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Afghanistan e USA

Afghanistan e Stati uniti metteranno in piedi una collaborazione militare a lungo termine e alcuni tecnici stanno già lavorando alla definizione dei dettagli, secondo quanto riferito dal portavoce del presidente Hamid Karzai. Per consolidare la ricostruzione dopo anni di rovinosi conflitti "abbiamo bisogno di una collaborazione forte, strategica e a lungo termine con gli Stati uniti", ha dichiarato il portavoce Jawed Ludin in conferenza stampa. "Le modalità di questa collaborazione sono in corso di elaborazione, ma si estenderà a molti settori, inclusa l'economia, la politica, l'organizzazione militare", ha spiegato Ludin. Ludin non ha voluto commentare le indiscrezioni secondo cui gli Usa intendono installare basi militari permanenti nel Paese per assicurare gli interessi americani nella regione. A tre anni dall'intervento armato in Afghanistan, che ha portato alla cacciata del regime talebano, le forze armate statunitensi contano ancora 17mila soldati nel Paese, dislocati prevalentemente nelle regioni al confine con il Pakistan, impegnati ufficialmente nella caccia al leader di Al Qaida, Osama bin Laden.

Wolfowitz candidato alla Banca mondiale

Paul Wolfowitz, vice segretario alla Difesa degli Stati Uniti, potrebbe sostituire James Wolfensohn alla presidenza della Banca mondiale. È probabile, nota il Financial Times, che la sua candidatura susciti forti contrasti nella comunita' internazionale, poiche' il politico e' stato uno dei principali strateghi della guerra in Iraq. Sembra, tuttavia, che l'amministrazione Usa punti su una lista molto ristretta di candidati: al momento l'unica vera alternativa a Wolfowitz sarebbe Randall Tobias, ex amministratore delegato dell'industria farmaceutica Eli Lilly e coordinatore del governo per le politiche riguardanti l'Aids; mentre hanno meno chance John Taylor, sottosegretario al Tesoro per gli affari internazionali, e Peter McPherson, presidente della Michigan State university. I vertici della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale vengono formalmente decisi da tutti gli azionisti delle due istituzioni: di fatto, le due cariche vengono sempre assegnate a uno statunitense ed ad un europeo. Una candidatura controversa come quella di Wolfowitz potrebbe aprire un dibattito sulle modalita' di selezione attualmente in uso.

Abusi in Iraq...

Un documento del dipartimento di stato americano accusa il governo iracheno ad interim di Allawi per violazioni dei diritti umani, abusi e torture, ma non cita i casi in cui anche i militari americani hanno preso parte alle violazioni. Il rapporto cita alcuni episodi, tutti successivi al passaggio di consegne del 30 giugno scorso. Uomini della polizia di Bassora risultano coinvolti nell'eliminazione di 10 ex membri del partito Baath. La polizia di Baghdad avrebbe ucciso a snague freddo 12 uomini arrestati perché coinvolti nel rapimento di tre poliziotti. Inoltre, dice il rapporto, la tortura e il maltrattamento dei detenuti sarebbero pratica corrente" mentre ci sarebbero "prove per aprire un'inchiesta contro funzionari della polizia di Baghdad colpevoli in diverse occasioni di aver violentato e torturato detenute donne. Diffusissime anche la corruzione e tentativi di ricatto e estorsione nei confronti delle famiglie dei detenuti. Infine, dice sempre il rapporto, le confessioni forzate e gli interrogatori senza regole e interruzione continuano ad essere il modus operandi preferito della polizia irachena.

... a Guantanamo...

Il Pentagono ha affidato a un generale a tre stelle, Randall Schmidt, la direzione delle indagini sui presunti casi di violenze e abusi avvenuti contro i prigionieri nel carcere militare di Guantanamo. I casi sono stati documentati in un rapporto dell'Fbi, che parla di "aggressive tecniche di interrogatorio". Il generale dell'aeronautica Schmidt avrà dunque un grado abbastanza elevato per occuparsi dell'inchiesta, che riguarda ufficiali di grado inferiore. Schmidt avrà tempo fino al 31 marzo per completare le sue indagini. Il Pentagono sostiene che i casi documentati dall'Fbi siano avvenuti quasi tutti nel 2002, ovvero nella fase iniziale delle attività del carcere di Guantanamo.

... e negli USA

pestaggio razzista della polizia

Tre agenti di polizia di Milwaukee sono stati accusati di aver picchiato selvaggiamente un uomo di colore per motivi razziali. Il fatto, avvenuto lo scorso 24 ottobre, rischia di riaccendere le polemiche sulla discriminazione razziale all'interno del corpo di polizia. Gli agenti John Bartlett, Daniel Masarik e Andrew Spengler sono accusati di aver circondato un uomo e di averlo picchiato a sangue, nel giardino esterno di un'abitazione dalla quale - secondo gli stessi agenti - l'uomo avrebbe tentato di sottrarre un documento identificativo della polizia. A partecipare al pestaggio sarebbero state anche altre nove persone. Secondo i testimoni che hanno assistito alla scena, la vittima, Frank Jude Jr., sarebbe stata aggredita da una dozzina di uomini e presa a calci, mentre le venivano bloccate le mani dietro la schiena. Gli agenti avrebbero anche usato insulti razziali. Al termine del pestaggio, su Jude non fu trovato il lasciapassare della polizia che, secondo gli agenti, avrebbe tentato di rubare. Bartlett, Masarik e Spengler saranno sospesi fino al termine delle indagini.

detenuto in attesa di giudizio da tre anni

Un giudice federale negli Usa ha ordinato al governo di presentare incriminazioni formali nei confronti di un presunto terrorista detenuto da quasi tre anni, altrimenti sara' rimesso in liberta'. L'ordinanza e' l'ultimo sviluppo nella controversa vicenda di Jose Padilla, un americano ex membro di una gang di Chicago che il ministero della Giustizia ha accusato nel 2002 di essere un membro di Al Qaida determinato a commettere una strage negli Usa. Il giudice della Carolina del Sud Henry Floyd ha avvertito il governo che non puo' detenere all'infinito Padilla come 'combattente nemico', la definizione che il presidente George W. Bush ha stabilito per lui nel 2002 e che prevede l'assenza di accesso ai diritti normalmente riservati ai detenuti negli Usa. I procuratori federali in un primo momento accusavano Padilla di aver progettato un attentato con un ordigno 'sporco', una bomba convenzionale capace di disperdere materiale radioattivo. Successivamente, l'amministrazione Bush ha rivelato che Padilla aveva deciso di collaborare e aveva ammesso una serie di altri progetti di stragi, uno dei quali prevedeva di far saltare contemporaneamente vari condomini a New York.

Leggi repressive anti-terrorismo in Inghilterra

La controversa proposta di una nuova legge antiterrorismo, che consentirà alla Gran Bretagna di porre i sospetti agli arresti domiciliari senza la necessità di un processo, ha superato un importante ostacolo parlamentare. Dopo lunghe e a volte infiammate discussioni, i parlamentari hanno approvato con 272 voti a favore e 219 contrari la legge antiterrorismo. Ora la legge deve essere esaminata e approvata dalla camera dei lord.

Conferenza sulle riforme palestinesi a Londra

Non sarà un summit politico, ma dovrà preparare il cammino per una vera e propria conferenza di pace internazionale. Il meeting internazionale sulle riforme palestinesi, che si svolge oggi a Londra, segna l'inizio del processo di rinnovo dell'Anp. Israele, che teme pressioni indesiderate, non ci sarà. Ma la partecipazione della comunità internazionale sarà ampia. Ai lavori, che saranno aperti dal premier Tony Blair, parteciperanno i ministri degli Esteri o le delegazioni di 24 Paesi - fra cui quelli del G8 - oltre al segretario generale dell'Onu Kofi Annan, e ai rappresentanti della Lega Araba, della Commissione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.

Nella conferenza di oggi il leader palestinese Abu Mazen spiegherà termini e modi di intervento per una radicale riforma dell'Anp. Per quanto riguarda la gestione dell'amministrazione pubblica, l'Anp presenterà al meeting britannico le prossime iniziative per l'applicazione della legge elettorale, il completamento delle elezioni municipali, la riforma del settore pubblico, del servizio civile, del sistema giuridico, e per un maggiore coinvolgimento della società civile. Di fondamentale importanza saranno anche le prossime mosse di Abu Mazen in tema di sicurezza.

Secondo le indiscrezioni sul documento finale, Abu Mazen annuncerà anche il proseguimento del processo di riunificazione dei servizi di sicurezza dell'Anp che confluiranno in tre sezioni principali: la sicurezza interna, la sicurezza nazionale e l'intelligence. Il processo, confermano fonti diplomatiche britanniche, dovrebbe prevedere anche un sistema di "pre-pensionamento" che contribuisca "ad un migliore utilizzo delle risorse umane disponibili". Non secondario dovrebbe essere l'interesse dell'Anp per un coordinamento più efficace tra i vari settori dlela sicurezza e per il rilancio del coordinamento con Israele. Quanto alle riforme in vista di un rilancio economico, le attese sono tutte per una maggiore e più efficace lotta alla corruzione, per una ripresa del settore privato e un miglioramento delle condizioni in favore del commercio interno ed estero. Nel documento, i palestinesi promettono inoltre di prendere in considerazione la possibilita' di nominare un capo della polizia che assicuri la supervisione sui capi delle polizie locali. I palestinesi, secondo il quotidiano israeliano di sinistra Haaretz, hanno convinto gli ospiti britannici a non inserire riferimenti sugli impegni palestinesi ad agire contro il lancio di razzi Qassam o gli attacchi armati sugli israeliani dai territori.

Alla comunità internazionale, il governo britannico che organizza i lavori chiede una risposta concreta che si materializzi in un'assistenza tecnica e finanziaria all'Anp in tutti gli ambiti di intervento previsti. Obiettivi prioritari saranno l'organizzazione di un gruppo di coordinamento per la sicurezza guidato dagli Stati Uniti, l'individuazione di un nuovo ruolo per la Commissione Europea e la Banca Mondiale e di una serie di priorità per l'Anp riguardo al sostegno finanziario e all'assistenza sociale, l'organizzazione di una Conferenza dei Donatori entro la fine di giugno, l'istituzione di un governo forte e di un apparato di sicurezza efficiente, il coordinamento con Israele per garantire il successo del piano di ritiro dai territori palestinesi.

Israele prepara attacchi

L'aviazione israeliana si sta addestrando per missioni d'attacco a lunga distanza, secondo quanto ha detto un comandante di squadriglia di F-16, un cacciabombardiere in grado di raggiungere l'Iran, sospettato di volersi dotare dell'arma nucleare. Israele e la sua aviazione hanno capito da tempo che il cerchio delle minacce contro lo Stato e' andato allargandosi ed e' per questo che sono state adottate misure per aumentare il nostro raggio d'azione, ha detto in serata al 2/o canale della tv israeliana l'ufficiale, identificato solo come tenente colonnello D. Vale a dire che ci addestriamo per missioni a media e lunga distanza, ha aggiunto. La televisione ha poi diffuso immagini della centrale nucleare iraniana di Bushehr, rilevando che le dichiarazioni dell'ufficiale - rilasciate durante un briefing ieri nella base aerea Ramon, nel deserto del Neghev - erano una chiara allusione all'Iran. Il capo dei servizi di informazione militari israeliani, generale Aharon Zeevi, aveva predetto il mese scorso che Teheran - gia' in possesso di missili terra-terra con gittata di 1.500 kmn, vale a dire in grado di colpire Israele - avrebbe potuto entro il 2008 fabbricare la sua prima bomba atomica. Se non si fa nulla, l'Iran potra' entro sei mesi produrre uranio arricchito, cio' che dovrebbe permettergli di produrre entro il 2008 la sua prima bomba atomica, aveva dichiarato Zeevi. Sospettando l'Iraq di volersi procurare l'arma nucleare, Israele aveva mandato nel 1981 i suoi cacciabombardieri a distruggere la centrale atomica irachena di Osirak (Tammuz), nei pressi di Baghdad. Il 19 febbraio 2004, nella base Ramon, Israele ha ricevuto i suoi due primi F-16, dei 102 esemplari ordinati agli Stati Uniti. Tali apparecchi costituiranno la spina dorsale dell' Aeronautica israeliana.

Abolizione della pena di morte nel New Mexico

La camera dei rappresentanti del Nuovo Messico (Stati Uniti) ha approvato ieri un disegno di legge che abolisce la pena di morte, che verrebbe sostituita dall'ergastolo, senza possibilità di liberazione condizionale. Il testo deve ora essere votato dal senato statale. Gli abolizionisti si aspettano un voto combattuto al senato e il governatore Bill Richardson, che deve firmare il testo perche' divenga legge, è un difensore della pena capitale. E' la prima volta che una delle due camere del potere legislativo del Nuovo Messico si pronuncia a favore dell'abolizione. Cinque repubblicani si sono uniti ai 33 democratici per votare a favore dell'abolizione della pena di morte, mentre 23 repubblicani e otto democratici hanno votato contro. Il Nuovo Messico è uno dei 38 Stati che continuano ad autorizzare la pena di morte negli Stati Uniti.

Influenza dei polli

Alcuni medici curanti hanno smentito le informazioni diffuse in precedenza oggi dal ministero della Sanita' vietnamita, che davano conto della morte di un uomo di 21 anni per la cosiddetta influenza dei polli,. che dai polli sarebbe ormai passata all'uomo. Sarebbe stata la 15a vittima dell'influenza dei polli. Il portavoce ha d'altra parte confermato la morte di un uomo di 69 anni e il contagio di una donna. Fino a pochi giorni fa il Vietnam aveva conosciuto un periodo di tregua di oltre tre settimane, durante il quale non vi erano stati ne' nuovi contagi ne' decessi. Da domenica, pero, sono stati annunciati due morti e altrettanti contagi. Il Paese ha adottato misure drastiche per lottare contro l' epidemia di influenza aviaria. Ho Chi Minh City (ex Saigon, nel sud), in particolare, ha vietato ogni forma di allevamento di polli. Ieri la Banca centrale ha comunicato di aver chiesto alle banche commerciali di sospendere i prestiti relativi alle attivita' di allevamento di anatre e volatili d'acqua, considerati un serbatoio del virus. A Ho Chi Minh City sono state ricevute la settimana scorsa delegazioni di 28 Paesi e organizzazioni, compresi i maggiori donatori e le agenzie dell'Onu, per definire le strategie da adottare per combattere il virus dei polli. Nonostante un bilancio, in termini di vite umane, fin qui relativamente limitato, l'Organizzaione mondiale della Sanita' (Oms) teme che - se, con il salto di specie, il virus mutasse in maniera tale da poter essere trasmesso da uomo a uomo - una pandemia potrebbe causare milioni di morti.

Assenzio

Da oggi, primo marzo, in Svizzera gli amanti dell'assenzio potranno farsi incantare dalla 'fata verde' senza problemi in base alla decisione presa dal Consiglio federale di revocare il divieto di consumo del liquore, una decisione presa agli inizi del XX secolo. L'assenzio, detto anche Fée verte (la Fata verde), è un liquore ad alta gradazione preparato con l'artemisia absinthium, un'erba che cresce spontanea in gran parte d'Europa. Commercializzato nel 1805 da Henri Luis Pernod con l'etichetta Absinthe, divenne di gran moda in Francia nella seconda metà del XIX secolo. L'ora dell'aperitivo divenne 'l'ora verde', in omaggio al colore della pozione. Pittori come Vincent Van Gogh e poeti del calibro di Charles Baudelaire fecero della 'Fée verte' una delle proprie Muse ispiratrici, ma gli effetti sociali cominciarono a creare preoccupazioni tra le autorità: pare che gli ubriachi da assenzio fossero particolarmente inclini alla violenza. Proprio dalla Svizzera, e in particolare dal canton Vaud, ebbe origine la messa al bando dell'assenzio: a suscitare l'indignazione popolare fu un contadino trentunenne, Jean Lanfray, che uccise moglie e figli in preda ai fumi dell'assenzio. La messa al bando in Svizzera portò via via alla proibizione dell'assenzio in gran parte del Vecchio continente. Il principio attivo incriminato è il tujone, un terpene (ossia un olio idrocarburico profumato di origine vegetale) presente nell'olio essenziale dell'artemisia absinthium, a sfavore del quale gioca anche una relativa somiglianza con la molecola del THC, il principio attivo della cannabis. Sul grado di pericolosità e di tossicità del tujone le opinioni divergono, ma la produzione dell'infuso in Svizzera è regolamentata dalla legge.

Nepal

Sarebbero almeno 70 i guerriglieri maoisti uccisi negli scontri con le forze governative in Nepal. A darne notizia sono state fonti dell'esercito, precisando che anche alcuni agenti di polizia e quattro soldati sono morti negli scontri a fuoco, scoppiati nei pressi del confine indiano, nel distretto di Bardiya, vicino al villaggio di Mahammadpur, a circa 550 chilometri a sudovest di Katmandu. I militari erano intervenuti nella zona per liberare da tronchi d'albero e da detriti che i ribelli hanno usato per bloccare una strada, hanno detto autorità militari e di polizia. I ribelli nascosti nei paraggi hanno lanciato una bomba contro le truppe e hanno aperto il fuoco. Queste violenze sono le piu' gravi da quando re Gyanendra ha assunto i pieni poteri, l'1 febbraio, e ha instaurato lo stato di emergenza. Il re aveva licenziato il governo e abolito le liberta' fondamentali, prima di nominare un nuovo gabinetto formato essenzialmente da persone a lui fedeli. Gyanendra aveva giustificato il suo atto di forza affermando che il governo non era riuscito a venire a capo della ribellione maoista, la cui lotta per l'abolizione della monarchia ha provocato piu' di 11.000 morti dal 1996.

Nuova costituzione in Burundi

Nove abitanti su dieci hanno detto "si'" alla nuova costrituzione del Burundi. Con il 60 per cento delle schede referendarie scrutinate, la popolazione del Paese martoriato dalla guerra civile ha approvato a schiacciante maggioranza una formula di governo collegiale tra le due etnie in conflitto, gli hutu e i tutsi. Il presidente, chiunque venga scelto dal parlamento, avra' due vice, uno hutu e l'altro tutsi. La nuova costituzione prevede anche che nel governo il 60% dei ministri siano hutu e il 40% tutsi. (Gli hutu sono l'85% della popolazione, i tutsi il 14% e l'1% e' costituito dalla comunita' Twa, o pigmei). Anche la rappresentanza parlamentare sara' al 60-40 tra le due etnie, con la clausola che i due gruppi dovranno presentare candidati di entrambe le etnie nelle loro liste. Inoltre, esercito e polizia dovranno anch'essi avere una presenza etnica paritaria. L'affluenza e' stata massiccia, piu' dell'87 per cento degli aventi diritto, e la giornata non ha fatto registrare incidenti di rilievo. Lunghe file di elettori si erano formate fuori dai seggi gia' prima dell'alba per votare nelle prime elezioni dal 1993, quando scoppio' la guerra civile tra le due etnie che coinvolse anche il vicino Ruanda e, negli anni successivi, l'intera regione dei Grandi Laghi. In Ruanda come e' noto, nella primavera del 1994 ci fu un vero e proprio genocidio: tra 800.000 e un milione di morti. In Burundi, secondo le stime piu' attendibili, in un decennio sono state uccise circa 300.000 persone.