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Irak

Almeno 32 persone sono morte e 120 sono rimaste ferite per l’esplosione di un’autobomba stamani davanti a un centro di reclutamento del nuovo esercito iracheno a Baghdad. Il mezzo, carico di proiettili di artiglieria, è deflagrato vicino ai cancelli di un edificio, situato nei presi dell’aeroporto della capitale irachena, e fuori del quale c’era una lunga fila di iracheni in attesa di registrarsi. Il provvisorio bilancio delle vittime è stato diffuso da fonti ospedaliere.Il luogo del nuovo attacco si trova in piena capitale irachena, vicino alla cosiddetta 'Zona Verde': il complesso che un tempo costituiva il Palazzo Presidenziale di Saddam Hussein, sulla sponda occidentale del fiume Tigri, e nel quale sono adesso ospitati il quartier generale alleato e gli uffici della Cpa, l'Amministrazione Provvisoria della Coalizione cui fino al 30 giugno, quando avverra' il passaggio delle consegne a favore di un nuovo governo transitorio, spetta le gestione degli affari civili nel Paese arabo. Nella stessa zona si trovano altresi' l'ex sede dell'Assemblea Nazionale, il Parlamento all'epoca del regime di Saddam, e l'aeroporto di Muthanna, in prossimita' del quale sorge una base militare statunitense. Secondo varie emittenti satellitari arabe, proprio qui sarebbe avvenuta la nuova esplosione. Dal sito e' stata vista levarsi verso il cielo un'alta colonna di fumo denso, mentre la zona piombava nel caos, nel frastuono causato dalle urla dei passanti e dagli ululati delle sirene delle ambulanze.

Italia/Irak, torture

Nel sito dell’Arma Nazionale dei Carabinieri si possono facilmente trovare delle fotografie sui trattamenti inumani ai prigionieri e si può chiaramente leggere: “ COS'Ì TRATTAVANO I DETENUTI

Prigionieri iracheni ammassati in gabbie di ferro in condizioni igieniche molto precarie, militari italiani che sorvegliano persone distese sulla sabbia del deserto, carabinieri e arabi che parlano mentre alcune persone sono distese in terra con le mani ammanettate dietro la schiena. Sono alcune delle foto che l'Unac, l'Unione nazionale arma dei carabinieri (un'associazione privata che riunisce militari in servizio e non), ha pubblicato sul proprio sito (Unionecarabinieri.it) e che, secondo l'associazione, sono state fornite dai militari rientrati dall'Iraq. "Foto - è scritto nel sito - scattate dai carabinieri, che ce le hanno consegnate, che erano certamente state inviate anche ai comandi arma e difesa in Italia. Si denota un ammassamento in situazioni igieniche precarie, con segni di torture sui detenuti. Il tutto a conoscenza degli italiani, che hanno scattato le foto. A dimostrazione che tutti, anche gli italiani, sapevano e riferivano".

Prigionieri

Lo scorso autunno, su richiesta dell'allora direttore della Cia, George Tenet, il segretario della Difesa Usa, Donald Rumsfeld, ordino' la detenzione in Iraq di un presunto capo terrorista nel carcere di Camp Cropper, vicino all'aeroporto di Baghdad, senza la sua registrazione nella lista dei prigionieri. Lo rende noto il New York Times citando fonti del Pentagono e degli ambienti dell'intelligence Usa per cui la decisione fu presa per sottrarre il detenuto, fermato a luglio, ai controlli periodici della Croce rossa internazionale e per mantenere aperta ogni opzione sul suo status. Sarebbe stato questo il primo caso di una lunga serie di prigionieri fantasma. Nel caso di quest'uomo, un presunto esponente di spicco di Ansar al Islam, l'organizzazione inizialmente basata in Kurdistan e vicina ad al Qaeda, considerato dagli statunitensi organizzatore di operazioni specifiche contro le forze e gli interessi Usa dentro e fuori l'Iraq, si trova ancora, non registrato, in carcere, dove e' stato interrogato solamente una volta. Una volta che e' stato messo sotto custodia militare, si sono perse le sue tracce. Il regolare processo per la gestione di un detenuto non ha funzionato nel suo caso -ha ammesso un alto funzionario dell'intelligence. Solo negli ultimi giorni, il vice di Rumsfeld per le questioni dell'intelligence, Stephen Cambone, ha ordinato alla Cia di affrontare il caso di questo detenuto o altrimenti di reinserirlo nel regolare sistema carcerario.

Diritti umani

L'organizzazione Human Rights Watch ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di revocare norme del cosiddetto "Patriot Act", un pacchetto di misure d'emergenza approvato dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Le eccezionali misure di sicurezza hanno provocato detenzioni arbitrarie (circa 1.200 persone) e violazioni dei diritti umani, ha sostenuto il direttore dell'Organizzazione, Wendy Patten. "Le retate di immigrati fatte del governo Usa dopo gli attentati dell'11 settembre sono state accompagnate da abusi", ha aggiunto la Patten. La legge di revoca deve occuparsi "di un ampio ventaglio di violazioni dei diritti che sono accadute dopo l'11 settembre...oltre 760 persone prive della cittadinanza Usa sono state arrestate per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione, mentre altre sono state arrestate come testimoni oppure per accuse che non hanno niente a che vedere con l'11 settembre". La nuova legge deve garantire "i dovuti processi per le persone detenute per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione. Deve garantire la notifica dei capi d'accusa nei tempi di legge, assicurare giuste decisioni basate su fatti accertati in ogni singolo caso e mettere fine agli arresti segreti", cioe' alle detenzioni di persone di cui non si rivela neanche il nome o il luogo di detenzione.

Ecuador

Alcune migliaia di alunni di sette scuole pubbliche ecuadoriane hanno marciato verso il palazzo presidenziale per chiedere al capo dello Stato, Lucio Gutiérrez, lo stanziamento immediato di fondi per pagare i conti dei servizi pubblici dei loro istituti. Molti allievi di queste scuole hanno lamentato davanti alle telecamere delle televisioni di Quito la mancanza di acqua ed elettricità negli istituti, cosa che mette gravemente a rischio lo svolgimento delle attività disciplinari. Il governo, dopo aver protestato per l’uso contrario alla legge di “bambine e bambini minori e adolescenti in spettacoli o programmi di proselitismo politico”, ha assicurato attraverso un comunicato stampa che stanzierà presto l’equivalente di circa 550.000 euro per pagare i consumo di elettricità in 70 scuole pubbliche della provincia di Pichincha e nella stessa capitale Quito. Il presidente dell’Unoine nazionale degli educatori (Une), Ernesto Castello, ha confermato che equivale ad almeno 450-500.000 euro l’equivalente di cui hanno bisogno le scuole della regione per pagare i debiti accumulati negli anni con le imprese elettriche.

Argentina

Sono salite a sette le vittime provocate dal crollo avvenuto lunedi' notte all'interno di una miniera di carbone a Rio Turbio, in Patagonia, mentre le squadre di soccorso stanno tentando di rintracciare altri sette minatori dispersi. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Dyn, precisando che dopo i quattro minatori trovati morti ieri - altri 43 si sono salvati riuscendo a risalire alla superficie -, i soccorritori hanno trovato le salme di altri tre durante la giornata di oggi. Sul posto, situato a circa 2.000 chilometri al sud di Buenos Aires, e' giunto anche il presidente Nestor Kirchner, che ha assicurato che sara' aperta un'inchiesta per accertare le cause dell'incendio che ha provocato il crollo di alcune gallerie della miniera. Intanto almeno una dozzina di soccorritori stanno perlustrando, anche se con molte difficolta', i cunicoli della miniera alla ricerca dei dispersi, che si troverebbero a 600 metri di profondita' e a circa sette chilometri dall'entrata