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Governo Anp: ancora in alto mare

Nessun esito nell'incontro a Gaza fra il presidente Abu Mazen e il premier Haniyeh per la formazione del nuovo governo di unita' nazionale. Lo sostiene il quotidiano al-Quds secondo cui i colloqui fra i due dirigenti palestinesi proseguiranno sabato a Gaza. Intanto prosegue l'esodo dalla citta' israeliana di Sderot, bersagliata nei giorni scorsi dai razzi palestinesi. Oggi il premier israeliano Olmert e' tornato ad escludere una vasta operazione terrestre contro i gruppi armati della intifada.

STAMPA, DETENUTI TORTURATI DA SOLDATI OLANDESI

Soldati e agenti segreti olandesi avrebbero torturato decine di detenuti iracheni durante interrogatori nel 2003 e le gerarchie militari avrebbero coperto gli abusi: lo scrive stamani il quotidiano dei Paesi Bassi ‘De Volkskrant’. Secondo il giornale, una sezione dell’intelligence militare olandese avrebbe condotto “interrogatori tattici con la forza”. Un portavoce delle Forze armate avrebbe ammesso che “è avvenuto qualcosa che non corrispondeva alle istruzioni”. Il quotidiano di Amsterdam – considerato un giornale progressista – scrive che durante interrogatori condotti dall’autorità provvisoria della coalizione nel carcere di as-Samawah, nel sud, i prigionieri sarebbero stati sottoposti a trattamenti come l’esposizione a forti fonti di fonti di luce dopo essere stati tenuti al buio, stimolazioni sonore per impedire il sonno; il tutto in assenza di assistenza giuridica comunque obbligatoria. I Paesi Bassi inviarono circa 1.400 militari nel sud dell’Iraq al momento dell’invasione voluta dagli Usa; il loro mandato si è concluso nei primi mesi del 2005. Torture e trattamenti degradanti sono stati inflitti da parte di soldati americani a centinaia di detenuti nel carcere di Abu Ghraib, divenuto tristemente famoso per le gravi violazioni dei diritti umani compiute dai soldati Usa.

TONGA: VITTIME IN PROTESTE PER RIFORME DEMOCRATICHE

Nonostante la calma sembri tornata nella capitale Nuku’alofa all’indomani delle proteste che hanno provocato almeno otto morti, il governo di Tonga – dove vivono circa 115.000 persone - ha chiesto ad Australia e Nuova Zelanda l’invio di 150 poliziotti e soldati che dovrebbero arrivare in tarda serata. Centinaia di manifestanti hanno saccheggiato e dato alle fiamme automobili, uffici governativi o reali e provocato danni – secondo fonti locali – all’80% degli edifici del centro della città. La protesta è iniziata dopo il rinvio di una seduta del parlamento, l’ultima dell’anno, senza l’approvazione di riforme democratiche in un regno governato con regole definite ancora “semi-feudali”. La calma è tornata solo dopo un vertice d’emergenza, in cui governo, nobili e parlamentari eletti hanno accolto le richieste dei dimostranti: 21 deputati su 30 verranno eletti dal popolo durante le elezioni del 2008, mentre gli attuali 34 membri dell’Assemblea parlamentare sono in maggioranza designati dal re e da un collegio di nobili. La battaglia per la democrazia nel regno del piccolo arcipelago di 171 isole, che si estendono per 2000 chilometri a nord della città di Auckland, in Nuova Zelanda, dura da parecchi anni. Due mesi fa il nuovo re Tupou V, che ha preso il posto del defunto padre Taufa'ahau Tupou IV, aveva promesso “appropriati cambiamenti”, escludendo tuttavia una democrazia totale.

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