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Palestina

Nelle prime ore di oggi, nella Striscia di Gaza, fonti palestinesi hanno riferito che un ragazzo di 14 anni è stato colpito a morte durante un'operazione militare israeliana nel campo profughi di Rafah, vicino al confine con l'Egitto. Mazem al Agah, di 14 anni, e' stato ucciso da una raffica di mitragliatrice di carro armato mentre, secondo testimoni locali, due bulldozer e veicoli corazzati erano in azione nel campo profughi. Secondo una fonte militare israeliana, una unita' ha aperto il fuoco contro un sospetto che osservava, a una distanza di una cinquantina di metri, un bulldozer che demoliva un'abitazione in rovina. Ieri sera, un palestinese di 25 anni era stato ucciso da soldati israeliani vicino alla colonia di Morag, nel sud della striscia di Gaza.

Palestina

Palestina

Il primo ministro israeliano Ariel Sharon intende evacuare tutti i ventuno insediamente ebraici nella Striscia di Gaza all'inizio del 2005, otto mesi prima di quanto programmato, per evitare di prolungare i contrasti con i coloni. Sharon ha presenta questa mattina la nuova tabella di marcia ai recalcitranti esponenti del suo partito, il Likud. Sharon ha avvisato i ribelli del Likud che il piano "sarà applicato, punto e basta". Sharon ha detto che il 14 settembre chiederà al governo di approvare i primi indennizzi ai coloni che lasceranno volontariamente gli insediamenti. I collaboratori del premier hanno detto che si spera che gli indennizzi incoraggino un largo numero di coloni a andare via. Sharon ha poi detto che il 3 novembre il provvedimento sugli indennizzi sarà presentato al parlamento per la prima approvazione. Il premier ha poi detto ai parlamentari del Likud di essere deciso ad andare avanti con il piano. "Voi conoscete il mio punto di vista sulla questione. Il piano di disimpegno sarà applicato, punto e basta". Particolari della tabella di marcia erano stati ottenuti dall'Associated Press. All'inizio del 2005, militari e polizia saranno pronti ad agire e a vuotare gli insediamenti. L'evacuazione dovrà essere completata in tempi brevi. Sharon aveva in precedenza assicurato ai critici del piano che il ritiro sarebbe avvenuto in diverse fasi, ognuna approvata separatamente dal governo. Il cambiamento della sua tattica ha irritato gli oppositori del ritiro. Il ministro dell'istruzione, Limor Livnat, del Likud, ha detto a Sharon in un incontro dei più importanti ministri che il nuovo piano richiede anch'esso l'approvazione del governo, secondo quanto riferisce il quotidiano Haaretz. Sharon ha risposto spazientito a Livnat, secondo Haaretz: "Questo è falso patriottismo. Possiamo evacuare in quattro tappe: domenica, lunedì, martedì e mercoledì". Le autorità comunque sperano che anche prima della fine di quest'anno alcuni insediamenti saranno abbandonati, a mano a mano che i coloni accetteranno gli indennizzi.

Israele

la corte di giustizia israiliana autorizza la trasmissione del video su jenin in Tv e al cinema

High Court allows screening of 'Jenin Jenin'

High Court Justice Eliahu Mazza ruled Monday that Mohammed Bakri's controversial movie "Jenin Jenin" may be shown in theaters and on television. Poster for Mohammed Bakri's controversial movie "Jenin Jenin". High Court Justice Eliahu Mazza ruled on Monday that the movie may be shown in theaters and on television.

Irak

Nuovi scontri fra soldati americani e miliziani di Moqtada al Sadr sono avvenuti nella notte nel quartiere di Sadr city a Baghdad. Residenti del grande quartiere sciita hanno riferito di forti colpi d'arma da fuoco durante la notte, aggiungendo che in mattinata e' tornata la calma. Gli scontri sono avvenuti malgrado ieri al Sadr abbia chiesto ai suoi miliziani dell'Esercito del Mehdi di cessare i combattimenti.

Tank americani hanno aperto il fuoco contro posizioni degli insorti a Falluja, uccidendo diversi guerriglieri. Lo ha riferito un portavoce militare statunitense, aggiungendo che i soldati hanno risposto al fuoco, dopo essere stati attaccati con missili anti tank Rpg attorno alle sei del mattino (ora locale), nela parte nord orientale della citta'. Falluja, 50 chilometri a ovest di Baghdad, si trova nel cosidetto 'triangolo sunnita', roccaforte delle forze anti americane

Il direttore generale della pubblica istruzione a Kirkuk e' stato ucciso questa mattina da un gruppo di sei uomini armati, che hanno aperto il fuoco contro la sua auto. Lo ha riferito all'agenzia stampa tedesca Dpa il capo della polizia di Kirkuk, Shirko Shaker Hakim. L'alto funzionario ucciso, Ibrahim Ismail Abdullah, era uno dei notabili turcomanni di questa citta' multi etnica. Nell'agguato, avvenuto presso la sua abitazione, e' stata ferita gravemente una guardia del corpo

E' il Grand ayatollah Ali al Sistani il personaggio pubblico più popolare in Iraq. Lo rivela, riferisce il sito internet del quotidiano 'The Indipendent', un sondaggio dell'International Republican Institute. Dall'inchiesta emerge una profonda e nascosta vena di rispetto per i partiti religiosi alla vigilia della campagna per le prime elezioni democratiche, previste a gennaio. Il sondaggio è stato realizzato alla fine di luglio e rappresenta una fotografia dell'opinione pubblica irachena nel mese successivo al passaggio di consegne. Già prima della battaglia per il controllo della città santa di Najaf, la massima autorità sciita irachena sorpassava dunque nei gradimenti le autorità del governo provvisorio e Muqtada al Sadr. Ma il capo dell'Esercito Mahdi continuava a riscuotere parecchi consensi: prima che i suoi uomin combattessero contro le truppe della coalizione a Najaf, il 57,19 per cento degli iracheni ne aveva una concezione positiva. Dallo studio emerge che gli iracheni reputano il ripristino dell'erogazione di energia elettrica l'esigenza principale nel programma di ricostruzione del Paese.

Irak, ostaggi

Il primo ministro francese Jean-Pierre Raffarin ha convocato per questa mattina diversi ministri "per fare il punto sull'evoluzione della situazione dopo il rapimento dei due giornalisti francesi in Iraq". Nel comunicato di palazzo Matignon, viene precisato che Raffarin a partire dalle 11.30 s'incontra con il ministro dell'interno Dominique de Villepin, il ministro della difesa Michele Alliot-Marie, il ministro dell'istruzione Francois Fillon, il ministro della cultura e della comunicazione Renaud Donnedieu de Vabres, il ministro delegato all'interno Jean-Francois Cope' e il rappresentante del ministro degli esteri Michel Barnier, attualmente in missione in Medio Oriente nel quadro della crisi

Afghanistan

Aerei da combattimento Usa hanno bombardato oggi un remoto villaggio dell'Afghanistan orientale, dopo l'attacco compiuto da alcuni guerriglieri alla sede governativa locale. Il governatore della provincia di Kunar, Sayed Fazel Akbar, ha aggiunto che ci sarebbe un numero ancora imprecisato di vittime. Secondo la ricostruzione fornita da Akbar, alcuni guerriglieri hanno attaccato con 25 missili l'ufficio del sindaco del villaggio di Mano Gai, 170 chilometri a est di Kabul, costringendo la polizia a rispondere al fuoco,s ebbene dotata solo di armi di piccolo calibro. "Allora sono arrivati gli aerei americani e hanno bombardato il villaggio di Weradesh", da dove erano stati lanciati i missili. "Ci sono vittime lì - ha aggiunto il governatore - ma non sappiamo ancora quante e se si tratta di civili o di nemici". L'esercito Usa non ha commentato l'episodio, mentre il governatore non ha fornito maggiori dettagli su chi potrebbe aver lanciato l'attacco. L'area è considerata la roccaforte dei miliziani fedeli al signore della guerra Gulbuddin Hekmatyar. Hekmatyar è alla guida del partito islamico Hezb-e-Islami, già protagonista negli anni ottanta, tra gli altri, della sconfitta dell'Armata Rossa in Afghanistan. Al momento si ritiene appoggi le forze talebane contro il governo del presidente Hamid Karzai, e che sia rientrato in Afghanistan nel 2002, dopo aver a lungo soggiornato in Iran.

Iugoslavia

Slobodan Milosevic, ha dato inizio davanti al Tribunale penale internzionale per la ex Jugoslavia alla sua difesa dall'accusa di crimini di guerra e crimini conto l'umanita' per il ruolo svolto nei conflitti che hanno dilaniato, nel corso degli anni novanta, il Paese balcanico. L'ex uomo forte di Belgrado e' partito all'attacco accusando la comunita' internazionale di aver accreditato "un quadro falso e distorto su cosa accadde in Jugoslavia" e di aver pronunciato sul suo conto "bugie senza scrupoli". "La comunita' internazionale", ha dichiarato, "ha agito come la principale responsabile della distruzione della Jugoslavia e tutto e' stato presentato in modo da proteggere i veri colpevoli". "Uno stato multi-etnico, multi-confessionale e' stato distrutto", ha continuato, "e questo e' il crimine internazionale piu' grave". Il via all'autodifesa era stato rimandato per mesi a causa dei problemi di salute del sessantatreenne Milosevic, che soffre di alta pressione ed e' considerato dai medici a rischio di infarto. L'imputato, tuttavia, e' apparso a suo agio e combattivo mentre conduceva, seduto e a gambe accavallate, l'arringa. Fin dall'inizio del processo, piu' di due anni orsono, l'ex uomo forte dei Balcani ha rifiutato di farsi assistere da un avvocato e ha voluto difendersi da solo per sottolineare che non riconosce alcuna legittimita' a chi lo dovra' giudicare. La corte discutera' la questione nel corso della giornata, al termine delle quattro ore assegnate alla difesa, e potrebbe anche decidere di imporgli un avvocato d'ufficio. Piu' di 200.000 persone sono morte nelle guerre che hanno insanguinato l'ex Jugoslavia. Milosevic accusa alcuni governi occidentali di aver fomentato l'odio tra le varie componenti etniche jugoslave e di aver cosi' favorito la deflagrazione dei conflitti. In una fase precedente del processo ha annunciato di voler chiamare a testimoniare il premier britannico, Tony Blair, il cancelliere tedesco, Gerhar Schroeder e l'ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton.

Cina

Argentina

Circa un milione e mezzo di giovani argentini non studia né ha un lavoro, secondo dati diffusi dal governo. La disoccupazione in Argentina riguarda il 14,4% della popolazione attiva,15 milioni di persone circa su una popolazione totale di poco più di 39. La fascia interessata è quella che comprende i giovani d’età tra 18 e 25 anni, per i quali il governo presieduto da Néstor Kirchner ha già predisposto il 'Piano d’inclusione giovanile', il cui scopo è aiutare gli esclusi sociali attraverso l’erogazione di sussidi e formazione. Non sono solo i giovani a preoccupare il governo in questa difficile fase della storia argentina ma anche gli appartenenti alla fascia d’età pensionabile, dai 65 anni in su; circa un milione e 200.000 tra loro non godono di una pensione perchè non hanno avuto i contributi prevdidenziali versati o non sono in grado di farlo. Il problema preoccupa molto l’esecutivo, che recentemente ha fatto approvare dal Parlamento una legge per la concessione di vitalizi a chi ha più di 70 anni ma non è in grado, per deficit di bilancio, d’estendere la misura anche a coloro che hanno un’età minore ma gli stessi problemi di sopravvivenza ed esclusione. Circa il 51% degli argentini vive oggi sotto la soglia di povertà

Venezuela

Dopo un durissimo braccio di ferro, protrattosi per una decina di giorni in seguito allo svolgimento del referendum per la rimozione del capo dello Stato dalla sua carica, i dirigenti politicio dell’opposizione cominciano, alla spicciolata, a riconoscere la vittoria del presidente Hugo Chávez, così come prima di loro avevano fatto i principali organismi internazionali e molti governi. Ieri è toccato al funzionario socialdemocratico ed ex-candidato alle presidenziali Claudio Fermín, attualmente militante nelle file di Acción Democrática (Ad), riconoscere l’affermazione di Chávez nel referendum svoltosi lo scorso 15 agosto e conclusosi con il 59,25% dei voti ad appannaggio del capo dello Stato e il 40,74% a favore dell’opposizione, riunita della ‘Coordinadora democrática’ (Cd). Non riconoscere l’affermazione di Chávez equivarrebbe a “negare la realtà. E questo è un sintomo di immaturità” ha detto Fermín, ammettendo di aver sperato fino all’ultimo momento in un risultato diverso. Prima del dirigente socialdemocratico, solo un altro esponente della Cd si era congratulato, per iscritto, con Chávez, ed esattamente Francisco Arias Cárdenas, leader del partito ‘Unión’, ex-candidato presidenziale ed ex-compagno d’armi del presidente della Repubblica