Gr 19:30

ESTERI

Grecia. Nuovo sciopero generale il 29/6

I sindacati del settore pubblico, Adedy, e di quello privato Gsee hanno convocato un nuovo sciopero generale per il 29 giugno in Grecia. Protesteranno contro la riforma delle pensioni. Si tratta del quinto sciopero generale dall’inizio della crisi.

Presidio antifa a Madrid in solidarieta' con antifa russ*

Si è tenuto oggi a Madrid davanti all'ambasciata russa un presidio in solidarietà con gli antifascisti russi, per ricordare tutti i compagni russi uccisi dai fascisti negli ultimi mesi. Solo il mese scorso hanno perso la vita per mano fascista ben due ragazzi, dell'età di 25 e 27 anni, mentre sono ormai familiari anche in Italia i casi degli assassinii degli antifasciti Ivan “Kostolòm” o di Anastasia Baburova e Stanislav Merkelov. In Russia le aggressioni contro migranti, militanti antifascisti, giovani con un look “alternativo” o indigenti sono sempre più frequenti. Nel periodo che va dal 2003 al 2008 sono state assassinate più di 300 persone. La polizia russa ha mostrato in maniera molto chiara la sua complicità con i gruppi di estrema destra, che si muovono in totale libertà e organizzati in strutture paramilitari.

ITALIA

sciopero dei lavoratori dello stabilimento fiat di mirafiori

I lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori hanno scioperato oggi contro l'accordo separato di Pomigliano. L'adesione e' stata dell'80%, con blocco totale della produzione, e oltre 1.000 persone sono sfilate in corteo dalla porta 2, in corso Tazzoli, fino alla porta 5, in corso Unione Sovietica. Inoltre, due squadre della Fiat Power Train hanno aderito spontaneamente all'agitazione. Una risposta significativa, quella di mirafiori, che segnala anche la consapevolezza che quanto sta succedendo a Pomigliano non riguarda solo i lavoratori dello campani ma rischia di investire tutti gli altri stabilimenti del gruppo, compresa Mirafiori. vi facciamo ora ascoltara una corrispondenza con un lavoratore, raccolta stamattina dai microfoni di questa radio

arresto ragazzo senegalese al pigneto

MANIFESTAZIONE nazionale domani a Modena per chiedere la chiusura dei centri di identificazione ed espulsione

ll silenzio è complice. E per romperlo in tanti sono pronti a scendere in piazza. Domani, a Modena. «I centri di identificazione ed espulsione sono i lager della democrazia», spiega il Coordinamento 19 giugno, insieme delle realtà territoriali solidali con i reclusi, che ha convocato la manifestazione. «I Cie sono luoghi di detenzione amministrativa sottoposta all’autorità di polizia - spiegano - e quindi, da un punto di vista giuridico, propriamente equiparabili ai campi di concentramento nazisti». Il coordinamento contesta la funzione e la gestione di questi luoghi «parte di un meccanismo di sfruttamento internazionale del lavoro coperto da politiche razziste e securitarie». Si schiera contro la «macchina delle espulsioni che, a livello europeo, permette il ricambio continuo di manodopera, dai raccoglitori di pomodori alle prostitute soggette alla tratta, ricattabile e a basso costo». Prende poi posizione contro chi li gestisce «perché lucra sulla miseria» e contro «tutte le aziende che si arricchiscono con appalti per fornire servizi all’interno». I manifestanti reclamano la chiusura immediata di tutti i centri di identificazione ed espulsione. «in questi luoghi - spiegano - vengono rinchiusi immigrati senza il permesso di soggiorno, ma non solo. Ci sono persone che hanno richiesto l’asilo politico, che hanno lavoro e carte in regola ma con vecchi decreti di espulsione sulle spalle, che hanno finito di scontare una pena in carcere e donne, tante donne, in molti casi vittime della tratta. Gente che è sfuggita da guerre, persecuzioni, maltrattamenti e prostituzione. E fame». In virtù di queste e tante altre ragioni, Modena sarà teatro domani dell’ennesima giornata di mobilitazione contro la notte dei diritti che i Cie incarnano. Una contestazione, che non si esaurisce in un appuntamento pubblico, ma che è fatta di un impegno costante fuori e dentro le mura dei Centri di identificazione ed espulsione.

Sanità. Per la manovra scompariranno 2500 medici dell'emergenza

Allarme «esodo» per i camici bianchi della medicina d’emergenza e urgenza. Se il blocco del turnover contenuto nella manovra economica non verrà eliminato, già da quest’anno verrebbero a mancare circa 500 medici per pre-pensionamento e oltre 2 mila giovani medici precari. È la stima sull’uscita dei medici dell’emergenza dal Servizio sanitario nazionale calcolata dalla Società italiana medicina d’emergenza e urgenza [Simeu]. Un settore, quello dell’emergenza, particolarmente delicato e in cui la richiesta di prestazioni è in costante aumento. «Nel settore di pronto soccorso si è verificato un progressivo aumento di prestazioni sanitarie motivo per cui pare necessario riconsiderare con urgenza i tagli previsti per l’assistenza sanitaria pubblica nel suo complesso e nel settore dell’emergenza in particolare, che – a giudizio unanime dei medici del settore – sono incompatibili a garantire, se non modificati, il diritto primario alla salute».

Ponte sullo Stretto. Arriva il mostro

Sono iniziate a Messina in via Circuito le trivellazioni per completare gli studi necessari per il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Per oltre due mesi, in piena estate, via Circuito sarà impraticabile perché il Governo ha deciso di continuare a buttare milioni di euro per progettare una mega-opera inutile e devastante: mentre le aree alluvionate di Messina attendono ancora i promessi sostanziosi finanziamenti, mentre RFI continua lo smantellamento del servizio pubblico di traghettamento risparmiando su navi e traghetti siciliani a vantaggio dell’Alta velocità del Nord, mentre sempre più allarmanti sono i segnali di interessamento della mafia all’apertura dei cantieri, con le trivellazioni inizia lo sconvolgimento del territorio già previsto nello Studio d’Impatto Ambientale della stessa “Stretto di Messina Spa”. In un territorio che sta perdendo, progressivamente, le proprie attività produttive si vorrebbe avviare un’opera destinata a dilapidare enormi risorse pubbliche che avvantaggerebbero solo poche imprese (estranee al tessuto locale) con una ricaduta occupazionale molto bassa.

Le attiviste e gli attivisti No Ponte continuano ad opporsi a questo progetto e danno appuntamento il 21 giugno a partire dalle 14:30 proprio davanti al cantiere di via Circuito.

INDESIT: LAVORATORI BLOCCANO TRAFFICO NEL BERGAMASCO

Omicidio Stefano Cucchi: 13 rinvii a giudizio

13 rinvii a giudizio sono stati chiesti dai pubblici ministeri Vincenzo Barba e Francesca Loi a conclusione dell'inchiesta sull'omicidio di Stefano Cucchi. Sotto processo 3 guardie carcerarie, 6 medici, 3 infermieri ed 1 funzionario del Dap. I reati di cui vengono accusati, a seconda della posizione processuale, vanno dall'abbandono di persona incapace, a lesioni personali, al falso e all'abuso d'ufficio... Stefano morì il 22 ottobre dello scorso anno in un letto d'ospedale del Pertini: aveva 2 vertebre rotte e altri segni del pestaggio subito dalla polizia. A picchiarlo furono i 3 agenti della penitenziaria che lo avevano in custodia, a cui viene appunto contestato il reato di lesioni gravissime. Il pestaggio poliziesco sarebbe avvenuto durante il soggiorno di Stefano Cucchi nei sotterranei del tribunale in attesa dell'udienza preliminare. Ad uccidere il ragazzo fu però l'imperizia dei medici, anche loro sotto accusa... I legali della famiglia di Stefano annunciano che depositeranno presso il gip una memoria per chiedere che "agli agenti della polizia penitenziaria sia contestato il reato di omicidio preterintenzionale, se Stefano è finito in un letto d'ospedale è perché è stato picchiato"...

NOMADI:ITALIA SOTTO ACCUSA A STRASBURGO,VIOLATI LORO DIRITTI Italia sotto accusa a Strasburgo per la violazione dei diritti dei cittadini di etnia rom e sinti. Secondo il Cohre organizzazione non governativa che si occupa di difendere il diritto alla casa e di prevenire gli sfratti, i patti per la sicurezza introdotti sin dal 2006 e i decreti per lo stato d'emergenza nomadi entrati in vigore nel maggio del 2008 violano i diritti di rom e sinti che vivono in Italia. Il Cohre, lunedi' prossimo, sosterra' l'accusa nei confronti dell'Italia in un'udienza davanti al Comitato per i diritti sociali del Consiglio d'Europa, incaricato di valutare se gli Stati rispettano quanto previsto dalla Carta sociale europea. All'udienza le autorita' italiane dovranno dimostrare di non aver introdotto alcuna misura che abbia avuto un effetto negativo sulle comunita' rom e sinti presenti nel paese. l'organizzazione non governativa sostiene che le autorita' italiane hanno violato cinque articoli della Carta sociale europea. In particolare, l'Italia avrebbe violato il diritto della famiglia a godere di protezione sociale, legale ed economica e quello alla protezione e assistenza dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie. Inoltre, stando al ricorso, sarebbe stato violato l'articolo 30 che impone agli Stati di garantire ai propri cittadini la protezione contro la poverta' e l'esclusione sociale e l'articolo 31 che sancisce il diritto alla casa. Infine, non sarebbe stato rispettato il diritto alla non discriminazione.

Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Cinque soldati Usa finiscono davanti alla corte marziale: in Afghanistan uccidevano civili a sangue freddo

Per i soldati americani della compagnia 'Bravo' del 2° battaglione, 1° reggimento, l'ultima missione in Afghanistan è stata un vero inferno. Da quando lo sorso luglio hanno lasciato con la loro compagnia la base di Lewis-McChord a Tacoma, nello stato di Washington, per essere schierati a difesa dell'avamposto 'Ramrod', sul fronte di Kandahar, non hanno mai smesso di combattere.

Una serie ininterrotta di imboscate, attacchi notturni e violenti scontri a fuoco nei quali hanno visto molti loro compagni perdere la vita, altri la testa. Molti di loro hanno iniziato ad abusare di alcol e droga, e a sfogare le proprie angosce con la violenza, sia contro i compagni che contro gli afgani.

Lo scorso gennaio il soldato semplice Jeremy Morlock e altri due soldati della 'Bravo', Calvin Gibbs, 25 anni, e Andrew Holmes, 19 anni, sotto l'effetto di droghe hanno preso Gul Mudin, un civile afgano, forse un prigioniero, e lo hanno ammazzato scaricandogli addosso interi caricatori di mitra e lanciandogli contro delle bombe a mano.

Il 22 febbraio, Morlock e Gibbs hanno ripetuto l'impresa, stavolta insieme a un altro soldato, Michael Wagnon, 29 anni, di Las Vegas. La tecnica usata è stata la stessa: raffiche di mitra e granate. La vittima prescelta, sempre un civile afgano, si chiamava Marach Agha. La coppia è tornata a colpire di nuovo il 2 maggio. In questo caso con loro c'era il soldato Adam Winfield, 21 anni, e la vittima sacrificale rispondeva al nome di Mullah Abdallah.

Tre giorni dopo, Morlock e Gibbs hanno tirato giù dalla branda un loro commilitone e lo hanno picchiato selvaggiamente fino a ridurlo in fin di vita. La sua colpa era quella di aver denunciato ai superiori che diversi soldati della compagnia facevano uso di droga. In ospedale, dopo aver ripreso coscienza, il soldato ha deciso di raccontare anche degli omicidi. Così è partita l'inchiesta militare che ha portato al rimpatrio immediato dei cinque soldati, che ora rischiano l'ergastolo o la pena di morte.

PANAMA, PROTESTE CONTRO NUOVA LEGGE, MIGLIAIA IN PIAZZA NELLA CAPITALE

Convocate da 60 organizzazioni sociali, migliaia di persone sono scese in piazza a Città di Panama chiedendo la cancellazione della legge 177, a 24 ore dalla sua promulgazione da parte del presidente conservatore Ricardo Martinelli. La nuova normativa, già ribattezzata ‘legge salsiccia’ o ‘legge gambero’ - termini utilizzati solitamente per definire leggi ingannevoli – o “legge 9 in 1”, è stata presentata come una riforma per il settore dell’aviazione commerciale ma contiene in sé riforme radicali anche ai codici penale e del lavoro e a sei leggi, inclusa quella organica della polizia, colpendo il diritto di sciopero e abolendo il requisito dello studio di impatto ambientale su opere dichiarate dallo stato di “interesse sociale”. Secondo i promotori della protesta, la legge è stata approvata senza alcuna consultazione con i settori sociali e viola la Costituzione: nuove manifestazioni sono in programma da Lunedì, giorno in cui verrà presentato alla Corte suprema un ricorso di incostituzionalità, mentre si fa sempre più concreta l’ipotesi di uno sciopero generale. Il messaggio a Martinelli, ha detto all’agenzia ‘Efe’, la direttrice del Centro di incidenza ambientale di Panama, Raisa Banfield, è che i cittadini non si lasceranno imporre leggi “inconsulte”, sperando che “il presidente capisca e faccia un passo indietro”.

Turchia, scontri nel sud-est, uccisi tre guerriglieri curdi

I combattimenti, tutt'ora in corso, sono cominciati in seguito a un'opera ricognitiva dell'esercito

Tre ribelli curdi appartenenti al separatista Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) sono stati uccisi in scontri con l'esercito turco nella provincia di Erzincan, nella Turchia sud-orientale. Gli scontri sono avvenuti dopo che unità dell'esercito avevano individuato elementi del Pkk che si stavano preparando a lanciare un attacco, stando a quanto ha riferito all'agenzia di stampa Anadolu il governatore della provincia, Abdulkadi Demir; i combattimenti - cominciati ieri - sono tuttora in corso. Due giorni fa altri tre ribelli curdi erano stati uccisi in scontri con l'esercito nella provincia di Sirnak. Le violenze nella Turchia sud-orientale sono ricominciate dopo che il leader del Pkk, Abdullah Ocalan, ha fatto sapere dalla prigione di voler abbandonare gli sforzi per instaurare un dialogo con il governo di Ankara per arrivare alla pacificazione.

Israele, Knesset pronta a discutere del genocidio armeno in Turchia

L'assemblea adotterà una mozione che inasprirà ulteriormente le relazioni con Ankara

Il parlamento israeliano intende discutere entro il mese una mozione sul così detto genocidio armeno, la strage di cittadini armeni commessa in Turchia all'inizio del secolo scorso ma non riconosciuta da Ankara come piano deliberato di sterminio etnico. Un'iniziativa questa, che potrebbe portare a un riconoscimento del genocidio, inasprendo certamente la crisi con la Turchia, esplosa in seguito all'attacco israeliano alla Freedom Flotilla per Gaza. La sessione sul genocidio armeno è il frutto di un'iniziativa di Haim Oron, presidente del partito Meretz, che citato dal sito del quotidiano Haaretz ha assicurato che non si tratta di una vendetta nei confronti della Turchia, visto che la sua proposta risale a un anno fa: "Non possiamo essere complici di una negazione, perché come popolo ebraico siamo stati vittime di questi comportamenti", ha dichiarato Oron.

RIFUGIATI: UNHCR, 43,3 MILIONI IN FUGA DA FAME E GUERRE

Roma - Sono 43.3 milioni nel mondo le persone in fuga da conflitti, violazioni dei diritti umani e guerre: lo dice l'Unhcr. In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato che si celebra domenica, l'agenzia Onu evidenzia come si tratti del numero piu' alto dalla meta' degli anni Novanta. Allo stesso tempo il numero di rifugiati rimpatriati spontaneamente, circa 250mila, e' il piu' basso degli ultimi venti anni .

In Italia i rifugiati sono 55mila, numero contenuto rispetto ad altri Paesi Ue, eppure manca l'integrazione. L'ammonimento arriva da Laurens Jolles, delegato dell'Alto commissario Onu per i Rifugiati (Unhcr) per il sud Europa in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato che si celebra domenica. In Italia nel 2009 sono state presentate circa 17mila domande d'asilo .

ITALIA

Fiat: sciopero contro accordo Pomigliano

I lavoratori delle Carrozzerie e della Powertrain di Mirafiori hanno scioperato questa mattina contro l'accordo per Pomigliano. Per Giorgio Cremaschi della Fiom, questo sciopero segna la fine dell'accordo separato per Pomigliano. Mentre per il presidente della Fiat e' ancora aperta una possibilita', quella del referendum del 22 giugno al quale dovranno votare i lavoratori del gruppo. Martedi'-ha detto Elkann- sara' sicuramente un giorno importante.

Fiat: Bersani, a referendum vincera' si'

L'assenso del Pd all'accordo, ha quindi spiegato il segretario del Pd a Radio Anch'io, dipende dal fatto che non si puo' rinunciare a questo investimento, ma c'e' stata una forzatura e ora bisogna lavorare perche' sia riassorbita.

Sulla liberta' di impresa, Bersani ha commentato che il governo ha preso la strada piu' lunga e piu' improbabile.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


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gror100618 (last edited 2010-06-18 17:29:01 by anonymous)