Grf 9:30

Iraq

Oggi il primo ministro britannico Tony Blair incontra i membri del suo governo per discutere la richiesta statunitense di inviare soldati britannici nella zona centrale dell'Iraq, in particolare a Baghdad, in vista delle elezioni di gennaio. La proposta ha incontrato forte opposizione all'interno dello stesso partito laburista. Il ridispiegamento delle truppe britanniche in Iraq comporterebbe un incremento del numero di militari impegnati nel Paese di circa 1.300 unità, l'equivalente di due battaglioni. Dei dettagli dell'operazione ha parlato al Times di Londra il vicecomandante della forza multinazionale guidata dagli Usa, il generale John McColl. "C'è stata una richiesta di invio di nuove truppe in Iraq nel periodo delle elezioni, ed è ancora in discussione" ha confermato l'ufficiale. Il ministro della Difesa Geoff Hoon non ha voluto commentare le dichiarazioni di McColl, ma un portavoce del ministero ha detto che "la proposta militare è arrivata ed è attualmente in fase di discussione. Il processo decisionale è ancora aperto". I vertici militari Usa hanno richiesto alla Gran Bretagna, lo scorso 10 ottobre, di inviare una unità nell'area adiacente Baghdad sotto controllo Usa. I rinforzi britannici permetterebbero al comando Usa di dirottare più uomini su Fallujah, roccaforte della resistenza sunnita che ospiterebbe alcuni terroristi legati ad al Qaida, tra cui Abu Musab al Zarqawi. Blair ha confermato nei giorni scorsi che il governo sta prendendo in seria considerazione la proposta americana; il premier ha insistito sul fatto che ogni provvedimento sarà preso solo sulla base di esclusivi interessi militari e non politici. "Questo non ha nulla da spartire con le elezioni americane, ma solo con il voto iracheno di gennaio" ha detto a scanso di equivoci. La decisione definitiva dovrebbe essere comunicata dal governo nella giornata di domani. Se il gabinetto approverà il piano di ridispiegamento, il ministro della Difesa Geoff Hoon potrà darne annuncio nel pomeriggio alla Camera dei Comuni.

M.O.

L'esercito israeliano ha ucciso questa mattina due palestinesi che stavano tentando di entrare in territorio dello Stato ebraico dal nord della Striscia di Gaza. I due uomini, secondo quanto riferito da Haaretz, erano sospettati di voler condurre un attacco a una comunità ebraica adiacente al confine. Le vittime si erano avvicinate al muro di difesa che Israele ha costruito nella zona; almeno una delle due, hanno spiegato fonti dell'esercito, era armata. Ad intervenire sono stati i soldati che stazionano solitamente nel Negev occidentale. I militari hanno esploso alcuni colpi d'arma da fuoco, uccidendo i due sospetti.

Un palestinese di 30 anni e' deceduto oggi in ospedale a Gaza citta', ove era stato ricoverato nei giorni scorsi dopo essere rimasto gravemente ferito nel corso di un attacco delle truppe israeliane contro il campo profughi di Jabaliya, nel settore nord della Striscia: teatro nei giorni scorsi della massiccia operazione militare ebraica chiamata in codice 'Giorni di Penitenza', la piu' cruenta nei quattro anni trascorsi dall'inizio della rivolta detta 'Intifada di al-Aqsa', dilagata il 28 settembre 2000 e tuttora in corso. Nel rendere nota la morte del paziente, fonti mediche hanno precisato che si tratta delle vittima numero 130 dell'offensiva da parte degli occupanti, ufficialmente conclusa il 15 ottobre anche se poco dopo un'altra e' scattata all'estremita' meridionale dell'enclave. Durante l'incursione sono morti anche cinque israeliani e un immigrato thailandese. Sale cosi' ad almeno 4.505 il numero complessivo delle persone che hanno perso la vita nell'ultimo quadriennio di conflitto: tra esse 3.476 erano i palestinesi e 955 i cittadini dello Stato ebraico; una quarantina circa gli stranieri.

Cina

E' di almeno 56 morti accertati il bilancio di un'esplosione avvenuta nella miniera di carbone di Daping, nella provincia centrale cinese di Henan. Lo hanno riferito le autorita' locali, secondo cui a tanti ammontano i cadaveri estratti finora dai cunicoli, ove 446 minatori erano intenti al lavoro nel momento in cui si e' verificato lo scoppio, provocato da una fuga di gas grisu'. I feriti sono come minimo sette, ma cio' che piu' preoccupa i soccorritori e' il fatto che risultano mancanti all'appello oltre una novantina di persone: il totale delle vittime potrebbe pertanto sfiorare le centocinquanta unita', e le speranze di trarre ancora qualcuno in salvo sono ormai pressocche' esaurite, anche perche' sacche di gas persistono nel sottosuolo, ostacolando l'opera delle squadre di ricerca e rendendo vitualmente impossibile respirare agli operai rimasti intrappolati.

Italia

Appalti

La Polizia di Stato di Trapani ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un dirigente del settore Lavori Pubblici del comune di Trapani, ritenuto responsabile dei reati di corruzione, falso, turbativa plurima di incanti pubblici. L'operazione condotta dalla Squadra Mobile di Trapani trae origine da un'indagine sulla regolarità del sistema degli appalti indetti da vari enti locali della provincia di Trapani, sui quali era forte l'interesse della criminalità organizzata alla gestione degli appalti pubblici. Dalle intercettazioni telefoniche sono emersi vari episodi di corruzione e gestione illecita degli appalti commessi dal dirigente, che in più occasioni ha ricevuto la somma di alcune migliaia di euro allo scopo di turbare le procedure di gara per l'aggiudicazione di lavori pubblici in alcune aree del trapanese.