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Ore 19.30 del 9 luglio 2010 Va in onda l’appuntamento con l’informazione serale di Radio onda rossa

Oggi parleremo dello…

-Sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici della Telecom che hanno manifestato a partire dalle 9 30 di questa mattina davanti alla sede della regione Lazio e sotto gli uffici di Medio banca per dire no agli esuberi e alle esternalizzazioni minacciate dall’azienda -Processo al Sud ribelle che si terrà il 20 luglio a Catanzaro -Incontro sui percorsi di lotta contro le deportazioni -aggiornamenti su profughi eritrei -pakistan attentato

Sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici della Telecom

Un’intera giornata di sciopero per dire no agli esuberi e alle esternalizzazioni. oggi i lavoratori e le lavoratrici del gruppo Telecom hanno protestato davanti alla sede della Regione Lazio e agli uffici di Mediobanca. Gli esuberi minacciati dall’azienda sono 646 su un organico composto da circa 2460 persone escluso il personale direttivo. I manifestanti, oltre 400 lavoratori giunti da tutte le sedi di Roma, hanno aderito alla protesta per dire No alle esternalizzazioni, agli esuberi e ai demansionamenti. «Non devono essere i lavoratori - scrivono in una nota - a pagare per la gestione sciagurata di un management incompetente e truffaldino tutt’ora ai posti di comando». I manifestanti chiedono il reintegro di It Operation all’interno di Telecom Italia e dicono «basta al sistema delle commesse di dubbia trasparenza e ai costi sproporzionati rispetto al reale apporto di professionalità e qualità delle attività erogate». I lavoratori che vogliono difendere il proprio posto dai meccanismi «perversi» di una «privatizzazione scellerata», chiedono dunque una ripubblicizzazione del settore delle telecomunicazioni per collettivizzare gli introiti e garantire i posti di lavoro. Ascoltiamo una corrispondenza con un compagno dei Cobas raccolta dai microfoni di questa radio.

Processo al Sud ribelle che si terrà il 20 luglio a Catanzaro

Dopo 8 anni il processo al Sud Ribelle si avvicina alla conclusione. Il 20 luglio, nono anniversario dell’assassinio di Carlo Giuliani e data simbolo delle giornate di Genova, la Corte di Assise d’Appello di Catanzaro si pronuncerà sulla decisione della Corte di Assise di Cosenza che ha assolti i 13 compagni/e, mandando in frantumi il forcaiolo teorema Fiordalisi. Nel rituale questurino-giudiziario, sotto accusa sono sempre le idee e i  propugnatori dell’uguaglianza e della giustizia sociale, che la piazza di  Genova chiedeva unanimemente. «Genova ha segnato il movimento – scrive in una nota il coordinamento liberi tutti - lo ha fatto con la morte impunita e archiviata di Carlo Giuliani ;con le pesanti condanne inflitte alle/i compagne/i condannati sdoganando i reati fascisti di “devastazione e saccheggio”. E il 20 luglio a Catanzaro pende il rischio che la Corte di Assise d’Appello possa accogliere il ricorso della Procura di Cosenza,riportando il processo all'anno zero». Il processo al Sud ribelle, è bene ricordarlo, è uno dei due filoni d'inchiesta aperti da Genova, che ha tentato di raccontare in chiave criminale quella informale aggregazione autonoma.. Mentre i veri criminali hanno  assassinato Carlo e assassinano giorno dopo giorno la libertà di pensare e dissentire, di agire e di esistere .   «Motivo per cui – dicono dal coordinamento - ,Il 20 luglio 2010 a Catanzaro, a Genova e dovunque, dobbiamo essere più che mai presenti in piazza per non dimenticare e per non lasciare che siano i giudici a scrivere la storia e a legittimare la repressione delle idee e  delle azioni». Facciamo sentire a tutte/i, quindi, perché il processo a carico del Sud Ribelle non coinvolge solo 13 compagne/i, bensì l’intero movimento che protestò da tutta Italia a Genova nel luglio 2001. L’appuntamento lo ricordiamo è per martedì 20 luglio 2010 , alle ore 9 davanti aal tribunale di Catanzaro.

Incontro sui percorsi di lotta contro le deportazioni

Giovedì 15 luglio a L38 Squat, dalle ore 20.00 cena e dalle 21.00 incontro sui percorsi di lotta contro la macchina delle deportazioni: un momento di confronto, di condivisione e di riflessione tra chi lotta contro i CIE e il sistema che li produce e un compagno di Stop-deportation (Londra).

Stop deportation è un network libero di collettivi e individualità che, in Inghilterra, organizza azioni e percorsi di lotta contro la deportazione forzata ed ha come obiettivo la lotta contro i voli charter di deportazioni di massa www.stopdeportation.net . Si è formato circa un anno e mezzo fa e nasce dall’esigenza di concentrarsi e di creare uno spazio dedicato soltanto contro la macchina infernale delle deportazioni. Durante questo incontro si parlerà della macchina delle deportazioni di massa e delle deportazioni individuali e del ruolo della Frontex, l'agenzia per la gestione delle frontiere dell'Unione europea, direttamente finanziata dal consiglio d’Europa, responsabile dell’intero sistema pan-europeo di controllo e sorveglianza dei confini per approfondire insieme il percorso di lotta contro le DEPORTAZIONI e LA FORTEZZA EUROPA. Presidio giovedi 22 luglio davanti al tribunale di Roma in solidarietà con chi si ribella nei Cie

In seguito alla rivolta avvenuta nella notte tra il 3 ed il 4 Giugno scorso all’interno del C.I.E. di Ponte Galeria, 9 reclusi, accusati di esserne stati gli istigatori, sono stati arrestati e si trovano attualmente sotto processo con l’accusa di resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento. Il 22 Luglio presso il Tribunale di Roma si terrà la seconda udienza nei loro confronti.In solidarietà con chi si ribella all’interno dei C.I.E. GIOVEDI’ 22 LUGLIO h 10 appuntamento sotto il Tribunale di Piazzale Clodio vi facciamo ascoltare adesso il collegamento telefonico con Stefano Liberti, giornalista del manifesto che sta seguendo la vicenda dei migranti eritrei che sono stati deportati dal sud di lampedusa in Libia dove rischiano il rimpatrio nel loro paese d'origine.

finisce qui l’edizione del gr serale, edizione speciale perché oggi è una giornata particolare, giornata in cui il mondo dell’informazione italiano, per una volta, ha deciso scioperare per protestare contro il Governo dei manganelli, dei tagli e dei bavagli.

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