ex sede dell'Assemblea Nazionale, il Parlamento all'epoca del regime di Saddam, e l'aeroporto di Muthanna, in prossimita' del quale sorge una base militare statunitense. Secondo varie emittenti satellitari arabe, proprio qui sarebbe avvenuta la nuova esplosione. Dal sito e' stata vista levarsi verso il cielo un'alta colonna di fumo denso, mentre la zona piombava nel caos, nel frastuono causato dalle urla dei passanti e dagli ululati delle sirene delle ambulanze.

  • Non è la prima volta che vengono presi di mira i cittadini iracheni che intendono arruolarsi nelle forze governative dell’esercito o della polizia: lo scorso 11 febbraio un analogo attentato nella zona del vecchio aeroporto di Al Muthana a Baghdad davanti a un centro di reclutamento aveva provocato una cinquantina di vittime; altrettanto era accaduto il giorno prima a Iskandariya, città abitata in prevalenza da musulmani sciiti e distante circa 40 chilometri a sud della capitale, dove un altro veicolo era deflagrato davanti a un commissariato di polizia, mentre anche lì era in corso la selezione delle reclute, uccidendo 55 persone.

Prigionieri

Lo scorso autunno, su richiesta dell'allora direttore della Cia, George Tenet, il segretario della Difesa Usa, Donald Rumsfeld, ordino' la detenzione in Iraq di un presunto capo terrorista nel carcere di Camp Cropper, vicino all'aeroporto di Baghdad, senza la sua registrazione nella lista dei prigionieri. Lo rende noto il New York Times citando fonti del Pentagono e degli ambienti dell'intelligence Usa per cui la decisione fu presa per sottrarre il detenuto, fermato a luglio, ai controlli periodici della Croce rossa internazionale e per mantenere aperta ogni opzione sul suo status. Sarebbe stato questo il primo caso di una lunga serie di prigionieri fantasma. Nel caso di quest'uomo, un presunto esponente di spicco di Ansar al Islam, l'organizzazione inizialmente basata in Kurdistan e vicina ad al Qaeda, considerato dagli statunitensi organizzatore di operazioni specifiche contro le forze e gli interessi Usa dentro e fuori l'Iraq, si trova ancora, non registrato, in carcere, dove e' stato interrogato solamente una volta. Una volta che e' stato messo sotto custodia militare, si sono perse le sue tracce. Il regolare processo per la gestione di un detenuto non ha funzionato nel suo caso -ha ammesso un alto funzionario dell'intelligence. Solo negli ultimi giorni, il vice di Rumsfeld per le questioni dell'intelligence, Stephen Cambone, ha ordinato alla Cia di affrontare il caso di questo detenuto o altrimenti di reinserirlo nel regolare sistema carcerario.

Diritti umani

L'organizzazione Human Rights Watch ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di revocare norme del cosiddetto "Patriot Act", un pacchetto di misure d'emergenza approvato dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Le eccezionali misure di sicurezza hanno provocato detenzioni arbitrarie (circa 1.200 persone) e violazioni dei diritti umani, ha sostenuto il direttore dell'Organizzazione, Wendy Patten. "Le retate di immigrati fatte del governo Usa dopo gli attentati dell'11 settembre sono state accompagnate da abusi", ha aggiunto la Patten. La legge di revoca deve occuparsi "di un ampio ventaglio di violazioni dei diritti che sono accadute dopo l'11 settembre...oltre 760 persone prive della cittadinanza Usa sono state arrestate per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione, mentre altre sono state arrestate come testimoni oppure per accuse che non hanno niente a che vedere con l'11 settembre". La nuova legge deve garantire "i dovuti processi per le persone detenute per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione. Deve garantire la notifica dei capi d'accusa nei tempi di legge, assicurare giuste decisioni basate su fatti accertati in ogni singolo caso e mettere fine agli arresti segreti", cioe' alle detenzioni di persone di cui non si rivela neanche il nome o il luogo di detenzione.

Ecuador

Alcune migliaia di alunni di sette scuole pubbliche ecuadoriane hanno marciato verso il palazzo presidenziale per chiedere al capo dello Stato, Lucio Gutiérrez, lo stanziamento immediato di fondi per pagare i conti dei servizi pubblici dei loro istituti. Molti allievi di queste scuole hanno lamentato davanti alle telecamere delle televisioni di Quito la mancanza di acqua ed elettricità negli istituti, cosa che mette gravemente a rischio lo svolgimento delle attività disciplinari. Il governo, dopo aver protestato per l’uso contrario alla legge di “bambine e bambini minori e adolescenti in spettacoli o programmi di proselitismo politico”, ha assicurato attraverso un comunicato stampa che stanzierà presto l’equivalente di circa 550.000 euro per pagare i consumo di elettricità in 70 scuole pubbliche della provincia di Pichincha e nella stessa capitale Quito. Il presidente dell’Unoine nazionale degli educatori (Une), Ernesto Castello, ha confermato che equivale ad almeno 450-500.000 euro l’equivalente di cui hanno bisogno le scuole della regione per pagare i debiti accumulati negli anni con le imprese elettriche.

Argentina

Sono salite a sette le vittime provocate dal crollo avvenuto lunedi' notte all'interno di una miniera di carbone a Rio Turbio, in Patagonia, mentre le squadre di soccorso stanno tentando di rintracciare altri sette minatori dispersi. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Dyn, precisando che dopo i quattro minatori trovati morti ieri - altri 43 si sono salvati riuscendo a risalire alla superficie -, i soccorritori hanno trovato le salme di altri tre durante la giornata di oggi. Sul posto, situato a circa 2.000 chilometri al sud di Buenos Aires, e' giunto anche il presidente Nestor Kirchner, che ha assicurato che sara' aperta un'inchiesta per accertare le cause dell'incendio che ha provocato il crollo di alcune gallerie della miniera. Intanto almeno una dozzina di soccorritori stanno perlustrando, anche se con molte difficolta', i cunicoli della miniera alla ricerca dei dispersi, che si troverebbero a 600 metri di profondita' e a circa sette chilometri dall'entrata

gror040617 (last edited 2008-06-26 10:00:22 by anonymous)