GR ORE 19.30

Italia

Sciopero Fiat (audio)

Ha registrato adesioni molto elevate in tutti gli stabilimenti di Fiat Auto, di Powertrain e dell'indotto auto lo sciopero nazionale di quattro ore indetto per oggi da Fim, Fiom, Uilm e Fismic. E' quanto affermano, con una nota congiunta, le sigle sindacali che hanno proclamato l'agitazione. La giornata di lotta era stata proclamata dai rappresentanti dei metalmeccanici dopo l'incontro con l'amministratore delegato di Fiat Auto, Herbert Demel, svoltosi a Torino il 6 ottobre scorso. Un corteo, cui hanno partecipato oltre 5.000 lavoratori, ha percorso le vie del centro cittadino. Nel corso del comizio conclusivo hanno preso la parola i segretari generali dei sindacati metalmeccanici . Per Milano i sindacati parlano di forti adesioni sia all'Alfa di Arese che alla Magneti Marelli di Corbetta. A Bologna, adesioni al 90% nello stabilimento della Magneti Marelli (ex Weber). In Toscana assemblee con scioperi da due a quattro ore e "adesioni altissime" nelle aziende dell'indotto site nelle province di Firenze e Livorno. Mentre in Campania ha superato il 60% l'adesione allo sciopero nello stabilimento Fiat Auto di Pomigliano, raggiungendo punte superiori al 90% alla Marelli Sistemi Sospensioni, alla Selca di Pomigliano, alla Trw di Caivano e alla Ergom, tutte in provincia di Napoli. In Sicilia si sono fermati gli impianti a Termini Imprese (Palermo), dove l'astensione dal lavoro ha superato il 90% nello stabilimento Fiat e raggiunto il 100% nell'indotto (Lear Corporation, Automotive System, Bienne Sud). In tutti i siti coinvolti dallo sciopero si sono svolte manifestazioni dei lavoratori fuori dagli stabilimenti. Non hanno partecipato alla giornata di lotta i lavoratori degli stabilimenti Fiat Auto di Cassino (Frosinone) e Sata di Melfi (Potenza) posti, in questi giorni, in Cassa integrazione. Arese manifesterà ancora il 12 novembre nel centro di milano

Cooperative sociali (audio)

Manifestazione oggi al campidoglio dei lavoratori e delle lavoratrici delle cooperative sociali

Barilla (audio)

Uno sciopero di otto ore nello stabilimento Barilla di Pedrignano in provincia di Parma e quello di Foggia è stato indetto per oggi dai sindacati confederali di categoria. La protesta, che riguarda i circa 1500 dipendenti dello stabilimento, ha l'obiettivo, secondo Antonio Mattioli, della Flai Cgil di Parma di "far ritirare all'azienda il piano di chiusure e tagli presentato il 29 ottobre e di costringerla al consolidamento ed al rilancio produttivo". Antonio Mattioli

Peroni

Una trentina circa di lavoratori dello stabilimento della Birra Peroni di Miano, quartiere di Napoli, stanno manifestando davanti all'Accademia Aeronautica di Pozzuoli dove tra poco inizierà la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno di studi. Gli operai della Peroni hanno esposto cartelli con la scritta "Salviamo il made in Italy". Chiedono di poter incontrare il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, oggi a Pozzuoli per la cerimonia all'Accademia. Sono 155 i posti di lavoro a rischio. Infatti, l'azienda, di proprietà sudafricana sebbene il marchio sia ancora italiano, ha già messo in atto le procedure per liquidare la società.

Manifestazione del sei (audio su treni da milano e palermo)

Stanno già partendo i primi treni per raggiungere roma in vista della manifestazione nazionale di domani contro la precarietà. A milano, dove ieri il questore aveva fatto sapere che non avrebbe ammesso viaggiatori senza biglietto, si parte questa sera alle nove. A Palermo, il primo treno è partito alle sette, l'altro partirà alle otto e trenta. Le altre città si muoveranno in prevalenza domani in mattinata, per essere puntuali in piazza alle 14.30

Studenti a Milano

Alcune migliaia di studenti-esse hanno manifestato questa mattina a Milano contro la riforma Moratti, la guerra e la precarietà. Il corteo è stato organizzato dal coordinamento dei collettivi studenteschi. Durante la manifestazione sono state effettuate azioni di disturbo e di denuncia contro banche amate, di agenzie di lavoro interinale e negozi MC donald’s,bersagliati con il lancio di uova e di vernice Sentiamo le voci dal corteo

Acerra

Una catena umana da Acerra (Napoli), fino a Casalnuovo, per protestare contro la realizzazione del termovalorizzatore, e' stata annunciata dal comitato di lotta contro l'inceneritore. E' ancora tempo di far sentire la nostra voce ai signori del governo nazionale,della Regione e della Provincia, contro l'inceneritore, hanno sostenuto i componenti dei comitati di Acerra e Casalnuovo. I cittadini si sono dati appuntamento in piazza Castello, ad Acerra, e tenendosi per mano, arriveranno fino a piazza Municipio a Casalnuovo, formando un unico serpentone umano per protestare contro la realizzazione dell'inceneritore. Parteciperemo con i nostri bambini - hanno spiegato dal presidio di lotta - con palloncini e bandierine colorate. Ci terremo per mano fino a formare un'unica catena che arrivera' a Casalnuovo. Con noi ci saranno anche i componenti di comitati analoghi nati nei paesi limitrofi per appoggiare la nostra lotta. Dobbiamo dire basta alla diossina - hanno concluso - e urlare la nostra voglia di democrazia, che ad Acerra e' stata calpestata insieme ai nostri diritti. Continueremo la nostra battaglia, fin quando le istituzioni non fermeranno i lavori per la realizzazione dell'ecomostro. La manifestazione era stata programmata per il 24 ottobre scorso, ma era poi stata spostata, per consentire ai cittadini di partecipare ad un dibattito sull'ambiente previsto a Pomigliano d'Arco.

Esteri

Palestina

Sono 150mila i fedeli musulmani che hanno affollato oggi la Spianata delle Moschee a Gerusalemme per la preghiera del quarto venerdì di Ramadan, secondo quanto ha reso noto l'agenzia stampa israeliana Itim. Le forze israeliane hanno rafforzato le misure di sicurezza attorno al luogo sacro islamico nel timore di disordini mentre permane l'incertezza sul grave stato di salute del leader palestinese Yasser Arafat. I Territori sono stati chiusi ed è stato vietato l'ingresso in Israele agli uomini sotto ai 50 anni e alle donne sotto i 35

Yasser e' stato avvelenato. L'ipotesi circolata fin dal ricovero del leader palestinese Arafat rimbalza sulle colonne del Messaggero dal sito internet 'nessuno informa', con un'intervista a Ali Rashid, primo segretario della delegazione generale palestinese in Italia. Le ipotesi erano tre sin dall'inizio - dice Rashid - Poteva trattarsi di leucemia, di una febbre talmente grave da causare una forte diminuzione delle piastrine nel sangue oppure avvelenamento. Nel momento in cui i medici hanno escluso che vi siano cause naturali che abbiano portato alle attuali condizioni di salute Arafat, non rimane altro da pensare che si tratti, appunto, di avvelenamento. Qualcuno ha agito di proposito per porre fine alla vita del leader palestinese?. Personalmente - aggiunge Rashid - ho sempre privilegiato l'ipotesi di un attentato alla salute di Arafat. Del resto mi sembra assurdo che una leucemia possa apparire con tanta velocita.

Due ragazzini palestinesi sono rimasti uccisi stamane da una violenta esplosione avvenuta nel campo profughi di Khan Younis, nella Striscia di Gaza. Secondo i palestinesi, due cuginetti di 8 e 10 anni, si trovavano in casa, quando la loro abitazione e' stata investita dall'esplosione di un proiettile di blindato. Il portavoce dell'esercito ha pero' negato categoricamente che in quel momento ci fossero operazioni militari nella zona. Nelle ultime ventiquattr'ore, e' dunque salito a cinque il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza, dove ieri i soldati israeliani avevano ucciso tre residenti del capo profughi di El Bureij. Nella notte due militari israeliani impegnati sulla Strada di Philadelphia, alla frontiera di Gaza con la penisola egiziana del Sinai, sono rimasti feriti da un missile anti-carro lanciato dalla resistenza. In Cisgiordania, invece, l'esercito nel corso di una delle consuete retate notturne ha arrestato 8 uomini, ritenuti miliziani di Hamas e al-Fatah, che erano ricercati dagli organismi di sicurezza. A causa della confusione regnante sulle effettive condizioni del presidente Yasser Arafat, intanto, le autorita' militari israeliani hanno limitato oggi, che e' il quarto venerdi' del mese di Ramadan, l'ingresso nelle moschee di Gerusalemme e al territorio israeliano ai minori di 50 anni. Intanto il premier Ariel Sharon ha proibito ai suoi ministri di fare commenti sullo stato di Arafat e su chi sara' il suo successore.

Iraq

l segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha messo in guardia Usa, Bran Bretagna e lo stesso governo iracheno dai rischi di un'attacco finale su Falluja, roccaforte della guerriglia sunnita a nordovest di Baghdad. In tre distinti messaggi inviati la settimana scorsa al presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, al premier britannico Tony Blair e a Iyad Allawi, primo ministro iracheno, Annan -secondo quanto riferito da fonti del Palazzo di Vetro- ha espresso il timore che un assalto su Falluja possa ulteriormente esporre a pericoli la popolazione civile e compromettere le elezioni di gennaio. Su Falluja da giorni si intensificano i bombardamenti Usa che non sono mai cessati da agosto, causando un numero imprecidsato di vittime. Secondo alcune stime, potrebbero essere almeno sedicimila i morti nella sola città. Di certo c'è il dimjezzamento della popolazione, passata da trecentomila abitantia a meno di centocinquantamila. Molti infatti sono fuggiti per timore dei bombardamenti, che quotidianamente causano vittime tra i civili.

Secondo l'ICS Falluja contava circa 65.000 famiglie prima dell' inizio dell' assedio dello scorso aprile. Ogni famiglia e' composta in media da circa 7 persone. Oggi, nella citta' sono 1.000 le famiglie rimaste. Circa 28.000 nuclei familiari hanno trovato riparo nelle aree limitrofe (in un raggio di 20 Km) mentre molte altre si sono trasferite nel governatorato di Al Anbar e altre ancora hanno mosso verso le periferie di Baghdad. Eclatante e drammatico il caso di un villaggio a 20 Km da Falluja, Amiriya: se durante il monitoraggio degli operatori di Ics il 26 ottobre risultavano sfollate circa 150 famiglie di Falluja, solo una settimana dopo, il 2 novembre, le famiglie registrate come sfollate sono salite a 17.000. Gravissime le conseguenze sul piano umanitario: scarseggia sempre piu' l' approvvigionamento di acqua potabile, farraginose e controverse le procedure messe in campo dal governo provvisorio iracheno per quanto riguarda la distribuzione di generi alimentari. E l'inverno e' ormai prossimo mentre mancano generi di conforto per fronteggiare il freddo. La ong italiana ha proceduto la scorsa settimana ad una prima distribuzione di cibo, materassi, coperte e kit igienici per 1.650 famiglie, tutte ancora residenti nel centro della citta'. La prossima settimana, invece, e' prevista una nuova massiccia distribuzione destinata a piu' di 3.000 famiglie ormai sfollate nell'area attorno a Falluja. La maggior parte delle famiglie di sfollati, con migliaia di bambini e anziani, ha trovato riparo nelle scuole, in edifici pubblici e nelle moschee mentre circa il 30% del totale degli sfollati e' riuscito a trasferirsi presso famiglie di conoscenti o parenti. Migliaia di fantasmi civili innocenti - denuncia l' organizzazione - stanno pagando un prezzo altissimo senza che vi sia una vera presa di coscienza di cio' che sta avvenendo sul campo.

Allawi

Il premier iracheno Iyad Allawi ha incassato oggi a Bruxelles il sostegno politico di un Vertice Ue, che pero' ha scarsi risvolti pratici ed e' stato accompagnato da un paio di attriti diplomatici che attestano come soprattutto in Francia siano ancora vive le tensioni innescate dalla guerra a guida americana in Iraq. Al quartier generale della Nato, sempre a Bruxelles, Allawi ha inoltre ottenuto l'assicurazione che la Nato sta per varare il piano operativo della missione di addestramento di ufficiali delle forze di sicurezza e del rinascente esercito iracheno. Forte sostegno al processo politico in corso in Iraq e al governo provvisorio e' stato messo nero su bianco dai capi di stato e di governo al termine di un summit in cui Allawi e' stato ospite d'onore e centro dell'attenzione. I premier hanno voluto anche ribadire la centralita' delle elezioni, definendole un passo importante nella ricostruzione del Paese affidato finora - come si fa notare in ambienti Ue - ad un esecutivo senza piena legittimita' democratica. Al Vertice, parte un pacchetto di altri 30 milioni di euro per le elezioni, e' passata pero' solo una versione ridotta di un piano di sostegno europeo alla formazione di agenti di polizia, giudici e funzionari iracheni fuori dal Paese (ad esempio in Giordania). A frenare su un impegno maggiore, secondo alcune fonti, sarebbero state Francia, Germania, Spagna e Belgio. Segno di tensione soprattutto con la Francia e' stato visto soprattutto la partenza anticipata dal Vertice del presidente francese Jacques Chirac, ufficialmente per rendere omaggio al defunto presidente degli Emirati Arabi Uniti. Una serie di commenti diplomaticamente duri hanno costretto Allawi a ritrattare una frase pronunciata ieri a Roma e che in sostanza bollava come meri spettatori Paesi come Francia, Germania e da ultimo anche Spagna che non hanno soldati in Iraq.

Guantanamo

Detenuti lasciati in ginocchio fino a riempirsi di lividi, tosati come moicani, con una cresta in mezzo alla testa e umiliati durante interrogatori eseguiti da donne soldato che gli passano le mani fra i capelli e si siedono sulle loro ginocchia. Sono alcuni dei particolari su otto casi di abusi perpetrati nella prigione di Guantanamo rivelati dal governo americano che ha risposto con un testo di 800 parole a una richiesta dell'Associated Press. Verso i responsabili degli abusi, stando al testo, sarebbero stati presi provvedimenti disciplinari. Le accuse di maltrattamenti nel carcere di Guantanamo, dove sono detenuti 500 sospetti terroristi, stanno venendo sempre più a galla dopo lo scandalo della prigione americana in Iraq di Abu Ghraib. A Guantanamo ci sono solo quattro prigionieri sui quali gravano accuse formali, mentre la quasi totalità sono detenuti senza formali capi d'accusa e senza possibilità di avvalersi di un avvocato. Ci sono già stati 34 tentati suicidi tra i detenuti, 9 solo da gennaio

Cile

L'esercito cileno, attraverso il suo comandante in capo, generale Juan Emilio Cheyre, si e' fatto carico oggi per la prima volta della responsabilita' istituzionale per le violazioni dei diritti umani avvenute durante la dittatura di Augusto Pinochet, affermando che esse non hanno mai giustificazione etica. In un testo inviato al quotidiano 'La tercera', Cheyre ha preso fra l'altro le distanze dal suo predecessore, Ricardo Izurieta, sostenendo che l'esercito del Cile ha preso la dura, pero' irreversibile decisione, di assumersi le responsabilita' che come istituzione le spettano per tutti i fatti punibili e moralmente inaccettabili del passato. Con il documento da lui firmato, il generale Cheyre abbandona la tesi seguita dai suoi predecessori, per i quali le violazioni dei diritti umani andavano caratterizzate come eccessi da parte di singoli ufficiali e non riguardavano l'istituzione in quanto tale. Ancora nel novembre 2003 Pinochet aveva sostenuto che in tutte le lotte politiche, in tutte le parti del mondo, vi sono eccessi e gente che non si controlla, per cui e' possibile che sotto la mia gestione vi siano stati eccessi. La storica posizione del comandante dell'esercito avviene una settimana prima della pubblicazione da parte del governo di un rapporto preparato da una commissione presieduta da Lagos che ha provato fra 28 e 30.000 casi di tortura, soprattutto nei primi tre anni dopo il golpe militare dell'11 settembre 1973.

Guatemala

I resti di 14 bambini e di due donne, che si ritiene siano stati uccisi dall'esercito guatemalteco durante la guerra civile, sono stati rinvenuti in una fossa comune nel nord del Paese centroamericano. Lo hanno riferito fonti dell'Associazione dei familiari delle vittime della guerra civile. Secondo esperti forensi, i resti rinvenuti nella fossa comune sarebbero quelli di donne e bambini indigeni massacrati dai militari nel marzo del 1982. La guerra civile ha insanguinato il Guatemala dal 1960 al 1996 causando oltre 200 mila vittime, in maggioranza civili. L'Associazione che riunisce i familiari delle vittime ha chiesto al governo di aprire un'inchiesta per scoprire i responsabili del massacro.

Unione europea

Le regole su asilo e immigrazione nell'Ue saranno progressivamente uniformate entro il 2010, e le decisioni in questo campo saranno prese a maggioranza, mentre l'Agenzia sul controllo delle frontiere entrerà in vigore nel maggio del 2005. Sono questi i punti principali del 'programma dell'Aia', il piano multiannuale per approfondire la cooperazione europea su Giustzia, immigrazione e terrorismo, adottato oggi dai Venticinque nel vertice europeo. I punti più delicati della dichiarazione, che per essere concretizzata richiederà nuove decisioni dei governi Ue, erano la data limite per un 'Sistema comune di asilo' nell'Unione e la fine del diritto di veto su asilo e immigrazione. Germania, Danimarca e Gran Bretagna si opponevano, ritenendola troppo irrealistica, alla scadenza del 2010, ma alla fine hanno ceduto. Ora però, anche se una data è stata fissata, saranno necessarie revisioni intermedie e l'obiettivo resta ancora lontano. L'altra questione spinosa era quella dei veti nazionali: nella dichiarazione adottata oggi i Venticinque hanno accettato che le decisioni su asilo e immigrazione passeranno progressivamente dall'unanimità alla maggioranza qualificata, in codecisione col Parlamento europeo: in pratica, cadrà il diritto di veto dei singoli governi. Unica eccezione, le regole sull'immigrazione legale, che resteranno all'unanimità fino all'entrata in vigore della nuova costituzione, come voluto dalla Germania. Inoltre, i leader Ue hanno ribadito il loro impegno comune contro il terrorismo: in vista dell'adozione di una 'strategia di lungo termine' contro il reclutamento prevista "entro la fine del 2005", i Venticinque hanno messo l'accento su scambio di informazioni e finanziamento. Dovranno essere messe in comune , "quando appropriato", le informazioni disponibili, "attraverso l'accesso reciproco o l'interoperatività delle bache dati nazionali, o l'accesso diretto online".

Protocollo kyoto

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato oggi la legge di ratifica del protocollo di Kyoto, l'accordo internazionale che mira a contrastare il riscaldamento globale del pianeta. Lo ha annunciato il Cremlino. Il Cremlino trasmettera' quanto prima la ratifica russa alle Nazioni Unite, depositarie del trattato, finora sottoscritto da 126 Paesi. La ratifica russa, che rende il trattato vincolante a livello internazionale, diventera' effettiva dopo tre mesi, tenendo conto dei 90 giorni di tempo necessari per la registrazione dell'atto. La legge di ratifica era stata approvata a ottobre dalle due camere del parlamento russo. Il protocollo di Kyoto e' un accordo internazionale concluso nel 1997 nella omonima citta' giapponese e si propone di ridurre le emissioni dei gas considerati responsabili del cosiddetto effetto serra. Dopo che gli Stati Uniti nel marzo 2001 respinsero l'accordo, la sorte del protocollo di Kyoto dipendeva dalla decisione della Russia.

GR ORE 13,00

ARAFAT/ FONTI PALESTINESI: INIZIATI PREPARATIVI PER FUNERALI

L'Autorità palestinese ha avviato i preparativi per i funerali del presidente Yasser Arafat, ricoverato in fin di vita all'ospedale militare Percy, in Francia. Lo hanno confermato fonti dell'Anp citate dall'edizione online del Jerusalem Post. Arafat dovrebbe essere inumato nella Striscia di Gaza, soluzione questa che trova il consenso anche di Israele. Lo Stato ebraico si oppone, invece, alla sepultura a Gerusalemme, come richiesto espressamente dal presidente palestinese. Le fonti citate dal giornale hanno ricordato inoltre che Giordania ed Egitto (secondo alcuni biografi Arafat sarebbe nato al Cairo) si sono offerti di ospitare la salma del leader palestinese. Le stesse fonti hanno smentito, invece, la notizia che Arafat avrebbe chiesto di essere inumato al Monte del Tempio di Gerusalemme.

IRAQ/ INTENSIFICATI ATTACCHI USA A FALLUJAH

Le forze americane hanno intensificato nelle ultime ore gli attacchi contro la città sunnita di Fallujah, a ovest di Baghdad, nel tentativo di fiaccare la resistenza dei miliziani per l'assalto finale. Gli attacchi aerei sono proseguiti fino alle prime ore di questa mattina contro diversi obiettivi nelle zone sudorientale e nordorientale della città, stando a quanto riferito dal caporale americano Nathan Braden, della Prima divisione del marine. Colpito un sistema di barriere su cui erano disposti ordigni esplosivi, una postazione di comando, presunte postazioni di fuoco e depositi di armi. Sempre nella giornata di oggi, almeno tre marines sono morti in differenti attacchi da parte della guerriglia.

BARILLA: MATERA; SENATORI AL GOVERNO, RISTRUTTURAZIONE EQUA

Equa ripartizione del concorso all' ammodernamento del 'sistema Barilla' e tavolo nazionale finalizzato ad una ponderata valutazione dei progetti che la Barilla intende proporre e delle loro ricadute in termini occupazionali e di sviluppo nelle aree del Mezzogiorno. Sono le due richieste che sette senatori di entrambi di schieramentihanno fatto al Governo in un' interrogazione, rivolta in particolare al Presidente del Consiglio e ai Ministri delle Attivita' produttive e del Lavoro. I sette senatori hanno definito lo stabilimento di Matera della Barilla - che l' azienda vuole chiudere a partire dal 2006 - un presidio fondamentale per il settore cerealicolo e per l' occupazione.

FIAT: OGGI SCIOPERO NAZIONALE DI 4 ORE

Il piano presentato da Fiat auto non convince i sindacati che oggi hanno indetto uno sciopero nazionale di quattro ore negli stabilimenti italiani Fiat e dell'indotto. Allo stabilimento torinese di Mirafiori si sta svolgendo una manifestazione a cui partecipano i segretari generale dei sindacati dei metalmeccanici. Un corteo di lavoratori e' uscito dalla carrozzeria e si e' diretto alla Powertrain (ex meccaniche) dove i sindacati chiedono che venga costruito un nuovo motore per dare prospettive al polo torinese. Nettamente differenziati i dati sulle adesioni allo sciopero. Secondo i sindacati si sono fermati una media del 80% dei dipendenti di Mirafiori.

PERONI/ SIT-IN LAVORATORI DAVANTI AD ACCADEMIA POZZUOLI

Una trentina circa di lavoratori dello stabilimento della Birra Peroni di Miano, quartiere di Napoli, stanno manifestando davanti all'Accademia Aeronautica di Pozzuoli dove tra poco inizierà la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno di studi. Gli operai della Peroni hanno esposto cartelli con la scritta "Salviamo il made in Italy". Chiedono di poter incontrare il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, oggi a Pozzuoli per la cerimonia all'Accademia. Sono 155 i posti di lavoro a rischio. Infatti, l'azienda, di proprietà sudafricana sebbene il marchio sia ancora italiano, ha già messo in atto le procedure per liquidare la società.

GB: INATTESO CALO PRODUZIONE INDUSTRIALE A SETTEMBRE

In Gran Bretagna la produzione industriale ha registrato a settembre una flessione dello 0,4% mensile e dello 0,9% annua, la variazione inferiore da maggio 2003. L'Ufficio per le Statistiche Nazionali comunica inoltre che la produzione manifatturiera ha segnato un lieve aumento dello 0,1% rispetto ad agosto e dello 0,3% rispetto a settembre 2003. Gli economisti prevedevano dei dati migliori, cioe' per la produzione industriale una crescita mensile dello 0,3% e un dato invariato a livello annuo; per la produzione manifatturiera un rialzo dello 0,3% mensile e un aumento dello 0,4% annuo