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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

BOLOGNA: MENO UNO ALLA STREET PARADE CON ALDRO NEL CUORE

Domani a Bologna la tradizionale street parade antiproibizionista, un appuntamento importante per rimarcare il rifiuto della Fini-Giovanardi ma anche per rifiutare il proibizionismo nei suoi diversi aspetti, dai divieti agli sgomberi alle perquisizioni. Contro la repressione, per la libertà di lotta e espressione in una città come Bologna che il sindaco Cofferati, sempre più simile ad uno sceriffo, cerca di normalizzare reprimendo le pratiche sociali diffuse. Questa decima edizione è dedicata federico aldrovandi, il giovane 18enne ucciso dalla polizia a Ferarra il 25 settembre dell'anno scorso durante un normale fermo. Sentiamo Meco, del TPO di Bologna.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

MAOISTI E OPPOSIZIONE STUDIANO ALLEANZA ANTI-ARROYO

La formazione di “un’alleanza democratica” e la ripresa dei colloqui di pace con il governo filippino “in vista della fine del regime” della presidente Gloria Macapagal Arroyo è al centro dei colloqui tra l’opposizione e il Fronte democratico nazionale (Ndf) – ala politica dei ribelli del Nuovo esercito popolare (Npa) collegato al Partito comunista delle Filippine (Ccp). Lo ha detto Jose Maria Sison, fondatore del Ccp e capo politico dell’Ndf, che racchiude 13 organizzazioni di ispirazione marxista. L’intesa tra i ribelli e l’opposizione è diventata “opportuna e necessaria” – ha detto Sison – dopo che la presidente Arroyo ha recentemente ordinato alle forze di sicurezza di estinguere la guerriglia maoista entro due anni. A conferma dei contatti tra le due parti, la senatrice dell’opposizione Maria Ana Consuelo ‘Jamby’ Madrigal ha detto di essersi recata nei Paesi Bassi, dove Sison vive in esilio, e di avere incontrato esponenti dell’Ndf. I negoziati tra i guerriglieri maoisti e il governo si sono interrotti a metà del 2001, dopo che l’Ndf ha ucciso l’ex-governatore di Cagayan, sull’isola di Mindanao. I tentativi di riprenderli due anni fa si sono arenati nell’agosto 2004, dopo l’inclusione dei ribelli nelle liste dei terroristi compilate da Stati Uniti e Unione europea. Intanto nel Sud del paese, circa 1500 civili hanno abbandonato le loro abitazioni a causa dei combattimenti tra le forze di sicurezza e i ribelli musulmani del Fronte islamico di liberazione Moro (Milf). Mercoledì gli anti-governativi hanno attaccato poliziotti intenti ad arrestare due comandanti del Milf sospettati di aver progettato l’attentato della scorsa settimana contro il governatore di Maguindanao, Andal Ampatuan, rimasto illeso, in cui hanno perso la vita sette persone. I negoziati tra il governo di Manila e il Milf, il più grande gruppo di separatisti musulmani nell’isola meridionale di Mindanao, iniziati nel 1997 per porre fine al conflitto costato la vita a 120.000 persone, sono in stallo da maggio.

MAOISTI VOGLIONO UNIFICARE ESERCITI E ANNUNCIANO: “NON FAREMO PIÙ GUERRA”

Il capo della ribellione nepalese, Pushpa Kamal Dahal, il cui nome di battaglia è Prachanda (Il feroce), ha dichiarato oggi in un’intervista esclusiva rilasciata all’agenzia ‘Afp’ che i maoisti del Nepal “non ricominceranno mai più una guerra”. “Abbiamo accettato di venire qui a Kathmadu a negoziare per la terza volta” ha spiegato, aggiungendo però che il suo movimento vuole comunque che “la situazione cambi. Tutto il mondo ha accettato di organizzare l’elezione di un’Assemblea costituente. Un altro punto è che la popolazione nepalese ha dimostrato la sua capacità di battersi contro il feudalesimo”. Questi risultati devono entrare a far parte del nuovo testo costituzionale, ha detto Prachanda, animando al contempo lo spettro della protesta popolare come arma contro eventuali decisioni politiche non in linea con le aspettative maoiste. Sempre oggi, parlando con i rappresentanti della Federazione dei giornalisti del Nepal a Lalitpur, il capo maoista ha lanciato l’idea di “sottoporre gli eserciti di entrambe le parti a un unico comando appena il nuovo governo sarà stato formato”. Secondo Prachanda, “il primo ministro del momento sarà il comandante supremo dell’esercito combinato”, di cui dovrebbero entrare a far parte sia le forze lealiste sia quelle maoiste.

Iraq/Afghanistan: perdite militari USA oltre quelle del 11/9

Le perdite militari americane in Iraq e in Afghanistan hanno superato le 2833, cioé il numero delle vittime degli attacchi terroristici dell'11 Settembre 2001 contro New York e Washington, senza contare i 19 kamikaze.

Lo indicano i dati del Pentagono ufficiali, secondo cui le perdite militari americane in Iraq sono state almeno 2527 e quelle in Afghanistan e sugli altri fronti della guerra al terrorismo almeno 308. I dati potrebbero essere ulteriormente aggiornati nelle prossime ore.

Le perdite degli alleati degli Stati uniti in Iraq sono state circa 230: con circa 115 morti per la Gran Bretagna, seguita dall'Italia con 31 morti. Sull'Afghanistan, mancano dati precisi.

Il mese di giugno ha visto in Iraq una sessantina di perdite americane (dato è ancora parziale): un po' meno di aprile e maggio, quando erano state una settantina, ma il doppio di marzo, quando erano state solo 31.

HAMAS RESPINGE IPOTESI CADUTA GOVERNO, VIOLENZA IN CISGIORDANIA

L’esercito israeliano “può assassinare i dirigenti, arrestare i ministri e i deputati, ma il nostro governo non cadrà”: lo ha detto poco fa il primo ministro palestinese Ismail Haniyeh, massimo rappresentante di Hamas in patria, durante la preghiera del venerdì alla moschea di Gaza, aggiungendo che “ci sono contatti con i responsabili e con la presidenza egiziana per risolvere la crisi” provocata dal rapimento del giovane caporale israeliano catturato domenica da tre gruppi di miliziani palestinesi e tenuto in ostaggio. Haniyeh, confermando dunque la mediazione in corso del presidente egiziano Hosni Mubaraq, ha precisato che “Hamas è stato il primo a chiedere la tutela della vita del soldato israeliano rapito”, nonostante al centro della vicenda vi siano movimenti vicini al gruppo integralista. Secondo il primo ministro palestinese, anzi, l’intervento armato israeliano rappresenta “un ostacolo” nella mediazione. Ma Haniyeh va anche oltre affermando che “c'é un'alleanza contro il popolo palestinese e per distruggere il suo governo. Non faremo nessuna concessione... crediamo che l'aggressione contro il nostro popolo vada oltre la questione del soldato israeliano” rapito. Il primo ministro è poi tornato sulla questione del referendum promosso dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen, sostenendo che il documento recentemente sottoscritto anche da Hamas (ma non dalla Jihad Islamica) che riconosce indirettamente l’esistenza di Israele toglie ogni legittimità all’ipotesi referendaria paventata dal capo dell’Anp. Intanto la Striscia di Gaza continua a rimanere al buio, dopo che la scorsa notte anche una seconda centrale elettrica è stata centrata, oltre a depositi di armi, arterie viarie e altre importanti infrastrutture palestinesi. La violenza non cessa neppure in Cisgiordania, dove un attivista palestinese è stato ucciso dall’esercito israeliano durante un’operazione di rastrellamento a Nablus per identificare i responsabili dell’omicidio di un giovane israeliano. La vittima, Mahmoud Zoukiri, 23 anni, apparteneva alle Brigate dei martiri di Al Aqsa, un gruppo armato vicino a Al Fatah, il partito del presidente Abu Mazen.

ITALIA

Afghanistan, varato il decreto per rifinanziare la missione

Il Consiglio dei ministri ha varato il decreto di rifinanziamento di tutte le missioni militari all'estero tra cui quella in Afghanistan. Il testo, che comprende anche le misure per il rientro del contingente italiano dall'Iraq, è accompagnato da un disegno di legge.

Il provvedimento è stato approvato all'unanimità e il titolare dei Trasporti Alessandro Bianchi (area Pdci) non ha partecipato alla riunione. Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha detto che il voto unanime è arrivato dopo una discussione franca e serena. E nel merito del decreto ha sottolineato che è stato definito ogni aspetto di quanto contenuto nel decreto.

Anche il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ha parlato di "discussione serena" e ha fatto presente che il governo procede verso "un impegno più accentuato sul versante della solidarietà, perché man mano che la situazione si stabilizza, si ridurrà il contingente militare".

Il leader dei Verdi e ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, ha poi precisato che "il ministro della Difesa Parisi ha assicurato che il decreto legge sulle missioni italiane all'estero prevede una riduzione dei nostri militari in Afghanistan. L'Italia non darà inoltre nuovi aerei".

Il rifinanziamento della missione in Afghanistan sta creando problemi all'interno della coalizione di governo. Otto senatori di Pdci, Prc e Verdi hanno annunciato che voteranno contro il provvedimento, il che metterebbe nei guai l'esecutivo dato che a Palazzo Madama la maggioranza è risicatissima. Sull'Afghanistan anche la Cdl è divisa, poiché c'è chi come l'Udc ha annunciato un voto a favore e criticato gli alleati di Forza Italia, che nei giorni scorsi avevano ammonito i centristi a non soccorrere Prodi.

Sull'argomento è intervenuto questa mattina da Copenaghen il presidente del Senato, Franco Marini che rispondendo alle domande dei giornalisti ha detto che non si scandalizzerebbe a un sì dell'Udc con la maggioranza al decreto legge sull'Afghanistan. "E' una posizione, questa del rifinanziamento, che non inventiamo noi, ma che è una costante della politica italiana". Detto questo, però ha sottolineato, il voto dell'Udc "non risolve i problemi della maggioranza".

RIFIUTI: STRADE E TRENI BLOCCATI NEL NAPOLETANO

Strade e treni bloccati nel Napoletano ancora per l'emergenza rifiuti con disagi per migliaia di pendolari ed automobilisti. Dall'alba, quasi 200 persone a Santa Maria La Bruna, frazione di Torre del Greco (Napoli) hanno bloccato con un sit via Nazionale (la strada che dalla città del corallo conduce alla vicina Torre Annunziata), viale Europa e anche la stazione della Circumvesuviana di Leopardi, posta nel mezzo tra quella di Torre del Greco e quella di Torre Annunziata, dove alcuni manifestanti si sono incatenati ai binari.

Il traffico è andato in tilt, nonostante l'immediato intervento di vigili urbani e forze dell'ordine. Grossi disagi anche per i pendolari e gli studenti. Per molti è stato impossibile raggiungere i luoghi di lavoro e l'Università, soprattutto da Sorrento e Pompei verso Napoli. I treni della Circumvesuviana provenienti da Napoli vengono fatti fermare a Torre del Greco per poi tornare indietro; analogo discorso per quelli provenienti da Sorrento e Poggiomarino (via Scafati), che effettuano l'ultima fermata per i viaggiatori a Torre Annunziata. Al momento non è stato predisposto alcun servizio 'navetta' tra le due città vesuviane.

I manifestanti sono tornati in strada dopo che il commissario per l'emergenza rifiuti, Corrado Catenacci, ha revocato l'ordinanza, firmata mercoledì sera dal commissario prefettizio del Comune di Torre del Greco, Ennio Blasco, che predisponeva la chiusura delle aree di stoccaggio provvisorio in alcune ex cave per ragioni di carattere sanitario.

Nei giorni precedenti il commissariato aveva consentito che in zona fossero conferiti i rifiuti prodotti da undici città (oltre a Torre del Greco anche Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Ercolano, Gragnano, Portici, Pompei, San Giorgio a Cremano, Trecase e Torre Annunziata) suscitando il malcontento dei residenti, costituitisi in un comitato spontaneo, che avevano deciso di bloccare le vie di accesso al sito, blocco conclusosi solo dopo la firma dell'ordinanza da parte del prefetto Blasco.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Missili israeliani su Gaza, un morto Colpito il ministero dell'Interno

Alla fine è arrivato anche un morto palestinese, il primo nell'offensiva sferrata dall'esercito israeliano nel tentativo di liberale il soldato rapito domenica scorsa. Nella notte una serie di attacchi hanno colpito la striscia di Gaza: un miliziano palestinese delle brigate dei martiri di Al-Aqsa è morto per le ferite riportate in uno scontro a fuoco a Nablus.

Una notizia confermata da una fonte militare israeliana: "Vi è stata una sparatoria mentre le truppe entravano in città per arrestare dei militanti e che un uomo armato è stato colpito". Ieri era stato ritrovato il corpo del colono israeliano rapito e ucciso a Ramallah, in Cisgiordania.

Nella notte i missili lanciati da jet ed elicotteri israeliani hanno colpito anche gli uffici del ministro dell'Interno, Saeed Seyam, che sono stati avvolti dalle fiamme. Gli edifici erano vuoti al momento dell'incendio e quindi non ci sono state vittime. Tra gli obiettivi dei raid anche una sede di Fatah, due campi di addestramento, edifici utilizzati da Hamas e un deposito di armi, tutti deserti al momento dell'attacco.

Ma non ci sono stati solo attacchi dal cielo. Nel nord della striscia, è avvenuta una sparatoria con armi leggere tra soldati israeliani e militanti palestinesi. Lo hanno raccontato alcuni testimoni palestinesi anche se l'esercito israeliano ha negato che suoi soldati siano stati coinvolti in scontri a fuoco nella zona o abbiano varcato il confine della striscia di Gaza. Israele ha anche negato di aver colpito una centrale elettrica nel sud della striscia, affermando che immagini aeree provano come questa sia stata colpita da un missile Qassam sparato da parte palestinese.

Continuano i contatti fra le autorità palestinesi e quelle israeliane per la liberazione del caporale Ghilad Shalit, rapito domenica scorsa da un commando di palestinesi. Il premier Olmert fa sapere, parlando alla radio militare, che "Israele non intende pagare alcun riscatto". Una reazione che segue la dichiarazione del presidente egiziano Mubarak che, in un'intervista, aveva aperto uno spiraglio per la trattativa: "Il movimento radicale Hamas ha dato la sua approvazione condizionata" alla liberazione del caporale Ghilad Shalit, aggiungengo che però non è stato ancora raggiunto un accordo con Israele. "Finora, la parte israeliana non ha accettato le condizioni", ha aggiunto Mubarak.

Un'apertura che sembra in contrasto con quanto affermato da un deputato di Hamas. "Non riconosceremo mai Israele". Il deputato, durante un comizio a Gaza, ha continuato: "Giuriamo a Dio che, anche se verremo uccisi e annientati, non riconosceremo mai Israele e non rinunceremo mai ai nostri diritti". Al Masri ha detto più tardi che parlava in nome sia dell'organizzazione, la cui Carta invoca la distruzione dello Stato ebraico; sia del governo palestinese, controllato da Hamas, vincitore delle elezioni legislative del gennaio scorso. Nei giorni scorsi un accordo fra Hamas e Al Fatah aveva aperto le speranze per un riconoscimento implicito dello stato d'Israele da parte del movimento radicale.

India: uccisi 8 militanti Pakistan

Otto militanti islamici pachistani sono stati uccisi dalle truppe indiane mentre cercavano di infiltrarsi nel Kashmir. Secondo un portavoce militare, i militanti tentavano di entrare in India dalla frontiera con il Pakistan. L'incursione e' avvenuta a nordovest di Srinagar, la capitale estiva del Kashmir indiano.

MAOISTI VOGLIONO UNIFICARE ESERCITI E ANNUNCIANO: “NON FAREMO PIÙ GUERRA”

Il capo della ribellione nepalese, Pushpa Kamal Dahal, il cui nome di battaglia è Prachanda, ha dichiarato oggi in un’intervista esclusiva rilasciata all’agenzia ‘Afp’ che i maoisti del Nepal “non ricominceranno mai più una guerra”. “Abbiamo accettato di venire qui a Kathmadu a negoziare per la terza volta” ha spiegato, aggiungendo però che il suo movimento vuole comunque che “la situazione cambi. Tutto il mondo ha accettato di organizzare l’elezione di un’Assemblea costituente. Un altro punto è che la popolazione nepalese ha dimostrato la sua capacità di battersi contro il feudalesimo”. Questi risultati devono entrare a far parte del nuovo testo costituzionale, ha detto Prachanda, animando al contempo lo spettro della protesta popolare come arma contro eventuali decisioni politiche non in linea con le aspettative maoiste. Sempre oggi, parlando con i rappresentanti della Federazione dei giornalisti del Nepal a Lalitpur, il capo maoista ha lanciato l’idea di “sottoporre gli eserciti di entrambe le parti a un unico comando appena il nuovo governo sarà stato formato”. Secondo Prachanda, “il primo ministro del momento sarà il comandante supremo dell’esercito combinato”, di cui dovrebbero entrare a far parte sia le forze lealiste sia quelle maoiste.

KIRCHNER E MORALES FIRMANO ACCORDO SU NUOVO PREZZO DEL GAS

“Questo accordo, raggiunto dopo lunghe trattative, è un beneficio per il mio popolo, un sollievo economico. Lo è per entrambi i paesi. Certamente ora continueremo a negoziare per ottenerlo da altri governi”: lo ha detto il presidente boliviano Evo Morales di fronte a una folla di persone riunite a Hurlingham, 25 chilometri a nordovest di Buenos Aires, dove ha firmato con il suo omologo Néstor Kirchner l’intesa con cui l’Argentina si impegna a pagare una tariffa più elevata per il gas importato da La Paz. In base all’accordo, il governo argentino verserà 5 dollari per ogni milione di Btu (‘British termal Unit’, unità di misura della potenza termica) - invece degli attuali 3 e mezzo – per i 7,7 milioni di metri cubici di combustibile acquistati quotidianamente dalla Bolivia; il nuovo prezzo sarà in vigore dal 15 luglio al 31 dicembre, per essere in seguito rinegoziato. “Questa intesa significa anche investimenti. Stiamo compiendo i primi passi per la costruzione del gasdotto previsto nel nordovest argentino e anche per l’industrializzazione del gas in Bolivia” ha sottolineato a sua volta Kirchner, aggiungendo: “Il nostro obiettivo finale è realizzare insieme al popolo boliviano e a Evo il gasdotto del Sud, dall’Orinoco all’Uruguay, che percorrerà tutta l’America Latina e servirà ad equilibrare la situazione energetica nell’intera regione”. Morales ha anche colto l’occasione per rivolgersi ai circa 2 milioni di boliviani residenti in Argentina, in vista delle elezioni di domenica per l’Assemblea Costituente che si terranno in concomitanza con un referendum sulle autonomie provinciali. “Siamo pronti a rifondare la Bolivia, per cambiare lo stato neoliberista che tanti danni ci ha fatto... Abbiamo già avviato questa profonda trasformazione in democrazia e pacificamente, e stiamo puntando ad una rivoluzione democratica culturale” ha evidenziato Morales, dicendosi certo che le riforme affidate alla Costituente garantiranno la nazionalizzazione degli idrocarburi annunciata da La Paz il 1° maggio scorso, “e anche il recupero di tutte le risorse naturali da parte del popolo”.

Spagna: Ue appoggia negoziato Eta

Il premier spagnolo Jose' Luis Rodriguez Zapatero conta sull'appoggio dei leader dell'Ue per quanto riguarda il negoziato con Eta. Lo ha detto Solana, alto rappresentante dell'Ue per la politica estera. Ieri Zapatero aveva annunciato l'inizio del negoziato con l'obbiettivo di metter fine al conflitto basco.

ITALIA

Alitalia: occupati binari stazione

Circa 200 persone hanno occupato i binari della stazione della Circumvesuviana di Pomigliano d' Arco, sulla tratta Napoli-Baiano. I manifestanti, impiegati nell'Avio di Pomigliano, protestano contro il paventato trasferimento di commesse da parte dell'Alitalia ad aziende estere. I lavoratori sono preoccupati per il proprio futuro occupazionale.'Circa 400 persone - hanno spiegato - rischiano il posto di lavoro a partire gia' da domani'.

Rifiuti: disagi nel Napoletano

Strade e treni bloccati nel Napoletano ancora per l'emergenza rifiuti con disagi per migliaia di pendolari ed automobilisti. Circa 200 persone a Santa Maria La Bruna, frazione di Torre del Greco, hanno bloccato la strada che dalla citta' del corallo conduce alla vicina Torre Annunziata e anche la stazione della Circumvesuviana. Qui alcuni manifestanti si sono incatenati ai binari. Disagi per migliaia di pendolari e studenti.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

MISSILE ISRAELIANO CENTRA MINISTERO INTERNO PALESTINESE

Un aereo israeliano ha lanciato in nottata un missile contro l'ufficio del ministro dell'Interno palestinese a Gaza, nell'edificio che ospita il ministero dell'Interno, incendiandolo. Lo hanno reso noti testimoni e fonti della sicurezza palestinese. Il palazzo ha subito gravi danni ed è in fiamme, a quanto ha constatato un giornalista della France Presse. Non vi sono stati per ora commenti delle Forze armate israeliane, che negli ultimi giorni hanno lanciato nella Striscia di Gaza diversi attacchi aerei, oltre a un'offensiva di terra, per liberare il caporale israeliano Ghilad Shalit, rapito domenica scorsa da un 'commando' palestinese.

Nell'attacco alla sede del ministero dell'Interno non vi sono stati feriti. Secondo fonti mediche del principale ospedale di Gaza, l' edificio era vuoto. In particolare, non era presente il ministro dell'Interno palestinese Said Siam, del movimento radicale Hamas, il cui ufficio è stato centrato dal missile. E' la prima volta che viene attaccato un ministero dall' inizio dell'offensiva israeliana, aerea e di terra, a Gaza, la notte tra martedì e mercoledì. Testimoni hanno riferito poi di un altro attacco aereo in nottata contro un ufficio di Al Fatah nel centro di Gaza. Non vi sono state conferme indipendenti. D'altra parte, Israele ha negato di essere responsabile del lancio di missili in serata contro una sottostazione elettrica nel sud della Striscia di Gaza, come sostenuto in precedenza da fonti della sicurezza palestinese. L'attacco ha lasciato senza elettricità la zona, provocando un'estensione del blackout in atto da 48 ore per il bombardamento israeliano della principale centrale elettrica della Striscia di Gaza. La sottocentrale sarebbe stata, secondo testimoni, colpita da un razzo palestinese andato fuori bersaglio.

SPARATORIA TRA ISRAELIANI E PALESTINESI Una sparatoria con armi leggere tra soldati israeliani e militanti palestinesi è avvenuta in nottata nel nord della Striscia di Gaza, secondo quanto hanno riferito testimoni palestinesi. L'esercito israeliano ha negato che suoi soldati siano stati coinvolti in scontri a fuoco nella zona o abbiano varcato il confine della Striscia di Gaza. Militanti delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, gruppo armato legato ad Al Fatah (il partito del presidente palestinese Mahmud Abbas), hanno detto invece che, durante la sparatoria, soldati israeliani sono entrati nella parte nord della Striscia.

RAID AEREO ISRAELE, UCCISO MILITANTE PALESTINESE Un militante palestinese della jiahad islamica è morto nel raid aereo israeliano su Gaza venerdì. Lo riferiscono fonti ospedaliere. Si tratta del primo palestinese ucciso da quando Israele ha iniziato la massiccia offensiva a Gaza per liberare il soldato rapito domenica.

PALESTINESE AL-AQSA UCCISO DA SOLDATI ISRAELIANI Un palestinese armato delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa, legate ad Al-Fatah, è stato ucciso durante un raid a Nablus effettuato stamane dalle truppe israeliane, nell'ambito della mobilitazione scattata dopo il rapimento del soldato Ghilad Shalit domenica scorsa nella Striscia di Gaza. Una fonte militare israeliana ha detto che "vi è stata una sparatoria mentre le truppe entravano in città per arrestare dei militanti e che un uomo armato è stato colpito".

Iraq: attentato a Kirkuk

Tre persone sono rimaste uccise e altre 18 ferite in un attentato suicida perpetrato oggi a Kirkuk, nel nord dell' Iraq. Era in corso una cerimonia funebre per un ufficiale ucciso due giorni dai cosiddetti insorti. Secondo fonti delle forze armate irachene, un kamikaze ha fatto esplodere un'autobomba tra la folla. La cerimonia era stata organizzata nel quartiere di Rumez, dove vivono molti ufficiali delle forze armate irachene.

Pakistan: tre militanti uccisi

Tre militanti tribali sono stati uccisi e altri due feriti gravemente stanotte nella provincia meridionale del Beluchistan.Lo riferiscono fonti ufficiali, precisando che i militanti sono morti durante uno scontro a fuoco con forze della sicurezza. Il Beluchistan, che si estende lungo il confine con Afghanistan e Iran, e' ricco di risorse energetiche. L'Amministrazione Usa intanto ha notificato al Congresso di avere appena approvato la vendita di 18 nuovi caccia F-16 al Pakistan.

Madrid, via ai negoziati con l'Eta L'annuncio del premier Zapatero

Il premier spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero ha annunciato ieri che il governo inizierà negoziati di pace con l'organizzazione armata basca Eta, che tre mesi fa ha decretato un cessate-il-fuoco permanente. "Il governo sta per iniziare i negoziati con l'Eta", ha detto Zapatero ai giornalisti in Parlamento, aggiungendo ha detto che il processo di pace che "sarà lungo e difficile". Un processo, ha spiegato il primo ministro spagnolo, che "manterrà saldo il principio irrinunciabile che le questioni politiche siano risolte solo con i legittimi rappresentati della volontà popolare". In ogni caso, ha assicurato, "la democrazia non pagerà alcun presso politico per raggiungere la pace".

Zapatero dopo aver sottolineato che dopo tre anni senza uccisioni da parte dell'Eta e sulla base dell'autorizzazione già accordatagli dal parlamento se fosse cessata la violenza, ha annunciato che "il governo inzierà il dialogo" con gli indipendentisti.

Prima dell'intervento di Zapatero, il ministro dell'interno Alfredo Perez Rubalcaba aveva avuto contatti con i portavoce di tutti i partiti politici a cominciare dal Partito Popolare. Il PP è l'unico partito che si oppone frontalmente al negoziato.

ITALIA

Tav: Letta mandato a osservatorio

'E' stato dato pieno mandato all'Osservatorio Torino-Lione per riannodare il fili del dialogo' sulla Tav, ha detto il sottosegretario Letta. Oggi il presidente del Consiglio Prodi, ha aperto il tavolo politico, convocato a Palazzo Chigi per discutere la posizione del Governo sulla tav. 'Queste infrastrutture - ha detto Prodi - si devono fare anche per onorare gli impegni presi a livello internazionale ed evitare che l' Italia resti fuori dai corridoi europei'.


Appunti e note redazionali

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gror060630 (last edited 2008-06-26 09:52:11 by anonymous)