GR ORE 19.30

Rom (audio?)

Alle sei di questa mattina (23 giugno 2004) l'ennesima operazione di rastrellamento dei rom a Milano.

A pochi giorni dalla morte di Marin, ragazzo rumeno di 15 anni ucciso sull'autostrada mentre cercava di sfuggire all'inseguimento di una pattuglia dei carabinieri, è scattata l'ennesima operazione di rastrellamento che ha coinvolto circa 90 persone di nazionalità rumena, tuttora rinchiuse nelel stanze della questura milanese, in attesa di un rimpatrio forzato già preannunciato. Come al solito l'operazione è scattata alle 6 di mattina, cogliendo nel sonno gli abitanti delle baracche di via Barzaghi e Capo Rizzuto. Lo sgombero di via Adda, avvenuto nei mesi scorsi, ha aperto la strada alla furia selvaggia dei poteri forti della città e dello stato. Forti della loro violenza, che non sembra avere fine, ma privi di qualsiasi prospettiva sociale e politica .

Migranti (audio)

E' morto all'Ospedale Civico di Palermo il ragazzo eritreo di 25 anni arrivato all'alba di oggi in elisoccorso in stato comatoso dopo lo sbarco avvenuto sull'isola di Lampedusa. Il giovane e' stato sottoposto al suo arrivo ad un esame tac, tomografia assiale computerizzata, da cui sarebbero emersi un trauma cranico e un altro trauma toracico. Il ragazzo era sbarcato questa mattina con un gruppo composto da 34 eritrei sull'isola di Lampedusa. Altri 4 connazionali sono al poliambulatorio dell'isola per un inizio di assideramento. Sono in tutto tre gli sbarchi avvenuti nella giornata di oggi, tutti con piccoli mezzi, spesso di fortuna

Petrolchimico (audio)

Sono sette gli ex dirigenti delle due aziende di Breda e Fincantieri, indagati dal pm veneziano Felice Casson in relazione a malattie e decessi ritenuti correlati all'esposizione all'amianto nei cantieri navali di Porto Marghera (Venezia). Gli indagati sono state ai vertici delle due aziende dagli anni '70 fino al 1994. Il magistrato ha fatto notificare nei giorni scorsi l'avviso di conclusione delle indagini, con contestuale avviso di garanzia, ipotizzando i reati di omissione dolosa di cautele nei luoghi di lavoro, omicidio e lesioni colpose, relativamente a 14 patologie contratte da operai ma anche da alcune mogli, che inavvertitamente lavavano a casa le tute venendo a contatto con la sostanza. Secondo il pm, i dirigenti non avrebbero mai informato i lavoratori dei rischi che correvano inalando la sostanza, ne' li avrebbero sottoposti alle visite mediche periodiche previste per legge. Il tutto anche dopo l'emanazione della normativa specifica sull'amianto, risalente al 1992. Noi ci aspettiamo una sentenza che faccia giustizia e verita' - dice Luigi Mara, responsabile della sezione veneziana di Medicina Democratica, che si e' costituita parte civile- anche perche' dall'avvio del processo di primo grado, nel 1998, sono morti altri 40 operai. La sentenza di primo grado - aggiunge - emessa il 2 novembre del 2001, assolse tutti i responsabili. Ma, intanto, il numero dei morti continua a salire.

Lavoro

La crisi della De Longhi approda al ministero del lavoro: il sottosegretario al ministero del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha confermato la più attenta considerazione del Ministero del lavoro per la situazione creatasi nello stabilimento De Longhi di Ampezzo. Le parti, silegge in una nota, hanno positivamente avviato un negoziato per il quale il Ministero ha reso nota la sua disponibilità ad accogliere un'eventuale richiesta di cassa integrazione se contestualmente verrà presentato un credibile programma di ricollocazione degli esuberi occupazionali.

Alitalia

Palestina

Era un comune agricoltore il palestinese ucciso oggi dai soldati israeliani nella zona di Beit Hanoun, al nord della Striscia di Gaza. Lo hanno denunciato fonti delle forze di sicurezza dell'Autorita' Nazionale Palestinese, precisando che la vittima, identificata come Ibrahim Abu Saada, e' stata falciata non da semplici colpi di arma da fuoco, bensi' dalle cannonate esplose dai carri armati delle truppe israeliane. La morte del civile palestinese e' stata confermata anche da fonti militari ebraiche, le quali hanno tuttavia puntualizzato che le salve sono state sparate allorche' sono stati avvistati due palestinesi armati, i quali stavano avvicinandosi alle posizioni presidiate dai soldati. Ieri sempre a Beit Hanoun erano stati uccisi altri due palestinesi. Con l'ultimo decesso in ordine di tempo e' cosi' salito ad almeno 4.114 il numero complessivo delle persone morte negli oltre tre anni e mezzo trascorsi dalla fine del settembre 2000, quando ebbe inizio la rivolta chiamata Intifada di al-Aqsa, tuttora in corso; tra le vittime 3.122 erano palestinesi e 920 cittadini d'Israele.

Israele

La polizia militare israeliana ha sequestrato videotape, testimonianze scritte e fotografie scattate da alcuni soldati a Hebron e in mostra in una galleria di Tel Aviv. Nelle intenzioni degli autori, quattro ex soldati di leva, la mostra e' una denuncia degli abusi compiuti da militari e coloni sui palestinesi. L'esercito ha assicurato che condurra' un'inchiesta sulle accuse di "Rompere il silenzio: i soldati raccontano Hebron"; ma secondo gli organizzatori, le autorita' intendono soffocare le critiche all'azione condotta da Israele per soffocare tre anni e mezzo di rivolta palestinese. "Penso che si voglia di evitare che altri soldati rompano il silenzio", ha commentato il direttore della galleria, Giora Salmi. La mostra e' una sostanziale denuncia della disumanizzazione dei soldati israeliani nel contatto quotidiano con i palestinesi dei Territori Occupati. In una foto, si vedono soldati che bighellonano attorno a un detenuto che ha gli occhi bendati con la sua stessa kefiah. In un'altra, un palestinese e' preso in mezzo al fuoco incrociato di cecchini. Alcune immagini documentano i graffiti anti-arabi tracciati dai coloni sui muri delle case. In un video, un soldato con il volto e la voce oscurata racconta di un commilitone che sparo' i gas lacrimogeni su un gruppo di palestinesi, che non avevano fatto nulla per provocarlo. Lapidario il commento del militare: "Si diverti' molto".

Palestina

Il capo dei servizi di sicurezza egiziani, Omar Suleiman, si è detto "molto soddisfatto" dell'incontro avuto oggi a Ramallah con il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Yasser Arafat. Suleiman ha discusso con Arafat il piano messo a punto dal Cairo per garantire l'ordine nella Striscia di Gaza dopo il ritiro israeliano dalla regione, previsto per il prossimo anno. Il piano prevede l'invio di 200 consiglieri egiziani a Gaza, incaricati di addestrare e riformare le forze di sicurezza palestinesi. Dopo l'incontro con Arafat, Suleiman ha annunciato che "nel giro di mesi" i consiglieri del Cairo saranno inviati a Gaza, senza fornire però ulteriori precisazioni. Inizialmente Arafat si era opposto alla richiesta egiziana di cedere parte del controllo delle forze di sicurezza, ma di recente aveva fatto sapere che era pronto a collaborare. Oggi - riferisce il quotidiano Haaretz sul suo sito on line - il presidente palestinese ha espresso il suo appoggio al piano egiziano per la sicurezza a Gaza. Suleiman incontrerà ora il ministro degli Esteri israeliano, Silvan Shalom, e quello della Difesa, Shaul Mofaz. Oggi il premier israeliano Ariel Sharon ha dichiarato che al centro dell'incontro ci saranno la sicurezza e la lotta al contrabbando di armi nella Striscia di Gaza. Sharon ha poi precisato che accoglie con favore il lavoro di mediazione dell'Egitto sulla sicurezza nella Striscia di Gaza, ma di non avere alcuna intenzione di permettere al Cairo di mediare tra israeliani e palestinesi per la ripresa dei negoziati di pace. Ma il ruolo attribuito all'Egitto suscita timori da parte palestinese. Molti ritengono che il ruolo assegnato al Cairo per garantire la sicurezza nella regione non sia altro che la sostituzione di una forza di occupazione con un'altra.

Irak (audio)

E' interamente possibile che le truppe americane restino in Iraq per anni: e' una delle affermazioni del segretario alla difesa Paul Wolfowitz, fatte ieri di fronte a una commissione del Congresso degli Stati Uniti. Wolfowitz, secondo quanto risulta dai rendiconto delle sue dichiarazioni, ha negato che le truppe americane siano bloccate in Iraq, ma ha aggiunto di non avere idea di quanto tempo ci vorra' perche' gli iracheni siano in grado di provvedere alla loro sicurezza. Il vicesegretario alla difesa, un ideologo dell'attacco all'Iraq, ha detto che gli Stati Uniti potranno dichiarare la campagna in Iraq un successo e riportare le truppe a casa solo quando il conflitto diventera' una questione irachena.

Corte penale internazionale

Gli Stati Uniti hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di prolungare di un anno l'immunita' di cui godono i soldati americani davanti al Tribunale Penale Internazionale (Tpi) dell'Aja, immunita', che scadra' il 30 giugno. L'anno scorso Francia, Germania e Siria si astennero dal voto, ma questa volta sono dieci gli Stati che minacciano di farlo, rischiando così di far bocciare il rinnovo dell'immunita'. Contro l'estensione del provvedimento si e' pronunciato anche il segretario generale dell'Onu Kofi Annan, affermando che si tratterebbe del segnale sbagliato nel momento sbagliato. Ben 94 paesi hanno ratificato l'accordo sulla creazione del Tpi e gli Stati Uniti, che non l'hanno fatto, hanno ottenuto da 89 di questi stati la firma di un accordo bilaterale che stabilisce un'esenzione per i soldati statunitensi. Il Tribunale dell'Aja, e' incaricato della persecuzione di crimini di guerra, ma agisce solo nel caso i cui paesi interessati non possano farlo. Tale assicurazione non e' bastata agli Stati Uniti che non vogliono che i propri cittadini siano giudicati da una corte internazionale.

Gli Stati Uniti hanno rinunciato alla risoluzione che prevedeva il rinnovo per un terzo anno consecutivo dell'esenzione delle sue truppe dalla giurisdizione della Corte penale internazionale (Cpi). La maggior parte degli attuali Paesi membri del Consiglio di Sicurezza aveva espresso chiaramente la propria indisponibilità ad approvare la risoluzione, rendendo vani gli sforzi diplomatici di Washington.

Irak

Tra la fine del 2002 e all'inizio del 2003 il capo del Pentagono Donald Rumsfeld valuto' e approvo' specifiche tecniche di interrogatorio per ottenere informazioni da prigionieri Taleban e di al Qaida detenuti a Guantanamo. La lista di 24 metodi approvati nell'aprile 2003 e' stata resa nota ieri dalla Casa Bianca. Sette altre tecniche, tra cui l'uso dei cani, vennero approvate nel dicembre 2002 ma apparentemente scartate nell'aprile 2003. Tre tecniche proposte dai capi di Guantanamo vennero respinte subito da Rumsfeld. TECNICHE APPROVATE : - Domande dirette. - Incentivo/rimozione dell'incentivo. - Amore emotivo: l'interrogatorio gioca sull'amore che un detenuto ha per un individuo o un gruppo. - Odio emotivo: l'interrogatorio gioca sull'odio del detenuto per un individuo o un gruppo. - Forte aumento della paura: il detenuto viene intimidito gridando o gettando oggetti; non implica contatto fisico. - Lieve aumento della paura. - Riduzione della paura. - Aumento dell'orgoglio. - Umiliazione: insulti alla personalita' del detenuto non oltre i limiti che si applicherebbero ai prigionieri di guerra. - Futilita'. - Sappiamo tutto. - Stabilisci la tua identita': convincere il detenuto che e' stato scambiato per qualcun altro. - Domande ripetute durante interrogatori di normale durata. - Convincere il detenuto che c'e' un dossier si lui che lo danneggia e va emendato. - Mutt e Jeff: accoppiare un addetto agli interrogatori amichevole con un duro. - Fuoco di fila: domande rapide senza permettere risposta. - Silenzio: il detenuto viene fissato in silenzio per metterlo a disagio. - Cambio di scena positivo. - Cambio di scena negativo. - Manipolazioni della dieta: senza intenzioni di privazioni del cibo o dell'acqua e senza controindicazioni mediche o culturali. - Manipolazioni ambientali: cambiare l'ambiente per creare moderato disagio, ad esempio modificando la temperatura o introducendo odori sgradevoli. - Aggiustamento del sonno: i cicli del sonno sono modificati ad esempio dalla notte al giorno. - Falsa bandiera: convincere i detenuti che ad interrogarli non sono americani ma individui di altri paesi che ammettono le torture. - Isolamento: per un massimo di 30 giorni. TECNICHE APPROVATE DICEMBRE 2002 E REVOCATE APRILE 2003 - Rasatura forzata della barba e dei capelli. - Cappucci durante il trasporto e gli interrogatori. - Interrogatori fino a 20 ore. - Uso di contatti fisici moderati. -Posizioni forzate fino a 4 ore. - Rimozione degli abiti dei detenuti. - Uso dei cani per spaventare. TECNICHE PROPOSTE DA GUANTANAMO E RESPINTE DICEMBRE 2002: - Uso di scenari per convincere il detenuto di morte imminente per lui e la famiglia. - Esposizione al freddo o all'acqua fredda. - Uso di asciugamani bagnati e acqua per indurre la percezione del soffocamento.

Cecenia

Sono 92 le vittime degli attacchi di ieri condotti dai ribelli ceceni in Inguscezia, la repubblica della Federazione russa confinante con la Cecenia. A renderlo noto e' il primo ministro dell'Inguscezia, Bashyr Aushev, precisando che oltre 60 persone sono rimaste ferite negli attacchi. Il bilancio non e' definitivo ed e' possibile che il numero delle vittime salga ancora nelle prossime ore. Ieri pesanti scontri si sono verificati tra i ribelli ceceni e le forze di sicurezza russe in Inguscezia, a Nazran e nei dintorni della capitale. Un centinaio di combattenti ceceni ha attaccato edicifi del governo e basi della polizia a Nazran, ad Ordzhonikidzevskaya ed a Karabulak. Poche ore dopo l'inizio degli attacchi, le forze militari russe, sostenute da elicotteri da combattimento e da carri armati fatti arrivare dall'Ossezia del Nord, avevano lanciato una violenta controffensiva.

Aubonne (audio)

Il primo giugno 2003 un gruppo di 20 attivisti bloccavano una delle maggiori auostrade a Aubonne, Svizzera, per impedire che i delegati raggiungessero il summit del G8 a Evian. Due scalatori si appendevano al ponte, sospesi come contrappeso, con una corda che attraversava la strada mentre altri sostenevano striscioni e bloccavano il traffico. Nonostante le forze dell’ordine fossero informate della natura dell’azione, un agente di polizia tagliò la corda causando ad uno scalatore una caduta di 20 metri mentre l’altra venne salvata appena in tempo dalle sue amiche. Gli scalatori e gli altri attivisti sul ponte sono ora accusati di blocco del traffico e di messa in pericolo della vita degli automobilisti. Il poliziotto non è ancora stato indagato Per oggi è stata indetta una giornata di solidarieà internazionale, con la richiesta a persone e gruppi in Europa di visitare la loro ambasciata la mattina del 23 giugno per chiedere all’abasciatore di inviare la lettera di supporto al contone Vaud, Svizzera . Altri tipi di azioni simboliche di solidarietà con gli/le “attivist@ di Aubonne”, momenti d’informazione (presentazione del video) in centri sociali e spazi pubblici, bombardamento con fax alle autorità responsabili , informazione locale presso i media e gruppi per la tutela dei diritti umani, . SXempre oggi, si è svolta una conferenza stampa a Losanna (CH) per informare riguardo il prossimo processo, che si svolgerà il 28 giugno, e gli altri casi di repressione.

Algeria

Alla vigilia della visita in Italia del presidente algerino Abdelaziz Bouteflika, scatta una campagna internazionale per la scarcerazione di due giornalisti detenuti in Algeria, e per denunciare quello che viene definito un primo passo da parte del regime per imbavagliare la stampa indipendente e la liberta' d'opinione. Sul caso si e' gia' espressa ieri a Roma la Fnsi chiedendo al premier Berlusconi e al presidente Ciampi di affrontare l'argomento con l'ospite algerino, domani. Riuniti alla sede parigina di Reporters sans frontieres, il presidente della Lega algerina dei diritti umani Abdenour Ali Yahia e alcuni rappresentanti dei giornali privati algerini hanno fatto appello alla stampa internazionale, perche' solleciti la liberazione di Hafnaoui Ghoul, condannato a due mesi per diffamazione (per aver rivelato la morte di 13 prematuri in un ospedale) a Djelfa e quella di Mohammed Benchicou, direttore del quotidiano 'Le Matin', in carcere dal 14 giugno per due anni (piu' una cauzione di 230mila euro) per presunti illeciti finanziari relativi alla legge sui cambi. Sul suo giornale pesa anche la minaccia di chiusura per motivi fiscali: l'ufficio delle imposte reclama un milione di euro e rifiuta rateazioni. Si tratta di due condanne politiche, strumentali, di processi prefabbricati, prime mosse del regime per liberarsi della stampa privata, ha detto tra l'altro Ali Yahia, difensore dei due giornalisti, mentre la moglie di Benchicou ha smentito categoricamente le accuse contro il marito. Il caso di Benchicou in particolare sta facendo scalpore e il giornalista e' considerato ormai il simbolo della repressione in atto contro chiunque esprima opinioni contrarie al presidente e al suo ministro degli interni Zerhouni. In marzo, poco prima delle presidenziali, Benchicou aveva pubblicato un pamphlet al vetriolo dal titolo Bouteflika, un'impostura algerina, e durante la campagna elettorale, il giornale aveva attaccato frontalmente il candidato-presidente, come peraltro buona parte degli altri quotidiani indipendenti. L'articolo 144 bis del codice penale prevede pene da due a 12 mesi di prigione e multe tra 50mila a 250mila dinari (500/2.500 euro) per chi parli del capo dello stato in termini ingiuriosi, insultanti e diffamatori, e misure analoghe sono applicate contro chi offenda il parlamento o l'esercito.

Privacy

G.R. 9,30

IRAQ

Il movimento sciita guidato dal giovane Moqtada al-Sadr ha rifiutato qualsiasi forma di partecipazione alla conferenza nazionale sul futuro assetto dell'Iraq in programma il mese prossimo: in tale sede dovranno essere selezionati i membri dell'organo consultivo, sorta di assemblea parlamentare con limitate prerogative, che affianchera' il nuovo governo ad interim destinato a insediarsi dopo il 30 giugno, quando avra' luogo il passaggio della consegne da parte della coalizione sotto egida Usa

ESPLOSIONE IN CENTRO BAGHDAD,2 CIVILI MORTI TRA CUI BIMBO Almeno due civili iracheni, tra cui un bambino, sono rimasti uccisi in seguito all'ennesima esplosione avvenuta di primo mattino nel centro di Baghdad, vicino all'ospedale 'Kindi' lungo viale Palestina, al passaggio di un convoglio militare statunitense. Lo ha reso noto un portavoce della polizia irachena, colonnello Safaddin Mehdi,

ABU GHRAIB - Uno degli iracheni rinchiusi nel carcere di Abu Ghraib presso Baghdad, divenuto tristemente famoso per lo scandalo delle torture inflitte da soldati statunitensi ai detenuti, e' stato stroncato in prigionia da un infarto. Lo rende noto un comunicato militare Usa, che cita i risultati della relativa autopsia; nella nota si precisa che il decesso risale al 10 giugno scorso, meno di due settimane fa. La vittima, un uomo di 52 anni, era stato internato nel braccio di massima sicurezza del penitenziario fin da ottobre, per aver ripetutamente offerto una ricompensa a chiunque avesse ucciso un soldato americano Secondo il quotidiano inglese THE INDEPENDENT - "Gli elettori americani si oppongono a Bush sull'Iraq". Secondo l'ultimo sondaggio di Washington Post-Abc 'solo' il 50% degli intervistati approva il modo in cui Bush starebbe gestendo la guerra al terrorismo. Rispetto all'aprile scorso è un crollo secco del 13%. Il calo di fiducia ha un'immediata conseguenza politica anche sul confronto Bush-Kerry.

INGUSCEZIA

PUTIN VUOLE MANDARE PIU' TRUPPE DOPO ATTACCO DI IERI - Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato di voler assegnare un maggior numero di militari di stanza nella repubblica meridionale dell'Inguscezia, il giorno dopo la strage che ha ucciso almeno 59 persone, fra le quali il ministro degli interni ad interim Abukar Kostoyev. Fonti dello stesso ministero degli interni regionale parlano di 67 morti, riporta l'emittente televisiva Ntv. La maggior parte delle vittime sono militari, mentre tra i feriti ricoverati nell'ospedale di Nazran, 12 su 52 sono civili. La promessa di Putin, fatta ieri nel corso di una visita lampo in Inguscezia, tradisce la necessità per il presidente di rialzare le trincee, dopo il grave attacco subito ieri, che ha dimostrato la vulnerabilità delle forze russe di fronte alle incursioni dei guerriglieri

IRAN

MILITARI IRAN: POSSIBILE VELOCE RILASCIO DI MILITARI GB - Potrebbe concludersi in tempi brevi la disavventura dei militari britannici arrestati dall'Iran. Un ufficiale dell'esercito iraniano citato dall'agenzia Iran ha detto che se le indagini appureranno che le tre motovedette sono entrate per errore nelle acque territoriali iraniane i militari potrebbero essere rilasciati in tempi rapidi. Il vice capo di stato maggiore dell'esercito Alireza Afshar ha anche aggiunto che in ogni caso non ci sarà alcun annuncio ufficiale "sino a quando non saranno completate tutte le fasi rilevanti delle indagini". Le indagini, ha precisato, sono ancora in corso e gli otto militari britannici saranno ascoltati "separatamente" per giungere a fare chiarezza

NORDCOREA

PYONYANG:- La Corea del Nord è pronta a mettere in atto il programma di smantellamento nucleare "in modo trasparente", se gli Stati uniti porranno fine alla "politica ostile" nei confronti di Pyongyang, ha dichiarato l'inviato nordcoreano al tavolo dei negoziati, che si è riaperto oggi a Pechino fra i rappresentanti di sei nazioni.