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Sfida a Ahmadinejad, scontri con la polizia

Migliaia di militanti dell'opposizione sono tornati in piazza questa mattina a Teheran urlando slogan a favore del loro leader Mir Hossein Moussavi. La manifestazione, sul grande viale Vali Asr, chiede la scarcerazione dei prigionieri politici. Nella stessa zona è in corso anche una manifestazione voluta dal governo in solidarietà con la Palestina. Alcuni testimoni segnalano scontri o tafferugli.

È la prima grande manifestazione dell'opposizione dal 9 luglio scorso.

La manifestazinone filogovernativa sfila sempre nel centro cittadino diretta verso l'università, dove a mezzogiorno dovrebbe parlare il presidente Mahmoud Ahamadinejad. I manifestanti, in piazza per solidarietà col popolo palestinese, lanciano slogan del tipo: "Morte all'America", "Morte a Israele".

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha detto di essere dispiaciuto per la morte di manifestanti dopo le contestate elezioni presidenziali del 12 giugno, in una intervista ieri sera alla tv americana Nbc.

Ufficialmente una trentina di persone sono morte nelle manifestazioni che sono durate per diverse settimane. L'opposizione sostiene che i morti siano 69. Almeno quattromila persone sono poi state arrestate, secondo le fonti ufficiali.

Ahmadinejad ha aggiunto di essere dispiaciuto anche per il decesso di Neda Agah-Soltan, uccisa durante una manifestazione a Teheran. Un video registrato con un telefonino da un manifestante e diffuso su internet aveva suscitato un'ondata di indignazione nel mondo.

Strage al mercato

E' salito ad almeno 25 morti accertati, forse a trenta, il bilancio ancora provvisorio dell'attentato dinamitardo avvenuto oggi in un bazar di Ustarzai, località situata nella provincia nord-occidentale pakistana della North West Frontier: lo ha reso noto il governatore distrettuale Mehtab ul-Hassan, secondo cui vi sono stati inoltre numerosi feriti.

Le vittime sono state per lo più dilaniate dall'esplosione, ma molte sono invece state travolte dai detriti degli edifici crollati a causa della violentissima onda d'urto. Allertati tutti gli ospedali della zona. Poco dopo la strage, una folla inferocita è scesa in piazza per protestare, prendendo a sassate tutti i veicoli di passaggio, e provocando così l'intervento delle forze di sicurezza. Non è ancora chiara la dinamica dell'attacco: non è escluso che sia stata opera di una kamikaze, anche se piu' probabilmente il massacro è stato causato dallo scoppio di una bomba nascosta a bordo di un mini-bus.

Ustarzai, situata tra le città di Kohat e Hangu, è abitata in prevalenza da sciiti, sempre più spesso bersaglio di attacchi da parte dei Talebani del Pakistan o dei loro alleati di al-Qaeda, di confessione sunnita. Oggi inoltre è l'ultimo venerdi' del Ramadan, il mese sacro islamico consacrato al digiuno e alla preghiera, e le autorita' temevano qualche colpo di mano degli integralisti.

Scudo antimissile:Mosca congela missili a Kaliningrad

MOSCA - Mosca ha annunciato che congelerà le misure militari programmate in risposta allo scudo antimissile Usa nell'Europa dell'est e che in futuro potrebbe rinunciarvi del tutto: lo ha detto una fonte diplomatico- militare all'agenzia Interfax. Tra le misura di risposta c'erano missili Iskander nell'enclave baltica di Kaliningrad.

"Mosca sta analizzando le nuove iniziative americane nel settore della difesa missilistica. Sicuramente la rinuncia da parte di Washington del terzo anello di difesa antimissilistico non passerà inosservata e il complesso di misure che si era programmato in risposta all' installazione dei siti dello scudo americano in Europa sarà congelato e probabilmente del tutto cancellato", ha spiegato la fonte.

La stessa fonte ha spiegato che tra le misure di risposta figuravano l'installazione di missili Iskander a Kaliningrad e un radar per disturbare quello previsto nella Repubblica Ceca dal progetto Usa.

Sierra Leone, polizia spara sulla folla a Freetown: 3 morti e 11 feriti

I manifestanti protestavano contro l'inefficienza delle forze dell'ordine

Tre persone hanno perso la vita e altre undici sono state ferite ieri durante una protesta a Freetown contro gli alti livelli di criminalità in Sierra Leone. Gli agenti del quartiere di Rotifunk ha aperto il fuoco sui manifestanti, che urlavano slogan sulla presunta incapacità delle forze dell'ordine di combattere i delinquenti, spesso ex militari relegati ai margini della società. Secondo alcuni testimoni la situazione sarebbe degenerata quando alcuni dissidenti avrebbero cercato di dar fuoco ad una stazione di polizia. Fonti mediche hanno dichiarato che almeno una delle vittime e la maggior parte dei feriti sono stati colpiti da proiettili veri e non da munizioni di gomma. La manifestazione evidenzia la strisciante frustrazione di buona parte dei cittadini dello Stato africano affacciato sull'Atlantico, che a sette anni dalla fine della cosiddetta "guerra dei diamanti", iniziata nel 1991, non ha ancora ritrovato stabilità sociale.

Cuba, possibile ripresa delle comunicazioni postali con gli Usa

Una delegazione guidata da Bisa Williams, vice assistente del segretario di Stato per gli affari dell'Emisfero Occidentale, e comprendente anche alcuni rappresentanti del servizio postale americano, è giunta oggi a L'Avana per iniziare i colloqui su una possibile ripresa delle comunicazioni epistolari tra Cuba e gli Stati Uniti. Il servizio postale diretto tra i due Paesi è stato sospeso nell'agosto del 1963, un anno dopo l'imposizione dell'embargo. Negli ultimi quarantasei anni le lettere spedite dai cittadini americani a Cuba e viceversa hanno sempre dovuto passare per un terzo Stato prima di giungere a destinazione. La Casa Bianca aveva proposto una ripresa degli scambi epistolari già dieci anni fa, ribadendo la propria disponibilità ad avviare le trattative anche nel 2000 e nel 2002. Il governo cubano ha però accettato la proposta soltanto a maggio, offrendosi, lo scorso luglio, di ospitare l'incontro bilaterale. Il Presidente Obama ha affermato che queste negoziazioni potrebbero essere un modo "per migliorare la comunicazione" tra gli Usa e l'isola, nonostante soltanto tre giorni fa l'embargo sia stato esteso fino al 2010. "L'embargo è unilaterale e dev'essere revocato unilateralmente", ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez, ribadendo che il suo Paese non farà alcuna concessione politica, per quanto piccola, a Washington per ottenere la fine delle sanzioni.

ITALIA

Alfano, Bossi sempre votato missioni

Bersani: dal governo posizione contraddittoria e confusa (ANSA) - ROMA, 17 SET - Parlano gli atti parlamentari: tranne che per il Libano Bossi e la Lega hanno sempre votato le missioni di pace: cosi' Alfano a Ballaro'. Il ministro della Giustizia commenta la richiesta del senatur di lasciare entro Natale l'Afghanistan:L'Italia collabora per una transition strategy ma le decisioni si prendono tutti insieme. Pier Luigi Bersani, candidato alla segreteria Pd:Dalle parole di La Russa, Bossi e Berlusconi emerge una posizione assolutamente contraddittoria e confusa.

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