GR ORE 19.30

Italia

relazione semestrale servizi segreti

La componente piu' attiva e pericolosa dell'eversione nazionale resta quella anarco-insurrezionalista, come dimostrano anche gli arresti dei giorni scorsi. Estremamente frammentata e priva di rigide strutture organizzative, continua a fondare la sua capacita' offensiva sull'attivita' di piccoli gruppi o anche singoli individui che intervengono nell'ambito di campagne di lotta preordinate seguendo strategie diffuse dai siti internet di riferimento. A descrivere cosi' quest'area eversiva e' la relazione semestrale al Parlamento dei Servizi di informazione, che rileva come la rete, un po' come accade per la comunicazione tra le cellule dell'estremismo islamico, favorisce convergenze e affinita' tra ambienti omologhi. L'area antagonista, invece, negli ultimi mesi e' stata catalizzata dalle mobilitazioni sull'Iraq che non hanno fatto pero' registrare una sostanziale unita' di intenti, ne' una comune programmazione delle forme di protesta. L'intelligence, infine, ha riservato uno specifico impegno al contesto eversivo sardo, caratterizzato da particolare effervescenza, con l'entrata in scena di giovani leve, verosimilmente intenzionate ad amplificare, in maniera artificiosa, la percezione del sentimento antistatuale e antisistema nell'isola.

arresti br

Cap anamur

Sarebbero potuti restare in Italia i 14 extracomunitari imbarcati dalla Cap Anamur per i quali gli avvocati Fabio Baglioni e Simona Sinopoli avevano fatto ricorso contro il provvedimento di espulsione disposto dal Ministero degli Interni. Al momento l'unico del gruppo rimasto è Fatawu Lasisi, nato nella regione del Darfur, in Sudan. La decisione è stata presa dal Tribunale civile che ha accolto il ricorso depositato il 20 luglio scorso. Il ricorso d' urgenza per chiedere un permesso di soggiorno temporaneo per i 14 africani, in attesa del pronunciamento del giudice sul riconoscimento dello status di rifugiati e sull' asilo politico, era stato depositato dai legali il 20 luglio scorso. Il tribunale civile ha accolto il ricorso, richiamando nella pronuncia la storia personale di Fatawu Lasisi, che afferma di essere nato nella regione del Darfur, in Sudan, il 6 marzo 1980. Il suo villaggio e' stato attaccato e bruciato dai guerriglieri che hanno anche ucciso i genitori, costringendolo all' emigrazione. Lasisi, insieme ad altri cinque compagni della Cap Anamur, non e' stato fatto fatto partire il 22 luglio scorso da Fiumicino per il Ghana. I sei, fatti scendere dall' aereo sul quale erano stati imbarcati perche' avevano fatto resistenza, erano stati in un primo momento rimandati nel Centro di permanenza temporaneo di Ponte Galeria. Il 26 sono stati trasferiti da Roma a Milano Malpensa, dove in 5 sono stati imbarcati su un aereo diretto in Ghana. Fatawu Lasisi e' stato invece portato nel Centro di permanenza temporaneo milanese di via Gorelli, ma da allora neanche i legali sono riusciti ad avere notizie precise sulla sua sorte. Il fatto e' stato denunciato dalla portavoce dell' Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), Laura Boldrini, che aveva parlato di giallo. Sulla vicenda il verde Mauro Bulgarelli ha rivolto ieri un' interrogazione al ministro dell' Interno.

Richiedenti asilo

Entro febbraio 2005 gli Stati membri devono applicare la Direttiva della Commissione Ue che indica gli standard minimi di assistenza per i richiedenti asilo, e tradurla in legge nazionale. Si tratta di un elenco di standard minimi da garantire ai richiedenti asilo nel Paese che riceve la domanda; da febbraio del prossimo anno saranno ammesse nelle singole legislazioni nazionali solo disposizioni piu' favorevoli rispetto a questi minimi garantiti. Lo ha reso noto Phil Douglas, della Direzione generale Giustizia e Affari interni della Commissione Europea intervenendo a Loreto al Meeting sulle migrazioni. Agli Stati membri - ha aggiunto - e' affidato il compito di procurarsi le risorse necessarie per l'applicazione della direttiva, e questo puo' avere un forte impatto a livello regionale soprattutto in quei Paesi (come l'Italia) dove il governo demanda agli enti locali la copertura di certe voci di spesa. La Commissione - ha poi sottolineato Douglas - ha rilevato la presenza di gravi squilibri di trattamento tra i vari Stati membri e lo 'spreco' di risorse rispetto all'esame di domande d'asilo che si rivelano prive dei necessari requisiti di ricevibilita', mentre la maggior parte dei potenziali rifugiati rimane nelle aree di crisi. Per questo, verra' presentato entro luglio del 2005 un piano di assistenza tecnica ai Governi affinche' attivino programmi di reinsediamento che consentano di accompagnare i rifugiati da un primo Stato di accoglienza ritenuto 'non sicuro' (spesso, a ridosso dei confini delle zone di crisi) verso un secondo Paese destinato a ricevere la domanda d'asilo, rafforzando cosi' il principio di protezione. Esiste effettivamente una 'zona d'ombra' del diritto - gli ha fatto eco Christopher Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati - rappresentata dalla fase che intercorre dalla partenza dal Paese d'origine fino all'arrivo a destinazione, una fase durante la quale le persone sono in mano ai trafficanti e dunque certamente esposte ad abusi e violazioni dei piu' elementari diritti umani, e ad alto rischio della stessa vita.

Lavoro

Il responsabile dello stabilimento di Sulmona della Finmek, Giuseppe Mancinelli, ha comunicato alla Rsu che da lunedi' prossimo tutti i 178 operai dello stabilimento saranno licenziati. Il provvedimento, secondo il dirigente aziendale sarebbe strettamente collegato alla vertenza della Oliit in atto ad Avezzano. Infatti arrivano proprio dallo stabilimento marsicano le piastre elettroniche che vengono successivamente lavorate dal sito produttivo peligno. Ieri gli operai avevano sospeso l'occupazione dello stabilimento - attuato per bloccare lo spostamento di macchinari in Spagna - dopo le assicurazioni del responsabile Centrosud del Gruppo Finmek, Patechi, che in una lettera dava garanzie sulle eventuali decisioni che sarebbero state adottate tutte in collaborazione con le organizzazioni sindacali. Bloccheremo l'azienda - annunciano i sindacati - e nel frattempo avvieremo delle verifiche per capire se l'azienda puo' adottare un simile provvedimento. Nel frattempo all'interno dello stabilimento sono in corso frenetiche trattative tra amministratori comunali, provinciali e i sindacati regionali e del comprensorio per far recedere l'azienda dalla decisione.

lavoro

Piena riuscita e adesione pressoche' totale dei lavoratori Wind allo sciopero dell'intero gruppo indetto per rispondere al piano di riorganizzazione presentato dall'azienda per il settore Rete nei centri nazionali e regionali che si occupano della supervisione tecnologica (Roc, Ccr). Lo comunica una nota di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. La fortissima adesione - prosegue la nota - testimonia il giudizio negativo dei lavoratori e del sindacato sul processo di accentramento su Milano e Roma deciso dall'azienda che porta a lasciare Ivrea, Mestre e Napoli con il conseguente trasferimento di circa duecento lavoratori. Il progetto aziendale, secondo i sindacati, deve essere ritirato e deve essere fatta piena chiarezza sul futuro e sulle prospettive dell'azienda.

Lavoro

vedi volantino

esteri

Palestina

L'esercito israeliano ha lanciato alcuni gas lacrimogeni per disperdere una manifestazione di gruppi palestinesi e pacifisti stranieri contro il muro in Cisgiordania. Alcuni testimoni hanno riferito che le truppe hanno provato a disperdere la folla quando questa ha provato a superare il gate di ingresso per il villaggio di Khirbert al Taibe, a nord della città di Jenin. Circa 500 persone, tra cui alcuni attivisti stranieri del Movimento per la Solidarietà Internazionale ai palestinesi, hanno in programma una marcia di tre giorni verso Gerusalemme, con insegne e vessilli che denunciano la barriera come "il muro dell'apartheid".

Truppe israeliane sono entrate con mezzi corazzati nella cittadina di Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito residenti. I militari israeliani si trovano da un mese nella vicina Beit Hanoun, impegnati in un'operazione volta a stroncare i lanci di missili Qassam contro obiettivi in Israele.

Irak

E' di 13 iracheni morti e 14 feriti il bilancio provvisorio degli scontri scoppiati questa notte nella roccaforte sunnita di Fallujah tra i marines Usa, coperti da aerei da combattimento, e i guerriglieri iracheni, muniti di armi di piccolo calibro e di mortaio. Il medico Salim Ibrahim, dell'Ospedale generale di Fallujah, ha precisato di non poter fornire il numero esatto delle vittime, per le difficoltà incontrate nel recupero dei morti, molti dei quali dilaniati dai bombardamenti. L'esercito Usa ha dichiarato che non ci sono vittime o feriti tra i marines. Alcuni testimoni hanno riferito di aver sentito nella notte colpi di mortaio esplosi nella zone orientale della città, dove si trova la base Usa. Secondo l'esercito Usa, gli scontri sarebbero scoppiati dopo un attacco dei ribelli contro uan pattuglia dio forze militari congiunte, americane e irachene. I guerriglieri hanno attaccato a colpi di arma da fuoco, di mortaio e con lanciagranate, costringendo i militari a rispondere al fuoco e a richiedere l'intervento degli aerei e dei carri armati. Gli aerei hanno bombardato un edificio che i ribelli sono stati costretti ad abbandonare. Negli scontri sono andate distrutte anche 12 officine di carrozzeria e due abitazioni private. In un servizio trasmesso dall'Associated Press Television News si vede un iracheno ferito, sdraiato su un letto di ospedale con i pantaloni ricoperti di sangue, che chiede: "Qual è la nostra colpa? Mia madre e mia sorella sono state uccise". Quindi, le telecamere riprendono un operatore ospedaliero mentre benda la fronte insanguinata di un bambino molto piccolo. "Questo è solo un bambino, vi sembra un terrorista?", chiede un uomo infuriato. Ma gli usa continuano a giustificare il loro operato con la presenza della guerriglia in città, nonostante mai in nessun rad, che finora hanno cuiasato oltre cento morti civili, sono mai stati colpiti obiettivi militari

Irak, ricostruzione

L'Autorità provvisoria della coalizione (Cpa) non ha registrato le spese sostenute per la ricostruzione in Iraq con fondi iracheni, pari a un miliardo di dollari, e non è in grado di fornire registri contabili dei servizi e prodotti acquistati. E' quanto viene denunciato nel rapporto redatto dall'ispettore generale della Cpa, Stuart W. Bowen Jr., e che sarà presentato oggi al Congresso Usa. Lo studio offre la prima revisione contabile delle procedure adottate dalla Cpa nella gestione di miliardi di dollari per le spese di ricostruzione. L'ispettore generale ha sottolineato come i funzionari della Cpa non siano in grado di giustificare la spesa di 24.7 milioni di dollari per la sostituzione della valuta irachena, né possano confermare la consegna dei 15 veicoli alle forze di polizia irachene, pagati circa 200.000 dollari. Bowen riferisce di decine di casi in cui la squadra dei suoi investigatori ha incontrato difficoltà a rintracciare la documentazione. Un esempio è dato dalla revisione di un contratto siglato per i lavori di riparazione di un oleodotto, che al termine della revisione è risultato sovrastimato di tre milioni di dollari, per lavori non eseguiti. Il generale che aveva il compito di controllare i contratti di ricostruzione in Iraq, Stephen La Cpa ha utilizzato i fondi sequestrati al governo di Saddam Hussein e le entrate petrolifere irachene per pagare 1.928 contratti, costati circa 847 milioni di dollari, secondo le stime riportate nel rapporto. Una legge emessa dalla Cpa nell'agosto 2003 dichiarava che per utilizzare fondi iracheni avrebbero dovuto essere rispettate le norme internazionali e quelle fissate dalla Nazioni Unite, ma - si sottolinea nel rapporto - la Cpa non stabilì in modo chiaro quali fossero le procedure standard di spesa, di revisione dei contratti, di supervisione e valutazione

Guantanamo,. il fantasma di Mengele

Jacques Debray, l'avvocato di Nizar Sassi e Mourad Benchellali - due dei quattro detenuti francesi rimpatriati martedì scorso da Guantanamo - ha denunciato oggi che i due suoi clienti sarebbero stati vittime di sperimentazioni mediche nella base americana di Cuba dove sono detenute 590 persone arrestate dalla fine del conflitto in Afghanistan. Debray ha potuto vedere i suoi due clienti questo pomeriggio, allo scattare della 72esima ora di fermo, nei locali del controspionaggio francese (Dst) a Parigi. "Ci sono molti elementi che corroborano le nostre preoccupazioni di quando avevamo menzionato le sperimentazioni a Guantanamo tanto sulle tecniche d'interrogatorio che quelle di ordine medico", ha commentato il legale senza precisare le sue accuse. "Dai colloqui che ho potuto avere con loro, c'è la conferma effettiva di un certo numero di farmaci che venivano somministrati sistematicamente a tutti i detenuti di Guantanamo", ha assicurato l'avvocato alla stampa.Debray ha citato una lettera di Nizar Sassi indirizzata alla famiglia nella quale il giovane menzionava degli "strani farmaci" che venivano loro somministrati la sera.

Usa, congresso democratici

Ieri, in concomitanza con la fine della convention dei democratici c'e' stata una marcia pacifista che ha attraversato il centro di Boston e si e' conclusa con un intervento delle forze dell'ordine e l'arresto di tre dimostranti. Mentre John Forbes Kerry si apprestava a pronunciare il proprio discorso di accettazione della candidatura alle presidenziali del 2 novembre, almeno 200 persone sfilavano in corteo per la citta' del Massachusetts fino al "Fleet Center", il centro congressi sede della convention, reclamando a gran voce l'immediato ritiro delle truppe Usa dall'Iraq: un'iniziativa diretta non solo contro il repubblicano George W. Bush, ma anche contro Kerry, il quale ha da tempo espresso di non avere intenzione di abbandonare l'Iraq nell'ipotesi in cui fosse eletto. I manifestanti hanno intonato slogan contro la guerra ma, anche per il massiccio spiegamento di polizia, non si sono verificati disordini degni di nota.

Brasile

Nel suo discorso ieri al Congresso di Capo Verde, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha duramente criticato le pratiche commerciali ipocrite dei paesi ricchi, e ha difeso l'unione dei paesi dell'asse Sud-Sud nel libero commercio. Proprio ieri gli Stati Uniti hanno imposto una misura protezionista che colpisce duramente le esportazioni brasiliane di gamberi nel paese, esportazioni che nel 2003 hanno fruttato 226 milioni di dollari al Brasile. I gamberi brasiliani (cosi' come quelli cinesi e vietnamiti) pagheranno imposte da 37 a 68 per cento per poter entrare in territorio americano. Non vogliamo dipendere da accordi privilegiati con i paesi piu' sviluppati, che distorcono il sistema internazionale e ci condannano alla dipendenza eterna da concessioni disuguali e incerte - ha affermato Lula ai congressisti capoverdiani, e di rimando a tutti gli africani - E' innammissibile che popoli interi rimangano nella poverta' piu' estrema a causa delle barriere commerciali imposte dai paesi piu' ricchi. I piccoli produttori dei paesi poveri, anche quelli piu' competitivi e globalizzati, sono sfavoriti e danneggiati da pratiche commerciali ingiuste e spesso ipocrite, ha aggiunto il presidente brasiliano, applauditissimo in tutte le tappe del suo periplo africano quando invocava l'asse Sud-Sud, che e' una delle sue priorita' di politica estera. Non si possono relegare in secondo piano il flagello della scarsita' e della miseria che affliggono oltre un miliardo di persone al mondo, ha proseguito Lula, che ha voluto ricordare il successo emblematico ottenuto dal Brasile presso l'Organizzazione mondiale del commercio contro i sussidi ai produttori di cotone americani. Speriamo non dover attendere altri decenni per aver un'altra chance di liberalizzare il commercio mondiale in quei beni e servizi in cui riusciamo ad essere competitivi, ha auspicato il presidente brasiliano, che ha indicato nel Mercosur e nell'alleanza commerciale Brasile-Sudafrica-India i pilastri della nuova geografia economica

Belgio

E' di diciassette morti e duecento feriti il bilancio provvisorio della forte esplosione che si è verificata questa mattina ad Ath, circa 40 chilometri a sud di Bruxelles, nell'area industriale di Ghislenghien. Francois Bouton, il portavoce del ministro della Sanità Rudy Demotte, ha riferito che cinque, tra le vittime, erano pompieri e quaranta gli ustionati gravi. Una gru, impegnata in alcuni lavori per ultimare la struttura della Diamond Board (l'inaugurazione era prevista per il primo di agosto), avrebbe provocato una fuoriuscita di gas dalla conduttura. Numerosi operai erano presenti sul posto per ultimare i lavori. L'esplosione ha completamente distrutto la parte laterale dell'edificio, spazzando via vetri e pannelli di quattro capannoni industriali adiacenti e investendo un'area di cinquecento metri. Le autorità hanno predisposto il livello 3 del piano d'emergenza, al quale si fa ricorso in caso di catastrofi, e che prevede la possibilità di chiedere rinforzi dalle province vicine. La fuga di gas all'origine dell'esplosione era già stata segnalata, questa mattina, nel tratto di conduttura fra Zeebrugge, sul Mare del Nord, e la frontiera francese. Dopo un primo intervento di controllo, si è prodotta la forte esplosione, ripresa da un cineamatore e mostrata nei tg belgi: nelle immagini si vede una fiammata alta decine di metri, accompagnata da un forte boato. Fra le vittime ci sarebbero anche i pompieri e le forze dell'ordine appena arrivate sul luogo dello scoppio, e alcune delle circa 200 persone che stavano lavorando nella zona. Agli abitanti della zona è stato chiesto di restare in casa, e di tenere chiuse porte e finestre, nel timore di intossicazione.

Gb, misure repressive

Il governo di Londra inasprira' le sanzioni contro gli animalisti piu' estremisti che boicottano con metodi violenti l'impiego di animali da cavia nei laboratori scientifici. E' quanto ha reso noto il ministero dell'Interno britannico, precisando che il piano, che verra' rivelato nei prossimi giorni, prevede l'attribuzione alla polizia di maggiori poteri per far fronte alle proteste organizzate dagli attivisti e la nomina di speciali pubblici ministeri in ogni distretto di polizia. Non e' previsto, invece, il ricorso a forze armate per proteggere i laboratori e centri di ricerca. Immediata e' stata la reazione degli animalisti. Il portavoce dell'organizzazione in difesa degli animali 'Speak', Mel Broughton, ha difeso la campagna e i metodi utilizzati, mentre Heather James, membro del gruppo di pressione contro la vivisezione 'Stop Huntingdon Animal Cruelty (Shac), ha fatto sapere che, nonostante i piani previsti dal governo, le proteste proseguiranno senza sosta. Le persone che infrangono la legge conoscono i rischi cui vanno incontro - ha detto la combattiva attivista - La modifica della legge non fara' nessuna differenza.

Francia, sanità

il Senato francese ha approvato oggi in via definitiva il pacchetto di misure con cui il premier Raffarin punta alla riduzione di spese del sistema sanitario nazionale. La riforma, bersaglio di furiosi attacchi da parte dell'opposizione di sinistra perche' ingiusta e inefficace, contiene una serie di medicine piuttosto amare: dal primo gennaio 2005 i francesi saranno ad esempio costretti a sborsera' un euro di ticket ogni volta che andranno dal medico. Si paghera' un obolo di 1 euro anche per ogni giorno di degenza ospedaliera. Ma oltre a questo la riforma tra l'altro inietta molti elementi di gestione manageriale in una realta' finora dominata dalla presenza statale e mutualistica, finora vanto della Francia.