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G.R. 9,30

PALESTINA

RAMALLAH -Due palestinesi uccisi questa mattina a Ramallah, in Cisgiordania, in uno scontro a fuoco con l'esercito israeliano a seguito dell'irruzione di soldati nel villaggio di Karawat Beni Zeit, a nord di Ramallah, L'esercito non ha rivelato l'identità degli uccisi. I residenti locali hanno confermato l'irruzione dei militari nel villaggio, avvenuta con l'ausilio di 20 mezzi

GAZA- Tre militari israeliani sono rimasti feriti (uno in modo molto grave) in seguito a una esplosione avvenuta sotto alla jeep su cui viaggiavano nei pressi della colonia di Morag, a sud di Gaza. Sempre a GAZA una decina di tank, bulldozer e mezzi corazzati, spalleggiati da elicotteri israeliani, sono entrati prima dell'alba nella città di Gaza. Prima di ritirarsi dopo un'ora, hanno arrestato quattro palestinesi e ne hanno ferito un'altro in uno scontro a fuoco. Elicotteri hanno sparato due missili contro un obiettivo in città e si è sentita una forte esplosione. Secondo la sicurezza palestinese, il raid israeliano è scattato sulla base dell'informazione che militanti di Hamas intendevano lanciare colpi di mortaio contro l'insediamento di Netzarim.

IRAQ

Un marine americano è stato ucciso nella provincia occidentale irachena di Al Anbar, secondo quanto ha reso noto un comunicato dell'esercito degli Stati Uniti. Un soldato della prima forza di spedizione dei Marines è stato ucciso mentre partecipava a delle operazioni di sicurezza e stabilizzazione nella provincia di Al anbar, recita il comunicato.

CINA

In due diversi incidenti, sono esplose in Cina due fabbriche di petardi. Nella prima sono morte 25 persone, con nove feriti. Nella seconda si è avuto soltanto un morto e un ferito. Lo riferisce l'agenzia ufficiale Xinhua. Nella fabbrica Xiangliu, nello Shanxi (nord), si è avuto ieri l'incidente più grave. Le vittime sono quasi tutte giovani ragazze. Il proprietario della fabbrica è fuggito. Nel secondo incidente, avvenuto ieri a Zandian, nella provincia di Anhui, è morto un uomo ed è rimasta ferita la moglie mentre fabbricavano in casa petardi. L'industria dei fuochi artificiali in Cina subisce ogni anno centinaia di vittime a causa di incendi ed esplosioni. Gli incidenti aumentano in gennaio e febbraio, quando cresce la richiesta di petardi e fuochi d'artificio in occasione del Nuovo Anno Lunare, che cade in questi due mesi.

INDONESIA

L'Indonesia intende chiedere il ritiro delle forze militari e delle organizzazioni umanitarie straniere impegnate nelle operazioni di soccorso nel nord dell'isola di Sumatra, al massimo entro tre mesi: lo ha detto a Giakarta il segretario di Stato Sudi Silalahi al termine di una seduta straordinaria del governo. Noi siamo molto grati della solidarieta' ottenuta dalla comunita' internazionale - ha spiegato Silalahi - ma il governo e' deciso a completare con le proprie forze le operazioni di soccorso. Il ministro della Difesa Juwono Sudarsono, ha aggiunto che e' giunto il momento per l'Indonesia di accelerare i propri sforzi nella zona di Banda Aceh. A questo scopo nella zona disastrata saranno dislocati tre nuovi battaglioni dell'esercito, 1.000 cadetti dell'accademia militare ed un reparto mobile della polizia, quest'ultimo appena giunto a Banda Aceh. La decisione del governo giunge a poche ore dall'annuncio da parte del comandante del'esercito di voler introdurre un permesso speciale di due settimane per tutti gli operatori umanitari stranieri (che sono ormai alcune migliaia) che stanno operando nella zona di Banda Aceh: Lo facciamo solo per garantire la loro sicurezza, ha spiegato il generale Endriartono Sutarto, che ha segnalato il pericolo di azioni dimostrative contro gli operatori internazionali da parte dei ribelli indipendentisti del Movimento per Aceh libera (Gam) che dal 1976 combattono nel distretto del nord contro l'esercito regolare. Ed è la presenza di questa guerriglia separatista e la volontà di reprimerla utilizzando l'emergenza tsunami il motivo della richiesta dell'esercito indonesiano.

VENEZUELA Il presidente Hugo Chávez ha firmato il decreto attuativo della ‘Ley de Tierras’, promulgata tra le proteste dell’opposizione nel dicembre 2001, per accelerare la cosiddetta ‘lotta al latifondo’ e favorire la redistribuzione delle terre ritenute improduttive tra i ‘campesinos’ meno abbienti. “Questo decreto fa onore alle lotte contadine, agli uomini liberi e al diritto alla terra” ha detto Chávez, aggiungendo: “In Venezuela ci sono molte persone che si definiscono proprietari (‘dueños’) di terre che sono invece dello Stato; è necessario verificare i titoli di proprietà e il numero di latifondi per poi procedere eventualmente alle espropriazioni. L’applicazione della ‘Ley de Tierras’, secondo il capo dello Stato, mira a rilanciare lo sviluppo agricolo del Paese, quinto esportatore mondiale di greggio, e “porre fine alla dipendenza alimentare del Venezuela, costretto oggi a importare l’80% degli alimenti che consuma”. Critiche si sono levate dal presidente del sindacato degli imprenditori agricoli ‘Fedenaga’ José Luis Betancourt: “Se si vuole eliminare la proprietà privata si andrà incontro alla perdita della pace sociale”. Fin dall’inizio del suo mandato, nel febbraio 1999, Chávez ha avviato una vera e propria offensiva contro i latifondi, ostacolata dai settori economici privati e dall’opposizione politica: l’approvazione, per decreto presidenziale, della ‘Ley de Tierras’ diede origine alla fine del 2001 al primo di una serie di agitazioni sociali promosse dalla ‘Fedecamaras’, la ‘Confindustria venezuelana’, sfociate nell’aprile 2002 in un fallito colpo di Stato contro il presidente.

ITALIA Cinque persone sono state raggiunte questa mattina a Lecce e provincia da altrettante ordinanze di custodia cautelare con l'accusa di aver costituito, tra di loro e in concorso con altri non identificati, una organizzazione che a scopo di lucro, si occupava dell'ingresso e della permanenza in territorio italiano di cittadini extracomunitari sudamericani costretto alcuni cittadini brasiliani a venire in Italia con la promessa di un lavoro sicuro e ben retribuito ma una volta nel nostro paese sono stati destinati a lavori in nero presso imprenditori consapevoli di impiegare clandestini.