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= = GR 19,30 = =

= = = Palestina = = = M.O.: SHARON, AL MOMENTO NON SIAMO PRONTI A SEGUIRE ROAD MAP

Gerusalemme, 15 set. (Adnkronos) - Israele non seguira' per il momento la 'road map' per la pace in Medio Oriente e potrebbe rimanere in Cisgiordania per un lungo periodo dopo il ritiro dalla Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il premier israeliano, Ariel Sharon, in un'intervista al quotidiano Yediot Ahronot in cui sottolinea come, una volta attuato il ritiro da Gaza e dai quattro insediamenti della Cisgiordania, e' molto probabile che vi sara' un lungo periodo in cui non succedera' nient'altro. Fino a quando non vi sara' un significativo cambio di politica da parte dei palestinesi, ha aggiunto Sharon, Israele continuera' la sua guerra al terrorismo, e rimarra' nei territori dove restera' presente dopo l'applicazione del piano di disimpegno. Riguardo alla road map - il piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti e dagli altri membri del Quartetto, Europa, Onu e Russia che finora non ha trovato applicazione e che prevede la creazione di uno stato palestinese entro il 2005 - il premier israeliano sottolinea di non essere d'accordo con chi, come l'ex leader dell'opposizione israeliana, Amram Mitzna, propone di usare il ritiro da Gaza come mezzo per sbloccare lo stallo delle trattative con i palestinesi. Mitzna propone qualcosa di diverso, propone di continuare a smantellare gli insediamenti basandosi sulla road map - ha detto - ma questo porterebbe Israele in una situazione difficile, ed io non sono d'accordo. Oggi anche noi non stiamo seguendo la road map, non sono ancora pronto.

M.O.: EREKAT, PERICOLOSA LA MINACCIA DI SHARON A ARAFAT

  • Il negoziatore palestinese Saeb Erekat ha definito oggi molto pericolosa la minaccia del premier israeliano Ariel Sharon di espellere dai territori il leader palestinese Yasser Arafat ed ha chiesto l'intervento della comunita' internazionale. Parlando con l'emittente radiofonica 'Voice of the Palestine', Erekat ha affermato che la minaccia di Sharon e' grave ed ha esortato la comunita' internazionale ed il Quartetto ad intervenire per fermare le politiche distruttive e pericolose di Israele. In un'intervista concessa ad un quotidiano israeliano, Sharon aveva minacciato ieri l'espulsione del leader palestinese dai Territori, precisando che Israele agira' nei confronti di Arafat nel momento piu' propizio, esattamente come fatto per lo sceicco Ahmed Yassin, leader spirituale di Hamas e Abdel Aziz Rantisi, entrambi uccisi in operazioni israeliane. Abbiamo agito contro Ahmed Yassin e Abdelaziz Rantisi nel momento che ci e' parso piu' propizio. In merito all'espulsione di Arafat, procederemo secondo lo stesso principio: lo faremo nel momento per noi propizio, aveva dichiarato. Alla domanda se non vedesse differenze tra Ahmed Yassin, ucciso dai missili israeliani il 22 marzo scorso a Gaza ed il suo successore, Abdel Aziz Rantisi, ucciso il 17 aprile e Arafat, Sharon aveva risposto: Non vedo alcuna differenza. Hanno tutti optato per una politica dell'assassinio. Agiremo con Arafat nel modo in cui abbiamo agito contro altri assassini.

Nablus, 15 settembre 2004

In un raid a Jenin (Cisgiordania) gli israeliani hanno ucciso quattro ricercati palestinesi delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, il braccio armato di Fatah. Le quattro vittime si aggiungono ai sei militanti palestinesi uccisi in mattinata nella città di Nablus, in Cisgiordania. I soldati hanno circondato un edificio di Nablus dove si erano nascosti alcuni militanti ricercati, dicono i testimoni. E' scoppiata una sparatoria e i responsabili della sicurezza hanno detto che almeno cinque uomini armati sono stati uccisi. Un sesto militante palestinese è morto poco dopo essere stato trasportato in ospedale. Tra i militanti palestinesi delle Brigate dei Martiri di al Aqsa c'era anche il leader locale del gruppo, Nader Aswad, uno dei più ricercati dalle forze di sicurezza israeliane.

Uccisa una ragazzina di 11 anni Una ragazzina di 11 anni, Maram al-Nahleh, è stata colpita sulla porta di casa. "Guardava le ambulanze che portavano via i corpi quando i soldati appostati sul tetto di una casa hanno aperto il fuoco, colpendola in viso", ha raccontato la nonna. Poco dopo lo scambio a fuoco, la notizia delle nuove vittime ha cominciato a circolare in città e a Nablus sono scoppiati scontri tra soldati e gruppi di giovani che lanciavano pietre; tra i numerosi palestinesi rimasti feriti durante gli scontri, anche un ragazzino di 14 anni ricoverato in gravi condizioni in ospedale.

Ed ancora i membri dell' Unità Shayetet-13, il commando della marina militare israeliana Unità Shayet 13i sono penetrati nella via a-Najah, nel dedalo di viuzze che contraddistingue il centro storico di Nablus dando il via ad una lunga e cruenta irruzione. al termine dellaqualesono stati uccisi. Israele non ha avuto vittime. Secondo le fonti militari, fra gli uccisi i nomi più noti sono quelli di Nader el-Aswad e di Mulham abu Jamila, entrambi membri di al-Fatah. El-Aswad era ritenuto da Israele un organizzatore di attentati e un reclutatore di kamikaze. Gli altri uccisi sono stati identificati in Majdi Mar'i, Abud Salam (Fatah) e Hani Akl (Fronte democratico). Reparti del genio militare israeliano si accingono a demolire la casa dove si erano arroccati i militanti palestinesi. Stamane a Kalklilya (Cisgiordania) è stata già demolita la casa di un militante delle Brigate dei martiri di al-Aqsa che ieri ha cercato di entrare in territorio israeliano, ma è stato fermato in un posto di blocco militare dove sempre secondo fonti militari israeliane si è fatto esplodere.

  • = = = IRAQ = = =

IRAQ: RAMADI, SALE A 13 MORTI BILANCIO SCONTRI E ESPLOSIONE

  • E' salito a 13 morti e 17 feriti il bilancio degli scontri tra ribelli e marines e di un'esplosione a Ramadi, la citta' sunnita ad ovest di Baghdad. Lo ha riferito il ministero della sanita' iracheno. Le fonti hanno precisato che 12 persone hanno perso la vita negli scontri e una in un'esplosione, le cui cause non sono state precisate. Un portavoce americano ha riferito che detto che alcuni marines di stanza a Ramadi, 100 chilometri ad ovest di Baghdad, sono stati fatti segno a colpi d'arma da fuoco. Nessun soldato e' rimasto ferito e i marines hanno risposto con l'artiglieria, ha aggiunto, precisando di non essere in grado di fornire un bilancio delle vittime irachene

UCCISI DUE OPERAI CHE LAVORAVANO PER FORZE USA

  • 15 SET - Due operai che lavoravano nel settore dell'edilizia per l'esercito americano sono stati abbattuti da colpi d'rama da fuoco sparati da sconosciuti nella citta' petrolifera di Kirkuk, nell'Iraq settentrionale. Lo ha reso noto oggi la polizia. Un ufficiale di polizia, il comandante Salam Abdel Kader, ha detto che uomini armati hanno abbattuto i due operai mentre si recavano in macchina al lavoro nella zona di Rahim, 30 chilometri a sud di Kirkuk. I due uomini lavoravano in una base americana nella regione di Baquba, 60 chilometri a nord di Baghdad.

= = IRAQ = =

ITALIANE RAPITE, APPELLO ONG ALGERINE PER LIBERAZIONE

La liberazione immediata e senza condizioni di Simona Torretta e Simona Pari e' stata chiesta oggi da 45 organizzazioni non governative algerine in un appello ai rapitori diramato ad Algeri. L'appello, firmato da Ong particolarmente vicine all'Europa per la loro collaborazione con la delegazione dell'Unione europea ad Algeri, condanna la presa di civili in ostaggio, pratica disumana e contraria al diritto umanitario internazionale, ed esprime solidarieta' alla popolazione civile irachena per le sofferenze dovute al deterioramento della situazione in Iraq. Avendo appreso con profonda emozione e preoccupazione del sequestro delle due rappresentanti di un'organizzazione umanitaria italiana impegnata nell'aiuto ai bambini vittime del conflitto - si legge nel testo pervenuto all'Ansa - esprimiamo tutta la nostra solidarieta' alle due colleghe, alla loro nobile azione umanitaria. Chiediamo la loro liberazione immediata e senza condizioni, richiamando tutte le parti in causa al rispetto del diritto umanitario, in particolare nei confronti della popolazione civile e del personale umanitario. Tra i firmatari dell'appello, numerose ong impegnate nella difesa dei diritti della donna e dell'infanzia, e nell'assistenza ai bambini vittime del terrorismo di matrice islamica che ha insanguinato l'Algeria negli anni '90.

= = TURCHIA = =

TURCHIA: NIENTE PIU' ATTENUANTI PER DELITTI D'ONORE ANKARA, 15 SET -

  • Da oggi i responsabili dei delitti d'onore e tradizionali non si potranno piu' giovare in Turchia dell'attenuante della grave provocazione, che consentiva ai giudici di condannare a pene bassissime. Inoltre, saranno vietati anche in Turchia i test di verginita, a cui le ragazze potevano finora essere sottoposte legalmente su richiesta dei genitori e persino dei professori e delle autorita' scolastiche. Entrambi i provvedimenti sono stati approvati dal Parlamento turco nell'ambito della riforma del codice penale in corso. Lo stesso parlamento ha, tra ieri e oggi, gia' approvato praticamente all'unanimita' un centinaio di altri emendamenti. Tra questi, una nuova norma prevede pene piu' pesanti per coloro che incitano i propri parenti, in particolare se minorenni, a commettere omicidi d'onore (quelli commessi dal marito tradito) o tradizionali (quelli decisi da assemblee familiari). I delitti d'onore e tradizionali sono molto frequenti in Turchia, soprattutto nella parte orientale del paese e nei villaggi dell'Anatolia centrale, ma non mancano anche nelle periferie delle grandi citta' della Turchia moderna. Secondo le organizzazioni femminili, ogni anno avvengono centinaia e forse migliaia di delitti d'onore e tradizionali, ma di pochi si viene a sapere, dato che molti di questi delitti non vengono mai scoperti e vengono fatti passare, anche per omerta' diffusa, per morti naturali, e molti non vengono riportati dalla stampa. Nei pochi casi in cui un delitto d'onore o tradizionale viene scoperto e perseguito, gli avvocati dei colpevoli sostengono che l'infedelta' coniugale o la perdita della verginita' di una figlia o sorella costituisce una grave provocazione', tesi che viene spesso accolta da giudici locali partecipi dello stesso aberrante codice d'onore diffuso nelle campagne turche. Vittime usuali dei delitti tradizionali sono inermi ragazze rimaste incinte o che abbiano perduto la verginita' e che vengono uccise dai familiari senza pieta' anche nei casi che esse abbiano subito violenza. . Le organizzazioni per i diritti umani giudicano troppo frettolosa la riforma del codice penale in corso e attribuiscono la fretta alla volonta' del governo di ripulire il codice penale turco dalle piu' grosse magagne, prima che la Commissione dell'Unione europea il 6 ottobre prossimo pubblichi il suo rapporto annuale sulla Turchia. Sulla base di quel rapporto il vertice europeo di dicembre decidera' se dare inizio e quando al negoziato di adesione della Turchia all'Ue. Secondo vari osservatori e' significativo il fatto che lo stesso parlamento che ieri era pronto a reintrodurre nel codice penale la criminalizzazione dell'adulterio, stia ora approvando a tamburo battente centinaia di nuove norme da tempo chieste inutilmente dalle organizzazioni femminili e di tutela dei diritti umani. In entrambi i casi la spiegazione e' la forte volonta' del governo di Ankara e del partito di governo filoislamico Akp di ottenere a fine anno la data di inizio del negoziato con l'Ue. Ieri, infatti, la criminalizzazione dell'adulterio e' stata accantonata solo dopo una ferma messa in guardia della Commissione di Bruxelles. = = = IMMIGRAZIONE = = =

= = FRANCIA = =

FRANCIA: 250.000 NON HANNO DIRITTO ASILO, RESTANO UGUALMENTE Sarebbero circa 250.000 gli stranieri attualmente in Francia nonostante che non abbiano ottenuto il diritto d'asilo. Si tratta di persone che, dal 1998 in poi, hanno richiesto lo statuto di rifugiato: dopo circa 19 mesi di pratica, durante i quali avevano diritto a restare in territorio francese, la domanda e' stata respinta e i bocciati sono stati invitati ad abbandonare il Paese. Di quei 250.000, secondo un rapporto confidenziale dell'Ispezione generale degli affari sociali e dell'Ispezione generale dell'amministrazione, 18.000 sono famiglie, cioe' 62.000 persone. Circa 6.000 di queste famiglie sarebbero totalmente a carico dello stato: un costo pari a 43 milioni di euro. Il rapporto - commentato oggi dal quotidiano Le Figaro - sostiene che l'allontanamento delle famiglie, giuridicamente possibile, restera' nei fatti difficile da mettere in pratica a grande scala, soprattutto per via della presenza di bambini. Anche perche' si scontrera' con l'insufficienza dei centri di raccolta adeguati, la giurisprudenza, gli ostacoli d'ordine psicologico o culturale. Viene quindi raccomandato un aiuto a chi si mostra favorevole al rimpatrio o, in caso di fallimento, la regolarizzazione. Sulle 40.000 decisioni prese dall'inizio del 2004 dall'Ufficio di protezione dei rifugiati e apolidi (Ofpra) lo statuto di rifugiato e' stato concesso a soli 6.000 aspiranti, mentre oltre l'80% delle richieste viene respinto. (ANSA). RED*LQ 15-SET-04 18:00

IMMIGRATI: SINISI, FALSI I DATI DI GIOVANARDI

  • nonostante la bossi fini si a degna conseguenza della turco napolitano ennesima critica a l ministro giovanardi da parte di unesponente della margherita

Roma, 15 set. (Adnkronos) -

  • I dati sull'immigrazione clandestina forniti dal ministro Giovanardi nel corso del question time sono fasulli perche' non tengono conto della cessazione dei flussi in Adriatico, mentre dal nord Africa sono aumentati di oltre il 300 per cento, gia' dallo scorso anno. Gli undici centri di permanenza elencati da Giovanardi sono gli stessi che abbiamo fatto noi dell'Ulivo, ma piu' fatiscenti e con meno diritti. Ogni estate il governo ci parla di un accordo con la Libia, che rimane senza effetto. Lo afferma il parlamentare della Margherita Giannicola Sinisi. La realta' -osserva Sinisi- e' che l'intera politica dell'immigrazione di questi anni e' stata solo quella di smantellare il lavoro svolto dal centrosinistra nei cinque anni di governo dell'Ulivo senza proporre niente di nuovo e, spesso, neanche niente di decente. E davvero il caso di ricominciare da capo anche se la legislatura volge al termine. Del resto volge al termine anche la responsabilita' del centrodestra di

ù

CLANDESTINI: ANM CRITICA SU DL, ATTESO PARERE DA CSM Restano le critiche dell'Associazione Nazionale Magistrati al decreto legge che assegna la competenza, in tema di convalida delle espulsioni per i clandestini, ai giudici di pace, mentre al Consiglio superiore della magistratura si parla di "decreto delicatissimo". Un decreto sul quale il Guardasigilli potrebbe chiedere al plenum di Palazzo dei Marescialli di esprimere nei prossimi giorni un parere. Parla di "scelta gravemente sbagliata come principio e che per di piu' creera' notevoli problemi organizzativi" il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Edmondo Bruti Liberati. I giudici onorari, dice, "hanno un ruolo rilevante nell'amministrazione della giustizia, ma con caratteristiche specifiche, sostanzialmente in una linea di soluzione piu' agevole delle controversie minori.

  • Si tratta di un ruolo importante, a cui pero' e' estranea una competenza esclusiva e rilevante in materia di liberta' personale". Se questi provvedimenti, poi, avrebbero comportato un aggravio notevole per la magistratura ordinaria, vi saranno "problemi organizzativi ancora piu' notevoli" per i giudici onorari non organizzati ad affrontare l'emergenza. Al Consiglio Superiore della Magistratura, Luigi Marini, togato di MD, componente della VI commissione, replica, a chi gli chiede un commento: "e'un decreto delicatissimo che tocca gli equilibri fondamentali della giurisdizione e dei diritti dei cittadini. Va esaminato sia sul piano normativo che sul piano della sua applicazione concreta e delle sue ricadute organizzative"

Anche esponenti delle associazioni del privato sociale si pronunciano sul mandato al giudice di pace Ma il decreto affida al giudice di pace - aggiunge - anche la convalida del trattenimento nei Cpt e questo non ha senso, perche' i giudici di pace non hanno competenza in materia di restrizione della liberta' personale ed il trattenimento nei Cpt, come hanno indicato diverse sentenze della Consulta, e' una limitazione della liberta' personale. Questo, aggiunge, significa un abbassamento delle garanzie per gli immigrati e la maggioranza di Governo, appiattendosi sulla linea della Lega, conferma di considerare gli extracomunitari come un' umanita' di serie B, che non gode degli stessi diritti dei cittadini italiani. Ci auguriamo che i pochi garantisti che stanno al Governo si facciano sentire. Con questo decreto, prosegue l' esponente dell' Arci, il Governo fa scelta incostituzionale, sapendo che la Consulta lo boccera', ma intanto sara' passato un paio d' anni e sara' stata tenuta buona la Lega. Miraglia conclude annunciando per l' autunno una mobilitazione nazionale contro la politica del Governo sull' immigrazione, che sfocera' in una grande manifestazione contro la Bossi-Fini.

= = RUSSIA = =

Russia.

  • Lavrov replica a Powell: quello che accade a Mosca e' affar nostro. Ossezia del Nord, si torna a scuola

Mosca, 15 settembre 2004

Nessuna intromissione. Con toni e lessico di tradizione sovietica, il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha respinto oggi le critiche espresse ieri dal segretario di Stato Colin Powell sulle riforme istituzionali annunciate dal presidente russo Vladimir Putin dopo il tragico attentato di Beslan.

"Innanzitutto, il processo in corso in Russia è affare interno nostro", ha detto Lavrov parlando in Kazakhstan, rispondendo a quanto affermato ieri in un'intervista da Powell.

Powell aveva detto che "in effetti si tratta di una marcia indietro dal punto di vista delle riforme democratiche, come era già successo in passato e la comunità internazionale ne è consapevole. Siamo d'accordo sulla necessità di combattere il terrorismo -ha aggiunto Powell -... ma nella lotta contro i terroristi penso ci voglia un equilibrio corretto per non allontanarsi dalle riforme democratiche o dal processo democratico".

  • e comunque oggi In Ossezia del Nord

sono tornati a scuola oggi i bambini di Beslan, per il primo giorno di lezioni dopo la strage compiuta da terroristi ceceni all'inizio del mese (339 morti, centinaia di feriti). Il rientro è slittato di altri due giorni, perché gli artificieri hanno controllato e setacciato tutti gli istituti scolastici. Stamattina, qualche poliziotto armato monta la guardia davanti alle scuole.

  • = = = COLOMBIA = =

COLOMBIA 15/9/2004 14:09 CONTINUA PACIFICA MARCIA DI PROTESTA INDIGENA VERSO CALI

  • Peace/Justice, Brief

È cominciata la terza giornata della marcia pacifica che migliaia di indigeni della Colombia occidentale stanno intraprendendo verso la città di Cali per protestare contro la violenza, le politiche del governo e il disinteresse dello Stato nei loro confronti. Alla marcia, secondo Lizardo Domicó, segretario generale dell’Organizzazione nazionale indigena della Colombia (‘Organización Indígena de Colombia’ - Onic), partecipano 45-50.000 nativi colombiani, sebbene il generale Jorge Castro, direttore della polizia, abbia fatto diramare una nota nella quale si afferma che gli indigeni partecipanti alla manifestazione non sono più di 12.000. Nella prima fase della marcia, circa 15.000 indigeni – secondo gli organizzatori – avrebbero lasciato la città di Piendamó per dirigersi verso Santander de Quilichao, dove ad attenderli c’erano altre 30.000 persone. Da qui è cominciato il lento viaggio di circa 120 chilometri a piedi verso Cali, passando per Villarica e Jamundí. La mobilitazione, che fino ad ora non ha dato luogo a incidenti di sorta, è stata convocata dall’Onic per chiedere che cessino i sequestri e gli sfollamenti forzati di civili per mano dei gruppi armati “e ogni espressione di violenza, sfruttamento e morte, da qualsiasi parte provengano”, si legge in una nota degli organizzatori. La marcia, cui prendono parte principalmente nativi delle etnie Paez e Guambiano, due dei gruppi autoctoni più colpiti dal conflitto interno che da oltre un quarantennio insanguina il Paese, è stata preceduta da diverse segnalazioni della presenza di paramilitari lungo l’autostrada panamericana, l’arteria che percorre la Colombia da nord a sud, lungo la quale sta passando il corteo. Il governo ha vietato recisamente ai manifestanti di indire blocchi stradali.[LL]

  • = = = ARGENTINA = = =

Devono presentarsi questa mattina davanti alla giustizia argentina Jorge Bergés e Miguel Etchecolatz, due esponenti di spicco del passato regime militare (1976-1983). A Bergés, ex-medico della polizia di Buenos Aires (Bonaerense), e a Etchecolatz, ex-direttore delle Investigazioni della stessa forza di sicurezza, il tribunale di La Plata, città della provincia di Buenos Aires, presieduto dal giudice Arnaldo Corazza, chiede di rispondere di innumerevoli casi di violazione dei diritti umani, perpetrati durante la dittatura. In particolare, ai due viene contestato dal tribunale un ruolo rilevante nella cosiddetta ‘Causa Camps’, in particolare in seguito alla decisione presa lo scorso anno dalla nuova maggioranza parlamentare argentina, che ha annullato le leggi del ‘Punto Final’ e della ‘Obediencia Debida’ (promulgate tra il 1986 e il 1987) che avevano riconosciuto una sorta di intangibilità per tutti i delitti commessi dai repressori militari durante la sanguinosa dittatura argentina. Ramón Camps fu, tra i repressori del regime, uno dei più crudeli. Morto di cancro tempo fa, Camps era stato negli anni del regime militare capo della Bonaerense e, con un nutrito gruppo di suoi subordinati, si era reso responsabile – come aveva avuto modo egli stesso di ammettere in un’intervista rilasciata a una testata spagnola – della scomparsa di circa 5.000 persone. Bergés e Etchecolatz sono già stati condannati nel 1986 a 23 anni di carcere in quanto considerati responsabili di una settantina di casi di tortura, sempre nel filone di indagini della ‘Causa Camps’. Tuttavia, l’approvazione della legge di ‘Obediencia Debida’ aveva permesso ai due di beneficiare della libertà condizionale. Ora il giudice Corazza ha deciso di riaprire le indagini su almeno una parte di uno degli episodi più incresciosi della sanguinosa storia della dittatura argentina.

= =CILE = =

PINOCHET: NUOVAMENTE RICOVERATO IN OSPEDALE MILITARE

L'ex generale cileno Augusto Pinochet e' stato ricoverato oggi nell'Ospedale militare di Santiago del Cile per un non precisato malessere. Lo scrive oggi il quotidiano online El mostrador. L'informazione non e' stata pero' confermata da fonti ufficiali del centro medico. Secondo le fonti citate dal giornale online, il ricovero e' stato disposto per uno scompenso proprio dell'eta' avanzata (89 anni) ma il suo stato di salute non sarebbe grave. El mostrador ricorda poi che in passato la difesa dell'ex dittatore e' ricorsa spesso allo strumento medico per convincere i giudici dell'impossibilita' di continuare a processarlo per presunti crimini commessi durante la sua permanenza al potere (1973-1989). Intanto oggi la terza Camera della Corte d'appello di Santiago del Cile ha chiesto la trasmissione al suo ufficio degli incartamenti relativi alle cause conosciute come 'Carovana della morte' e 'Operazione Condor', in modo da poter meglio decidere sulla richiesta della difesa di Pinochet di rimuovere il giudice Juan Guzman Tapia dall'istruzione della seconda di queste cause. (ANSA

= =ITALIA= =

:ACERRA ;NUOVO CORTEO CON UN MIGLIAIO DI MANIFESTANTI - Un nuovo corteo con circa un migliaio di manifestanti sta sfilando nuovamente per le strade di Acerra (Napoli), per protestare contro la realizzazione del termovalorizzatore. Dopo i blocchi di questa mattina sull'asse mediano e all' Ipercop di Afragola, i cittadini si sono dati appuntamento alla stazione di Acerra, dove prosegue l'occupazione dei binari sulla tratta Napoli-Caserta. I cittadini sono poi partiti dalla stazione per sfilare in corteo per le strade di Acerra. I manifestanti sono scortati dalle forze dell' ordine. E’ riesplosa fortemente l’emergenza Acerra, da circa 5 anni sotto la minaccia della realizzazione di uno dei più grandi inceneritori d’Europa. La popolazione non lo vuole, ordinanze pubbliche chiedono la sospensione dei lavori sino all’esito di una nuova V.I.A. ma uno schieramento di forze di polizia occupa militarmente, tra cariche e fermi, l’area per garantire il lavoro delle ruspe e spianare la strada all’ennesimo scempio realizzato in nome dell’emergenza e dello sviluppo. Passato sostanzialmente indenne dalle mani di Rastrelli a quelle di Bassolino e, infine, del commissario straordinario Catenacci, il progetto dell’inceneritore (o del termovalorizzatore, come usa dire) viene presentato come l’unica soluzione possibile per risolvere definitivamente la cosiddetta emergenza rifiuti in Campania ossia il ricatto della inaccettabile alternativa dei rifiuti per strada, sotto casa, in una grande area metropolitana dove non si sono mai visti in funzione, in modo minimamente sufficiente, i contenitori per la raccolta differenziata. La popolazione, da sempre contraria alla realizzazione di questo impianto, che ha animato negli anni una tenace resistenza fatta di informazione, mobilitazione e proteste, forte dell’idea che il problema principale fosse soprattutto la logica speculativa e dissipativa dell’intero Piano Regionale dei Rifiuti (e non solo la localizzazione nel loro pur già fortemente provato territorio),

  • ascoltiamo la corrispondenza

= = TRASPORTI = =

. Bus e tram fermi per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri

Milano, Genova, Roma, Bergamo, Napoli, Cosenza. Forti disagi nel traffico mattutino di molte città italiane per lo sciopero degli autoferrotranvieri che culminerà nella manifestazione nazionale di Roma, allargata a tutto il settore del trasporto pubblico e non solo a quello locale. Il settore resta attraversato da molti problemi, ma ora, soprattutto, c'è da chiudere l'accordo sulla parte normativa che riguarda gli anni 2004-2007, nonché la parte economica relativa al biennio 2004-2005.

= = ROMA = =

oggi pomeriggio un'assemblea sindacale dei lavoratori del terzo canile del comune di rma è stata interrotta dall'arrivo di alcune volanti dei carabinieri ascoltiamo la corrispondenza

gror040915 (last edited 2008-06-26 09:48:04 by anonymous)