GR ore 13,00

I guerriglieri della cosidetta Brigata dei Mujahadeen hanno rilasciato oggi due cittadini turchi, dipendenti della ditta Kayteks che tre giorni fa ha accettato di rinunciare all'appalto vinto in Iraq con l'esercito Usa. Martedì scorso, il gruppo del terrorista Abu Musab al Zarqawi, "Monoteismo e Jihad", aveva rilasciato altri tre cittadini turchi, minacciati di decapitazione se le ditte turche impegnate nel Paese non avessero accettato di sospendere ogni collaborazione con gli Usa. La liberazione dei due ostaggi è stata annunciata dai rapitori in un video inviato all'emittente araba al Jazeera, in cui uno dei guerriglieri ha dichiarato: "Per onorare il popolo turco musulmano e dopo il pentimento dei due ostaggi e la loro promessa di non ripetere più una cosa del genere (lavorare con gli Stati Uniti) abbiamo deciso di rilasciarli senza chiedere nulla in cambio". Il funzionario dell'Ambasciata turca che ha confermato la loro liberazione ha precisato che non è stato pagato alcun riscatto.

GLI STATI UNITI RITIRANO I LORO MILITARI DALLE OPERAZIONI ONU

Gli Stati Uniti ritireranno presto i pochi militari americani che partecipano a operazioni di mantenimento della pace dell'Onu. Motivo: i militari americani non sono più protetti contro eventuali processi davanti alla Corte penale internazionale. Gli Stati Uniti non hanno ratificato il trattato di Roma che ha istituito il tribunale penale internazionale, affermando che rischia di aprire procedimenti contro militari americani per motivi futili e in realtà politici.

Un palestinese di 55 anni e' stato ucciso dai soldati israeliani nei pressi dell'insediamento ebraico di Gush Katif, nel sud della striscia di Gaza. Fonti militari israeliane hanno riferito che l'uomo e' stato colpito mentre si dirigeva verso una postazione dell'esercito davanti all'insediamento.

Il neo-premier iberico Zapatero, alla decisione di ritirasi dall'Iraq fa seguire invece un rinnovato impegno sul fronte dell'Afghanistan. Il Consiglio dei ministri spagnolo, secondo quanto scrive "El Pais", approvera' infatti oggi il piano di rafforzamento del contingente militare iberico in Afghanistan. Il programma verra' poi votato dal parlamento la prossima settimana. È la prima volta che il governo accetta di far ratificare al parlamento una decisione in merito all'invio di truppe in una zona di conflitto. Il ministro della Difesa, Jose' Bono, ha assicurato che l'esecutivo riconsiderera' la propria decisione se non venisse ratificata dai deputati. Tuttavia, sempre secondo quanto riferisce il quotidiano "El Pais", il provvedimento ha gia' ottenuto il consenso della maggioranza dei gruppi politici

E' lo stesso governatore Hikmet Tan, scampato all'attentato di questa mattina, a precisare il numero delle vittime dell'esplosione, che sale adesso a cinque. Almeno ventiquattro i feriti. Il Governatore della provincia di Van, nell'est della Turchia, è rimasto illeso, così come il suo autista, quando un'ordigno è esploso stamane al passaggio della sua vettura. "Sto bene, sembra che la mia auto fosse il loro obiettivo", è la prima dichiarazione rilasciata alla rete televisiva Ntv da Hikmet Tan. Secondo Ntv, l'esplosione è stata causata da un ordigno telecomandato a distanza, mentre una seconda bomba è stata ritrovata e fatta brillare dalla polizia.

Un incendio di origine misteriose e' scoppiato all'alba di oggi in un capannone-dormitorio abitato da stranieri clandestini in largo Preneste. A dare l'allarme sono stati alcuni extracomunitari, che sono riusciti a mettersi in salvo dopo aver lasciato all'interno effetti personali e masserizie. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e hanno spento l'incendio. Il capannone, che si trova all'interno del complesso dell'ex-Snia Viscosa, e' stato dichiarato inagibile. Nell'incendio nessuno e' comunque rimasto ferito

COMMERCIO/ TROVATO ACCORDO SU CCNL, REVOCATO SCIOPERO DOMANI

Confcommercio e i sindacati di categoria hanno trovato un accordo sul contratto del Commercio. Lo sciopero previsto per domani, 3 luglio, è stato quindi revocato. Ascoltiamo le valutazioni di un compagno della confederazine COBAS (segue audio)

da Paula: ci lavoro dalle 17.20. Siete tutt@ invitat@ felicemente a partecipare. Inseite chie siete e cosa avete fatto in questa sezione della pagina. Un beso.


Gr Serale di giovedi 4 luglio - ore 19.30

SOMMARIO

DAL MONDO Palestina: volontario italiano arrestato dai militari israeliani Palestina: drammatica situazione sanitaria a Gaza e repressione in tutti i territori occupati Palestina: la chiesa ortodossa accusa Israele Israele: deputato arabo accusa il governo Sharon Paesi Baschi: il governo spagnolo si appresta a colpire Herri Batasuna Argentina: continua la protesta popolare Afghanistan: migliaia di profughi bloccati alla frontiera col Pakistan Irak: tornano gli ispettori dell'ONU

DALL'ITALIA Napoli: protesta dei disoccupati contro gli arresti Lazio e altre regioni: buona riuscita dello sciopero CGLIL Milano: drammatico sgombero di una casa Italia: morto un altro militare per le radiazioni

Dal Mondo

PALESTINA: volontario italiano arrestato nel compound di arafat Massimo Mele, attivista Italiano per la pace, volontario in appoggio al medical relief di Ramallah, si e' recato nel pomeriggio nel compuond di Arafat per consegnare alcuni medicinali e cibo per il personale all'interno. All'ingresso del compound i soldati israeliani gli hanno sequestrato il passaporto, cercando di impedirgli l'ingresso. Entrato ugualmente, senza autorizzazione dei militari, all'uscita e' stato arrestato. Il consolato italiano di gerusalemme e' stato informato. (Indymedia - Claudia Righini, Medical relief, Ramallah, Palestina)

PALESTINA - Notizie da Khan Younis nella striscia di Gaza by tzigari 6:33pm Thu Jul 4 '02 -Intervista all'ospedale di Khan Younis -Gaza- ed altri aggiornamenti........ Nasser Hospital Domenica, 30 giugno 2002 Parla il Dr. Hader El Gadera, primario del Nasser Hospital di Khan Younis: "In questo ospedale viviamo un emergenza continua, i nostri chirurghi sono esausti, perché il nostro è l'ospedale di riferimento per tutta la parte meridionale della Striscia di Gaza. Gli scontri a fuoco qui sono quotidiani e riceviamo vittime ogni giorno. E in qualunque momento dobbiamo essere pronti a fronteggiare ogni tipo di emergenza. Nella Striscia di Gaza siamo assediati dall'esercito israeliano e non abbiamo libertà di movimento, io andavo a Gaza una volta ogni due o tre giorni prima dell'inizio dell'Intifada, per incontrare il ministro della sanità e per altri affari correlati con la mia attività di primario del Nasser Hospital. Oggi posso andare a Gaza una volta ogni due o tre mesi, perché non ho mai la certezza di poter rientrare in tempo nel mio ospedale. Questa è la situazione. Per quanto riguarda i feriti, ne riceviamo ogni giorno, ma non c'è una media standard: un giorno ne abbiamo ricevuti cento, altri giorni due forse tre, dipende dagli eventi All'inizio dell'Intifada, quando i ragazzini andavano a tirare pietre al check point di Al Tufah, i militari israeliani risposero con grandi quantità di bombe al gas velenoso che avevano effetti sconosciuti su chi lo respirava. Alcuni avevano le convulsioni, altri battevano la testa contro il muro: anche dopo essere stati ricoverati e trattati con sonniferi, le convulsioni si ripresentavano improvvise. Altri ancora presentavano macchie nere sulla pelle che, nei casi meno gravi, sono sparite dopo alcuni mesi. Ma molti altri sono morti a causa di questi gas. Purtroppo, a tutt'oggi non conosciamo la natura del gas e non abbiamo un antidoto per curare coloro che lo respirano. Il nostro ministero della sanità ha mandato molti campioni di questo gas a diversi laboratori stranieri, ma al momento non abbiamo ricevuto alcuna risposta. La popolazione vive nella paura, nessuno vive in sicurezza né in libertà, tutte queste cause creano gravi stress nelle fascie più deboli della popolazione, e lo stress causa depressione, e aborti spontanei e altre patologie che affliggono la nostra popolazione. Nelle ultime settimane ci aspettiamo un'invasione della Striscia di Gaza da un giorno all'altro e la temiamo perchè è sotto gli occhi di tutti ciò che sta succedendo nella West Bank, dove hanno chiuso gli ospedali e né feriti né ammalati possono accedere ai servizi sanitari. Così li lasciano morire per strada senza che nessuno possa aiutarli, in quanto l'esercito israeliano impedisce ai gruppi di pronto soccorso di prestare aiuto e cure ai feriti o agli ammalati, anche a causa del coprifuoco. Così viviamo nell'attesa di ciò che può capitarci nel prossimo futuro. Io non mi occupo di politica perché naturalmente sono concentrato sulle esigenze del mio ospedale. Ma come cittadino comune penso che la soluzione politica a questo conflitto debba essere presa dalla comunità internazionale. Sfortunatamente la comunità internazionale parla di aiuto e di comprensione ma non fa nulla di concreto. Tutti sono concentrati sul problema dei martiri suicidi che si fanno esplodere in mezzo alla popolazione civile israeliana, ma nessuno si domanda perché accade tutto ciò. Come medico, io so bene che per curare una malattia occorre rimuoverne le cause e, una volta rimosse le cause, gli effetti scompaiono.

PALESTINA - news by cloutzzz 6:30pm Thu Jul 4 '02

Il Movimento Internazionale di Solidarieta' in Palestina ha diffuso oggi un comunicato in cui rivela che tre attivisti per i diritti umani, due americani ed un britannico, sono stati sequestrati e tenuti prigionieri dall'esercito israeliano per circa 45 ore. Nel comunicato si sostiene che i tre sono stati trattati in maniera disumana, costretti in un recinto aperto notte e giorno e senza alcuna possibilita' di mettersi in contatto con l'esterno. Eric Levine, un attivista americano e due medici, uno americano, Brian Dominick, e l'altro britannico, Peter Blacker, sono stati rilasciati in una localita' remota nei dintorni di Nablus, e sono dovuti tornare in citta' a piedi, tra molte difficolta'. L'esercito israeliano con ha dato alcuna spiegazione ufficiale sul perche' del triplice sequestro, dell'isolamento e del trattamento disumano inflitto ai tre uomini per due giorni Arresti e violazioni Oltre 100 palestinesi sono stati arrestati in Galilea. Tra di essi, numerose donne e bambini. Altri 107 lavoratori palestinesi sono stati arrestati nell'area di Shfaram. Sette palestinesi sono rimasti feriti nel villaggio di Wadi al-Bathan, ad est di Nablus, allorche' un carroarmato d'occupazione ha aperto il fuoco contro un'auto civile. A Tulkarem, intanto, dove e' stato imposto il coprifuoco per il settimo giorno consecutivo, vi e' mancanza di cibo e medicinali, e la popolazione e' allo stremo. Il membro della Knesset Sarid ha accusato Bush e Sharon di essere gli artefici della catastrofe umanitaria in Palestina. Nonostante l'allentamento del coprifuoco in alcune città cisgiordane, sette palestinesi sono stati feriti oggi da un cannonata sparata da un carro armato israeliano nel villaggio di Tubas, nel distretto di Nablus. La notizia è stata diffusa da radio Israele, secondo cui il carro armato ha sparato contro un taxi sul quale si trovavano i sette. Fonti militari hanno intanto reso noto di aver fermato tre palestinesi armati pronti, secondo loro, ad attaccare l'insediamento di Mevo Dotan. E sembra essersi concluso il braccio di ferro politico all'interno dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), che vedeva contrapposto il capo della sicurezza preventiva in Cisgiordania, colonnello Jibril Rajub, e il presidente Yasser Arafat. Rajub ha comunicato che accetterà di farsi da parte, dopo il licenziamento deciso dallo stesso leader dell'Olp. - Rispetto questa decisione e la applicherò - ha dichiarato il colonnello. Negli ultimi giorni aveva suscitato dure polemiche interne la riforma dei servizi di sicurezza palestinesi decisa da Arafat, che ha comportato anche il siluramento di Rajub. Ieri il diretto interessato aveva smentito le voci secondo cui il presidente dell'Anp avrebbe voluto disfarsi di lui. In mattinata, invece, Rajub ha annunciato che si farà da parte. La piccola rivoluzione all'interno dei servizi di sicurezza ha coinvolto anche il capo della polizia palestinese, Ghazi al Jibali, che reso noto di aver deciso di dimettersi dal suo incarico in vista della prossima campagna elettorale per il voto previsto per l'inizio del 2003.

ISRAELE - Dal paese arrivano critiche al presidente USA George Bush e al premier Sharon. Infatti essi sono ritenuti responsabili di una catastrofe umanitaria nei Territori palestinesi, di cui bisogna rendere conto. Lo ha dichiarato oggi alla radio militare israeliana Yossi Sarid, capo dell'opposizione alla Knesset (Parlamento) e leader del partito Meretz (sinistra). Riferendosi al discorso di Bush del 24 giugno scorso, in cui ha invitato i palestinesi a dotarsi di una nuova dirigenza al posto di quella guidata da Yasser Arafat, Sarid ha affermato che il presidente Usa doveva sapere che avrebbe provocato la rioccupazione dei Territori palestinesi da parte dell'esercito israeliano e una catastrofe umanitaria. Sarid ha aggiunto che bisogna ricordare a Bush e ad Ariel Sharon che affamare una popolazione civile costituisce un crimine contro l'umanita' per il quale bisogna rendere conto. Il leader dell'opposizione parlamentare israeliana ha quindi affermato che gli Stati Uniti, gli europei e l'Onu devono fare tutto il possibile per alleviare le sofferenze della popolazione palestinese, distribuire cibo e medicinali. Ricordiamo che l'esercito dello stato ebraico ha avviato il 19 giugno in Cisgiordania l'operazionATZe 'Strada determinata', tuttora in corso con la rioccupazione di tutte le maggiori citta' autonome palestinesi, a eccezione di Gerico. Appello della Chiesa Ortodossa di Terra Santa: Salvate la Palestina dall'assalto israeliano! L'Archimandrita Atallah Hanna, in un appello urgente alla comunita' internazionale, dichiara: "La catastrofe umanitaria ha raggiunto vertici mai toccati prima. La societa' palestinese e la sua economia sono completamente devastate, con la distruzione delle infrastrutture,l'impedimento agli studenti di terminare l'anno scolastico ed accademico e l'imposizione di un sistema di apartheid". Il leader religioso ha attaccato anche l'isolamento di Gerusalemme est dal resto dei Territori occupati, affermando che quest' azione ha "l'obiettivo diretto e preciso di snaturare l'identita' palestinese della Citta' santa".

PAESI BASCHI - Il 24 giugno è stata approvata in Spagna la cosiddetta Legge di Partito dove si stabilisce lo scioglimento dei partiti che risultino legati all'ETA, e si tratta di una non velata minaccia nei confronti del partito indipendentista Batasuna. Il vicepresidente del governo e ministro degli Interni, Mariano Rajoy, in dichiarazioni rilasciate questa settimana, sostiene che la polizia sta aspettando che Batasuna violi i principi democratici per intervenire con l'applicazione della discussa legge. Si tratta tra l'altro di una legge che sta scatenando vive reazioni e critiche negli stessi Paesi Baschi. Anche il partito di governo afferma che potrebbe trattarsi di una legge a doppio taglio. Attualmente la disccussione verte, dopo l'approvazione di una legge così restrittiva e persecutoria, sull'incognita di quando e come verrà applicata la legge di Partito. Ascoltiamo una corrispondenza direttamente dai Paesi Baschi da dove arrivano una serie di pessime notizie che hanno ancora a vedere con la persecuzione avviata su tutti i piani contro l'organizzazione indipendentista Batasuna. (corrispondenza)

ARGENTINA - Nel dicembre prossimo in Argentina si terranno le elezioni primarie e a marzo la gente sarà chiamata alle urne per scegliere presidente e vice presidente della Repubblica, nonché rinnovare parzialmente la Camera dei deputati. Nel caso in cui fosse necessario, un turno di ballottaggio verrà convocato ad aprile. Annunciando elezioni anticipate, il capo dello Stato Eduardo Duhalde ha preso apparentemente la decisione più corretta. Ha cioè constatato il logorio al quale tanto la situazione politica quanto quella economica e sociale hanno sottoposto la sua gestione. Una gestione che in sei mesi di governo non è riuscita a produrre sostanziali cambiamenti. Potrebbe sembrare il trionfo della logica e del buon senso. Ma non è così. Dietro alla decisione di Duhalde, infatti, è intuibile la presenza di interessi che vanno in direzione opposta rispetto a quanto l'opinione pubblica reclama con forza ormai da mesi. Quello che Duhalde non dice è che le reclamate riforme del sistema politico ed elettorale restano lettera morta, dimenticate in qualche cassetto del Congresso argentino. Il tema non è secondario, perché l’opinione pubblica (un 80 per cento stando ai sondaggi) vuole un cambiamento completo della leadership politica ma per metterlo in atto è necessaria una profonda riforma del sistema elettorale. Attualmente all'elettore argentino non è consentito esprimere preferenze individuali nella scheda utilizzata per le votazioni parlamentari. Può soltanto scegliere la formazione politica. Esistono, infatti, le cosiddette "liste lenzuolo", che sono un enorme elenco di candidati decisi dal partito, i quali vengono eletti in base alla posizione che occupano in questa lista. Non c’è spazio per candidature indipendenti e se all'elettore non piacciono i primi nomi di una lista alla Camera o al Senato, non può fare nulla per orientare il proprio voto verso altre persone. Ciò significa che gli attuali criticati e screditati leader, spesso in odore di corruzione, dal passato oscuro e con patrimoni di provenienza poco chiara, avranno la possibilità di trovarsi in cima alle liste delle prossime elezioni, mantenendo il proprio posto in Parlamento. Duhalde, inoltre, non dice che resta dimenticata la quindicina di leggi di riforma del sistema politico ed amministrativo che era stata pensata per rendere più trasparente la gestione della cosa pubblica. Si tratta perlopiù di misure proposte dal Dialogo Argentino (che si svolge sotto l'egida della Chiesa cattolica e delle nazioni Unite), dopo estenuanti contatti con le organizzazioni che rappresentano la società civile argentina. Il capo dello Stato dimentica altresì che tale pacchetto di provvedimenti era stato sottoscritto sia da lui che dai governatori delle province in febbraio, quando prese il solenne impegno di trasformarli in leggi. Tutto rischia di trasformarsi in una burla agli occhi dell'opinione pubblica. Quindi, in sintesi, la popolazione argentina vuole elezioni ma ancora non ci sono state le leggi di trasparenza che garantirebbero una reale espressione popolare nella scelta di un nuovo presidente argentino. Ma ieri avevamo raccolto verso la fine del giorno una corrispondenza riguardante la protesta di ieri, organizzata tra gli altri dal movimento dei piqueteros, durissimamente colpiti la scorsa settimana dalla repressione della polizia. E' una corrispondenza che pur riguardando la giornata di mobilitazione di ieri, ci teniamo a farvi ascoltare in quanto si tratta del breve intervento proprio di un rappresentante del Movimento Lavoratori Disoccupati dellArgentina. (corrispondenza)

AFGHANISTAN - Sono stati fermati al confine pachistano 25.693 persone in fuga dall'Afghanistan. Questo perché il governo di Islamabad ha deciso di bloccare l'afflusso dei migranti. L'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) ha fatto sapere che 6.003 famiglie stavano attendendo, nella città di Chaman, l'asilo politico per il Pakistan. Secondo l'UNHCR -l'alto numero di afghani al confine ha causato all'agenzia difficoltà nel portare soccorsi-. Durante la guerra afghana contro l'Unione Sovietica 3 milioni di persone cercarono rifugio in Pakistan. Si stima che negli ultimi mesi 800.000 persone abbiano fatto ritorno in patria.

IRAQ - Soddisfazione e' stata espressa oggi dal Segretario generale delle Nazioni Unite e dal capo della diplomazia irachena Naji Sabri, al termine del primo incontro di oggi alla sede delle Nazioni Unite a Vienna sul ritorno in Iraq degli ispettori Onu. Sono soddisfatto della maniera nella quale le nostre trattative si sono svolte e spero che potremo continuarle nello stesso spirito, ha dichiarato Annan dopo l'incontro durato tre ore con Sabri. Il ministri iracheno, da canto suo ha detto: Abbiamo avuto dei colloqui seri e onesti, e ne sono soddisfatto. Siamo ottimisti, raggiungeremo un'ampio compromesso, aveva detto Sabri poco prima dell'inizio delle trattative. Il portavoce dell'Onu a New York, Fred Eckhard, parlando dei temi toccati nel primo round dei negoziati, ha fatto sapere che si sta anche studiando un meccanismo per la resituzione degli archivi kuwaitiani che si trovano attualmente in Iraq e si e' mostrato fiducioso di trovare una soluzione per la questione nel corso degli incontri di domani. Iraq e Onu stanno negoziando gia' per la terza volta quest'anno sul ritorno degli ispettori Onu in cambio della revoca dell'embargo contro l'Iraq imposto nel 1990. L'Onu sta nuovamente cercando di trovare una soluzione per il rientro al piu' presto degli ispettori Onu nel paese. L'Iraq, tuttavia, è piu' interessato a trattative piu' globali: che riguardino cioe' non tanto la questione del controllo del disarmo quanto la revoca delle sanzioni economiche e le minacce degli Usa di usare la forza contro l'Iraq per provocare un cambio di governo a Baghdad.

Dall'Italia

NAPOLI - Circa seicento persone con striscioni hanno sfilato questa mattina a Napoli da piazza Garibaldi al carcere di Poggioreale, mentre una presidio di qualche decina di persone sostava dinanzi alla casa circondariale femminile di Pozzuoli, per protestare contro l'arresto di Luigi Montano, 33 anni, e Antonietta "Consiglia" Terracciano, 53 anni. I due, esponenti del movimento di lotta di Acerra che protesta per l'accesso di liste di disoccupati ai corsi di formazione della Regione Campania, sono stati arrestati ieri nell'ambito di una inchiesta su episodi di presunta violenza in manifestazioni organizzate dalle liste storiche dei senza lavoro. Al corteo, che si e' svolto in modo pacifico, hanno partecipato disoccupati napoletani e di Acerra ed esponenti della rete no-global. Oggi Consiglia Terracciano, per la quale i legali hanno gia' presentato istanza al tribunale del riesame, e' stata ascoltata dal gip. Domani l'interrogatorio di garanzia per Luigi Montano.

LAVORO - Abbiamo bissato il 16 aprile. L'adesione e' stata complessivamente superiore all'80%. Lo ha dichiarato Luciano Silvestri, segretario generale della Cgil della Toscana, commentando l'esito dello sciopero regionale di quattro ore che si e' svolto oggi a Firenze per iniziativa dell'organizzazione sindacale a difesa dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori. L'iniziativa ha visto anche la partecipazione degli autorganizzati Cobas dai quali abbiamo raccolto un commento non proprio positivo che andiamo ad ascoltare. (corrispondenza)

MILANO - Sgombero con momenti di tensione, stamani, in via Cornalia dove, in un edificio privato dismesso, una sessantina di ROM si sono stabiliti, minacciando di gettarsi nel vuoto e di fare esplodere alcune bombole di gas, tra l'altro si tratta di uomini e donne con bambini che da mesi stanno subendo sgomberi su sgomberi. Per domani mattina - hanno detto a riguardo in Questura - i rom dovranno comunque lasciare l'edificio, soprattutto per la loro stessa incolumita', perche' e' pericolante. Questa la versione della questura della città. Parte di questi nomadi sarebbero irregolari, mentre altri hanno il permesso di soggiorno. Comunque dal 22 maggio al 6 giugno, secondo i dati della Questura, sono stati effettuati una serie di sgomberi con cadenza quasi quotidiana alcuni dei quali di particolare rilevanza, come quelli effettuati in via Sapri, in via Marchiondi, in piazza Governo Provvisorio e in via Triboniano. E tra l'altro oggi stesso è giunta la notizia di unb altro sgombero questa volta ai danni di migranti. Polizia e carbinieri hanno tentanto da stamani alle 7 di sgomberare un palazzo vicino alla Stazione centrale di Milano occupato da una ottantina di migranti, in maggioranza rumeni. Lo stabile, di quattro piani e evidentemente abbandonato, e' al civico 14 di via Adda, una traversa di via Fabio Filzi. Gli occupanti, ha spiegato Laurenzo, giovane rumeno di Timisoara, sono in maggioranza cittadini rumeni, insieme a qualche marocchino e qualche albanese. Dei migranti, una ventina sono bambini e una trentina donne. In molti abbiamo i documenti e lavoriamo -ha detto Laurenzo- vogliamo una casa dove stare, non il campo, che e' una riserva indiana. Gli occupanti, alcuni dei quali hanno minacciato di far saltare le bombole del gas, hanno chiesto di aprire una trattativa con il padrone dello stabile e di poter rimanere finche' non iniziano i lavori di ristrutturazione,dicendosi disposti a pagare l'affitto. In tutto le operazioni di sgombero a Milano hanno visto impiegati, complessivamente, ben 1.474 agenti e carabinieri.

RADIAZIONI - Un altro militare volontario in Kosovo, Antonio Milano, originario di Cardito in provicnia di Napoli, e' morto ieri stroncato da un melanoma contratto quattro mesi dopo l'ultima missione nei Balcani. Lo rende noto l'Osservatorio militare spiegando che si tratta della diciassettesima vittima dichiarata dell'uranio impoverito tra i militari italiani in missione. Secondo altre fonti coloro che sono morti sarebbero anche di più così come non si parla delle malformazioni nei figli dei militari.