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In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

PRIMO PIANO JIHAD

In primo Piano ’’’Roma: il compagno Jihad resta rinchiuso al cpt di Ponte Galeria’’’ (da: Forum Palestina; audio)

Il giudice di pace ha sospeso l’espulsione di Jihad Mohammad Issa in attesa del pronunciamento del tribunale ordinario, previsto per il prossimo 7 luglio, ma ha disposto che rimanga trattenuto nel CPT romano di Ponte Galeria, dove è stato rinchiuso dopo aver scontato 20 anni di carcere nel nostro Paese. L’avvocato di Jihad è stata molto critico sulla decisione del giudice di pace, rilevando che comunque il problema resta la legge Bossi – Fini, che mantiene aperta la possibilità che il palestinese possa ancora essere espulso verso Paesi dove la sua stessa vita sarebbe a rischio, nonostante si trovi in Italia da vent’anni, abbia un lavoro e una residenza e non abbia mai mostrato di essere un pericolo per la nostra società. Per tutti questi motivi, è stata presentata per Jihad la richiesta di asilo politico e verrà inviato un ricorso alla corte europea per i diritti umani di Strasburgo.

1) Libano: Hariri vince le elezioni. Attentato anticomunista.

Un esponente anti-siriano sarebbe morto stamani in un’esplosione a Beirut: lo si apprende da agenzie internazionali che citano testimoni e fonti della polizia. Stando alle prime informazioni l’attentato avrebbe ucciso sul colpo Gorge Hawi, ex-responsabile del Partito comunista libanese. In caso di conferma dell’identità della vittima, si tratterebbe del secondo omicidio di un esponente del fronte anti-Damasco, dopo l’uccisione il 2 giugno scorso di Samir Kassir, uno dei più conosciuti giornalisti anti-siriani del Libano. L’episodio di oggi avviene a due giorni dalla fine dei quattro turni elettorali, che hanno assegnato la vittoria al composito fronte anti-siriano, guidato da Saad Hariri, figlio dell’ex-premier Rafik, ucciso lo scorso 14 febbraio. Per l'assassinio sono state arrestate cinque persone, accusate di esserne gli esecutori.

2) Iran: il regime nega i brogli ma chiude i giornali

Per il regime iraniano, non ci sarebbero stati brogli al 1/o turno delle elezioni presidenziali. Viene, quindi, confermato il ballottaggio del 24/06. Sono stati, intanto, chiusi due giornali che si apprestavano a pubblicare la denuncia di brogli diretta all'ayatollah Ali Khamenei da parte dell'ex presidente del Parlamento, Mehdi Karrubi, escluso dal ballottaggio. Il nuovo conteggio parziale dei voti, avrebbe pienamente confermato i risultati ufficiali, che hanno promosso al ballottaggio l'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani e Mahmud Ahmadinejad.

3) ZAPATISTI DECRETANO ‘ALLERTA ROSSA’ E INVITANO ATTIVISTI A LASCIARE IL CHIAPAS

Fa sorgere molti dubbi un comunicato nel quale l'Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) avrebbe decretato lo stato di “allerta rossa generale in tutto il territorio ribelle” annunciando la chiusura di tutti i ‘caracoles’, le comunità indigene, e delle ‘giunte del buon governo’ delle comunità autonome di Oventik, La realidad, La Garrucha, Morelia e Roberto Barrios. Il testo è datato 19 giugno, maè stato reso noto ieri, a firma del ‘comando generale’ del gruppo guerrigliero. L’Ezln non fornirebbe spiegazioni sui motivi dell’allerta, la prima dopo 8 anni, ma dichiarerebbe che “d’ora in poi per un tempo indefinito lavorerà clandestinamente” per garantire l’incolumità dei suoi membri. Nel comunicato, inoltre, si annuncia la chiusura delle trasmissioni la "Voce dei senza voce" e si invita “tutti i rappresentanti della società civile e gli stranieri che collaborano ai progetti di cooperazione nelle comunità sotto il controllo zapatista ad abbandonare il territorio in rivolta”. Il comunicato giunge a 24 ore da un’altra nota in cui il ‘subcomandante’ Marcos critica duramente il sindaco di Città del Messico, Andrés Manuel López Obrador, tra i più accreditati alla vittoria alle elezioni presidenziali del 2006, e annuncia la rottura del dialogo con l’amministrazione del Chiapas.

4) brasile: armi riciclate “Trasformiamo gli strumenti di morte in strumenti di vita e creatività”: con queste parole, il ministro della Cultura brasiliano Gilberto Gil ha inaugurato a Rio de Janeiro un parco giochi per bambini costruito interamente con armi riciclate. Situato nel sobborgo povero di Nova Iguazú, teatro a fine marzo di un’incursione della polizia costata la vita a 29 persone, il parco è dotato di altalene e scivoli realizzati col ferro fuso di pistole e fucili consegnati dagli stessi abitanti nell’ambito della campagna di disarmo volontario avviata nella metropoli carioca nell’agosto 2004. Si tratta del secondo parco giochi del genere costruito nel Paese, dopo quello inaugurato all’inizio dell’anno a San Paolo. La campagna di disarmo voluta dal governo di Brasilia ha permesso finora di ritirare dalla circolazione 360.000 armi e di ridurre il numero di feriti per arma da fuoco dal 10% a Rio e del 7% a San Paolo. Entro l’anno è in programma la convocazione di un referendum con cui i brasiliani saranno chiamati a decidere sull’eventuale divieto della commercializzazione di armi nel Paese.

ITALIA

5) Sgombero LSO Questa mattina alle 6:30 circa Polizia e Carabinieri hanno fatto irruzione nello stabile di Via Elba 5 a Torino, diventato nuova sede del Laboratorio Sociale da circa sei mesi. Con quest' ultimo sgombero si raggiunge il settimo in due anni.

6) Ancora sbarchi a Lampedusa

Ancora sbarchi della disperazione a Lampedusa. 159 migranti sono sbarcati sull'isola di Lampedusa e sono stati trasferiti in un centro di prima accoglienza. La loro imbarcazione, una carretta del mare di circa 10 metri, era stata avvistata al largo dell'isola stamattina.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

Libano: Hariri vince le elezioni. Attentato anticomunista

Un esponente anti-siriano sarebbe morto stamani in un’esplosione a Beirut: lo si apprende da agenzie internazionali che citano testimoni e fonti della polizia. Stando alle prime informazioni l’attentato – provocato a quanto pare da un ordigno deflagrato contro una vettura nella zona di Wata Musatibi – avrebbe ucciso sul colpo Gorge Hawi, ex-responsabile del Partito comunista libanese. In caso di conferma dell’identità della vittima, si tratterebbe del secondo omicidio di un esponente del fronte anti-Damasco, dopo l’uccisione il 2 giugno scorso di Samir Kassir, uno dei più conosciuti giornalisti anti-siriani del Libano. L’episodio di oggi avviene a due giorni dalla fine dei quattro turni elettorali, che hanno assegnato la vittoria al composito fronte anti-siriano, guidato da Saad Hariri, figlio dell’ex-premier Rafik, ucciso il 14 febbraio a Beirut in un attentato. L'alleanza antisiriana guidata da Saad Hariri ha vinto le elezioni in Libano: lo ha annunciato il ministro dell'interno libanese Hassan Sabeh. L'alleanza guidata dal figlio dell'ex premier assassinato ha conquistato la maggioranza assoluta in parlamento nelle prime elezioni tenute in Libano negli ultimi 33 anni senza la presenza siriana. L'alleanza e i suoi alleati hanno ottenuto 72 deputati, su un totale di 128.

Iran: il regime nega i brogli ma chiude i giornali

Per il regime iraniano, non ci sono stati brogli al 1/o turno delle elezioni presidenziali. Viene quindi confermato il ballottaggio del 24/06. Intanto sono stati chiusi due giornali che si apprestavano a pubblicare la denuncia di brogli diretta all'ayatollah Ali Khamenei da parte dell'ex presidente del Parlamento, Mehdi Karrubi, escluso dal ballottaggio. Il Consiglio dei Guardiani ha concesso una riconta dei voti, limitata a 100 urne, ma nessuna irregolarita' e' stata riscontrata. Un gruppo finora sconosciuto ha detto di aver rapito un agente segreto iraniano e ha minacciato di mozzargli la testa. I rapitori chiedono alle autorita' iraniane la liberazione di alcuni suoi esponenti. Un video, diffuso dalla tv Al Arabiya, mostra 4 uomini armati accanto all'ostaggio, identificato come Shahab Mansuri. Il gruppo di rapitori, che ha dato un ultimatum di tre settimane, si definisce 'Organizzazione dei Soldati di Dio'.

Sharon arresta in palestina ma viene attaccato dalla sua destra

Un estremista israeliano di destra si e' lanciato contro il convoglio del premier Ariel Sharon: ha urtato un'auto poi e' stato arrestato. Lo ha riferito la televisione Canale 10. Il premier e' rimasto illeso, ma l'episodio -secondo l'emittente- ha destato grande preoccupazione fra le guardie del corpo. Quando mancavano poche ore al vertice di Gerusalemme tra il premier israeliano, Ariel Sharon, e il presidente palestinese, Mohamud Abbas, l'esercito israeliano ha arrestato cinquanta militanti della Jihad islamica in diverse retate condotte in Cisgiordania, in risposta alla serie di attacchi rivendicati dal movimento radicale. L'operazione, la prima del genere negli ultimi sei mesi, e' scattata nel cuore della notte: 36 sono stati gli arresti nel sud della Cisgiordania, di cui 24 a Hebron e 12 a Betlemme; altri 14 nel nord, di cui 6 a Ramallah, 4 a Qalqilya e altrettanti a Jenin.

ITALIA


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