GR 27/11 ore 19.30 ITALIA

Roma. Presidio antifascista a Torre maura Anche se la preannunciata marcia squadrista di Forza Nuova è stata annullata, i compagni antifascisti hanno presidiato il territorioo che quotidianamente viviamo, portando nelle strade verso il Casilino 900 l'antifascismo militante e antiautoritario. Senza abbassare l'attenzione, alle 15.00 sulla Casilina presso la fermata "Torre Spaccata" del trenino laziali-giardinetti si sono radunati centinaia di compagni. ecco l'aggiornamento di qualche minuto fa raccolto da ondarossa.

ROMA No alla legge Carfagna

Blitz con rossetto a palazzo Grazioli. Studentesse, precarie e migranti con rossetto e ombrelli rossi alla mano per protestare contro il ddl Carfagna. Lo slogan Rosso è il colore delle escort. Domani corteo a Roma in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Sessanta studentesse e precarie stanno manifestando a Roma davanti a Palazzo Grazioli contro il ddl Carfagna. Non c'è casa più chiusa di questa. No alla legge Carfagna", questo lo striscione esposto davanti l'entrata di Palazzo Grazioli. Le manifestanti sono armate di ombrelli rossi e hanno il rossetto rosso. "Rosso è il colore delle escort, urlano. Al centro delle proteste delle donne il provvedimento introdotto dal ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, che vieta la prostituzione in luogo pubblico e che prevede, quindi, sanzioni fino all'arresto per i trasgressori, lavoratrici o clienti che siano.E' una ribellione e anche una richiesta di aiuto contro la violenza maschile di cui sono state vittime nel corso della loro vita oltre 6 milioni di figlie, madri, sorelle in Italia. Le donne torneranno in piazza domani a Roma, per una manifestazione nazionale, autorganizzata, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. In piazza anche le lavoratrici e i lavoratori di Eutelia, in lotta per la difesa del posto di lavoro. A loro sostegno, lungo il percorso del corteo, sono previsti i banchetti delle "Arance Metalmeccaniche, promossi da Prc; il ricavato della vendita di sacchetti di arance biologiche, finanzierà la cassa di resistenza di quei lavoratori che da luglio non ricevono lo stipendio. "Vergogna, vergogna, vergogna". E' uno dei tanti slogan gridati dalle manifestanti che fanno sentire la loro voce contro lo stop alla commercializzazione della pillola abortiva RU486 e chiedono, tra l'altro, "verità per Brenda" la trans coinvolta nello scandalo Marrazzo e morta in circostanze ancora da chiarire. Un gruppo di poliziotti ha disperso le manifestanti e ci sono stati anche momenti di tensione. Nell'area il traffico è rallentato e la polizia presidia palazzo Grazioli, ma il presidio è stato disperso.

roma Vita (dura) e morte a Regina Coeli: protestano i detenuti Le sbarre tintinnano. No, le sbarre urlano. I detenuti di Regina Coeli adottano la più classica e cinematografica delle forme di protesta carceraria, percuotere le grate con oggetti di metallo, per far sentire anche la loro voce in questi giorni in cui tutti sembrano avere un motivo per scendere in strada a manifestare. Loro non possono farlo, ma rompono il silenzio a modo loro. La protesta va in scena a Regina Coeli, dove ieri è morto di anoressia Simone La Penna, 32 anni. Un'altra morte tragica e assurda, che segue quella di Stefano Cucchi. Storie arrivate nelle pagine di cronaca, storie che permettono ai detenuti di denunciare le durissime condizioni di vita dietro le sbarre, prima tra tutte il sovraffollamento. Le sezioni interessate sono quattro, II III VII VIII, e, secondo quanto riferisce il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, sono state chiuse. Hanno fatto una battitura in quattro sezioni - spiega Marroni - è il sintomo di un nervosismo e di un disagio che aumenta e che se non si fa qualcosa aumenterà sempre di più. Le forze politiche, Parlamento e Governo devono ragionare seriamente sul carcere. I morti in cella sono aumentati, nel 2009 siamo già ben al di sopra dei dati dell'anno scorso, sia come suicidi, che come morti naturali. Inoltre riguardo al passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni siamo ancora in mezzo a un guado. E su tutto questo pesa il sovraffollamento che contribuisce ad aumentare il disagio e a compromettere tutto il percorso trattamentale, compreso quello sanitario, del detenuto.