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LAHORE: ATTENTATI IN TEMPIO SUFI, DECINE DI VITTIME

Sono oltre 40 le vittime causate ieri sera a Lahore da tre esplosioni avvenute in rapida sequenza all’interno di uno dei complessi religiosi più frequentati di questa metropoli del Pakistan nord-orientale: lo hanno riferito oggi responsabili della polizia, secondo i quali la strage è stata compiuta da attentatori suicidi. Le deflagrazioni si sono verificate in un cortile e all’interno dell’edificio principale di Data Darbar, un santuario dove ieri sera circa 3000 musulmani della corrente sufi stavano assistendo a spettacoli di canto e danza. In questo tempio sono custodite le spoglie di Data Gunj Baksh, sufi persiano che visse nel X secolo. La tesi degli attentati suicidi è accreditata anche da alcune immagini diffuse dall’emittente “Geo TV”, ricavate da telecamere a circuito chiuso. Sempre a Lahore, in Maggio, l’incursione di gruppi di uomini armati in due moschee e il successivo intervento della polizia avevano causato più di 70 vittime. Il governo e l’esercito pachistano sono ormai da anni impegnati in un’ampia offensiva contro la guerriglia taleban, forte soprattutto nelle zone tribali al confine con l’Afghanistan.

Afghanistan: talebani attaccano sede Ong USA, 8 morti

KABUL - Un commando di cinque kamikaze talebani hanno attaccato la notte scorsa a Kunduz City, capoluogo dell'omonima provincia settentrionale afghana, la sede della ong americana Development Alternatives Inc (Dai), causando la morte di almeno otto persone fra cui un cittadino tedesco. I feriti sono una trentina. Lo ha reso noto il governatore provinciale, Muhammad Omar.

Il governatore provinciale, Muhammad Omar, ha detto che nella lunga sparatoria fra gli insorti e le forze di sicurezza afghane e internazionali fuori e dentro la sede della ong almeno cinque kamikaze e tre civili (uno tedesco) sono morti.

Senza voler fornire precisioni sulle vittime, Omar ha detto che fra le vittime vi sono "un certo numero di agenti della sicurezza afghani e stranieri".

Da parte sua un medico, Humanyoon Khamosh, ha indicato che almeno 24 feriti sono stati ricoverati in ospedale ed un altro numero imprecisato nella struttura medica del Gruppo di ricostruzione provinciale (Prt) della citta'.

Thailandia, separatisti all'attacco nel sud musulmano: uccisi 5 poliziotti

La notte scorsa, guerriglieri separatisti islamici malesi del Fronte Rivoluzionario Nazionale (Brn) hanno fatto esplodere una bomba e hanno aperto il fuoco contro le forze di sicurezza nel sud della Thailandia, nella provincia di Narathiwat, uccidendo cinque agenti di polizia. Le vittime erano di pattuglia notturna a bordo di un fuoristrada quando sono stati attaccati, spiega il luogotenente Pairat Kiatjaroensiri, aggiungendo che i ribelli hanno poi rubato quattro fucili e sono fuggiti. Nelle province di Pattani, Yala e Narathiwat, al confine con la Malesia, nel profondo sud a maggioranza musulmana della buddista Thailandia, i combattimenti tra separatisti (legati ad Al Qaeda secondo al Cia) e le forze armate governative (appoggiate da consiglieri militari Usa) vanno avanti da circa sei anni: oltre 4 mila i morti finora.

EX-DITTATORE VIDELA A PROCESSO, LA PRIMA VOLTA DAL 1985

Jorge Rafael Videla, 85 anni, primo dei quattro presidenti ‘de facto’ che si alternarono al potere durante l’ultima dittatura (1976-1983), tornerà a sedere oggi sul banco degli imputati per crimini di lesa umanità di fronte a un tribunale di Córdoba, nel centro del paese. Non accadeva dal 1985, anno dello storico ‘Processo alle giunte’ concluso con la condanna all’ergastolo per Videla e l’ammiraglio Emilio Massera e pesanti pene inflitte ad altri ex-gerarchi del regime, poi annullate dall’indulto concesso nel 1990 dall’allora presidente Carlos Menem; l’indulto fu infine dichiarato incostituzionale dalla magistratura argentina nel 2007, con un pronunciamento confermato successivamente dalla Corte Suprema. Videla e altri 24 imputati, tra cui l’ex-generale Luciano Benjamín Menéndez, dovranno rispondere della fucilazione di 32 detenuti politici uccisi nella zona di Córdoba tra l’Aprile e l’Ottobre 1976 col falso pretesto che avessero tentato l’evasione dal carcere di San Martín. Secondo gli organismi a difesa dei diritti umani, il processo che si apre oggi è il più importante dopo quello alle giunte militari. La lunga storia giudiziaria di Videla si era riaperta nel 1998, quando l’ex-dittatore fu incriminato per il rapimento di neonati figli di ‘desaparecidos’, reato non coperto dalle leggi di amnistia approvate dal presidente Raúl Alfonsín (1983-1989), note come 'Obbedienza Dovuta' e 'Punto Finale', e infine cancellate nel 2003 dalla Corte Suprema con una decisione che ha permesso la riapertura dei processi per i crimini perpetrati durante la dittatura. Di recente Videla ha accumulato un'altra incriminazione per 40 casi di omicidi, sequestri e torture; ad Agosto affronterà un altro processo a Santiago del Estero per l’uccisione di uno studente, Cecilio Kamenetsky.

Messico, scontri tra narcotrafficanti lungo il confine Usa: 21 morti

Ventuno persone sono morte negli scontri tra narcotrafficanti nei dintorni di Nogales, nello stato di Sonora, nord del Messico. La sparatoria, probabilmente, è stata causata dalla lotta tra il cartello di Sinaloa guidato da "El Chapo" Guzman e il cartello di Beltran Leyva per il controllo delle rotte della droga verso gli Stati Uniti. La polizia ha catturato nove persone coinvolte nell'episodio. Nello stato settentrionale di Chihuahua, sempre lungo il confine con gli Stati Uniti, un gruppo armato ha ucciso Sandra Salas, un assistente procuratore generale e una guardia del corpo mentre erano a bordo di una jeep. L'altra guardia del corpo è rimasta ferita nello scontro. Salas era responsabile del controllo delle attività degli altri procuratori e delle unità investigative speciali. Le autorità messicane sono in allerta dopo l'uccisione di lunedì scorso di Rodolfo Torres, candidato governatore nello stato di Tamaulipas. Domenica i cittadini saranno chiamati a votare in 14 stati della repubblica federale messicana. Le tensioni tra narcotrafficanti potrebbero essere determinate anche da un tentativo di influenzare il voto. Giovedì scorso, è stata trovata una testa mozzata davanti alla casa di Hector Murgia, candidato sindaco del partito rivoluzionario istituzionale (Pri) a Ciudad Juárez. Si tratta di un chiaro segno di intimidazione da parte delle pandillas locali. La guerra tra narcos sta diventando sempre più serrata. Tra il 2008 e il 2009, sono morte 5 mila persone. Dal lancio della controffensiva governativa, dopo l'elezione del presidente Felipe Calderón nel 2006, sono state uccise almeno 23 mila persone. La maggior parte sono agenti di polizia e appartenenti alle organizzazione del narcotraffico.

A Vigevano multato chi siede sotto monumento

Due ragazze multate a Vigevano, in Lombardia, riaccendono le polemiche sulle ordinanze comunali riguardanti il decoro urbano, dei cittadini e dei turisti, specialmente in occasione del periodo estivo. L'episodio, riferito stamani dal quotidiano La Stampa, e' avvenuto mercoledi' scorso quando le due giovani, di 24 e 25 anni, entrambe del luogo, sono state 'pizzicate' di pomeriggio sotto la statua di S.Giovannino, in piazza Ducale, cuore della cittadina, e sono state sanzionate con 160 euro di multa. Dal Municipio hanno fatto sapere che i ragazzi che si siedono li' lasciano sempre tutto sporco. Le ragazze hanno replicato che loro stavano solo parlando non bivaccando. E il caso, intanto, e' diventato politico, anche per la severita', riferita dalle due ragazze multate, dell'intervento dei vigili.

ITALIA

Un giovane italiano su tre non lavora

Il numero di persone in cerca di occupazione, invece, diminuisce dello 0,1% rispetto ad aprile, ma cresce del 15,5% nel confronto con maggio di un anno fa: in totale si tratta di 2,173 milioni di persone.

Dati negativi per i giovani. A maggio il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 29,2%, con un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto ad aprile e di 4,7 punti su base annua.

La disoccupazione maschile, spiega l'Istat, a maggio è diminuzione dello 0,6% rispetto ad aprile, ma in aumento del 16,8% nel confronto con lo stesso mese dell'anno scorso. Il numero di donne disoccupate aumenta dello 0,3% su base mensile e del 14% rispetto a maggio 2009.

Il tasso di disoccupazione maschile è pari al 7,7%, stabile rispetto ad aprile e in aumento su maggio 2009 di 1,1 punti percentuali, mentre quello femminile è al 10,1%, in crescita rispetto al mese prima (0,1 punti) e su base annua (1,2 punti).

Il numero di occupati, invece, cala dello 0,2% rispetto ad aprile (quando era aumentato dello 0,2%) e dell'1,1% nel confronto con maggio di un anno fa. Il tasso di occupazione Š pari al 56,9%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile e di 0,8 punti su base annua. L'occupazione maschile è invariata rispetto ad aprile e in riduzione dell'1,1% su base tendenziale.

L'occupazione femminile cala invece dello 0,4% rispetto al mese prima e dell'1,2% nel confronto con maggio 2009. Il tasso di occupazione maschile - evidenzia l'istituto di statistica - Š pari al 67,9%, invariato nell'ultimo mese e in calo di 0,8 punti percentuali negli ultimi 12 mesi.

Il tasso di occupazione femminile Š pari al 46%, con una riduzione di 0,2 punti rispetto ad aprile e di 0,8 punti su base annua. Il numero di inattivi tra 15 e 64 anni, poi, aumenta dello 0,4% nel confronto mensile e dello 0,9% rispetto a maggio dell'anno scorso.

Il tasso di inattività è pari al 37,7%, con un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto sia ad aprile sia a maggio 2009. Gli uomini inattivi sono in crescita dello 0,4% tra aprile e maggio e dello 0,7% su base annua, mentre le donne inattive presentano aumenti rispettivamente pari allo 0,5% e all'1%.

I dati diffusi oggi dall`Istat sulla disoccupazione sono "uno schiaffo a questo Governo che non riconosce la profondità della crisi e dei processi sociali che stanno mettendo ai margini i lavoratori, soprattutto i precari, i giovani e le donne, le piccole e medie imprese e gli artigiani".

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