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ASSEMBLEA CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA @ VOLTURNO pacchettosicurezza@anche.no ASSEMBLEA PUBBLICA CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA: venerdì 19 giugno, ore 18.00, ex cinema Volturno, via Volturno, 37

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Iran, il Consiglio dei Guardiani convoca i candidati per lunedì prossimo

Abbas Ali Katkhodai, portavoce del Consiglio dei Guardiani, l'organo preposto al riconteggio seppur parziale dei voti del 12 giugno scorso in Iran, ha annunciato oggi che all'inizio di settimana prossima si terrà un incontro con i quattro candidati alle presidenziali. Se si tenesse la riunione di lunedì. Per la prima volta dopo la chiusura delle urne, Mousavi, Ahmadinejad, Karrubi e Rezaei si troverebbero faccia a faccia a tentare una mediazione. Non si ferma intanto l'ondata di arresti da arte delle autorità iraniane che ha colpito anche elementi illustri della Rivoluzione. Ebrahim Yazdi, già ministro degli Esteri nel primo governo dopo la rivoluzione del 1979, è stato arrestato in ospedale, dove era ricoverato per un check-up. Quello di Yazdi fa seguito agli arresti di numerosi altri esponenti riformisti e della dissidenza islamico-liberale avvenuti nei giorni scorsi. Intanto Per il sesto giorno consecutivo i sostenitori di Mousavi scenderanno in piazza. Questa volta si sono dati appuntamenti davanti alla sede di Onu. I dimostranti hanno deciso che oggi è un giorno di lutto nazionale per le vittime di queste giornate di scontri.

Il governo iracheno è vicino alla bancarotta ma la decisione sta suscitando aspre polemiche Tra il 29 e il 30 di giugno l'Iraq assegnerà contratti ventennali per lo sfruttamento delle riserve petrolifere alla compagnie internazionali. La decisione, sostiene il ministro per il petrolio iracheno Hussain Shahristani, è stata presa per incrementare la produzione e le entrate del governo, che hanno fortemente risentito dalla caduta del prezzo del petrolio. La motivazione fornita dalle autorità, però, non ha evitato il sorgere di aspre polemiche. Contro questo progetto si è scagliato Fayad al-Nema, ex direttore della compagnia nazionale South Oil Company, secondo il quale la concessione di sfruttamento alle compagnie straniere metterà in ginocchio l'economia del Paese e ne limiterà l'indipendenza. Al-Nema, insieme a molti altri dirigenti statali, sostiene di essere stato rimosso dal suo incarico a causa dell'opposizione al progetto. Nonostante l'Iraq sia il terzo produttore di petrolio al mondo, con vastissimi giacimenti non sfruttati e ampie zone ancora da esplorare, il governo iracheno è sull'orlo della bancarotta.

Autobomba a Mogadiscio: 50 morti

Nell'attentato ucciso anche il ministro della Sicurezza della Somalia Omar Hashi Aden, ministro della Sicurezza somalo, è rimasto ucciso in un attentato suicida mentre si trovava in un hotel della citta Baladwayne. A riferirlo sono stati alcuni funzionari del governo di Mogadiscio. Il politico era una delle personalità di spicco del governo guidato dal presidente Sheikh Sharif Ahmed che si batte contro le milizie di Al Shabaab, gruppo islamico radicale legato, secondo l'intelligence Usa, ad al Qaeda. Rimangono ancora incertezze sulle dinamiche dell'attentato. Secondo le prime ricostruzioni, basate sulle testimonianze dei presenti, una macchina guidata da un solo uomo si sarebbe schiantata ad alta velocità contro l'edificio all'interno del quale era presente Aden provocando una forte esplosione. Secondo quanto riferito dal network arabo Al Jazeera il numero dei morti sarebbe di almeno 50 persone, 100 sarebbero invece i feriti. Nessun dubbio, invece, permane sulle responsabilità dell'attentato rivendicato proprio dal portavoce di Al Shabaab, lo sceicco Ali Mohamud Rage.

AMAZZONIA: CAPO PROTESTE NATIVI RIFUGIATO POLITICO IN NICARAGUA

Preoccupazione per la crisi, dolore e incredulità per le vittime: sono questi i sentimenti espressi dopo l’arrivo in Nicaragua come rifugiato politico da Alberto Pizango, uno dei capi delle proteste dei nativi dell’Amazzonia contro i controversi decreti legge del governo peruviano sullo sfruttamento della terra. Presidente dell’Associazione interetnica di sviluppo della selva (Aidesep), una delle sigle promotrici della mobilitazione di questi mesi, Pizango è giunto all’aeroporto di Managua dopo aver ottenuto un salvacondotto dall’esecutivo peruviano. Accolto da un rappresentante del ministero degli Esteri nicaraguense, l’attivista è tornato a denunciare la repressione coordinata da esercito e polizia in diverse zone del Perù settentrionale. “I risultati – ha detto Pizango in riferimento alle politiche di Lima – sono stati disastrosi, anche il governo non può negarlo”. Secondo l’emittente radio ‘Rpp’, il parlamento di Lima valuterà oggi il ritiro di due dei decreti legge all’origine della contestazione. A proporre l’abrogazione delle norme è stato nei giorni scorsi il primo ministro Yehude Simon, secondo alcuni osservatori pronto a prendere le distanze dalla linea oltranzista del presidente Alain Garcia. I decreti in questione sono noti come ‘leyes de la selva’ e regolano lo sfruttamento delle risorse naturali nell’area amazzonica. Nella cittadina di Bagua, il 5 Giugno, scontri tra attivisti indigeni e poliziotti hanno causato secondo il governo almeno 30 vittime; più grave il bilancio fornito dalle associazioni indigene e per la difesa dei diritti umani, mentre il presidente boliviano Evo Morales è giunto a parlare di “genocidio”.

Obama estende i diritti dei gay

La Casa Bianca estende ai partner dei dipendenti federali gay gli stessi benefici degli altri statali. Saranno parificate dal punto di vista del trattamento medico e assicurativo le coppie omosessuali a quelle etero. E' solo l'inizio, ha commentato il presidente Barack Obama, annunciando che si impegnera' per l'abrogazione della legge che impedisce il riconoscimento a livello federale delle nozze tra omosessuali.

Usa: sotto il sole, muore detenuta

Doveva essere trasferita, aperta un'inchiesta (ANSA) - PHOENIX (USA), 18 GIU - Una detenuta e' morta dopo essere stata lasciata per 4 ore sotto il sole in una cella a cielo aperto di una prigione dell'Arizona. La donna, 48 anni, stava scontando una pena di 27 mesi, ed era stata messa in quella cella a titolo temporaneo, prima di essere trasferita in una unita' psichiatrica. Dopo 4 ore passate ad una temperatura di circa 42 gradi, la detenuta ha perso conoscenza ed e' morta il giorno dopo in ospedale, lo scorso maggio. E' stata aperta un'inchiesta.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

AMAZZONIA: CAPO PROTESTE NATIVI RIFUGIATO POLITICO IN NICARAGUA

Preoccupazione per la crisi, dolore e incredulità per le vittime: sono questi i sentimenti espressi dopo l’arrivo in Nicaragua come rifugiato politico da Alberto Pizango, uno dei capi delle proteste dei nativi dell’Amazzonia contro i controversi decreti legge del governo peruviano sullo sfruttamento della terra. Presidente dell’Associazione interetnica di sviluppo della selva (Aidesep), una delle sigle promotrici della mobilitazione di questi mesi, Pizango è giunto all’aeroporto di Managua dopo aver ottenuto un salvacondotto dall’esecutivo peruviano. Accolto da un rappresentante del ministero degli Esteri nicaraguense, l’attivista è tornato a denunciare la repressione coordinata da esercito e polizia in diverse zone del Perù settentrionale. “I risultati – ha detto Pizango in riferimento alle politiche di Lima – sono stati disastrosi, anche il governo non può negarlo”. Secondo l’emittente radio ‘Rpp’, il parlamento di Lima valuterà oggi il ritiro di due dei decreti legge all’origine della contestazione. A proporre l’abrogazione delle norme è stato nei giorni scorsi il primo ministro Yehude Simon, secondo alcuni osservatori pronto a prendere le distanze dalla linea oltranzista del presidente Alain Garcia. I decreti in questione sono noti come ‘leyes de la selva’ e regolano lo sfruttamento delle risorse naturali nell’area amazzonica. Nella cittadina di Bagua, il 5 Giugno, scontri tra attivisti indigeni e poliziotti hanno causato secondo il governo almeno 30 vittime; più grave il bilancio fornito dalle associazioni indigene e per la difesa dei diritti umani, mentre il presidente boliviano Evo Morales è giunto a parlare di “genocidio”.

MOGADISCIO, TENSIONE DOPO UNA GIORNATA DI COMBATTIMENTI

Calma carica di tensione questa mattina a Mogadiscio, dopo una giornata di intensi combattimenti che secondo le fonti della MISNA hanno causato decine di vittime e feriti. Le forze fedeli al governo di unità nazionale del presidente Sheikh Sharif Sheikh Ahmed e i gruppi dell’opposizione armata avevano cominciato a scontrarsi già in mattinata, causando almeno 12 vittime tra le quali il capo della polizia di Mogadiscio Ali Said Hassan. Le violenze erano continuate nel pomeriggio sia nel nord che nel sud della capitale, soprattutto nei quartieri di Waberi e Karan. È proprio nella zona di Karan che, secondo i mezzi di informazione somali e le fonti della MISNA, si è verificato l’episodio più grave: alcuni colpi di mortaio hanno centrato una moschea, uccidendo almeno 12 persone. Da Mogadiscio confermano che tra le vittime ci sono cinque bambini, colpiti mentre cercavano di mettersi al riparo. Storie non tanto rare, ormai, nella capitale somala. Poco prima tre donne avevano perso la vita dopo che alcuni colpi di artiglieria esplosi dai carri armati dei paecekeeper dell’Unione Africana (UA) avevano fatto crollare la loro casa nel distretto di Hawl-wadaag. Difficile stabilire un bilancio complessivo delle vittime degli scontri di ieri, ma secondo un funzionario governativo citato dall’emittente locale Radio Shabelle solo nel pomeriggio sono state uccise 15 persone e ferite altre 65. I combattimenti di questi giorni seguono l’avvio il mese scorso di un’offensiva coordinata dagli “Shebab” e da “Hizbul al-Islam”, i due principali gruppi dell’opposizione armata. Fonti locali sostengono che da alcune settimane è in corso una controffensiva delle forze governative, appoggiate dai circa 3000 militari della missione di pace dell’UA in Somalia (Amisom). Da Mogadiscio dicono alla MISNA che un’intesa politica tra le parti in lotta non è impossibile ma, almeno per ora, sembra lontana. I combattimenti nella capitale sono continuati fino a notte inoltrata, ma da alcune ore non si sentono bombardamenti né colpi di arma da fuoco.

Algeria, attacco ai gendarmi: 24 morti

Imboscata di un commando di al-Qaeda in Maghreb a 250 chilometri da Algeri

Sono almeno 24 i gendarmi uccisi in un attacco, ieri sera, a Bordj Bou Arreridj. 230 chilometri a sud-est di Algeri, in Algeria.

Gli agenti sono finiti in un imboscata tesa, con ogni probabilità, dai miliziani integralisti di al-Qaeda nel Maghreb Islamico, gruppo armato nato dalla scissione del Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento (Gspc), l'unico a non deporre le armi dopo la fine della guerra civile nel 1998. La notizia dell'attacco ai gendarmi è stata resa nota dai quotidiani algerini Ennahar e Echourouk, ma il governo di Algeri non ha ancora reso conferme ufficiali. Secondo una prima ricostruzione, un convoglio dei gendarmi è stato bloccato in mezzo alla strada da alcune bombe piazzate lungo la carreggiata. A quel punto, i veicoli soo stati assaltati da un numero imprecisato di miliziani che hanno aperto il fuoco sugli agenti. Non si ha notizia di eventuali vittime tra gli assalitori. Nella lotta tra le forze dell'ordine algerine e i miliziani, dall'inizio dell'anno, sono morte almeno 134 persone.

Obama estende i diritti dei gay

La Casa Bianca estende ai partner dei dipendenti federali gay gli stessi benefici degli altri statali. Saranno parificate dal punto di vista del trattamento medico e assicurativo le coppie omosessuali a quelle etero. E' solo l'inizio, ha commentato il presidente Barack Obama, annunciando che si impegnera' per l'abrogazione della legge che impedisce il riconoscimento a livello federale delle nozze tra omosessuali.

Usa: sotto il sole, muore detenuta

Doveva essere trasferita, aperta un'inchiesta (ANSA) - PHOENIX (USA), 18 GIU - Una detenuta e' morta dopo essere stata lasciata per 4 ore sotto il sole in una cella a cielo aperto di una prigione dell'Arizona. La donna, 48 anni, stava scontando una pena di 27 mesi, ed era stata messa in quella cella a titolo temporaneo, prima di essere trasferita in una unita' psichiatrica. Dopo 4 ore passate ad una temperatura di circa 42 gradi, la detenuta ha perso conoscenza ed e' morta il giorno dopo in ospedale, lo scorso maggio. E' stata aperta un'inchiesta.

Romeni in fuga da attacchi razzisti in Irlanda

Sono 114 i cittadini romeni, tra cui molte donne e bambini, che si sono rifugiati ieri in una chiesa di Belfast per sfuggire a una ondata di violenti attacchi razzisti nei loro confronti. I romeni sono stati trasferiti in chiesa ieri sera con pullman della polizia, per evitare che la situazione precipitasse. Inizialmente infatti il gruppo, composto da una ventina di famiglie, aveva trovato rifugio in un'unica abitazione. Tra loro ci sono molti ragazzi e una bambina di 5 anni. Oggi i 114 sono stati trasferiti in un centro di accoglienza a sud della città. Ora le autorità dovranno decidere dove collocarli.

Da mesi queste famiglie subiscono minacce e attacchi razzisti contro le loro case, diventati sempre più violenti nell'ultima settimana. Una forte condanna dell'accaduto è stata espressa dal premier Brown e del vicepremier dell'Irlanda Nord, McGuinness, che hanno denunciato i crimini contro "donne e bambini, i più vulnerabili".

ITALIA

In due anni un milione senza lavoro o in cassa integrazione

In due anni, dal primo trimestre 2008 al primo del 2010 in Italia ci saranno un milione di lavoratori disoccupati o in cassa integrazione. E’ la stima del centro studi Confindustria che oggi ha pubblicato le sue previsioni economiche. Quest'anno l'occupazione totale registrerà una perdita del 2,7% e il tasso di disoccupazione salirà all'8,6%: "il deterioramento del mercato del lavoro si accentuerà nel secondo trimestre del 2009 (-1,1% strutturale), ma rallenterà progressivamente nei mesi successivi". "L'occupazione - secondo il rapporto di Viale dell'Astronomia – ricomincerà a crescere dal secondo trimestre 2010 anche se registrerà una flessione annua dello 0,6% per effetto trascinamento".

Nel 2009 pil italiano si contrarrà del 4,9% e l'economia dovrebbe tornare a crescere dello 0,7% nel 2010 ma la ripresa sarà "ripida" e l'Italia "vi si inerpicherà faticosamente".

Rifiuti: Palermo, cassonetti a fuoco

Altri cassonetti stracolmi di rifiuti sono stati incendiati la notte scorsa a Palermo, a Bagheria e Ficarazzi. Sono 22 i comuni nel palermitano dove da circa 10 giorni non viene raccolta l'immondizia per lo sciopero dei lavoratori del consorzio Coinres, in attesa dello stipendio di maggio. A Bagheria ieri il vicesindaco ha disposto la chiusura delle scuole e di tutti gli uffici pubblici per motivi igienico-sanitari.

Siparietto

Gr 13:00

In primo Piano

Siparietto

Gr 9:30

ESTERI

ITALIA

Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata

gror090618 (last edited 2009-06-18 17:16:32 by anonymous)