GR 19.30

USA

libero dopo 44 anni il cronista delle carceri Afroamericano, 62 anni, Rideau ha lasciato sabato il carcere dopo 44 anni trascorsi dietro le sbarre. La sua è una vicenda esemplare, non solo perché ha impiegato il lungo tempo trascorso in prigione per imporsi come giornalista apprezzato per cronache e documentari sulla vita carceraria, che gli sono valsi anche una nomination all'Oscar, ma perché la sua controversa vicenda giudiziaria ha appassionato gli Stati Uniti. Rideau è stato processato ben quattro volte per una rapina compiuta nella Louisiana quando aveva appena 19 anni e finita in tragedia. L'imputato ha sempre ammesso di aver ucciso con una pugnalata una cassiera della banca, ma ha sempre negato che le cose fossero andate come ricostruito in tre processi davanti a tre diversi tribunali nel '61, nel '64 e nel '70. Tutti finiti con condanne all'ergastolo. Sentenze mai passate in giudicato grazie ai ricorsi presentati da Rideau che è riuscito ogni volta a dimostrare come i processi a suo carico fossero stati celebrati in maniera scorretta e spesso distorti da pregiudizi razziali. L'ultima condanna, ad esempio, era stata cancellata nel 2000 in quanto il tribunale aveva estromesso dalla corte tutti i giurati neri. L'ultimo verdetto invece, emesso sabato sera da una giuria mista del tribunale di Lake Charles, ha derubricato il delitto da omicidio premeditato a omicidio preterintenzionale, riducendo di conseguenza la pena a 21 anni di carcere, già ampiamente scontati. La storia di Rideau, nella sudista Louisiana, ha creato forti tensioni razziali e anche la sua scarcerazione non è stata accolta bene da molte persone. E' per questo che Rideau, prima ancora che inventarsi una nuova vita da intellettuale, dovrà pensare soprattutto a evitare possibili rappresaglie da parte di chi non si è rassegnato a vederlo di nuovo a piede libero. "La prima cosa che ho fatto lasciando il carcere - ha commentato non senza ironia - è stato andare a comprare un paio di occhiali scuri, ma ora dovrò rimediare anche un cappelletto da baseball".

IRAQ

Washington. Il presidente americano George Bush non esclude l'ipotesi di un'azione militare nei confronti dell'Iran. Spero di poter risolvere le cose attraverso la diplomazia ma non intendo escludere alcuna opzione, ha risposto, nel corso di un'intervista alla NBC, alla domanda se avrebbe escluso la possibilita' di un'azione militare nel caso in cui Teheran avesse continuato a tirarla per le lunghe sul proprio programma nucleare. Poche ore prima, il Pentagono aveva definito frutto di invenzioni la notizia diffusa dal 'New Yorker' secondo cui militari americani starebbero effettuando gia' da alcuni mesi missioni segrete in Iran per individuare i bersagli di un possibile attacco. NASSIRIYA: ARRIVANO I PRIMI PREDATOR ITALIANI Il programma Predator, partito nel 2001, prevede una componente velivoli, una stazione di controllo a terra, l'assistenza tecnica iniziale e i corsi di addestramento basico per il personale navigante, gli operatori di sistema e i tecnici della manutenzione. Nello scorso anno personale militare ha preso parte a un programma di addestramento specifico negli Stati Uniti. L'entrata in servizio in Italia di aeromobili a pilotaggio remoto ha messo in luce l'esigenza di una nuova normativa per l'utilizzo di questo tipo di velivoli. La legge che disciplina l'impiego degli Uav, predisposta dai tecnici dei ministeri della Difesa e dei Trasporti, e' la n. 178 del 14 luglio 2004, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 21 luglio successivo. Il documento tecnico- operativo, attuativo della legge, e' stato sottoscritto dall'Aeronautica militare e dall'Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile), in collaborazione con la Direzione generale armamenti aeronautici e l'Enav (Ente nazionale assistenza al volo) lo scorso mese di dicembre. Baghdad. L'Iraq chiudera' le frontiere per tre giorni intorno alla data del voto, il prossimo 30 gennaio, nel tentativo di rafforzare la sicurezza nel paese. Ad annunciarlo sono stati funzionari elettorali locali, specificando che tra le altre misure adottate per tutelare gli elettori vi sara' un'estensione del coprifuoco notturno e limitazioni nei movimenti all'interno del paese

LIBERAZIONE ARCIVESCOVO: PARLA MONSIGNOR CASMOUSSA

PALESTINA

Il presidente palestinese Abu Mazen ha ordinato alle forze di sicurezza di intensificare gli interventi per prevenire gli attentati contro obiettivi israeliani. Nella Striscia di Gaza, in particolare, sarà formata un'unità speciale di intervento composta da 700 uomini. La nuova forza avrà il compito di fermare il lancio di razzi Kassam contro la città di Sderot e i colpi di mortaio contro la colonia di Gush Katif. Intanto centinaia di abitanti della citta' israeliana di Sderot hanno preso parte ad una marcia di protesta vicino alla Striscia di Gaza, in direzione della citta' di Beit Hanoun, da dove partono gli attacchi con razzi. Le Brigate dei Martiri di Al Aqsa diventeranno parte dell'Autorita' palestinese. A formulare apertamente il piano, in un'intervista alla Radio Voce della Palestina, e' stato oggi Abu Mazen. I membri delle Brigate dovrebbero in futuro essere integrati nell'Autorita', protetti e non perseguiti o minacciati di morte, ha affermato, alludendo alle azioni israeliane. Siamo preoccupati per le loro vite e vogliamo che vivano dignitosamente e in sicurezza, ha aggiunto

ISRAELE: la cittadina ebrea israeliana Tali Fahima, ancora in stato di detenzione amministrativa

Ricordiamo che dal 9 Agosto Tali Fahima è incarcerata senza accuse formali e senza condanna. Secondo i suoi difensori è il primo caso di detenzione amministrativa di una cittadina ebrea israeliana. Un tempo elettrice del Likud -il partito di Sharon - e fervente nazionalista, Tali Fahima ha cambiato le sue posizioni dopo aver conosciuto il lavoro di Arna una donna israeliana pacifista, su un progetto educativo per i bambini di Jenin attraverso il teatro, durante la prima Intifadah. Malgrado il divieto, lo scorso anno Tali Fahima si è recata a Jenin. Mentre stava lavorando nei progetti educativi del campo profughi, Tali Fahima è stata arrestata una prima volta in marzo a causa di sue dichiarazioni, rilasciate alla stampa, contro la prassi delle esecuzioni mirate ed extraterritoriali, costantemente applicata dall'esercito israeliano. Dopo essere stata rilasciata, è stata contattata dai servizi segreti israeliani perché collaborasse con loro in qualità di informatrice e dopo il suo rifiuto, il 9 agosto, è stata nuovamente arrestata. Da quel giorno é in detenzione amministrativa. Tutto questo senza che fossero pronunciate accuse formali né un'effettiva condanna. Il tribunale continua a rimandare le udienze per lasciare più tempo di investigare su quelle che i servizi segreti interni in Israele considerano le sue attività illecite. E' infatti sospettata di collusione con il nemico in tempo di guerra, d'associazione a delinquere, di possesso di materiale militare e di violazione dei decreti militari che interdicono a qualunque cittadino israeliano di entrare nella "Zona A" (zona autonoma palestinese).

INDIA DOPO MAREMOTO’: NEGLI AIUTI DISCRIMINATI CONTRO I DALIT

Discriminazioni contro i ‘dalit’ ('fuoricasta' o 'intoccabili') nel distribuire gli aiuti dopo il cataclisma del 26 dicembre scorso sono stati denunciati da associazioni per i diritti umani. “Tra i soccorritori si è diffusa l’idea errata che gli unici a essere stati colpiti dal maremoto siano le comunità di pescatori” “Ma anche altri gruppi, inclusi i ‘dalit’, che sono braccianti, hanno perso tutti i loro averi e hanno bisogno di aiuto uguale a quello degli altri”. Manhoran spiega che i campi e gli orti coltivati dai ‘dalit’ sono stati invasi dall’acqua marina che li ha resi “una pozza di fango e sale” mentre l’onda ha spazzato via gli attrezzi di lavoro e distrutto i magazzini: “Ma il governo sta solo pensando a ricomprare barche e reti per i pescatori” ribadisce l’intervistato. Gli ‘intoccabili’, inoltre, hanno difficoltà a trovare posto nei centri per i rifugiati: “Gli altri sfollati spesso non vogliono dividere gli stessi luoghi con i ‘dalit’ - e chi gestisce i campi, per non affrontare altri problemi, rifiuta di alloggiarli all’interno; così intere famiglie restano accampate fuori daii centri SRI LANKA, denuncia della La Rete delle Donne per la Pace e la Libertà La Rete delle Donne per la Pace e la Libertà dello Sri Lanka ha inviato una lettera di denuncia sull’operato del Governo cingalese in merito alla trasparenza sugli aiuti alle popolazioni e sulla ricostruzione nelle aree del Nord-est del paese, duramente colpite dallo Tsunami, che sono anche le zone lacerate dalla guerra civile e oggi sotto l’amministrazione del LTTE (Fronte di lotta per la Patria Tamil). Il governo dello Sri Lanka non sta distribuendo degli aiuti necessari per le vittime dello Tsunami nel nord-est in maniera trasparente ed indiscriminata. Si sono registrati episodi in cui le forze di sicurezza del governo hanno impedito che donazioni private arrivassero ai rifugi temporanei dove i sopravvissuti sono stati ricoverati. Inoltre il Presidente ha impedito al Segretario Generale dell’ONU. Kofi Annan di visitare il nord-est con il pretesto della sicurezza, ma si è trattato di un tentativo di nascondere le pratiche discriminatorie nei confronti delle vittime della comunità Tamil e soprattutto delle donne, che sono le vittime principali dello Tsunami e del conflitto in corso. Ora c’è il timore che lo Tsunami possa diventare una scusa per il Governo per mettere deliberatamente a repentaglio il processo di pace in corso con il Fronte di lotta per la Patria Tamil e continuare ad opprimere le minoranze Tamil.

CONGO-DEM.REPUBLIC IN MIGLIAIA SCAPPANO DALL'EST DEL PAESE, ANCORA POCO CHIARI I MOTIVI DELLA FUGA

Sarebbero ormai circa 20.000 le persone che nei giorni scorsi hanno abbandonato l'est della Repubblica democratica del Congo per trovare rifugio nella confinante Uganda. Lo ha riferito l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) in un comunicato diffuso oggi nel quale si precisa che ai circa 8000 profughi congolesi della scorsa settimana, negli ultimi giorni si sono aggiunti altre 10.000 persone, per lo più donne e bambini. Non è ancora chiaro cosa si trovi dietro questa nuova ondata di profughi: secondo le informazioni raccolte, però, i due gruppi sembrerebbero provenire da zone diverse dell'est congolese. Intanto anche il Rwanda ha fatto sapere di aver accolto negli ultimi giorni gruppi di profughi congolesi in fuga da scontri nell'area di Masisi. Un dirigente del Consiglio ruandese per i rifugiati ha spiegato ai giornalisti che soltanto questa mattina un centinaio di congolesi ha attraversato la frontiera tra i due Paesi all'altezza del Nord Kivu. I profughi si trovano attualmente

BOLIVIA: RIPRENDONO PROTESTE CONTRO IL GOVERNO. 3 DIFFERENTI MOMENTI DI LOTTA

Migliaia di boliviani di El Alto e La Paz hanno manifestato per le strade della capitale contro l’impresa spagnola di elettricità ‘Electropaz’, che opera da sette anni nel Paese andino, erogando energia a circa due milioni di abitanti in entrambe le città. Le nuove agitazioni sociali seguono di pochi giorni quelle avvenute sempre a El Alto, contro l’impresa ‘Aguas del Illimani’, filiale della multinazionale francese ‘Suez Lyonnaise des Eaux’, accusata di essere incorsa in gravi disservizi e aver incrementato arbitrariamente le tariffe per l’erogazione dell’acqua potabile. Dimostrazioni hanno avuto luogo anche lungo la strada che collega le pianure agricole degli Yungas con la La Paz, dove esponenti del sindacato dei ‘cocaleros’ (produttori di coca) hanno protestato contro lo sradicamento delle coltivazioni voluto dal governo, che mira a distruggere 2.000 ettari di piantagioni di coca considerate illegali. Resta inoltre alta la tensione a Santa Cruz, il ‘motore economico’ della Bolivia, dove una cinquantina di persone sono in sciopero della fame da quattro giorni contro il recente aumento del prezzo del combustibile, dal 10 al 23%. Alcuni di studenti dell’università statale di Santa Cruz si è incatenato ai cancelli dell’ateneo nel tentativo di evitare che le forze dell’ordine li costringano a sgomberare.

BRASILE: INIZIA FORUM PAN-AMAZZONICO, IN VISTA DI PORTO ALEGRE

Lula mediatore nella crisi tra Venezuela e Colombia

Il presidente brasiliano Luis Lula da Silva è disposto a mediare nella crisi diplomatica tra Colombia e Venezuela. Per domani, infatti, è previsto un vertice tra Lula e il presidente colombiano Álvaro Uribe. L'incontro sarà incentrato sulla crisi tra Venezuela e Colombia. I contrasti tra i due paesi sono sorti in seguito all'arresto a Caracas di Rodrigo Granda, uno dei capi della guerriglia colombiana delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Secondo Caracas, la Colombia ha corrotto alcuni soldati venezuelani per catturare Granda. Bogotá, invece, sostiene che il guerrigliero è stato arrestato legalmente nel quadro della lotta del governo Uribe contro il terrorismo.

COLOMBIA: lettera di denuncia dell’Organización Femenina Popular

L’Organización Femenina Popular della Colombia denuncia la scoperta di un recente piano per uccidere la direttrice Yolanda Becerra Vega e denuncia le minacce e le persecuzioni contro alcune compagne, che ricevono continuamente telefonate intimidatorie a casa e al lavoro. Il ripetersi di persecuzioni contro attiviste politiche in spazi pubblici e privati testimonia la grave situazione a Barrancabermeja e nel Magdalena Medio, in Colombia. Le autorità nel bilancio di fine anno hanno minimizzato e negato la situazione critica di violazione dei diritti umani, sostenendo per esempio che l’uccisione di 21 persone solo nel mese di dicembre 2004 non è un fatto grave. L’Organización Femenina Popular esige invece che i bilanci ufficiali includano cifre reali in materia di diritti umani e di crisi umanitarie e che prendano in considerazione le denuncie di minacce subite dalla popolazione civile, fatte dalle organizzazioni sociali. Esige che questi bilanci includano e rendano visibile la violenza contro le donne come una forma specifica di violazione dei diritti umani. Chiede che le autorità civili e militari intervengano e recuperino il controllo sociale e politico nella regione del Magdalena Medio, per garantire la vita dei suoi abitanti. L’Organización Femenina Popular riafferma di voler continuare ad organizzare le donne e rivendicare i diritti come soggette attive di una società in cui ogni giorno diminuiscono le garanzie. E chiede alla comunità internazionale di continuare ad appoggiare il loro lavoro nella regione e in tutta la Colombia.

FRANCIA: MANIFESTANTI INTERROMPONO TRASMISSIONI FRANCE INTER E' UNA NUOVA AZIONE DI PROTESTA DEI PRECARI DELLO SPETTACOLO

Italia

UDIENZA - PROCESSO AI 25 per DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO

Protagonista di questa udienza, nonche' della scorsa e della prossima, e' il Dr Angelo Gaggiano (in arte ai tempi del g8 Gamma-3), Primo Dirigente del commissariato centrale di Genova. Durante il g8, e' stato il responsabile dei servizi di ordine pubblico piu' importanti, quello in piazza Verdi in attesa del corteo della disobbedienza il 20 luglio e quello in testa al corteo internazionale del 21 luglio. Nel primo caso viene beffato da Mondelli e il fido capitano Bruno che caricano i disobbedienti prima ancora che lui li possa intravvedere (immaginate la sua frustrazione! :), mentre nel secondo la passeggiata si trasforma in tragedia quando deve piazzarsi sotto vento in piazza rossetti bersagliato dai propri lacrimogeni e dalla gente giustamente infuriata. Delle dinamiche del 20 e del 21, fino alla carica di Punta Vagno che e' rimasta impressa nelle news di tutto il mondo per la ferocia dei finanzieri agli ordini di gaggiano, se n'e' parlato la scorsa udienza. Questa udienza doveva essere il tripudio dei video della difesa e della procura, e cosi' e' stato. Purtroppo la difesa ha cominciato con 3 ore di Dario Rossi che pure mettendo a segno notevoli colpi sulla credibilita' di gaggiano (nulla) e sulla sorte di poveri manifestanti inermi qui e la', coltiva consapevolmente il disastro, usando video che poi nella seconda parte dell'udienza vengono volti contro gli imputati. Somma finale: otteniamo un po' di verita' storica su punta vagno, ma offriamo su un piatto d'argento un tot di armi contro la difesa e gli imputati alla procura. Tutto sommato, la verita' storica poteva anche aspettare che i processi si chiudessero. Dopo le 3 ore che riescono a esaurire ogni forma di pazienza del collegio giudicante, e' un fiume in piena della procura che presenta foto e video a paesaggio (26 minuti solo il primoi video, tutto dedicato a porn-riot di corso marconi) senza che le difese possano dire bah, se non per la spavalderia dell'accusa che voleva usare anche video che non facevano parte del fascicolo di questo processo (ovvero volevano infilare del processo nuovi video!) incontrando l'opposizione delle difese e l'ordinanza contraria del tribunale. L'udienza e' uno stillicidio di altre 5 ore. Fortunatamente la natura pagliaccesca del soggetto e' tale che ci consentira' di incastrarlo bene bene nella prossima e finale udienza, ma ogni tanto ci viene da riservarci anche nel fare le sintesi.

ALITALIA: SULT VARA PACCHETTO 96 ORE SCIOPERO HOSTESS

Il Sult ha varato un pacchetto di 96 ore di sciopero degli assistenti di volo Alitalia. La protesta partira' l'8 febbraio con 24 ore di astensione dal lavoro ed altrettante ore di sciopero sono state indette per il 21 febbraio, il 4 marzo e il 16 marzo su tutti i voli in partenza dall'Italia. Lo rende noto un comunicato del settore assistenti di volo del Sult, precisando che saranno rispettate le fasce orarie e le prestazioni minime garantite Sottolineando che il comportamento della dirigenza Alitalia nei confronti della categoria degli assistenti di volo e' ormai inaccettabile e che i lavoratori sono esasperati, il Sult spiega che lo sciopero e' stato deciso per la tutela dell'incolumita' e della sicurezza dei lavoratori, contro l'applicazione di norme di norme unilaterali e istituti contrattuali non definiti completamente e/o parzialmente dall'azienda, contro la carenza di organici e conseguente e costante partenza dei voli con personale ridotto. Ma ancora, il sindacato spiega che la protesta e' rivolta contro l'utilizzo al limite dello stress psicofisico del personale precario con contratto a tempo determinato, la mancata chiarezza sulla retribuzione, la gestione arrogante nei confronti della categoria, da una parte configurabile come mobbing nei confronti dei lavoratori e dall'altra come comportamento antisindacale nei confronti del sindacato e infine contro la conduzione del tutto insufficiente, provocatoria e antisindacale delle trattative e dei confronti in corso su cassa integrazione e mobilita' e per quanto riguarda la stesura contrattuale. Il Sult, infine, annuncia di voler mettere in moto una mobilitazione senza precedenti in una situazione in cui la dirigenza Alitalia non sembra avere piu' cognizione su cio' che e' il diritto e la legalita.

MILANO FIAT: ALFA

Otto condanne per il CSA La Comune a Massa

Nei giorni scorsi sono stati notificati 8 decreti penali di condanna, a carico di otto compagni della sinistra di movimento per l’occupazione della ex caserma dei vigili del fuoco, avvenuta fra il 5 maggio ed il 15 Luglio 2003 La pena è di 15 giorni di reclusione convertiti in 570 euro di multa a testa. I compagni hanno deciso di presentare opposizione al decreto penale di condanna. Dal loro comunicato stampa possiamo leggere:” Quell’esperienza è stata attraversata da centinaia di persone, è stata nei fatti una ri-appropriazione di un luogo che era abbandonato, non vi è stata l’interruzione di un pubblico ufficio o attività in corso, ma bensì l’erogazione di servizi per la collettività, come riportato infatti a suo tempo dalla stampa, funzionava una mensa, un centro di accoglienza per i senzatetto, il centro sociale è stato utilizzato per costruire iniziative contro l’eroina e per il recupero sociale dei tossicodipendenti da strutture come il P.C.A. di Pietrasanta, inoltre dei giovani musicisti avevano allestito al suo interno una sala prove.”


Gr 13.00 Luca on line dalle ore 12.26

Esteri

Washington. Il presidente americano George Bush non esclude l'ipotesi di un'azione militare nei confronti dell'Iran. Spero di poter risolvere le cose attraverso la diplomazia ma non intendo escludere alcuna opzione, ha risposto, nel corso di un'intervista alla NBC, alla domanda se avrebbe escluso la possibilita' di un'azione militare nel caso in cui Teheran avesse continuato a tirarla per le lunghe sul proprio programma nucleare. Poche ore prima, il Pentagono aveva definito frutto di invenzioni la notizia diffusa dal 'New Yorker' secondo cui militari americani starebbero effettuando gia' da alcuni mesi missioni segrete in Iran per individuare i bersagli di un possibile attacco.

NASSIRIYA: ARRIVANO I PRIMI PREDATOR ITALIANI Il programma Predator, partito nel 2001, prevede una componente velivoli, una stazione di controllo a terra, l'assistenza tecnica iniziale e i corsi di addestramento basico per il personale navigante, gli operatori di sistema e i tecnici della manutenzione. Nello scorso anno personale militare ha preso parte a un programma di addestramento specifico negli Stati Uniti. L'entrata in servizio in Italia di aeromobili a pilotaggio remoto ha messo in luce l'esigenza di una nuova normativa per l'utilizzo di questo tipo di velivoli. La legge che disciplina l'impiego degli Uav, predisposta dai tecnici dei ministeri della Difesa e dei Trasporti, e' la n. 178 del 14 luglio 2004, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 21 luglio successivo. Il documento tecnico- operativo, attuativo della legge, e' stato sottoscritto dall'Aeronautica militare e dall'Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile), in collaborazione con la Direzione generale armamenti aeronautici e l'Enav (Ente nazionale assistenza al volo) lo scorso mese di dicembre.

Baghdad. L'Iraq chiudera' le frontiere per tre giorni intorno alla data del voto, il prossimo 30 gennaio, nel tentativo di rafforzare la sicurezza nel paese. Ad annunciarlo sono stati funzionari elettorali locali, specificando che tra le altre misure adottate per tutelare gli elettori vi sara' un'estensione del coprifuoco notturno e limitazioni nei movimenti all'interno del paese

Baghdad. Sarebbero due i morti dell'attacco dinamitardo compiuto questa mattina a Baghdad, secondo l'ultimo bilancio fornito da testimoni, che in un primo momento avevano parlato di tre persone uccise. Le vittime sono il kamikaze che ha fatto esplodere l'autobomba e una guardia che si trovava davanti alla sede del partito, lo SCIRI, principale formazione sciita nel paese. Imponenti i danni materiali provocati dall'esplosione, la cui responsabilita' e' stata attribuita da Haitham al-Hassani, portavoce del partito, a sostenitori del deposto regime di Saddam Hussein.

NON E' STATO PAGATO RISCATTO(AGI) = Siz 181238 GEN 05 NNN Citta' del Vaticano, 18 gen - Papa e Vaticano felici per la liberazione dopo il sequestro lampo del vescovo di Mossul in Iraq. In una dichiarazione del portavoce vaticano diffusa subito dopo il rilascio del presule, si conferma anche che nessun riscatto e' stato pagato. Con grande soddisfazione - afferma la dichiarazione di Joaquin Navarro Valls - e' stata appresa la notizia del rilascio dell'arcivescovo di Mossul, S.E.Mons.Basile Georges Casmoussa, che era stato sequestrato ieri pomeriggio. Il Santo Padre e' stato immediatamente informato ed ha ringraziato Dio per il felice esito di questa vicenda. Non e' stato pagato alcun riscatto. Il sequestro aveva destato grande sorpresa perche' l'arcivescovo era molto ben voluto sia dai cristiani che dai musulmani

Gerusalemme. Le Brigate dei Martiri di Al Aqsa diventeranno parte dell'Autorita' palestinese. A formulare apertamente il piano, in un'intervista alla Radio Voce della Palestina, e' stato oggi Abu Mazen, il neoeletto leader dell'Anp, che ieri aveva ordinato ai servizi di sicurezza palestinesi di prevenire ogni atto di violenza, anche gli attacchi contro Israele, e si era visto contestare immediatamente dai gruppi della guerriglia. I membri delle Brigate dovrebbero in futuro essere integrati nell'Autorita', protetti e non perseguiti o minacciati di morte, ha affermato, alludendo alle azioni israeliane. Siamo preoccupati per le loro vite e vogliamo che vivano dignitosamente e in sicurezza, ha aggiunto, respingendo quindi l'accusa a lui rivolta dagli israeliani, secondo i quali il successore di Arafat non fa abbastanza per fermare gli attacchi. Hanno iniziato con le loro minacce nel giorno stesso del mio insediamento, si e' lamentato. Abbas ha quindi detto di contare su un incontro con il premier israeliano Ariel Sharon dopo la formazione del governo palestinese. Dobbiamo incontrarlo, e negoziare con lui e discutere, ora o in futuro, ha affermato, precisando che l'incontro con Sharon avverra' prima della visita negli Stati Uniti, per la quale tuttavia non e' stata ancora fissata una data.

Centinaia di abitanti della citta' israeliana di Sderot - bersaglio di continui attacchi palestinesi con missili Qassam - hanno preso parte ad una marcia di protesta vicino alla Striscia di Gaza, in direzione della citta' di Beit Hanoun, da dove partono gli attacchi con razzi, l'ultimo dei quali - questa mattina - ha colpito una zona situata vicino Sderot, senza provocare feriti.

Usa, libero dopo 44 anni il cronista delle carceri Afroamericano, 62 anni, Rideau ha lasciato sabato il carcere dopo 44 anni trascorsi dietro le sbarre. La sua è una vicenda esemplare, non solo perché ha impiegato il lungo tempo trascorso in prigione per imporsi come giornalista apprezzato per cronache e documentari sulla vita carceraria, che gli sono valsi anche una nomination all'Oscar, ma perché la sua controversa vicenda giudiziaria ha appassionato gli Stati Uniti. Rideau è stato processato ben quattro volte per una rapina compiuta nella Louisiana quando aveva appena 19 anni e finita in tragedia. L'imputato ha sempre ammesso di aver ucciso con una pugnalata una cassiera della banca, ma ha sempre negato che le cose fossero andate come ricostruito in tre processi davanti a tre diversi tribunali nel '61, nel '64 e nel '70. Tutti finiti con condanne all'ergastolo. Sentenze mai passate in giudicato grazie ai ricorsi presentati da Rideau che è riuscito ogni volta a dimostrare come i processi a suo carico fossero stati celebrati in maniera scorretta e spesso distorti da pregiudizi razziali. L'ultima condanna, ad esempio, era stata cancellata nel 2000 in quanto il tribunale aveva estromesso dalla corte tutti i giurati neri. L'ultimo verdetto invece, emesso sabato sera da una giuria mista del tribunale di Lake Charles, ha derubricato il delitto da omicidio premeditato a omicidio preterintenzionale, riducendo di conseguenza la pena a 21 anni di carcere, già ampiamente scontati. La storia di Rideau, nella sudista Louisiana, ha creato forti tensioni razziali e anche la sua scarcerazione non è stata accolta bene da molte persone. E' per questo che Rideau, prima ancora che inventarsi una nuova vita da intellettuale, dovrà pensare soprattutto a evitare possibili rappresaglie da parte di chi non si è rassegnato a vederlo di nuovo a piede libero. "La prima cosa che ho fatto lasciando il carcere - ha commentato non senza ironia - è stato andare a comprare un paio di occhiali scuri, ma ora dovrò rimediare anche un cappelletto da baseball".

FRANCIA: MANIFESTANTI INTERROMPONO TRASMISSIONI FRANCE INTER E' UNA NUOVA AZIONE DI PROTESTA DEI PRECARI DELLO SPETTACOLO (ANSA) - PARIGI, 18 GEN - Una sessantina di manifestanti, appartenenti al coordinamento degli intermittenti e dei precari del mondo dello spettacolo e del collettivo Agire contro la disoccupazione, hanno fatto irruzione questa mattina negli studi dell'emittente radiofonica France Inter, costringendo Stephane Paoli, il conduttore del programma quotidiano '7-9' a interrompere la trasmissione. Alla vista del gruppo, Paoli ha annunciato brevemente alla radio quello che stava succedendo e ha poi mandato in onda un programma musicale fino alle 8.00, quando sono riprese le normali trasmissioni. Patrice Bertin, direttore della redazione di France Inter, ha detto che non avrebbe chiamato le forze dell'ordine ma che allo stesso tempo non avrebbe passato immediatamente la parola ai manifestanti. Tre di loro, invitati piu' tardi a esprimere direttamente alla radio le loro motivazioni, hanno criticato la confindustria francese e denunciato l'assenza di un programma per l'indennizzo dei disoccupati e dei precari.

Italia

ALITALIA: SULT VARA PACCHETTO 96 ORE SCIOPERO HOSTESS (ANSA) - ROMA, 18 gen - Il Sult ha varato un pacchetto di 96 ore di sciopero degli assistenti di volo Alitalia. La protesta partira' l'8 febbraio con 24 ore di astensione dal lavoro ed altrettante ore di sciopero sono state indette per il 21 febbraio, il 4 marzo e il 16 marzo su tutti i voli in partenza dall'Italia. Lo rende noto un comunicato del settore assistenti di volo del Sult, precisando che saranno rispettate le fasce orarie e le prestazioni minime garantite

ROMA, 18 gen - Sottolineando che il comportamento della dirigenza Alitalia nei confronti della categoria degli assistenti di volo e' ormai inaccettabile e che i lavoratori sono esasperati, il Sult spiega che lo sciopero e' stato deciso per la tutela dell'incolumita' e della sicurezza dei lavoratori, contro l'applicazione di norme di norme unilaterali e istituti contrattuali non definiti completamente e/o parzialmente dall'azienda, contro la carenza di organici e conseguente e costante partenza dei voli con personale ridotto. Ma ancora, il sindacato spiega che la protesta e' rivolta contro l'utilizzo al limite dello stress psicofisico del personale precario con contratto a tempo determinato, la mancata chiarezza sulla retribuzione, la gestione arrogante nei confronti della categoria, da una parte configurabile come mobbing nei confronti dei lavoratori e dall'altra come comportamento antisindacale nei confronti del sindacato e infine contro la conduzione del tutto insufficiente, provocatoria e antisindacale delle trattative e dei confronti in corso su cassa integrazione e mobilita' e per quanto riguarda la stesura contrattuale. Il Sult, infine, annuncia di voler mettere in moto una mobilitazione senza precedenti in una situazione in cui la dirigenza Alitalia non sembra avere piu' cognizione su cio' che e' il diritto e la legalita.

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gror050118 (last edited 2008-06-26 09:48:34 by anonymous)