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Si annuncia nutrita la partecipazione dei cittadini di Agnano, Bagnoli e Pozzuoli e dei comitati locali.

La decisione della Iervolino di localizzare ad Agnano l'inceneritore della città, applicando in modo servile le scelte del governo Berlusconi, è l'ennesima, volgare provocazione antipopolare di un sistema politico-istituzionale ormai senza legittimazione e dignità.E' una decisione da rigettare immediatatamente e risolutamente! Non si capisce perché ai politici viene sempre in mente di piazzare discariche e termovalorizzatori in zone che andrebbero preservate. Agnano, un ex vulcano spento, è uno dei polmoni verdi di Napoli dove sorge anche la riserva WWF degli Astroni.
Sentiamo la corrispondenza, registrata pochi minuti fa
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Secondo Sabrina Minardi della Banda della Magliana fu Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana, amico di Fioravanti e del Cardinal Poletti (e seppellito nella chiesa dei Papi), a rapire la ragazza, a tenerla prigioniera in un appartamento e a farne sparire il cadavere, dopo averlo gettato in una betoniera. La testimone, tenutaria di un bordello di lusso, ha anche raccontato che spesso procurava giovanissime ragazze ad alti prelati e Cardinali, tra cui MArcinkus, ex presidente dello Ior, legato ad un altro mistero italiano: i fondi neri della banca vaticana, serviti molto probabilmente per finanziare diddature in america latina e controrivoluzioni nell’europa dell’est……… Secondo Sabrina Minardi della Banda della Magliana fu Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana, amico di Fioravanti e del Cardinal Poletti (e seppellito nella chiesa dei Papi), a rapire la ragazza, a tenerla prigioniera in un appartamento e a farne sparire il cadavere, dopo averlo gettato in una betoniera. La testimone, tenutaria di un bordello di lusso, ha anche raccontato che spesso procurava giovanissime ragazze ad alti prelati e Cardinali, tra cui MArcinkus, ex presidente dello Ior, legato ad un altro mistero italiano: i fondi neri della banca vaticana, serviti molto probabilmente per finanziare gruppi para militari in america latina e controrivoluzioni nell’europa dell’est, nonchè i movimenti antiabortisti in europa.
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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

ESTERI

Lo stupro è un'arma di guerra

Il 19 giugno il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità la risoluzione 1820, sponsorizzata da oltre 30 paesi tra cui l'Italia, che classifica lo stupro come un’arma di guerra. Con questa decisione il Consiglio chiede la fine degli stupri sistematici contro le donne nelle zone di guerra. Il documento definisce lo stupro come una tattica di guerra «per umiliare, dominare, instillare paura, cacciare e/o obbligare a cambiare casa i membri di una comunità o di un gruppo etnico». Il testo chiede «a tutte le parti coinvolte nei conflitti armati la cessazione completa e immediata della violenza sessuale contro le donne, con effetto immediato».

Entro il 30 giugno 2009 il segretario generale dell'Onu dovrà presentare uno speciale rapporto per individuare «i conflitti armati dove gli stupri sono stati usati ampiamente o sistematicamente contro le donne» e rafforzare i controlli sui caschi bluautori molto spesso degli stupri di guerra.

Ricordiamo che 500.000 le donne stuprate nel corso del genocidio del 1994 in Ruanda. Durante la guerra nell'ex Jugoslavia, le donne violate tra Croazia e Bosnia sono state 60 mila. Nel Congo orientale, durante la guerra civile, in alcune aree tre quarti delle donne sono state stuprate

Territori occupati: due palestinesi uccisi a Nablus per far saltare la tregua a Gaza

In un raid compiuto all'alba dalle forze di occupazione ebraiche a Nablus, nella West Bank occupata, due studenti della locale Università sono stati uccisi. Una delle vittime era membro della Jihad islamica, l'altro di Hamas. Si teme che l'azione sia stata lanciata come deliberata provocazione per far saltare la tregua in atto nella striscia di Gaza tra resistenza palestinese e forze assedianti dello Stato ebraico.

Valico di Rafah chiuso fino alla liberazione del soldato Shalit

Il presidente Hosni Mubarak si è impegnato con il primo ministro israeliano Ehud Olmert a tenere chiuso il valico di Rafah fra la Striscia di Gaza e l'Egitto fino a quando il soldato Gilad Shalit non verrà liberato e restituito a Israele. Lo ha riferito un funzionario israeliano che ha partecipato ai colloqui fra i due leader a Sharm el Sheik. Il caporale Shalit fu rapito il 25 giugno di due anni fa nel corso di un raid palestinese di militanti legati ad Hamas.

Israele - Palestina - Militare israeliano si uccide davanti a Sarkozy

Un soldato israeliano delle guardie di frontiera si è suicidato all'aeroporto di Tel Aviv al momento della partenza del presidente francese Nicolas Sarkozy. Il militare si è sparato durante la cerimonia di saluto, facendo immediatamente scattare i sistemi di sicurezza, che hanno portato via Sarkozy e il premier israeliano Ehud Olmert.

Iraq - Soldati Usa arrestano giornalista

Mistero intorno all'arresto di Hassan Magun, capo dell'associazione dei giornalisti di Tikrit, provincia famosa perchè ha dato i natali a Saddam Hussein. I soldati statunitensi, secondo il racconto rilasciato dalla famiglia del giornalista, avrebbero fatto irruzione nella casa e avrebbero arrestato Hassan e il figlio universitario Abdullah. Nell'abitazione di Magun sono stati ritrovati 70 mila dollari Usa in contanti e tre chili d'oro. Hassan Magun oltre a essere un giornalista è anche proprietario di una gioielleria.

Iraq - Bomba a Sadr City, due morti e dieci feriti

Secondo quanto riferito dall'agenzia irachena Aswat al Iraq questa mattina a Baghdad due persone sono morte e altre 10 sono rimaste ferite in seguito all'esplosione di una bomba. L'ordigno sarebbe esploso all'interno della sede del municipio di Sadr City, grande sobborgo di Baghdad, uccidendo il vice capo del consiglio. Sono due cittadini Usa le vittime dell'esplosione avvenuta questa mattina a Sadr City, grande sobborgo sciita alle porte di Baghdad. La bomba era esplosa nei pressi di un edificio che ospita la sede del municipio.

L'Iran respinge il ricatto dell'Ue

L'approccio "privo di logica" dell'Ue non modificherà l'atteggiamento iraniano in materia nucleare e non contribuirà sicuramente a creare il clima sereno necessario per il dialogo sulla questione. Ha fatto sapere il Ministero degli esteri iraniano, dopo che ieri l'Ue ha deciso di congelare i beni europei dell'iraniana Melli Bank, chiudendone le filiali, e impedire l'ingresso e l'attività nei Paesi europei di rappresentanti iraniani legati allo sviluppo dei programmi nucleari e missilistici.

La lista delle persone colpite dovrebbe essere resa nota nel corso della giornata, ma la Reuters segnala che tra loro potrebbe esserci per assurdo anche il direttore generale dell'Agenzia atomica iraniana Gholam Reza Aghazadeh. Si tratta di una decisione che si configura come un ricatto palese in totale contraddizione con la spesso evocata volontà dell'Ue di negoziare con la Repubblica islamica sul programma nucleare civile di Teheran.

Iran: in carcere Hana Abdi leader della campagna “Un milione di firme” per i diritti delle donne

Arrestata in ottobre Hana Abdi, 21 anni e leader della campagna “Un milione di firme” per i diritti delle donne, il 19 giugno è stata condannata a cinque anni di reclusione da scontare in una sperduta località di frontiera dell’Azerbadjan orientale. La sua colpa, secondo il Tribunale rivoluzionario iraniano, è quella di aver organizzato raduni e incontri per riformare le leggi islamiche che limitano fortemente i diritti delle donne. Hana è stata riconosciuta colpevole di “complotto contro la sicurezza dello Stato”. Ci sarà il ricorso in appello. Ma con poche speranze di veder corretta la pena.

Molte altre femministe coinvolte nella campagna "Un milione di firme" sono state arrestate negli ultimi due anni e condannate a periodi di reclusione che vanno dai 6 mesi ai 3 anni e frustate, con la sospensione condizionale della pena. Abdi è una leader. Per lei non è stata prevista alcuna sospensione.

Brasile: donne e violenza urbana. Un appello di Amnesty

Le donne delle comunità emarginate del Brasile lottano per vivere e per ottenere giustizia, su uno sfondo di violenza criminale e abusi perpetrati della polizia, di discriminazione e di abbandono da parte dello stato. Nei quartieri privi di servizi e divisi dalla delinquenza, le donne affrontano una lotta quotidiana per la sopravvivenza.

L’impatto della violenza sulla vita delle donne è sempre stata ignorata, mentre presenta effetti gravi e diretti. Le donne sono lasciate a “raccogliere i pezzi” dopo la morte violenta di un familiare, e minacciate se cercano di ottenere giustizia; subiscono abusi da parte dei trafficanti di droga, mentre le autorità non hanno rispetto per loro; in carcere e nei commissariati subiscono maltrattamenti e violenze, anche sessuali.

Ci sono sempre più donne che vivono da sole o che sono a capo di famiglie dove i mariti sono morti o sono in carcere. La cura dei figli rappresenta una grande preoccupazione: molte donne lavorano in occupazioni precarie e mal pagate, lontano da casa, spesso come lavoratrici domestiche. I posti negli asili sono pochi e, anche se alcune possono contare sull’aiuto di familiari o amici, altre sono obbligate a lasciare i figli chiusi in casa mentre sono fuori a lavorare, per paura che siano reclutati da bande di narcotrafficanti o restino feriti in sparatorie.

Amnesty International chiede alle autorità brasiliane competenti di:

- Introdurre, in consultazione con il movimento delle donne, una maggiore attenzione ai temi di genere all’interno dei programmi governativi.

- aumentare i fondi a disposizione di enti, associazioni e programmi già esistenti, quali la legge sulla violenza domestica, per assicurare il loro pieno funzionamento.

Per firmare l’appello: www.amnesty.it

Ue: Rom, anche Italia sotto accusa Condizioni dei campi, cure mediche e frequenza scolastica

L'Agenzia europea per i diritti fondamentali certifica ancora una volta che i Rom sono il gruppo maggiormente penalizzato in Europa. Un fenomeno che tocca direttamente anche l'Italia, messa all'indice nel rapporto 2007 per le condizioni dei campi, per l'accesso limitato alle cure mediche e per le espulsioni. Mancano i dati sulla frequenza scolastica dei minori Rom e non c'e' un sistema di raccolta dei dati sugli incidenti ed i crimini a sfondo razzista.

ITALIA

Napoli, 4 fermi per aborti clandestini

Due ginecologi, un anestesista ed una segretaria sono stati fermati all'alba di oggi a Napoli su ordine della Procura. Gli indagati sono responsabili di varie interruzioni di gravidanza in violazione della legge 194. Gli aborti clandestini sarebbero avvenuti in ambienti non ospedalieri, bensì nello studio privato di uno dei due ginecologi.

Ecco i nomi degli indagati: i ginecologi Achille Della Ragione e Luigi Langella, in servizio nel reparto di ostetricia dell'ospedale San Paolo di Napoli; l'anestesista Vincenzo Grillo, e la segretaria Maria Cristina Pollio, che in alcune circostanze avrebbe anche coadiuvato il ginecologo durante gli interventi.

Luigi Langella è accusato anche di stupro per aver costretto ad un rapporto sessuale una donna che a lui si era rivolta per abortire, in cambio di uno sconto.

Potevano arrivare fino a 2000-2500 euro gli onorari per gli aborti clandestini. Il costo di una interruzione di gravidanza fino al secondo mese andava dai 700 ai 900 euro, ma poteva scendere a 500 se l'intervento veniva effettuato senza anestesista. Situazioni clinicamente più impegnative, o nelle quali le pazienti erano in cerca di particolare riservatezza, facevano impennare l'onorario anche fino ai 2.500 euro.

Le pazienti oltre la quattordicesima settimana di gravidanza venivano dirottate in strutture ospedaliere spagnole o inglesi, poiché in quel caso l'operazione sarebbe stata troppo rischiosa da effettuare in ambulatorio.

NAPOLI: TERMOVALORIZZATORE AD AGNANO, la cittadinanza insorge

Si è svolta stamattina una manifestazione di protesta per contrastare la scelta del Sindaco Iervolino di realizzare l'inceneritore di Napoli ad Agnano. la municipalità di Fuorigrotta-Bagnoli, nel cui territorio ricade il quartiere di Agnano, non intende ospitare il termovalorizzatore della città di Napoli. I cittadini si sono riuniti davanti la sede della X Municipalità a Bagnoli e hanno chiesto ed ottenuto un incontro pubblico con il Presidente Balzamo. E' iniziata subito una discussione tra i cittadini e Balzamo che ha visto quest'ultimo schierasi con i comitati in difesa del territorio, della salute e dell'ambiente per contrastare la scelta della Iervolino.

E' stato così indetto un consiglio d'urgenza della Municipalità per oggi pomeriggio alle ore 17 e con all'ordine del giorno: "Forme di lotta per contrastare la scelta di realizzare l'inceneritore ad Agnano". Sentiamo la corrispondenza, registrata pochi minuti fa

Intanto i Comitati del no alla discarica di Chiaiano hanno annunciato l'intenzione di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Napoli contro il progetto. L'esposto sarà illustrato da Carlo Migliaccio presidente della Commissione Ambiente del Comune di Napoli, che aveva annunciato il ricorso alla magistratura nel giorno stesso dell'ok alla discarica. L'esposto sarà fondato sulle relazioni tecniche dei periti di parte, secondo cui la cava di Chiaiano non è idonea per la discarica, ma anche sulla "normativa europea, che dovrebbe portare alla bocciatura da parte di Bruxelles del decreto legge sui rifiuti, secondo la quale nei centri urbani non si possono allocare discariche.

'CRISI NEL NAPOLETANO, IN STRADA 15MILA TONNELLATE - Resta critica la situazione rifiuti in provincia di Napoli, in particolare nell'area flegrea e vesuviana. Secondo una stima della struttura del sottosegretario ai Rifiuti, sono circa 15mila le tonnellate giacenti in quelle aree. Oltre cinquanta, la scorsa notte, gli interventi dei Vigili del Fuoco per i cumuli di mondezza dati alle fiamme.

Milano: trovati rifiuti in un lago protetto

Macerie e oli esausti per 50.000 metri cubi sono stati scoperti sommersi in un piccolo lago in un parco protetto nel Milanese. Sono stati denunciati tre amministratori di due societa' di smaltimento rifiuti.

Perugia: processo per il femminicidio di Barbara Cicioni

E’ iniziato con un rinvio all’11 luglio il processo contro di Roberto Spaccino, l’uomo accusato di avere ucciso il 24 maggio del 2007 la moglie Barbara Cicioni all’ottavo mese di gravidanza. Roberto Spaccio è accusato di omicidio volontario, maltrattamenti, provocata interruzione di gravidanza, e di avere simulato una rapina per depistare le indagine.

Il collegio giudicante ha vietato l’ingresso a telecamere e fotografi, ma non a pubblico e giornalisti. Cio’ in accoglimento della richiesta del PM Antonella Duchini, sostenuta dalle altre parti, allo scopo di difendere dalla pressione mediatica sia il processo stesso, sia i figli di 9 e 5 anni, costituiti parte civile al pari dei genitori di Barbara e 2 associazioni di donne. Infatti delle 5 associazioni impegnate contro la violenza sessista e per l’autodeterminazione delle donne, solamente 2 – Telefono Rosa e l’associazione 8 marzo – sono state ammesse come parte civile nel processo insieme alla madre e ai figli di Barbara Cicioni. Sono rimaste escluse «Differenza donna», che gestisce diversi centri anti-violenza, Giuristi democratici e Ossigeno onlus perché non hanno una sede in Umbria.

L’accusa ha chiesto un sopraluogo della Corte nella casa dove avvenne l’omicidio, ad oggi ancora sotto sequestro, asserendo che nonostante l’intervento del Ris di Roma abbia modificato lo stato dei luoghi, sarebbe importante valutare dimensioni e dislocazione delle stanze.

Fra i documenti di prova che la pm ha chiesto di produrre, anche gli articoli scritti da alcuni quotidiani nei quattro giorni immediatamente successivi al delitto, quando ci fu una «sorta di circo mediatico», e la registrazione di alcune trasmissioni televisive andate in onda su reti nazionali. Fra i testi citati, inoltre, due giornalisti che nell'immediatezza dei fatti giunsero nella casa e intervistarono, fra gli altri, anche lo stesso Roberto Spaccino.

In concomitanza con la prima udienza, due presidi, uno davanti al tribunale e uno in piazza della Repubblica: a Perugia la Rete delle donne umbre e il Sommovimento femminista sono scesi in piazza. Il marito della donna è accusato di averla malmenata e uccisa. «La sacra famiglia uccide», gridavano le donne del Sommovimento, mentre in aula si svolgeva l’udienza.

Anche in Italia lo stalking diventa reato

Approvato il disegno di legge "Misure contro gli atti persecutori" e "Misure contro la violenza sessuale", che introduce appunto il nuovo reato "Atti persecutori". Dal 19 giugno chiunque commette atti persecutori, il cosiddetto ’stalking’, sarà punibile dalla legge con pene severe fino a quattro anni di reclusione. E’ previsto il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, dai suoi congiunti, dai suoi conviventi o legati ad essa da relazione affettiva.E’ inoltre previsto l’ergastolo se lo stalker arriva a uccidere la propria vittima. Inoltre sono previsti aumenti di pena se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato, o da persone legate alla vittima da una relazione affettiva.

Bologna, Guai a chi ci Tocca!

La campagna di boicottaggio contro tutte le farmacie che non vendono la pillola del giorno dopo ha portato giovedì scorso le compagne del collettivo Guai a chi ci Tocca! e la rete Queering Bologna ad organizzare un’azione simbolica di denuncia della farmacia Sacchetti di Bologna..

I collettivi hanno esposto striscioni con scritto “Fuori i nostri corpi dal vostro controllo” e "L’invasione degli altri Corpi" e distribuito adesivi che dicevano "Boicotta chi decide per Te!", "Decido Io!".

E’ da segnalare il fatto che sul posto sono immediatamente arrivate oltre alle forze dell’ordine anche le guardie di sicurezza privata.

L’iniziativa è stata una delle tappe verso il GLTBQ GayPride che si terrà a Bologna il 28 Giugno 2008 a Bologna.

Si torna a parlare di Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi sarebbe morta. A 25 anni dalla scomparsa della figlia 15enne di un dipendente della Città del Vaticano una testimonianza riapre un triste episodio della storia italiana. Mistero irrisolto sulla pelle di una giovanissima ragazza. Mistero irrisolto in cui hanno preso parte tutti i poteri occulti italiani associati: vaticano, mafia, destra eversiva e servizi segreti.

Sabrina Minardi ha deciso di riprendere a parlare: per gli interessi di chi?

Secondo Sabrina Minardi della Banda della Magliana fu Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana, amico di Fioravanti e del Cardinal Poletti (e seppellito nella chiesa dei Papi), a rapire la ragazza, a tenerla prigioniera in un appartamento e a farne sparire il cadavere, dopo averlo gettato in una betoniera. La testimone, tenutaria di un bordello di lusso, ha anche raccontato che spesso procurava giovanissime ragazze ad alti prelati e Cardinali, tra cui MArcinkus, ex presidente dello Ior, legato ad un altro mistero italiano: i fondi neri della banca vaticana, serviti molto probabilmente per finanziare gruppi para militari in america latina e controrivoluzioni nell’europa dell’est, nonchè i movimenti antiabortisti in europa.

magliana

Una giornata di dibattito, contro-informazione ed altreiniziative contro il "Pacchetto Sicurezza" .

Domenica 29 giugno, dalle ore 17,00 Ex scuola "8 marzo" occupata Via dell’Impruneta 51 (Magliana)

Italia: Amnesty sul caso Abu Omar

Amnesty international pubblica oggi un appello sulla violazioni dei diritti umani nella vicenda di Abu Omar, l’imam egiziano rapito nel febbraio 2003 da agenti statunitensi. Abu Omar fu prima portato alla base Nato di Aviano e poi trasferito al Cairo, la capitale dell'Egitto, dove per 14 mesi rimase in detenzione segreta. Per tutta la durata della detenzione non gli fu permesso alcun contatto con il mondo esterno. Per 14 mesi, la sua famiglia e i suoi amici non seppero dove fosse.

Il 20 aprile 2004, Abu Omar venne rilasciato dalla prigione e con l'intimazione di non parlare con nessuno di ciò che gli era successo. Tuttavia, il 12 maggio, dopo aver sentito telefonicamente sua moglie e i suoi amici a Milano e raccontato loro cosa gli era accaduto, fu nuovamente arrestato e tenuto in detenzione amministrativa, senza accuse.

Sebbene i tribunali egiziani avessero ordinato il suo rilascio almeno 16 volte, il ministero dell'Interno ha rinnovato ripetutamente il suo ordine di detenzione utilizzando la legislazione di emergenza.

Abu Omar è stato rilasciato definitivamente nel febbraio 2007 e ora vive ad Alessandria, in Egitto. Vorrebbe tornare in Italia, pur sapendo di poter essere sottoposto ad accuse di terrorismo. In Italia Abu Omar è indagato per coinvolgimento nel terrorismo internazionale e nei suoi confronti è stato emesso un mandato di cattura internazionale.

L'Italia è responsabile per aver violato l'obbligo di proteggere un rifugiato politico sul suo territorio, dalle violazioni dei diritti umani, in particolare poiché almeno un funzionario italiano ha già ammesso di aver collaborato al rapimento di Abu Omar.

Le violazioni subite da Abu Omar per cui le responsabilità dell'Italia e di altri stati va sottoposta a indagini includono il diritto alla libertà personale, il diritto di non essere torturato, il diritto a non essere sottoposto a sparizione forzata e il diritto a non essere trasferito in un paese in cui potrebbe trovarsi a rischio di tortura o altri maltrattamenti.

Per firmare l’appello: www.amnesty.it

ANCORA DA LEGGERE E TAGLIARE

  • [Lai4les] Settimana dell'intolleranza in Bulgaria

Proclamare la settimana dell'intolleranza. Questa l'esplicita iniziativa con cui l'Unione nazionale bulgara, partito ultranazionalista, intende rispondere al gay pride di Sofia, in programma sabato prossimo 28 giugno.

E' la prima edizione della giornata dell'orgoglio gay nella capitale bulgara, e in tutta l'area balcanica e non sembra destinato a cadere nell'indifferenza. Secondo le dichiarazioni riportate dalla Sofia news agency, il leader dell'Unione, Boyan Rasate ritiene che in Bulgaria "gli omossessuali godano di una forte protezione politica". In particolare "ci sono molti più omosessuali all'interno dei partiti politici di quanto si pensi, mentre io non ho mai sentito di alcun omosessuale all'interno dell'Unione agraria bulgara (sottomembro dell'Unione nazionalista bulgara, ndr)".

Rasate intende così correre ai rimedi proclamando la settimana dell'intolleranza, che prevede una serie di iniziative compresa una tavola rotonda che studi "come restringere le idee omosessuali nella società".

Secca la risposta di Aksiniya Gencheva, del movimento omosessuale bulgaro "Gemini", che bolla l'iniziativa di Rasate come anticostituzionale e allerta: "ci aspettiamo che attivisti di estrema destra organizzino una manifestazione di protesta nel giorno della parata gay". Boyan Rasate e il suo partito politico passarono già agli onori della cronaca nel 2007 grazie al piano di mettere in piedi una "guarda nazionale" parallela, con propri simboli e divise, con lo scopo "di proteggere la maggioranza della popolazione dall'ondata criminale rom".

[Lai4les] GayLib non graditi a Lubiana

ANSA - PORDENONE, 21 GIU - La delegazione italiana dell'associazione GayLib (Gay liberali di centro destra) e' stata invitata a non partecipare al Gay Pride in programma oggi a Lubiana (Slovenia).

Lo ha reso noto all'ANSA il presidente dell'associazione, Enrico Oliari, al quale e' giunta la comunicazione poco prima di superare il confine di Stato.

Il rifiuto nei confronti dei 'GayLib' sarebbe da mettere in relazione con la commemorazione, svolta stamani dagli attivisti del movimento, del politico olandese Pim Fortuyn, la cui tomba si trova nel cimitero di Provesano di San Giorgio della Richinvelda (Pordenone).

'Quando gli organizzatori del Gay Pride hanno appreso cio' che avevamo fatto - ha spiegato Oliari - ci hanno comunicato che siamo persone non gradite alla loro manifestazione. Noi abbiamo girato le auto senza ribattere, perche' non andiamo certo in ambienti antidemocratici dove le nostre idee non sono ben tollerate. Purtroppo - ha concluso - siamo stati discriminati dai nostri stessi fratelli, ma noi continueremo a batterci per le liberta' degli omosessuali, che sono anche di destra e non solo di sinistra'.

Fortuyn, gay dichiarato, fondatore dell'omonima lista di estrema destra xenofoba, fu assassinato nel maggio 2002 da un militante di sinistra. Fu sepolto in Friuli per sua volonta'. La comunione di Berlusconi.

Dopo una settimana passata a cercare di modificare una legge per bloccare i processi per corruzione a suo carico, il primo ministro italiano Silvio Berlusconi si è dato un obiettivo ancora più ambizioso. Durante il fine settimana ha chiesto alla chiesa cattolica di rivedere le regole che gli impediscono di fare la comunione in quanto divorziato e poi nuovamente sposato in seconde nozze.

Lai4les] Ucraina: l'unione fa la forza

Le tre principali organizzazioni gay e lesbiche in Ucraina hanno formato l'Unione delle Organizzazioni Gay Ucraine (UGOU). L'unione è nata per coordinare gli attivisti in tre settori: diritti e libertà; mobilitazione della comunità lgbt; prevenzione dell'Aids. Alleanza Gay, Cerkasy e il centro lesbico e gay Nash Mir, protagonisti dell'accordo, progettano anche di sostenere insieme i gruppi dei giovani lgbt e di lavorare congiuntamente nel campo dell'educazione pubblica e nella formazione degli attivisti. Non si tratta di un nuovo organismo legale, ma di un accordo di reciproca cooperazione aperto anche ad altre realtà associative, che consentirà di finanziare le attività minimizzando le spese.

L'Ucraina cerca di entrare nell'Unione Europea, ma le sue credenziali per quanto riguarda i diritti umani sono scarse. La commissione parlamentare ucraina per la Libertà di Parola ha mandato un messaggio estremamente negativo, attaccando la "crescente propaganda" sulle tematiche gay e lesbiche. Un recente rapporto della commissione dice: "Questa situazione obbliga gli organi del potere statale ad adottare passi specifici e urgenti per fermare la popolarizzazione dell'omosessualità, del lesbismo, e di altre perversioni sessuali, che non corrispondono ai principi morali della società". Dal 1991 l'Ucraina, che in precedenza faceva parte dell'Unione Sovietica, ha decriminalizzato l'omosessualità ed ha parificato l'età del consenso per eterosessuali e omosessuali. Tuttavia non c'è nessuna legge di protezione delle minoranze lgbt, e il paese è generalmente dominato dal rigido conservatorismo della chiesa ortodossa. Nel maggio scorso gruppi religiosi omofobi hanno disturbato lo svolgimento della Giornata Internazionale contro l'Omofobia, chiedendo alle autorità di vietare ogni manifestazione. Nel dicembre 2007 la Commissione nazionale per la Pubblica Moralità è riuscita a mettere fuori legge la rivista "GAY.Ua", fondata nel 2003, definendola un "prodotto pornografico". Solo il 15% della popolazione appoggia l'esistenza di coppie lesbiche e gay.

[Lai4les] Lituania, legge anti-discriminazione

La discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale è stata inclusa in una nuova legge sul Pari Trattamento approvata dal parlamento della Lituania. Sono però state esentate dalla legge "le istituzioni educative e di formazione delle comunità religiose". Parecchi articoli della nuova legge, che impone pari trattamento nella fornitura di beni e servizi, sono conformi alla direttiva anti-discriminazione 2000/78/EC dell'Unione Europea, che aveva esplicitamente richiamato la Lituania al rispetto di tutti i suoi cittadini, avvertendola di prossime sanzioni. Il Comitato dei Ministri del Consiglio Europeo aveva inoltre attirato l'attenzione dell'Europarlamento sulla situazione lituana, dove alle minoranze sessuali era stato impedito dalle autorità della capitale Vilnius lo svolgimento del Pride; e per due volte, l'anno scorso, alle organizzazioni gay era stato vietato di esporre la bandiera arcobaleno, un simbolo internazionale dei diritti lgbt. Nel maggio 2007 il sindaco di Vilnius, Imbrasas, aveva anche vietato il passaggio in città del camion anti-discriminazione in giro per le capitali europee in occasione della campagna "Anno Europeo di Uguali Opportunità per Tutti".

La maggioranza della popolazione lituana è cattolica romana, e la chiesa è apertamente ostile ai diritti delle minoranze. Tuttavia una legge che vieta la discriminazione sul lavoro in base all'orientamento sessuale è stata approvata nel 2004, come condizione per l'ingresso del paese nell'Unione Europea.

[Lai4les] La Svezia e i diritti lgbt in Moldavia

Il ministro degli esteri svedese Carl Bildt ha condannato la violenza contro gli omosessuali durante il Pride Festival in Moldavia, chiedendo al governo moldavo di sostenere i diritti lgbt. La marcia del Pride, tenuta nella capitale moldava Chisinau, è finita disastrosamente per i partecipanti. Un autobus è stato circondato da centinaia di fanatici religiosi e neofascisti, che sono entrati nel veicolo trascinando fuori i manifestanti che portavano bandiere e striscioni, e hanno picchiato selvaggiamente circa 60 persone. La polizia è stata chiamata per ben nove volte, ma non è intervenuta, pur essendo sul posto. Il ministro svedese ha chiesto all'Unione Europea di discutere e condannare i fatti avvenuti in Moldavia, anche se non fa parte dell'UE. L'omosessualità in Moldavia è stata legalizzata nel 1995, ma l'omofobia resta forte e nell'ottobre dello scorso anno l'assemblea del Consiglio d'Europa ha già chiesto al governo moldavo di "assicurare il pieno rispetto dei diritti fondamentali di tutte le minoranze, comprese le minoranze sessuali". La marcia del Pride si è svolta nonostante il divieto delle autorità di Chisinau, che già da quattro anni proibiscono il suo svolgimento, nonostante una sentenza della Corte Suprema che nel settembre scorso ha definito il divieto una violazione della legge moldava sulla libertà di assemblea, della costituzione e della convenzione europea sui diritti umani, sottoscritta dal governo.

La Svezia è il paese ospite dell'EuroPride 2008, che si svolgerà dal 25 luglio al 2 agosto a Stoccolma, concludendosi con una marcia. Uno dei tre speaker di apertura sarà il principe indiano Manvendra Singh Gohil, soprannominato "il principe gay", che ha fatto un clamoroso coming out nel 2006 in un paese in cui l'omosessualità è ancora un tabù. Il tema dell'EuroPride svedese è "Swedish Sin, Breaking Borders", ed è caratterizzato dalla solidarietà con altre parti del mondo. Dal 25 al 28 luglio si svolgerà un festival internazionale di cinema lgbt, e nei giorni successivi nel "Pride Park" ci saranno concerti e spettacoli teatrali. La "Pride Parade" si terrà il 2 agosto.

[Lai4les] Processo alla transessuale antimilitarista in Turchia

E' cominciato a Instanbul il processo contro Bulent Ersoy, star e cantante transessuale turca, 56 anni. La sua "colpa": aver detto in televisione - durante lo show "Pop Idol" del febbraio scorso - che, se avesse avuto un figlio, non lo avrebbe mai fatto arruolare nell'esercito. Rischia oltre 4 anni di prigione, a norma dell'articolo 318 del codice penale turco, che criminalizza chi "scoraggia l'adempimento del servizio militare". In Turchia il servizio militare è obbligatorio per tutti a partire dai 18 anni, per 15 mesi. Non è riconosciuto il diritto all'obiezione di coscienza e chi rifiuta il servizio è punito con 5 anni di prigione. Bulent durante la trasmissione aveva anche criticato lo slogan scandito ai funerali del soldati turchi, "i martiri sono immortali, la patria è indivisibile", affermando che le azioni militari contro i separatisti curdi (il 20% della popolazione) non valgono le vite dei soldati uccisi e che sarebbe meglio trovare una soluzione pacifica. Bulent, che ha avuto una operazione di riassegnazione di genere nel 1981, è la transessuale più conosciuta e popolare della Turchia.

Il mese scorso, nel paese, il tribunale di Istanbul ha chiuso Lambda, una delle principali associazioni per i diritti lgbt, con l'accusa di aver violato le leggi sulla "morale" e l'articolo 41 della costituzione sulla "pace e benessere della famiglia". Il presidente del consiglio europeo ha definito l'episodio "un passo indietro nelle trattative per l'accesso della Turchia all'Unione Europea", e ha inviato al governo turco un richiamo al rispetto della libertà di espressione e di associazione sancito dalla convenzione europea sui diritti umani, che la Turchia ha ratificato.

  • [Lai4les] Tre Gay Pride in India

Nuova Delhi, 23 giu. (Ap) - Centinaia di attivisti gay indiani stanno ultimando i preparativi per tre Gay Pride in programma in altrettante città dell'India alla fine della settimana. Si tratta di un evento senza precedenti per un Paese dove l'omosessualità è ancora fuori legge. Gautam Bhan, scrittore e attivista gay coinvolto nell'organizzazione, ha precisato che le tre marce si terranno contemporaneamente a Nuova Delhi, Calcutta e Bangalore il 29 giugno. Secondo la legge indiana, l'omosessualità è un reato "contro l'ordine naturale". Nel Paese i gay e le lesbiche devono anche far fronte a radicati tabù all'interno della società e raramente fanno "outing". Ma negli ultimi anni, è aumentato sensibilmente l'attivismo gay, specialmente nelle aree urbane, per combattere contro la discriminazione legale e sociale dell'omosessualità

[Lai4les] Kuwait, campagna omofobica del governo

Con lo scopo di "proteggere la sua gioventù" il governo del Kuwait ha intrapreso una campagna per "sbarazzarsi" dei cittadini gay e transessuali. Una apposita commissione è al lavoro per organizzare una conferenza nazionale per la definizione dei "vizi sociali" e i metodi per eliminarli. In una intervista al giornale Alaqabs, il parlamentare Valid Tabtabii ha detto che è responsabilità del parlamento di avviare questa campagna, in quanto la costituzione del paese stabilisce che lo stato deve proteggere la gioventù. La commissione ha il pieno sostegno del parlamento ed è stata formata con 43 voti su 50. Lo scorso dicembre il parlamento del Kuwait ha approvato una legge che criminalizza "l'imitazione del sesso opposto", stabilendo che "qualsiasi persona che commette un atto indecente in pubblico, o imita l'apparenza di un membro del sesso opposto, sarà imprigionata per un periodo non superiore a un anno o multata". Subito dopo sono stati arrestati almeno 16 "sospetti", come ha riferito Human Rights Watch, aggiungendo che tre detenuti sono stati picchiati. Il Kuwait non consente alle persone transgender di cambiare legalmente identità o di sottoporsi ad una operazione di riassegnazione di genere.

"Disciplina" anti-lesbica

Una nonna di 61 anni a Reading, in Pennsylvania, è stata arrestata ed è in attesa di processo per aver preso a bastonate e a cinghiate, procurandole gravi lesioni alle gambe e alla schiena, la sua nipote lesbica di 16 anni, che aveva trovato a letto con un'altra ragazza. Si chiama Joyce Beddell ed è accusata di aggressione aggravata e di minacce nei confronti dell'altra ragazza, rimasta incolume perché è riuscita a scappare dalla casa. Beddell ha detto alla polizia di non aver fatto niente di male e che dovrebbe esserle permesso di "disciplinare" sua nipote come vuole, senza interferenze. Si è rifiutata di pagare la cauzione di 10.000 dollari e di essere assistita da un avvocato.

[Lai4les] Unione Europea e le minacce in Gambia

I governi dell'Unione Europea, coordinati dall'alto commissario britannico Graham Birse, hanno protestato presso il ministro degli esteri del Gambia dopo le recenti minacce ai gay del suo presidente. Yahya Jammeh, durante un discorso ufficiale nell'anniversario della vittoria, aveva detto: "Diamo un ultimatum agli omosessuali, agli spacciatori, ai ladri e agli altri criminali di lasciare il Gambia, altrimenti dovranno affrontare gravi conseguenze quando li prenderemo". Anche l'organizzazione Human Rights Watch sta costantemente monitorando la situazione nel paese, che è a maggioranza mussulmana e ha 1.700.000 abitanti. La legge in Gambia punisce gli atti omosessuali, anche in privato, con il carcere fino a 7 anni.

  • [Lai4les] Israele, Corte Suprema decide sul Pride

L'organizzazione di estrema destra Fronte Nazionale Ebraico e la città di Gerusalemme hanno effettuato due separate richieste alla Corte Suprema di Israele di emettere una ingiunzione per vietare lo svolgimento della marcia del Pride a Gerusalemme, che dovrebbe tenersi il 26 giugno. Nella sua richiesta il Fronte Nazionale Ebraico chiama il Pride "una provocazione"; l'amministrazione di Gerusalemme invece fa riferimento a motivi di sicurezza. Il gruppo per i diritti civili lgbt Open House, che organizza il Pride, ha dichiarato: "Ci aspettiamo che la lotta sarà dura, ma non permetteremo che le minacce di violenza ci mettano a tacere o sfidino la democrazia israeliana".

Lo scorso anno, alla vigilia del Gay Pride, la polizia di Gerusalemme arrestò un uomo di 32 anni che portava una bomba fatta in casa e che confessò di aver progettato di farla scoppiare durante la marcia per spaventare la gente. L'arrestato era un membro di Haredi, una setta ultra-ortodossa che nei giorni precedenti al Pride avevano organizzato violente manifestazioni di protesta scontrandosi con la polizia (22 agenti feriti) e dando fuoco ai cassonetti della spazzatura per le strade. Il giorno del Gay Pride, i circa 1000 partecipanti vennero scortati da oltre 7000 poliziotti, fatti venire anche dalle altre città. Un gruppo di 500 haredim aggredi' il corteo a metà strada con lancio di uova e sacchetti di escrementi; più oltre, un altro gruppo sparse olio sulla strada per far cadere i manifestanti. Nel 2006, la marcia del Pride venne invece cancellata, dopo una settimana di incidenti provocati da Haredi, nel corso dei quali vennero ferite parecchie persone. Invece della marcia, l'Open House organizzò un concerto e un convegno all'Università Ebraica, dove chiunque entrasse veniva controllato e perquisito dalla polizia.

Nel 2005 la marcia si svolse, ma venne segnata dalla violenza. La polizia arrestò una dozzina di contro-manifestanti e tre partecipanti al Pride vennero accoltellati da Shai Schlissel, un esponente di Haredi, che fu arrestato e condannato.


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gror080624 (last edited 2008-06-26 09:48:40 by anonymous)