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ESTERI

India - 299 fuggiti in un'evasione

Quasi 300 prigionieri comunisti sono fuggiti in un'audace evasione tra colpi d'arma da fuoco, domenica nell'India orientale, fonte la polizia.

Rahul Sharma, il sovrintendente di polizia, ha detto che 299 dei 377 detenuti sono fuggiti dal carcere del Dantewada, circa 350 miglia a sud di Raipur, la capitale dello Stato del Chhattisgarh. L'evasione si è verificata mentre la cena era servita.

"I detenuti hanno sopraffatto le guardie carcerarie e sono fuggiti con una sparatoria", ha detto Sharma di Nuova Delhi Television.

Sharma ha detto che tre guardie carcerarie e due detenuti sono stati feriti nella sparatoria. Egli ha descritto gli evasi come "sostenitori" dei ribelli di sinistra.

Rinforzi di polizia hanno raggiunto la regione del Dantewada e sono alla ricerca di fuggitivi, ma la caccia sarebbe difficile a causa delle tenebre.

L'India orientale è una roccaforte dei ribelli comunisti, che si sono battuti per più di due decenni esigendo terra e posti di lavoro per i lavoratori agricoli e i poveri.

Migliaia di persone sono state uccise negli scontri.

I guerriglieri, che affermano di essere ispirati dal rivoluzionario cinese Mao Zedong, hanno spesso di mira polizia e funzionari di governo, che essi accusano di collusione per sfruttare i poveri con i proprietari e gli agricoltori ricchi.

ITALIA

Di lavoro si muore perchè di precarietà si vive

La strage alla ThyssenKrupp di Torino non è nulla di diverso dalle quotidiane giornate scandite nel nostro paese da almeno quattro morti sul lavoro: in agricoltura, nei cantieri edili, nelle fabbriche, nei servizi alla persona e alle imprese. A questi numeri si devono aggiungere gli infortuni e gli incidenti gravi ai danni dei lavoratori in nero e dei migranti. Per evidenziare la portata del fenomeno delle morti sul lavoro l’Eurispes ci consegna queste cifre: dall’aprile del 2003 (anno di inizio della 2° Guerra del Golfo) all’aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita durante le operazioni belliche sono stati 3.520. I morti sul lavoro in Italia dal 2003 all’ottobre del 2006 sono stati 5.252. Freddi numeri dietro ai quali però ci sono delle persone che non possono essere messe in paragone con i militari in guerra. Chi esce di casa la mattina per andare a lavorare non è consapevole che potrebbe non tornare a casa, non ha firmato un contratto il cui progetto prevede la morte. Se muore, non viene considerato un eroe ma un’anonima morte bianca. Noi, invece, li chiamiamo omicidi. Veri e propri crimini perpetrati e preventivati. Logica e diretta conseguenza della concorrenza capitalistica come si è sviluppata in questi anni, basata tutta su una competitività esasperata e ricercata sui bassi costi (che creano appalti al massimo ribasso) e sull’assenza d’investimenti “improduttivi” (così qualcuno giudica le spesa sulla sicurezza). La maggior parte delle volte gli ispettori del lavoro (e RLS) anzichè controllare le aziende diventano loro consulenti. Questo processo di precarizzazione lavorativa e di vita in atto in Italia ormai da diversi anni che ci constringe a ore interminabili di straordinari, al lavoro notturno piuttosto che ad accettare lavori e contratti di merda con tempi e ritmi inumani che non ci fanno percepire i livelli di rischio costanti. E allora veloce ci chiedono di andare sempre più veloce e noi non riusciamo a fermarci! Questo perchè neanche la produzione si deve fermare, mai!

delle vittime della ThyssenKrupp ha fischiato la dirigenza sindacale e istituzionale, il padre del più giovane degli operai morti nell’acciaieria, sommessamente urlava, diretto ai padroni, “prima o poi, brucerete anche voi”. Vogliamo essere al fianco di questi operai e di tutte e tutti quelli che muoiono ogni giorno ma vengono presto dimenticati dai media.

Il comitato nomortilavoro.noblogs.org da appuntamento alle ore 17 il 18 dicembre al Colosseo per dire basta a personaggi come Veltroni e i sindacati confederali che vogliono fare fiaccolate ed accendere il Colosseo in ricordo dei morti di Torino. Il Colosseo dovrebbe essere acceso ogni volta che viene evitata una pena capitale. In quest’occasione invece il governo e il partito del sindaco di Roma non hanno fatto niente per evitare che la precarizzazione portasse ancora a morire sui posti di lavoro.Non fanno niente per evitare che gli infortuni e i morti vengano previsti nei preventivi delle grandi e medie imprese, così come la routine dei piccoli imprenditori edili è quella di abbandonare davanti agli ospedali operai rumeni infortunati. Saremmo li martedi per denunciare la loro ipocrisia e per portare il nostro totem dove verranno attaccati dei chiodi in ricordo delle ultime 100 morti di quest’anno.

Nomortilavoro.noblogs.org nomortilavoro@autistici.org

Livorno - Iniziative in solidarietà agli ergastolani in lotta

Domenica 16 dicembre, per la seconda volta da quando è iniziato lo sciopero della fame dei detenuti ergastolani e non, dei parenti e dei sostenitori per chiedere l'abolizione dell'ergastolo (dal 1°dicembre), compagne/i anarchiche/i sono scese/i in strada a Livorno per esprimere il loro appoggio e vicinanza con tutte e tutti coloro portano avanti questa forma di lotta; è stato portato in piazza un banchetto con materiale informativo, distribuito volantini e megafonato in centro. tutto ciò, per rompere quel muro di silenzio e indifferenza con i quali, questa società pare voglia sotterrare i suoi democratici lager e le sue logiche di sottomissione e minaccia sociale, per portare solidarietà con le/gli ergastolani in lotta e contro il carcere.

Siti utili

http://www.globalproject.info/news-it.html

http://www.censurato.splinder.com/

www.informa-azione.info


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