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Sul piano formale, secondo lo statuto palestinese, la presidenza dell'Anp dovrebbe essere presa in mano dal presidente del Parlamento, Rawhi Fattouh, per due mesi, periodo entro il quale si dovrebbe procedere a nuove elezioni. Sembra pero' scontato che a guadagnare potere sara' l'attuale primo ministro Abu Ala, che assumera' le prerogative del presidente sugli affari correnti. Com'e' noto, Abu Ala e' entrato in conflitto con Arafat moltissime volte, soprattutto sulla questione delle riforme interne e su quella del controllo dei servizi di sicurezza. Ancora piu' accreditato di Abu Ala per la successione ad Arafat e' pero' l'ex primo ministro Abu Mazen, che rassegno' le dimissioni proprio per attriti con Arafat. Sul piano formale, secondo lo statuto palestinese, la presidenza dell'Anp dovrebbe essere presa in mano dal presidente del Parlamento, Rawhi Fattouh, per due mesi, periodo entro il quale si dovrebbe procedere a nuove elezioni. Sembra pero' scontato che a guadagnare potere sara' l'attuale primo ministro Abu Ala, che assumera' le prerogative del presidente sugli affari correnti. Com'e' noto, Abu Ala e' entrato in conflitto con Arafat moltissime volte, soprattutto sulla questione delle riforme interne e su quella del controllo dei servizi di sicurezza. Viene ricordato anche come uno degli 'architetti' degli accordi di Oslo. Ancora piu' accreditato di Abu Ala per la successione ad Arafat e' pero' l'ex primo ministro Abu Mazen, che rassegno' le dimissioni proprio per attriti con Arafat. Moderato, oppositore dell'Intifada, Abu Mazen e' un esponente politico palestinese gradito a Israele e Stati Uniti. Non gode tuttavia di popolarita' nei Territori.
L'outsider e' l'ex ministro della sicurezza Mohammed Dahlan, divenuto nell'ultimo anno l'uomo-forte di Gaza. Dahlan, 43 anni, considerato un 'riformista' ha sempre negato di aspirare al potere ma sono in molti a ritenere, alla luce dei molti appoggi (anche internazionali) di cui gode, che potrebbe inserirsi in futuro nella lotta per le cariche ai vertici dell'Olp e dell'Autorita' nazionale palestinese

Grf 19:30

Palestina

Sono improvvisamente peggiorate le condizioni di Yasser Arafat. Stamattina il leader dell'Olp e' stato ricoverato in terapia intensiva nell'ospedale militare di Parigi di cui e' ospite da diversi giorni. Nel pomeriggio, un'emittente israeliana e il quotidiano haaretz hanno dichiarato la morte di Arafat. Smentite sono giunte dall'autorita' palestinese e dallo stesso ospedale, che comunque parla di coma irreversibile. Secondo la delegazione palestinese a Parigi, comunque, Arafat ha chiesto di morire in palestina, e il trasferimento verso Gaza e' gia' stato organizzato. I principali dirigenti dell'autorita' palestinese hanno convocato oggi pomeriggio una riunione straordinaria, per le condizioni critiche del leader. Il ministro israeliano della Difesa, Shaul Mofaz ha convocato un meeting d'emergenza dei vertici del Mossad, dello Shin Bet e dell'intelligence militare per discutere le possibili azioni da intraprendere per garantire la sicurezza di Israele in caso di morte del presidente palestinese Yasser Arafat. L'esercito israeliano e' in allerta, pronto a spostare le truppe nel caso di disordini e tumulti che dovessero scatenarsi dopo la morte di Yasser Arafat. Lo ha riferito una fonte della sicurezza israeliana.

La successione di Arafat

Sul piano formale, secondo lo statuto palestinese, la presidenza dell'Anp dovrebbe essere presa in mano dal presidente del Parlamento, Rawhi Fattouh, per due mesi, periodo entro il quale si dovrebbe procedere a nuove elezioni. Sembra pero' scontato che a guadagnare potere sara' l'attuale primo ministro Abu Ala, che assumera' le prerogative del presidente sugli affari correnti. Com'e' noto, Abu Ala e' entrato in conflitto con Arafat moltissime volte, soprattutto sulla questione delle riforme interne e su quella del controllo dei servizi di sicurezza. Viene ricordato anche come uno degli 'architetti' degli accordi di Oslo. Ancora piu' accreditato di Abu Ala per la successione ad Arafat e' pero' l'ex primo ministro Abu Mazen, che rassegno' le dimissioni proprio per attriti con Arafat. Moderato, oppositore dell'Intifada, Abu Mazen e' un esponente politico palestinese gradito a Israele e Stati Uniti. Non gode tuttavia di popolarita' nei Territori. L'outsider e' l'ex ministro della sicurezza Mohammed Dahlan, divenuto nell'ultimo anno l'uomo-forte di Gaza. Dahlan, 43 anni, considerato un 'riformista' ha sempre negato di aspirare al potere ma sono in molti a ritenere, alla luce dei molti appoggi (anche internazionali) di cui gode, che potrebbe inserirsi in futuro nella lotta per le cariche ai vertici dell'Olp e dell'Autorita' nazionale palestinese

Cecenia: riprende l'offensiva russa

Il vice primo ministro ceceno Kadyrov ha annunciato una nuova operazione militare antiterroristica nella gola cecena del Pankisi, lungo il confine georgiano. Kadyrov e' capo delle forze di sicurezza cecene, e controlla fra i 2.000 e i 4.000 uomini ben armati. Le sue unità sono temute e accusate per un ampio spettro di abusi, dai rapimenti al furto.

Afghanistan

I candidati usciti sconfitti alle elezioni presidenziali in Aghanistan del 9 ottobre scorso hanno ricosciuto la vittoria di Hamid Karzai, proclamato ieri ufficialmente vincitore e nuovo presidente del Paese asiatico. Yunis Qanooni, arrivato secondo con il 16 per cento dei voti, ha dichiarato di accettare il risultato delle urne. Karzai, che in veste di presidente ad interim aveva traghettato l'Afghanistan verso l'appuntamento storico delle elezioni presidenziali, ha vinto con il 55 per cento dei voti. "Per me, l'interesse nazionale dell'Afghanistan è la cosa più importante", ha detto Qanooni in una conferenza stampa. "Se non accettassimo questo risultato il Paese scivolerebbe verso una crisi". Anche il leader della comunità hazara, Mohammed Mohaqeq, e Abdul Rashid Dostum, il signore della guerra uzbeko, hanno riconosciuto la vittoria di Karzai. La vittoria di Karzai è stata proclamata ieri dal portavoce dela commissione elettorale afgana, Sultan Baheen. La commissione, che ha operato sotto l'egida dell'Onu, ha quindi definitivamente escluso la possibilità di invalidare il voto per supposte irregolarità denunciate inizialmente proprio dai candidati sconfitti. Qanooni ha confermato comunque i suoi sospetti e ha ribadito che le elezioni sono state una "frode ben organizzata" in favore di Karzai. Tuttavia ha fatto le sue congratulazioni al neopresidente: "Aguro a Karzai ogni successo", ha detto Qanooni, che era stato ministro degli Interni e dell'Educazione dell'amminitrazione afgana ad interim.

Un veicolo carico di munizioni confiscate è esploso accidentalmente in un bazaar afgano, ferendo due persone e causando danni a 25 negozi. Il portavoce Onu Manoel de Almeida e Silva ha riferito oggi che l'esplosione è avvenuta domenica scorsa a Chagcharan, capitale della provincia centrale di Ghor, mentre il veicolo si stava dirigendo verso il luogo della demolizione. Le munizioni erano state confiscate secondo quanto previsto dal programma avviato dall'Onu nel Paese, che ha portato finora al disarmo di 22.000 ex miliziani afgani e alla consegna di 3.000 armi pesanti.

  • Il gruppo vicino ai talebani che minaccia di uccidere tre ostaggi stranieri, dipendenti delle Nazioni Unite, ha fatto sapere oggi di aver avviato colloqui con il governo afgano sulle richieste avanzate per il loro rilascio. Un portavoce del gruppo identificato con la sigla "Esercito dei musulmani", Syed Khaled, ha detto all'Ap che funzionari delle Nazioni Unite e del governo afgano lo hanno contattato nella tarda giornata di ieri chiedendo più tempo per negoziare la liberazione dei tre ostaggi. "Il governo ha dichiarato che potrebbero prendere in considerazione il rilascio di quei talebani detenuti nelle prigioni afgane e discutere dei prigionieri sotto custodia americana", ha detto Khaled in una conversazione telefonica con Ap. L'Esercito dei musulmani ha rivendicato il rapimento della nordirlandese Annetta Flanigan, del filippino Angelito Nayan e della kosovara Shqipe Habibi, chiedendo per il loro rilascio il ritiro dell'Onu dall'Afghanistan, il ritiro delle forze britanniche e il rilascio dei prigionieri afgani detenuti a Guantanamo e a Bagram. Oggi, il portavoce dell'Onu Manoel de Almeida e Silva ha ringraziato il governo per il suo impegno nella vicenda. Il portavove ha detto che le Nazioni Unite stanno "facendo tutto ciò che possono", senza fornire maggiori dettagli. De Almeida e Silva ha quindi ringraziato il Consiglio degli Ulema, per i suoi messaggi di sostegno, ma ha aggiunto di essere "sempre più preoccupato per Shqipe, Lito e Annetta". "La pressione psicologica deve essere tremenda, non sapendo cosa accadrà da un giorno all'altro. Noi chiediamo a coloro che li tengono in ostaggio di rilasciarli immediatamente senza fargli del male".

Carcere e Aids

  • Italiano, 30 anni, in un caso su due tossicodipendente. E' l'identikit del malato di Hiv, epatite B o epatite C recluso nelle carceri italiane, secondo un'indagine condotta dall'Istituto Superiore di Sanita' in otto istituti penitenziari. I detenuti sono pi? a rischio di contrarre un'infezione da Hiv, epatite B o C rispetto alla popolazione generale, perche' la tossicodipendenza e' il principale fattore di rischio per questo tipo di infezioni, commenta Gianni Rezza, direttore del Centro Operativo Aids dell'Iss e responsabile dell'indagine. I detenuti inoltre vedono aggravarsi il proprio stato di salute a causa della concomitanza di carcere e malattia. All'indagine hanno partecipato all'indagine 973 soggetti (sui 5.500 reclusi negli otto istituti analizzati), per la maggior parte nel Sud e in Sardegna, con una minore rappresentanza nel Centro e Nord Italia. I risultati mostrano che l'Hiv colpisce soprattutto i piu' giovani, quasi tutti italiani e con esperienza di carcere almeno una volta nella vita.

Sul campione esaminato 73 risultano sieropositivi: tra questi 7 donne e 66 uomini. Prevalgono quelli con un'eta' inferiore o uguale ai 35 anni (44), mentre i restanti 29 hanno piu' di 35 anni. Sul fronte dei comportamenti a rischio, al primo posto spicca la tossicodipendenza, che accomuna circa 50 detenuti. Tra gli altri, si contano 16 eterosessuali e solo 3 omosessuali 'non tossici'. Altro fattore di rischio e' rappresentato dai rapporti sessuali non protetti: se 42 detenuti hanno preso adeguate misure precauzionali, ben 31 hanno ammesso di aver avuto rapporti non protetti. Di media, inoltre, sono gia' stati in carcere quattro volte nella vita per una durata di circa due mesi e mezzo.

Leonka

Provincia, oggi presidio di An contro il premio al Leonka.

Con l’onorificenza al Leoncavallo sicuramente un obiettivo il presidente della Provincia, Filippo Penati l’ha ottenuto: far parlare per giorni e giorni del premio Isimbardi, un premio che fino all’anno scorso era noto solo agli addetti ai lavori. Le polemiche non si placano. Oggi sarà la volta di Azione giovani. I ragazzi di An faranno un presidio davanti alla Provincia per protestare contro il premio al Leonka. Anche il consigliere provinciale di Fi, Max Bruschi ha gridato allo scandalo: «In passato sono stato una vittima dei leoncavallini. Il premio è un oltraggio alla legalità». A difesa di via Watteau, Rifondazione comunista: ««Il centro sociale ha svolto e svolge un importante ruolo di valorizzazione».

SFRATTI - CAMERA APPROVA DL

La Camera ha approvato il decreto sull'emergenza sfratti per le persone in condizioni di particolare disagio economico e sociale. Il testo però dovrà tornare al Senato. L'Assemblea di Monbtecitorio, infatti, ha approvato un emendamento del centrosinistra che rimanda l'esecuzione degli sfratti dal prossimo 31 dicembre al 31 marzo 2005 per i circa 26 mila nuclei familiari che hanno ricevuto l'ingiunzione di abbandonare la propria casa. Del rinvio usufruiranno i nuclei familiari con persone anziane e portatrici di handicap, ma anche chi non ha un reddito sufficiente per potersi permettere un'altra casa. Con tutto cio' - si legge in un comunicato unitario del sindacato degli inquilini- il decreto rimane farraginoso, velleitario e inconcludente riguardo alla soluzione del problema per anziani e portatori di handicap, e produrra' un'ulteriore liberalizzazione e lievitazione degli affitti, che e' l'unica cosa di cui il mercato non ha bisogno. Quanto alle altre norme, compresi i vari regali alla proprieta' e alle sue associazioni, al 'saccheggio' del fondo sociale, all'emarginazione del ruolo dei Comuni, la strenua difesa della maggioranza ne ha impedito la giusta modifica e correzione.

==ROMA==

Rinviato sfratto a torpignattara

Questa mattina si e' svolto un presidio per rinviare uno sfratto a carico di una famiglia di immigrati nel quartiere di torpignattara. Sentiamo la CORRISPONDENZA con daniele dell coordinamento cittadino di lotta per la casa.

Grf 9:30

Iraq

Le Forze armate americane hanno intensificato in nottata la pressione su Falluja bombardando con aerei e carri armati presunte posizioni dei ribelli sunniti nelle zone est e nordovest della citta'. Lo hanno reso noto testimoni, secondo i quali e' stato il bombardamento piu' pesante sulla città da diverse settimane. Non vi sono per ora informazioni su eventuali vittime del raid notturno. In precedenti attacchi aerei di poche ore prima, una donna era rimasta ferita in modo grave e una ragazzina aveva perso una gamba, a quanto si era appreso da fonti ospedaliere. Nella notte, le forze americane e i guerriglieri iracheni hanno combattuto nella periferia sudorientale. L' esercito USA ha riferito che negli scontri sono rimasti uccisi due ribelli. Non ci sono notizie di vittime tra i soldati Usa.

Afghanistan

Due esplosioni avvenute la notte scorsa nella citta' orientale di Jalalabad hanno provocato danni alla sede dell'Unicef e a quella del Comitato svedese per l'Afghanistan, un'organizzazione umanitaria che opera nel settore della scuola. A riferirne e' stata oggi l'agenzia AIP, citando testimoni. L'altra esplosione e' avvenuta all'interno della sede dell'organizzazione umanitaria svedese. Personale dei servizi di sicurezza e dell'UNAMA, missione Onu in Afghanistan, ha trovato altro materiale esplosivo negli uffici dell'agenzia, probabilmente destinato a provocare una terza esplosione. Gli attacchi non sono stati al momento rivendicati ma si ritiene siano da attribuire a fedeli al regime Taleban.

Gr 13:00

Iraq

Le Forze armate americane hanno intensificato in nottata la pressione su Falluja bombardando con aerei e carri armati presunte posizioni dei ribelli sunniti nelle zone est e nordovest della citta'. Lo hanno reso noto testimoni, secondo i quali e' stato il bombardamento piu' pesante sulla città da diverse settimane. Sarebbero 5 le vittime del raid notturno. Nella notte, le forze americane e i guerriglieri iracheni hanno combattuto nella periferia sudorientale. L' esercito USA ha riferito che negli scontri sono rimasti uccisi due ribelli. Non ci sono notizie di vittime tra i soldati Usa.ù

A Iskandariyah un'autobomba ha causato la morte di almeno tre persone e il ferimento di altre 10, tra cui 4 iracheni della guardia nazionale, stando a quanto riferito da fonti ospedaliere. In città sono stati inviati recentemente circa 800 militari britannici, per rimpiazzare le forze Usa impegnate nell'offensiva contro la città ribelle sunnita di Fallujah.

Per MSF è diventato ormai impossibile garantire un livello di sicurezza accettabile per i propri operatori, sia internazionali sia iracheni, spiega Stefano Savi, Direttore generale della sezione italiana di Medici Senza Frontiere. MSF, afferma l'organizzazione, ha sempre aderito al suo principio d'indipendenza e non ha mai permesso a motivazioni politiche, militari o di altra natura d'interferire con l'obiettivo di assistere chi avesse bisogno urgente di assistenza medica. Oggi, in Iraq, le parti in conflitto hanno ripetutamente mostrato il loro disprezzo nei confronti dell'azione umanitaria indipendente. MSF era presente in Iraq dal dicembre 2002. Durante i primi bombardamenti di Baghdad un team di operatori internazionali era rimasto in città per lavorare nell'ospedale di Al Kindi. Poco dopo, MSF aveva allestito tre cliniche nel quartiere sciita di Sadr City. Da gennaio 2004, nelle tre cliniche, MSF ha effettuato più di 100.000 visite mediche. Durante quest'ultimo anno, MSF ha svolto missioni di valutazione nelle città più colpite dagli scontri - Fallujah, Najaf e Kerbala - fornendo supporto medico alle strutture sanitarie presenti. A Sadr City, l'organizzazione aveva anche avviato un servizio di ambulanza. Recentemente, MSF aveva iniziato a prendersi cura degli sfollati in fuga da Fallujah.

M.O.

Il Comitato centrale e il Comitato esecutivo di Al Fatah sono stati convocati in sedute urgenti oggi a Ramallah, secondo quanto hanno riferito fonti palestinesi. Le riunione, fuori programma, sono apparentemente state decise in seguito alle notizie sull' aggravarsi delle condizioni di salute del presidente palestinese Yasser Arafat, ricoverato in un ospedale di Parigi.

Afghanistan

Due esplosioni avvenute la notte scorsa nella citta' orientale di Jalalabad hanno provocato danni alla sede dell'Unicef e a quella del Comitato svedese per l'Afghanistan, un'organizzazione umanitaria che opera nel settore della scuola. A riferirne e' stata oggi l'agenzia AIP, citando testimoni. Personale dei servizi di sicurezza e dell'UNAMA, missione Onu in Afghanistan, ha trovato altro materiale esplosivo negli uffici dell'agenzia, probabilmente destinato a provocare una terza esplosione. Gli attacchi non sono stati al momento rivendicati ma si ritiene siano da attribuire a fedeli al regime Taleban.

gror041104 (last edited 2008-06-26 09:53:14 by anonymous)