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'''VIOLENZA NEL SUD, ATTACCHI A MOSCHEE'''

Ignoti hanno lanciato granate contro due moschee nella provincia meridionale di Yala, provocando 14 feriti tra i fedeli che si erano riuniti per la preghiera del mattino. Secondo informazioni fornite dalla polizia, riportate dal quotidiano The Nation, cinque uomini armati su un pick up hanno lanciato questa mattina alle 4:30 (ora locale) cinque granate contro la moschea di Hassaladawa nel distretto di Yaha, nonostante da un mese sia in vigore il coprifuoco notturno in seguito ad una serie di cruenti attacchi da parte di presunti separatisti islamici. Solo uno degli ordigni ha raggiunto l’interno dell’edificio dove erano riunite 100-150 persone; lo stesso gruppo ha poi lanciato un’altra granata in una seconda moschea non lontana, danneggiando l’edificio ma senza causare vittime. Le forze dell’ordine aggiungono che nella notte, nel distretto di Yaha e in quello di Bannang Sata sono stati dati alle fiamme otto edifici governativi, tre quattro scuole. Nell’ultimo mese, dopo l’assassino di 8 buddisti nel distretto di Yaha che ha sconvolto il paese per le modalità particolarmente brutali, la polizia ha lanciato una nuova ondata repressiva con un centinaio di arresti di uomini e donne presunti ribelli o loro sostenitori, secondo una legge di emergenza che da alle forze dell’ordine poteri speciali.

'''M.O.: ISRAELE SMENTISCE LA PELOSI, NESSUN MESSAGGIO PER ASSAD'''

sraele contro Nancy Pelosi, la presidente della Camera degli Stati Uniti che in visita a Damasco aveva detto di aver portato un messaggio dello Stato ebraico di disponibilita' a colloqui con la Siria. "Quello che e' stato discusso nell'incontro con la presidente della Camera non prevede alcun cambiamento nella politica di Israele, cosi' come e' stata presentata alle parti internazionali coinvolte nella questione", si legge in una nota dell'ufficio del premier israeliano Ehud Olmert, all'indomani dell'incontro tra la leader democratica e il presidente siriano Bashar Assad.

'''IRAQ: UCCISI DUE SOLDATI USA A BAGHDAD'''

Due soldati americani sono morti e un terzo e' rimasto ferito in due distinti attacchi condotti da insorti a Baghdad. Lo hanno riferito fonti militari statunitensi, secondo cui un soldato della Divisione multinazionale-Baghdad e' rimasto ucciso in un attacco con armi leggere contro il convoglio del quale faceva parte in una zona orientale della capitale irachena. Un secondo militare assegnato alla stessa unita' e' morto e un altro e' rimasto ferito in un secondo attacco mentre i soldati pattugliavano a piedi una zona alla periferia meridionale di Baghdad.

'''MOGADISCIO: ATTESA PER LA RIPRESA DEI COLLOQUI DI PACE'''

Continua a tenere la tregua raggiunta nei giorni scorsi tra gli anziani del clan Hawiye, il più potente di Mogadiscio, e l’esercito etiope. Le parti dovranno incontrarsi proprio oggi per riprendere i colloqui iniziati domenica scorsa e sospesi martedì dopo una prima intesa parziale su alcuni aspetti per rinforzare la tregua in vigore a Mogadiscio. Ieri, come previsto, la “commissione congiunta” composta da quattro rappresentanti per parte ha guidato le operazioni di raccolte dei cadaveri ancora presenti per le strade di Mogadiscio e a cui è stata garantita una sepoltura. Oggi Hawiye ed etiopi dovrebbero riprendere a parlare di politica, un terreno su cui le posizioni sono ancora molto distanti: se, infatti, gli Hawiye pongono come condizione principale per proseguire il dialogo il ritiro dei soldati etiopi dalle zone conquistate, i militari di Addis Abeba non sembrano intenzionati a cedere il territorio guadagnato. A complicare ulteriormente la situazione, la posizione del governo di transizione (Tfg) somalo, che non riconosce i colloqui con gli Hawiye e si dice intenzionato a protrarre lo scontro con le milizie (sia quelle vicine alle deposte Corti Islamiche che quelle legate ai clan di Mogadiscio) fino alla fine. Gli ultimi combattimenti, unanimemente descritti come i peggiori degli ultimi 15 anni, hanno gravemente danneggiato la città e brutalizzato la popolazione: sono oltre 1000 i feriti ammassati nei tre ospedali di Mogadiscio mentre non c’è ancora una stima complessiva dei morti.

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VIOLENZA NEL SUD, ATTACCHI A MOSCHEE

Ignoti hanno lanciato granate contro due moschee nella provincia meridionale di Yala, provocando 14 feriti tra i fedeli che si erano riuniti per la preghiera del mattino. Secondo informazioni fornite dalla polizia, riportate dal quotidiano The Nation, cinque uomini armati su un pick up hanno lanciato questa mattina alle 4:30 (ora locale) cinque granate contro la moschea di Hassaladawa nel distretto di Yaha, nonostante da un mese sia in vigore il coprifuoco notturno in seguito ad una serie di cruenti attacchi da parte di presunti separatisti islamici. Solo uno degli ordigni ha raggiunto l’interno dell’edificio dove erano riunite 100-150 persone; lo stesso gruppo ha poi lanciato un’altra granata in una seconda moschea non lontana, danneggiando l’edificio ma senza causare vittime. Le forze dell’ordine aggiungono che nella notte, nel distretto di Yaha e in quello di Bannang Sata sono stati dati alle fiamme otto edifici governativi, tre quattro scuole. Nell’ultimo mese, dopo l’assassino di 8 buddisti nel distretto di Yaha che ha sconvolto il paese per le modalità particolarmente brutali, la polizia ha lanciato una nuova ondata repressiva con un centinaio di arresti di uomini e donne presunti ribelli o loro sostenitori, secondo una legge di emergenza che da alle forze dell’ordine poteri speciali.

M.O.: ISRAELE SMENTISCE LA PELOSI, NESSUN MESSAGGIO PER ASSAD

sraele contro Nancy Pelosi, la presidente della Camera degli Stati Uniti che in visita a Damasco aveva detto di aver portato un messaggio dello Stato ebraico di disponibilita' a colloqui con la Siria. "Quello che e' stato discusso nell'incontro con la presidente della Camera non prevede alcun cambiamento nella politica di Israele, cosi' come e' stata presentata alle parti internazionali coinvolte nella questione", si legge in una nota dell'ufficio del premier israeliano Ehud Olmert, all'indomani dell'incontro tra la leader democratica e il presidente siriano Bashar Assad.

IRAQ: UCCISI DUE SOLDATI USA A BAGHDAD

Due soldati americani sono morti e un terzo e' rimasto ferito in due distinti attacchi condotti da insorti a Baghdad. Lo hanno riferito fonti militari statunitensi, secondo cui un soldato della Divisione multinazionale-Baghdad e' rimasto ucciso in un attacco con armi leggere contro il convoglio del quale faceva parte in una zona orientale della capitale irachena. Un secondo militare assegnato alla stessa unita' e' morto e un altro e' rimasto ferito in un secondo attacco mentre i soldati pattugliavano a piedi una zona alla periferia meridionale di Baghdad.

MOGADISCIO: ATTESA PER LA RIPRESA DEI COLLOQUI DI PACE

Continua a tenere la tregua raggiunta nei giorni scorsi tra gli anziani del clan Hawiye, il più potente di Mogadiscio, e l’esercito etiope. Le parti dovranno incontrarsi proprio oggi per riprendere i colloqui iniziati domenica scorsa e sospesi martedì dopo una prima intesa parziale su alcuni aspetti per rinforzare la tregua in vigore a Mogadiscio. Ieri, come previsto, la “commissione congiunta” composta da quattro rappresentanti per parte ha guidato le operazioni di raccolte dei cadaveri ancora presenti per le strade di Mogadiscio e a cui è stata garantita una sepoltura. Oggi Hawiye ed etiopi dovrebbero riprendere a parlare di politica, un terreno su cui le posizioni sono ancora molto distanti: se, infatti, gli Hawiye pongono come condizione principale per proseguire il dialogo il ritiro dei soldati etiopi dalle zone conquistate, i militari di Addis Abeba non sembrano intenzionati a cedere il territorio guadagnato. A complicare ulteriormente la situazione, la posizione del governo di transizione (Tfg) somalo, che non riconosce i colloqui con gli Hawiye e si dice intenzionato a protrarre lo scontro con le milizie (sia quelle vicine alle deposte Corti Islamiche che quelle legate ai clan di Mogadiscio) fino alla fine. Gli ultimi combattimenti, unanimemente descritti come i peggiori degli ultimi 15 anni, hanno gravemente danneggiato la città e brutalizzato la popolazione: sono oltre 1000 i feriti ammassati nei tre ospedali di Mogadiscio mentre non c’è ancora una stima complessiva dei morti.

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