Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario:

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto:


Gr 13:00

In primo Piano

IRAQ

NUOVO ATTENTATO NEL NORD A POCHI GIORNI DA PRESENTAZIONE GOVERNO

Almeno 9 soldati iracheni della forza di protezione delle installazioni petrolifere di stanza a Kirkuk, nel nord del Paese, sono rimasti uccisi a causa dell’esplosione di un ordigno mentre cercavano di disinnescarne un altro: è accaduto nei pressi di un oleodotto una quindicina di chilometri fuori città; altri 4 soldati iracheni sarebbero rimasti feriti. Si è aperta così l’ennesima mattinata di attentati, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo, almeno stando a quanto dichiarato dal primo ministro incaricato Ibrahim Jaafari, secondo cui nel fine settimana o al massimo all’inizio della prossima dovrebbe essere presentato un “governo forte e pluralista, in cui potranno riconoscersi le forze di tutto lo spettro politico”. Nel frattempo, ripartito per gli Stati Uniti – dopo la visita a sorpresa di ieri – il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld (oggi atteso in Afghanistan), è sbarcato questa mattina all’aeroporto di Baghdad il suo vice, Robert Zoellick, ripartito immediatamente con una forte scorta per Falluja, dove sta discutendo della ricostruzione della città, devastata lo scorso novembre da un duro attacco aereo e terrestre degli Stati Uniti contro gli insorti. Per Washington diventa fondamentale, a questo punto, ricompattare le file dell’alleanza internazionale e cercare di venire prima possibile a capo della rivolta irachena, visto che la Polonia ha confermato l’intenzione di ridurre a luglio da 2.500 a 1.700 uomini il suo contingente, e di ritirarsi entro la fine dell’anno dal Paese arabo.

In questo quadro si contano nove soldati iracheni, tra cui un ufficiale, sono morti nell'esplosione di una bomba a Kirkuk. I militari cercavano di neutralizzare un altro ordigno piazzato su un oledotto. Lo ha annunciato la polizia.

Un ex dirigente del Baath, il partito al potere in Iraq prima dell'occupazione anglo-americana, e' stato ucciso lunedi' sera a Jalawa. Lo hanno reso noto fonti militari irachene secondo le quali l'uomo, Mahmoud Jassem Shattie, al momento dell'agguato era in compagnia del nipote e di un altro parente, anche loro caduti sotto il fuoco dei killer. I corpi dei tre sono stati ritrovati crivellati di colpi da una pattuglia dell'esercito.

Nel loro colloquio il ministro degli esteri e vicepremier italiano Fini e il vicepresidente Usa hanno soprattutto parlato di Iraq e di Medio Oriente constatando la 'sostanziale identita' di vedute' tra Usa e Italia, mentre la questione della riforma dell'Onu e' stata solo accennata. Sulla vicenda Calipari, Fini ha detto che l'indagine della commissione mista italo-statunitense sta procedendo positivamente ma che serve tempo.

ESTERI

LIBANO

TRENT’ANNI FA LA GUERRA CIVILE, OGGI GIORNATA DELL’UNITÀ NAZIONALE

Una gigantesca bandiera libanese composta da 18 drappi che simboleggiano le altrettante comunità presenti nel Paese dei Cedri dovrebbe essere piantata oggi vicino alla tomba dell’ex-primo ministro Rafik Hariri, ucciso a metà febbraio, nel giorno in cui l’anniversario dei trent’anni dell’inizio della guerra civile – era il 13 aprile 1975 – è stato trasformato in una ‘Giornata dell’unità nazionale’. La proposta di questa celebrazione era stata lanciata da Bahia Hariri, sorella del defunto ex-capo del governo e portavoce dell’opposizione: in questi giorni migliaia di musulmani, cristiani e drusi libanesi si sono ritrovati a seguire una serie di eventi commemorativi, discussioni e concerti sulla Piazza dei Martiri, nel centro di Beirut, nella zona che ai tempi del conflitto era divisa dalla ‘linea verde’. Intanto il governo siriano ha iniziato una parziale smobilitazione, promettendo di portarla a termine entro la fine di aprile. Sul piano politico, intanto, Beirut è da sei settimane senza governo: lunedì il premier incaricato Omar Karame – un sunnita filo-siriano costretto alle dimissioni il 28 febbraio anche per le proteste di piazza dell’opposizione – non è riuscito a formare il nuovo esecutivo, in uno scenario che presenta ancora molte incertezze. Karame ha annunciato di volersi prendere una fase di riflessione di due giorni. Il rischio, secondo alcuni osservatori, è che l’importante appuntamento elettorale previsto alla fine di maggio possa essere rinviato, con conseguenze politiche e reazioni per ora non prevedibili. “Oggi, nell’anniversario della guerra civile – si legge in un editoriale non firmato del quotidiano ‘Daily Star di Beirut – è evidente il cambiamento in quello che può essere chiamato il popolo libanese. Questa profonda trasformazione si è mostrata nel corso degli ultimi 50 giorni, dall’assassinio dell’ex primo ministro Hariri”.

ARGENTINA

STRAGE CARCERE CORONDA, NON È STATA RIVOLTA MA CACCIA ALL’UOMO

All’indomani della rivolta di almeno 300 carcerati nel penitenziario di Coronda, località circa 440 chilometri a nord-ovest della capitale Buenos Aires, costata la vita a 13 reclusi, nuovi tragici particolari sono stati rivelati dalle forze di polizia che, dopo le prime indagini e l’interrogatorio di alcuni detenuti, hanno scoperto che la strage della scorsa notte è stata provocata da un vero e proprio regolamento di conti tra bande criminali rivali, conclusosi con un’impietosa caccia all’uomo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i tumulti cha hanno coinvolto almeno la metà dei padiglioni del carcere sono stati scatenati dallo scontro tra reclusi appartenenti alla banda di Santa Fe (capitale della provincia) e quelli che hanno aderito alla gang di Rosario. Il movente, forse, è rappresentato dall’omicidio, avvenuto la scorsa settimana, di uno dei capi dei ‘santafesinos’ da parte di un sicario dei ‘rosarinos’; appena ha potuto, il clan di Santa Fe ha dato vita a una vera caccia all’uomo contro i rivali di Rosario, conclusasi con l’assassinio di 13 appartenenti alla banda avversaria. Tutte le vittime sono morte per colpi di arma da taglio: una ha subito addirittura 30 pugnalate; solo due di loro, agonizzanti, sono decedute dopo che i sicari hanno dato fuoco ai loro corpi. Il bilancio parla anche di sei feriti, tre dei quali gravi. Il carcere di Coronda si trova 45 chilometri a sud della città di Santa Fe e ha una popolazione carceraria di circa 1.400 persone, contro le 1.000-1.100 previste dalla legge.

KATMANDU

Sarebbero salite a 148 le vittime, tutti ribelli, degli scontri tra l'esercito nepalese e i guerriglieri maoisti.Lo sostiene l'esercito nepalese. I militari nepalesi affermano anche che almeno 300 ribelli feriti sarebbero morti. Nella notte tra giovedi' e venerdi' scorso l'esercito nepalese aveva risposto all'assalto di centinaia di ribelli, che tentano da anni di rovesciare la monarchia di re Gyanendra, contro la base militare di Khara nel distretto di Rukum.


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali


Torna a inizio pagina