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‘’’GRECIA’’’

Gli studenti greci non si fermano. E mentre il Paese sprofonda in una situazione finanziaria sempre più grave, annunciano nuove mobilitazioni ad Atene contro la repressione poliziesca e il tentativo di abolire il diritto di asilo, ma anche per chiedere al governo di «non far pagare la crisi a studenti e lavoratori». Il Coordinamento della Resistenza Studentesca, un organismo creato nel dicembre 2008, convoca le «migliaia di studenti scesi in piazza» nei giorni scorsi per commemorare Alexandros Grigoropoulos a nuove manifestazioni domani contro le nuove misure economiche che il governo di Giorgio Papandreou potrebbe decidere per far fronte alla crisi. E per difendere il diritto di asilo universitario, chiedere la liberazione delle persone arrestate durante le manifestazionie e la punizione degli agenti responsabili di ingiustificate violenze. «Non è finita - avverte un comunicato del Coodinamento - la resistenza continua contro la violenza poliziesca, contro l'austerità di bilancio e per difendere il diritto di asilo»

‘’’GAZA’’’

Le autorità israeliane hanno bloccato la visita alla striscia di Gaza della delegazione del Parlamento europeo, dopo averla autorizzata, per non meglio identificati «motivi di sicurezza». A riferirlo è un comunicato della stessa delegazione. «Abbiamo ricevuto la notizia dell'annullamento - si legge nella nota - con sorpresa e disappunto. È estremamente curioso che l'annullamento sia giunto entro poche ore dalla dichiarazione del Consiglio Ue che riafferma la forte posizione Ue a favore di uno stato palestinese indipendnete basato sulle frontiere del 1967 e una fine degli insediamenti in Cisgiordania incluso Gerusalemme Est». Il comunicato avverte che «il rifiuto di accesso a Gaza non migliora le relazioni tra questo governo israeliano e il Parlamento Europeo», mentre impedire un incontro con «le parti democraticamente elette palestinesi è una inaccettabile interferenza nel processo democratico ed è contrario al diritto internazionale»

‘’’ISRAELE’’’

La lotta dei coloni israeliani contro il congelamento per dieci mesi delle costruzioni negli insediamenti ebraici in Cisgiordania è «legittima» e «naturale». Parola del ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, che è intervenuto a 'Radio Israelè prendendo le difese degli attivisti che tentano di impedire l'attuazione della decisione annunciata dal governo per rilanciare il processo di pace. Lieberman, che vive in un insediamento, ha spiegato che la battaglia dei coloni è «legittima» se non prescinde dal rispetto della legge. Da giorni i coloni israeliani stanno cercando in tutti i modi di ostacolare la consegna degli ordini di congelamento delle costruzioni negli insediamenti in Cisgiordania. I gruppi di estremisti spingono per azioni anche violente. I palestinesi ritengono che la moratoria edilizia di Israele non sia un passo sufficiente per la ripresa del processo di pace perchè esclude Gerusalemme Est e la costruzione già autorizzata di tremila appartamenti

‘’’TURCHIA’’’

Le forze di sicurezza turche hanno sventato di recente un attacco del braccio armato del movimento sciita libanese Hezbollah contro un obiettivo israeliano in Turchia. È quanto ha rivelato il vice ministro degli Esteri israeliano Daniel Ayalon, citato dal quotidiano israeliano 'Hàaretz'. La natura dell'obiettivo rimane, almeno per ora, avvolta nel mistero, ma secondo fonti della Difesa israeliana, l'attacco doveva servire a vendicare la morte di Imad Mughniye, l'alto responsabile militare di Hezbollah ucciso in circostanze poco chiare nel febbraio del 2008 a Damasco, in Siria. Il movimento libanese guidato da Sayyed Hasan Nasrallah, infatti, ritiene che dietro la morte di Mughniye vi sia Israele

‘’’PAKISTAN’’’

Le scuole del Pakistan continuano a finire nel mirino dei militanti filo-Talebani. Due istituti maschili della zona tribale di Khyber, nella turbolenta Provincia della frontiera nordoccidentale, sono stati fatti saltare in aria con cariche di dinamite. È quanto riferisce l'emittente televisiva locale 'Geò, precisando che gli attacchi sono stati sferrati nella località di Bara, circa 20 chilometri a sud di Peshawar. Gli attacchi, compiuti all'alba, non hanno provocato vittime perché al momento delle esplosioni le due scuole erano vuote. Gli edifici, hanno assicurato i responsabili governativi locali, «sono andati completamente distrutti». Le autorità hanno già puntato il dito contro i militanti filo-Talebani attivi in Pakistan e gli estremisti del gruppo Lashkar-e-Islam

‘’’SOMALIA’’’

Gli abitanti di un villaggio a sud di Mogadiscio, la capitale della Somalia, si sono ribellati contro la presenza di una milizia islamica che aveva assunto il controllo della zona. Secondo quanto riferisce il giornale arabo 'al-Hayat', decine di persone sono scese in strada ieri nel villaggio di Alasha, 15 chilometri a sud di Mogadiscio, attaccando, anche a colpi d'arma da fuoco, un gruppo di miliziani appartenenti al Partito islamico somalo che aveva preso il controllo dell'area. La protesta è scattata dopo che i miliziani islamici hanno ammainato la bandiera della Somalia dal centro del villaggio per issare quella nera usata dagli estremisti islamici. I miliziani sono anche entrati in una scuola secondaria per arrestarne il preside. Non si è quindi fatta attendere la risposta degli studenti e dei loro familiari che sono scesi in strada attaccando i miliziani. Questi ultimi hanno risposto al fuoco ferendo tre civili. Nonostante questo, la protesta è andata avanti costringendo i miliziani islamici a rilasciare il preside.

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