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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

MELFI e POMIGLIANO parola agli operai in mobilitazione dopo l'ennesima morte sul lavoro AUDIO

THYSSEN: OPERAZIONE PER l'OPERAIO RICOVERATO A CTO, GRAVISSIMO, MA STABILE

L'unico sopravvissuto dell'incendio alla Thyssekrupp di Torino, Giuseppe Demasi, 26 anni, continua a versare in condizioni gravissime, ma stabili, in un letto del centro grandi ustionati del Cto di Torino. Il giovane che nel rogo del sei dicembre ha subito ustioni su gran parte del corpo, oggi e' stato sottoposto al terzo intervento chirurgico: un trapianto di pelle al torace e al braccio sinistro. I medici stanno seguendo le reazioni postoperatorie del paziente senza fare previsioni. Intanto i lavoratori dello stabilimento torinese della mutinazionale tedesca stanno cercando di organizzare una fiaccolata di solidarieta' al giovane collega per il 27 o il 28 dicembre prossimo. Contemporaneamente in queste ore si stanno preparando i funerali della sesta vittima dell'incendio, Rosario Rodino, 26 anni, previsti quasi certamente per dopodomani, in tarda mattinata, a Torino. Il rito sara' officiato come per le altre cinque vittime dall'arcivescovo del capoluogo piemontese, il cardinale Severino Poletto.

Editoriale

GENOVA aggiornamento con supporto legale AUDIO

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Israele - Palestina Bilancio scontri a Gaza sale a 4 morti

E' salto a quattro morti il bilancio degli scontri avvenuti stamane nella striscia di Gaza tra esercito israeliano e militanti palestinesi. Due delle vittime facevano parte della Jihad islamica. Tra i feriti, 7 in tutto, figurano anche un bambino di 7 anni e un operatore della Reuters.

TURCHIA Parlamento annuncia possibili nuovi azioni in Iraq

Il Parlamento turco ha avvertito oggi, per bocca del suo portavoce, che le incursioni militari nel nord dell'Iraq potrebbero ripetersi. Lo scorso martedì, 300 soldati erano penetrati nel Kurdistan iracheno per circa 15 minuti, per colpire le basi dei ribelli del Partito dei Lavoratori Curdi (Pkk). Le autorità hanno definito l'operazione "un successo". Usa e Iraq hanno più volte chiesto alla Turchia di astenersi da queste incursioni, che potrebbero destabilizzare una delle poche zone relativamente pacifiche del Paese.

INDIA Arrestato leader ribelle maoista presso Kerala

Le autorità indiane hanno reso noto di aver arrestato oggi Malla Raji Reddy, uno dei leader dei ribelli maoisti, attivi in 182 distretti del Paese e responsabili della morte di almeno 6.000 persone in decenni di ribellione. L'arresto è avvenuto a Angamaly, presso lo stato meridionale di Kerala. Al momento non si hanno ulteriori informazioni sull'accaduto.

Nicaragua Presidente Ortega: Colombia è occupata dagli Usa

In un intervista al quotidiano 'El Nuevo Diario' di Managua, il presidente nicaraguense Daniel Ortega ha duramente criticato l'intervento statunitense in Colombia, sostenendo che "quel paese è occupato dagli yankees con il pretesto di combattere il narcotraffico". "La Colombia - ha detto Ortega - è letteralmente occupata dagli Usa che si muovono in modo imperialista, rispondendo alla politica dell'Impero". Le relazioni tra i governi di Nicaragua e Colombia stanno vivendo un momento di crisi dovuto alla contesa territoriale sull'isola caraibica di San Andres, ora all'esame della Corte internazionale di giustizia dell'Aja, e per un'altra dichiarazione sui problemi interni colombiani in cui Ortega si era rivolto al leader guerrigliero delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), Manuel Marulanda Velez, chiamandolo "fratello".

FRANCIA: affittopoli investe Governo

Da anni pagava un modico affitto per un appartamento del Comune di Parigi: lo scandalo ha costretto oggi Jean-Paul Bolufer alle dimissioni.Le polemiche erano scoppiate ieri dopo che il giornale satirico Le Canard Enchaine ha rivelato che Bolufer, segretario del ministro della Casa Boutin, affittava un appartamento di 190m2 nel 15/o arrondissement per 1.197 euro (6,30 euro al m2 contro 20-30 euro). Questo mentre il governo viene accusato di non fare niente per le migliaia di senzatetto francesi.

ITALIA

TORINO, OCCUPATA LA SEDE RAI

Un gruppo solidale con lo sciopero della fame nelle carceri dello Stato italiano AUDIO

Oil for food: 3 a processo il 18/3

(ANSA) - MILANO, 20 DIC - Rinviate a giudizio 3 persone per una presunta corruzione internazionale nell'ambito del programma delle Nazioni Unite 'Oil for food'. Il 18 marzo, davanti alla 10/a sezione penale, iniziera' il processo nei confronti di Marco Mazarino De Petro, considerato l'intermediario tra la compagnia energetica statale irachena (Somo) e la societa' italiana Cogep, e di due funzionari della stessa, Paolo Lucarno e Andrea Catanese.

Benzina: Antitrust chiude indagine

ROMA, 20 DIC - L'Agip riduce 'da subito' di 6 centesimi al litro il prezzo di vendita negli impianti 'fai da te' rispetto ai prezzi del 'servito'. L'iniziativa rientra tra gli impegni che le varie compagnie petrolifere si sono assunte con l'Antitrust, che ha cosi' chiuso l'istruttoria verso 9 compagnie sospettate di cartello nella fissazione dei prezzi. Tutte le compagnie - precisa una nota dell'Antitrust - si sono impegnate in misure 'pro-concorrenzial

Siparietto

I SIOUX: "NON SIAMO PIU' CITTADINI USA"

Gli indiani Lakota, il vero nome dei Sioux, cui appartennero i grandi capi Toro Seduto e Cavallo Pazzo, si sono ritirati dai Trattati conclusi dai loro antenati con gli Stati Uniti più di 150 anni fa. Lo hanno annunciato alcuni rappresentanti della tribù.

Tali Trattati sono "parole senza valore su carta senza valore" e "sono stati violati a più riprese per privarci della nostra cultura e delle nostre usanze e per rubare la nostra terra", hanno affermato i rappresentanti della tribù. "Abbiamo sottoscritto 33 trattati con gli Stati Uniti che non sono stati rispettati", ha dichiarato Phyllis Young, una militante della causa dei nativi americani che ha contribuito a organizzare nel 1977 la prima conferenza internazionale sui diritti degli indiani.


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Ancora un colpo, annunciato nei giorni scorsi con una valanga di arresti, contro gli indipendentisti baschi di sinistra. Oggi sono arrivate le condanne del famoso processo denominato 18/98+: complessivamente contro 46 dei 52 imputati sono stati comminati 500 anni di prigione. La sentenza di carattere esplicitamente politico condanna giornalisti, avvocati, membri di fondazioni per la disobbedienza civile, associazioni per l'alfabetizzazione in lingua basca, organizzazioni giovanili ritenendoli collaboratori o cuore stesso della dirigenza di ETA,anche se a nessuno dei condannati sono stati contestati reati di sangue o partecipazione in attentati. Una parte degli imputati sono stati espulsi dall'aula perchè avevano contestato il carattere politico del processo cantando un inno patriottico basco. Le condanne prese singolarmente vanno da 10 a 14 anni di reclusione; molti degli imputati erano stati arrestati preventivamente nelle scorse settimane. La difesa degli imputati ha annunciato che ricorrerà contro la sentenza ed è pronta ad arrivare sino al tribunale europeo di Strasburgo che ha recentemente accettato un ricorso di Batasuna contro la sua messa fuori dalla legalità nel 2004.Questo è stato il più grande processo mai tenuto contro gli indipendentisti, e si è concluso ad alcuni mesi dalla rottura formale della tregua da parte dell'Eta e dopo l'arresto di quasi l'intera direzione del partito indipendentista Batasuna, accusato di essere l'ala politica dell'organizzazione armata basca. Il processo 18/98+ è stato anche viziato da numerose irregolarità come spiega ai nostri microfoni Giovanni Giacopuzzi, che nel processo è stato uno dei periti storici nominati dalla difesa.

EX-DIRIGENTI ‘CHIQUITA’ INDAGATI PER COLLUSIONI CON PARAMILITARI

“Il primo fascicolo giudiziario che si apre in Colombia per denunce di collusioni tra imprenditori e paramilitari”, come scrive il quotidiano di Bogotá ‘El Tiempo’, contiene i nomi di una decina di ex-dirigenti locali della società bananiera americana ‘Chiquita Brands International’. Secondo gli inquirenti, i dieci erano al corrente del pagamento di almeno 1,7 milioni di dollari effettuato dall’azienda tra il 1997 e il 2004 alle Autodifese unite della Colombia (Auc) ufficialmente per la “protezione dei suoi impiegati” nelle regioni settentrionali di Urabá (Antioquia) e Santa Marta (Magdalena); di fatto, le Auc agirono come ‘“milizia privata” dedicandosi secondo il procuratore generale colombiano Mario Iguarán, “alla repressione indiscriminata” dei sindacalisti e dei braccianti delle zone bananiere. Sempre per accuse di collusione con gli ‘squadroni della morte’ di estrema destra sono finiti sotto inchiesta, secondo lo stesso giornale, anche dirigenti di altre tre aziende bananiere: ‘Sunisa-Del Monte’, ‘Probán’ e ‘Unibán’. La ‘Chiquita’, finita sotto processo negli Stati Uniti, aveva già ammesso pubblicamente a marzo di aver effettuato il pagamento ottenendo una multa di 25 milioni di dollari da parte di un tribunale di Washington D.C. Da allora si sono moltiplicate presso le corti di giustizia americane le richieste di indennizzi da parte di familiari delle vittime delle Auc, protagoniste per oltre un ventennio di efferate violenze contro la popolazione civile nell’ambito di una lotta senza quartiere contro la guerriglia, fino al loro controverso processo di smobilitazione, ancora oggetto di dubbi e critiche da parte delle organizzazioni a difesa dei diritti umani.

BASE MILITARE AMERICANA ‘AFRICOM’: PER ABUJA ASSOLUTAMENTE NO

La Nigeria è contraria alla creazione di una base militare americana in territorio africano: lo ha ribadito il presidente nigeriano Umaru Yar’Adua, recentemente rientrato da un viaggio a Washington dove ha incontrato il presidente statunitense Gorge W.Bush. Ieri, il consigliere speciale per le comunicazioni del presidente nigeriano, ha convocato la stampa per ribadire la posizione di contrarietà del governo di Abuja all’installazione di Africom (il nuovo comando militare per l’Africa dell’esercito statunitense nato lo scorso ottobre e in cerca entro il 2008 di una sede sul continente) in qualsiasi zona dell’Africa. La precisazione, ha spiegato il consigliere, si è resa necessaria per smentire le voci circolate sulla stampa locale e internazionale riguardo all’approvazione al controverso progetto militare americano espressa da Yar’Adua al suo omologo statunitense nel corso della recente visita a Washington. Il rifiuto opposto da Yar’Adua alle ‘avances’ di Washington è solo l’ultimo di una lunga serie che ha visto vari capi di Stato e organismi regionali africani prendere nettamente le distanze da Africom, che attualmente ha ancora sede a Stoccarda, centro-ovest della Germania, dove si trova già il Comando regionale per l'Europa dell'esercito americano. La creazione di Africom è stata accolta tutt'altro che positivamente e da settimane, dalla Libia al Sudafrica, si levano appelli ai governi del continente affinché “resistano alle richieste americane” per accogliere sul proprio territorio il comando. Il ministro della Difesa sudafricano Mosiuoa Lekota, recentemente ha definito il rifiuto opposto ad Africom “una posizione continentale”.

I SIOUX: "NON SIAMO PIU' CITTADINI USA"

Gli indiani Lakota, il vero nome dei Sioux, cui appartennero i grandi capi Toro Seduto e Cavallo Pazzo, si sono ritirati dai Trattati conclusi dai loro antenati con gli Stati Uniti più di 150 anni fa. Lo hanno annunciato alcuni rappresentanti della tribù.

Tali Trattati sono "parole senza valore su carta senza valore" e "sono stati violati a più riprese per privarci della nostra cultura e delle nostre usanze e per rubare la nostra terra", hanno affermato i rappresentanti della tribù. "Abbiamo sottoscritto 33 trattati con gli Stati Uniti che non sono stati rispettati", ha dichiarato Phyllis Young, una militante della causa dei nativi americani che ha contribuito a organizzare nel 1977 la prima conferenza internazionale sui diritti degli indiani.

ITALIA

Oggi 20 dicembre 2007

Un gruppo solidale con lo sciopero della fame nelle carceri dello Stato italiano

HA OCCUPATO

LA SEDE RAI DI VIA VERDI- TORINO

Di fronte all\'atroce silenzio riservato dai mezzi d\'informazione sia allo sciopero della fame che moltissimi detenuti hanno intrapreso a partire dal 1° dicembre scorso, sia alle iniziative di solidarietà che all\'esterno delle galere si stanno realizzando in tutta Italia, siamo determinati a mantenere l\'occupazione fino a quando0 non sarà data lettura integrale NEL CORSO DI UN TELEGIORNALE NAZIONALE del seguente comunicato:

\"LO SCORSO 1 DICEMBRE CIRCA 700 ERGASTOLANI, ED ALTRE 8000 PERSONE SOLIDALI, HANNO INTRAPRESO UNO SCIOPERO DELLA FAME PER RICHIEDERE L\'ABOLIZIONE DELL\'ERGASTOLO. IN DATA ODIERNA CIRCA 40 DETENUTI CONTINUANO AD OLTRANZA NELLA PROTESTA MENTRE ALL\'ESTERNO DELLE CARCERI GRUPPI SOLIDALI APPOGGIANO LO SCIOPERO CON MOLTEPLICI INIZIATIVE. LA PENA DELL\'ERGASTOLO, IL \"FINE PENA MAI\" COSTITUISCE LA VERGOGNA CHE METTE A NUDO LA REALE FUNZIONE DEL CARCERE, OVVERO L\'ANNICHILIMENTO GIORNO DOPO GIORNO DEL RECLUSO\"

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