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G.R. 9,30

IRAQ

ATTENTATO A BAGHDAD: E' di almeno tre morti e oltre 30 feriti l'ultimo bilancio dell'attentato suicida messo a segno questa mattina nel centro di Baghdad. Un attentatore suicida si è fatto esplodere a bordo di un camion della spazzatura nei pressi di un hotel che ospita contrattisti occidentali e della sede del ministero iracheno dell'Agricoltura. Funzionari dell'ospedale al Kindi hanno riferito di aver ricevuto tre morti e cinque feriti. Nell'ospedale Ibn al Nafis sono stati ricoverati almeno altri 27 feriti, stando a quanto dichiarato dal medico Falleh al-Jubouri. Un funzionario della polizia, Mazin Hamid, ha precisato che l'esplosione è avvenuta nel parcheggio situato tra l'hotel Sadeer e il ministero. L'albergo è stato più volte preso di mira dai terroristi. Colpi di armi automatiche sono stati uditi prima e dopo la deflagrazione. La polizia ha riferito che un gruppo di ribelli, con l'uniforme della polizia, ha prima ucciso a colpi di arma da fuoco l'addetto alla sicurezza all'entrata del ministero, quindi ha dato il via libera all'autocarro. "Quattro guardiani del ministero hanno aperto il fuoco senza riuscire a fermare il veicolo che è esploso vicino all'edificio", ha riferito un guardiano del ministero. Sul posto sono al lavoro i vigili del fuoco per cercare di spegnere l'incendio nell'edificio, mentre le ambulanze stanno recuperando i feriti. Le forze Usa hanno isolato la zona, mentre due elicotteri sorvolano l'area. L'esplosione è avvenuta all'alba, a poca distanza da piazza Firdous, dove un tempo era eretta la statua di Saddam, abbattuta il 9 aprile del 2003.

ATTACCATO BUS DIPENDENTI SOCIETA' KUWAIT - Nella mattinata di oggi a Baghdad non si e' registrato soltanto l'attacco coordinato nel centro della citta' contro il ministero dell'Agricoltura e contro l'hotel 'al-Sadeer', utilizzato dalle forze dell'ordine irachene e da molto 'contractor' stranieri, che fungono anche da istruttori per gli agenti. Pressocche' contemporaneamente un'auto-bomba e' saltata in aria nel quartiere di Baladiyat, senza peraltro provocare vittime e causando soltanto danni di lieve entita'. Ben diverso l'esito di un assalto sferrato da ignoti individui armati contro un mini-bus che stava portando al lavoro un gruppo di dipendenti di una societa' kuwaitiana: un passeggero e' stato ucciso e altre tre feriti. Assai piu' pesante, comunque, il bilancio dell'attentato al ministero e all'albergo, situati entrambi nei pressi di viale Saddoun, principale arteria commerciale nella capitale: oltre a uno o due kamikaze, a seconda delle versioni, hanno perso la vita anche due guardie di sicurezza; 31 i feriti, tutti a quanto pare loro colleghi. In fiamme ambedue gli edifici e numerosi veicoli in sosta.

PALESTINA

GRUPPI PALESTINESI CONCORDANO SOSPENSIONE ATTACCHI CONTRO ISRAELE - Tutti i gruppi militanti palestinesi hanno concordato una sospensione degli attacchi terroristici contro bersagli situati entro i confini precedenti il 1967 di Israele, per facilitare i negoziati in corso. A dare l'annuncio e' stato il consigliere per la sicurezza nazionale palestinese, Jibril Rajoub, parlando alla radio israeliana. Esiste un accordo tra i palestinesi per la fine degli attacchi contro Israele entro la Green Line, il confine che divide Israele dai Territori, ha affermato. Le fazioni palestinesi, ha poi aggiunto, hanno anche concordato un cessate il fuoco temporaneo per consentire negoziati tra il governo israeliano e l'Autorita' Palestinese. Posso promettere a chiunque che gli attacchi all'interno della Green Line sono parte del passato, ha affermato Rajoub, auspicando che il popolo ed il governo israeliani comprendano che non vi e' una soluzione militare al conflitto, ma solo politica- due stati per due popoli

GAZA; RAZZO CONTRO COLONIA, NESSUNA VITTIMA - Un razzo Qassam e' stato sparato da militanti palestinesi contro la colonia israeliana a sud di Gaza), dove e' esploso senza provocare vittime. Lo ha riferito la radio militare israeliana secondo cui l'episodio e' avvenuto la scorsa notte, poco dopo l'incontro al valico di Erez (presso Gaza) fra il presidente palestinese Abu Mazen e il ministro israeliano della difesa Shaul Mofaz.

LIBANO Il Parere dei giornali arabi ASHARQ AL AWSAT, giornale panarabo edito a Londra, dedica il titolo di apertura all'imponente manifestazione di Beirut: "Hezbollah mostra i muscoli: Il Libano non è l'Ucraina", "Nassrallah ha detto: Sharon ha distrutto Beirut ed Assad l'ha difesa. Ha ringraziato la Siria, respinto la risoluzone dell'ONU 1559 ed ha chiesto la verità su l'assassinio di Hariri". Adombra il sospetto che numerose "Corriere hanno trasportato manifestanti dalla Siria".

AL QUDS AL ARABI, quotidiano palestinese edito a Londra, titola sulla manifestazione pro siriana degli Hezbollah a Beirut, "Nassrallah: La flotta americana sarà sconfitta se torna sulle spiagge del Libano", "Hezbollah arruola un milione di persone per esprimere fedeltà alla Siria e per respingere interventi stranieri". Editoriale: "Il confronto di democrazie in Libano- Il milione di ieri ha ribadito la vittoria della democrazia della resistenza su quella di Bush"

E DI QUELLI usa THE WASHINGTON POST - In primo piano la dimostrazione filosiriana a Beirut: "I sostenitori della Siria manifestano in Libano". Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ammonisce gli Stati uniti e l'opposizione libanese a non destabilizzare il paese.

BOLIVIA

Il Parlamento della Bolivia ha respinto durante la notte e con voto unanime le dimissioni presentate domenica scorsa dal presidente Carlo Mesa in seguito alle manifestazioni di protesta che stavano paralizzando il Paese. Mesa resterà dunque al potere fino all'agosto del 2007, quando scadrà il suo mandato. Prima della votazione del Parlamento, il presidente aveva sottoscritto un accordo con le principali forze politiche del Paese per garantire la governabilità attraverso una tregua sociale. L'accordo è stato firmato da tutti i partiti boliviani, eccetto il partito d'opposizione Movimento al socialismo (Mas) di Evo Morales e il Movimento indigeno Pachakuti (Mip) di Felipe Quispe, i quali hanno comunque votato perché Mesa restasse al governo. In un appello lanciato proprio a Morales, suo principale oppositore, Mesa gli ha chiesto di "unirsi allo sforzo nazionale" riconoscendogli "una radice patriottica e di impegno per il bene della Bolivia", ma allo stesso tempo ha chiesto a tutti i boliviani di manifestare oggi "per opporsi alla politica dei blocchi stradali". I parlamentari hanno poi approvato un disegno di legge che aumenta le quote, destinate a restare nel Paese, degli introiti derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti di petrolio e di gas naturale. L’iniqua ripartizione dei proventi degli idrocarburi e la gestione di servizi pubblici (come l'acqua) affidata a società straniere sono all’origine della nuova protesta di massa che aveva indotto Mesa a rinunciare all’incarico, piuttosto che far intervenire l'esercito e riproporre la stessa situazione che nell'ottobre del 2003 portò alla sua ascesa al potere. Mesa, infatti, prese il posto del dimissionario Gonzalo Sanchez de Lozada che decise di sedare nel sangue analoghe proteste sociali.