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'''ITALIA'''
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'''Siparietto''' '''ONU: L’ITALIA RIPETE DI ESSERE PRONTA, MA NON SI SA ANCORA IN COMPAGNIA DI CHI'''
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=== Gr 13:00 ===

'''In primo Piano'''

'''NOTIZIE BREVI'''

'''ESTERI'''

'''ITALIA'''

'''Siparietto'''
----
=== Gr 9:30 ===
In vista della decisiva riunione europea di domani, il ministro D'Alema ha assicurato che non c'e' stata nessuna disputa sui comandi. Semmai, ha aggiunto - c'e' stata una forte pressione dell'Italia per un coinvolgimento internazionale. Sia Prodi che il Bush hanno confermato la loro determinazione a continuare a lavorare insieme per il successo della missione UNIFIL. Israele assegna grande importanza alla missione internazionale e in particolare alla presenza italiana. Livni nel contempo ha espresso preoccupazione per il fatto che Hezbollah possa diventare una forza di governo in Libano cosi' come e' avvenuto con Hamas nell'Autorita' palestinese. Livni ha ribadito che Israele non ha un conflitto con il Libano. (Meno male: non avendo un conflitto, lo ha semidistrutto; se invece lo avesse avuto, il conflitto?)
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'''ESTERI''' '''LIBANO: TERRIBILE IL DISASTRO ECOLOGICO IN MARE PROVOCATO DALLE BOMBE ISRAELIANE'''

Sembrava essere scampato al disastro, invece anche il parco naturale delle Palm Islands, poco distante dalla costa a nord di Beirut, è stato inondato dalla marea nera. L'allarme arriva dalla task force ambientale inviata dall'Italia in Libano per fronteggiare l'emergenza inquinamento di olio combustibile fuoriuscito dalla centrale elettrica di Jiyyeh, successiva al bombardamento di metà luglio. In gioco non c'é solo il patrimonio naturalistico. Prioritaria per il governo libanese è l'area della centrale elettrica, che non riesce ad alimentare le zone a Sud di Beirut.
Il danno all'ambiente è ancora tutto da quantificare: la stima è che siano finite in mare 15.000 tonnellate di olio combustibile. Se i contributi dei Paesi Ue consentiranno l'acquisto degli strumenti necessari alla ripulitura, a mancare è il personale qualificato, in un'azione di bonifica che dovrebbe raccogliere l'inquinante tramite deschiumatori o l'uso di panne assorbenti.


'''PALESTINA: I COMITATI DI RESISTENZA ROMPONO IL MURO AL CONFINE CON L’EGITTO'''

Nel tentativo di permettere a circa 5.000 civili di oltrepassare la frontiera, militanti palestinesi hanno aperto una breccia di tre metri nel valico di Rafah, al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto chiuso da oramai 54 giorni. L’esplosione è avvenuta nonostante il dispiegamento di 1.300 poliziotti egiziani lungo il confine, dopo che i Comitati di resistenza palestinese avevano minacciato di fare saltare il muro se il varco non fosse stato riaperto. Anche lo scorso mese militanti di Hamas avevano aperto una breccia permettendo a circa 1.000 palestinesi bloccati in Egitto da giugno di ritornare nelle proprie abitazioni. Il valico è stato chiuso il 25 giugno scorso, appena 10 giorni dopo il rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit che ha scatenato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, che ha portato al massacro di oltre 200 palestinesi, per oltre la metà civili, e a una barbara segregazione di tutta la popolazione. Da allora è stato riaperto parzialmente solo cinque giorni e solo poche migliaia degli 1,6 milioni di civili palestinesi che risiedono nella Striscia e hanno bisogno di attraversare il confine sono stati in grado di varcarlo. “Migliaia di civili palestinesi, tra cui malati, donne e bambini, sono costretti ad aspettare in condizioni inumane e devono spendere più soldi per trovare altre vie per viaggiare” ha denunciato proprio oggi il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr), invitando a riaprire del tutto il varco gli osservatori dell’Unione europea incaricati di monitorare il passaggio. Secondo fonti palestinesi, Farhan Alqam – sindaco di Beit Ummar, nell’alta Cisgiordania, e esponente di Hamas – sarebbe stato arrestato da soldati israeliani. Nel corso di una cerimonia a Gaza, il ministro della cultura del governo palestinese di Hamas ha invece accusato Mahmud Abbas, presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) e esponente della fazione rivale al-Fatah, di aver “deliberatamente sottratto dalle casse del governo 30 milioni di euro per impedirci di pagare i salari dei dipendenti pubblici”.


'''PALESTINA: PROSEGUE SENZA SOSTE LA REPRESSIONE ARMATA ISRAELIANA'''

Sarebbe di almeno una vittima e quattro feriti, tutti palestinesi, il bilancio degli scontri notturni avvenuti ad Abassan, nella Striscia di Gaza, nei pressi di Khan Younes, tra soldati regolari israeliani e miliziani del movimento integralista Hamas, eletto al governo della Palestina lo scorso gennaio. Youssef Abu Daqqa il nome dell'ucciso, mentre il fratello Younis, noto esponente di Hamas nella zona meridionale di Gaza, è stato arrestato insieme a decine di funzionari del movimento, fra cui membri del gabinetto e deputati dei Territori occupati della Cisgiordania. Altri scontri si sono verificati in corrispondenza di un check-point lungo la strada di Kissoufim, che unisce la Striscia di Gaza con Israele. Qui un appartenente al gruppo armato estremista della Jihad Islamica sarebbe stato colpito a morte e un secondo attivista ferito. Fonti israeliane informano che nella notte almeno 24 palestinesi sarebbero stati arrestati in Cisgiordania durante una non meglio precisata operazione di sicurezza


'''AFGHANISTAN: TRUPPE USA UCCIDONO 7 CIVILI'''

Sette uomini, tra cui alcuni anziani, e un ragazzino di 12 anni sono stati uccisi dalle forze statunitensi e afgane durante un raid nel villaggio di Asmar, nella provincia orientale di Kunar al confine con il Pakistan. Il comando militare afferma che i soldati hanno risposto al fuoco mentre si avvicinavano alla casa dove si trovavano gli uomini, ritenuti militanti vicini ad Al-Qaida. Secondo gli abitanti di Asmar, le persone uccise sarebbero invece un gruppo di anziani riunitosi per risolvere una disputa. Altri quattro uomini, che si trovavano nell’abitazione, sono stati arrestati; riguardo alla morte del ragazzo, il portavoce della coalizione ha detto che i miliziani si fanno scudo di donne e bambini. Recentemente le operazioni militari nella provincia di Kunar si sono intensificate alla ricerca di talebani e dei loro alleati con basi nel Pakistan settentrionale. Due giorni fa a Kandahar un attentatore suicida si è fatto esplodere al passaggio di un convoglio di militari canadesi, uccidendo un soldato e ferendone tre; è morto anche un bambino che si trovava nei pressi. Immediatamente dopo l’esplosione i soldati, temendo un nuovo attacco, hanno sparato un colpo di fucile contro un motorino che si avvicinava con a bordo due giovani; il proiettile ha colpito entrambi uccidendo uno di loro e ferendo l’altro. Ieri due bombe collocate sulla strada nel distretto di Daman, nella provincia di Kandahar, hanno colpito una moto e un camion uccidendo tre civili e ferendone uno.


'''NIGERIA: RILASCIATI SEI DIPENDENTI DELLE COMPAGNIE PETROLIFERE'''

Sono stati rilasciati i sei dipendenti internazionali del petrolio rapiti il 13 agosto scorso in un locale notturno nel centro di Port Harcourt, la principale città della regione del Delta del Niger, nel sud della Nigeria. Lo hanno annunciato le autorità locali, precisando che i sei – due inglesi, un americano, un tedesco, un irlandese e un polacco – sono tutti in buone condizioni. Tranne un cittadino libanese, ancora nelle mani dei suoi rapitori, si sono conclusi tutti e sette i sequestri compiuti ai danni di dipendenti stranieri del settore del petrolio nelle scorse due settimane. Il rapimento di dipendenti di multinazionali del petrolio viene usato come ‘arma politica’ da gruppi che chiedono un maggior sviluppo delle regioni meridionali e come importante fonte di introiti da gruppi criminali ben armati che normalmente rilasciano i sequestrati dopo il pagamento di un riscatto. Il Delta del Niger è considerato la ‘cassaforte’ del greggio della Nigeria, che produce 2,4 milioni di barili al giorno ed è l’unico membro africano dell’Opec.


'''MESSICO: ELEZIONI AL PARLAMENTO, LA DESTRA HA LA MAGGIORANZA RELATIVA'''

Il Partito d’azione nazionale (Pan), dell’attuale presidente della Repubblica Vicente Fox, ha vinto le elezioni parlamentari, sia alla camera dei Deputati sia al Senato. Il Pan ha ottenuto 206 dei 500 seggi della Camera e 52 dei 128 seggi del Senato. Il Partito della rivoluzione democratica (Prd), guidato dal candidato alla presidenza Andrés Manuel López Obrador, ha ottenuto a sua volta un risultato senza precedenti guadagnando 126 deputati e 29 senatori. Il Partito della rivoluzione istituzionale (Pri), che nel precedente Parlamento aveva la maggioranza relativa e nel prossimo potrà contare invece solo su 104 deputati e 33 senatori. Ma, prima di pensare a una maggioranza di governo, i partiti dovranno attendere ill 31 agosto, quando il tribunale elettorale dovrà proclamare il nuovo presidente della Repubblica.


'''CINA: IMPORTANTI ACCORDI COL VENEZUELA'''

Petrolio in cambio di case, ferrovie e altri servizi. Proseguono gli incontri del presidente venezuelano Hugo Chavez, che questa volta fa tappa in Cina. È in visita a Pechino dove, con il premier Hu Jintao, ha stretto accordi commerciali di varia natura. Al centro sempre il greggio, risorsa imprescindibile per il Venezuela - quinto esportatore mondiale -. La controparte cinese dal canto suo, si è impegnata a fornire supporti di varia natura, dal settore bancario, all’edilizia, alle infrastrutture ferroviarie. Gli accordi saranno resi noti nel dettaglio quando Chavez avrà concluso la sua visita – sei giorni in tutto – e avrà terminato gli incontri con gli imprenditori privati. Il presidente venezuelano ha sottoscritto un impegno per aumentare le esportazioni verso il gigante asiatico: da 160,000 barili – la cifra giornaliera esportata adesso – a 500,000 nei prossimi tre anni per raggiungere la quota di un milione, nel 2012. Sono numeri su cui la Cina fa già affidamento per saziare la sua fame energetica e che perciò danno a questi accordi, importanza ancora maggiore.
La Cina, secondo consumatore mondiale di greggio, importa oggi circa 3,2 milioni di barili al giorno, poco meno della metà del suo attuale fabbisogno giornaliero (6,6 milioni). Un aumento molto significativo, che forse ribadisce agli Stati Uniti la serietà della minaccia di Chavez di chiudere i rubinetti verso il Nord America. Nello specifico, due degli accordi riguardano la compagnia petrolifera asiatica CNPC e quella venezuelana PDVSA, che si sono impegnate a sviluppare un vero e proprio blocco in due giacimenti venezuelani. La Cina, ha fatto sapere Chavez, investirà, nei prossimi anni, oltre 2 miliardi di dollari nell'industria petrolifera e petrolchimica venezuelana.
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'''ROMA: DOPO L’ISPEZIONE CHE CONDANNA ATESIA, SI PREPARA LA RIPRESA DELLA LOTTA DEI PRECARI DEI CALL-CENTER'''

(corrisp. ROR)


'''LAMPEDUSA: CONTINUANO GLI SBARCHI DI MIGRANTI'''

110 gli immigrati arrivati oggi in tre diverse occasioni. In mattinata 42 immigrati erano sbarcati a Lampedusa. Gli extracomunitari erano stati avvistati alle 9.10, su un gommone verde a 10 miglia a sud di Lampedusa. 28 persone, tra cui tre donne, erano stati avvistati ieri notte intorno alle 3,30 a circa 30 miglia a sud dalle coste da un motopeschereccio. Ieri sera altri 20 extracomunitari su un gommone erano stati 'agganciati' da una motovedetta della Capitaneria, a 28 miglia al largo di Lampedusa, dopo 24 ore di ricerche. L'imbarcazione era stata infatti segnalata nel tardo pomeriggio di martedi' da una motovedetta tunisina.


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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ONU: L’ITALIA RIPETE DI ESSERE PRONTA, MA NON SI SA ANCORA IN COMPAGNIA DI CHI

In vista della decisiva riunione europea di domani, il ministro D'Alema ha assicurato che non c'e' stata nessuna disputa sui comandi. Semmai, ha aggiunto - c'e' stata una forte pressione dell'Italia per un coinvolgimento internazionale. Sia Prodi che il Bush hanno confermato la loro determinazione a continuare a lavorare insieme per il successo della missione UNIFIL. Israele assegna grande importanza alla missione internazionale e in particolare alla presenza italiana. Livni nel contempo ha espresso preoccupazione per il fatto che Hezbollah possa diventare una forza di governo in Libano cosi' come e' avvenuto con Hamas nell'Autorita' palestinese. Livni ha ribadito che Israele non ha un conflitto con il Libano. (Meno male: non avendo un conflitto, lo ha semidistrutto; se invece lo avesse avuto, il conflitto?)

LIBANO: TERRIBILE IL DISASTRO ECOLOGICO IN MARE PROVOCATO DALLE BOMBE ISRAELIANE

Sembrava essere scampato al disastro, invece anche il parco naturale delle Palm Islands, poco distante dalla costa a nord di Beirut, è stato inondato dalla marea nera. L'allarme arriva dalla task force ambientale inviata dall'Italia in Libano per fronteggiare l'emergenza inquinamento di olio combustibile fuoriuscito dalla centrale elettrica di Jiyyeh, successiva al bombardamento di metà luglio. In gioco non c'é solo il patrimonio naturalistico. Prioritaria per il governo libanese è l'area della centrale elettrica, che non riesce ad alimentare le zone a Sud di Beirut. Il danno all'ambiente è ancora tutto da quantificare: la stima è che siano finite in mare 15.000 tonnellate di olio combustibile. Se i contributi dei Paesi Ue consentiranno l'acquisto degli strumenti necessari alla ripulitura, a mancare è il personale qualificato, in un'azione di bonifica che dovrebbe raccogliere l'inquinante tramite deschiumatori o l'uso di panne assorbenti.

PALESTINA: I COMITATI DI RESISTENZA ROMPONO IL MURO AL CONFINE CON L’EGITTO

Nel tentativo di permettere a circa 5.000 civili di oltrepassare la frontiera, militanti palestinesi hanno aperto una breccia di tre metri nel valico di Rafah, al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto chiuso da oramai 54 giorni. L’esplosione è avvenuta nonostante il dispiegamento di 1.300 poliziotti egiziani lungo il confine, dopo che i Comitati di resistenza palestinese avevano minacciato di fare saltare il muro se il varco non fosse stato riaperto. Anche lo scorso mese militanti di Hamas avevano aperto una breccia permettendo a circa 1.000 palestinesi bloccati in Egitto da giugno di ritornare nelle proprie abitazioni. Il valico è stato chiuso il 25 giugno scorso, appena 10 giorni dopo il rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit che ha scatenato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, che ha portato al massacro di oltre 200 palestinesi, per oltre la metà civili, e a una barbara segregazione di tutta la popolazione. Da allora è stato riaperto parzialmente solo cinque giorni e solo poche migliaia degli 1,6 milioni di civili palestinesi che risiedono nella Striscia e hanno bisogno di attraversare il confine sono stati in grado di varcarlo. “Migliaia di civili palestinesi, tra cui malati, donne e bambini, sono costretti ad aspettare in condizioni inumane e devono spendere più soldi per trovare altre vie per viaggiare” ha denunciato proprio oggi il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr), invitando a riaprire del tutto il varco gli osservatori dell’Unione europea incaricati di monitorare il passaggio. Secondo fonti palestinesi, Farhan Alqam – sindaco di Beit Ummar, nell’alta Cisgiordania, e esponente di Hamas – sarebbe stato arrestato da soldati israeliani. Nel corso di una cerimonia a Gaza, il ministro della cultura del governo palestinese di Hamas ha invece accusato Mahmud Abbas, presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) e esponente della fazione rivale al-Fatah, di aver “deliberatamente sottratto dalle casse del governo 30 milioni di euro per impedirci di pagare i salari dei dipendenti pubblici”.

PALESTINA: PROSEGUE SENZA SOSTE LA REPRESSIONE ARMATA ISRAELIANA

Sarebbe di almeno una vittima e quattro feriti, tutti palestinesi, il bilancio degli scontri notturni avvenuti ad Abassan, nella Striscia di Gaza, nei pressi di Khan Younes, tra soldati regolari israeliani e miliziani del movimento integralista Hamas, eletto al governo della Palestina lo scorso gennaio. Youssef Abu Daqqa il nome dell'ucciso, mentre il fratello Younis, noto esponente di Hamas nella zona meridionale di Gaza, è stato arrestato insieme a decine di funzionari del movimento, fra cui membri del gabinetto e deputati dei Territori occupati della Cisgiordania. Altri scontri si sono verificati in corrispondenza di un check-point lungo la strada di Kissoufim, che unisce la Striscia di Gaza con Israele. Qui un appartenente al gruppo armato estremista della Jihad Islamica sarebbe stato colpito a morte e un secondo attivista ferito. Fonti israeliane informano che nella notte almeno 24 palestinesi sarebbero stati arrestati in Cisgiordania durante una non meglio precisata operazione di sicurezza

AFGHANISTAN: TRUPPE USA UCCIDONO 7 CIVILI

Sette uomini, tra cui alcuni anziani, e un ragazzino di 12 anni sono stati uccisi dalle forze statunitensi e afgane durante un raid nel villaggio di Asmar, nella provincia orientale di Kunar al confine con il Pakistan. Il comando militare afferma che i soldati hanno risposto al fuoco mentre si avvicinavano alla casa dove si trovavano gli uomini, ritenuti militanti vicini ad Al-Qaida. Secondo gli abitanti di Asmar, le persone uccise sarebbero invece un gruppo di anziani riunitosi per risolvere una disputa. Altri quattro uomini, che si trovavano nell’abitazione, sono stati arrestati; riguardo alla morte del ragazzo, il portavoce della coalizione ha detto che i miliziani si fanno scudo di donne e bambini. Recentemente le operazioni militari nella provincia di Kunar si sono intensificate alla ricerca di talebani e dei loro alleati con basi nel Pakistan settentrionale. Due giorni fa a Kandahar un attentatore suicida si è fatto esplodere al passaggio di un convoglio di militari canadesi, uccidendo un soldato e ferendone tre; è morto anche un bambino che si trovava nei pressi. Immediatamente dopo l’esplosione i soldati, temendo un nuovo attacco, hanno sparato un colpo di fucile contro un motorino che si avvicinava con a bordo due giovani; il proiettile ha colpito entrambi uccidendo uno di loro e ferendo l’altro. Ieri due bombe collocate sulla strada nel distretto di Daman, nella provincia di Kandahar, hanno colpito una moto e un camion uccidendo tre civili e ferendone uno.

NIGERIA: RILASCIATI SEI DIPENDENTI DELLE COMPAGNIE PETROLIFERE

Sono stati rilasciati i sei dipendenti internazionali del petrolio rapiti il 13 agosto scorso in un locale notturno nel centro di Port Harcourt, la principale città della regione del Delta del Niger, nel sud della Nigeria. Lo hanno annunciato le autorità locali, precisando che i sei – due inglesi, un americano, un tedesco, un irlandese e un polacco – sono tutti in buone condizioni. Tranne un cittadino libanese, ancora nelle mani dei suoi rapitori, si sono conclusi tutti e sette i sequestri compiuti ai danni di dipendenti stranieri del settore del petrolio nelle scorse due settimane. Il rapimento di dipendenti di multinazionali del petrolio viene usato come ‘arma politica’ da gruppi che chiedono un maggior sviluppo delle regioni meridionali e come importante fonte di introiti da gruppi criminali ben armati che normalmente rilasciano i sequestrati dopo il pagamento di un riscatto. Il Delta del Niger è considerato la ‘cassaforte’ del greggio della Nigeria, che produce 2,4 milioni di barili al giorno ed è l’unico membro africano dell’Opec.

MESSICO: ELEZIONI AL PARLAMENTO, LA DESTRA HA LA MAGGIORANZA RELATIVA

Il Partito d’azione nazionale (Pan), dell’attuale presidente della Repubblica Vicente Fox, ha vinto le elezioni parlamentari, sia alla camera dei Deputati sia al Senato. Il Pan ha ottenuto 206 dei 500 seggi della Camera e 52 dei 128 seggi del Senato. Il Partito della rivoluzione democratica (Prd), guidato dal candidato alla presidenza Andrés Manuel López Obrador, ha ottenuto a sua volta un risultato senza precedenti guadagnando 126 deputati e 29 senatori. Il Partito della rivoluzione istituzionale (Pri), che nel precedente Parlamento aveva la maggioranza relativa e nel prossimo potrà contare invece solo su 104 deputati e 33 senatori. Ma, prima di pensare a una maggioranza di governo, i partiti dovranno attendere ill 31 agosto, quando il tribunale elettorale dovrà proclamare il nuovo presidente della Repubblica.

CINA: IMPORTANTI ACCORDI COL VENEZUELA

Petrolio in cambio di case, ferrovie e altri servizi. Proseguono gli incontri del presidente venezuelano Hugo Chavez, che questa volta fa tappa in Cina. È in visita a Pechino dove, con il premier Hu Jintao, ha stretto accordi commerciali di varia natura. Al centro sempre il greggio, risorsa imprescindibile per il Venezuela - quinto esportatore mondiale -. La controparte cinese dal canto suo, si è impegnata a fornire supporti di varia natura, dal settore bancario, all’edilizia, alle infrastrutture ferroviarie. Gli accordi saranno resi noti nel dettaglio quando Chavez avrà concluso la sua visita – sei giorni in tutto – e avrà terminato gli incontri con gli imprenditori privati. Il presidente venezuelano ha sottoscritto un impegno per aumentare le esportazioni verso il gigante asiatico: da 160,000 barili – la cifra giornaliera esportata adesso – a 500,000 nei prossimi tre anni per raggiungere la quota di un milione, nel 2012. Sono numeri su cui la Cina fa già affidamento per saziare la sua fame energetica e che perciò danno a questi accordi, importanza ancora maggiore. La Cina, secondo consumatore mondiale di greggio, importa oggi circa 3,2 milioni di barili al giorno, poco meno della metà del suo attuale fabbisogno giornaliero (6,6 milioni). Un aumento molto significativo, che forse ribadisce agli Stati Uniti la serietà della minaccia di Chavez di chiudere i rubinetti verso il Nord America. Nello specifico, due degli accordi riguardano la compagnia petrolifera asiatica CNPC e quella venezuelana PDVSA, che si sono impegnate a sviluppare un vero e proprio blocco in due giacimenti venezuelani. La Cina, ha fatto sapere Chavez, investirà, nei prossimi anni, oltre 2 miliardi di dollari nell'industria petrolifera e petrolchimica venezuelana.

ITALIA

ROMA: DOPO L’ISPEZIONE CHE CONDANNA ATESIA, SI PREPARA LA RIPRESA DELLA LOTTA DEI PRECARI DEI CALL-CENTER

(corrisp. ROR)

LAMPEDUSA: CONTINUANO GLI SBARCHI DI MIGRANTI

110 gli immigrati arrivati oggi in tre diverse occasioni. In mattinata 42 immigrati erano sbarcati a Lampedusa. Gli extracomunitari erano stati avvistati alle 9.10, su un gommone verde a 10 miglia a sud di Lampedusa. 28 persone, tra cui tre donne, erano stati avvistati ieri notte intorno alle 3,30 a circa 30 miglia a sud dalle coste da un motopeschereccio. Ieri sera altri 20 extracomunitari su un gommone erano stati 'agganciati' da una motovedetta della Capitaneria, a 28 miglia al largo di Lampedusa, dopo 24 ore di ricerche. L'imbarcazione era stata infatti segnalata nel tardo pomeriggio di martedi' da una motovedetta tunisina.


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gror060824 (last edited 2008-06-26 09:55:27 by anonymous)