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AGGIORNAMENTO DELLE ORE 13 ORA LOCALE

BOMBARDAMENTI SENZA SOSTA CONTRO GAZA: 933 MORTI E 4300 FERITI

Gaza - Infopal, martedì 13 gennaio, ore 13 ora locale.

Infuria la violenza israeliana contro Khuza’a: vengono bombardate le case senza preavviso, il corrispondente del canale satellitare al-Jazeera ha riferito la distruzione di più di 20 abitazioni.

Questi violenti bombardamenti sono avvenuti durante la cosiddetta "tregua umanitaria" di tre ore concessa da Israele. Il corrispondente di al-Jazeera ha precisato che "di sicuro ci sono molti morti e feriti, i soccorritori non riescono a raggiungere i feriti". Davanti agli occhi del giornalista è deceduta una signora che ha causa dei mancati soccorsi è morta dissanguata. Parallelamente, in un collegamento telefonico tra al-Jazeera e uno dei soccorritori, l'autista di un’ambulanza, Marwan Abu Reda, ha riferito che le forze israeliane hanno sparato contro l’ambulanza costringendolo a immettersi in una via senza uscita, dove è rimasta bloccata per più di due ore. Nel frattempo, la signora ferita, in attesa di soccorsi, è morta. L'autista ha confermato che sull’automezzo di soccorso c’è scritto in inglese "Ambulanza", ma gli israeliani hanno sparato lo stesso.

STRISCIA DI GAZA - AL 18° GIORNO DI GUERRA LO SCONTRO SI FA ANCORA PIU' DURO

“Abbiamo passato una notte da incubo, con il rumore dei bombardamenti e delle esplosioni che scandivano il passare delle ore. Ma ci dobbiamo ritenere fortunati perché siamo ancora vivi”: lo ha detto Iyad, residente di Gaza City secondo cui “quella appena trascorsa è stata la notte peggiore dall’inizio dell’offensiva israeliana”. La stampa locale, intanto, riferisce di esplosioni e violenti combattimenti concentrati soprattutto nella zona di Tel Hawwah, nel sud-ovest del territorio palestinese, mentre fonti mediche hanno confermato, questa mattina, il bilancio provvisorio di 933 vittime palestinesi dell’operazione ‘piombo fuso’, giunta oggi al 18° giorno. Sul lato israeliano le cifre si fermano a 3 civili e 10 soldati.

Secondo Sherine Tadros dell'emittente televisiva araba 'Al Jazeera', non sarebbe stato neppure possibile inviare ambulanze a soccorrere i feriti a causa dell'intensità degli scontri.

La gente è in preda al panico. Senza elettricità e senza poter accedere a notizie dalla tv o dalla radio, in molti non sanno quali aree sono più o meno sicure e fuggono senza una meta precisa, aumentando il rischio di essere colpiti. In particolare, i combattimenti più cruenti sarebbero in corso a est del campo profughi di Jabaliya, dove l’artiglieria israeliana avrebbe bombardato ripetutamente i centri abitati prima di intervenire con carri armati e mezzi cingolati, secondo la stessa tecnica utilizzata dall’inizio delle incursioni terrestri.

Durante la mattinata, al centro di Gaza city la situazione sembra essere più calma rispetto alla notte e quindi le persone ne approfittano per uscire in strada e raccogliere i feriti - ma la gran parte della popolazione è senza elettricità e senza acqua da sei giorni e in queste condizioni è difficile resistere.

TESTIMIONIANZA DAL FRONTE: “SIAMO IN UNA TRAPPOLA MORTALE”

"I soldati israeliani che sono penetrati a Gaza attaccano anche i medici e i soccorritori della Mezzaluna Rossa". Questa la tragica denuncia di un medico soccorritore attivo nella Striscia, in una telefonata in diretta alla tv araba al-Jazeera. "Chiedo aiuto a tutti perché sono fermo da tre ore in un vicolo di Gaza e i militari israeliani non mi lasciano uscire con l'ambulanza. Mi trovo in via al Najjar, dove sono intervenuto per soccorrere una donna ferita. Dopo il mio arrivo, i soldati israeliani hanno iniziato a sparare all'impazzata contro di noi lanciando anche granate e impedendoci di uscire per andare all'ospedale". Mentre l'uomo parla al telefono si sentono in sottofondo colpi di arma da fuoco e l'eco delle esplosioni dei colpi di mortaio.

“Uomini di Hamas negli scantinati degli ospedali e nelle scuole? Sono più che sicuro che nessuno tra i combattenti palestinesi si sta nascondendo mettendo a rischio i civili, perché conosco gli ospedali e ho visto ambulanze che nemmeno raccolgono i feriti di Hamas se non sono in gravi condizioni, proprio per evitare potenziali rappresaglie degli israeliani che dall’alto vedono e controllano tutto”: Vittorio Arrigoni, attivista italiano per i diritti umani che ha deciso di rimanere a Gaza anche dopo l’inizio dell’operazione ‘Piombo liquido’, racconta gli ultimi sviluppi dell’offensiva israeliana e smentisce la tesi di Tel Aviv secondo la quale i combattenti palestinesi si nascondano in strutture sanitarie e civili.

DICHIARAZIONI DI HAMAS

Nel frattempo, al Cairo continuano i colloqui con la delegazione di Hamas. E per la prima volta, ieri sera, Hamas, per bocca del suo primo ministro Ismail Haniyeh, ha lanciato chiari segnali che possono aprire la strada a un immediato cessate il fuoco. "Hamas collaborerà a qualsiasi iniziativa utile a fermare l'offensiva israeliana e a porre fine all'isolamento imposto da Tel Aviv alla Striscia di Gaza con la chiusura dei valichi", ha detto Haniyeh in un discorso televisivo.

DELEGAZIONE PARLAMENTO EUROPEO, CIVILI “COSTRETTI AD ATTENDERE LA MORTE”

“Per la prima volta un popolo assediato e sottoposto a continui bombardamenti dell’aviazione è impossibilitato a fuggire per trarsi in salvo. A Gaza la legalità internazionale viene violata sotto gli occhi del mondo intero”: è la denuncia contenuta nella parole di Luisa Morgantini, vice-presidente del Parlamento europeo, appena rientrata da una missione di emergenza nella Striscia di Gaza. “Gli abitanti della Striscia non hanno alternativa se non quella di aspettare la morte” ha detto la rappresentante europea in una conferenza stampa.

Luisa Morgantini ha ricordato inoltre che “mentre proseguono gli attacchi su Gaza, Israele continua a estendere gli insediamenti illegali in Cisgiordania e a costruire il muro di separazione che divide i palestinesi tra di loro e i contadini dalle loro terre” sottolineando che “questa situazione di impunità deve finire e il diritto internazionale deve essere rispettato da tutti”.

Interrogata da un giornalista che chiedeva se la delegazione si fosse recata anche nel Negev e nei territori israeliani presi di mira dai razzi dei miliziani palestinesi la vicepresidente dell’europarlamento, recatasi più volte in passato ad Ashkelon e Sderot, ha detto che la missione “ha scelto di raggiungere luoghi in cui operatori umanitari e giornalisti non hanno accesso”; sottolineando che i rapporti di forze tra Israele e Hamas sono asimmetrici e che comunque “chi paga il prezzo di questa assurda aggressione sono i civili palestinesi, un milione e mezzo di persone di tutte le età che non hanno un posto dove rifugiarsi”, la Morgantini ha evidenziato come tra le popolazioni civili delle due zone esista una differenza fondamentale: “nel sud di Israele la gente ha la possibilità di fuggire e di proteggersi dai missili, a Gaza no”.

TERRORISMO MADE IN ISRAEL, LIBERMAN: ISRAELE DEVE COLPIRE GAZA CON UNA BOMBA ATOMICA COME HA FATTO L'AMERICA CON IL GIAPPONE

Gerusalemme - Infopal. "Gaza come Hiroshima...". Se questa allusione nucleare fosse stata pronunciata dal presidente iraniano Ahmedinejad o dal capo dell'Ufficio politico di Hamas, Mesha'al, le redazioni giornalistiche sarebbero andate in fibrillazione e i nostri politici-cortigiani avrebbero gridato "al terrorista!". Ma le ha pronunciate un israeliano, e, per quanto sia un terrorista, come i suoi colleghi criminali di guerra Livni-Barak e Olmert, nessuno trova niente da eccepire.

Oggi, Avigdor Lieberman, presidente del partito fondamentalista “Israel Beitena”, ha offerto alla platea degli studenti dell’università Bar Ilan, la sua “soluzione” alla guerra nella Striscia di Gaza: "Il popolo di Israele non sarà sicuro finché Hamas governa la Striscia di Gaza. Dobbiamo proseguire la guerra fino alla sua distruzione. Dobbiamo fare esattamente ciò che fecero gli Stati Uniti d’America con il Giappone durante la Seconda guerra mondiale, così non ci sarà bisogno di occupare Gaza”.

Secondo quanto ha riportato il sito del giornale israeliano "Maariv", Liberman ha invitato a lanciare una bomba atomica contro la Striscia di Gaza, in modo da distruggerla completamente e porre fine al "problema".

FREE GAZA MOVEMENT ANCORA NON SBARCA A GAZA La nave del Free Gaza Movement "Spirit of Humanity" che avrebbe dovuto portare oggi a Gaza diverse tonnelate di rifornimenti medici urgenti, insieme a medici e giornalisti, operatori dei diritti umani e alcuni parlamentari europei non è riuscita ad arrivare al Porto di gaza per alcuni problemi tecnici. Ricordiamo che precedentemente la motonave Dignity non era riuscita ad arrivare a Gaza via mare da Cipro a causa dell'attacco della marina militare israeliana che l'aveva speronata in acque internazionali. ESTERI

AFGHANISTAN: MINE ANTIUOMO: MANCANO FONDI PER OPERAZIONI DI SMINAMENTO

Non sarà possibile raggiungere l’obiettivo di rimuovere entro marzo 2013 tutte le mine e gli ordigni inesplosi in Afghanistan, se non si provvederà a finanziare al più presto il Centro delle Nazioni Unite per le operazioni di sminamento (Unmaca): lo ha detto a Kabul il direttore dei progetti dell’Unmaca, Haidar Reza. L’Afghanistan ha firmato nel 2003 il Trattato di Ottawa, impegnandosi a distruggere in 10 anni tutte le mine antiuomo presenti sul suo territorio, ma per raggiungere questo obiettivo sono necessari almeno 500 milioni di dollari da utilizzare per le operazioni in tutto il paese. Nel 2008 sono state distrutte circa 82.000 mine antiuomo e 900 mine anticarro, bonificando un’area di 50 chilometri quadrati e restituendo la terra a più di 500 comunità rurali che prima non potevano recarsi nei campi per coltivarli.

PAKISTAN: uccisa ballerina (da editare?)

Shabana, la più famosa delle ballerine di Mingora, poco a nord di Peshawar, nella meravigliosa e una volta turistica valle di Swat parallela al confine afghano, è stata uccisa qualche giorno fa con un inganno.

Quattro «clienti» l'avevano contattata nel Banr Bazar, a casa del padre-manager, e chiesto di danzare per loro. Era tanto che non si esibiva in pubblico, troppo pericoloso: solo qualche video o festa privata. Magari quella sera un sospetto lo ha avuto, Shabana. Ma ha aperto lo stesso, si è vestita per ballare. Per l'ultima volta: gli uomini l'hanno prima insultata, poi trascinata in piazza, le hanno sparato. Sul corpo hanno gettato pallottole, banconote, cd, dvd e foto con le sue performance «anti- islamiche». Un avvertimento ben più potente delle lettere recapitate ad altre sue compagne da mesi. O degli insulti misti a minacce che Maulana Shah Dauran, numero due dei talebani di Swat, trasmette sulla sua radio Fm, illegale ma ascoltata da tutti: «Se non altro per sapere cosa rischiamo», dicono gli abitanti. I giornalisti locali nell'area — i pochi rimasti dopo la presa di controllo da parte dei talebani, da dicembre assoluta — segnalano che il messaggio è arrivato, chiaro e forte.

SOMALIA. L'Etiopia ritira le sue truppe

L'ETIOPIA si ritira. Abbandona la Somalia. Lo aveva annunciato più volte. Ma oggi, alle prime luci dell'alba, dopo l'ennesimo scontro a colpi di mortaio con i miliziani islamici degli "al Shabaab" che ha lasciato sul terreno altri 11 civili, i 3000 soldati di Addis Abeba hanno abbandonato la più importante base di Mogadiscio e hanno iniziato a ritirarsi verso nord. In questi 23 mesi, i combattimenti hanno provocato 16 mila morti e la fuga di oltre un milione di persone. Sul terreno restano solo 3500 soldati ugandesi e burundesi che l'Unione africana ha spedito sul posto undici mesi fa. Sia Kampala sia Bujumbura hanno fatto sapere nei giorni scorsi di non essere disposti a restare altro tempo. Temono di rimanere impantanati in un Paese che ha visto fallire ogni missione di pace. Se non arriveranno altri soldati di rinforzo - ne sono stati chiesti altri cinquemila - lasceranno la Somalia nel giro di un mese. L'Unione africana non ha più soldi. Non è in grado di finanziare altre missioni. Ha chiesto aiuto all'Onu. Gli Usa hanno già pronta la bozza di una risoluzione che chiede l'invio di una forza di pace di altri 6000 caschi blu. Ma si sa che il segretario generale Ban Ki-Moon è contrario: sostiene che la Somalia sia troppo pericolosa. Mentre il lungo serpentone di carri blindati e di tank iniziava ad attraversare il Paese, nuovi scontri armati, con lanci di razzi e colpi di mortaio, scoppiavano a Gurael, nel cuore della Somalia. In tre giorni di combattimenti di registrano altri 50 morti. Questa volta tra le milizie degli "al Shabaab" e un altro gruppo islamico moderato, gli "Ahlu Sunna Waljamaca".

GRECIA: ATTACCO INCENDIARIO CONTRO POLIZIA, UN ARRESTO

Un rudimentale ordigno incendiario, costituito da una bombola di gas, e' stato fatto esplodere ieri davanti a un commissariato di Salonicco, seconda citta' del Paese. Limitati i danni materiali e nessuna conseguenza per le persone. Qualche ora dopo è stato arrestato un sospetto, un anarchico di 26 anni: il giovane e' risultato essere gia' stato condannato un anno e mezzo fa per il rogo doloso in un auto-salone. Insieme ad Atene, Salonicco e' stata il teatro principale delle proteste studentesche e giovanili scatenate dall'uccisione, il 6 dicembre, del quindicenne Alexis Grigoropoulos, falciato da un proiettile partito dall'arma di ordinanza di un poliziotto.

USA: stupro di gruppo di una lesbica (da tagliare)

Lo stupro di gruppo di una lesbica ha suscitato indignazione e rabbia negli Stati Uniti; la polizia lo ha definito un inequivocabile "crimine di odio", che si aggiunge ad una vera e propria escalation di aggressioni a gay, transessuali e persino ad eterosessuali scambiati per gay, come nel caso dei due fratelli presi a botte perché camminavano tenendosi sottobraccio, uno dei quali è morto per le lesioni. La donna, 28 anni, mentre usciva dalla sua auto (sulla quale era applicato un autoadesivo arcobaleno) a Richmond, in California, di fronte a casa sua, è stata aggredita da quattro individui e colpita con un oggetto contundente; è stata prima stuprata in strada e poi, all'arrivo di un passante, trascinata in macchina e portata in un edificio abbandonato dove gli abusi sono continuati per quasi un'ora. Gli uomini e i ragazzi che hanno partecipato all'aggressione durante la violenza le urlavano insulti lesbofobici. In seguito l'hanno lasciata nuda e insanguinata fuori dell'edificio, derubandola della sua borsa e della macchina. Gravemente ferita, la donna è riuscita a chiedere aiuto ed è stata ricoverata all'ospedale. Sulla base della sua testimonianza, la polizia ha effettuato quattro arresti: un uomo di 31 con precedenti di stupro di gruppo, un quindicenne e un sedicenne. Un altro sospettato di 21 anni si è costituito dopo che era stata emessa una taglia per il suo arresto. In sostegno della donna lesbica aggredita si sono tenute veglie e manifestazioni, e il centro locale antiviolenza ha aperto un fondo per sostenerla anche economicamente durante le cure.

In Albania coordinamento ps Italia

L'Albania 'sara' l'epicentro per le strategie europee di contrasto alla criminalita' organizzata'. L'ufficio della polizia italiana in Albania diventera' il centro di coordinamento di tutti gli uffici della polizia italiana e delle polizie europee presenti nei paesi dei Balcani meridionali. è quanto emerso dall'incontro di oggi a Tirana tra Manganelli, capo della polizia italiana e il premier albanese Berisha.

Svezia 1200 licenziamenti

TeliaSonera ha notificato il licenziamento a 1.200 dei suoi impiegati in Svezia. Lo annuncia l'operatore di Tlc scandinavo. La decisione rientra nel 'piano d'efficienza' annunciato circa un anno fa e in base al quale entro quest'anno la riduzione dei posti di lavoro dovrebbe interessare 2.900 impiegati tra Svezia e Finlandia.

ITALIA

Accordo di maggioranza sul ddl, la Lega costretta a un passo indietro Roma - Il pugno duro che la Lega aveva impresso al ddl sicurezza con una serie di emendamenti anti immigrati si 'ammorbidisce' dopo la riunione di maggioranza in Senato con i ministri dell'Interno e della Giustizia, Roberto Maroni e Angelino Alfano. Tra le norme piu' contestate c'erano quelle sulla sanita' a pagamento per gli irregolari e sulla cancellazione della norma che vietava ai medici di segnalare alle autorita' i clandestini che richiedevano prestazioni sanitarie. Per quanto riguarda la prima questione, l'emendamento e' stato ritirato. Sconfitta a meta' invece per il Carroccio sulla questione segnalazione dei clandestini che si presentano al pronto soccorso. Si stabilisce infatti che il medico possa segnalare alle autorita' chi non e' in regola ma si prevede che non ci sia alcun obbligo. Quindi la decisione viene rimandata alla liberta' di coscienza di ogni singolo medico. Inoltre si e' deciso di trasformare in ordine del giorno l'emendamento che prevedeva lo stop per due anni dei flussi di immigrati in Italia a causa della crisi economica. L'emendamento, sempre targato Carroccio, verra' trasformato in ordine del giorno e quindi la questione verra' valutata dal governo. MALA TASSA SUGLI IMMIGRATI RESTA: PERMESSI DI SOGGIORNO PER GLI IMMIGRATI, L'ANNUNCIO DI MARONI, DA DEFIIRE SOLO LA CIFRA E' confermata la tassa dei permessi di soggiorno per i migranti e le migranti. L'ammontare sarà definito con un decreto dei ministeri dell'interno e dell'economia. Questo dichiara Maroni dopo un inconrtro con il Min. della Giustizia Alfano. Iniziqa mercoledì l'iter in aula del ddl sicurezza che prevedeva il pagamento di 200 euro per richiedere il permesso di soggiorno e 50 per il rinnovo. l'emendamento c'è , ha confermato Maroni, solo che la cifra verrà definita con decreto. Il proincipio è già stato previsto e votato. Resta il reato di immigrazione clandestina punito con ammenda e con la sanzione accessoria dell'espulsione decisa dal giudice di pace che si somma all'eventuale espulsione ordinata dal questore. E' una possibilità in più di espellere un clandestino. ALITALIA DECOLLA, PROTESTE A MALPENSA E FIUMICINO (questa notizia fa un po' schifo!)

Il primo volo con un Airbus A320 di Air One da Palermo a Roma e, subito dopo, il decollo da Malpensa per San Paolo del Brasile di un Boeing 777. Intanto, non si fermano le iniziative di protesta, dai sindacati di base ai lavoratori dell'indotto, mentre dopo gli accordi raggiunti ieri con l'azienda i sindacati confederali hanno cancellato le assemblee dei dipendenti Alitalia.

A Fiumicino corteo del sindacato di base SdL e proteste degli autisti di una cooperativa che fino a ieri ha gestito il trasferimento di piloti ed assistenti di volo da casa al posto di lavoro. Mentre cassintegrati e precari, come già ieri, hanno inscenato il "funerale" della compagnia, con bara e lumini.

8.000 MORTI L'ANNO in casa: INCIDENTI DOMESTICI oppure malcelati maltrattamenti?

La casa non è il posto dove trovare rifugio e sicurezza, ma il luogo del rischio: ogni anno, secondo stime dell'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl), avvengono circa 4 milioni e mezzo di infortuni domestici, di cui 8.000 mortali, con circa 3 milioni e 800 mila persone infortunate. Il 65% delle persone che denunciano sono donne. Le donne denunciano ancora troppo poco maltrattamenti da parte di partner violenti, ma sono spesso costrette ad andare in ospedale per le percosse ricevute e alla domanda del medico del pronto soccorso sulle cause delle contusioni la risposta è "sono caduta dalle scale".

Uranio impoverito, governo condannato a pagare risarcimento di mezzo milione Sentenza di un tribunale di Firenze a favore di un ex militare malato di tumore dopo una missione in Somalia (da editare?)

FIRENZE - Maxi risarcimento per un ex militare italiano malato di tumore per presunta contaminazione da uranio impoverito: lo ha deciso il tribunale di Firenze che ha condannato il ministero della Difesa a un risarcimento di oltre mezzo milione di euro viene riportato il parere di un consulente tecnico che afferma l'esistenza di un nesso di causalità tra il Linfoma di Hodgkin (la malattia riportata dal militare, ora in fase di «remissione definitiva») e l'esposizione all'uranio impoverito. Ad avviso dell'esperto designato dal tribunale, le conclusioni dell'indagine scientifica compiuta dalla Commissione Mandelli, secondo cui tale nesso non può essere accertato, «sono destituite di fondamento per l'erronea procedura di ricerca utilizzata». Secondo i giudici, «al di là delle raccomandazioni che erano o dovevano essere note al ministero, il fatto che ai militari americani fosse imposta l'adozione di particolari protezioni, anche in mancanza di ulteriori conoscenze, doveva allertare le autorità italiane». CAUTELE IGNORATE - C'è stato dunque «un atteggiamento non ispirato ai principi di cautela e responsabilità da parte del ministero della Difesa, consistito nell'aver ignorato le informazioni in suo possesso, già da lungo tempo, circa la presenza di uranio impoverito nelle aree interessate dalla missione e i pericoli per la salute dei soldati collegati all'utilizzo di tale metallo.


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gror090113 (last edited 2009-01-13 18:30:24 by anonymous)