GR ORE 19.30

Italia

Trasporto locale

Nuovo sciopero dei trasporti pubblici il 1 dicembre. Ad incrociare le braccia saranno questa volta i sindacati di base degli autoferrotranvieri che hanno proclamato 24 ore di sciopero. La data per la nuovo giornata di protesta e' stata confermata oggi, in occasione della riunione del Coordinamento nazionale dei sindacati di base. L'obiettivo e' quello di istituzionalizzare questa data: ogni anno il primo dicembre diventera', per gli organizzatori, la giornata degli autoferrotranvieri. Intanto oggi si è svolto lo sciopero dei sindacati confederali, che ha visto adesioni secondo i sindacati del 90%, secondo le aziende del 53%

Lavoro, alfa arese

Penso che faremo un'altra proroga, come abbiamo fatto negli ultimi due anni, fino a che non si trovera' una soluzione. Cosi' il ministro del Welfare Roberto Maroni ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se ci sara' una nuova proroga della cassa integrazione degli oltre 500 lavoratori dell'Alfa di Arese. Maroni ha parlato a margine della inaugurazione di alcuni nuovo reparti della fondazione don Carlo Gnocchi

Lavoro, Lsu

Dopo una settimana di presidio sotto la sede della Giunta Regionale promosso dal sindacato RdB/Cub, con l’adesione di centinaia di lavoratori, continua la protesta dei lsu del Lazio che chiedono a Storace l’assunzione dopo 8 anni di lavoro precario e in nero negli enti locali. I lavoratori LSU vogliono ricordare al governatore del Lazio gli impegni assunti nei loro confronti all’inizio del suo insediamento. A quattro anni di distanza i 4000 LSU aspettano ancora una soluzione positiva alla precarietà e quindi riconfermano il presidio da lunedì 25 in Via C. Colombo e fino a quando la Regione darà risposte certe e concrete alle legittime aspettative dei precari LSU.

Lavoro, infortuni

Non accenna a calare il numero di incidenti e di morti sul posto di lavoro, ma per chi lavora in un cantiere il rischio e' assai maggiore. Nel 2003, sono stati infatti 952.774 gli infortuni denunciati di cui ben 103.237 riguardano le costruzioni. E sempre in questo settore, gli incidenti mortali sono stati 316 nel 2003, la stessa cifra del 2002 (317). Sono questi i dati dell'Inail presentati oggi al convegno su "Sicurezza nei cantieri e regolarita' contributiva", nell'ambito della "Settimana Europea per la Salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro". Le costruzioni, si legge nella ricerca, "presentano una elevata frequenza infortunistica ma soprattutto una elevatissima gravita' media dei postumi": nelle tabelle, si evince che per quanto riguarda gli indici di frequenza degli infortuni nel 2002, le costruzioni fanno registrare la pole posizion con 67,11%, seconda all'industria del legno (con 68,76% di frequenza sul totale) ma prima per casi di morte (lo 0,22%). Nel complesso, la maggior parte degli incidenti e cioe' il 19,42%, nelle costruzioni, e' dovuto al fatto che il lavoratore e' stato "colpito" ma i casi mortali piu' frequenti accadono con cadute dall'alto.

Migranti

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha ripreso duramente l'Italia per aver negato a un gruppo di turchi di etnia curda udienza per l'asilo politico. I tredici profughi sono stati espulsi e posti su una nave merci, dove sono bloccati da due settimane. La nave è attualmente ormeggiata in acque internazionali a circa 15 miglia al largo di Malta. Rupert Colville, portavoce dell'Unhcr, ha affermato da Ginevra che i tredici profughi sono stati scoperti lo scorso 9 ottobre a bordo di un container, scaricato nel porto calabrese di Gioia Tauro dalla nave tedesca 'Lydia Oldendorff'. "Si suppone che abbiano cercato di inoltrare domanda di asilo, ma non siano stati messi nelle condizioni di farlo", ha detto ai giornalisti Colville, . La nave ha attraccato alla Valletta il 14 ottobre e ha potuto scaricare parte del carico, ma le autorità maltesi hanno impedito ai curdi di sbarcare. Dal giorno successivo, ribadisce l'Unhcr, la nave è ferma in acque internazionali al largo di Malta. I 13 uomini hanno compiuto tre tentativi di inoltrare domanda d'asilo alle autorità maltesi via fax, senza alcun risultato. In base alla normativa dell'Unione Europea,sottolinea l'Unhcr in un comunicato, esiste un chiaro percorso per risolvere questa situazione, all'interno della quale l'Italia sembra avere la responsabilità di valutare le 13 domande d'asilo. In base al regolamento Dublino - che all'interno dell'UE definisce lo stato competente ad esaminare una domanda d'asilo - i richiedenti possono essere fatti sbarcare a Malta e poi trasferiti in Italia. I 13 richiedenti asilo, le 16 persone che compongono l'equipaggio della nave e i 4 operatori di sicurezza che, a spese dell'armatore, hanno raggiunto la nave dall'Inghilterra vivono in condizioni di sovraffollamento nei limitati spazi della nave destinati al personale. Secondo il proprietario, la situazione a bordo è estremamente tesa e durante la scorsa notte sarebbe ulteriormente peggiorata. Già nei giorni scorsi, quando i 13 hanno appreso la notizia che la nave si stava dirigendo verso la Turchia - paese d'origine dei richiedenti asilo - alcuni di loro hanno minacciato di compiere atti autolesionistici. "Rimpatriare chi richiede asilo politico senza valutare la sua domanda è contrario ai principi fondamentali delle leggi sui rifugiati", ha concluso Colville. L'Unhcr sta esortando le autorità maltesi e soprattutto quelle italiane ad agire secondo le proprie responsabilità nell'ambito del diritto internazionale, senza ulteriori ritardi.

Migranti due

Le associazioni Medici senza frontiere, Finis terrae e Forum dei diritti denunciano il respingimento illegale di un cittadino kosovaro gravemente malato, giunto il 20 ottobre scorso nel porto di Bari e rinviato in Albania, da dove era giunto, dalla Polizia di frontiera perche' il suo passaporto belga e' risultato falso. L' ingresso irregolare nel Paese - e' detto in un comunicato congiunto delle tre associazioni - secondo la legge italiana, non e' un valido motivo per negare a un uomo il diritto alle cure. Aver respinto questa persona immediatamente in Albania - prosegue la nota - rappresenta non solo una violazione dei principi umanitari e un serissimo rischio per la sua stessa vita, ma anche una mancata considerazione delle sentenze espresse dalla Corte Costituzionale il 18 dicembre 2003 e il 13 gennaio 2004 in cui si afferma che 'gli ufficiali della polizia giudiziaria sono tenuti a verificare e apprezzare la sussistenza del giustificato motivo a trattenersi sul suolo italiano, in occasione dell' arresto dello straniero. Secondo i rappresentanti delle tre associazioni, l' uomo, di 40 anni, e' affetto da sindrome mielodisplastica, una malattia che puo' assumere forme estremamente aggressive con rapida trasformazione in leucemia acuta. Alcuni parenti dell' extracomunitario - e' detto ancora nella nota - che lo attendevano nel porto di Bari hanno mostrato alla Polizia di frontiera un certificato medico rilasciato dalla clinica universitaria di Pristina (Kosovo) che attesta la patologia dell' uomo e la necessita' di cure urgenti presso un centro idoneo; tale documentazione, pero', non sarebbe stata acquisita dalla Polizia di frontiera. L' uomo - un architetto che ha lavorato per molti anni in Kosovo per la bonifica delle zone di guerra contaminate dall' uranio impoverito - avrebbe avviato le procedure per la richiesta di visto in Italia, ma, dal momento che i tempi normali per il rilascio sono di circa tre mesi, avendo bisogno urgente di cure avrebbe tentato di entrare in Italia con documenti falsi. Medici senza frontiere, Finis terrae e Forum dei diritti chiedono quindi che al cittadino kosovaro venga assicurato il diritto a ricevere cure idonee, accelerando le pratiche per il rilascio di un visto di ingresso in Italia per cure mediche.

Processi

l gip Luisanna Figliolia ha respinto l'istanza "per la ridiscussione della custodia cautelare" presentata dalla difesa di Federica Saraceni, rinviata a giudizio alcuni giorni fa nell'udienza preliminare per il processo dell'omicidio di Massimo D'Antona. Secondo quanto si è appreso il pm Erminio Amelio - stamane durante l'udienza - ha presentato non solo il parere contrario della Procura ma ha sottolineato anche alcuni elementi che rendono non possibile la scarcerazione della donna.

Esteri

Irak

Gli ambasciatori in Egitto dei Paesi che partecipano alla conferenza internazionale sull'Iraq si riuniranno domenica prossima per preparare l'incontro previsto il 22 e il 23 novembre a Sharm-el-Sheik. Lo ha annunciato oggi il ministro degli Esteri egiziano, Ahmed Abul Gheit. "Gli ambasciatori e i rappresentanti dei Paesi e delle parti invitati a partecipare alla conferenza di Sharm-el-Sheik sull'Iraq si riuniranno domenica presso la sede del ministero degli Esteri al Cairo per ricevere comunicazione di una bozza preliminare di comunicato finale, oltre al loro invito ufficiale", ha dichiatato Gheit alla stampa, citato dall'agenzia France Presse. La conferenza internazionale sull'Iraq comincerà il 22 novembre con una riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi vicini all'Iraq (Siria, Iran, Giordania, Arabia Saudita, Turchia e Kuwait) che sarà in seguito allargata il 23 novembre ai Paesi del G8, alle Nazioni unite, alla Lega araba e all'Organizzazzione della Conferenza islamica (Oci). L'Egitto assisterà alla due riunioni in qualità di Paese ospitante.

Secondo la televisione satellitare Al-Arabiya, il governo provvisorio iracheno ha respinto le richieste avanzate dalle autorità locali di Fallujah nelle trattative per porre fine all'assedio della città. Fra le richieste avanzate, vi sono risarcimenti per gli edifici distrutti e il ritiro delle truppe Usa dai dintorni della città. Le autorità di Fallujah vorrebbero inoltre che le unità militari irachene incaricate di sorvegliare il comprensorio fossero composte soltanto da cittadini della stessa Fallujah.

Protocollo di Kyoto

La Duma, la camera bassa del Parlamento russo, ha approvato la ratifica del Protocollo di Kyoto, il trattato internazionale sulla riduzione dei gas a effetto serra. Duma ha ratificato il protocollo di Kyoto con 334 voti a favore e 73 contrari. Il trattato concede ai paesi industrializzati otto anni di tempo per tagliare del 5,2 per cento le emissioni complessive di sei tipi di gas serra al di sotto dei limiti del 1990. Una volta approvato dalla camera alta russa e dal presidente Vladimir Putin - l'approvazione sembra scontata - il trattato dovrà essere sottoscritto da almeno 55 paesi fra quelli che producevano il 55 per cento delle emissioni inquinanti nel 1990. Senza la ratifica della Russia ciò non sarebbe possibile, perché gli Stati Uniti si sono rifiutati di ratificare il protocollo. Nel 1990 soltanto gli Stati Uniti producevano il 36 per cento delle emissioni di diossido di carbonio a livello globale. La ratifica russa del Protocollo di Kyoto avrà conseguenze concrete di grande importanza, a livello internazionale e nel sistema produttivo europeo e italiano. La prima la più importante, è che l'approvazione della Duma permetterà l'entrata in vigore del Protocollo negli oltre 120 Stati che l'hanno ratificato.

Palestina

L'offensiva militare di Israele nel versante settentrionale della Striscia di Gaza, durata diciassette giorni, ha provocato la morte di 107 palestinesi, ha lasciato senza casa 700 persone e procurato danni per oltre tre milioni di dollari. Lo mette in evidenza un rapporto dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. L'operazione "Giorni del Pentimento" è stata lanciata il 29 settembre in rappresaglia ad attacchi missilistici contro città israeliane che hanno ucciso cinque persone negli ultimi mesi. Nella più cruenta campagna israeliana a Gaza degli ultimi quattro anni, circa duecento veicoli blindati e duemila soldati hanno pattugliato la parte settentrionale della striscia per bloccare il lancio di razzi contro comunità israeliane. Oltre alle 107 vittime, ha precisato il rapporto Unrwa, ci sono stati 431 feriti. Le case demolite sono state 91 e 675 palestinesi si sono ritrovati senza un tetto. Le abitazioni danneggiate sono state invece 101. I bombardamenti e i bulldozer dell'esercito hanno distrutto 19 edifici pubblici e proprietà commerciali, tra cui uffici del governo, una moschea, due fattorie, tre fabbriche e altri piccoli esercizi. Nel confine orientale del campo profughi di Jebaliya, dove si sono concentrate le operazioni dell'esercito israeliano, sono stati distrutti sedici palazzi, tra cui otto scuole Unrwa.

Curdi

L'ex deputata Leyla Zana ha annunciato oggi la creazione di un nuovo movimento politico, poco prima dell'avvio di un terzo processo a suo carico, in Turchia, per il sostegno fornito ai ribelli curdi. "Noi, ex deputati, - ha annunciato Zana nel corso di una conferenza stampa, ripresa dalla France Presse - vogliamo servire la democrazia e la pace. Per questo motivo diamo il via a un movimento popolare democratico". I principi fondamentali di questo movimento, cui ancora non è stato attribuito un nome, sono quelli di "sostenere il processo di europeizzazione della Turchia" e di "puntare a una soluzione pacifica e democratica" della questione curda in Turchia. Divenuta all'estero una figura emblematica della lotta pacifica per il riconoscimento dei diritti dei curdi in Turchia (15 milioni su un totale di 70 milioni di abitanti), Leyla Zana ha chiesto a turchi e curdi di aderire in massa al nuovo partito. "Il mondo è cambiato - ha detto la donna, laureata Premio Sakharov nel '95 dall'Europarlamento - e la Turchia non può rimanere esclusa da questo cambiamento". Leyla Zana era accompagnata da Hatip Dicle, Orhan Dogan e Selim Sadak, tutti come lei ex deputati del Dep, il partito filo-curdo disciolto nel 1994, e tutti incarcerati da dieci anni con l'accusa di aver sostenuto i ribelli curdi (sono stati condannati a 15 anni di prigione). I quattro dovranno presentarsi adesso al processo presso la Corte d'assise, che dovrà decidere se cassare o confermare la loro condanna. Una fra le numerose riforme approntate nell'ultimo periodo dal Parlamento turco (tappe necessarie in vista dell'adesione all'Ue) ha abolito un tribunale speciale (il Dgm, la Corte per la sicurezza dello stato) che avrebbe dovuto altrimenti decidere della loro sorte

Ucraina

Uomini della polizia e dei servizi segreti ucraini hanno effettuato perquisizioni nelle abitazioni di due attivisti dell'opposizione, quando manca poco più di una settimana alle elezioni presidenziali. Gli agenti hanno passato al setaccio l'appartamento di Vladyslav Kasykyv, un membro di "Freedom of Choice" ("Libertà di scelta") un'osservatorio sulle libertà in Ucraina, la cui sede veniva contemporaneamente perquisita da altri uomini della polizia. Gli agenti hanno sostenuto di essere in possesso di un regolare permesso, ma non hanno voluto chiarire quale fosse la ragione specifica delle ricerche. Proprio ieri il gruppo aveva rivolto un appello ai governi occidentali e ad altre organizzazioni internazionali per condannare la repressione operata dal governo di Kiev contro il gruppo studentesco Pora. Oggi gli agenti hanno fatto irruzione nell'abitazione di Mykhailo Svistovych, un attivista di Pora, motivandola con il ritrovamento di ordigni esplosivi nella sede del gruppo. La campagna elettorale ucraina diventa ogni giorno più turbolenta: l'opposizione accusa le autorità di violenze e il governo minaccia l'opposizione di utilizzare la forza se dovesseroscoppiare disordini.

Cina

Guatemala

Oltre 900 braccianti guatemaltechi hanno chiesto asilo in Messico dopo essere stati licenziati e allontanati dalla piantagione di caffe' dove lavoravano, di proprieta' di messicani. I braccianti si sono rivolti all'ambasciata messicana in Guatemala per vedere riconosciuti i propri diritti ed hanno rivelato che non riescono a trovare lavoro in quanto i proprietari della piantagione li hanno inseriti in una 'lista nera' trasmessa agli altri latifondisti. La discesa del prezzo del caffe' sui mercati internazionali dal 2001 ha causato la perdita di oltre 25 mila posti di lavoro nella sola regione di San Marcos de Guatemala, vicino al confine con il Messico. Nella maggior parte dei casi, i proprietari hanno licenziato i braccianti senza versare loro la liquidazione e sfrattandoli dalle baracche in cui alloggiavano nella piantagione. I lavoratori sperano di trovare lavoro nei campi dello stato messicano del Chiapas, al confine con il Guatemala

GR ORE 13,00

SCIOPERI: TRASPORTI, FILT CGIL, ADESIONI MEDIE AL 90%

Fortissima adesione allo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale che, secondo la Filt Cgil, e' stata superiore al 90% con punte del 100%. Per questo sciopero, ha detto il segretario generale della Filt, Fabrizio Solari, ci sono grosse responsabilita' da parte del governo, che si era impegnato nel dicembre scorso a far partire un tavolo istituzionale a Palazzo Chigi per definire regole e certezze, anche per quanto riguarda le risorse e i trasferimenti al settore.

COBAS. Allo sciopero, in ogni caso, non parteciperanno i sindacati di base che, per sostenere la loro piattaforma, hanno in programma un altro sciopero generale del settore che verra' proclamato, se la data verra' confermata in una riunione di venerdi', il 1 dicembre. I Cobas dicono di non condividere affatto le posizioni dei confederali sul rinnovo del contratto e l'assetto del settore: per la Cub, addirittura, il rimborso dello scippo dell'accordo del 20 dicembre, che diede vita a possenti iniziative di lotta in tutto il Paese, e' pregiudiziale per la conclusione del rinnovo contrattuale

IRAQ/ FALLUJAH,VIOLENTI SCONTRI IERI SERA TRA FORZE USA E RIBELLI

Violenti scontri tra soldati americani e diversi gruppi di ribelli iracheni sono infuriati ieri sera nella periferia di Fallujah. Lo ha comunicato il comando statunitense. Nella roccaforte del Triangolo sunnita, le forze Usa hanno inoltre lanciato attacchi aerei contro obiettivi dei militanti. Ieri, al tramonto, i ribelli i hanno sparato granate rpg e proiettili di mortaio contro le forze Usa, che hanno risposto al fuoco. Fonti ospedaliere a Fallujah hanno riferito di otto morti e due feriti nei combattimenti. Ma il comando Usa ha precisato di non avere informazioni su "forze anti-irachene" uccise. Oggi, invece, l'esercito ha riferito che le "operazioni di combattimento" non sono iniziate e i marines non sono entrati in città. Ma le forze della coalizione stanno ancora conducendo "operazioni di sicurezza". Funzionari del Pentagono hanno riferito che, dall'inizio del Ramadan, gli attentati nel Paese sono aumentati del 25 per cento.

M.O./ DUE ATTIVISTI PALESTINESI UCCISI A KHAN YUNIS

Due attivisti di Hamas sono stati uccisi oggi dall'esercito israeliano al campo profughi di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il quotidiano Haaretz nella sua edizione online. L'esercito, secondo quanto si apprende, avrebbe sparato alcuni colpi d'arma da fuoco da un carro armato.

AFGHANISTAN/ DUE SOLDATI FRANCESI MORTI INCIDENTE STRADALE

Due soldati del contingente francese dell'Isaf (la Forza internazionale per la sicurezza in Afghanistan) sono morti ieri in un incidente stradale vicino Kabul, la capitale afgana; un terzo è rimasto ferito leggermente. Lo ha riferito all'Afp di Kabul il portavoce del contingente francese, Jean Bolling. L'incidente stradale è avvenuto verso le 12 ora locale di ieri nella piana di Chamali, una decina di chilometri a nord-est di Kabul. I due soldati, un sottufficiale di 22 anni e un graduato di 29 di cui non si conosce ancora l'identità, facevano parte del battaglione di perlustrazione del terzo reggimento degli Hussard. Si tratta delle prime perdite umane nel contingente francese dall'arrivo in Afghanistan.

CINA: NUOVO INCIDENTE IN MINIERA, 29 DISPERSI

Ventinove minatori cinesi mancano all'appello per un secondo incidente in una miniera di carbone nella provincia centrale di Hebei, verificatosi lo stesso giorno dello scoppio nella miniera di Doping, nella provincia dell'Henan, che ha provocato 64 morti e 84 dispersi. Ne da' notizia oggi l'amministrazione statale della Sicurezza del lavoro di Pechino, spiegando che una galleria della miniera di Desheng, a Wuan, si e' improvvisamente allagata mercoledi' 20 ottobre, mentre 63 minatori erano all'opera: 24 di loro sono riusciti a mettersi in salvo, ma i dispersi sono 29, secondo il 'China news service'. La direzione della miniera riferisce invece che i minatori dispersi sono soltanto sei. La Cina e' il primo produttore mondiale di carbone al mondo ed e' in testa anche per i consumi, ma i minatori lavorano ancora generalmente in condizioni di sicurezza pessime. Secondo dati ufficiali diffusi da Pechino, il lavoro in miniera provoca oltre 8 mila morti all'anno.

FRANCIA: BOMBA DAVANTI A GENDARMERIA IN CORSICA

Un ordigno apparentemente di forte potenza e' esploso ieri sera verso le 21.00 davanti alla gendarmeria d'Aleria, nel nord della Corsica, provocando ingenti danni ma nessun ferito. Alle 20:25 i pompieri d'Aleria hanno ricevuto una chiamata che li ha sollecitati a fare evacuare la gendarmeria. Mezz'ora dopo - quando quasi tutte le famiglie avevano abbandonato i locali - la bomba e' esplosa davanti a una delle entrate: alcuni appartamenti di gendarmi sono stati devastati, mentre i vetri alle finestre in un raggio di 50 metri sono andati in frantumi.

SPAGNA: ETA; ESPLODE BOMBA A SAN SEBASTIAN

Una bomba di basso potenziale, che le autorita' basche hanno attribuito all'Eta, e' esplosa oggi a San Sebastian facendo danni materiali ma nessuna vittima. L'ordigno, che secondo il ministero dell'interno locale equivaleva ad un chilo di tritolo, e' detonato grazie ad un congegno ad orologeria all'una meno cinque di stamane davanti ad una societa' immobiliare, cosi' come era successo sabato scorso nella stessa citta' contro un'altra immobiliare. Le due esplosioni a San Sebastian sono le prime attribuite all'Eta dopo la grande operazione che nelle scorse settimane ha portato all'arresto in Francia della 'cupola' dell' organizzazione indipendentista.

COCA COLA: ARRETRA DEL 24% UTILE TERZO TRIMESTRE FISCALE

Un intero municipio di Roma dice no alla Coca Cola. La celebre bevanda, simbolo degli Usa, e' stata dichiarata con un ordine del giorno off limits negli uffici e nelle scuole dell'XI municipio, che prende una fetta del territorio di Roma sud.