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Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


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In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

MORALES FESTEGGIA UN ANNO DI ‘RIVOLUZIONE AGRARIA’

D’ora in poi il ‘Giorno dell’Indio’, che si celebra il 2 agosto, sarà il ‘Giorno della Rivoluzione Agraria’: lo ha annunciato il presidente Evo Morales celebrando di fronte a una folla di ‘campesinos’ riuniti a Ucureña, 450 chilometri a sud-est di La Paz, il primo anno dalla promulgazione della ‘Ley de Tierras’, aspramente contestata dall’opposizione conservatrice. “Questo movimento contadino, indigeno, rappresenta i più poveri e i più vilipesi della storia” ha detto Morales consegnando 5166 titoli di proprietà relativi a 700 ettari di terre del dipartimento centrale di Cochabamba e ribadendo l’intenzione di eliminare i latifondi improduttivi e ripartire terre demaniali tra comunità e organizzazioni rurali per rilanciare l’agricoltura; una politica che ha scatenato una vera e propria offensiva da parte dei grandi proprietari e dei settori imprenditoriali delle regioni orientali, le più ricche del paese, che hanno minacciato di opporsi alla riforma con la forza. Annunciando l’imminente approvazione di un nuovo regolamento alla ‘Ley de Tierras’, il presidente indigeno ha replicato ai suoi detrattori, per lo più concentrati nella provincia di Santa Cruz, capofila delle spinte autonomiste e ‘motore economico’ del paese, definendo “inaudita” la loro richiesta di ottenere cinque ettari di terra per ogni capo di bestiame allevato “quando nell’ovest del paese ci sono intere famiglie che non hanno accesso neanche a un ettaro”. Il presidente ha tenuto a distinguere la prima riforma agraria boliviana del 1953 dalla sua ‘Rivoluzione’ che beneficia direttamente i ‘campesinos’ e i popoli originari con titoli di proprietà e strumenti agricoli, promuovendo la funzione economico-sociale delle terre. “Da oggi – ha aggiunto – canteremo l’inno nazionale con il pugno della mano sinistra in alto e la mano destra sul cuore; con sentimento, per la liberazione dei nostri popoli”.

BRASILE

Il governo del presidente Lula si è detto “deluso” dalle conclusioni dell’inchiesta su Jean Charles de Menezes, 27 anni, l’elettricista brasiliano ucciso a Londra il 22 luglio 2005 dopo essere stato scambiato per un ‘kamikaze’ all’indomani dei falliti attentati contro la metropolitana. Per l’Ipcc, la commissione indipendente inglese che indaga sul comportamento della polizia, Scotland Yard commise “gravi errori” nei momenti che portarono all’omicidio di Menezes, ma non ci sarebbero mancanze da imputare al capo della polizia londinese, Ian Blair. “Esprimendo continua preoccupazione, il governo brasiliano reitera che continuerà ad adoperarsi affinché i colpevoli siano individuati” ha riferito il ministero degli Esteri di Brasilia.

MESSICO

Scenderanno in piazza il primo giovedì di ogni mese per protestare di fronte agli uffici della Pocura le madri delle centinaia donne assassinate dal 1993 a Ciudad Juárez, al confine con gli Stati Uniti: “È l’unica alternativa che ci resta, non abbiamo altre possibilità per sperare di avere delle risposte dalle autorità. Vogliamo solo che sia fatta giustizia” ha detto ai giornalisti Paula Flores, mamma di una ragazza uccisa nel 1977. L’impunità copre ancora i responsabili di quasi tutti gli assassinii: 380 per il governo, oltre 400 per le organizzazioni a difesa dei diritti umani, secondo cui altre 600 donne risultano ‘desaparecidas’; le vittime sono perlopiù giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni, provenienti da famiglie povere.

VENEZUELA

DITTATURA: ARRESTATO EX-GENERALE DI PINOCHET

Dopo una latitanza durata quasi due mesi è stato arrestato a Viña del Mar, 120 chilometri a est di Santiago, l’ex-generale dell’esercito Eduardo Iturriaga, dichiaratosi “in ribellione” rifiutando di presentarsi nel carcere militare di Punta Cordilleri, nella capitale, per iniziare a scontare una condanna a cinque anni per il sequestro di uno studente nel 1974. “È un’ottima notizia per il Cile. Questo prova che nessuno in questo paese è al di sopra dello stato di diritto, della giustizia e che i criminali vanno dove devono andare, in carcere” ha detto il portavoce del governo, Ricardo Lagos Weber. Iturriaga non avrebbe opposto resistenza agli agenti, che lo hanno preso in consegna e trasferito immediatamente a Santiago; secondo il direttore della polizia investigativa, Arturo Herrera, il militare, 69 anni, diventato il latitante più ricercato del paese, era armato e aveva tentato di camuffare le sue fattezze fisiche tingendosi i capelli e facendosi crescere i baffi. La fuga di Iturriaga, ex-agente della ‘Dina’, la polizia segreta del regime, aveva suscitato solidarietà tra alcuni settori dell’esercito cileno: il giudice Alejandro Solís ha ordinato l’apertura di un’inchiesta su un gruppo di militari che potrebbero averlo aiutato a fare perdere le proprie tracce. Il militare era stato condannato per violazioni dei diritti umani in relazione alla scomparsa di un giovane militante del Movimento della sinistra rivoluzionaria (Mir) Luis Dagoberto San Martín Vergara, reato per cui anche il capo della ‘Dina’, il generale a riposo Manuel Contreras, è stato condannato a dieci anni.

SECONDO TESTIMONI DECINE CIVILI UCCISI IN RAID NATO

Sarebbero decine i civili uccisi in un bombardamento delle truppe Nato avvenuto la scorsa notte nella provincia di Helmand, nel sud dell’Afghanistan: testimoni e residenti nel quartiere di Baghran, a nord di Lashkar Gah, hanno dichiarato ai giornalisti e alle autorità locali che oltre 200 persone sarebbero rimaste sepolte sotto le macerie. Mohammad Hussein Andiwal, responsabile della polizia di Helmand ha confermato che almeno 20 feriti sono stati trasportati nell’ospedale di Lashkar Gah, nelle prime ore del mattino e che sono in corso indagini sull’accaduto. In un comunicato diffuso ieri sera, il comando americano nel paese dichiarava di aver condotto un’incursione aerea contro “noti capi talebani” nella zona di Baghran. Altri testimoni hanno raccontato che i bombardamenti della coalizione hanno mirato ad un gruppo di persone, riunite per assistere ad un’esecuzione pubblica organizzata da combattenti talebani. Oltre 350 civili sono morti quest’anno in operazioni militari delle forze occidentali in Afghanistan, secondo le stime di rappresentanti governativi e organizzazioni umanitarie. In diversi recenti episodi Nato e comando americano hanno inizialmente negato vittime civili, per poi essere costretti ad ammetterle in un secondo momento. L’esercito americano - malgrado un numero di vittime civili accertate in più occasioni - ha definito “fuorvianti” le accuse relative all’uccisione di civili giustificandosi con il fatto che i talebani, privi di uniformi, sono facilmente confondibili con la popolazione afgana.

NUOVA INCURSIONE ISRAELIANA NELLA STRISCIA DI GAZA

Con l’appoggio di blindati, la fanteria israeliana ha lanciato stamane un’incursione nel sud della Striscia di Gaza, occupando l'ex-aeroporto internazionale di Rafah e le case vicine: lo riferiscono fonti giornalistiche internazionali, aggiungendo che sempre questa mattina tre razzi sarebbero stati lanciati dalla Striscia contro il sud di Israele – due su Sderot e uno su un kibbuz - causando lievi danni materiali. Sempre oggi si è appreso da fonti della sicurezza palestinesi che ieri sera un militante della Jihad Islamica era stato ucciso dai soldati israeliani a Nablus, nel nord della Ciosgiordania: insieme a Raëd Abou Al-Adass, 26 anni, capo dell’ala del movimento locale, è stato ferito un passante; un altro militante della Jihad è stato catturato. Secondo un portavoce dell’esercito israeliano i militari avevano circondato un edificio dove si trovavano “sospetti terroristi”, esortandoli ad arrendersi; vedendo un uomo che tentava di scappare i soldati hanno aperto il fuoco.

Iraq: uccisi quattro soldati Usa

Quattro soldati americani sono stati uccisi e 14 feriti a Baghdad, in due attacchi diversi secondo quanto indica l'esercito americano. Arriva cosi' a 3.660 il numero dei soldati americani uccisi in Iraq dall'invasione del paese nel marzo del 2003. E intanto uno stretto collaboratore del Grande Ayatollah Ali Sistani, massima autorita' religiosa sciita in Iraq, e' stato assassinato la notte scorsa nei pressi della sua abitazione nella citta' meridionale irachena di Najaf.

Israele: Guevara cugino di Sharon, studioso smentisce

Non trova conferma in Israele un testo circolato negli ultimi giorni via internet secondo cui il rivoluzionario argentino Ernesto 'Che' Guevara e l'ex premier israeliano Ariel Sharon (in coma da 18 mesi) erano cugini e si incontrarono in segreto. Un ricercatore israeliano autore di una biografia del 'Che', Efraim Davidi, ha detto oggi all'Ansa che si tratta di informazioni infondate.

Secondo il testo, giunto al quotidiano Maariv (che ne riferisce oggi in prima pagina), la madre di Guevara, Celia de la Serna, era "in realtà " una ebrea russa sfuggita ai pogrom. Si chiamava Scheinerman ed era la sorella minore di Shmuel Scheinerman, il padre di Sharon immigrato in Palestina all'inizio del Novecento per fare l'agricoltore. Maariv aggiunge, citando il testo controverso, che solo nel 1965 Celia, in punto di morte, confidò al 'Che' la sua parentela con il generale Sharon. Guevara raggiunse allora Israele con una falsa identità, secondo il testo, incontrò Sharon e seguì lezioni un collegio rabbinico di Gerusalemme.

La conclusione implicita di questo testo è che Guevara, in quanto "figlio di una ebrea", era da ritenersi ebreo. Ma Davidi esclude che il testo abbia fondamento. La madre, a quanto gli risulta, non aveva radici russe, bensì spagnole, certamente cattoliche. Negli anni Sessanta, ha aggiunto, Guevara visitò in due occasioni (con l'assenso del presidente egiziano Gamal Abdel Nasser) i campi profughi palestinesi di Gaza, suscitando grande entusiasmo: ma non entrò in Israele. Né fece mai parte, secondo Davidi, delle delegazioni ufficiali cubane che pure in quegli anni visitarono lo stato ebraico.

Davidi ritiene possibile che il testo sia stato divulgato da ambienti nazionalisti russi, determinati a dimostrare legami fra 'l'ebraismo internazionale" e movimenti rivoluzionari.

ITALIA

DON GELMINI INDAGATO PER ABUSI SESSUALI

Don Gelmini, il fondatore della Comunità Incontro, è indagato dalla procura di Terni con l'accusa di abusi sessuali. Ad accusarlo - secondo quanto riporta 'La Stampa' - alcuni ex ospiti delle strutture della comunità ad Amelia. L'indagine, sottolinea il quotidiano, è in corso da oltre sei mesi e i magistrati hanno ascoltato diversi testimoni con l'obiettivo di ricostruire la vicenda.

"Siamo costernati ed angosciati ma lieti di portare la croce buttata addosso ad un uomo che per 82 anni anni ha sempre servito Cristo, la Chiesa e gli ultimi": sono le parole affidate a Alessandro Meluzzi, medico e psichiatra cui don Pierino Gelmini, del quale è amico da 25 anni, ha dato il compito di suo portavoce per la vicenda della indagine della magistratura di Terni. Il sacerdote non è ad Amelia ma in un' altra delle sue comunità. Il suo portavoce ha confermato che don Pierino nelle scorse settimane è stato interrogato dalla procura della repubblica di Terni e che l' inchiesta è in corso da molti mesi sulla base - ha detto Meluzzi - dei racconti di alcuni ex ospiti delle Comunità Incontro che erano stati da questa allontanati.

Sarebbero due le persone, ex ospiti della Comunità Incontro, che accusano Don Pierino Gelmini di abusi sessuali e le cui denunce hanno dato il via all'inchiesta della procura di Terni che ha portato all'iscrizione del sacerdote nel registro degli indagati. Secondo quanto si apprende, le denunce sarebbero molto circostanziate e farebbero riferimento a fatti avvenuti circa un anno e mezzo fa.

Siparietto


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ITALIA


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