Grf 9:30

Iraq

E' di almeno cinque morti, tutti agenti iracheni, il bilancio di un nuovo, duplice attentato contro la sede del ministero dell'Interno in piena Baghdad: due auto-bomba sono saltate in aria in mattinata davanti all'ingresso principale del complesso, accanto a un posto di blocco della polizia; almeno una delle vetture e' riuscita a sfondare i cancelli all'entrata, ed e' esplosa quando le guardie hanno aperto il fuoco su di essa. Lo hanno riferito fonti del dicastero. In entrambi i casi al volante c'erano kamikaze: se fossero riusciti a penetrare piu' all'interno, sarebbe stato un autentico massacro. I feriti accertati ammontano a sette. Si tratta del secondo attacco plurimo del genere avvenuto in due giorni nella capitale.

M. O.

Violenti scontri sono divampati nella notte a Jenin in seguito a un'incursione delle truppe israeliane nella citta' autonoma cisgiordana, teatro anche nei giorni scorsi di raid analoghi. I militari ebraici hanno circondato un gruppo di militanti della Jihad Islamica e ne hanno catturati sette, dovendo pero' affrontare la violenta reazione di miliziani armati che hanno cercato di impedire loro di effettuare gli arresti. La Jihad e' accusata di aver organizzato l'attentato suicida di venerdi' sera in un bar di Tel Aviv, costato la vita a cinque civili israeliani oltre al kamikaze e il ferimento di altre 53 persone; i vertici del gruppo radicale palestinese hanno smentito, ma l'attacco e' stato rivendicato da una sua cellula attiva in Cisgiordania, del quale l'attentatore era membro.

Un'auto-bomba e' stata fatta detonare a distanza nella notte a Nablus, in Cisgiordania, contro un plotone di soldati israeliani di scorta a un gruppo di fedeli ebrei che si erano recati in pellegrinaggio sulla Tomba di Giuseppe, un sito sacro situato in territorio sotto il controllo dell'Autorita' Nazionale Palestinese. L'esplosione ha provocato danni agli edifici adiacenti e ad alcuni veicoli in sosta, ma non al tempio ne' ha provocato morti; illesi sia i pellegrini sia i militari ebraici, mentre una donna palestinese e i suoi quattro figli sono stati investiti dalle schegge e sono stati ricoverati in ospedale. Lo hanno reso noto fonti delle forze di sicurezza dell'Anp, secondo cui l'attentato e' stato rivendicato poco piu' tardi da una cellula locale delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa, braccio armato di 'al-Fatah', la fazione principale in seno all'Olp di cui e' leader lo stesso presidente dell'Anp, Abu Mazen. Doppo la strage di venerdi' scorso a Tel Aviv, si tratta del secondo attacco dinamitardo che viola il cessate-il-fuoco proclamato l'8 febbraio scorso da Abu Mazen e dal premier israeliano Sharon, nel vertice bilaterale di Sharm el-Sheikh.

Camorra

La polizia sta eseguendo 52 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di affiliati al clan Di Lauro, protagonista della faida di camorra che sta insanguinando i quartieri napoletani di Scampìa e Secondigliano. Le accuse nei loro confronti sono quelle di associazione a delinquere di stampo camorristico e associazione a delinquere per il traffico internazionale di stupefacenti. Tra i destinatari dell'ordinanza, il boss Paolo Di Lauro, latitante, e gruppi di affiliati che gestiscono per suo conto lo spaccio di droga in molte piazze cittadine. Le indagini hanno permesso anche di risalire a trafficanti albanesi che hanno contatti con il clan, e che importano droga dai Paesi europei per spacciarla poi in molte citta' italiane. Nel corso delle indagini sono stati anche sequestrati 20 chili di eroina e 10 di cocaina.

Gr 1930

Iraq

Il gruppo di Abu Musab al Zarqawi ha rivendicato oggi sul web l'esplosione di due autobombe avvenuta stamattina davanti al ministero dell'interno iracheno - in cui almeno cinque poliziotti iracheni sono morti, e altri cinque feriti - affermando che obiettivo dell'attentato era quello di uccidere il ministro dell'Interno Falah al-Naqib. Due vetture avevano tentato di forzare l'entrata del ministero, ma gli agenti di guardia hanno reagito sparando sulle auto che sono esplose quindi prima di entrare nel perimetro di cinta del ministero. Almeno cinque agenti sono rimasti uccisi, e almeno altrettanti sono rimasti feriti, secondo le fonti.

E si aggrava il bilancio delle vittime dell'attentato suicida di questa mattina a Baquba, 60 chilometri a nordest di Baghdad: secondo fonti della sicurezza irachena, un civile iracheno è morto e altre 18 persone sono rimaste ferite nell'esplosione di un'autobomba contro un convoglio della polizia, mentre una fonte dell'ospedale cittadino ha riferito di due vittime, un agente di polizia e un civile, e di altri 16 feriti. Un responsabile della polizia ha precisato che tra i feriti ci sarebbe il colonnello Ibrahim e altri quattro poliziotti. Mentre la fonte ospedaliera ha riferito di 10 civili e sei poliziotti feriti.

Oltre alle due auto-bomba saltate in aria davanti al ministero dell'Interno a Baghdad, che hanno provocato la morte di almeno cinque poliziotti e il ferimento di altri sette, e a quella esplosa poco dopo a Baquba, con un bilancio di un morto e diciotto feriti, oggi quasi una decina di ulteriori vittime si sono registrate altrove in Iraq, dove dappertutto sono proseguiti gli attacchi e le violenze. Nella capitale la polizia ha rinvenuto i cadaveri di tre uomini, che erano stati giustiziati con un colpo di arma da fuoco alla nuca dopo essere stati bendati, secondo un macabro rituale che sta diventando ormai comune. Scontri tra truppe Usa e guerriglieri a al-Qaim, localita' vicino alla frontiera con la Siria situata circa 500 chilometri piu' a ovest, hanno causato tre morti, tra cui una donna e un bambino. A Kirkuk, in Kurdistan, sono stati assassinati due cittadini iracheni che lavoravano per una compagnia di forniture edilizie, legata al contingente Usa da contratti di appalto. Un altro morto si e' registrato a Tikrit, la citta' natale di Saddam Hussein, ove un agente della Guardia Nazionale e' stato ucciso da un commando di ribelli, che hanno colpito anche altri sei colleghi della vittima. Sempre nei pressi di Kirkuk, inoltre, la guerriglia e' tornata a prendere di mira le infrastrutture petrolifere: e' stato sabotato con una bomba un gasdotto che alimenta la principale centrale elettrica nazionale, a Baiji; due delle quattro turbine dell'impianto sono state cosi' messe fuori uso.

M.O.

Violenti scontri sono divampati nella notte a Jenin in seguito a un'incursione delle truppe israeliane nella citta' autonoma cisgiordana, teatro anche nei giorni scorsi di raid analoghi. I militari ebraici hanno circondato un gruppo di militanti della Jihad Islamica e ne hanno catturati sette, dovendo pero' affrontare la violenta reazione di miliziani armati che hanno cercato di impedire loro di effettuare gli arresti.

Un'auto-bomba e' stata fatta detonare a distanza nella notte a Nablus, in Cisgiordania, contro un plotone di soldati israeliani di scorta a un gruppo di fedeli ebrei che si erano recati in pellegrinaggio sulla Tomba di Giuseppe, un sito sacro situato in territorio sotto il controllo dell'Autorita' Nazionale Palestinese. L'esplosione ha provocato danni agli edifici adiacenti e ad alcuni veicoli in sosta, ma non al tempio ne' ha provocato morti; illesi sia i pellegrini sia i militari ebraici, mentre una donna palestinese e i suoi quattro figli sono stati investiti dalle schegge e sono stati ricoverati in ospedale. Doppo la strage di venerdi' scorso a Tel Aviv, si tratta del secondo attacco dinamitardo che viola il cessate-il-fuoco proclamato l'8 febbraio scorso da Abu Mazen e dal premier israeliano Sharon, nel vertice bilaterale di Sharm el-Sheikh.

Afghanistan

L'ispettore generale della Cia sta indagando su quattro casi di morti sospette, due in Iraq e due in Afghanistan, di prigionieri sottoposti a violenze durante gli interrogatori nelle prigioni segrete dell'agenzia. Lo scrive oggi il Washington Post che sottolinea comunque come questi casi sono venuti alla luce anche due anni dopo che sono avvenuti - e solo dopo lo scandalo di Abu Ghraib - e come le inchieste stanno procedendo con una lentezza che sta mettendo alla prova la pazienza di qualcuno al Congesso, come il senatore democratico che ha chiesto al direttore della Cia, Carl Levin, quando i risultati dell'inchiesta saranno resi noti ai membri della commissione servizi. La maggioranza di Bush rifiuta però di indagare sulle pratiche di interrogatorio della Cia ed anche sulla prassi dei trasferimenti segreti dei sospetti in paesi terzi. La richiesta risale al novembre del 2002, quando in una prigione segreta alle porte di Kabul, chiamata in codice Salt Pit - un prigioniero afghano che non collaborava fu, per ordine dell'agente della Cia responsabile, lasciato nudo sul pavimento della cella per un'intera notte dalle guardie carcerarie afghane. Al mattino l'uomo era morto: ipotermia recita il certificato di morte che fu stilato da un medico dell'agenzia, prima che gli afghani seppellissero l'uomo in un cimitero, senza nessuna lapide e senza avvisare la famiglia. D'altra parte nelle prigioni fantasma non c'è nessuno registro dei detenuti, definiti appunto ghost detainee.

Carestia in Eritrea

L'Eritrea ha un disperato bisogno di assistenza per evitare un'ulteriore aggravamento della diffusa sottoalimentazione causata dalla mancanza di adeguate scorte alimentari, resa ancor piu' drammatica dalla circostanza che il Paese sta vivendo il quarto anno consecutivo di siccita'. E' l'appello lanciato dall'Unicef, di cui riferisce l'Irin, agenzia regionale semiufficiale dell'Onu, ricvevuta a Nairobi. Sempre secondo l'organizzazione Onu per l'infanzia, in tutte e sei le regioni eritree la sottoalimentazione riguarda almeno il 10 per cento della popolazione, ed il 15 in tre di esse. Particolarmente toccati i gruppi piu' vulnerabili quali donne incinte e neonati, circa il 40 per cento dei quali e' sottoalimentato. Molto grave anche il problema dell'acqua. Almeno 120.000 persone (su una popolazione che non arriva a quattro milioni) dipendono totalmente dai rifornimenti che giungono loro abbastanza fortunosamente con camion cisterne.

Congo

Un portavoce della comunità Lendu della provincia orientale dell’Ituri ha accusato i soldati della missione di pace dell’Onu (conosciuta come Monuc) di aver ucciso anche civili durante la vasta operazione militare di martedì scorso contro una fazione armata locale, coinvolta nel massacro di 9 caschi blu. Laary Thwei Batsi, a nome della comunità Lendu (gruppo etnico maggioritario in Ituri) ha denunciato che l’operazione militare delle forze Onu ha provocato 25 morti, tra i quali civili disarmati. “Ci siamo confrontati soltanto con uomini armati che hanno aperto il fuoco su di noi” ha confermato il generale. Un portavoce della Monuc a Kinshasa ha detto che i miliziani “hanno utilizzato i civili come scudi” e per questo motivo “non è possibile escludere né confermare vittime o feriti tra la popolazione locale”.

Aborigeni in Australia

Una delegazione australiana di sostenitori dei diritti umani ha chiesto alle Nazioni unite di rivolgere un severo avvertimento al governo conservatore australiano per il trattamento riservato sia agli aborigeni in stato di arresto, sia ai richiedenti asilo, rinchiusi in remoti campi di detenzione a tempo indefinito mentre viene valutato il loro status o in attesa di essere rimpatriati.

CORRISPONDENZA

Rivolta in Albania

Oltre 100 detenuti rinchiusi nelle celle di sicurezza del commissariato di polizia di Scutari, nel nord dell'Albania, sono in rivolta per protestare contro le loro pessime condizioni di vita. Le 14 celle hanno una capacita' massima di 48 prigionieri, e i 106 uomini che attualmente vi sono stipati sono costretti a dormire a turno poiche' non c'e' spazio per altre brande. I prigionieri hanno inscenato una protesta battendo gli utensili contro le sbarre ma finora non ci sono stati scontri con i poliziotti di guardia. Il ministero dell'Interno ha inviato rinforzi e predisposto un primo piano di evacuazione che sta portando in queste ore al trasferimento presso istituti di pena di alcuni dei reclusi. Da queste stesse celle di sicurezza il mese scorso tre prigionieri riuscirono ad evadere grazie alla complicita' di due agenti: tutti gli evasi sono stati successivamente riacciuffati. La situazione nelle celle di sicurezza dei commissariati, che in gran parte dell'Albania assolvono alla funzione di carcere giudiziario, e' allarmante ovunque. Il problema principale riguarda il sovraffollamento e le pessime condizioni igieniche. La capacita' complessiva delle celle di tutti i commissariati albanesi e' di 803 detenuti, ma nel 2004 le persone recluse erano state 1239. Le organizzazioni internazionali hanno denunciato molti casi in cui le stesse celle ospitano anche minorenni, costretti a convivere con pluripregiudicati. Nel 2001 il parlamento albanese decise di trasferire la competenza delle celle dal ministero dell'Interno a quello della Giustizia, ma fino allo scorso anno questo passaggio di poteri e' stato completato solo in modo parziale. Il problema del sovraffollamento riguarda anche gli istituti di pena: nel 2004 per questa ragione ci furono rivolte e scioperi della fame in almeno 10 fra carceri e commissariati del Paese.

RyanAir condannata

Ryanair, compagnia aerea irlandese a basso costo, e' stata multata 24 mila sterline, circa 36 milioni di euro, per aver ingannato i clienti circa il prezzo 'online' di alcuni voli diretti in Europa. La linea aerea e' stata condannata per quanto riguarda sei avvisi pubblicitari relativi a voli per varie destinazioni in Europa, che non avevano l'indicazione 'tasse escluse'. Il Consiglio della contea di Essex, il comune di cui fa parte l'aereoporto di Stanstead, base di Ryanair, ha precisato di aver portato il caso in tribunale per salvaguardare i consumatori.

Manifestazioni nei Paese Basco

Elkarri, il Movimento sociale per il dialogo e l'accordo nel Paese Basco, ha convocato per questo sabato manifestazioni a Bilbao, Vitoria e San Sebastian per chiedere la fine della violenza dell'Eta e la legalizzazione (del partito politico indipendentista) Batasuna prima delle elezioni regionali del 17 aprile. Elkarri, un'organizzazione indipendente formata da 3.000 soci, aveva dato la sua adesione gia' alla grande manifestazione di sabato scorso a Bilbao organizzata dalla piattaforma 18/98+ contro la violazione di diritti e liberta' fondamentali nel processo in corso a Madrid contro 33 giovani baschi imputati di violenza di piazza a sostegno dell'Eta.

Giornalista Austriaca in turchia arrestata

Una giornalista austriaca, Sandra Bakutz, è stata arrestata e incriminata in Turchia per appartenenza a un'organizzazione illegale di estrema sinistra. La giornalista, corrispondente della radio austriaca "Orange 94.0" e del settimanale tedesco "Jungle Welt", è stata arrestata dalla polizia turca il 10 febbraio scorso all'aeroporto internazionale di Istanbul. Uno dei suoi avvocati si dice convinto che l'inviata sarà prosciolta in tempi brevi. Sandra Bakutz era stata in Turchia per seguire il processo contro 82 attivisti arrestati nel quadro di un'operazione di polizia internazionale condotta l'anno scorso contro il Dhkp-C, il Partito-fronte rivoluzionario di liberazione del popolo, movimento di estrema sinistra, classificato tra le organizzazioni terroristiche da Stati Uniti e Unione europea. Il mandato di arresto si basa su un'informazione rivelata da un giornale turco, secondo il quale la giornalista aveva aiutato un gruppo di attivisti del Dhkp-C durante una manifestazione a Bruxelles contro la visita del ministro turco degli Esteri, Ismail Cem. Accusata di "appartenenza a un'organizzazione clandestina" rischia fino a 5 anni di prigione. La data del suo processo non è stata ancora fissata.

GB : terrorism act

In un breve comunicato, la polizia informa che i sospetti, due uomini di 29 e 30 anni ed una donna di 41 anni, sono stati condotti presso una stazione della polizia di Londra per essere interrogati. Nella zona di Coventry sono state perquisite cinque abitazioni ed un'altra e' ancora sotto perquisizione, si legge nella nota. Secondo i media britannici, i tre sarebbero di origini sud-asiatiche e sono stati arrestati in base alla sezione 41 del Terrorism Act, che stabilisce la possibilita' di arrestare senza mandato chiunque sia ragionevolmente sospettato di terrorismo.

Brevetti software

Il commissario Ue al Mercato interno, Charlie McCreevy non mettera' sul tavolo del Parlamento europeo un progetto rivisto di direttiva sulla brevettabilita' del software, e attende adesso il parere del Consiglio europeo su questo tema per valutare le sue prossime mosse. La questione e' ora nelle mani del Consiglio europeo - ha affermato oggi lo stesso McCreevy durante una conferenza stampa -. Lo scorso maggio i ministri del Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo politico definitivo che avrebbe dovuto essere ratificato dal Consiglio. Ma questo accordo, ha proseguito, non e' stato ancora confermato. Sarebbe il caos, secondo me, se gli Stati membri, avendo raggiunto un accordo politico, decidessero di ritirare il proprio appoggio. Da parte sua, il Commissario europeo - il quale ha incontrato questa mattina i capigruppo al Parlamento Ue - tiene duro. Io non intendo fare un'altra proposta, ha detto oggi. Adesso, speriamo che la proposta venga inserita nell'ordine del giorno del Consiglio competitivita' della settimana prossima - ha concluso -. Se a quel punto non ci sara' un accordo per ratificarla (la proposta), si vedra' il da farsi. Se invece verra' ratificata, la proposta torna al Parlamento ed io valutero' in quella sede i rilievi degli eurodeputati. Di fronte alle forti critiche del Parlamento europeo al progetto di direttiva, McCreevy ha comunque tenuto a precisare: Bisogna dire che questo progetto e' stato presentato dalla precedente Commissione, nel 2002

Tolmezzo: violenza in carcere

"Nel carcere di Tolmezzo, due detenuti sono stati picchiati a sangue nel giro di neanche 24 ore e, come denunciato da una delle vittime, le violenze sarebbero state compiute da alcuni agenti della polizia penitenziaria". E' quanto denuncia il deputato di Rifondazione Comunista, Giuliano Pisapia, che presenterà un'interpellanza al Guardasigilli. "Si tratta di episodi che, se fondati, sarebbero gravissimi: presenterò quindi - annuncia - un'interpellanza urgente (che ho già predisposto) al Ministro della Giustizia per avere al più presto chiarimenti non solo in relazione a quanto sarebbe accaduto nel carcere di Tolmezzo, ma anche rispetto alle iniziative, sempre più urgenti, per evitare che i maltrattamenti e le violenze nei confronti dei detenuti - conclude Pisapia - continuino ad essere una delle componenti fisiologiche della vita carceraria".

Immigrazione

Hanno suscitato scalpore e polemiche le sentenze dei magistrati genovesi Marco Panicucci e Federico Augusto Mazza che hanno assolto in un processo per direttissima due immigrati clandestini sorpresi in Italia malgrado avessero ricevuto l'ordine del questore di lasciare il Paese. Joy Edogiawrie, quarantenne nigeriana di Benin City, e Rachid Massaghri, 19enne marocchino, sono stati assolti, la prima perché non ha dove andare, essendo tutti i suoi amici e la sorella qui in Italia e non ha i mezzi per affrontare le spese di rimpatrio, il secondo perché non era in grado di allontanarsi per mancanza di soldi e per il poco tempo a disposizione. La legge Bossi-Fini prevede che la pubblica amministrazione proceda direttamente alle espulsioni, ospitando, se necessario, i clandestini nei centri di permanenza temporanea fino alla loro partenza. Poiché l'amministrazione non riesce pero' a far fronte a tutte le disposizioni di espulsione e i posti nei centri di accoglienza sono insufficienti, spesso allo straniero viene ordinato di lasciare il Paese con mezzi propri. Se non lo fa entro 5 giorni, viene arrestato, a meno che non abbia un motivo valido. Il dispositivo delle sentenze dei magistrati genovesi e le polemiche che hanno suscitato ruotano attorno a questo aspetto della legge. Chi critica le sentenze fa osservare, infatti, che se la mancanza di soldi è un motivo valido, di fatto la legge Bossi-Fini viene annullata, pochi essendo gli immigrati clandestini provvisti di mezzi finanziari.

Ospedali per sciopero

Domani i camici bianchi ospedalieri incroceranno le braccia e per i cittadini vuol dire che gli ospedali - fatta eccezione per le emergenze, guardie e quant'altro prevede la normativa - saranno off limits. Non e' la prima volta che le 42 sigle sindacali mediche, in modo unitario e che raggruppano oltre 100 mila camici bianchi, scioperano per il rinnovo del proprio contratto di lavoro, scaduto ormai da quaranta mesi. Per assurdo il contratto se si rinnovasse oggi, scadrebbe comunque tra otto mesi, alla fine di quest'anno. I camici bianchi della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria tecnico amministrativa e professionale svolgeranno un sit-in di due ore dalle 11 davanti alla sede delle regioni in via Parigi, a Roma.

Protesta alla Scala

Anche il maestro Riccardo Muti e' stato, insieme al cda del Teatro alla Scala, il bersaglio principale delle critiche rivolte dall'assemblea dei sindacati dell'ente lirico riunitasi questa mattina nella sala storica del teatro. Anche se Renato Zambelli della Cisl ha sostenuto :"il senso di responsabilita' mi dice che se un tavolo di trattative e' stato offerto dal sindaco, vale la pena di sentire che cosa ha da dirci". Ma l'assemblea ha contestato Zambelli e tutti gli altri interventi non hanno lasciato margini a trattative, da Cerri Cimmino della Cgil a Domenico Dentoni della Uil fino ai lavoratori di orchestra, coro e corpo di ballo. Il comunicato del Rsa che chiede l'annullamento degli atti del cda e conferma la decisioni prese, e' stato votato all'unanimita' dall'assemblea con un applauso.

CORRISPONDENZA

Terni

L'accordo per le acciaierie di Terni, siglato sabato 26 dal sindacato nazionale provinciale della siderurgia con la Thyssen Krupp, e' stato approvato dai lavoratori del polo ternano con il 70,1% dei consensi. Per due giorni gli operai e le maestranze delle acciaierie, unitamente alle consociate e controllate (3882 gli aventi diritto; 3053 i votanti, pari al 78,64%) hanno espresso il loro gradimento sull'accordo. Hanno votato positivamente 2140 lavoratori; i no sono stati 696 pari al 22,78%. Le schede bianche 170 (il 5,59%), le nulle solo 47 pari all'1,5%. L'accordo quindi sottoposto a referendum e' stato accolto per il 70,1% dei lavoratori. Mario Ghini della Uilm, responsabile nazionale della siderurgia, ha detto che il sindacato "ha raggiunto una buona intesa che ha salvaguardato l'occupazione e i livelli produttivi. Oggi i lavoratori hanno convalidato l'accordo che da' al sito ternano buone prospettive. Ora tocca - ha concluso - al governo e alle istituzione locali fare la loro parte". Si conclude cosi' un altro passo della vertenza acciaierie che pone un altro tassello positivo sul futuro del polo ternano. Ora i sindacati, ma in particolare i lavoratori, attendono una convocazione a Palazzo Chigi.

CORRISPONDENZA

Alitalia

Il prossimo 17 marzo i lavoratori del settore informatico di Alitalia aderenti al Cub (Confederazione unitaria di base) sciopereranno per protestare contro "il progetto di societarizzazione e terziarizzazione, i processi di precarizzazione del rapporto di lavoro, la privatizzazione e l'outsourcing in atto nella DSR, il peggioramento delle condizioni lavorative, la minaccia occupazionale". L'astensione dal lavoro sarà di 4 ore, dalle 13 alle 17 per il personale dei settori operativi (sale macchine e supervisioni) e di 4 ore a fine turno per il personale dei settori non operativi "Il progetto aziendale di dismissione della divisione informatica Alitalia - afferma il Cub in una nota - risulta, peraltro, insostenibile ed inaccettabile anche dal punto di vista industriale. Tale scelta infatti comporta una perdita del controllo dei delicati processi funzionali propri del Trasporto Aereo italiano e della gestione dei suoi dati nonché un aumento dei costi dei servizi informatici che la Compagnia dovrebbe acquistare qualora cedesse il settore. La volontà di fare cassa del management AZ attraverso la vendita della divisione informatica della Compagnia rappresenta l'ennesimo pedaggio che Alitalia vorrebbe pagare per l'ingresso nella holding controllata da Air France: un prezzo troppo alto, l'ennesima scelta di deindustrializzazione del nostro Paese". La Cub ha inoltre organizzato un'assemblea dei lavoratori per venerdì 11 marzo, dalle 14 alle 16 di fronte al centro direzionale di Alitalia.

Serpica Naro

concluse le sfilate di Milano

CORRISPONDENZA

Bond Argentini

Sul fronte dei bond argentini Altroconsumo e' pronta ad aprire vertenze con le banche, raccogliendo piu' casi possibili. E' questa la posizione espressa dall'associazione dei consumatori, che ha partecipato al sit-in davanti a palazzo Chigi contro la riforma del risparmio. La protesta e' contro i corresponsabili coinvolti nella vicenda: il Governo argentino, il Governo italiano, la Consob, la Banca d'Italia e le banche. Secondo Altroconsumo, in particolare, l'Argentina dovra' essere costretta a riaprire la trattativa, migliorandola, con coloro che non hanno aderito all'offerta iniziale. Al Governo italiano si chiede invece dove e' finita la proposta di legge che prevedeva che l'onere di parte del rimborso dei titoli argentini fosse a carico del sistema bancario e che eserciti pressioni politiche e diplomatiche per obbligare il Governo argentino a tornare sui propri passi. Altroconsumo richiama anche il sistema bancario alla propria responsabilita': Le banche devono tener fede alla promessa di finanziare le cause contro lo Stato argentino. Quanto, infine, alla Banca d'Italia e alla Consob, Altroconsumo sottolinea che la prima ha permesso che la banche si liberassero dei titoli rifilandoli alla clientela, la seconda non e' intervenuta sull'eventualita' di bloccare l'offerta argentina. Secondo un'indagine tra i 6000 risparmiatori seguiti da Altroconsumo, il 70% ha dichiarato di aver comprato i titoli su consiglio della banca e l'80% ha dichiarato di non essere stato avvertito dall'istituto del rischio connesso.

Milano: attacchi a AN

Una bomba carta e' stata lanciata questa mattina contro l'ufficio elettorale del consigliere regionale della Lombardia Pier Gianni Prosperini di Alleanza nazionale candidato alle prossime elezioni regionali. L'esplosione, avvenuta intorno alle 5.50 in corso Vercelli 2 a Milano, ha provocato lievi danni alla porta a vetri dell'entrata. Sul posto sono intervenuti gli uomini delle Volanti, la polizia scientifica per i rilievi e la Digos. E' il secondo attentato in cinque giorni contro gli uffici elettorali di An

Inquinamento a roma

C'e' benzene nell'aria della capitale. A rilevarlo e' stata la campagna del Treno Verde di Legambiente, Trenitalia e RFI (Rete ferroviaria italiana), realizzata anche con il contributo di Energia e Corepla, nella settimana tra l'11 e il 18 febbraio e nelle giornate del 16, 17 e 18 febbraio scorso. Le misurazioni, effettuate con campionamenti ambientali, vale a dire con postazioni fisse, e con campionamenti personali, vale a dire con rilevatori 'indossati' da tre persone che si spostavano per la citta', hanno, infatti, registrato due valori su quattro al di sopra dei limiti di legge. Il quadro della concentrazione di benzene nella capitale non e', dunque, rassicurante: 8,5mg/m3, 11mg/m3 e 13mg/m3 sono i valori dei campionamenti personali e 4,5mg/m3 quello ambientale. Una situazione preoccupante se si considera che e' 10 mg/mc il limite giornaliero previsto dalla legge per il 2005 e che e' previsto il raggiungimento graduale, entro il 2010, del limite di 5 mg/mc. Il monitoraggio e' stato effettuato utilizzando un campionatore passivo il 'radiello' (brevettato dalla Fondazione Maugeri di Padova ed analizzato dall'Istituto Sperimentale di RFI), che e' stato posizionato nel caso del campionamento ambientale in un'edicola di Via Nazionale (angolo Via del Boschetto) dando nel corso della settimana tra l'11 e il 18 febbraio il valore piu' basso, di 4,5mg/m3 Allarmante invece il valore di 13mg/m3 , quello piu' alto di tutti i monitoraggi effettuati, registrato da un volontario che ha indossato il radiello per 7 ore circa, spostandosi da Via Pico della Mirandola a Piazza Risorgimento e passeggiando per Via Appia Nuova.

Univ chiusa per freddo

Una lezione sospesa per il 'troppo freddo'. Questa l'originale notizia che arriva dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università La Sapienza di Roma. Un vecchio guasto tecnico all'impianto di riscaldamento dell'Aula 1, unito alla forte ondata di freddo che ha colpito la capitale in questi giorni, ha indotto infatti il Prof. Ferruccio Marotti a sospendere la lezione di Storia del Teatro. Il problema dell'Aula 1 era già stato sollevato e quindi girato alla presidenza ed al rettorato. Il prof. Marotti, che già in precedenza aveva fatto presente i disagi tecnici di uno degli spazi principali della Facoltà, ha giustamente scelto la strada della sospensione della lezione, ritenendo non ci fossero le condizioni climatiche e di sicurezza necessarie per la prosecuzione. E' la dichiarazione ufficiale del dott. Francesco Rea, tra i responsabili dell'Ufficio Stampa dell'Università La Sapienza. E' fuori dubbio che l'impianto di riscaldamento debba essere rimodernato - ha proseguito Rea - non solo nell'Aula 1, ma in molti spazi della Facoltà adibiti alle lezioni. La presidenza è già stata avvertita e si sta cercando di intervenire in tempo utile. Purtroppo il grande freddo di questi giorni, insieme a qualche problema di obsolescenza nel settore tecnico, hanno creato i disagi che hanno indotto il prof. Marotti, giustamente, ad interrompere la lezione in corso.

gror050303 (last edited 2008-06-26 10:07:12 by anonymous)