Differences between revisions 6 and 8 (spanning 2 versions)
Revision 6 as of 2006-11-28 11:57:22
Size: 10682
Editor: anonymous
Comment:
Revision 8 as of 2006-11-28 19:13:05
Size: 21881
Editor: anonymous
Comment:
Deletions are marked like this. Additions are marked like this.
Line 15: Line 15:
'''In primo Piano'''
 
'''Oaxaca'''
 
Dopo la brutale repressione di domenica scorsa, quando, durante il corteo per le strade di Oaxaca, che ha visto partecipare oltre 600mila persone, la polizia ha sparato sui manifestanti, l'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) ha convocato una mobilitazione per oggi, con il fine di riprendere la Plaza de Santo Domingo e ristabilire le barricate.
La città è in mano ai militari dalla fine di ottobre, e il bilancio della violenta repressione messa in atto dal governo centrale è di 23 morti (nella zona) e 160 detenuti, nonché numerose persone scomparse, quasi un centinaio, di cui alcune vittime di sequestri violenti. Si parla di carceri “clandestine” e di torture e si moltiplicano gli appelli degli organismi in difesa dei diritti umani.

I responsabili della Appo, l'Asemblea Popular de los Pueblos de Oaxaca, hanno fatto sapere che non si fermeranno nemmeno davanti alla repressione e continueranno con le loro proteste fino a quando Ulises Ruiz, il governatore della zona, non lascerà l'incarico.
Numerose le mobilitazioni in Messico ma non solo per denunciare quanto sta accadendo ad Oaxaca. Si è infatti formato un coordinamento, che si chiama Assemblea Popolare dei Popoli del Messico (raggruppa 20 stati).
A Città del Messico si è svolta una marcha di oltre 2 mila persone che è arrivata allo Zocalo, la piazza principale. In contemporanea si sono svolti dei blocchi cittadini. Anche a Michoacan, nello stato di Moreli, ci sono stati blocchi e manifestazioni e numerose se ne prevedono in questa giornata che in Messico è appena cominciata.

E ieri (stanotte, per noi) il gruppo guerrigliero Tendenza Democratico Rivoluzianaria-Esercito del Popolo (EPR), ha annunciato che di fronte alla repressione esercitata contro membri dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO), farà uso delle armi.
Intanto Radio Universidad, la voce delle mobilitazioni, resta sotto assedio, circondata dalla Polizia Federal Preventiva e la città si prepara ad una nuova manifestazione che scalzi l’assedio militare e gli arresti indiscriminati, gli stupri, le aggressioni legati alla presenza dei militari per le strade.
Un’altra megamarcia, la ottava, è prevista per il 1 dicembre, ma ogni giorno si sviluppano azioni contro l’occupazione di Oaxaca.

E, mentre a Oaxaca si violano i diritti umani, oggi, o al massimo domani, Francisco Ramírez Acuña sarà nominato Ministro dell'Interno in Messico. Sul suo capo pendono 640 denunce per tortura e un odio viscerale per i giovani. Quindi per Felipe Calderón, che s'insedierà il 1 dicembre, è l'uomo giusto al posto giusto.
Il Messico è sull’orlo di una svolta autoritaria.

Cinquantasei organizzazioni per i diritti umani -Tra queste Amnistia Internacional e Human Rights Watch- si sono già espresse contro la nomina di Ramírez Acuña per fatti così gravi che lo rendono incompatibile per ogni incarico pubblico.


'''IRAQ'''

Esplosioni presso l'ospedale di Yarmouk, almeno 4 vittime

Secondo quanto riferito dalle autorità irachene, stamane due autobombe sarebbero esplose nei pressi dell'ospedale di Yarmouk, nella parte occidentale della capitale Baghdad, uccidendo almeno 4 persone e ferendone altre 40.
Una delle due bombe avrebbe colpito una pattuglia della polizia, mentre l'altra sarebbe esplosa nei pressi dell'obitorio. La guerra in Iraq, scoppiata nel marzo 2003, ha provocato finora almeno 50 mila vittime.

Nuri al Maliki, primo ministro iracheno, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite di prorogare di 1 anno il mandato della forza multinazionale in Iraq. Lo ha fatto inviando ieri sera una lettera all'Onu. Questo a seguito dell'intensificarsi delle violenze in tutto il paese.
Oggi, durante i colloqui con il presidente iracheno, l'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema della rivoluzione iraniana, ha affermato invece che se se vuole ristabilire una situazione di sicurezza in Iraq le truppe statunitensi devono lasciare il Paese.

Rispetto al ritiro, il governo sudcoreano ha annunciato il rientro a inizio del 2007 di circa 1.100 soldati degli attuali 2.300 si stanza a Erbil e il premier italiano Prodi ha dichiarato ieri che gli ultimi soldati italiani torneranno a casa entro il 2 dicembre 2006.


'''PALESTINA - ISRAELE'''

Bulldozer israeliani demoliscono case a Jenin

Una serie di bulldozer, protetti dai soldati dell'esercito israeliano, sono arrivati all'alba di oggi nel villaggio di Arbana, nei pressi di Jenin, è hanno abbattuto un numero imprecisato di case palestinesi. Secondo la polizia israeliana le abitazioni erano abusive, secondo fonti palestinesi invece i bulldozer spianano la strada a un nuovo tratto del muro di divisione che Israele sta costruendo dal 2002.

Tredici palestinesi sono stati sequestrati all'alba nei Territori occupati della Cisgiordania dalle forze di occupazione. A Qabatiye, nella zona di Jenin, c'è stata una sparatoria che ha coinvolto le forze occupanti e un palestinese è rimasto ferito.

Il ministro della Difesa israeliano Amir Peretz ha affermato, citato dalla Radio militare dello Stato ebraico, che la tregua con la resistenza palestinese riguarda, secondo Israele, solo la striscia di Gaza e non i Territori occupati della West Bank.

'''Nasce un quotidiano palestinese, pensato anche per gli israeliani'''
 
Ieri è stato lanciato un nuovo quotidiano Palestinese in lingua inglese, il cui scopo è quello di attirare i lettori sia in Israele che nei Territori Palestinesi. Si chiama Palestine Times ed è il primo quotidiano ad avere acquistato la licenza per distribuire nelle edicole anche in Israele. Attualmente ne esistono tre, tutti in lingua araba. Il caporedattore, Othman Haj Mohammed, racconta che il quotidiano avrà anche un corrispondente israeliano e un reporter arabo-israeliano che avranno il compito di raccontare ai palestinesi l'altra parte del conflitto.


'''Nigeria - Amnesty chiede interventi contro gli abusi sessuali commessi dai soldati'''

Amnesty International ha chiesto oggi alla Nigeria di emettere provvedimenti atti a impedire le violenze sessuali contro le donne, inclusi gli stupri compiuti dalle forze di sicurezza e dalla polizia. Per Amnesty gli abusi sessuali sarebbero incoraggiati dalla debolezza del sistema giudiziario e dalle mancanze, a tutti i livelli, delle autorità nigeriane. Corruzione e incompetenza consentirebbero umiliazioni alle vittime e intimidazioni alle indagini: solo il 10 percento dei casi verrebbe perseguito con successo. I soldati nigeriani starebbero continuando a godere di un'ampia immunità, nonostante la nuova amministrazione dello stato affidata al presidente Olusegun Obasanjo, in carica dal 1999, fosse stata accolta come una svolta democratica del paese.

'''Ultimatum per radio, agenzie e scuole francesi nel Paese'''
 
Si inasprisce la crisi tra Raunada e Francia, iniziata la settimana scorsa a seguito delle accuse dirette allo Stato francese, ritenuto responsabile di aver avvallato il genocidio del 1994 nel paese africano. La decisione delle autorità ruandesi di interrompere le relazioni con la Francia segue l'incriminazione di nove tra i più stretti collaboratori dell'attuale presidente Paul Kagame da parte di un giudice francese, che sta indagando sull'assassinio del presidente ruandese Habyarimana, avvenuto nel 1994. A seguito di questo omicidio, si scatenò il genocidio Tutsi, in cui 800 mila persone vennero uccise.
 
In tutta risposta, le autorità ruandesi hanno lanciato un ultimatum alle radio, alle agenzie e alle scuole francesi che operano nel Paese, dando tempo fino a lunedì per cessare le loro attività. Sabato scorso, l'ambasciatore francese ha già lasciato la sede diplomatica di Kigali.

'''PAKISTAN: Al via legge contro lo stupro'''
 
Il parlamento pakistano ha approvato un emendamento alla legge concernente lo stupro.
Attualmente, questo crimine viene giudicato secondo la legge islamica che contempla la presentazione, da parte della vittima, di quattro testimoni maschi. Se la malcapitata non riesce a provare il misfatto, viene accusata di adulterio, reato che prevede la pena di morte e, nel migliore dei casi, la flagellazione.
Il nuovo disegno di legge include diversi cambiamenti. Il giudice potrà scegliere se istituire il processo secondo la legge islamica o il codice civile, inoltre diventerà illegale il sesso con le ragazze al di sotto dei sedici anni e la pena di adulterio sarà ridotta a cinque anni di carcere o al pagamento di una multa di 10.000 rupie (165 dollari). Ora il decreto deve ricevere il beneplacito del senato e il presidente Musharaff, suo grande sostenitore, auspica che ciò avvenga senza troppe spaccature, anche se l'ala fondamentalista ha già boicottato il voto e minaccia le dimissioni dal parlamento in caso d'approvazione.


'''ITALIA'''
 
'''All'università scontri studenti-polizia, Napoli'''
 
Mentre si inaugurava l'anno accademico presso l'Università Federico II di Napoli, folti gruppi di universitari dei collettivi interfacoltà e della rete studentesca contro la precarietà hanno cercato di entrare nell'edificio di Monte Sant'Angelo dove era in corso l' inaugurazione dell'anno accademico; alla cerimonia partecipava il Presidente della Repubblica, Napolitano ed il ministro dell'Università, Mussi. La polizia ha bloccato violentemente i giovani e li ha caricati con manganellate. Alcuni studenti sono stati picchiati.
 
Gli universitari protestavano con slogan e striscioni contro le riforme e la privatizzazione che colpiscono l'università e contro il precariato; intendevano inoltre consegnare un documento al ministro Mussi.. I manifestanti hanno anche contestato la delegazione del sindacato studentesco Udu che è entrata nell'ateneo. I collettivi chiedevano che potessero entrare tutti gli studenti.

Per circa un ora e mezza dopo gli scontri gli studenti sono stati circondati dalla polizia attuando un vero e proprio sequestro di persona gestito direttamente dal Questore Fioriolli accorso a dirigere le operazioni in Piazza.
Gli studenti in un comunicato rilanciano la convocazione dell’assemblea nazionale delle reti universitarie a dicembre a Roma. Dopo la scorsa convocazione di Bologna, è un’occasione importante per rilanciare a livello nazionale un percorso di opposizione alle politiche neoliberiste sull’universita’ e sui saperi.


'''PROCESSO COSENZA'''

E’ ripreso oggi a Cosenza il processo agli attivisti della Rete del Sud Ribelle accusati di associazione sovversiva per i fatti di Napoli e Genova 2001 dal pubblico ministero Domenico Fiordalisi, fresco di nomina a presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, sezione di Paola.

La prima parte dell'udienza è stata dedicata alla testimonianza del capo della Digos di Cosenza, Alfredo Cantafora.
La seconda parte dell'udienza è proseguita con la testimonianza dell'ispettore capo della Digos di Cosenza, Eugenio Astorino,

E' possibile trovare le sintesi e le trascrizioni delle udienze del processo al
Sud Ribelle all'indirizzo: www.supportolegale.org
(al momento non era disponibile)



Anchor(top)

[:rorinterattiva: Home page Ror interattiva]

[#appunti Appunti e note redazionali]

[:RorFonti: Fonti]

Gr 19:30

In primo Piano

Oaxaca

Dopo la brutale repressione di domenica scorsa, quando, durante il corteo per le strade di Oaxaca, che ha visto partecipare oltre 600mila persone, la polizia ha sparato sui manifestanti, l'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) ha convocato una mobilitazione per oggi, con il fine di riprendere la Plaza de Santo Domingo e ristabilire le barricate. La città è in mano ai militari dalla fine di ottobre, e il bilancio della violenta repressione messa in atto dal governo centrale è di 23 morti (nella zona) e 160 detenuti, nonché numerose persone scomparse, quasi un centinaio, di cui alcune vittime di sequestri violenti. Si parla di carceri “clandestine” e di torture e si moltiplicano gli appelli degli organismi in difesa dei diritti umani.

I responsabili della Appo, l'Asemblea Popular de los Pueblos de Oaxaca, hanno fatto sapere che non si fermeranno nemmeno davanti alla repressione e continueranno con le loro proteste fino a quando Ulises Ruiz, il governatore della zona, non lascerà l'incarico. Numerose le mobilitazioni in Messico ma non solo per denunciare quanto sta accadendo ad Oaxaca. Si è infatti formato un coordinamento, che si chiama Assemblea Popolare dei Popoli del Messico (raggruppa 20 stati). A Città del Messico si è svolta una marcha di oltre 2 mila persone che è arrivata allo Zocalo, la piazza principale. In contemporanea si sono svolti dei blocchi cittadini. Anche a Michoacan, nello stato di Moreli, ci sono stati blocchi e manifestazioni e numerose se ne prevedono in questa giornata che in Messico è appena cominciata.

E ieri (stanotte, per noi) il gruppo guerrigliero Tendenza Democratico Rivoluzianaria-Esercito del Popolo (EPR), ha annunciato che di fronte alla repressione esercitata contro membri dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO), farà uso delle armi. Intanto Radio Universidad, la voce delle mobilitazioni, resta sotto assedio, circondata dalla Polizia Federal Preventiva e la città si prepara ad una nuova manifestazione che scalzi l’assedio militare e gli arresti indiscriminati, gli stupri, le aggressioni legati alla presenza dei militari per le strade. Un’altra megamarcia, la ottava, è prevista per il 1 dicembre, ma ogni giorno si sviluppano azioni contro l’occupazione di Oaxaca.

E, mentre a Oaxaca si violano i diritti umani, oggi, o al massimo domani, Francisco Ramírez Acuña sarà nominato Ministro dell'Interno in Messico. Sul suo capo pendono 640 denunce per tortura e un odio viscerale per i giovani. Quindi per Felipe Calderón, che s'insedierà il 1 dicembre, è l'uomo giusto al posto giusto. Il Messico è sull’orlo di una svolta autoritaria.

Cinquantasei organizzazioni per i diritti umani -Tra queste Amnistia Internacional e Human Rights Watch- si sono già espresse contro la nomina di Ramírez Acuña per fatti così gravi che lo rendono incompatibile per ogni incarico pubblico.

IRAQ

Esplosioni presso l'ospedale di Yarmouk, almeno 4 vittime

Secondo quanto riferito dalle autorità irachene, stamane due autobombe sarebbero esplose nei pressi dell'ospedale di Yarmouk, nella parte occidentale della capitale Baghdad, uccidendo almeno 4 persone e ferendone altre 40. Una delle due bombe avrebbe colpito una pattuglia della polizia, mentre l'altra sarebbe esplosa nei pressi dell'obitorio. La guerra in Iraq, scoppiata nel marzo 2003, ha provocato finora almeno 50 mila vittime.

Nuri al Maliki, primo ministro iracheno, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite di prorogare di 1 anno il mandato della forza multinazionale in Iraq. Lo ha fatto inviando ieri sera una lettera all'Onu. Questo a seguito dell'intensificarsi delle violenze in tutto il paese. Oggi, durante i colloqui con il presidente iracheno, l'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema della rivoluzione iraniana, ha affermato invece che se se vuole ristabilire una situazione di sicurezza in Iraq le truppe statunitensi devono lasciare il Paese.

Rispetto al ritiro, il governo sudcoreano ha annunciato il rientro a inizio del 2007 di circa 1.100 soldati degli attuali 2.300 si stanza a Erbil e il premier italiano Prodi ha dichiarato ieri che gli ultimi soldati italiani torneranno a casa entro il 2 dicembre 2006.

PALESTINA - ISRAELE

Bulldozer israeliani demoliscono case a Jenin

Una serie di bulldozer, protetti dai soldati dell'esercito israeliano, sono arrivati all'alba di oggi nel villaggio di Arbana, nei pressi di Jenin, è hanno abbattuto un numero imprecisato di case palestinesi. Secondo la polizia israeliana le abitazioni erano abusive, secondo fonti palestinesi invece i bulldozer spianano la strada a un nuovo tratto del muro di divisione che Israele sta costruendo dal 2002.

Tredici palestinesi sono stati sequestrati all'alba nei Territori occupati della Cisgiordania dalle forze di occupazione. A Qabatiye, nella zona di Jenin, c'è stata una sparatoria che ha coinvolto le forze occupanti e un palestinese è rimasto ferito.

Il ministro della Difesa israeliano Amir Peretz ha affermato, citato dalla Radio militare dello Stato ebraico, che la tregua con la resistenza palestinese riguarda, secondo Israele, solo la striscia di Gaza e non i Territori occupati della West Bank.

Nasce un quotidiano palestinese, pensato anche per gli israeliani

Ieri è stato lanciato un nuovo quotidiano Palestinese in lingua inglese, il cui scopo è quello di attirare i lettori sia in Israele che nei Territori Palestinesi. Si chiama Palestine Times ed è il primo quotidiano ad avere acquistato la licenza per distribuire nelle edicole anche in Israele. Attualmente ne esistono tre, tutti in lingua araba. Il caporedattore, Othman Haj Mohammed, racconta che il quotidiano avrà anche un corrispondente israeliano e un reporter arabo-israeliano che avranno il compito di raccontare ai palestinesi l'altra parte del conflitto.

Nigeria - Amnesty chiede interventi contro gli abusi sessuali commessi dai soldati

Amnesty International ha chiesto oggi alla Nigeria di emettere provvedimenti atti a impedire le violenze sessuali contro le donne, inclusi gli stupri compiuti dalle forze di sicurezza e dalla polizia. Per Amnesty gli abusi sessuali sarebbero incoraggiati dalla debolezza del sistema giudiziario e dalle mancanze, a tutti i livelli, delle autorità nigeriane. Corruzione e incompetenza consentirebbero umiliazioni alle vittime e intimidazioni alle indagini: solo il 10 percento dei casi verrebbe perseguito con successo. I soldati nigeriani starebbero continuando a godere di un'ampia immunità, nonostante la nuova amministrazione dello stato affidata al presidente Olusegun Obasanjo, in carica dal 1999, fosse stata accolta come una svolta democratica del paese.

Ultimatum per radio, agenzie e scuole francesi nel Paese

Si inasprisce la crisi tra Raunada e Francia, iniziata la settimana scorsa a seguito delle accuse dirette allo Stato francese, ritenuto responsabile di aver avvallato il genocidio del 1994 nel paese africano. La decisione delle autorità ruandesi di interrompere le relazioni con la Francia segue l'incriminazione di nove tra i più stretti collaboratori dell'attuale presidente Paul Kagame da parte di un giudice francese, che sta indagando sull'assassinio del presidente ruandese Habyarimana, avvenuto nel 1994. A seguito di questo omicidio, si scatenò il genocidio Tutsi, in cui 800 mila persone vennero uccise.

In tutta risposta, le autorità ruandesi hanno lanciato un ultimatum alle radio, alle agenzie e alle scuole francesi che operano nel Paese, dando tempo fino a lunedì per cessare le loro attività. Sabato scorso, l'ambasciatore francese ha già lasciato la sede diplomatica di Kigali.

PAKISTAN: Al via legge contro lo stupro

Il parlamento pakistano ha approvato un emendamento alla legge concernente lo stupro. Attualmente, questo crimine viene giudicato secondo la legge islamica che contempla la presentazione, da parte della vittima, di quattro testimoni maschi. Se la malcapitata non riesce a provare il misfatto, viene accusata di adulterio, reato che prevede la pena di morte e, nel migliore dei casi, la flagellazione. Il nuovo disegno di legge include diversi cambiamenti. Il giudice potrà scegliere se istituire il processo secondo la legge islamica o il codice civile, inoltre diventerà illegale il sesso con le ragazze al di sotto dei sedici anni e la pena di adulterio sarà ridotta a cinque anni di carcere o al pagamento di una multa di 10.000 rupie (165 dollari). Ora il decreto deve ricevere il beneplacito del senato e il presidente Musharaff, suo grande sostenitore, auspica che ciò avvenga senza troppe spaccature, anche se l'ala fondamentalista ha già boicottato il voto e minaccia le dimissioni dal parlamento in caso d'approvazione.

ITALIA

All'università scontri studenti-polizia, Napoli

Mentre si inaugurava l'anno accademico presso l'Università Federico II di Napoli, folti gruppi di universitari dei collettivi interfacoltà e della rete studentesca contro la precarietà hanno cercato di entrare nell'edificio di Monte Sant'Angelo dove era in corso l' inaugurazione dell'anno accademico; alla cerimonia partecipava il Presidente della Repubblica, Napolitano ed il ministro dell'Università, Mussi. La polizia ha bloccato violentemente i giovani e li ha caricati con manganellate. Alcuni studenti sono stati picchiati.

Gli universitari protestavano con slogan e striscioni contro le riforme e la privatizzazione che colpiscono l'università e contro il precariato; intendevano inoltre consegnare un documento al ministro Mussi.. I manifestanti hanno anche contestato la delegazione del sindacato studentesco Udu che è entrata nell'ateneo. I collettivi chiedevano che potessero entrare tutti gli studenti.

Per circa un ora e mezza dopo gli scontri gli studenti sono stati circondati dalla polizia attuando un vero e proprio sequestro di persona gestito direttamente dal Questore Fioriolli accorso a dirigere le operazioni in Piazza. Gli studenti in un comunicato rilanciano la convocazione dell’assemblea nazionale delle reti universitarie a dicembre a Roma. Dopo la scorsa convocazione di Bologna, è un’occasione importante per rilanciare a livello nazionale un percorso di opposizione alle politiche neoliberiste sull’universita’ e sui saperi.

PROCESSO COSENZA

E’ ripreso oggi a Cosenza il processo agli attivisti della Rete del Sud Ribelle accusati di associazione sovversiva per i fatti di Napoli e Genova 2001 dal pubblico ministero Domenico Fiordalisi, fresco di nomina a presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, sezione di Paola.

La prima parte dell'udienza è stata dedicata alla testimonianza del capo della Digos di Cosenza, Alfredo Cantafora. La seconda parte dell'udienza è proseguita con la testimonianza dell'ispettore capo della Digos di Cosenza, Eugenio Astorino,

E' possibile trovare le sintesi e le trascrizioni delle udienze del processo al Sud Ribelle all'indirizzo: www.supportolegale.org (al momento non era disponibile)

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

Oaxaca

Dopo la brutale repressione di domenica scorsa, quando, durante il corteo per le strade di Oaxaca, la polizia ha sparato sui manifestanti, l'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) ha convocato una mobilitazione per oggi, con il fine di riprendere la Plaza de Santo Domingo e ristabilire le barricate. La marcia forse sarà sospesa, perché la polizia ha deciso di estendere le proprie forze in tutte le strade circostanti. Continua così lo stato d'eccezione a Oaxaca, che ormai da sei mesi resiste agli attacchi della polizia federale e dei grupppi legati al Partito Revolucionario Institucional. Intanto, è salito a 150 il numero delle persone arrestate, è aumenta il numero dei desaparecidos. Un altro appuntamento è previsto per domani, nel pomeriggio, a Città del Messico.

ESTERI

Il premier al-Maliki chiede una proroga della missione internazionale

Nuri al Maliki, primo ministro iracheno, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite di prorogare di 1 anno il mandato della forza multinazionale in Iraq. Lo ha fatto inviando ieri sera una lettera all'Onu. Questo a seguito dell'intensificarsi delle violenze in tutto il paese. Il governo sudcoreano ha annunciato il rientro a inizio del 2007 di circa 1.100 soldati degli attuali 2.300 si stanza a Erbil e il premier italiano Prodi ha dichiarato ieri che gli ultimi soldati italiani torneranno a casa entro il 2 dicembre 2006..

Afghanistan.allarme hiv

Funzionari del programma nazionale di controllo sull'Aids hanno confermato ieri 61 casi di contagio da Hiv in Afghanistan, 43 sono uomini e 18 donne, mentre tre persone (tra cui due bambini) sono morte a causa di infezioni collegate al virus. Secondo Saifur Rehman, dirigente del programma nazionale di controllo, "L'Afghanistan è vulnerabile al virus dell'Hiv e i fattori di rischio includono l'aumento del numero di persone che fanno uso di droga, le migrazioni e l'aumento degli sfollati nelle città" A determinare la diffusione del cointagio contribuiscono anche "la mancanza di consapevolezza sul problema, la difficoltà di accedere a trattamenti adeguati e la mancanza di un sistema di monitoraggio clinico su scala nazionale", aggiunge Rehman. Un altro fattore di rischio è senza dubbio rappresentato dall'aumento della prostituzione, in particolare nella capitale Kabul, dove dal 2001 a oggi sono fiorite un gran numero di case chiuse, nate anche a causa della presenza dei contingenti militari internazionali.

Bulldozer israeliani demoliscono case a Jenin

Una serie di bulldozer, protetti dai soldati dell'esercito israeliano, sono arrivati all'alba di oggi nel villaggio di Arbana, nei pressi di Jenin, è hanno abbattuto un numero imprecisato di case palestinesi. Secondo la polizia israeliana le abitazioni erano abusive, secondo fonti palestinesi invece i bulldozer spianano la strada a un nuovo tratto del muro di divisione che Israele sta costruendo dal 2002.

Nasce un quotidiano palestinese, pensato anche per gli israeliani

Ieri è stato lanciato un nuovo quotidiano Palestinese in lingua inglese, il cui scopo è quello di attirare i lettori sia in Israele che nei Territori Palestinesi. Si chiama Palestine Times ed è il primo quotidiano ad avere acquistato la licenza per distribuire nelle edicole anche in Israele. Attualmente ne esistono tre, tutti in lingua araba. Il caporedattore, Othman Haj Mohammed, racconta che il quotidiano avrà anche un corrispondente israeliano e un reporter arabo-israeliano che avranno il compito di raccontare ai palestinesi l'altra parte del conflitto.

Ultimatum per radio, agenzie e scuole francesi nel Paese

Si inasprisce la crisi tra Raunada e Francia, iniziziata la settimana scorsa a seguito delle accuse dirette allo Stato francese, ritenuto responsabile di aver avvallato il genocidio del 1994 nel paese africano. La decisione delle autorità ruandesi di interrompere le relazioni con la Francia segue l'incriminazione di nove tra i più stretti collaboratori dell'attuale presidente Paul Kagame da parte di un giudice francese, che sta indagando sull'assassinio del presidente ruandese Juvela Habyarimana, avvenuto nel 1994, a seguito del quale si scatenò il genocidio Tutsi, in cui 800 mila persone vennero uccise. Kagame ha respinto le accuse di coinvolgimento nell'attentanto a Habyarimana, definendole ridicole. Il governo di Kigali chiama invece in causa la Francia, sostenendo che ad appoggiare gli scontri tra hutu e tutsi fu la moglie di Habyarimana, ora rifugiata politica in Francia.

Le autorità ruandesi hanno lanciato un ultimatum alle radio, alle agenzie e alle scuole francesi che operano nel Paese, dando tempo fino a lunedì per cessare le loro attività. Sabato scorso, l'ambasciatore francese ha già lasciato la sede diplomatica di Kigali.

Comandante di Sendero Luminnoso chiede l'amnistia

“Se il governo non accetterà le nostre richieste ci vedremo obbligati a riprendere entro tre mesi le operazioni armate per esigere una soluzione politica negoziata al conflitto”: così Artemio, uno dei pochi comandanti di ‘Sendero Luminoso’ ancora in attività, ha annunciato dalla selva centrale dell’Alto Huallaga l’intenzione di rilanciare l’offensiva contro l’esercito regolare se non sarà concessa ai militanti senderisti un’amnistia generale “che metta fine al conflitto e apra la strada a una vera riconciliazione”.

Esponente della cosiddetta “ala dura” di ‘Sendero’, ufficialmente sconfitto nel 1992 dopo la cattura del capo storico e fondatore del movimento armato Abímael Guzmán e dei suoi principali comandanti. Dal carcere, nell’agosto scorso, era stato Guzmán a chiedere un’amnistia generale per i militanti di ‘Sendero’.

ITALIA

Ieri gli stabilimenti dell'Umbria hanno scioperato per un'ora, in segno di protesta contro le morti bianche dopo la tragedia avvenuta sabato nell'oleificio di Campello sul Clitunno, in provincia di Perugia, in cui hanno perso la vita quattro addetti alla manutenzione. I numeri lanciano una chiara denuncia: sono diciannove i morti dall'inizio dell'anno in Umbria per incidenti sul lavoro.

All'università scontri studenti-polizia, Napoli

Mentre si inaugurava l'anno accademico presso l'Università Federico ii di Napoli, alcuni collettivi universitari hanno tentato di entrare nell'aula magna per consegnare un documento al ministro della ricerca Mussi. La polizia, intervenuta a difendere i rappresentanti delle isitutzioni, ha caricato gli studenti. Ascoltiamo la corrispondenza.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

Oaxaca

Dopo la brutale repressione di domenica scorsa, quando, durante il corteo per le strade di Oaxaca, la polizia ha sparato sui manifestanti, l'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) ha convocato una mobilitazione per oggi, con il fine di riprendere la Plaza de Santo Domingo e ristabilire le barricate. La marcia forse sarà sospesa, perché la polizia ha deciso di estendere le proprie forze in tutte le strade circostanti. Continua così lo stato d'eccezione a Oaxaca, che ormai da sei mesi resiste agli attacchi della polizia federale e dei grupppi legati al Partito Revolucionario Institucional. Intanto, è salito a 250 il numero delle persone arrestate.

Il premier al-Maliki chiede una proroga della missione internazionale

Nuri al Maliki, primo ministro iracheno, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite di prorogare di 1 anno il mandato della forza multinazionale in Iraq. Lo ha fatto inviando ieri sera una lettera all'Onu. Questo a seguito dell'intensificarsi delle violenze in tutto il paese. Il governo sudcoreano ha annunciato il rientro a inizio del 2007 di circa 1.100 soldati degli attuali 2.300 si stanza a Erbil e il premier italiano Prodi ha dichiarato ieri che gli ultimi soldati italiani torneranno a casa entro il 2 dicembre 2006..

Nasce un quotidiano palestinese, pensato anche per gli israeliani

Ieri è stato lanciato un nuovo quotidiano Palestinese in lingua inglese, il cui scopo è quello di attirare i lettori sia in Israele che nei Territori Palestinesi. Si chiama Palestine Times ed è il primo quotidiano ad avere acquistato la licenza per distribuire nelle edicole anche in Israele. Attualmente ne esistono tre, tutti in lingua araba. Il caporedattore, Othman Haj Mohammed, racconta che il quotidiano avrà anche un corrispondente israeliano e un reporter arabo-israeliano che avranno il compito di raccontare ai palestinesi l'altra parte del conflitto.

COMANDANTE ‘SENDERO LUMINOSO’ CHIEDE AMNISTIA GENERALE

“Se il governo non accetterà le nostre richieste ci vedremo obbligati a riprendere entro tre mesi le operazioni armate per esigere una soluzione politica negoziata al conflitto”: così Artemio, uno dei pochi comandanti di ‘Sendero Luminoso’ ancora in attività, ha annunciato dalla selva centrale dell’Alto Huallaga l’intenzione di rilanciare l’offensiva contro l’esercito regolare se non sarà concessa ai militanti senderisti un’amnistia generale “che metta fine al conflitto e apra la strada a una vera riconciliazione”.

Esponente della cosiddetta “ala dura” di ‘Sendero’, ufficialmente sconfitto nel 1992 dopo la cattura del capo storico e fondatore del movimento armato Abímael Guzmán e dei suoi principali comandanti. Dal carcere, nell’agosto scorso, era stato Guzmán a chiedere un’amnistia generale per i militanti di ‘Sendero’.

ITALIA


Anchor(appunti)

Appunti e note redazionali

Conferenza stampa sull'acqua

Servizi audio della giornata


[#top Torna a inizio pagina]

gror061128 (last edited 2008-06-26 09:50:43 by anonymous)