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Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

ESTERI

India - 299 fuggiti in un'evasione

Quasi 300 prigionieri comunisti sono fuggiti in un'audace evasione tra colpi d'arma da fuoco, domenica nell'India orientale, fonte la polizia.

Rahul Sharma, il sovrintendente di polizia, ha detto che 299 dei 377 detenuti sono fuggiti dal carcere del Dantewada, circa 350 miglia a sud di Raipur, la capitale dello Stato del Chhattisgarh. L'evasione si è verificata mentre la cena era servita.

"I detenuti hanno sopraffatto le guardie carcerarie e sono fuggiti con una sparatoria", ha detto Sharma di Nuova Delhi Television.

Sharma ha detto che tre guardie carcerarie e due detenuti sono stati feriti nella sparatoria. Egli ha descritto gli evasi come "sostenitori" dei ribelli di sinistra.

Rinforzi di polizia hanno raggiunto la regione del Dantewada e sono alla ricerca di fuggitivi, ma la caccia sarebbe difficile a causa delle tenebre.

L'India orientale è una roccaforte dei ribelli comunisti, che si sono battuti per più di due decenni esigendo terra e posti di lavoro per i lavoratori agricoli e i poveri.

Migliaia di persone sono state uccise negli scontri.

I guerriglieri, che affermano di essere ispirati dal rivoluzionario cinese Mao Zedong, hanno spesso di mira polizia e funzionari di governo, che essi accusano di collusione per sfruttare i poveri con i proprietari e gli agricoltori ricchi.

Circa trecento soldati turchi entrano in Iraq

Circa trecento soldati turchi hanno fatto ingresso nella notte in territorio iracheno, a caccia di elementi del Pkk, penetrando per una profondità di due-tre chilometri nell'area montagnosa dove confluiscono le frontiere di Turchia, Iraq e Iran. Lo ha rivelato una fonte militare irachena. I soldati sono equipaggiati con armi leggere. Il cosiddetto governo regionale curdo iracheno ha condannato l'incursione.

Territori occupati: l'espansione delle colonie ebraiche illegali andrà avanti

Lo Stato ebraico intende continuare a costruire all'interno delle colonie ebraiche illegali sia nella Cisgiordania occupata che nella parte occupata di Gerusalemme. Lo ha detto un funzionario israeliano anonimo citato dalla Reuters: "Non abbiamo bisogno dell'approvazione americana se facciamo qualcosa che come Stato sovrano pensiamo debba essere fatto".

ANCORA RAID ISRAELIANI SU GAZA, SALE IL BILANCIO

Prosegue l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, dove dieci palestinesi sono stati uccisi tra ieri sera e stamattina. Poche ore fa, la Jihad islamica ha annunciato la morte di quattro dei suoi militanti uccisi da un razzo israeliano all’uscita di una moschea nel nord di Gaza; altri sei militanti, tra cui Majed al Harazin, un capo locale delle brigate Al-Quds (braccio armato della Jihad islamica) sono stati uccisi in altri due raid condotti ieri in tarda serata e nella notte; un'undicesima vittima è stata uccisa in Cisgiordania.

Secondo fonti ospedaliere, anche diversi civili erano rimasti feriti negli attacchi di ieri sera. Una prima risposta palestinese è giunta con il lancio di cinque razzi Qassam sulla parte ovest del Negev e altri due ordigni al posto di confine di Kerem Shalom, tra Gaza e Israele. In un messaggio mandato per e-mail alla stampa, riferisce il quotidiano israeliano Haaretz, la Jihad islamica ha minacciato di compiere attentati suicida sul territorio israeliano.

BRASILE: DIMINUISCONO DI 20 MILIONI I ‘POVERISSIMI’

Negli ultimi cinque anni, almeno 20 milioni di brasiliani di età superiore ai 16 anni sono passati dalle cosiddette fasce di povertà e di povertà assoluta a una ‘povertà relativa’ grazie alla crescita del Prodotto interno lordo (Pil). Ne ha dato notizia, con un titolo a sei colonne in prima pagina, il principale quotidiano brasiliano ‘Folha de São Paulo’, attribuendone i meriti soprattutto al piano di redistribuzione del reddito denominato ‘Bolsa Familia’, di cui beneficiano 40 milioni di persone, fortemente voluto dal presidente Lula. Nel 2003 le classi sociali poverissime rappresentavano il 46% dei 190 milioni di brasiliani; oggi il 26%. Ma la fascia di reddito più alta non ha subito sostanziali variazioni: un’economia in crescita non grazie alla reale redistribuzione, quindi.

Madrid - Assaltata con paintbombs l’Ambasciata italiana - Mobilitazioni dopo la sentenza sul G8 di Genova

Domenica pomeriggio una trentina di attivisti/e di varie realtà hanno realizzato un’azione rapida ma efficace all’Ambasciata italiana nel cuore di Madrid. Contro la facciata e le pareti della stessa sono stati lanciati numerosi palloncini ripieni di colore rosso e sono stati sparsi manifesti con scritto "Liberi Tutti". Un’azione diretta dimostrativa come immediata reazione e indignizione per l’emissione della sentenza di condanna a 102 anni complessivi per 24 imputati di saccheggio e devastazione nelle giornate di Genova.

“Questo è solo l’inizio”, dicono le/gli attiviste/i madrileñe/i, “altre azioni sono già in programma nei prossimi giorni. Rivendichiamo il fatto che ciascuno di noi potrebbe essere uno di quei 24 e che il 20 luglio a Genova fummo ingiustamente caricati e quindi semplicemente abbiamo esercitato il nostro diritto a difenderci.” Per tutta la settimana sono previste nella capitale spagnola diverse iniziative, dibattiti e presidi per denunciare che la legge non è uguale per tutti. E infatti un presidio pubblico davanti all’ambasciata italiana è stato indetto per domani, con la consegna delle firme di tutti coloro che dichiarano apertamente "Io c’ero" per esprimere il concetto: “Se ne toccano uno, ci toccano tutti”.

ITALIA

Di lavoro si muore perchè di precarietà si vive

La strage alla ThyssenKrupp di Torino non è nulla di diverso dalle quotidiane giornate scandite nel nostro paese da almeno quattro morti sul lavoro: in agricoltura, nei cantieri edili, nelle fabbriche, nei servizi alla persona e alle imprese. A questi numeri si devono aggiungere gli infortuni e gli incidenti gravi ai danni dei lavoratori in nero e dei migranti. Per evidenziare la portata del fenomeno delle morti sul lavoro l’Eurispes ci consegna queste cifre: dall’aprile del 2003 (anno di inizio della 2° Guerra del Golfo) all’aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita durante le operazioni belliche sono stati 3.520. I morti sul lavoro in Italia dal 2003 all’ottobre del 2006 sono stati 5.252. Freddi numeri dietro ai quali però ci sono delle persone che non possono essere messe in paragone con i militari in guerra. Chi esce di casa la mattina per andare a lavorare non è consapevole che potrebbe non tornare a casa, non ha firmato un contratto il cui progetto prevede la morte. Se muore, non viene considerato un eroe ma un’anonima morte bianca. Noi, invece, li chiamiamo omicidi. Veri e propri crimini perpetrati e preventivati. Logica e diretta conseguenza della concorrenza capitalistica come si è sviluppata in questi anni, basata tutta su una competitività esasperata e ricercata sui bassi costi (che creano appalti al massimo ribasso) e sull’assenza d’investimenti “improduttivi” (così qualcuno giudica le spesa sulla sicurezza). La maggior parte delle volte gli ispettori del lavoro (e RLS) anzichè controllare le aziende diventano loro consulenti. Questo processo di precarizzazione lavorativa e di vita in atto in Italia ormai da diversi anni che ci constringe a ore interminabili di straordinari, al lavoro notturno piuttosto che ad accettare lavori e contratti di merda con tempi e ritmi inumani che non ci fanno percepire i livelli di rischio costanti. E allora veloce ci chiedono di andare sempre più veloce e noi non riusciamo a fermarci! Questo perchè neanche la produzione si deve fermare, mai!

delle vittime della ThyssenKrupp ha fischiato la dirigenza sindacale e istituzionale, il padre del più giovane degli operai morti nell’acciaieria, sommessamente urlava, diretto ai padroni, “prima o poi, brucerete anche voi”. Vogliamo essere al fianco di questi operai e di tutte e tutti quelli che muoiono ogni giorno ma vengono presto dimenticati dai media.

Il comitato nomortilavoro.noblogs.org da appuntamento alle ore 17 il 18 dicembre al Colosseo per dire basta a personaggi come Veltroni e i sindacati confederali che vogliono fare fiaccolate ed accendere il Colosseo in ricordo dei morti di Torino. Il Colosseo dovrebbe essere acceso ogni volta che viene evitata una pena capitale. In quest’occasione invece il governo e il partito del sindaco di Roma non hanno fatto niente per evitare che la precarizzazione portasse ancora a morire sui posti di lavoro.Non fanno niente per evitare che gli infortuni e i morti vengano previsti nei preventivi delle grandi e medie imprese, così come la routine dei piccoli imprenditori edili è quella di abbandonare davanti agli ospedali operai rumeni infortunati. Saremmo li martedi per denunciare la loro ipocrisia e per portare il nostro totem dove verranno attaccati dei chiodi in ricordo delle ultime 100 morti di quest’anno.

Nomortilavoro.noblogs.org nomortilavoro@autistici.org

Livorno - Iniziative in solidarietà agli ergastolani in lotta

Domenica 16 dicembre, per la seconda volta da quando è iniziato lo sciopero della fame dei detenuti ergastolani e non, dei parenti e dei sostenitori per chiedere l'abolizione dell'ergastolo (dal 1°dicembre), compagne/i anarchiche/i sono scese/i in strada a Livorno per esprimere il loro appoggio e vicinanza con tutte e tutti coloro portano avanti questa forma di lotta; è stato portato in piazza un banchetto con materiale informativo, distribuito volantini e megafonato in centro.

tutto ciò, per rompere quel muro di silenzio e indifferenza con i quali, questa società pare voglia sotterrare i suoi democratici lager e le sue logiche di sottomissione e minaccia sociale, per portare solidarietà con le/gli ergastolani in lotta e contro il carcere.

Ricordiamo che dal 1° dicembre più di 700 ergastolani e circa 11.000 persone tra detenuti non ergastolani, familiari e amici sono entrati in sciopero della fame. Per l’ottenimento dell'abolizione dell'ergastolo.

Mentre un altro presidio di solidarietà con le/i detenute/iin lotta e per l'abolizione dell'ergastolo, si terrà domani a Perugia.

Siti utili

http://www.globalproject.info/news-it.html

http://www.censurato.splinder.com/

www.informa-azione.info


Gr 13:00

In primo Piano

Incidenti lavoro: operaio morto nell'Alessandrino

La vittima, 53 anni, rimasta schiacciata tra due carrelli

Incidente mortale sul lavoro, stamani in una fornace di Valenza (Alessandria), vittima un operaio di 53 anni, Franco Raselli. Raselli e' rimasto schiacciato tra due carrelli di trasporto del materiale. La linea di produzione della fornace, la San Marco Terreal Italia.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Brevi Israele - Palestina Altro raid aereo nel sud di Gaza

Dopo il raid aereo di ieri sera e quello di questa mattina, una nuova operazione dell'esercito israeliano ha interessato Khan Yunis, località a sud di Gaza. Al momento non si hanno notizie in merito alla presenza di vittime. Secondo le prime informazioni che giungono, però, sembra quesi certo che l'attacco militare sia riuscito a distruggere una postazione di Hamas.

Iran - Accusate di terrorismo due attiviste femminste

Due femministe curde arrestate poco tempo fa in Iran sono state accusate dal procuratore di Sanadaj di partecipazione a banda armata e attentato alla sicurezza pubblica. Le due attiviste, Ronak Safazadeh e Hana Abdi appartenenti al movimento "Un milione di firme per la parità" sono sospettate di far parte del gruppo armato Pjak, legato all Pkk. Ronak Safazadeh e Hana Abdi erano state fermate a Teheran mentre cercavano aderenti alla campagna indetta dal loro movimento

PORTOGALLO: CLANDESTINI APPRODANO IN ALGARVE, E' LA PRIMA VOLTA

Per la prima volta una piccola imbarcazione con 23 africani, 18 uomini e 5 donne, e' approdata in Portogallo, sulle coste dell'Algarve e le autorita' locali che si trovano a fronteggiare il primo arrivo di immigrati clandestini lo definiscono un fenomeno di "carattere eccezionale". L'Algarve non e' una "zona a rischio", ha precisato il direttore del servizio Stranieri e Frontiere regionale (Sef), Jose' van der Kellen, citato dall'agenzia Lusa, ipotizzando poi che l'arrivo della barca sulla costa sia stato un errore di navigazione e che i clandestini volevano invece dirigersi verso le coste spagnole.

Spagna: si chiamano Cie e sono come i nostri Cpt. In tutto e per tutto. Le storie

L’hanno sbattuta dentro un Cpt, in Spagna Cie (Centros de internamientos para extranjeros). Un carcere. Peggio di un carcere. La ley de extranjeria spagnola autorizza le autorità a detenere gli stranieri in situazione irregolare “per organizzare la loro espulsione”, “come ultima misura, quando non siano in possesso di un domicilio fisso”. Marta Rosario, invece, aveva una casa. Per due anni ha lavorato da interna in una villa alla periferia di Madrid: si occupava dei tre bambini di una famiglia agiata, lui avvocato, lei assessore comunale del Partido popular. Non avevano voluto regolarizzarla “perché il mio partito è contro”, le aveva spiegato la seňora. Marta Rosario si prendeva cura dei tre bambini come fossero i suoi, i suoi che non vedeva da due anni. Vitto e alloggio più 540 euro al mese, da mandare a casa. Quando l’hanno arrestata i suoi fratelli hanno denunciato ai mass media ciò che stava accadendo. Invano. Marta Rosario, però, è una donna testarda: per ben due volte si è rifiutata di prendere il volo che dovrebbe riportarla dai suoi figli. L’hanno picchiata, però l’hanno riportata indietro al Cie (per non disturbare i turisti europei che prendono l’aereo per andare in vacanza in Bolivia). Al quarantesimo giorno, come prescrive la legge (che, però, potrebbe cambiare a breve allungando il tempo di detenzione fino a 18 mesi), l’hanno messa in libertà. Marta Rosario ha voglia di denunciare: una piccola radio comunitaria raccoglie la sua rabbia.

Julia Tymoshenko, primo ministro in Ucraina

La 'Rada' ucraina ha eletto Julia Tymoshenko premier con 226 voti a favore (sono 450 i seggi del Parlamento). Per evitare nuovi inciampi alla fragile coalizione che sostiene il governo, e che in parlamento dispone di una risicata maggioranza, si è proceduto a un inedito voto per chiamata.

La scorsa settimana, un primo voto per Tymoshenko era fallito per due voti, un problema che i sostenitori dell'esponente politica del partito che porta il suo nome hanno attribuito al malfunzionamento del sistema di voto elettronico della Rada.

ITALIA

Domani presidio davanti al ministero di grazia e giustizia in solidarietà con i condannati di genova 2001.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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