Differences between revisions 5 and 6
Revision 5 as of 2004-07-19 17:02:53
Size: 31463
Editor: anonymous
Comment:
Revision 6 as of 2004-07-19 17:04:16
Size: 31462
Editor: anonymous
Comment:
Deletions are marked like this. Additions are marked like this.
Line 33: Line 33:
Ancora nessuna soluzione nel braccio di ferro politico tra il primo ministro dimissionario Abu Ala (Amhmed Querya) e il presidente palestinese Yasser Arafat. Nonostante le riunione del governo avvenuta stamani a Ramallah, il capo dell’esecutivo oggi ha ribadito la propria intenzione di lasciare l’incarico e di aspettare una risposta scritta dall’anziano capo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). “Ho rassegnato le dimissioni per ovvie ragioni, a causa del caos sul piano della sicurezza, e non ho ricevuto alcuna risposta scritta dal presidente Arafat: la mia offerta di dimissioni rimane quindi valida'' ha detto ai giornalisti Abu Ala uscendo dalla Mukata, il quartiere diroccato dove Arafat è praticamente rinchiuso da oltre due anni dopo gli attacchi degli israeliani. Abu Ala aveva presentato le proprie dimissioni sabato, in seguito all’ondata di sequestri-lampo a Gaza e alle proteste contro lo stesso Arafat per le mancate riforme e la corruzione. Il primo ministro dimissionario – secondo gran parte della stampa internazionale – chiede ad Arafat riforme strutturali e lotta alla corruzione, ma finora non ha ottenuto risposte soddisfacenti. Ieri la situazione è peggiorata, con nuove manifestazioni e scontri, culminati nella battaglia di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove si sono affrontati oltre un centinaio di miliziani delle Brigate dei Martiri ‘al Aqsa’ – legato al movimento al Fatah, che fa capo allo stesso Arafat – e gli uomini fedeli al neo-nominato capo delle sicurezza palestinese, Moussa Arafat, parente stretto del rais di Ramallah. Stamani, per placare le proteste, il presidente palestinese ha revocato la nomina al proprio congiunto e ha richiamato alla guida dei servizi generali di sicurezza per Gaza e la Cisgiordania il generale Abdelrazzak al-Majaida, cui aveva tolto il mandato solo due giorni prima; la notizia è stata accolta con soddisfazione a Gaza City, dove alcune centinaia di persone sono scese per strada a festeggiare. Nei pressi di Tulkarem (Cisgiordania), due miliziani palestinesi sono stati uccisi in scontri con l’esercito israeliano nel villaggio di Saida, dove è in corso un’operazione delle forze armate dello Stato ebraico. A Gaza, poco fa, è stata udita una potente esplosione di cui ancora non si conoscono le cause, anche se testimoni hanno detto che non c’erano elicotteri militari in volo sulla città al momento della deflagrazione. Ancora nessuna soluzione nel braccio di ferro politico tra il primo ministro dimissionario Abu Ala (Amhmed Querya) e il presidente palestinese Yasser Arafat. Nonostante le riunione del governo avvenuta stamani a Ramallah, il capo dell’esecutivo oggi ha ribadito la propria intenzione di lasciare l’incarico e di aspettare una risposta scritta dall’anziano capo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). “Ho rassegnato le dimissioni per ovvie ragioni, a causa del caos sul piano della sicurezza, e non ho ricevuto alcuna risposta scritta dal presidente Arafat: la mia offerta di dimissioni rimane quindi valida" ha detto ai giornalisti Abu Ala uscendo dalla Mukata, il quartiere diroccato dove Arafat è praticamente rinchiuso da oltre due anni dopo gli attacchi degli israeliani. Abu Ala aveva presentato le proprie dimissioni sabato, in seguito all’ondata di sequestri-lampo a Gaza e alle proteste contro lo stesso Arafat per le mancate riforme e la corruzione. Il primo ministro dimissionario – secondo gran parte della stampa internazionale – chiede ad Arafat riforme strutturali e lotta alla corruzione, ma finora non ha ottenuto risposte soddisfacenti. Ieri la situazione è peggiorata, con nuove manifestazioni e scontri, culminati nella battaglia di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove si sono affrontati oltre un centinaio di miliziani delle Brigate dei Martiri ‘al Aqsa’ – legato al movimento al Fatah, che fa capo allo stesso Arafat – e gli uomini fedeli al neo-nominato capo delle sicurezza palestinese, Moussa Arafat, parente stretto del rais di Ramallah. Stamani, per placare le proteste, il presidente palestinese ha revocato la nomina al proprio congiunto e ha richiamato alla guida dei servizi generali di sicurezza per Gaza e la Cisgiordania il generale Abdelrazzak al-Majaida, cui aveva tolto il mandato solo due giorni prima; la notizia è stata accolta con soddisfazione a Gaza City, dove alcune centinaia di persone sono scese per strada a festeggiare. Nei pressi di Tulkarem (Cisgiordania), due miliziani palestinesi sono stati uccisi in scontri con l’esercito israeliano nel villaggio di Saida, dove è in corso un’operazione delle forze armate dello Stato ebraico. A Gaza, poco fa, è stata udita una potente esplosione di cui ancora non si conoscono le cause, anche se testimoni hanno detto che non c’erano elicotteri militari in volo sulla città al momento della deflagrazione.

GR ORE 19.30

Migranti

cap anamur

I legali del Cir stanno preparando il ricorso alla Corte per i diritti umani di Strasburgo per i 14 africani della Cap Anamur trasferiti dalla Sicilia al Centro di accoglienza di Ponte Galeria. Lo ha riferito il direttore del Consiglio italiano per i rifugiati, Christopher Hein. Questo ricorso, ha spiegato Hein, si va ad aggiungere a quello che gli avvocati che assistono i 14 africani, sui quali grava la possibilita' dell' espulsione, stanno preparando contro il rigetto della domanda d' asilo ed il respingimento alla frontiera disposto dal questore di Agrigento.

Sudan

Amnesty International ha lanciato l'allarme sulle violenze commesse su bambine e ragazze nel Darfur, la regione sudoccidentale del Sudan dove i villaggi della popolazione nera sono oggetto di sistematiche aggressioni da parte delle milizie arabe filogovernative. Nel Darfur vengono stuprate e ridotte alla schiavitu' sessuale bambine anche di soli otto anni, ha denunciato Amnesty in un rapporto presentato oggi. "Gli stupri di massa in corso nella regione sudanese rappresentano crimini di guerra e crimini contro l'umanità, ma la comunità internazionale sta facendo veramente poco per fermarli", ha sottolineato l'organizzazione internazionale contro la tortura. Il rapporto di Amnesty International e' basato su centinaia di testimonianze raccolte a maggio durante una missione nei campi-profughi del Ciad; dai racconti emerge che le donne e le bambine vengono stuprate, rapite e ridotte a schiave del sesso da parte delle milizie janjawid. L'esercito del Sudan risulta coinvolto direttamente in quasi tutti gli attacchi contro i villaggi. Amnesty ha rivolto una richiesta alla comunita' internazionale affinche' "affronti la questione degli stupri in modo più serio e determinato, inviando immediatamente personale medico preparato che possa prendersi cura delle sopravvissute". Amnesty International chiede inoltre che tutte le parti in conflitto fermino immediatamente e condannino pubblicamente l'uso dello stupro come arma di guerra e adottino misure per garantire la protezione della popolazione civile; che le milizie janjawid siano smantellate; che sia immediatamente nominata una Commissione d'inchiesta e che si arrivi a sottoporre alla giustizia gli autori delle violenze".

Legge Bossi fini

Non sara' emanata prima di mercoledi' la direttiva con cui il ministero dell'Interno fornira' indicazioni sull'applicazione della legge Bossi-Fini alla luce della sentenza della Corte Costituzionale. L'orientamento del Viminale, infatti, sarebbe quello di attendere la pubblicazione della sentenza della Consulta sulla Gazzetta Ufficiale, prevista appunto per mercoledi'. La circolare comprendera' le regole di comportamento da seguire in materia di arresto ed espulsione degli immigrati clandestini.

Lavoro

  • Protesta dei lavoratori di Finmek (ex Elsag, poi ABB e infine ceduta all'imprenditore Carlo Fulkir) davanti alla Prefettura per il mancato pagamento degli stipendi. L'ultimo risale a marzo scorso. Il gruppo Finmek, 3200 dipendenti di cui 87 a Genova, e' commissariata dal 1 giugno. Il piano di rilancio della societa', attiva nel campo dell'automazione, e' all'esame degli istituti di credito, da qui la carenza di liquidita' che ha obbligato il commissario Vidal ad erogare solo anticipi della busta paga. Il prefetto di Genova Giuseppe Romano ha ricevuto una delegazione delle Rsu e assicurato il proprio impegno per assicurare ai lavoratori la retribuzione.

Arresti

Resta in carcere Roberto Badel, presunto brigatista, ma potra', oggi e domani, fare gli esami all'Istat. Lo ha deciso il gip Carmelita Russo. La decisione e' stata presa questa mattina. Roberto Badel, esperto informatico e dipendente dell'Istat, sara' accompagnato alle prove da una scorta di agenti penitenziari che vigileranno su di lui. Poi, al termine delle prove, sara' riportato a Regina Coeli. Il gip Carmelita Russo, che sabato scorso aveva sottoposto a interrogatorio di garanzia il presunto brigatista, ha preso contemporaneamente in esame sia la richiesta di sostenere la prova sia quella di scarcerazione o quanto meno di concessione degli arresti domiciliari basata sul fatto che Badel, durante l'interrogatorio, ha negato di essere uno dei componenti della nuova formazione delle Brigate rosse respingendo le accuse di associazione per delinquere e partecipazione a banda armata. La richiesta, oggi respinta, comunque sara' riproposta nei prossimi giorni dai suoi difensori al Tribunale del riesame.

Palestina

Ancora nessuna soluzione nel braccio di ferro politico tra il primo ministro dimissionario Abu Ala (Amhmed Querya) e il presidente palestinese Yasser Arafat. Nonostante le riunione del governo avvenuta stamani a Ramallah, il capo dell’esecutivo oggi ha ribadito la propria intenzione di lasciare l’incarico e di aspettare una risposta scritta dall’anziano capo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). “Ho rassegnato le dimissioni per ovvie ragioni, a causa del caos sul piano della sicurezza, e non ho ricevuto alcuna risposta scritta dal presidente Arafat: la mia offerta di dimissioni rimane quindi valida" ha detto ai giornalisti Abu Ala uscendo dalla Mukata, il quartiere diroccato dove Arafat è praticamente rinchiuso da oltre due anni dopo gli attacchi degli israeliani. Abu Ala aveva presentato le proprie dimissioni sabato, in seguito all’ondata di sequestri-lampo a Gaza e alle proteste contro lo stesso Arafat per le mancate riforme e la corruzione. Il primo ministro dimissionario – secondo gran parte della stampa internazionale – chiede ad Arafat riforme strutturali e lotta alla corruzione, ma finora non ha ottenuto risposte soddisfacenti. Ieri la situazione è peggiorata, con nuove manifestazioni e scontri, culminati nella battaglia di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove si sono affrontati oltre un centinaio di miliziani delle Brigate dei Martiri ‘al Aqsa’ – legato al movimento al Fatah, che fa capo allo stesso Arafat – e gli uomini fedeli al neo-nominato capo delle sicurezza palestinese, Moussa Arafat, parente stretto del rais di Ramallah. Stamani, per placare le proteste, il presidente palestinese ha revocato la nomina al proprio congiunto e ha richiamato alla guida dei servizi generali di sicurezza per Gaza e la Cisgiordania il generale Abdelrazzak al-Majaida, cui aveva tolto il mandato solo due giorni prima; la notizia è stata accolta con soddisfazione a Gaza City, dove alcune centinaia di persone sono scese per strada a festeggiare. Nei pressi di Tulkarem (Cisgiordania), due miliziani palestinesi sono stati uccisi in scontri con l’esercito israeliano nel villaggio di Saida, dove è in corso un’operazione delle forze armate dello Stato ebraico. A Gaza, poco fa, è stata udita una potente esplosione di cui ancora non si conoscono le cause, anche se testimoni hanno detto che non c’erano elicotteri militari in volo sulla città al momento della deflagrazione.

Palestina

  • Un palestinese e' stato ucciso questa mattina a Jenin da soldati israeliani nel villaggio di Seida, nei pressi di Tulkarem, in Cisgiordania, nel corso di un conflitto a fuoco. Lo hanno reso noto responsabili dei servizi di sicurezza palestinesi. Non e' stata precisata l'identita' della vittima, che e' rimasta uccisa nel corso di un'incursione compiuta da una dozzina di veicoli militari israeliani appoggiati da due elicotteri Apache e da un bulldozer. Ne sarebbe scaturito un conflitto a fuoco tra militari e palestinesi, in cui, appunto, sarebbe morta una persona. Sale cosi' a 4.182 il numero dei morti dall' inizio dell' Intifada, alla fine di settembre 2000, di cui 3.185 palestinesi e 926 israeliani.

Palestina, Onu

  • I palestinesi hanno deciso di rinviare a domani il voto, gia' slittato una volta, su una risoluzione dell'Assemblea Generale riguardo al Muro che Israele ha in costruzione in Cisgiordania. L'obiettivo e' quello di ottenere il voto favorevole dell'Unione Europea. Lo hanno indicato fonti diplomatiche al Palazzo di Vetro. Una bozza di risoluzione, presentata dal rappresentante palestinese all'Onu Nasser al Kidwa, chiede all'Assemblea di intimare a Israele la distruzione del Muro in linea con il parere espresso la scorsa settimana dalla Corte Internazionale dell'Aja. Il voto sul documento, gia' previsto per venerdi', era stato rinviato ad oggi e le prospettive sono adesso di un ulteriore slittamento, hanno indicato le fonti. L'obiettivo sarebbe quello di dare a negoziatori arabi ed europei maggior tempo per raggiungere un accordo sugli emendamenti proposti dalla Ue per poter votare il testo.

Mossad

Agenti segreti israeliani sono in possesso di decine di passaporti australiani e sono attivi nello spionaggio di gruppi arabi e musulmani in tutta Australia. Lo affermano leader palestinesi e musulmani di base nel Paese, citati oggi dal quotidiano The Australian. La settimana scorsa la vicina Nuova Zelanda aveva sospeso le relazioni diplomatiche con Israele, dopo che due presunte spie israeliane erano state incarcerate a Auckland per aver tentato di ottenere un falso passaporto per un terzo israeliano, riuscito a sfuggire all'arresto. Eli Cara di 50 anni e Urie Zoshe Kelman di 31 sono stati condannati giovedi' scorso a sei mesi di detenzione per aver tentato di ottenere lo scorso marzo un passaporto in nome di un neozelandese affetto da paralisi cerebrale. Poco dopo la premier laburista Helen Clark annunciava la sospensione delle relazioni diplomatiche con Gerusalemme, rifiutando la richiesta del presidente Moshe Katsov di visitare la Nuova Zelanda il mese prossimo, e accusando lo Stato ebraico di violare la sovranita' del suo Paese e il diritto internazionale. Il Mossad ha decine di passaporti australiani, lo so da fonti molto affidabili - ha dichiarato il rappresentante dell'Autorita' palestinese in Australia, Ali Kazak - e ho anche informazioni estremamente solide che l'obiettivo di avere questi passaporti e' di consentire agli agenti di condurre sabotaggi e operazioni terroristiche. Il religioso islamico radicale di piu' alto livello in Australia, Sheikh Mohammed , base a Melbourne, si e' detto assolutamente convinto che il Mossad abbia stazionato i suoi agenti in Australia per controllare leader politici come Kazak. E' emerso intanto che il terzo agente israeliano indagato dalle autorita' neozelandesi e sfuggito all'arresto, Zev Barkan, avrebbe trattato con bande criminali asiatiche per ottenere passaporti australiani e di altre nazionalita', rubati in Asia. A muovere le accuse e' un operatore neozelandese di aiuti internazionali, con connessioni di intelligence in Asia, citato dal New Zealand Herald. Il governo neozelandese ha nominato Barkan oltre ai due condannati, Cara e Kelman, come agenti del Mossad. Barkan e' riuscito a lasciare la Nuova Zelanda prima del blitz di polizia e vi sono notizie non confermate secondo cui da allora avrebbe visitato la Corea del nord, usando un passaporto canadese.

Irak

Una potente deflagrazione ha provocato almeno dieci morti e quasi 70 feriti stamani nel centro di Baghdad, ma si teme che il bilancio possa aggravarsi. Erano da poco trascorse le 8:00 (ora locale) quando un’autocisterna carica di carburante è stata fatta esplodere in un parcheggio affollato di veicoli davanti a un commissariato di polizia, nella zona sud-ovest della capitale. Sembra che l’autobotte, guidata da un kamikaze, si sia lanciata a gran velocità contro la sede della polizia; decine di agenti della sicurezza irachena si trovavano sul piazzale in attesa di ricevere un incarico dai propri superiori. La devastante esplosione ha distrutto anche una quarantina di automezzi delle forze di polizia e ne ha danneggiati altre decine. Testimonianze raccolte da fonti di stampa internazionale riferiscono di corpi dilaniati e carcasse annerite di auto. Di fronte alla terza strage in meno di una settimana, il ministro della giustizia iracheno Malek Dohane al Hassa – sfuggito a un attentato due giorni fa nel quale sono stati uccisi cinque agenti della sua scorta - ha chiesto al primo ministro Iyad Allawi di applicare le normative appena approvate che permettono di dichiarare lo stato di emergenza. A Falluja intanto – dove ieri le forze americane avevano compiuto un raid autorizzato dal premier iracheno che ha provocato 8 morti – la polizia irachena ha trovato il cadavere di un ufficiale delle forze di sicurezza, Nafi al Kubaisi, rapito probabilmente dai guerriglieri che in questa città a ovest di Baghdad hanno la loro roccaforte. Secondo la televisione locale al Iraqyia, un secondo ufficiale sarebbe stato trovato morto nella città di Ramadi, dove era stato in precedenza sequestrato. In queste ore il governo delle Filippine ha annunciato di aver completato le operazioni di ritiro del proprio contingente dall’Iraq, in risposta alle minacce di un gruppo di combattenti che nelle scorse settimane aveva sequestrato un filippino.

Iran

'Un processo farsa' così Shirin Ebadi ha definito le udienze che sono riprese lo scorso 17 luglio a Teheran per la morte di Zahara Kazemi, la fotoreporter irano-canadese morta un anno fa in seguito alle percosse subite in un carcere iraniano. La Ebadi, premio Nobel per la pace e avvocato difensore della famiglia della reporter ha spiegato che il giudice Farahani ha impedito alla stampa straniera di entrare in aula e ha chiuso il dibattimento dopo appena due sedute. La sentenza e' attesa tra pochi giorni, ma in molti ormai temono che su questo caso ci sia una volonta' precisa da parte della magistratura iraniana di non coinvolgere i veri responsabili e cioe' i vertici politici di Teharan. Il governo canadese, intanto ha deciso di richiamare il proprio ambasciatore in Iran per consultarsi sul caso, mentre la difesa Kazemi ha annunciato di volersi rivolgere a una corte internazionale

Bhopal

La Corte suprema dell’India ha disposto oggi che il governo distribuisca risarcimenti in danaro per un totale di 15 miliardi di rupie (circa 327,5 milioni di dollari) alle vittime del disastro di Bhopal del 3 dicembre 1984, quando un’enorme nube tossica si diffuse da un impianto per la produzione di pesticidi della multinazionale ‘Union Carbide’, investendo la vasta aerea circostante. Il supremo tribunale ha deciso che i soldi – già versati e depositati dalla ‘Unione Carbide’ presso la ‘Reserve Bank of India’ – siano consegnati alle vittime e ai loro familiari in proporzione alle ferite o perdite subite. A sorvegliare la distribuzione dei risarcimenti dovrà essere la Commissione per lo Stato sociale del Bhopal, che tra due mesi dovrà riferire al magistrato l’esito dell’operazione. In seguito ad accordi preso con l’esecutivo indiano, la ‘Unione Carbide’ – divenuta nel 1999 una controllata della ‘Dow Chemical – aveva stanziato 470 milioni di dollari come compensazione per le vittime, una somma in parte già distribuita. La restante quota non era stata ancora versata a causa di complicazioni legali. Nei giorni seguenti all’incidente del 3 dicembre morirono circa 2.000 persone (3.000 secondo altre fonti) e altre 10.000 persero la vita negli anni seguenti. Un altro mezzo milione rimase intossicato e a tutt’oggi ha gravi problemi respiratori che impediscono una normale attività lavorativa; tra i 120.000 e i 150.000 sono affetti da malattie croniche come tubercolosi e cancro.

Reboc (audio)

Lavoro, Francia

  • Gli 820 dipendenti dello stabilimento di Venissieux (Lione) del gruppo tedesco Bosch sono i primi in Francia a dare l'addio alle 35 ore senza alcun compenso salariale. Solo il 2% infatti non ha accettato la proposta della direzione di lavorare 36 ore, rimunerate 35, in cambio dell'impegno della direzione di non trasferire la fabbrica in repubblica ceca. Per bloccare il progetto, che inaugura in Francia il modello tedesco, era necessario il no di almeno il 10% dei dipendenti. Le astensioni, che hanno superato il 20%, sono state considerate come un tacito accordo. L'intesa, che prevede anche un investimento di 12 milioni di euro per ammodernare la produzione della fabbrica, ha spaccato i sindacati e rilanciato il dibattito sulle 35 ore gia' nel mirino del governo che le ritiene un lusso che il paese non puo' permettersi. L'accordo era stata firmato dalla CFE-CGC e dalla CFDT, i due sindacati maggioritari alla Bosch di Venissieux, ma non dalla CGT e da FO che la ritengono una minaccia per il mondo del lavoro. Il caso Bosch viene ritenuta una breccia destinata ad allargarsi ad altre aziende, soprattutto ora che il governo sembra pronto a rivedere le 35 ore per il loro alto costo, valutato a 10 miliardi nel 2004 e a 16 miliardi nei prossimi anni. Gia' il re del pollame Doux ha fatto sapere che vuole seguire l'esempio del gruppo tedesco, rinegoziando con i sindacati il suo accordo sull'applicazione delle 35 ore. Il ministro del bilancio Dominique Busserau ha pero' escluso oggi che in Francia si possano seguire le orme di Siemens che ha imposto un ritorno alle 39 ore senza aumenti salariali in cambio della promessa di non delocalizzare la produzione. E' un ricatto spaventoso ha dichiarato precisando che il governo francese, dal momento che si tratta di accordi aziendali, lascera' ai dipendenti e alla direzione la possibilita' di agire di comune accordo. Quello che e' inaccettabile e' quello che e' successo ad esempio in Germania, con Siemens, dove la direzione ha detto o accettate questo o ce ne andiamo, chiudiamo la fabbrica e emigriamo in Europa dell'est, ha aggiunto, convinto che si tratti di un ricatto che Parigi non potrebbe mai lasciar passare.

Nicaragua

Per molti di noi, alla fine, dalla Rivoluzione Popolare Sandinista e dal popolo nicaraguense è più quello che abbiamo ricevuto di quello che abbiamo dato. Siempre serà 19 de Julio.

Il 19 luglio 1979 i guerriglieri del Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln) entrarono trionfalmente a Managua, mettendo fine alla tirannica dinastia dei Somoza. Si ispiravano ad Augusto Ce'sar Sandino, il "generale di uomini liberi" che negli anni venti aveva tenuto in scacco i marines durante l'invasione del Nicaragua. Gli statunitansi furono costretti ad abbandonare il paese; ma lasciarono una guardia pretoriana con alla testa Anastasio Somoza, che fece uccidere Sandino a tradimento il 21 febbraio 1934, giorno della firma di un patto di riconciliazione nazionale.

Quel 19 luglio di venticinque anni fa prese cosi` il via la rivoluzione popolare sandinista, che durò dieci anni.

G.R. 13,00

PALESTINA

ARAFAT RIMUOVE IL CUGINO MOUSSA DA CAPO SERVIZI SICUREZZA - Il presidente dell'Anp Yasser Arafat ha rimosso il cugino Moussa Arafat dall'incarico di capo dei servizi di sicurezza generali nei Territori palestinesi. Al suo posto, tornerà l'ex responsabile, Abdel Razzak al Majaideh, sostituito nella giornata di sabato.

GUARDIE CONFINE GIORDANIA UCCIDONO 3 PALESTINESI ARMATI - Le Guardie di confine giordane hanno aperto il fuoco e ucciso questa mattina tre palestinesi armati che stavano cercando di infiltrarsi in Israele. Tre persone che stavano in apparenza tentando di infiltrarsi clandestinamente in Israele attraverso la frontiera sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco da truppe di confine giordane. Lo ha riferito una portavoce governativa ad Amman, aggiungendo che un quarto intruso e' stato catturato. In precedenza la radio pubblica israeliana aveva reso noto che un soldato israeliano era rimasto leggermente ferito da colpi di arma da fuoco esplosi al suo indirizzo mentre era in servizio nella valle del Giordano, nel nord d'Israele; stando all'emittente, le pallottole sarebbero partite dal territorio della Giordania.

Mattinata di sangue anche a Tulkarem, in Cisgiordania, dove un presunto kamikaze palestinese è rimasto ucciso dal fuoco di soldati israeliani e un ufficiale dell'esercito israeliano è stato gravemente ferito, negli scontri durante un'operazione dell'esercito per la cattura di latitanti del movimento Fatah. Lo hanno confermato fonti israeliane e palestinesi, secondo cui le truppe israeliane sarebbero entrate stamattina nel villaggio di Seida, una decina di chilometri a nordest di Tulkarem, quando i miliziani palestinesi hanno aperto il fuoco contro i soldati scatenando una sparatoria. Nello scontro a fuoco è stato ferito alla testa in modo grave un ufficiale israeliano. Fonti militari hanno riferito che a un certo punto i soldati impegnati nell'operazione avrebbero visto correre contro di loro un palestinese, che indossava una cintura esplosiva. I militari hanno aperto il fuoco, provocando l'esplosione della cintura che ha ucciso il presunto kamikaze. Gli uomini di Tsahal hanno successivamente circondato un complesso di 10

E' deceduta dopo una decina di giorni di agonia una bambina palestinese rimasta gravemente ferita durante un'incursione delle truppe israeliane a Rafah, nel settore sud della Striscia di Gaza; la piccola, Samar Fuju, era ricoverata nell'Ospedale Europeo della vicina localita' di Khan Younis: era stata centrata alla testa da un proiettile l'8 luglio scorso. Frattanto le autorita' militari israeliane hanno concesso a un'equipe sanitaria palestinese di prendere in consegna la salma di una ragazzo di 17 anni, Jamil al-Faramawi, il quale ieri era stato ucciso a colpi di arma da fuoco a ridosso della frontiera che divide la stessa Rafah dall'Egitto, zona sotto stretto controllo militare israeliano. Con il decesso della piccola Samar e' adesso salito ad almeno 4.184 il numero complessivo delle persone morte durante i quasi quattro anni trascorsi dalla fine del settembre 2000. Tra le vittime, 3.187 erano palestinesi e 926 cittadini d'Israele.

IRAQ

DOPO 56 GIORNI RISPUNTA A NAJAF LEADER RIBELLE SADR - Dopo 56 giorni di assenza dalla scena pubblica, e' riapparso nella citta' santa di Najaf, a sud di Baghdad, il leader ribelle sciita Moqtada Al Sadr che da aprile scorso si e' messo alla guida di una rivolta popolare contro le forze di occupazione in Iraq. Testimoni oculari hanno detto che Al Sadr si e' recato all'ora della preghiera presso la tomba dell'Imam Ali, nella principale moschea della citta', seguito da una nutrita scorta e acclamato da centinaia di suoi sostenitori. Il ritorno in pubblico di Sadr e' coinciso con la decisione del premier Iyad Allawi di revocare il divieto di pubblicazioni per il giornale di Sadr. Era stato proprio il divieto di uscita del giornale, divieto firmato il 28 marzo scorso dal governatore americano Paul Bremer, all'origine della ribellione armata della città. Il governo ha annunciato la costituzione di una commissione mista della quale faranno parte ministri, capi tribu', partiti politici e altre autorita che avra' lo scopo di decidere piani di sviluppo in favore della popolazione di Sadr City, uno dei piu' poveri quartieri di Baghdad che e' anche una delle roccaforti del leader sciita.

Un ufficiale della polizia irachena in servizio presso la citta' ribelle di Falluja, a ovest di Baghdad, e' stato ritrovato ucciso questa mattina in una zona commerciale della stessa citta'. L'ufficiale, Nafi al Kubaisi, era scomparso da alcuni giorni e si ritiene sia stato rapito. La televisione irachena Al Iraqyia ha riferito che un secondo ufficiale di polizia e' stato trovato ucciso nella citta' di Ramadi: anche in questo caso l'uomo era stato preso in ostaggio da un gruppo di ribelli. La polizia irachena e' frequentemente al centro degli attacchi di guerriglieri, poiche' considerata complice delle forza multinazionale.

Intanto stamattina una BOMBA ESPLODE VICINO BASE USA - Una bomba è esplosa oggi nei pressi di una base militare Usa della città di Baquba, circa 60 chilometri a nordest di Baghdad, ferendo due giovani pastori. Lo ha riferito un funzionario del principale ospedale della città, Ali Hameid al Jobori.

LIBANO

E' stato rivendicato da un gruppo clandestino sunnita, 'Jund al-Sham' (i Soldati di Damasco) l'omicidio di un alto dirigente di Hezbollah, Ghalib Awali, ucciso in mattinata dall'esplosione di una bomba collocata nella sua auto alla periferia meridionale di Beirut. "Abbiamo giustiziato uno dei simboli del tradimento, lo sciita Ghalib Awali" recita il comunicato, ricevuto via fax dall'agenzia di stampa Dpa. Lo sceicco Hassan Izzedine, capo dell'ufficio stampa del Partito di Dio, ha invece accusato i servizi israeliani del Mossad. L'alto esponente del movimento sciita è morto in seguito all'esplosione del suo veicolo nel quartiere di Harat Hreik, come precisato da un portavoce di Hezbollah. Awali, 40 anni, è stato descritto dalla televisione Al Manar, legata all'organizzazione, come un "membro di spicco della resistenza". L'emittente televisiva libanese ha mostrato le immagini della carcassa del veicolo, spiegando che l'auto è esplosa quando "uno dei combattenti della resistenza" ha avviato il motore per lasciare la sua abitazione. Un funzionario della sicurezza libanese ha precisato che la bomba è esplosa alle 9 e 5 ora locale (le 8 e 5 in Italia), nel quartiere roccaforte di Hezbollah. In un comunicato, il movimento sciita ha spiegato che Awali è morto sul colpo

CAP ANAMUR

Il capo dell'organizzazione umanitaria tedesca Cap Anamur Elias Bierdel, liberato venerdi' in Italia dopo l'arresto in relazione all'odissea dei 37 profughi africani, ha ammesso oggi errori nella vicenda da parte del suo movimento, ma ha anche mosso critiche al ministro degli interni tedesco Otto Schily e alle autorita' italiane. Intervistato dalla radio nazionale tedesca Deutschlandfunk, Bierdel, ha accusato il ministro Schily di avere frettolosamente criticato l'operato della Cap Anamur e dei suoi membri tedeschi senza disporre di prove concrete. Un comportamento singolare, ha criticato. Bierdel ha anche affermato che prima di attraccare in Italia, la Cap Anamur aveva ricevuto l'autorizzazione delle autorita' italiane. Autorizzazione che pero' subito dopo, ha spiegato, sarebbe stata revocata.

INFORTUNI

Gli infortunati extracomunitari sono per lo piu' giovani e di sesso maschile: il 56% ha meno di 34 anni di eta', rispetto al 44% del totale nazionale, e l'85% e' rappresentato da uomini contro il 76% nazionale. Quasi 60.000 infortunati hanno fino a 34 anni di eta', 42.000 sono compresi tra i 35 e i 49 anni, 4.900 hanno fino a 64 anni e 84 lavoratori hanno piu' di 65 anni. Anche gli infortuni mortali colpiscono i piu' giovani, con un andamento decrescente al crescere dell'eta'. La piu' ridotta quota di infortuni delle donne e' prevalentemente dovuta alla loro minore presenza ed al tipo di attivita' cui sono adibite, che riguarda soprattutto la cura della casa e delle persone anziane. I settori di attivita' nei quali si concentrano gli infortuni degli extracomunitari sono le industrie manufatturiere con il 28%,le costruzioni con il 14,6%, il commercio con il 7,6%; per numero di casi mortali sono al primo posto le costruzioni, seguite dall'industria manufatturiera e dai trasporti. A livello territoriale, il maggior numero di infortuni e' concentrato nel Nord Est (49.657) e nel Nord Ovest (33.284), in particolare in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, dove e' maggiormente concentrata la manodopera extracomunitaria.

GR 9,30

IRAQ

ESPLOSIONE BAGHDAD, POLIZIA IRACHENA: NUMEROSE VITTIME

Sul posto ambulanze e mezzi dei vigili del fuoco Baghdad, 19 lug. (Ap) - L'esplosione avvenuta nel quartiere periferico di Seidiyeh della capitale irachena è stata dovuta a un'autobomba saltata in aria presso un commissariato di polizia. Testimoni e agenti locali riferiscono che vi sarebbero state numerose vittime. Sul posto sono accorse ambulanze e mezzi dei vigili del fuoco, che si stanno adoperando per spegnere gli incendi provocati dalla deflagrazione. Secondo il testimone l'esplosione potrebbe aver provocato piu' di 20 morti, anche se - riconosce - nelle condizioni in cui si trovano i corpi e' difficile fare un calcolo esatto. La deflagrazione, potentissima, ha distrutto oltre 40 veicoli delle forze di polizia che erano parcheggiati e ne ha danneggiati altrettanti. Secondo altre fonti, tra cui al jazeera i morti sarebbero tra le dieci e le 15 persone.

PALESTINA

CISGIORDANIA, SVENTATO ATTACCO SUICIDA, UCCISO PALESTINESE Portava un giubbotto esplosivo, salta in aria colpito da militari ,le truppe israeliane che stavano conducendo un rastrellamento nel villaggio di Seida in Cisgiordania affermano di aver sventato un attacco suicida, uccidendo un militante palestinese che indossava un giubbotto da kamikaze. Lo scrive nel sito on line il quotidiano Haaretz. Le truppe avrebero individuasto l'uomo durante un'operazione a Tulkarem, aprendo il fuoco contro di lui. Il giubbotto che portava indosso è esploso. I militari hanno successivamente circondato un complesso di dieci edifici nel villaggio, entro il quale si pensa si nasconda un attivista di al Fatah. Nell'operazione, è rimasto ferito un ufficiale israeliano.

LIBANO

BOMBA A BEIRUT, UCCISO ALTO DIRIGENTE HEZBOLLAH =

Un alto dirigente di Hezbollah, Ghalib Awali, e' rimasto ucciso in seguito all'esplosione di una bomba avvenuta in mattinata nel quartier generale del movimento filo-iraniano alla periferia meridionale di Beirut. Lo hanno riferito testimoni oculari, secondo cui l'ordigno e' scoppiato al passaggio di un'auto a bordo della quale si trovava la vittima; la notizia e' stata poi confermata da fonti dello stesso Hezbollah. L'emittente televisiva del gruppo, 'al-Manar', ha descritto Awali come un "componente della direzione della Resistenza Islamica". Un gruppo sunnita ha rivendicato in un comunicato la morte dell'alto esponente del gruppo di guerriglia sciita libanese Hezbollah, ucciso da un'autobomba alla periferia di Beirut. Abbiamo giustiziato uno dei simboli del tradimento , lo sciita Ghaleb Awali, ha indicato il gruppo Jound al Gham (i soldati di Damasco) in un comunicato. Secondo un portavoce di Hezbollah, Ghaleb Awali, quadro della Resistenza islamica (la milizia di Hezbollah) stava uscendo di casa questa mattina intorno alle 8:30 (le 7:30 in Italia) quando e' stata fatta esplodere un'autobomba

BOLIVIA: FORTE SISMA A SANTA CRUZ IN GIORNATA ELETTORALE

Una forte scossa di terremoto ha interessato la notte scorsa la citta' e la periferia di Santa Cruz (Bolivia meridionale) spaventando la popolazione che si e' riversata nelle strade. Lo ha riferito l'emittente radiofonica Erbol. Secondo Estela Minaya, direttrice dell'Observatorio San Calixto, la scossa avvenuta alle 22:57 (04:57 italiane di oggi) e' durata una decina di secondi ed ha avuto una magnitudo 5 sulla scala Richter.

ITALIA

PENSIONI/ OGGI IN AULA ALLA CAMERA, SACCONI: "FIDUCIA SU DDL" Roma, 19 lug. (Apcom) - Arriva in Aula alla Camera oggi alle 11 il ddl sulla riforme previdenziale. Come già annunciato nei giorni scorsi dal premier Silvio Berlusconi il Governo quasi certamente porrà la fiducia sul provvedimento. E oogi Maurizio Sacconi, sottosegretario al Welfare, in un'intervista a 'La Repubblica' conferma: "Alla fine porremo la fiducia. Il provvedimento è al suo terzo passaggio parlamentare. Dovrà essere anche l'ultimo".

gror040719 (last edited 2008-06-26 09:48:15 by anonymous)