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RAID ISRAELIANI, BEIRUT BOMBARDATA. DISTRUTTO RADAR MILITARE

In tre ondate i caccia israeliani hanno bombardato Beirut prima dell'alba, prendendo di mira la periferia sud, roccaforte dello Hezbollah, con un bilancio di almeno due morti e 17 feriti, secondo la tv del movimento sciita, Al Manar.

L'aviazione israeliana ha bombardato quindi una base del movimento palestinese filo-siriano Fplp-Cg (Fronte popolare di liberazione della Palestina-Comando generale, di Ahmed Jibril) nella pianura libanese della Bekaa.

Caccia israeliani hanno inoltre compiuto nuovi raid a est e sud di Beirut. Lo ha riferito la Tv libanese Lbc. L'emittente ha precisato che a est della capitale é stato distrutto il radar dell'esercito libanese a Hammana, a ridosso della strada per Damasco. A sud di Beirut, è stato invece nuovamente colpito il ponte sul fiume Aawali, all'ingresso nord del porto di Sidone (40 km. a sud della capitale). Mentre la contraerea libanese entrava in azione, i bombardamenti hanno centrato obiettivi sulla superstrada costiera che porta al Sud Libano, due campi da gioco, e due cavalcavia, uno nei pressi dell'aeroporto, l'altro nel quartiere di Haret Hreik, dove ha sede il quartier generale del 'Partito di Dio' libanese.

Sempre nella zona sud di Beirut - da dove fiamme e fumo si innalzavano verso il cielo - sono stati colpiti anche i quartieri di Gisr al Matar, Moawwad e Ghobeiry, quest'ultimo adiacente al campo profughi palestinese di Shatila. Navi israeliane hanno invece cannoneggiato un deposito di carburante di una centrale elettrica a Jiyyeh, 30 km a sud della capitale, scatenando un violento incendio.

In precedenza, erano state bombardate proprietà degli Hezbollah alla periferia di Hermel, nel Libano orientale, vicino alla frontiera con la Siria. Nella notte inoltre, le forze di sicurezza libanesi hanno chiuso al traffico la strada Beirut-Damasco, che ieri sera è stata bombardata in cinque punti su un tratto di una ventina di km tra la località montana di Sofar e la cittadina di Shtaura, nella valle della Bekaa. A Washington, il Dipartimento di Stato ha intanto autorizzato le famiglie del personale dell'ambasciata Usa, e parte dello staff, a lasciare il Libano, e ha invitato i cittadini statunitensi a evitare i viaggi nel Paese.

ISRAELE MINACCIA DI ELIMINARE NASRALLAH Il ministro israeliano degli Interni, Ron Bar On, ha minacciato di morte il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, annunciando stamani alla radio che il suo "destino è segnato". "Nasrallah ha tracciato da solo il suo destino", ha dichirato all'emittente pubblica. "Salderemo i nostri conti con lui al momento opportuno".

PERETZ, DISTRUGGEREMO HEZBOLLAH Il ministro della difesa israeliano Amir Peretz ha detto questa sera che Israele intende distruggere gli hezbollah, il movimento sciita libanese che ieri ha compiuto due azioni militari nel corso delle quali otto soldati israeliani sono stati uccisi e due rapiti, e che oggi ha bombardato con numerosi razzi il Nord dello stato ebraico. Non ci stupisce che gli Hezbollah rompano le regole del gioco. Noi abbiamo l'intenzione di rompere questa organizzazione, ha detto Peretz ai giornalisti.

USA PONGONO VETO A RISOLUZIONE ARABI Gli Stati Uniti hanno posto il veto su una risoluzione presentata dal Qatar che chiedeva la fine dell'offensiva israeliana a Gaza e la liberazione del primo soldato israeliano rapito il 25 giugno.

LA GUERRA DI PAROLE E LA DIPLOMAZIA AL LAVORO - Per quanto riguarda i veri protagonisti della crisi innescata dalla cattura dei due soldati israeliani, Israele continua a puntare il dito contro la Siria e l'Iran e a ritenere il governo libanese responsabile per le attivita' di Hezbollah sul suo territorio.

Nel pomeriggio un portavoce del ministero degli esteri israeliano Mar Regev ha detto che Israele ha timori "non infondati" che gli Hezbollah possano cercare di trasferire in Iran i soldati israeliani catturati, un'ipotesi che e' stata subito smentita da Teheran.

Beirut ha lanciato un appello all'Onu per un cessate il fuoco immediato e generalizzato e dal segretario generale dell'Onu Kofi Annan e' giunto l'annuncio di una missione speciale ad alto livello che tocchera' l'Egitto, Israele, la Siria e il Libano. Per domani e' prevista una riunione del Consiglio di sicurezza convocato su richiesta del Libano.

In attesa che il vertice del G8 di San Pietroburgo affronti da sabato anche il dossier mediorientale, si sono susseguite le prese di posizione e le iniziative per circoscrivere la crisi. Dopo le dichiarazioni del presidente americano George W.Bush che ha riconosciuto il diritto di Israele a difendersi dai terroristi che vogliono fermare i progressi verso la pace, la presidenza finlandese dell'Ue ha espresso grande preoccupazione per l'uso sproporzionato della forza da parte di Israele in Libano, sottolineando che un blocco aereo e navale non puo' essere giustificato. L'Ue chiede anche il rilascio da parte di Hezbollah dei soldati catturati e al Libano di adoperarsi per fare cessare gli attacchi su Israele.

FRONTE ORIENTALE, PASSI AVANTI NEGOZIATI TRA KHARTOUM E RIBELLI

“Sosteniamo lo sviluppo dell’est, non solo per sé stesso, ma per l’intero Sudan” ha detto il vicepresidente Ali Osman Mohamed Taha, al termine di uno dei primi incontri tra rappresentanti del governo di Khartoum e delegati della regione orientale dopo la firma il 20 giugno ad Asmara di una tregua e la definizione di un’agenda di colloqui di pace. Sulla mediazione dell’Eritrea, Taha ha aggiunto: “Lodiamo tutti quelli che vi stanno prendendo parte… lodiamo i nostri fratelli in Eritrea”. Anche i rappresentanti dell’Est del paese hanno giudicato l’iniziativa odierna un segnale positivo di presa di coscienza dei problemi di sottosviluppo della regione. Per Mahmud Ghandur, esponente del ‘Partito del Congresso dei Beja’, principale partito d’opposizione a matrice etnica dell’est del Sudan, la trattativa ha avuto “un buon inizio”. “Vogliamo che il governo ci includa nella spartizione di poteri e risorse. Chiediamo sviluppo. Il governo dice che lo farà” ha detto inoltre Mohamed Khan, delegato dell’est, riferendosi ai ribelli del ‘Fronte orientale’ – costituito l’anno scorso dalle comunità etniche dei Beja e dei Rashaida – che, come accade anche con analoghe ribellioni nel Darfur occidentale e, in passato, nel Sud Sudan, accusa le autorità centrali di discriminare le periferie, pur sfruttandone le risorse naturali. Nella zona si registra uno dei più alti tassi di malnutrizione del Sudan, pur ospitando la più grande miniera d’oro, il principale porto e il maggiore oleodotto del paese più esteso dell’Africa.

CENTROAMERICA/SALVADOR

I presidenti del Centroamerica e della Colombia hanno definito “inammissibili atti terroristici” gli scontri tra polizia e studenti avvenuti il 5 luglio scorso in Salvador, conclusi con l’uccisione a colpi di arma da fuoco di due poliziotti e il ferimento di altri dieci, attribuiti a “gruppi armati radicali che sono una minaccia alla vita democratica”. Accusata dal governo di San Salvador, l’ex-guerriglia del Fronte Farabundo Martí (Fmln) ha respinto ogni coinvolgimento denunciando un “clima da guerra civile” e annunciando che chiederà all’Onu di ripristinare al più presto una missione di verifica degli accordi di pace del 1992 dopo un conflitto durato 12 anni.

ITALIA

Liberalizzazioni. Taxi, salta l'accordo riparte la protesta. Da ieri farmaci da banco nei supermercati

E' ripresa la protesta dei tassisti dopo l'abbandono del tavolo delle trattative da parte delle organizzazioni sindacali. Ma ieri e' stato anche il primo giorno di vendita nei supermercati dei farmaci da banco.

Se da una parte il decreto bersani iniza a funzionare con la vendita delle medicine nei supermercati, dall'altra si riaffaccia lo spettro della protesta dei taxisti che hanno abbandonato le trattative con il governo.

Il punto di rottura: la nuova proposta messa sul piatto dal ministero ossia che a una singola licenza possano far capo due taxi Per i sindacati, infatti, e' come se il cumulo delle licenze, su cui il governo aveva fatto marcia indietro, rientrasse dalla finestra. E su questo punto la trattativa si e' infranta e tutte le sigle sindacali hanno abbandonato il tavolo.

Positive le notizie, invece, nel primo giorno di vendite di medicine da banco nella grande distribuzione. In un supermercato di Vicenza ha cominciato a funzionare il primo reparto di vendita di farmaci da banco con prezzi medi inferiori del 20% Tra i medicinali piu' venduti Aspirina, Tachipirina, Maalox, Fargan crema, Supradyne, Tantum verde, Cibalgina. Protestano i farmacisti che temono un aumento di consumo di pillole e confermano un giorno di protesta per il 19 luglio.


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