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'''GAZA: FERITO FIGLIO HANIYEH A RAFAH'''

Uno dei figli del primo ministro palestinese Ismail Haniyeh ed un suo consigliere sono rimasti feriti ed una guardia del corpo e' stata uccisa durante una sparatoria al posto di frontiera di Rafah tra Egitto e Striscia di Gaza. Colpi d' arma da fuoco sono stati sparati contro il convoglio di Haniyeh mentre lasciava il valico, dove era rimasto bloccato per alcune ore, secondo quanto hanno reso noto fonti di governo.

E' stato lo stesso primo ministro a raccontare dell' accaduto quando e' arrivato a Gaza. ''Non sappiamo chi ha aperto il fuoco '', ha dichiarato Haniyeh a giornalisti, dopo essere arrivato a casa sano e salvo. Il consigliere politico rimasto ferito e' Ahmed Yussef. In totale i colpi hanno ferito cinque persone, una delle quali - non ne e' stato precisato il nome - in modo grave.

Il movimento integralista palestinese di Hamas ha accusato la guardia del presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen) di aver voluto uccidere il primo ministro Ismail Haniyeh, sparando sul suo convoglio mentre si allontanava dal posto di frontiera di Rafah.

'''NIGERIA:RIBELLI ATTACCANO IMPIANTO SHELL, CI SONO OSTAGGI'''

Uomini armati hanno attaccato un impianto della Shell sul fiume Nan, in Nigeria, e preso diverse persone in ostaggio. Lo hanno riferito fonti della sicurezza e della societa' petrolifera. E' il secondo attacco in otto giorni contro un impianto petrolifero a Bayelsa, sul Delta del Niger: il 7 dicembre ribelli assaltarono un grosso terminale e squestrarono quattro dipendenti stranieri. "Uomini armati hanno attaccato un impianto logistico della Shell, lo hanno occupato e hanno preso in ostaggio personale della base navale e altro", ha riferito una fonte della sicurezza. "Si tratta di un problema con la comunita' locale che ritiene la Shell debitrice di 120 milioni di naira (poco piu' di 710mila euro)", ha aggiunto una fonte militare.

'''EGITTO'''

Egitto, Italia e Cina stanno stipulando un accordo che permetterebbe di incentivare il passaggio delle merci cinesi attraverso il canale di Suez e accedere al mercato europeo tramite il porto calabrese di Gioia Tauro. Finora circa due quinti delle navi mercantili cinesi per giungere in europa sono costrette a circumnavigare l'Africa e ad attraccare a Rotterdam. Secondo il quotidiano inglese "Financial Times" circa il 7% delle merci a livello mondiale passa per il canale egiziano, fruttando all'economia del paese circa 3,6 miliardi di dollari solo nell'anno passato.

'''INDULTO PER MIGLIAIA DI PARAMILITARI SMOBILITATI'''

Basterà la “certificazione” di un giudice e ogni paramilitare smobilitato prima del 18 maggio 2006 potrà ottenere l’indulto: è questa l’ultima ‘svolta’ di un negoziato sempre più controverso e in piena crisi, dopo la rottura decretata unilateralmente la scorsa settimana dai 59 capi ‘paras’ rinchiusi nel carcere di Itagüí, decisa con un decreto della presidenza. La concessione dell’indulto, si precisa nel testo ufficiale, sarà possibile solo per gli ex-combattenti accusati di “formazione o partecipazione” degli squadroni della morte delle Autodifese unite della Colombia (Auc) che hanno agito sostanzialmente indisturbati o al fianco dell’esercito regolare per oltre un ventennio; saranno infatti considerati “criminali politici”. Restano invece esclusi quelli accusati di “delitti atroci, ferocia, barbarie, gravi violazioni del Diritto internazionale umanitario e crimini di guerra”. Secondo fonti della stampa colombiana, nella prima fattispecie rientrerebbero almeno 28.000 dei 31.000 paramilitari smobilitati nell’ambito del processo di pace, mentre i rimanenti, che hanno accettato – almeno sulla carta – le regole della ‘Ley de Justicia y Paz’, una volta confessati i loro crimini riceveranno pene ridotte tra i 5 e gli 8 anni di carcere per reati che vanno dallo spostamento forzato di civili ai massacri. Anche la scelta della data-limite – il 18 maggio – non è casuale: proprio quel giorno la Corte Costituzionale aveva stabilito che i paramilitari non potevano essere considerati “criminali politici” semplicemente perché non si erano mai levati in armi contro lo Stato, bensì contro la guerriglia, gli oppositori politici, la popolazione civile. “È una misura altamente controversa” ha reagito a caldo il presidente della Corte Costituzionale, Jaime Córdoba. “È preoccupante – ha aggiunto - che questo decreto arrivi dopo una decisione della Corte giusta, equilibrata e coraggiosa, per conferire serietà al processo di applicazione della ‘Ley de Justicia y Paz’ e non consentire l’impunità per gravi crimini”.
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'''MARITO MANESCO OK SE PER MOTIVI RELIGIOSI'''

Se il marito picchia la moglie in un contesto di dissidio tra coniugi derivante dal diverso credo religioso, non necessariamente viene integrato il reato di maltrattamenti, a condizione che si tratti di episodi sporadici ed espressione di una reattività estemporanea. La circostanza emerge da una sentenza della sesta sezione penale della Corte di Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal Procuratore Generale di Catanzaro contro l' assoluzione di un uomo, decisa dal Tribunale catanzarese e confermata dalla Corte di Appello.

Tra l' uomo e la moglie vi erano stati in passato continui dissidi legati all' educazione religiosa che la donna, testimone di Geova, impartiva ai figli. Tali dissidi - aggravati da una relazione extraconiugale avviata dall' uomo - erano spesso sfociati in maltrattamenti, al punto che la donna aveva deciso di sporgere querela.

Sia il processo di primo grado, sia quello di secondo grado si sono conclusi con una sentenza di assoluzione dell' imputato, poiché i giudici hanno ritenuto che le condotte violente dell' uomo "fossero espressione - si legge nella sentenza della Cassazione - di una reattività estemporanea che affondava le sue radici nel clima di dissidio tra i coniugi derivate sia dalla diversa religione" praticata dalla donna, sia soprattutto dalla relazione adulterina" intrattenuta dall' uomo, "che, tuttavia, la congiunta era disposta a subire, non sollecitando la separazione dal marito".

'''Alitalia, sciopero contro la crisi'''

Oggi il traffico è semiparalizzato per 24 ore - a cominciare dalla mezzanotte - per uno sciopero generale dei dipendenti Alitalia, e da un analogo stop di 24 ore dei piloti Meridiana.
E le conseguenze dell'agitazione, su tutti gli scali italiani, sono pesanti. A cominciare dall'aeroporto di Fiumicino: sono 225, tra arrivi e partenze, i voli Alitalia che dalle 7 alle 23 risultano cancellati. Ci sono comunque le due fasce di garanzia in cui si lavora, come previsto dalla lagge: dalle dalle 7 alle 1, e dalle 18 alle 21. Decine le cancellazioni anche a Milano Linate.

A indire la protesta, i dipendenti della compagnia aderenti a Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-ta, Sult-ta, Anpav, Avia e Unione Piloti (a eccezione dei piloti dell'Anpac) per protestare contro la grave crisi dell'azienda, con tutte le possibili ricadute sul personale. Quanto ai piloti Meridiana, vogliono richiamare l'attenzione su quella che definiscono "una grave carenza d'organico".

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Siparietto


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GAZA: FERITO FIGLIO HANIYEH A RAFAH

Uno dei figli del primo ministro palestinese Ismail Haniyeh ed un suo consigliere sono rimasti feriti ed una guardia del corpo e' stata uccisa durante una sparatoria al posto di frontiera di Rafah tra Egitto e Striscia di Gaza. Colpi d' arma da fuoco sono stati sparati contro il convoglio di Haniyeh mentre lasciava il valico, dove era rimasto bloccato per alcune ore, secondo quanto hanno reso noto fonti di governo.

E' stato lo stesso primo ministro a raccontare dell' accaduto quando e' arrivato a Gaza. Non sappiamo chi ha aperto il fuoco , ha dichiarato Haniyeh a giornalisti, dopo essere arrivato a casa sano e salvo. Il consigliere politico rimasto ferito e' Ahmed Yussef. In totale i colpi hanno ferito cinque persone, una delle quali - non ne e' stato precisato il nome - in modo grave.

Il movimento integralista palestinese di Hamas ha accusato la guardia del presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen) di aver voluto uccidere il primo ministro Ismail Haniyeh, sparando sul suo convoglio mentre si allontanava dal posto di frontiera di Rafah.

NIGERIA:RIBELLI ATTACCANO IMPIANTO SHELL, CI SONO OSTAGGI

Uomini armati hanno attaccato un impianto della Shell sul fiume Nan, in Nigeria, e preso diverse persone in ostaggio. Lo hanno riferito fonti della sicurezza e della societa' petrolifera. E' il secondo attacco in otto giorni contro un impianto petrolifero a Bayelsa, sul Delta del Niger: il 7 dicembre ribelli assaltarono un grosso terminale e squestrarono quattro dipendenti stranieri. "Uomini armati hanno attaccato un impianto logistico della Shell, lo hanno occupato e hanno preso in ostaggio personale della base navale e altro", ha riferito una fonte della sicurezza. "Si tratta di un problema con la comunita' locale che ritiene la Shell debitrice di 120 milioni di naira (poco piu' di 710mila euro)", ha aggiunto una fonte militare.

EGITTO

Egitto, Italia e Cina stanno stipulando un accordo che permetterebbe di incentivare il passaggio delle merci cinesi attraverso il canale di Suez e accedere al mercato europeo tramite il porto calabrese di Gioia Tauro. Finora circa due quinti delle navi mercantili cinesi per giungere in europa sono costrette a circumnavigare l'Africa e ad attraccare a Rotterdam. Secondo il quotidiano inglese "Financial Times" circa il 7% delle merci a livello mondiale passa per il canale egiziano, fruttando all'economia del paese circa 3,6 miliardi di dollari solo nell'anno passato.

INDULTO PER MIGLIAIA DI PARAMILITARI SMOBILITATI

Basterà la “certificazione” di un giudice e ogni paramilitare smobilitato prima del 18 maggio 2006 potrà ottenere l’indulto: è questa l’ultima ‘svolta’ di un negoziato sempre più controverso e in piena crisi, dopo la rottura decretata unilateralmente la scorsa settimana dai 59 capi ‘paras’ rinchiusi nel carcere di Itagüí, decisa con un decreto della presidenza. La concessione dell’indulto, si precisa nel testo ufficiale, sarà possibile solo per gli ex-combattenti accusati di “formazione o partecipazione” degli squadroni della morte delle Autodifese unite della Colombia (Auc) che hanno agito sostanzialmente indisturbati o al fianco dell’esercito regolare per oltre un ventennio; saranno infatti considerati “criminali politici”. Restano invece esclusi quelli accusati di “delitti atroci, ferocia, barbarie, gravi violazioni del Diritto internazionale umanitario e crimini di guerra”. Secondo fonti della stampa colombiana, nella prima fattispecie rientrerebbero almeno 28.000 dei 31.000 paramilitari smobilitati nell’ambito del processo di pace, mentre i rimanenti, che hanno accettato – almeno sulla carta – le regole della ‘Ley de Justicia y Paz’, una volta confessati i loro crimini riceveranno pene ridotte tra i 5 e gli 8 anni di carcere per reati che vanno dallo spostamento forzato di civili ai massacri. Anche la scelta della data-limite – il 18 maggio – non è casuale: proprio quel giorno la Corte Costituzionale aveva stabilito che i paramilitari non potevano essere considerati “criminali politici” semplicemente perché non si erano mai levati in armi contro lo Stato, bensì contro la guerriglia, gli oppositori politici, la popolazione civile. “È una misura altamente controversa” ha reagito a caldo il presidente della Corte Costituzionale, Jaime Córdoba. “È preoccupante – ha aggiunto - che questo decreto arrivi dopo una decisione della Corte giusta, equilibrata e coraggiosa, per conferire serietà al processo di applicazione della ‘Ley de Justicia y Paz’ e non consentire l’impunità per gravi crimini”.

ITALIA

MARITO MANESCO OK SE PER MOTIVI RELIGIOSI

Se il marito picchia la moglie in un contesto di dissidio tra coniugi derivante dal diverso credo religioso, non necessariamente viene integrato il reato di maltrattamenti, a condizione che si tratti di episodi sporadici ed espressione di una reattività estemporanea. La circostanza emerge da una sentenza della sesta sezione penale della Corte di Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal Procuratore Generale di Catanzaro contro l' assoluzione di un uomo, decisa dal Tribunale catanzarese e confermata dalla Corte di Appello.

Tra l' uomo e la moglie vi erano stati in passato continui dissidi legati all' educazione religiosa che la donna, testimone di Geova, impartiva ai figli. Tali dissidi - aggravati da una relazione extraconiugale avviata dall' uomo - erano spesso sfociati in maltrattamenti, al punto che la donna aveva deciso di sporgere querela.

Sia il processo di primo grado, sia quello di secondo grado si sono conclusi con una sentenza di assoluzione dell' imputato, poiché i giudici hanno ritenuto che le condotte violente dell' uomo "fossero espressione - si legge nella sentenza della Cassazione - di una reattività estemporanea che affondava le sue radici nel clima di dissidio tra i coniugi derivate sia dalla diversa religione" praticata dalla donna, sia soprattutto dalla relazione adulterina" intrattenuta dall' uomo, "che, tuttavia, la congiunta era disposta a subire, non sollecitando la separazione dal marito".

Alitalia, sciopero contro la crisi

Oggi il traffico è semiparalizzato per 24 ore - a cominciare dalla mezzanotte - per uno sciopero generale dei dipendenti Alitalia, e da un analogo stop di 24 ore dei piloti Meridiana. E le conseguenze dell'agitazione, su tutti gli scali italiani, sono pesanti. A cominciare dall'aeroporto di Fiumicino: sono 225, tra arrivi e partenze, i voli Alitalia che dalle 7 alle 23 risultano cancellati. Ci sono comunque le due fasce di garanzia in cui si lavora, come previsto dalla lagge: dalle dalle 7 alle 1, e dalle 18 alle 21. Decine le cancellazioni anche a Milano Linate.

A indire la protesta, i dipendenti della compagnia aderenti a Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-ta, Sult-ta, Anpav, Avia e Unione Piloti (a eccezione dei piloti dell'Anpac) per protestare contro la grave crisi dell'azienda, con tutte le possibili ricadute sul personale. Quanto ai piloti Meridiana, vogliono richiamare l'attenzione su quella che definiscono "una grave carenza d'organico".


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