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64 morti in attentato sri lanka

E' di almeno 64 morti e 45 feriti il bilancio di un attacco dinamitardo avvenuto nello Sri Lanka, dove un autobus di linea sovraccarico di passeggeri e' saltato in aria finendo su un ordigno piazzato lungo il suo percorso: l'esplosione e' stata talmente violenta che il veicolo si e' ribaltato ed e' stato scaraventato a circa 25 metri di distanza. Gli inquirenti sono propensi ad attribuire la strage ai guerriglieri separatisti delle Tigri di Liberazione Tamil Eelam, che puntano a creare un proprio Stato nelle aree settentrionali e nord-orientali del Paese. I ribelli in genere si sono peraltro sempre dichiarati estranei a massacri simili. E infatti i separatisti tamil hanno smentito qualsiasi coinvolgimento nell'attentato. L'Esercito regolare dello Sri Lanka ha reagito all'attentato dinamitardo, con una serie di bombardamenti di rappresaglia contro le postazioni dei guerriglieri separatisti delle Tigri di Liberazione Tamil Eelam, cui e' stata attribuita la responsabilita' della strage: l'artiglieria pesante ha martellato le basi dei ribelli nel nord-est dell'isola di Ceylon, soprattutto nel distretto di Tincomalee e in particolare intorno alla localita' di Sampur.

AFGHANISTAN:BOMBA SVENTRA MINIBUS A KANDAHAR, MOLTI MORTI

Una bomba ha sventrato un minibus a Kandahar, capoluogo della provincia omonima nell'Afghanistan meridionale ed ex roccaforte del passato regime dei Talebani. Il veicolo era diretto verso l'aeroporto cittadino, e stava trasportando al lavoro alcuni interpreti e un gruppo di dipendenti afghani della base militare Usa annessa allo scalo, ove sono di stanza anche altre truppe straniere. I morti sarebbero una decina, forse persino di piu', i feriti almeno quindici; molte tra le vittime sono rimaste orrendamente mutilate, con gli arti troncati dalla violenza dell'esplosione. Lo ha reso noto un portavoce della polizia locale, colonnello Shir Shah. La dinamica dell'attentato non e' ancora stata ricostruita con precisione, ma sembra che l'ordigno, di fabbricazione rudimentale, si trovasse sul veicolo: e' scoppiato allorche' il minibus si e' scontrato con un'altra vettura, a quanto pare un fuoristrada: l'urto ha innescato una sorta di reazione a catena, non lasciando scampo a chi era a bordo.

IRAQ: TERRORISMO, ARRESTATO CAPO CONSIGLIO DI KERBALA

Il presidente del Consiglio Provinciale di Kerbala, sceicco Aqil Sahel al-Zoubaidi, e' stato arrestato all'alba nell'omonima citta' santa sciita dell'Iraq centro-meridionale. Lo ha annunciato un portavoce della polizia locale, Rahman Mishawi, secondo cui lo sceicco e' accusato di "sostegno al terrorismo"; l'operazione e' stata condotta congiuntamente da forze governative e truppe americane. L'arresto e' stato effettuato a casa di Zoubaidi, in pieno centro. L'uomo politico appartiene al partito Fadhila, a sua volta aderente all'Alleanza Irachena Unita, la coalizione delle principali formazioni d'ispirazione sciita che vinse le elezioni del 15 dicembre scorso. Insieme a lui e' stato catturato un altro membro del Consiglio, Kassed Karim, responsabile della commissione Sicurezza; anche Karim e' sospettato di coinvolgimento in attivita' terroristiche.

VOLI CIA: CONSIGLIO EUROPA, BOSNIA AMMETTE COINVOLGIMENTO

Il governo bosniaco ha confessato al Consiglio d'Europa di aver consegnato sei sospetti terroristi agli Stati Uniti violando le formali procedure di estradizione. E' la prima ammissione che arriva da uno dei 46 Paesi membri del Consiglio nell'inchiesta dell'organismo sulle cosiddette "consegne straordinarie", ovvero i voli organizzati dalla CIA per trasferire persone sospettate in Paesi terzi, dove spesso e' praticata la tortura, o a Guantanamo. Secondo quanto affermato in un rapporto rilasciato dal Consiglio d'Europa, i detenuti consegnati dalla Bosnia si troverebbero proprio nella base americana a Cuba. I sei, cinque dei quali hanno la cittadinanza bosniaca, "sono stati semplicemente consegnati alla custodia degli Stati Uniti nonostante la Suprema corte bosniaca avesse ordinato il loro immediato rilascio", si legge nel Rapporto.

INNOCENTE IN CARCERE PER TRE ANNI: RISARCITO CON 339MILA EURO

Ha trascorso tre anni in cella a causa di un errore di persona e per questo periodo di ingiusta detenzione la corte di appello di Genova, prima sezione penale, ha quantificato il risarcimento con 339mila euro e una provvisionale di 250mila. La disavventura e' accaduta ad un 30enne di Durazzo, Viktor Ceka accusato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e coinvolto nel processo Kanun, contro la mafia albanese che opero' nel levante ligure con diramazioni in Toscana e Veneto alla fine degli anni '90, con altri 98 imputati. L'uomo (difeso dall'avvocato Maurizio Tonnarelli) era stato riconosciuto e accusato da una prostituta albanese sfruttata dai connazionali, sulla base di una fotografia dalla quale sembrava emergere sul volto una cicatrice; in realta' l'imputato non ha mai avuto quel segno distintivo. Per questo errore giudiziario Viktor Ceka e' stato abbandonato dalla moglie, ha perso lavoro e permesso di soggiorno che aveva dal '92 ed e' stato tre anni in carcere fino al maggio del 2005.

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