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Il processo che ci vede imputati non è teso soltanto a stabilire chi abbia partecipato all'occupazione dei locali della Croce Rossa di Torino il quindici dicembre passato, né se costoro abbiano esercitato una qualsiasi forma di violenza contro chiunque. Su questi argomenti lasciamo parlare i nostri legali: lo sanno fare meglio di noi, e riscuotono tutta la nostra stima e la nostra fiducia.

È un altro l'aspetto di questo processo sul quale vogliamo esprimerci, e vogliamo farlo di persona.
Sia in sede di convalida degli arresti che quando sono state esaminate le misure restrittive che abbiamo subito per mesi, tutte le volte che questo nostro caso è passato tra le mani di un giudice il ragionamento si è sempre incentrato sulla modalità illegale della nostra iniziativa.
"Avranno pure ragione a protestare, questi giovanotti" - è stato detto - "ma quando i contestatori oltrepassano i limiti della Legge vanno puniti, e con severità". È questo il punto: quando senso della giustizia e Legge sono in conflitto, cosa deve prevalere? È un argomento della massima importanza, per chiunque. Che poi un giudice sia per mestiere dalla parte della Legge è cosa scontata, e non abbiamo nessuna velleità di convincerlo del contrario.
Ma questo è uno spazio pubblico, oltre ad essere un'aula di tribunale, e non vogliamo perdere neanche una occasione per affrontare in pubblico questo tema, che è vitale per tutti.

L'aria delle nostre città è piena di tensione e di rancore - perché si fa fatica ad arrivare alla fine del mese; perché nessuno sa che cosa accadrà domani; perché i ritmi cui siamo tutti costretti sono inumani; perché la guerra che l'Occidente ha esportato ovunque nel mondo sta facendo capolino anche in casa nostra.
Eppure, in tanti volgono il proprio sguardo rabbioso non contro chi l'ha organizzato, questo sfascio, ma contro gli ultimi arrivati, contro gli esclusi, contro i diversi - come se fossero davvero loro la causa di tutto questo. Come in altri tempi, i padroni e i loro protettori politici soffiano sul fuoco avvelenato della guerra tra poveri nella speranza di mascherare le proprie responsabilità.
Ci siamo detti per sessanta anni che non sarebbe mai più successo, eppure il baratro è alle porte.

Cosa dire di un ministro degli Interni che propone di varare leggi speciali e istituire punizioni collettive - come sta facendo Amato contro i Rom? È troppo parlare di leggi razziali?

Cosa dire dei gendarmi che sparano o massacrano di botte stranieri sospettati di essere ladri, spacciatori, o semplicemente taccheggiatori di supermercati? Due morti in due mesi, nella sola provincia di Torino, ed un ferito grave. È esagerato parlare di reintroduzione informale della pena di morte?

Cosa dire dei Centri di Permanenza Temporanea dove vengono rinchiusi uomini e donne la cui unica colpa è quella di essere di troppo nelle nostre città? Solo in questi giorni una neonata è rimasta intossicata dai fumi dei lacrimogeni e due internati sono morti dentro dei Cpt italiani. È eccessivo parlare di lager?

Cosa dire di chi gestisce i Centri di Permanenza Temporanea, magari imbottendo gli internati di psicofarmaci e calmanti - come ha fatto per lungo tempo la Croce Rossa a Bologna e come fa tutt'ora la Misericordia a Modena? È troppo parlare di aguzzini?

Cosa dire delle retate continue, delle camionette ovunque, della gente finita in carcere per delle semplici scritte sui muri? È più corretto parlare di stato di polizia o di società carceraria?

Cosa dire delle sanguinose aggressioni contro gli stranieri perpetrate nei giorni scorsi, a quanto pare, dai rampolli annoiati della Torino bene? Cosa dire quando i vecchi fascisti rialzano la testa e attaccano senza timore omosessuali, scuole occupate, dissidenti? Prove pratiche di squadrismo è una definizione troppo allarmista?

Cosa dire quando, incitato da uomini politici di ogni colore, da giornalisti e anche da comici alla moda, c'è chi tenta di uccidere nel sonno uomini, donne e bambini? L'attentato al campo Rom di via Vistrorio a Torino è parte di una lista che si allunga ogni giorno di più. Si può dire che in giro c'è voglia di pogrom? È sgarbato dire che la Bosnia è dietro l'angolo?

Su come affrontare adeguatamente questi tempi urge una riflessione, anche lunga ed articolata.
Ma in questa aula ci può bastare invitare tutti a volgere lo sguardo ad un esempio del passato. Quando, dalla fine degli anni Trenta in poi, è iniziata la persecuzione anti-ebraica c'è stato in Italia chi ha applaudito e chi si è limitato a tacere. Ma c'è stato anche chi, in qualsiasi maniera, si è opposto. In qualsiasi maniera, ma sempre fuori dalla Legge. Ed è a questi fuorilegge che va il nostro ricordo.
Perché, quando i tempi si fanno tanto scuri, chiunque abbia conservato anche solo un poco di senso della giustizia è per forza di cose fuori dalla Legge.
Quando i tempi si fanno tanto scuri, l'applauso o anche solo il silenzio sono cose legali, certo, ma sono anche cose delle quali vergognarsi per una vita intera.

Il mondo che stanno preparando è di nuovo un mondo in cui persone "normali" - proprio quelle persone che siedono accanto a noi negli autobus, quelle persone che incrociamo ogni giorno al supermercato - sono pronte ad applaudire ai roghi o ad uccidere con le loro stesse mani in nome di una razza, di una cultura, di un dio o anche solo in nome della "sicurezza".
Ci hanno portato a questo punto. Ora non possono chiederci di stare calmi.

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'''Turchia-Iraq: artiglieria turca bersaglia zona confine'''

L'artiglieria turca ha oggi bombardato all'alba e nel primo pomeriggio settori del territorio nord-iracheno al confine con la Turchia, apparentemente senza causare vittime.

Lo riferisce l'agenzia irachena Nina citando fonti curde, secondo cui in particolare sono stare bersagliate le zone nei pressi di Zakho e un villaggio nella zona di Barwari, a pochi chilometri dal confine.

L'agenzia Aswat al Iraq, riferisce dal canto suo di bombardamenti sempre nella zona di Zakho, dove da alcuni villaggi molti residenti in preda al panico sono fuggiti.

Secondo quanto hanno riferito testimoni, nel villaggio di Deshtkh, a due km dal confine turco, sono ormai solo una quindicina gli abitanti che sono rimasti nelle loro case, mentre oltre 200 persone, in maggioranza donne e bambini, sono fuggiti nella vicina Zakho.

Un funzionario curdo citato dalla stessa agenzia ha però smentito che ci sia una fuga di abitanti della regione.

'''PUTIN: SCUDO USA RICORDA LA CRISI CON CUBA'''

l presidente russo Vladimir Putin ha fatto questo pomeriggio a Mafra, nella conferenza stampa conclusiva del vertice Ue-Russia, un parallelo fra il progetto di scudo spaziale americano e la crisi dei missili a Cuba nel 1962. "Vi ricordo come le relazioni si stavano sviluppando in una situazione analoga nella metà degli anni 1960" ha affermato Putin, ricordando la crisi di Cuba. "Per noi - ha aggiunto - sul piano tecnologico la situazione è molto simile".

"Azioni analoghe da parte dell'Unione Sovietica, quando dispiegò i missili nei Caraibi, provocarono la crisi di Cuba" ha aggiunto il presidente russo. Putin ha poi temperato il tono, aggiungendo che "grazie a Dio oggi non abbiamo alcuna crisi dei missili a Cuba: questo - ha precisato - è dovuto fondamentalmente al modo in cui le relazioni fra Russia e gli Usa, e l'Europa, sono cambiate".

''' M.O.: TRUPPE ISRAELIANE UCCIDONO 6 PALESTINESI A GAZA'''

Almeno sei miliziani palestinesi, tre di Hamas e tre della jihad islamica, sono stati uccisi dall'esercito israeliano in tre distinte azioni nella Striscia di Gaza. Ne hanno dato notizia fonti mediche palestinesi specificando che negli scontri, i piu' sanguinosi da mesi, sono rimasti feriti sette miliziani e tre civili. Nell'operazione definita di "routine" dall'esercito israeliano sono rimaste feriti anche due militari di Tsahal.

'''Spagna: parlamento basco chiede liberazione capi Batasuna'''

Il parlamento basco ha oggi chiesto la scarcerazione di tutti i dirigenti del partito fuorilegge Batasuna arrestati e rinviati a giudizio per appartenenza all'Eta. In una risoluzione approvata oggi il parlamento afferma che coloro che sono state arrestati nell'esercizio del loro diritto fondamentale di riunione "debbono tornare in libertà". Il giudice Baltasar Garzon aveva arrestato all'inizio del mese una ventina di membri della direzione di Batasuna, considerato ala politica dell'Eta in occasione di una riunione svoltasi nel Paese Basco.
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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Il processo che ci vede imputati non è teso soltanto a stabilire chi abbia partecipato all'occupazione dei locali della Croce Rossa di Torino il quindici dicembre passato, né se costoro abbiano esercitato una qualsiasi forma di violenza contro chiunque. Su questi argomenti lasciamo parlare i nostri legali: lo sanno fare meglio di noi, e riscuotono tutta la nostra stima e la nostra fiducia.

È un altro l'aspetto di questo processo sul quale vogliamo esprimerci, e vogliamo farlo di persona. Sia in sede di convalida degli arresti che quando sono state esaminate le misure restrittive che abbiamo subito per mesi, tutte le volte che questo nostro caso è passato tra le mani di un giudice il ragionamento si è sempre incentrato sulla modalità illegale della nostra iniziativa. "Avranno pure ragione a protestare, questi giovanotti" - è stato detto - "ma quando i contestatori oltrepassano i limiti della Legge vanno puniti, e con severità". È questo il punto: quando senso della giustizia e Legge sono in conflitto, cosa deve prevalere? È un argomento della massima importanza, per chiunque. Che poi un giudice sia per mestiere dalla parte della Legge è cosa scontata, e non abbiamo nessuna velleità di convincerlo del contrario. Ma questo è uno spazio pubblico, oltre ad essere un'aula di tribunale, e non vogliamo perdere neanche una occasione per affrontare in pubblico questo tema, che è vitale per tutti.

L'aria delle nostre città è piena di tensione e di rancore - perché si fa fatica ad arrivare alla fine del mese; perché nessuno sa che cosa accadrà domani; perché i ritmi cui siamo tutti costretti sono inumani; perché la guerra che l'Occidente ha esportato ovunque nel mondo sta facendo capolino anche in casa nostra. Eppure, in tanti volgono il proprio sguardo rabbioso non contro chi l'ha organizzato, questo sfascio, ma contro gli ultimi arrivati, contro gli esclusi, contro i diversi - come se fossero davvero loro la causa di tutto questo. Come in altri tempi, i padroni e i loro protettori politici soffiano sul fuoco avvelenato della guerra tra poveri nella speranza di mascherare le proprie responsabilità. Ci siamo detti per sessanta anni che non sarebbe mai più successo, eppure il baratro è alle porte.

Cosa dire di un ministro degli Interni che propone di varare leggi speciali e istituire punizioni collettive - come sta facendo Amato contro i Rom? È troppo parlare di leggi razziali?

Cosa dire dei gendarmi che sparano o massacrano di botte stranieri sospettati di essere ladri, spacciatori, o semplicemente taccheggiatori di supermercati? Due morti in due mesi, nella sola provincia di Torino, ed un ferito grave. È esagerato parlare di reintroduzione informale della pena di morte?

Cosa dire dei Centri di Permanenza Temporanea dove vengono rinchiusi uomini e donne la cui unica colpa è quella di essere di troppo nelle nostre città? Solo in questi giorni una neonata è rimasta intossicata dai fumi dei lacrimogeni e due internati sono morti dentro dei Cpt italiani. È eccessivo parlare di lager?

Cosa dire di chi gestisce i Centri di Permanenza Temporanea, magari imbottendo gli internati di psicofarmaci e calmanti - come ha fatto per lungo tempo la Croce Rossa a Bologna e come fa tutt'ora la Misericordia a Modena? È troppo parlare di aguzzini?

Cosa dire delle retate continue, delle camionette ovunque, della gente finita in carcere per delle semplici scritte sui muri? È più corretto parlare di stato di polizia o di società carceraria?

Cosa dire delle sanguinose aggressioni contro gli stranieri perpetrate nei giorni scorsi, a quanto pare, dai rampolli annoiati della Torino bene? Cosa dire quando i vecchi fascisti rialzano la testa e attaccano senza timore omosessuali, scuole occupate, dissidenti? Prove pratiche di squadrismo è una definizione troppo allarmista?

Cosa dire quando, incitato da uomini politici di ogni colore, da giornalisti e anche da comici alla moda, c'è chi tenta di uccidere nel sonno uomini, donne e bambini? L'attentato al campo Rom di via Vistrorio a Torino è parte di una lista che si allunga ogni giorno di più. Si può dire che in giro c'è voglia di pogrom? È sgarbato dire che la Bosnia è dietro l'angolo?

Su come affrontare adeguatamente questi tempi urge una riflessione, anche lunga ed articolata. Ma in questa aula ci può bastare invitare tutti a volgere lo sguardo ad un esempio del passato. Quando, dalla fine degli anni Trenta in poi, è iniziata la persecuzione anti-ebraica c'è stato in Italia chi ha applaudito e chi si è limitato a tacere. Ma c'è stato anche chi, in qualsiasi maniera, si è opposto. In qualsiasi maniera, ma sempre fuori dalla Legge. Ed è a questi fuorilegge che va il nostro ricordo. Perché, quando i tempi si fanno tanto scuri, chiunque abbia conservato anche solo un poco di senso della giustizia è per forza di cose fuori dalla Legge. Quando i tempi si fanno tanto scuri, l'applauso o anche solo il silenzio sono cose legali, certo, ma sono anche cose delle quali vergognarsi per una vita intera.

Il mondo che stanno preparando è di nuovo un mondo in cui persone "normali" - proprio quelle persone che siedono accanto a noi negli autobus, quelle persone che incrociamo ogni giorno al supermercato - sono pronte ad applaudire ai roghi o ad uccidere con le loro stesse mani in nome di una razza, di una cultura, di un dio o anche solo in nome della "sicurezza". Ci hanno portato a questo punto. Ora non possono chiederci di stare calmi.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Turchia-Iraq: artiglieria turca bersaglia zona confine

L'artiglieria turca ha oggi bombardato all'alba e nel primo pomeriggio settori del territorio nord-iracheno al confine con la Turchia, apparentemente senza causare vittime.

Lo riferisce l'agenzia irachena Nina citando fonti curde, secondo cui in particolare sono stare bersagliate le zone nei pressi di Zakho e un villaggio nella zona di Barwari, a pochi chilometri dal confine.

L'agenzia Aswat al Iraq, riferisce dal canto suo di bombardamenti sempre nella zona di Zakho, dove da alcuni villaggi molti residenti in preda al panico sono fuggiti.

Secondo quanto hanno riferito testimoni, nel villaggio di Deshtkh, a due km dal confine turco, sono ormai solo una quindicina gli abitanti che sono rimasti nelle loro case, mentre oltre 200 persone, in maggioranza donne e bambini, sono fuggiti nella vicina Zakho.

Un funzionario curdo citato dalla stessa agenzia ha però smentito che ci sia una fuga di abitanti della regione.

PUTIN: SCUDO USA RICORDA LA CRISI CON CUBA

l presidente russo Vladimir Putin ha fatto questo pomeriggio a Mafra, nella conferenza stampa conclusiva del vertice Ue-Russia, un parallelo fra il progetto di scudo spaziale americano e la crisi dei missili a Cuba nel 1962. "Vi ricordo come le relazioni si stavano sviluppando in una situazione analoga nella metà degli anni 1960" ha affermato Putin, ricordando la crisi di Cuba. "Per noi - ha aggiunto - sul piano tecnologico la situazione è molto simile".

"Azioni analoghe da parte dell'Unione Sovietica, quando dispiegò i missili nei Caraibi, provocarono la crisi di Cuba" ha aggiunto il presidente russo. Putin ha poi temperato il tono, aggiungendo che "grazie a Dio oggi non abbiamo alcuna crisi dei missili a Cuba: questo - ha precisato - è dovuto fondamentalmente al modo in cui le relazioni fra Russia e gli Usa, e l'Europa, sono cambiate".

M.O.: TRUPPE ISRAELIANE UCCIDONO 6 PALESTINESI A GAZA

Almeno sei miliziani palestinesi, tre di Hamas e tre della jihad islamica, sono stati uccisi dall'esercito israeliano in tre distinte azioni nella Striscia di Gaza. Ne hanno dato notizia fonti mediche palestinesi specificando che negli scontri, i piu' sanguinosi da mesi, sono rimasti feriti sette miliziani e tre civili. Nell'operazione definita di "routine" dall'esercito israeliano sono rimaste feriti anche due militari di Tsahal.

Spagna: parlamento basco chiede liberazione capi Batasuna

Il parlamento basco ha oggi chiesto la scarcerazione di tutti i dirigenti del partito fuorilegge Batasuna arrestati e rinviati a giudizio per appartenenza all'Eta. In una risoluzione approvata oggi il parlamento afferma che coloro che sono state arrestati nell'esercizio del loro diritto fondamentale di riunione "debbono tornare in libertà". Il giudice Baltasar Garzon aveva arrestato all'inizio del mese una ventina di membri della direzione di Batasuna, considerato ala politica dell'Eta in occasione di una riunione svoltasi nel Paese Basco.

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

Torino

E' stata una udienza movimentata quella di questa mattina al tribunale di Torino, dove 3 compagni dell'area anarchica sono sotto processo per l'occupazione della sede della croce rossa avvenuta il 15 dicembre dell'anno scorso. L'iniziativa era stata organizzata per denunciare la collaborazione della croce rossa nelal gestione dei lager per migranti e i tre erano entrati pacificamente negli uffici; tuttavia furono arrestati con l'accusa di occupazione e violenza privata e poi rilasciati con l'obbligo di firma fino a giugno. All'udienza di oggi, in solidarietà con i tre, alcune persone del pubblico hanno indossato magliette che avevano ognuna una lettera sul davanti e che in lette in serie davano la scritta: croce rossa assassina, mentre sul retro di ogni maglia vi era scritto fuoco ai cpt. La digos è intervenuta e ha fatto allontanare con forza queste persone e il processo è stato aggiornato a dicembre. Sentiamo andrea, uno dei tre imputati.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

GAZA: TRE PALESTINESI UCCISI DAI MILITARI ISRAELIANI

Tre palestinesi sono stati uccisi oggi dall’esercito israeliano in due distinti episodi avvenuti prima dell’alba nella Striscia di Gaza. Secondo fonti palestinesi Youssef Walayda, esponente del braccio armato di Hamas, sarebbe caduto in un’imboscata di un’unità speciale delle truppe israeliane a Jabaliya, nel nord della Striscia; nella stessa circostanza sarebbe morto anche un altro miliziano e sarebbero rimasti feriti lievemente due soldati israeliani. Un membro della Jihad islamica, identificato come Yasser Asfour, è stato inoltre ucciso in uno scontro a fuoco a Khan Younis. Un portavoce dell’esercito israeliano ha confermato le uccisioni affermando che si è trattato di due “operazioni di routine” e segnalando nuovi lanci di razzi avvenuti nella notte in direzione di Israele. Sempre secondo fonti palestinesi, i militari israeliani, appoggiati da carri armati ed elicotteri, sarebbero penetrati almeno un chilometro all’interno della Striscia.

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

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gror071026 (last edited 2008-06-26 09:54:43 by anonymous)