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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

ESPLOSIONI, AGGUATI E VITTIME NELLA ZONA DI BAGHDAD

Almeno 27 morti è il bilancio provvisorio dell’ennesima giornata di esplosioni, agguati e omicidi avvenuti oggi a Baghdad e in altre località irachene, in un crescendo di violenze che includono anche ritorsioni tra sciiti e sunniti. Una bomba è deflagrata fuori da una moschea sunnita a Khalis uccidendo 4 persone e provocando 15 feriti, secondo il rapporto ancora non definitivo delle forze dell’ordine. A Yarmuk, sobborgo a ovest della capitale, due poliziotti sono stati uccisi e un terzo ferito mentre erano di pattuglia. A Baghdad una panetteria nel quartiere sunnita di Saydia è stata attaccata da ignoti che hanno ucciso a colpi di arma da fuoco quattro lavoratori; quando la polizia è accorsa sul posto, una bomba è esplosa uccidendo un’agente. In un altro quartiere della capitale, al-Mansur, tre poliziotti sono stati uccisi e un quarto ferito in un agguato contro la loro pattuglia. Inoltre, 15 corpi senza vita e con segni di tortura, sono stati rinvenuti oggi in diverse zone della capitale, lo hanno rivelato fonti della sicurezza. A Bassora, città a maggioranza sciita, un sunnita è stato assassinato mentre usciva da una moschea; nei pressi della stessa città, un soldato danese ha perso la vita quando il mezzo su cui viaggiava è saltato su una mina. L’aggravarsi della situazione, ha spinto il presidente iracheno Jalal Talebani ad anticipare oggi la riunione prevista per domani con i principali capi dei diversi gruppi politici per superare le divergenze sulla candidatura del premier uscente Ibhraim Jaafari al capo del nuovo esecutivo. Ieri oltre 50 persone hanno perso la vita in Iraq; tra esse 25 (10 civili e 15 soldati) sono state uccise in un attentato suicida con un autobomba fatta esplodere davanti all’ufficio anticriminalità del ministero dell’Interno nel centro di Baghdad.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

SOMALIA: ASPRI COMBATTIMENTI A MOGADISCIO, DECINE I MORTI

Aspri combattimenti nella zona nord di Mogadiscio tra fazioni rivali somale legate alle corti islamiche e alla nuova alleanza contro il terrorismo hanno fatto almeno 90 morti e centinaia di feriti negli ultimi tre giorni. Lo hanno riferito testimoni ed emittenti locali. La radio 'Voce della Democrazia' ha affermato che soltanto nei combattimenti di oggi vi sono stati 29 morti; centinaia di persone sono fuggite dalla capitale, dove gran parte dei negozi e' rimasta chiusa. Donne e bambini hanno cercato riparo verso le zone meridionali, lontano dai combattimenti. A contrapporsi sono gli uomini di Haji Abukar Omar Adan, delle corti islamiche, e le milizie del signore della guerra Bashir Raghe Shirar, cofondatore della Coalizione contro il terrorismo (Arpct) che si oppone alla crescente influenza del primo. "Dopo una mattinata di relativa calma sono ripresi gli scambi con l'artiglieria pensante", ha riferito un testimone. Il consiglio degli anziani sta tentando di mediare una tregua che potrebbe entrare in vigore a breve. "Gli anziani potrebbero fare accettare un cessate-il-fuoco in serata, perche' i contendenti sono molto stanchi e hanno subito molte perdite", ha detto uno dei mediatori. La spirale di violenza si e' acuita in seguito alla recente costituzione dell'Arpct, formata dai signori della guerra; sul versante opposto le corti islamiche, contrarie al ritorno delle istituzioni a Mogadiscio. Nei giorni scorsi una fonte riferi' che l'Arpct avrebbe intavolato "trattative segrete" con agenti statunitensi con l'obiettivo di tenere fuori dalla Somalia elementi provenienti da al-Qaeda.

FRANCIA: STALLO NEI NEGOZIATI SINDACATI-GOVERNO SU CPE

Stallo nei negoziati tra governo francese e parti sociali sul discusso Contratto di primo impiego. L'iniziativa lanciata dal premier Dominique de Villepin per discutere un compromesso con i sindacati sulla controversa riforma del mercato del lavoro, che ha visto sfilare gli studenti per le strade di tutto il Paese, appare votata al fallimento, con le parti arroccate su posizioni inconciliabili. Non abbiamo ancora convinto il primo ministro a ritirare il Cpe, ha ammesso al termine del primo round di colloqui Bernard Thibault, leader della Cgt.

Francia, esplode scuola di chimica muore un docente, una giovane ferita

Un morto e un ferito: questo il bilancio di un'esplosione che ha distrutto in gran parte la Scuola superiore nazionale di chimica di Mulhouse, nell'est della Francia (quasi al confine con la Svizzera). La deflagrazione, che è stata udita a chilometri di distanza, si è verificata intorno alle 12.30, provocando un incendio nell'edificio, e una colonna di fumo nero che ha coperto la zona. Scattato il "piano rosso" d'emergenza, sul posto sono accorse ambulanze e camionette dei vigili del fuoco, che in meno di due ore hanno spento il rogo.

Dall'edificio, frequentato da 650 tra professori e studenti, sono state fatte uscire circa 150 persone: "Indenni ma sotto shock", ha spiegato uno dei vigili del fuoco. Poi sono state condotte in una palestra dove sono giunti medici e psicologi.

Fondato nel 1822, quello di Mulhouse è il più antico istituto superiore di chimica del paese; le sue ricerche si concentrano nel settore tessile e delle tinture. L'esplosione, le cui cause non sono ancora chiare, si è verificata nel seminterrato dell'edificio, in un laboratorio. "Abbiamo sentito un grande boato, e poi vetri che andavano in frantumi" ha raccontato uno studente che si trovava in un istituto vicino.

La vittima è un professore di 40 anni, il suo corpo è stato rinvenuto sotto alle macerie, ha spiegato un portavoce dei vigili del fuoco, il quale ha anche precisato che la persona ferita è una ragazza che, ricoverata in ospedale, non è in pericolo di vita. C'è inoltre un ferito leggero, e comunque il bilancio è stato nettamente ridimensionato rispetto alle prime ore, durante le quali gli uomini dei soccorsi avevano parlato di "numerose vittime" e di "una quindicina di dispersi".

USA: DEFINITO ACCORDO CON BULGARIA PER USO 3 BASI MILITARI

La Bulgaria ha concesso agli Stati Uniti l'uso di tre basi militari per i prossimi dieci anni. Un accordo in questo senso e' stato definito oggi e sara' firmato dal segretario di stato Usa Condoleeeza Rice, nel corso della sua visita a Sofia per il vertice informale dei ministri degli esteri Nato il mese prossimo. Secondo quanto ha assicurato il capo negoziatore bulgaro, la posizione di Sofia riguardo a ogni operazione militare che sara' lanciata dalle basi sara' presa in considerazione in qualsiavoglia circostanza. Le tre basi sono quelle di Novo Selo, Bezmer, e Graf Ignatievo e vi saranno dislocati 2-3mila militari americani. Fino a 5mila per brevi periodi. Le forze americane avranno anche accesso a depositi vicino ad Aitos e nei pressi del porto sul Mar Nero di Burgas.

MONSIGNOR ROMERO: 26 ANNI DOPO UNO DEGLI ACCUSATI CHIEDE “PERDONO”

L’ex-capitano delle forze aeree salvadoregne Alvaro Rafael Saravia ha rotto il silenzio, 26 anni dopo, chiedendo perdono alla Chiesa per l’uccisione monsignor Oscar Arnulfo Romero: “È un obbligo morale che ho come essere umano nei confronti della società, della Chiesa e verso me stesso” ha detto in un’intervista esclusiva rilasciata al quotidiano ‘El Nuevo Herald’ in una località non precisata del Sudamerica, l’ex-ufficiale accusato di avere organizzato l’omicidio in complicità con l’ex-maggiore dell’esercito Roberto d’Aubuisson. Saravia ha aggiunto che se la sua richiesta di perdono sarà accettata si presenterà di fronte all’attuale arcivescovo di San Salvador, monsignor Fernando Sáenz Lacalle che ha accolto con favore le sue dichiarazioni. L’ex-ufficiale si è anche detto disponibile a fornire informazioni sugli altri responsabili dell’assassinio che sono comunque tutelati da una controversa amnistia decretata nel 1993 dall’allora presidente Alfredo Cristiani a beneficio di tutti i militari accusati di crimini e violazioni dei diritti umani durante la guerra civile (1980-’92). “Se il signor Saravia vuole fare pace con se stesso e con il Salvador deve oltrepassare la soglia e dire chi uccise monsignor Romero, chi premette il grilletto” secondo Almudena Bernabeu, avvocato del ‘Center for Justice and Accountability’ (Cja) di San Francisco che nel settembre 2005 ha ottenuto contro l’ex-militare una condanna civile per il suo ruolo nel crimine da parte di un tribunale della California. Secondo le prove e le testimonianze raccolte da una ‘Commissione per la verità’ istituita dall’Onu nel ’92, l’omicidio fu ordinato da Roberto d’Aubuisson, il capo dell’estrema destra deceduto in carcere 14 anni fa, creatore degli ‘squadroni della morte’ e fondatore del partito ‘Arena’, al governo all’epoca dei fatti e oggi stesso. Secondo quanto emerso durante il processo in California, Saravia coordinò molti aspetti dell’omicidio, tra cui la scelta dell’autista Amado Antonio Garay per guidare il veicolo da cui il sicario – ancora non identificato - sparò contro monsignor Romero, la fornitura dell’arma da usare e il compenso da consegnare all’assassino. Saravia, tuttavia, non ha processi penali a carico né negli Usa né in Centroamerica.

A 30 ANNI DAL GOLPE, KIRCHNER CHIEDE “MEMORIA MA NON VENDETTA”

“Memoria, giustizia e verità, senza odio né vendette”: è quello che il presidente Néstor Kirchner ha chiesto agli argentini in occasione del 30° anniversario del colpo di Stato che il 24 marzo 1976 instaurò l’ultima e più cruenta dittatura militare della storia del paese. “Auspico che sia un giorno di raccoglimento per ricordare il significato di quello che il golpe è stato per noi... La tappa che sta affrontando l’Argentina è quella della cittadinanza, del recupero del diritto ad essere un cittadino. Questo significa avere l’accesso ai diritti minimi e inalienabili di tutti e deve essere il nostro principale obiettivo” ha sottolineato il capo dello Stato. Tra le numerose iniziative in programma oggi, che culmineranno a Buenos Aires nella marcia a Plaza de Mayo, di fronte al Palazzo del governo, anche la cultura si è mobilitata con un evento senza precedenti in uno dei ‘templi sacri’ della lirica mondiale, il Teatro Colón: il direttore artistico Marcelo Lombardero ha organizzato un “Concerto per la vita e i diritti umani” incentrato sulla Sinfonia n° 2 “resurrezione” di Gustav Mahler: “É un obbligo essere presenti in una data tanto significativa, senza demagogia e cercando di proporre quello che sappiamo fare, la musica” ha detto Lombardero. La platea d’onore del teatro è stata riservata alle Madri e alle Nonne di Plaza de Mayo.

GB: docente sospeso per razzismo

Un docente dell'Universita' di Leeds e' stato sospeso dall'incarico dopo aver sostenuto che i neri sarebbero meno intelligenti dei bianchi. Ne da' notizia il Times. In un'intervista alla rivista dell'istituto, Frank Ellis, assistente di Studi Russi e Slavi, aveva sostenuto le teorie del libro The Bell Curve dicendo che era stato 'dimostrato al di la' di ogni ragionevole dubbio il persistente divario medio di intelligenza tra bianchi e neri'.

ITALIA

CARCERI

Un detenuto si è ucciso nell'istituto penitenziario di Secondigliano a Napoli. L'uomo di origine rumena è stato trovato impiccato mercoledì sera nella sua cella di isolamento. Ne dà notizia l'associazione Antigone Napoli. Nel carcere di Secondigliano, sottolinea in una nota l'associazione, sono detenuti 1.500 persone circa, su una capienza ufficiale di 1.028 posti. Qualche giorno il ministro della Giustizia, l'on. Roberto Castelli, aveva affermato che la percentuale di suicidi nelle carceri, superiore a quella dei cittadini liberi è un fenomeno fisiologico. La risposta di Dario Stefano Dell'Aquila, presidente di Antigone Napoli

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

Francia. Contratto di primo impiego, oggi l'incontro tra De Villepin e sindacati

La svolta sembra essere arrivata nella lunga crisi determinata in Francia dal varo del Contratto di primo impiego. Oggi si incontrano il più convinto e fermo sostenitore della misura, il premier Dominique de Villepin, e i leader dei sindacati confederali. "Ma se il primo ministro non risponde definitivamente alla nostra richiesta di ritiro del Cpe, la conversazione si ferma lì e subito", avverte il segretario generale della Cfdt, Francois Chereque. E nella loro dichiarazione comune i sindacati - Cgt, Cfdt, Fo, Cftc, Cfe-Cgc, che da cinque anni non si ritrovavano insieme - riaffermano che il ritiro del Cpe è la condizione prima di "avviare ogni dialogo e negoziato sull'impiego, la precarietà e il futuro dei giovani". E' stato De Villepin, ieri mattina, a cercare di sbloccare la situazione, inviando una lettera ai sindacati, proponendo un incontro "il più rapidamente possibile" e con un ordine del giorno "per niente limitativo". Non ha fatto riferimento il premier a quali miglioramenti pensa sui due punti più controversi del Cpe: il periodo di due anni di prova per il giovani sotto i 26 anni e la possibilità di licenziare senza giustificazione. Il primo ministro ha detto che incontrerà anche le organizzazioni studentesche la prossima settimana. Ma anche la principale di queste, l' Unione nazionale degli studenti di Francia, ha messo le mani avanti: "Ritirare il Cpe - ha detto il suo presidente, Bruno Julliard - è preliminare a qualsiasi riunione". Sull'apertura di de Villepin ha giocato un ruolo, secondo gli osservatori, il capo dello stato Jacques Chirac, che aveva spesso invocato il dialogo fra le parti sociali. E' ancora confermata la giornata di mobilitazione nazionale del 28 marzo con scioperi e manifestazioni, ed oggi sono di nuovo scesi in piazza migliaia di studenti. E ieri ancora una volta ci sono stati gravi incidenti.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Iraq: scontri

Ancora vittime in Iraq, dove non si ferma la guerriglia: 7 persone, tra cui tre poliziotti, sono state uccise a Bagdad. Un commando armato ha aperto il fuoco in una panetteria nel quartiere di Saidiyah, a sud della capitale, uccidendo 4 dipendenti del forno e ferendone un altro. Dopo l'attacco un poliziotto, accorso sul luogo, ha perso la vita nell'esplosione di un ordigno collocato davanti alla panetteria 'Al Sabah'. Lo riferiscono fonti del ministero dell'Interno, precisando che un altro agente è rimasto ferito nella deflagrazione.

In un diverso attacco, miliziani armati hanno teso un agguato alla polizia, uccidendo due agenti. Attentato fallito a Falluja, dove è morto solo il kamikaze.

Un soldato danese è stato ucciso e un altro è rimasto ferito nell'esplosione di una bomba collocata lungo la strada a nord di Bassora. Lo ha confermato da Copenaghen il ministero della Difesa danese, precisando che l'ordigno e' saltato in aria al passaggio di una pattuglia di militari danesi.

La Danimarca ha un contingente di 530 soldati dispiegato in Iraq sotto il comando militare britannico. E' il terzo soldato danese a perdere la vita da quando, nel marzo 2003, ha avuto inizio l'invasione dell'Iraq.

Medio Oriente. Abu Mazen: pace con Israele possibile entro un anno

Un accordo di pace tra Israele e Autorità palestinese potrebbe essere raggiunto entro un anno. Lo ha detto il leader dell'Anp Abu Mazen in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano Haaretz. Abu Mazen ha spiegato di avere chiesto agli Stati Uniti di avviare dei negoziati per lo status finale dell'accordo con lo Stato ebraico e di averne già discusso con Shimon Peres due settimane fa in Giordania. Secondo quanto riferito da una fonte palestinese citata dal giornale, comunque, Bush non avrebbe risposto alla richiesta di Abu Mazen di fare pressioni su Israele affinché rinunci alla sua politica unilaterale e torni a negoziare la pace. Il leader dell'Anp ha poi confermato che Hamas non riuscirà a fermare la sua intenzione di trattare con Israele, ma ha manifestato dubbi sulle reali intenzioni di Israele di sedere al tavolo dei negoziati di pace.

Spagna: Eta; primo giorno tregua, sondaggio pro Zapatero

Secondo un'inchiesta pubblicata stamane dalla radio socialista Cadena Ser dopo l'annuncio della tregua, il Psoe avrebbe oggi il 46% dei voti, nove punti più del PP (37%) e tre più di una settimana fa. Il sondaggio indica d'altra parte che l'80% degli spagnoli ritiene che Zapatero debba esplorare la possibilità del dialogo con Eta per giungere ad una fine della violenza e quasi l'86% chiede al PP e al resto dei partiti di appoggiare con decisione il governo in questo sforzo. I giornali, citando fonti del governo e socialiste, sottolineano intanto oggi che Zapatero se la prenderà con calma, attendendo alcune settimane prima di dare un giudizio definitivo sulla situazione, cercare di ottenere l'appoggio dell'opposizione e recarsi in parlamento. Si attende, secondo i media, un terzo comunicato dell'Eta, mentre la settimana prossima il premier incontra il presidente del PP Mariano Rajoy. Si riunisce intanto oggi il parlamento basco e la direzione generale del partito fuorilegge Batasuna - il cui leader Arnaldo Otegi sarà interrogato mercoledì dal giudice a Madrid e potrebbe finire in carcere - farà una prima valutazione formale della situazione dopo l'annuncio della tregua. Il quotidiano El Pais, vicino al governo, conferma stamane in prima citando fonti indipendentiste, le rivelazioni fatte ieri da una radio basca secondo cui contatti fra "mediatori" socialisti e Eta si sono tenuti a più riprese a Ginevra, Oslo e altre località dal giugno scorso per giungere alla tregua.

ACCESSO AL MARE, MORALES CHIEDE RIUNIONE OSA E INVOCA “FRATELLANZA POPOLI”

Nel corso delle manifestazioni pubbliche organizzate per celebrare il ‘Giorno del mare’, il presidente della Repubblica boliviana Juan Evo Morales ha chiesto “una riunione unica e straordinaria dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) con un solo tema: l’accesso al mare per la Bolivia”. Durante il suo discorso, Morales (unico oratore della giornata) ha ricordato l’appartenenza del presidente dell’Osa, il cileno José Miguel Insulza, alla "famiglia socialista" e ha rievocato lo slogan scandito da circa 10.000 cileni a Santiago lo scorso 10 marzo, allorché il neo-presidente boliviano si recò in Cile per assistere al giuramento e all’insediamento di Michelle Bachelet, il nuovo capo dello Stato cileno. “Quel giorno abbiamo visto come il popolo cileno si unì gridando ‘mare per la Bolivia ’. E poiché stiamo vivendo i tempi dei popoli, noi governanti dobbiamo ascoltarli” ha detto il presidente boliviano, che ha aggiunto: “Invitiamo a intervenire il segretario generale dell’Osa, un socialista cileno, appellandoci alle parole di un capo socialista come Salvador Allende, che diceva: ‘Mare per la Bolivia ’. Sono sicuro che il Partito socialista cileno saprà porre un rimedio a questo danno storico”, cioè la perdita dell’accesso all’Oceano Pacifico da parte di La Paz in seguito alla sconfitta della guerra del 1879, inflitta dal Cile a Bolivia e Perú. A questo proposito, però, Morales è stato molto conciliante: “Quella del 1879 non fu un’invasione del popolo cileno, ma dell’impero inglese che voleva appropriarsi delle nostre ricchezze” ha detto facendo quindi appello “alla fratellanza tra i popoli” per risolvere questo problema storico tra i due Paesi. Nessuna dichiarazione ufficiale è stata finora rilasciata dal governo cileno.

PROTESTE INDIGENE, APPELLO DEI VESCOVI MA LA MOBILITAZIONE CONTINUA

La Conferenza episcopale ecuadoriana ha rivolto un nuovo appello ai settori indigeni e al governo di Quito esortandoli a mettere da parte “atteggiamenti di forza che non risolvono il conflitto”. A due settimane dall’inizio delle mobilitazioni contro il Trattato di libero commercio (Tlc) tra Ecuador e Stati Uniti, il governo ha ribadito che non rinuncerà all’accordo nonostante le proteste. “La violenza si sta aggravando perché gli indigeni mantengono bloccate le principali vie di comunicazione e il governo ha risposto decretando lo stato d’emergenza” si legge in una nota, che aggiunge: “Chiediamo alla forza pubblica di agire con moderazione e ai fratelli indigeni di non provocare scontri”. Per il momento le parole dei vescovi non sembrano avere sortito effetti: La Confederazione delle nazionalità indigene (Conaie), che chiede anche l’espulsione dal paese dell’impresa petrolifera statunitense ‘Oxy’, ha annunciato che allontanerà i suoi militanti da Quito, confermando che le proteste continueranno nelle regioni rurali a tempo indeterminato. “Data l’incapacità assoluta del governo, la mancanza di iniziativa e di intelligenza per risolvere il problema, disconosciamo totalmente l’esecutivo del presidente Alfredo Palacio e non siamo disposti ad alcun dialogo” ha detto il presidente della Conaie, Luis Macas. “Il paese non appartiene a quattro o cinque imprenditori” ha proseguito Macas accusando Palacio di “atteggiamento dittatoriale”.

ITALIA

GB: PROBLEMI DI SOLDI PROVOCANO CALO DI LIBIDINE, SONDAGGIO

Due milioni circa di britannici, in gran parte di età compresa tra i 35 e i 54 anni, riconoscono di aver subito un calo di desiderio sessuale a causa di problemi di soldi, secondo un sondaggio pubblicato oggi. Le coppie sposate o conviventi sono maggiormente colpite dal problema. Oltre la metà delle persone che hanno difficoltà finanziarie vive in coppia, il 23 per cento sono vedovi o divorziati e 22 single.

Lo studio mostra anche che le donne sono due volte più sensibili ai problemi finanziari rispetto agli uomini e due terzi affermano che la loro vita è rovinata dalla mancanza di soldi. Secondo il sondaggio, il 37% delle persone intervistate ammette di fare meno l'amore a causa dei problemi finanziari, il 50% dice di litigare di più con il partner e il 26 ammette di passare meno tempo con i figli. Lo studio, commissionato dall'assicuratore Axa, è stato condotto dall'istituto Tns presso 1.022 persone intervistate nel novembre scorso.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

Studenti francesi ancora in piazza Scontri a Parigi, un ferito grave

  • Pietre e bottiglie scagliate contro i poliziotti da giovani manifestanti nella mattinata a Marsiglia, dozzine di automobili devastate e date alle fiamme, negozi saccheggiati e altre scene di violenza durante il corteo di oggi pomeriggio a Parigi. E a sera la notizia di un giovane di 21 anni ferito gravemente alla testa, ricoverato con un trauma cranico.Le sue condizioni vengono definite "serie". E' il resoconto della nuova giornata di protesta contro la contesatissima Cpe, la legge sul pubblico impiego che penalizza, secondo i giovani dei cortei, la posizione dei precari al di sotto dei 26 anni per la possibilità, concessa ai datori di lavoro con la nuova legge, di essere licenziati senza giusta causa nei primi due anni.

Cinquemila i manifestanti scesi in piazza a Marsiglia, 50mila a Parigi secondo gli organizzatori, 23mila stando al ministero dell'Interno, con altre mobilitazioni in tutta la Francia che hanno coinvolto almeno 45 città per un totale, secondo le fonti ufficiali, di 220mila persone. Dominique de Villepin sempre al centro delle contestazioni. La polizia ha reso noto in serata di aver fermato 420 persone in tutta la Francia a margine delle manifestazioni, che a Parigi sono degenerate in violenti disordini tra le forze antisommossa e teppisti incappucciati.

Nella capitale almeno 60 persone - tra cui 27 poliziotti - sono rimaste ferite e la polizia ha proceduto a 140 fermi. Il numero totale di fermi è il più alto dall'inizio della proteste di piazza contro il contratto di primo impiego. Le agenzie hanno riferito che sulla piazza des Invalides, epicentro dei disordini oggi a Parigi, alcuni teppisti hanno aggredito i passanti per rubare i portafogli. Un fotografo ha visto giovani incappucciati gettare a terra alcune donne che resistevano alle aggressioni e picchiarle a sangue.

Non si sa se il giovane ferito sia uno dei manifestanti o un passante. Fonti ospedaliere hanno confermato che il ragazzo è stato raccolto da alcuni vigili del fuoco nel settimo arrondissement, nel centro di Parigi, e poi trasportato al pronto soccorso dell'ospedale europeo Georges Pompidou. Le fonti della polizia hanno detto che, stando ai primi elementi dell'inchiesta, non ci sarebbe stato "un confronto con le forze dell'ordine", una circostanza che dovrà essere confermata o smentita dalle indagini.

Fonti sindacali hanno reso noto che il primo ministro ha inviato una lettera alle loro organizzazioni per proporre un incontro di discussione sul Cpe. Dopo una lunga riunione dei vertici, la data prescelta è stata quella di domani. La richiesta però è sempre la stessa, ovvero il ritiro della legge. Nella lettera il premier aveva fatto sapere di aver invitato ad un incontro anche studenti universitari e liceali. Lo scopo è quello di "cercare delle "misure opportune" per tentare di "rimuovere inquietudini e interrogativi espressi nel corso di queste ultime settimane riguardo al Cpe".

Placati gli studenti rivoltosi? Per nulla. L'offerta di de Villepin non li ha dissuasi dal riunirsi a Parigi nel pomeriggio al grido di "Resistenza!" e "No ai lavoratori kleenex". "La condizione per incontrare il ministro dell'educazione è il ritiro del Cpe", ha fatto sapere Bruno Julliard, presidente dell'Unef, Unione nazionale degli studenti di Francia che guida la protesta universitaria contro il provedimento adottato dal governo. Stessa linea dei sindacati insomma. "Gli studenti - ha continuato il leader - sono pronti ad un lungo braccio di ferro fino al ritiro del Contratto di primo impiego". Confermato anche lo sciopero generale di martedì prossimo, al quale hanno anche aderito i lavoratori della compagnia di bandiera Air France.

A 30 ANNI DAL GOLPE, KIRCHNER CHIEDE “MEMORIA MA NON VENDETTA”

“Memoria, giustizia e verità, senza odio né vendette”: è quello che il presidente Néstor Kirchner ha chiesto agli argentini in occasione del 30° anniversario del colpo di Stato che il 24 marzo 1976 instaurò l’ultima e più cruenta dittatura militare della storia del paese. “Auspico che sia un giorno di raccoglimento per ricordare il significato di quello che il golpe è stato per noi... La tappa che sta affrontando l’Argentina è quella della cittadinanza, del recupero del diritto ad essere un cittadino. Questo significa avere l’accesso ai diritti minimi e inalienabili di tutti e deve essere il nostro principale obiettivo” ha sottolineato il capo dello Stato. Tra le numerose iniziative in programma oggi, che culmineranno a Buenos Aires nella marcia a Plaza de Mayo, di fronte al Palazzo del governo, anche la cultura si è mobilitata con un evento senza precedenti in uno dei ‘templi sacri’ della lirica mondiale, il Teatro Colón: il direttore artistico Marcelo Lombardero ha organizzato un “Concerto per la vita e i diritti umani” incentrato sulla Sinfonia n° 2 “resurrezione” di Gustav Mahler: “É un obbligo essere presenti in una data tanto significativa, senza demagogia e cercando di proporre quello che sappiamo fare, la musica” ha detto Lombardero. La platea d’onore del teatro è stata riservata alle Madri e alle Nonne di Plaza de Mayo.

  • Il ministro della difesa argentino, Nilda Garre', ha disposto il totale accesso alla documentazione e banca dati delle Forze Armate. Il provvedimento vuole fare luce sulle violazioni dei diritti umani della passata dittatura (1976-1983) durante la quale il regime fece scomparire migliaia di persone:13.000 'desaparecidos' ufficiali, 30.000 secondo gli organismi per i diritti umani.

URUGUAY

La magistratura di Montevideo ha autorizzato l’estradizione in Cile di tre militari uruguayani – due ancora in attività – accusati del sequestro e dell’uccisione del chimico cileno ed ex-agente della polizia segreta del regime Eugenio Berrios. Di Berrios, scomparso nel 1991 vennero ritrovati i resti quattro anni dopo; era implicato nell’inchiesta sulla morte dell’ex-presidente cileno Eduardo Frei che nel 1992, secondo i familiari, sarebbe stato avvelenato.

PROTESTE INDIGENE, ‘NO’ DI QUITO A REFERENDUM SU ACCORDO CON USA

Il governo di Quito ha respinto la richiesta dei movimenti indigeni di sospendere lo ‘stato d’emergenza’ decretato nella Sierra andina e il negoziato sul Trattato di libero commercio (Tlc) con gli Stati Uniti: “Bloccare le trattative sarebbe un enorme sproposito. Negozieremo l’accordo fino all’ultimo minuto” ha detto il neo-ministro dell’Interno Felipe Vega, escludendo che il Tlc possa essere sottoposto all’approvazione popolare tramite un referendum come proposto dalla Confederazione delle nazionalità indigene (Conaie). Anche il presidente Alfredo Palacio ha bocciato la possibilità di una consultazione nazionale: “Una volta chiuse le trattative – in corso oggi a Washington - il governo consulterà il Parlamento, che rappresenta gli ecuadoriani” ha dichiarato Palacio, scartando anche l’offerta della Chiesa cattolica ad agire in qualità di mediatore tra l’esecutivo e i settori indigeni che da dodici giorni paralizzano parte del paese con manifestazioni e blocchi stradali. “Ora la palla passa alla Conaie. Non appena metteranno fine alla mobilitazione potranno parlare con me” ha concluso il capo dello Stato. Ma a Quito e in alcune zone del nord le proteste non si fermano e le misure di sicurezza sono state rafforzate attorno al palazzo del governo per timore di nuove dimostrazioni. Il Venezuela ha intanto chiesto “spiegazioni” al governo ecuadoriano per le dichiarazioni del segretario alle comunicazioni Enrique Proaño che ha ipotizzato il coinvolgimento del presidente Hugo Chávez nella mobilitazione della Conaie.

LA BRUTTA SAGA DELLA SUPERMINIERA 'GRASBERG'

Continua, con un severo rapporto appena emesso dal governo indonesiano, la saga negativa di una delle più grandi e controverse miniere di rame e d'oro del mondo, il complesso a cielo aperto 'Grasberg', poco lontano da Timika, in Irian Jaya (West Papua). Cominciata nel 1995, con denunce per violazioni di diritti umani e successive altre accuse di grave danno ambientale e di illeciti pagamenti a militari in cambio di servizi repressivi delle proteste dei minatori e della popolazione locale, la vicenda della Grasberg, di cui è concessionaria la discussa azienda americana Freeport-McMoRan, ha prodotto un altro dossier, reso urgente da recenti contestazioni popolari contro l'azienda, sfociati in scontri con le forze dell’ordine, seguiti da una cascata di fango che - abbattutasi su un campo di servizio della miniera a quanto pare per non rispetto di regole di sicurezza - ha fatto tre vittime e 27 feriti. Constatati i difetti nella gestione delle acque acide utilizzate nelle attività estrattive e il mancato smaltimento della massa di materiale di scarto, fonti del governo di Jakarta hanno detto: “Se non risolveranno questi problemi emetteremo un ammonimento ufficiale; se non risponderanno al richiamo, li porteremo in tribunale.”. Danni su larga scala a fiumi e fauna locale, in atto da più di 10 anni, erano stati denunciati dagli abitanti e avevano spinto, la settimana scorsa, centinaia di studenti a manifestare nel capoluogo di Irian Jaya; nei successivi scontri con la polizia sono morti cinque uomini delle forze dell’ordine. Saranno queste le ultime vittime della miniera-moloch? Si giungerà mai almeno all'accordo stra-giudiziale che pochi mesi fa ha stabilito se non altro un risarcimento per i danni di un'altra miniera americana, quella della baia di Bayat nel Sulawesi?

ITALIA

Laziogate, indagato Sabbatani Schiuma vice presidente consiglio comunale

  • Anche il vice presidente del consiglio comunale di Roma finisce nello scandalo dello spionagio politico. Fabio Sabbatani Schiuma, esponente di spicco di An, è stato iscritto sul registro degli indagati per accesso abusivo a un sistema informatico e violazione della legge elettorale.

I nomi degli indagati. Sono indagati anche l'ex direttore tecnico di Laziomatica Mirko Maceri e l'avvocato Romolo Reboa, l'avvocato che presentò la denuncia sulle firme false a sostegno della lista di Alessandra Mussolini.

La telefonata di Sabbatani Schiuma. "A Fabio gli hanno fatto l'esposto perché ha forzato un pochino la mano". La frase, che fa riferimento a Fabio Sabbatani Schiuma viene pronunciata da Pierpaolo Pasqua, lo 007 arrestato, intercettato al telefono l'11 marzo dello scorso anno mentre parla con la moglie Costanza. "Si è beccato l'esposto alla procura - dice al telefono Pasqua - perché ha forzato un pochino la mano. Io gli ho fornito i dati ma se qualcuno non si esponeva per costringerli a indagare (il riferimento è alla prima inchiesta sulle firme false di Alternativa sociale guidata da Alessandra Mussolini, ndr), passava sotto silenzio perché avevano qualcuno lì dentro che glieli aveva fatti passare".

In un altro brano della conversazione, Pasqua dice: "..e allora si è esposto Fabio nel senso che ha fatto finta di essere lui ad aver raccolto tutte quelle cose e siccome sono state raccolte in maniera non perfettamente lecita, se sapessero che invece le abbiamo messe proprio noi (Pasqua ride al telefono, ndr). Insomma, tanto la questione è depenalizzata. Faremo la solita cosa: la magistratura se la piglia con i nostri esponenti e allora si dirà: ma come, voi controllate il corretto svolgimento democratico delle cose e voi ci date addosso...".

Berlusconi,nucleare e' il futuro

'Si'. Assolutamente'. Il premier, Berlusconi, ha risposto cosi' alla domanda se l'energia nucleare rappresenti il futuro. Uscendo dal vertice Ue di primavera, iniziato oggi a Bruxelles, Berlusconi ha spiegato che 'questa e' la considerazione finale di tutti. Il nucleare e' indispensabile e ineliminabile'.

Papa: braccia aperte ai lefebvriani

Braccia aperte ai Lefebrviani'. Lo ha detto il presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, Dario Castrillon Hoyos. L'organismo fu costituito da Giovanni Paolo II per far rientrare lo scisma dei lefebvriani. Le parole sono state pronunciate alla fine del consulto tra il Papa e tutti i cardinali. Il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, Jose' Saraiva Martins, ha invece affermato che 'il dialogo con l'Islam e' un obbligo per la Chiesa'.


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gror060324 (last edited 2008-06-26 09:56:19 by anonymous)