GR ORE 9.30

Algeria

E' ancora incerta la causa di una forte esplosione avvenuta ieri sera nella centrale elettrica di Algeri. Secondo il ministro dell'interno algerino Yazid Zerhouni sarebbe apparentemente di origine accidentale, ma in precedenza un giornalista della radio algerina che si trovava sul posto aveva annunciato che secondo i primi elementi si tratta di un attentato compiuto con un'autobomba e testimoni hanno raccontato di aver visto la carcassa di diverse autovetture bruciate. Secondo la protezione civile, l'esplosione, si e' prodotta alle 22 locali (le 23 in Italia) nella centrale elettrica del quartiere di El Hamma. Stando a testimoni oculari, una parte dell'edificio che ospita la centrale risulta danneggiato. La televisione pubblica aveva affermato che ad esplodere erano stati due serbatoi di combustibile. Il sinistro ha provocato 11 feriti, quattro dei quali gravi. L'erogazione della corrente elettrica non e' stata interrotta, ma l'emittente ha parlato anche di gravi danni materiali. Il potente boato e' stato avvertito chiaramente in tutta la citta', che conta circa 4 milioni di abitanti, e in varie zone della sua periferia. Il quartiere e' stato subito isolato dalle forze di sicurezza. Diverse ore dopo, l'agenzia ufficiale Aps continuava a parlare di esplosione di origine non determinata. In una dichiarazione alla stampa, il ministro dell'interno ha detto che spetta all'inchiesta, gia' avviata, di determinare le circostanze esatte dell'esplosione.

Cecenia

Decine di persone sono rimaste uccise nei violenti scontri scoppiati nella notte nella repubblica russa dell'Inguscezia, al confine con la Cecenia. Secondo le agenzie di informazioni russe, negli scontri sono morte 48 persone, decine sono rimaste ferite e sono scesi in campo circa 200 ribelli, che hanno messo a ferro e fuoco la capitale Nazran, ma anche Karabulak e Sleptsovskaya. La guerriglia ha lanciato un'offensiva a larga scala, attaccando diversi obiettivi in Inguscezia, : poco dopo la mezzanotte, sono stati presi d'assalto il ministero dell'Interno, la sua armeria e un'importante caserma delle guardie di frontiera. Il bilancio, fornito dall'Itar-Tass, conta tra le vittime il ministro dell'interno, Abukar Kostoyev, e il capo della sicurezza del ministero. I combattimenti sono andati avanti per tutta la notte e sono terminati all'alba, quando la guerriglia si e' dispersa e ritirata in piccoli gruppi. Il presidente dell'Inguscezia, Murat Zyazikov, ha annunciato tre giorni di lutto e affermato che l'attacco aveva l'obiettivo di "destabilizzare la situazione nel Caucaso del Nord".

Usa

Il Dipartimento di Stato americano pubblicHera', nelle prossime ore, una versione riveduta e corretta del suo rapporto annuale sul terrorismo, che indica un netto aumento, nel 2003 rispetto al 2002, delle vittime del terrorismo su scala mondiale. La nuova versione corregge una precedente, pubblicata in aprile, che asseriva che nel 2003 c'e' stata una riduzione del terrorismo, forse per lucidare l'immagine dei successi dell'Amministrazione repubblicana de presidente George W. Bush. Funzionari del Dipartimento di Stato, a cominciare dal segretario Colin Powell, hanno attribuito gli errori del rapporto a un nuovo sistema dati impreciso, respingendo l'idea di un tentativo d'indorare l'immagine della presidenza. Il nuovo rapporto, viene anticipato, mostra un forte aumento dei morti e, in genere, delle vittime del terrorismo.

Usa

Il Senato americano, lunedi', ha respinto, con 54 voti contrari e 39 favorevoli, la proposta di annullare la messa al bando delle immagini del ritorno negli Stati Uniti delle vittime delle guerre in Afghanistan e in Iraq, nelle bare avvolte nelle bandiere a stelle e strisce. Il bando e' stato deciso dal Pentagono. Il voto del Senato e' giunto quando le perdite americane in Iraq sono 843 e quelle in Afghanistan 127. Il senatore democratico del New Jersey Frank Lautenberg, che proponeva di rovesciare il bando, l'ha definito una censura che impedisce agli americani di vedere la verita

Messico

Una équipe di antropologi forensi argentini potrebbe occuparsi di dare un nome alle vittime degli omicidi che da un decennio colpiscono le giovani donne nelle province di Ciudad Juárez e di Chihuahua, nell’omonimo stato settentrionale messicano, al confine con il Texas. Il gruppo di scienziati appartenente alla Eaaf (Equipo Argentino de Antropología Forense) ha effettuato una prima ricognizione in Messico per verificare la fattibilità del progetto, che prevede di estrarre il Dna da campioni d’osso appartenenti alle vittime uccise tra il 1999 e il 2003, così da stabilirne l’identità. Nel corso del 2004 sono state almeno 4 le ragazze uccise da uno sconosciuto gruppo criminale nel Messico settentrionale; dal 1993, anno in cui sono cominciate le sparizioni, le vittime sono state almeno 300, secondo le organizzazioni che lottano per il rispetto dei diritti umani (43 nel solo 2003, secondo Amnesty International), mentre il numero delle scomparse raggiunge quota 500. La maggior parte delle vittime, giovani e appartenenti a famiglie povere, era impiegata nelle ‘maquiladoras’, fabbriche che, con un altissimo livello di sfruttamento e salari miseri, producono beni destinati al mercato statunitense. L’Eaaf è stato fondato nel 1984 con il compito di dare un nome ai resti delle vittime della dittatura argentina (1976-1983); i suoi esperti hanno già operato all’estero in Paesi africani, latino americani e asiatici, oltre che in Kosovo