Dal tombino al torrente finisce tutto nel parco AMBIENTE Mani ignote versano 12mila litri di gasolio in un chiusino della rete fognaria romana e in men che non si dica il fiume Almone si tinge di blu. IL Noe apre un'indagine Dal canale di scolo dell'acqua piovana ai chiusini della rete fognaria e poi direttamente nel torrente Almone, nel cuore del parco naturale della Caffarella. Per contaminare una delle aree verdi più importanti della Capitale è bastato un gesto. Nella notte tra giovedì e venerdì mani ignote avrebbero scaricato in un tombino di una pompa di benzina di via Appio Claudio oltre 12mila litri di carburante agricolo, che in men che non si dica sarebbe finito nel fiume, importante risorsa d'acqua per diversi campi agricoli della zona. A dare l'allarme sono stati i cittadini che avrebbero notato larghe macchie di gasolio nel torrente. Tutta l'area è ancora oggi invasa da un odore nauseabondo. Secondo una prima ricostruzione, il carburante sversato era contenuto in un'autobotte parcheggiata sul retro della stazione di rifornimento. La cisterna sarebbe stata poi utilizzata per rubare circa 18mila litri di gasolio industriale, più costoso sul mercato. L'autobotte vuota è stata poi ritrovata sulla via Salaria all'altezza di Settebagni. Il gasolio rischia di arrivare la Tevere a e poi in mare. Non ci sono, assicurano le autorità, pericoli per la popolazione. Sul posto sono intervenuti gli operatori della Protezione civile, i tecnici del settore gestione rifiuti e risanamento del Dipartimento ambiente, gruppi della Polizia Municipale e Forze dell'ordine. Sei le squadre dei vigili del fuoco impegnate a contenere le migliaia di litri versati nel fiume Almone. «Contiamo di limitare l'inquinamento - ha detto il direttore della protezione civile di Roma, Tommaso Profeta - intercettando tutto il carburante prima che arrivi al mare». Secondo la Protezione civile del Lazio, i rischi ambientali sono stati ridotti al minimo. «Al momento - scrive in una nota - lo sversamento è confinato all'interno di un reticolo che confluisce nel depuratore di Roma sud, dove i Vigili del fuoco hanno predisposto le panne per l'assorbimento dei liquidi inquinanti al fine di evitare il loro conferimento nel Tevere». Sulla vicenda intanto indaga il Noe, mentre l'Arpa Lazio sta valutando i danni. «L'Almone è già molto inquinato a causa di rifiuti solidi urbani che vengono gettati a monte e che a ogni piena lo riempiono di buste e bottiglie - ha detto Alma Rossi, direttore del parco dell'Appia Antica, di cui la Caffarella fa parte - le sue acque sono putride e non ci sono pesci. Speriamo che questo evento sia l'occasione per mettere mano alla sua salvaguardia».

ennesimo tentativo di suicidio nel centro di reclusione per migranti di Bari

Unar: raddoppiano le istruttorie per discriminazione razziale Raddoppiano nel 2010 le istruttorie per discriminazione razziale aperte dall’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale: sono in tutto 770. Rispetto al 2009 sono stati, inoltre, trattati anche casi di discriminazione diversi da quella razziale, come il pregiudizio legato al genere, all’età o alla disabilità, episodi discriminanti che hanno interessato il 10% dei casi. Questi i dati più rilevanti del nuovo rapporto Unar. Le vittime nella maggior parte dei casi restano gli immigrati. Tra questi gli stranieri più colpiti sono quelli provenienti dall’Africa. il trend del 2009 viene sfortunatamente confermato.

A L’Aquila, tornano le carriole: “Il centro è ancora invaso dalle macerie A un anno dal primo accesso non consentito all’interno della zona rossa, i cittadini aquilani torneranno domenica in centro storico, con utensili da lavoro per l’iniziativa “RiabbracciAmo L’Aquila”, primo passo per il 2011 verso la “riappropriazione” del centro storico da parte dei cittadini. “Domenica – spiegano dall’Assemblea di Piazza Duomo - si torna a riaffermare che il centro storico non può, a due anni dal sisma, essere ancora interdetto. Si inizia dalla ripulitura della scalinata di S. Bernardino, ma si intende varcare di nuovo la zona rossa per riappropriarsi dei propri luoghi. Ripulirli, certo, dall'incuria dell'amministrazione, ma, soprattutto, riviverli. Si stilerà una sorta di calendario a cadenza settimanale. Pian piano il centro sarà ripulito e rivissuto. I cittadini devono vedere con i propri occhi come, al di là delle transenne, il centro sia ancora nelle condizioni un anno fa: palazzi puntellati in parte, mucchi di macerie, sporcizia, abbandono. La città è nostra, urlavamo lo scorso anno. La città è nostra, urleremo domenica. Ma stavolta non siamo più disposti ad accettare che ci venga negata. Quelle transenne devono scomparire”

Incontro con il ministero per lo sviluppo economico per la Vinyls - la protesta degli Operai continua Ieri sera il ministro per lo Sviluppo economico Romani ha garantito, per l’ennesima volta, il massimo impegno nella trattativa per la cessione al fondo svizzero Gita dell’azienda chimica. Garanzie che hanno indotto i due lavoratori di Porto Torres a scendere dalla ciminiera dov’erano saliti mercoledì, insieme ad un terzo compagno, sceso ieri mattina per problemi di salute. Ma la lotta continua nei presidi sulla Torre Aragonese della cittadina sarda e sull’Asinara, l’Isola dei cassintegrati occupata da quasi un anno. Prosegue, sempre da mercoledì, la protesta ad alta quota dei dipendenti Vinyls di Marghera e Ravenna. Due i lavoratori in sciopero della fame a 150 metri d’altezza nel petrolchimico veneto, sulla fiaccola già occupata due volte a partire da dicembre. Lotta a rotazione invece a Ravenna: a turni di tre, gli operai della fabbrica romagnola continuano ad occupare la sommità di un silos, ad una cinquantina di metri da terra.

INCIDENTI LAVORO: FATTORNO SCHIACCIATO DA MONTACARICHI CRO S43 QBKM INCIDENTI LAVORO: FATTORNO SCHIACCIATO DA MONTACARICHI (ANSA) - ANCONA, 11 FEB - Un fattorino albanese di 58 anni, Mustafaraj Xhemal, 58 anni, regolare in Italia e da tempo residente ad Ancona in via Tavernelle, è morto schiacciato da un montacarichi nell'hotel Sporting. Sembra che l'uomo cercasse di recuperare qualcosa caduto dentro quando è rimasto incastrato tra il primo e il secondo piano. Sul posto, il 118, le Volanti della Polizia e la Scientifica, che ha effettuato un sopralluogo per ricostruire la dinamica dell'incidente

Torino, bliz nella sede locale del pdl delle compagne in vista della manifestazione di domenica

Volevano esporre le loro ragioni in merito alla manifestazione convocata per domenica, ma non glielo hanno permesso. Alcune compagne di Torino sono state fermate violentemente dagli uomini del pdl presenti in sale, poi è intervenuta la polizia che le ha tradotto 5 di loro in questura, dove ancora ora in corso un sit in per chiedere l'immediata liberazione delle compagne fermate.

Napoli_ domani mobilitazione a sostegno del popolo egiziano Da quindici giorni piazza Tahrir è diventata il simbolo internazionale della lotta dei popoli contro i tiranni, contro l'ingerenza post-coloniale delle potenze occidentali, ma anche della rivolta di una generazione di giovani e studenti aggredita e minacciata dalla disoccupazione e dalla crisi economica. Da Tunisi al Cairo il vento di rivolta è anche ri-presa di parola e di azione collettiva in tutto il Sud del Mediterraneo. In questi giorni la rivoluzione egiziana vive ore cruciali. Mentre le cancellerie occidentali e le forze del regime cercano un accordo per guidare una transizione addomesticata, la voce del popolo assedia i palazzi del potere. L'attenzione dei media è diminuita e ancor piu diventa importante l'attenzione della gente in carne e ossa, di tutti e tutte che sappiamo che quello che sta succedendo ci riguarda. Non c'è bisogno del metereologo per sapere da che parte soffia il vento!

Quel vento che dall'Albania allo Yemen al Sudan alle piazze d'Europa, nelle differenze dei contesti racconta la crisi globale del neoliberismo autoritario e dei governi che ne difendono gli interessi.

Sabato è una giornata internazionale in sostegno del popolo egiziano: a Napoli la mobilitazione è alle ore 15.00 in piazza Garibaldi! Diffondiamo e partecipiamo!!

esteri

egitto. Mubarak si dimette, la piazza esulta

yemen, in tremila manifestano per la secessione del sud Torna a esplodere la rabbia nello Yemen: questa volta le proteste si spingono al sud, dove in tremila sono scesi in strada per il "venerdì della collera". Una giornata che ha visto i manifestanti reclamare con forza la secessione dal nord, unito alla parte meridionale del Paese nel 1990. La notizia arriva da fonti locali. Immediata la reazione delle forze di sicurezza, che hanno soffocato le proteste grazie a un ingente schieramento di uomini. Nella città di Aden la polizia ha sparato in aria e quattro persone sono state arrestate; nei sobborghi di Saada, invece, sono scese in piazza seicento persone tra separatisti e manifestanti anti-governativi. Il "venerdì della collera" interrompe una fase di relativa calma, succeduta alle giornate di proteste contro il governo che hanno infiammato il Paese nelle ultime due settimane. Le vicende di Tunisia ed Egitto si fanno sentire anche qui, e in centinaia - nella città di Zinjibar - hanno invocato le dimissioni e l'esilio per l'attuale presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da trent'anni.

Algeria, capitale blindata in vista della grande protesta di domani Il governo algerino schiera le forze di polizia, in vista della manifestazione antigovernativa organizzata per domani nella capitale. In mattinata gli agenti si sono posizionati nei punti caldi della città: nella sola piazza Primo Maggio, da cui partirà il corteo, si trovano una quarantina fra blindati e volanti della polizia. Oltre ad Algeri, le forze dell'ordine sono scese in campo anche nei governatorati di Orano, Mostaganem e Tlemcen, e si parla di un totale di 30.000 uomini dispiegati in tutto il Paese. La manifestazione - non autorizzata dal governo - è stata organizzata tramite internet dal "Coordinamento nazionale per il Cambiamento e la Democrazia". Non sarà facile per i manifestanti unirsi alla protesta: Algeri è blindata, e sono stati rafforzati i posti di blocco presenti sulle strade che conducono in città. Da domani, inoltre, verrano sospesi tutti i mezzi di trasporti pubblici che collegano la capitale al resto del Paese.

Mobilità per oltre 900 dipendenti Meridiana

Sono state avviate oggi le procedure di mobilità per oltre 900 dipendenti della compagnia aerea Meridiana Fly. Il provvedimento riguarda 408 assunti a tempo determinato che avevano fatto causa all'azienda per l'assunzione a tempo indeterminato e che sono stati reintegrati per essere messi in mobilità e altri 330 esuberi veri e propri che operavano a Gallarate nella compagnia aerea Eurofly prima della fusione con Meridiana.

Altri 210 lavoratori interessati alla procedura operano in attività, come call center, sistemi informativi e alcuni uffici dell'amministrazione, che verranno esternalizzate. La compagnia ha anche deciso di "mettere a terra" nove aerei Md80. Non è stato ancora deciso quali saranno le basi interessate alla decisione ma l'azienda ha precisato che "nessuna rotta da e per la Sardegna verrà toccata".

Bolivia, Morales fugge per protese minatori con dinamite

Crescono in Bolivia le proteste contro il carovita e la carenza di generi alimentari: di fronte alla rabbia della popolazione, il presidente Evo Morales ha abbandonato un evento pubblico al quale avrebbe dovuto presiedere.

Era previsto infatti un discorso del leader boliviano nella città di Oruro, in occasione di una parata che celebra un'insurrezione avvenuta in epoca coloniale. Nel corso della manifestazione, tuttavia, si sono verificate violente proteste da parte dei minatori locali, che hanno cominciato a fare esplodere delle cariche di dinamite. Una pratica usuale durante le contestazioni sindacali del Paese, dove la dinamite è facilmente reperibile per i lavoratori delle miniere. Immediata la partenza del presidente e dei suoi collaboratori, che hanno fatto ritorno a La Paz.

Il portavoce di Morales, Ivan Canelas, ha così commentato la vicenda: "Il governo ha deciso di non rispondere a vergognose provocazioni di questo tipo". Il malcontento intanto si diffonde in altre città boliviane: a Santa Cruz i manifestanti chiedono di smantellare l'Emapa (un'agenzia che avrebbe dovuto promuovere la produzione di generi alimentari ma si è rivelata del tutto inefficiente), a La Paz e a Cochabamba si organizzano marce contro il rialzo dei prezzi e la scarsità di zucchero in commercio.