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## Titolo:
## FONTE E DATA Fonte:
## Testo:
## EVENTUALE AUDIO COLLEGATO Audio:

=== Gr 19:30 ===

'''In primo Piano'''

'''ESTERI'''

'''ITALIA'''

----
=== Gr 13:00 ===

'''In primo Piano'''

'''ESTERI'''

'''ITALIA'''


----
=== Gr 9:30 ===


'''ESTERI'''

'''ITALIA'''

''ROMA_ DIRITTO ALL'ABITARE, INCONTRO CON L'ASSESSORE ALLA CASA E COSTITUZIONE DELLE TENDOPOLI PERMANENTE'''
CORRISPONDENZA


'''ALBANO - SABATO 2 APRILE PRESIDIO DAVANTI I CANCELLI DELLA DISCARICA'''

Momentaneamente battuto sul terreno dell'inceneritore il nostro ras dei rifiuti cerca la rivincita sul
più congeniale 'argomento buche'. La sentenza del TAR ha bloccato l'impianto industriale e il
cosiddetto sub-lotto del 7° invaso; ci siamo resi conto con colpevole ritardo che questo non bastava
a fermare la furia degli scavatori.
 
Nel fatidico 13-08-09 l'allora responsabile del dipartimento territorio della regione Luca Fegatelli
aveva chiuso oltre a quella dell'inceneritore, anche l'AIA appositamente dedicata a questa nuova
buca, pur se in assenza di una adeguata conferenza dei servizi. Si tratta di una voragine capace di
incamerare 500.000 tonnellate di rifiuti, praticamente otto anni di sversamenti tanto per gradire.
Tutto ciò a non più di 100 mt dal primo nucleo abitato: Villaggio Ardeatino. Così, dopo 30 anni di
discarica, gli abitanti di Cancelliera, Roncigliano, Montagnano, Valle Gaia, Villaggio Ardeatino, si
dovrebbero sorbire altri dieci anni di "monnezza".
 
Nel frattempo l'Arpa ha battuto un colpo; ha comunicato i risultati dei prelievi dello scorso
settembre nei pozzi-spia: l'arsenico è arrivato a 12 microgr/litro, con una progressione bruciante
negli ultimi 5 anni, da 3 a 12, ma anche i valori di trialometano vicini ai limiti massimi. Questo dà
la riprova ulteriore che l'impermiabilizzazione sta cedendo e la compromissione delle falde è
acclarata. I territori dei comuni di Albano, Ariccia, Ardea vedono ulteriormente compromesso il
bene acqua.
(CORRISPONDENZA)

'''Colleferro ancora inquinamento per i cittadini'''
ll puzzle di Colleferro è completo. L’ultimo pezzo è una centrale turbogas, un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato a metano che rilascia in atmosfera ossidi di azoto, monossidi di carbonio e particolato. Una tecnologia da più parti criticata per i rischi derivati dalle emissioni di polveri fini e ultrafini. A breve sorgerà in località Valle Secola, in direzione di Artena. A ridosso dell’abitato. A due chilometri dall’inceneritore, dai camini del cementificio e dal resto degli stabilimenti di un polo industriale che ha avvelenato la Valle del Sacco. Senza che i cittadini se ne accorgessero, l’iter di approvazione della centrale è giunto a conclusione. «Non sapevamo nulla di quanto stesse avvenendo – dice Albero Valleriani, portavoce della Retuvasa, Rete per la tutela della Valle del Sacco – e ci siamo trovati a confronto con questa minaccia quando la partita era ormai stata giocata». I cittadini denunciano il «silenzio delle istituzioni» a tutti i livelli: «Come possiamo intervenire sulle scelte che riguardano il futuro della nostra città se nessuno provvede a informarci?» si chiede Valleriani. Stando a quanto racconta la Rete, il Comune di Colleferro non avrebbe provveduto a pubblicare sul proprio sito l’avviso relativo al progetto in corso di approvazione e il comitato sarebbe venuto a conoscenza della questione quando il termine per intervenire era ormai scaduto. «La Secosvim spa, società poponente che già gestisce la fornitura di energia del comprensorio industriale ex Bpd – racconta Valleriani – avrebbe depositato gli elaborati di progetto presso il Comune il 20 febbraio del 2009. In piena emergenza ambientale. Solo un mese prima, il sindaco di Colleferro, Mario Cacciotti (eletto per il Centro-destra con una lista civica), aveva rassicurato i cittadini ribadendo che “non avrebbe mai dato il suo assenso” alla realizzazione della centrale turbogas». 
(CORRISPONDENZA)


'''Torino - Tentata fuga dal cie'''
Dopo una giornata che ha visto la visita di un funzionario del consolato del Marocco inviato al Centro per mettere un po’ di timbri sui fogli delle doportazioni, una serata di casino. Poco fa (intorno a mezzanotte e un quarto) è partito un tentativo di evasione di massa dal Centro, non sappiamo se fallito o riuscito per lo meno in parte. Ora la polizia sta circondando minacciosa tre delle aree dove sono confinati i reclusi, e i prigionieri stanno protestando rumorosamente.
Aggiornamento ore 1,30. Volanti e moto della polizia pattugliano il perimetro esterno del Centro: segno probabilmente che qualcuno è riuscito superare le reti e che lo stanno cercando.
Aggiornamento 31 marzo, ore 10. Le voci che filtrano da dentro sono contraddittorie: alcuni sostengono che in tre sarebbero riusciti a scavalcare il muro e ad eclissarsi, altri che ci avrebbero provato in cinque ma che nessuno ci sarebbe riuscito. Quello che è sicuro è che questo tentativo di fuga, partito da uno spingi-spingi di una ventina di persone contro le porte delle gabbie, ha fatto riemergere la voglia di libertà che percorre il Centro: ieri sera la polizia, per evitare scontri, ha scelto di non entrare nelle aree e il casino delle porte e delle sbarre sbattute era infernale. «Da adesso non torneremo indietro, non smetteremo di rivoltarci», dicono da dentro.
Ore 19.00. Le voci sugli evasi, da dentro, continuano ad essere nebulose: tre persone nelle gabbie mancano, ma pare che siano stati ripresi dalla polizia fuori dal perimetro. Oggi è stato pure portato via uno dei ragazzi “riconosciuti” ieri dal Console che in questi giorni aveva ingoiato delle batterie per protesta. Intanto, le agenzie di stampa, che non fanno cenno ad evasioni, parlano di un modulo abitativo danneggiato.
Ore 22,30. Piccola vendetta della polizia per i disordini di ieri sera: alle 21,30 la polizia in assetto antisommossa circonda l’area blu e quella rossa, con i cani. È una grossa perquisizione, che dura una mezz’oretta.
(CORRISPONDENZA)


'''Immigrazione: fermati a Milano tunisini fuggiti da Lampedusa'''
Polfer blocca in stazione 40 immigrati, previsti altri arrivi.(ANSA) -
MILANO, 1 APR - I primi tunisini che si sono allontanati da Lampedusa
con l'intenzione di recarsi verso nord sono stati bloccati in
mattinata a Milano. Gli immigrati sono arrivati nel capoluogo lombardo
in treno, alla stazione Centrale dove pero' era stato predisposto un
servizio di osservazione da parte della Polfer che li ha intercettati,
bloccandone una quarantina che sono stati accompagnati in questura per
le pratiche di fotosegnalamento, mentre molti altri sono riusciti a
evitare i controlli. I servizi di controllo nelle stazioni milanesi
proseguono perche' si ritiene che a breve ne possano arrivare altri.


'''Brindisi_ domenica 3 aprile presidio davanti al cie di restinco'''
(CORRISPONDENZA)


'''L'ITALIA IN GUERRA- DOMANI DECINE DI MANIFESTAZIONI IN TUTTA ITALIA'''
Nelle ultime 24 ore, anche se i media ( embedded) non ne davano
notizia, gli interventi armati di aerei e navali italiani, nella
guerra in Libia, hanno continuato in maniera massiccia. Usati missili
e bombardate zone del Paese libico. Lo rende noto, con una certa
enfasi, lo Stato maggiore della Difesa.
'''2 aprile manifestazione in tutta italia contro la guerra'''
Ancora una volta le potenze occidentali decidono una guerra come
strumento di controllo del mondo e per far fronte alle nuove ventate
della crisi economica, che il capitale non riesce a superare, a cui si
somma con drammaticità la crisi energetica.Forse non basta quello che
è accaduto negli altri interventi come l'Iraq o l'Afghanistan.
In tutta Italia è proposta la giornata di domani, 2 aprile, come
un'occasione per ricostruire qualcosa di nuovo.
Da Roma a Milano, da Torino a Vicenza.
Per sostenere le rivoluzioni e le lotte per la libertà e la democrazia
dei popoli mediterranei e dei paesi arabi
Per l’accoglienza e la protezione dei profughi e dei migranti
Contro le dittature, i regimi, le occupazioni militari, le repressioni in corso
Per il disarmo, un’economia ed una società giusta e sostenibile
Chiedono
lo stop ai bombardamenti e il cessate il fuoco in Libia per fermare la
guerra, la repressione ed aprire la strada a una soluzione politica
coerentemente democratica.
A Vicenza la mobilitazione è particolarmente significativa per il suo carattere di città militarizzata, (oggi sede dell’Africom e della Gendarmeria europea), un destino al quale non ci rassegniamo; per questo continuiamo a rivendicare la riconversione delle servitù militari a fini civili, cominciando dalla consegna alla città della zona est del Dal Molin per trasformarla in “Parco della pace.



'''SARDEGNA.Quirra: Guai a te se parli.Un cacciatore minacciato da tre
persone che si sono spacciate per militari dell'Aeronautica.'''

Guai a te se parli ancora con i giornalisti.Il suo torto è stato
quello di accompagnare i giornalisti inviati da te...levisioni e
giornali nella zona del poligono di Perdasdefogu e Quirra, indicare i
missili abbandonati nei campi, segnalare le persone malate o i
familiari dei pastori morti di leucemia.
Carmine Teodoro Porcu, cinquantenne cacciatore di Muravera, è stato
minacciato e sequestrato da tre persone che si sono presentate nella
sua abitazione in diverse occasioni. Gli è stato anche legato un
cappio al collo: quando, in preda al terrore, ha promesso che si
sarebbe mai più occupato di aiutare il lavoro dei cronisti, è stato
abbandonato con le gambe legate.
Sul fatto indaga la Procura di Lanusei. Il pubblico ministero Domenico
Fiordalisi ha aperto un fascicolo (per il momento contro ignoti) per
minacce e sequestro di persona.
LE MINACCE Il primo episodio il 18 marzo corso: una telefonata anonima
è arrivata nel cuore della notte all'abitazione di Carmine Teodoro
Porcu: «Siamo ufficiali dell'Aeronautica, fatti gli affari tuoi,
guarda che quando si muovono le Grandi Torri devi avere paura». Chiaro
riferimento alle mostrine degli alti graduati dell'Aviazione.
Due giorni dopo, tre persone si sono presentate all'una e mezza di
notte a casa del cacciatore di Muravera. Esibendo tesserini
dell'Aeronautica sicuramente contraffatti, avrebbero effettuato una
sommaria ispezione della casa e reiterato le minacce, prima di
allontanarsi.
IL SEQUESTRO Il 25 marzo l'ultimo episodio, il più grave. Carmine
Teodoro Porcu sarebbe stato avvicinato nel centro di Muravera da una
persona a bordo di una Fiat Punto. «Sono un tuo amico, non mi
riconosci? Ti devo parlare». Il cacciatore è entrato nell'auto
dell'“amico”, gli aveva appena detto di non riconoscerlo quando
un'altra persona nascosta nei sedili posteriori della vettura lo ha
immobilizzato e gli ha portato via le chiavi della sua auto. Un terzo
individuo è poi salito sulla Punto. Prima un giro per il paese, poi
l'arrivo nella casa del cacciatore. Che è stato immobilizzato con un
legaccio alle gambe. Minacce? Le solite. «Non parlare più con i
giornalisti, non occuparti del poligono o te la facciamo pagare». Poi
gli hanno legato un cappio al collo. «Ti ammazziamo, tutti crederanno
a un suicidio, non indagherà nessuno». Quando il cacciatore ha
espresso tutto il suo terrore, i tre misteriosi aggressori gli hanno
tolto il cappio dal collo e sono andati via dalla casa, lasciandolo
con i piedi legati.
Un fatto inquietante sul quale il procuratore di Lanusei indaga perché
è ricollegato proprio all'inchiesta aperta sul poligono militare di
Quirra. Le minacce dei tre personaggi (per adesso senza nome)
avrebbero mirato a intimidire potenziali testimoni.
LE REAZIONI Intanto pioggia di commenti sulla notizia della
riesumazione delle salme di 18 pastori morti a Quirra di leucemia. «La
magistratura di Lanusei, essendo un'autorità indipendente, è in grado
di accertare la verità sulle aree attorno al poligono di Quirra», ha
dichiarato il senatore dell'IdV Federico Palomba, reiterando la
richiesta di un'audizione del pm Fiordalisi alla Camera. Soddisfazione
anche da parte del segretario dell'Upc Antonio Satta, e di Francesco
Palese del sito Vittimeuranio.com.
LA COMMISSIONE Oggi la commissione parlamentare d'inchiesta ascolterà
i pacifisti, i sindaci della zona del Salto di Quirra e i veterinari
delle Asl di Cagliari e Lanusei che hanno evidenziato l'alta incidenza
dei tumori tra gli allevatori. (p.c.)
L'Unione Sarda Mercoledì 30 marzo 2011



'''LAVORO'''
'''Assente dal lavoro per curare la figlia disabile, licenziata'''
BRESCIA - Una dipendente del Comune di Cellatica, nel bresciano, e'
stata licenziata per aver superato il numero di giorni di malattia per
curare la figlia disabile. Lo denuncia la Fp Cgil, sottolineando, tra
l'altro, la mancanza di solidarieta' e di collaborazione del Comune
che, secondo il sindacato, avrebbe potuto segnalare alla donna il
superamento dei giorni e consigliarle di prendere delle ferie.


'''Istat: nel 2010 disoccupazione in aumento rispetto al 2009'''
 Il tasso di disoccupazione, nella media del 2010, e' stato pari
"all'8,4%, in aumento rispetto al 7,8% regstrato nel 2009". Lo rende
noto l'Istat, che spiega anche che "nella media del 2010 l'occupazione
si e' ridotta dello 0,7% (-153.000 unita') rispetto all'anno
precedente. La flessione e' dovuta eslusivamente alla componente
maschile (-1,1%, pari a -155.000 unita' in confronto al 2009)".
Tra il 2009 e il 2010 "l'occupazione italiana cala di 336.000 unita',
con un tasso di occupazione in discesa dal 56,9% al 56,3%.
L'occupazione straniera aumenta di 183.000 unita', ma il tasso di
occupazione scende dal 64,5% al 63,1% (dal 77,7% al 76,2% per gli
uomini e dal 52,1% al 50,9 % per le donne)".
A livello territoriale, alla riduzione dell'indicatore nel Nord e nel
Centro si accompagna "la nuova significativa flessione nel
Mezzogiorno. Alla sensibile discesa (-1%, pari a -167.000 unita')
dell'occupazione dipendente si contrappone il lieve incremento di
quella indipendente (+0,2%, pari a 14.000 unita'). Il calo su base
annua dei dipendenti e' dovuto alla discesa dell'occupazione a tempo
indeterminato (-1,3%, pari a -197.000 unita')". Il numero dei
disoccupati "e' aumentato su base annua dell'8,1% (+158.000 unita'),
soprattutto a causa della forte crescita registrata nella prima parte
del 2010. L'incremento interessa piu' estesamente le regioni
settentrionali e, in sei casi su dieci, e' dovuto a quanti hanno perso
il lavoro". La crescita riguarda entrambe le componenti di genere
"(dal 6,8% al 7,6% per gli uomini; dal 9,3% al 9,8% per le donne) ed
appare concentrato soprattutto nel Mezzogiorno".
Lavoratori stranieri. "Il tasso di disoccupazione aumenta per la
componente straniera, passando dall'11,2% del 2009 all'11,6% del 2010.
Il tasso di disoccupazione giovanile cresce di 2,4 punti percentuali,
portandosi, nella media del 2010, al 27,8%, con un massimo del 40,6%
per le donne residenti nel Mezzogiorno".
L'Istat, poi, evidenzia che "il tasso di disoccupazione giovanile
scende al 28,1% con una diminuzione congiunturale di 1,3 punti
percentuali. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumentano dello 0,1%
(21 mila unita') rispetto al mese precedente. Il tasso di inattivita',
dopo la crescita dei tre mesi precedenti, resta stabile al 38%"

'''ESTERI'''
LA (strana) "GUERRA" AI NARCOS- Alcuni militari messicani e
statunitensi impegnati nella cosidetta lotta al narcotraffico, in
Messico, sono responsabili di diverse sparizioni (uomini e donne )
forzate,secondo il rapporto preliminare della missione Onu che indaga
sulle persone scomparse nel Paese. Il gruppo di lavoro Onu ,parla di
un uso "irregolare della forza dell'esercito". Il rapporto delle
Nazioni Unite, descrive per esempio, la violenza usata dai militari
(messicani e americani) nei confornti dei civili, e una particolare
accondiscendenza e complicità invece, nei confronti dei Narcos. Oltre
3.000 le persone scomparse dal 2006, secondo le Ong sentite dall'Onu. 

'''AFGHANISTAN Mazar-i-Sharif, Assalto alla sede Onu : dieci morti'''
In Usa un pastore aveva bruciato il Corano
Due persone sono state decapitate. Dodici i feriti. La protesta era
partita dopo la preghiera del venerdì
- Dieci impiegati dell'Onu sono stati uccisi nell'attacco alla sede
delle Nazioni Unite a Mazar-i-Sharif, grande città settentrionale
dell'Afghanistan. Due dei dipendenti stranieri sono stati decapitati,
l'unica italiana a lavorare in quella sede, è rimasta illesa (lo
rendono noto fonti della Farnesina). La folla protestava contro Wayne
Sapp, pastore della Florida che il 21 marzo aveva bruciato una copia
del Corano. La folla protestava contro Wayne Sapp, pastore della
Florida che il 21 marzo aveva bruciato una copia del Corano. Stando
alla Dpa, la sede di Mazar-i-Sharif della Missione di assistenza
dell'Onu nel Paese (Unama) è stata incendiata e sono state lanciate
pietre contro gli agenti della sicurezza di guardia. La Dpa, citando
il portavoce della polizia locale Lal Mohammad Ahmadzai, dà notizia
anche di almeno 12 feriti. Al momento non è chiara la nazionalità
delle vittime. A Mazar-i-Sharif, secondo la Dpa, le tensioni sono
iniziate quando la manifestazione ha raggiunto la sede di Unama,
sfociando in violenze.


'''La tepco conferma: «nella alda sotto il reattore radioattività abnorme» I 300 di Fukushima: «Moriremo tutti»'''
I tecnici, soldati, ingegneri e pompieri che lavorano alla centrale
sono tutti convinti di morire per le radiazioni
Sono convinti che moriranno tutti a seguito dell’esposizione alle
radiazioni. Ma questa non li ferma. Continuano a svolgere il loro
compito. I 300 tecnici, ingegneri, soldati e vigili del fuoco
impegnati da settimane nella centrale nucleare di Fukushima per
scongiurare una fusione si aspettano di morire, dopo essere stati
esposti più volte a livelli di radioattività altamente pericolosi. LA
CONFESSIONE - «Mio figlio e i suoi colleghi hanno discusso a lungo e
si sono impegnati a morire, se necessario a lungo termine», ha detto
la mamma di uno del gruppo, citata oggi dal quotidiano britannico
«Telegraph». Il gruppo è stato ribattezzato dalla stampa nipponica
«Fukushima 50», perchè furono 50 i lavoratori rimasti nell’impianto
dopo l’incendio scoppiato al reattore 4 il 15 marzo scorso, mentre gli
altri 750 vennero fatti sgomberare. RADIOATTIVITA’ ABNORME - Nel
frattempo, la Tepco in una nota ha confermato la validità delle
analisi annunciate la scorsa notte e messe in dubbio dall’Agenzia
giapponese per la sicurezza nucleare: la quantità di iodio radioattivo
nella falda sotto il reattore numero 1 di Fukushima presenta valori
abnormi di radioattività, pari a 10.000 volte i limiti legali. ]
(Ansa)
MILANO - Sono convinti che moriranno tutti a seguito dell'esposizione
alle radiazioni. Ma questa non li ferma. Continuano a svolgere il loro
compito. I 300 tecnici, ingegneri, soldati e vigili del fuoco
impegnati da settimane nella centrale nucleare di Fukushima per
scongiurare una fusione si aspettano di morire, dopo essere stati
esposti più volte a livelli di radioattività altamente pericolosi.
LA CONFESSIONE - «Mio figlio e i suoi colleghi hanno discusso a lungo
e si sono impegnati a morire, se necessario a lungo termine», ha detto
la mamma di uno del gruppo, citata oggi dal quotidiano britannico
«Telegraph». Il gruppo è stato ribattezzato dalla stampa nipponica
«Fukushima 50», perchè furono 50 i lavoratori rimasti nell'impianto
dopo l'incendio scoppiato al reattore 4 il 15 marzo scorso, mentre gli
altri 750 vennero fatti sgomberare.

RADIOATTIVITA' ABNORME - Nel frattempo, la Tepco in una nota ha
confermato la validità delle analisi annunciate la scorsa notte e
messe in dubbio dall'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare: la
quantità di iodio radioattivo nella falda sotto il reattore numero 1
di Fukushima presenta valori abnormi di radioattività, pari a 10.000
volte i limiti legali.


'''siria'''
Almeno 10 persone sarebbero morte a Deraa, nel sud
della Siria, e due a Douma, localita' poco lontana dal centro di
Damasco, nel corso degli scontri tra manifestanti antigovernativi e
forze di sicurezza scoppiati dopo la preghiera di mezzogiorno. Lo ha
riferito un attivista dell'opposizione siriana, che ha chiesto di
essere citato solo con il nome di Hadi, all'agenzia d'informazione
'Dpa'. "Le prime notizie parlano di 10 persone uccise a Deraa e due a
Douma, tutte colpite dal fuoco dei cecchini", ha affermato l'attivista
che si trova a Damasco. 








Almeno 10 persone sarebbero morte a Deraa, nel sud
della Siria, e due a Douma, localita' poco lontana dal centro di
Damasco, nel corso degli scontri tra manifestanti antigovernativi e
forze di sicurezza scoppiati dopo la preghiera di mezzogiorno. Lo ha
riferito un attivista dell'opposizione siriana, che ha chiesto di
essere citato solo con il nome di Hadi, all'agenzia d'informazione
'Dpa'. "Le prime notizie parlano di 10 persone uccise a Deraa e due a
Douma, tutte colpite dal fuoco dei cecchini", ha affermato l'attivista
che si trova a Damasco.



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'''Appunti e note redazionali'''

'''Servizi audio della giornata'''


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